INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

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Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

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martedì 19 febbraio 2019

Bene pubblico e bene comune -11 - Public good and common good - 11 -


Bene pubblico e bene comune  -11 - 

 Negli passati   anni ’60 la dottrina sociale ha raggiunto una convinzione: le sofferenze sociali dipendono da squilibri nell’ordinamento sociale che possono essere corretti. Questo è il punto di partenza di ogni tipo di socialismo moderno, che si basa sull’osservazione realistica delle dinamiche sociali e non solo su moventi di tipo etico. Leggiamo, ad esempio, nell’enciclica La pace in terra - Pacem in terris  diffusa nel 1961 sotto l’autorità del papa Giuseppe Angelo Roncalli - Giovanni 23°:

«L’ordine negli esseri umani
3. Con l’ordine mirabile dell’universo continua a fare stridente contrasto il disordine che regna tra gli esseri umani e tra i popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere regolati che per mezzo della forza.
Sennonché il Creatore ha scolpito l’ordine anche nell’essere degli uomini: ordine che la coscienza rivela e ingiunge perentoriamente di seguire: "Essi mostrano scritta nei loro cuori l’opera della legge, testimone la loro coscienza" (Rm 2,15). Del resto come potrebbe essere diversamente? Ogni opera di Dio è pure un riflesso della sua infinita sapienza: riflesso tanto più luminoso quanto più l’opera è posta in alto nella scala delle perfezioni (Cf. Sal 18,8-11).
4. Una deviazione, nella quale si incorre spesso, sta nel fatto che si ritiene di poter regolare i rapporti di convivenza tra gli esseri umani e le rispettive comunità politiche con le stesse leggi che sono proprie delle forze e degli elementi irrazionali di cui risulta l’universo; quando invece le leggi con cui vanno regolati gli accennati rapporti sono di natura diversa, e vanno cercate là dove Dio le ha scritte, cioè nella natura umana.
Sono quelle, infatti, le leggi che indicano chiaramente come gli uomini devono regolare i loro vicendevoli rapporti nella convivenza; e come vanno regolati i rapporti fra i cittadini e le pubbliche autorità all’interno delle singole comunità politiche; come pure i rapporti fra le stesse comunità politiche; e quelli fra le singole persone e le comunità politiche da una parte, e dall’altra la comunità mondiale, la cui creazione oggi è urgentemente reclamata dalle esigenze del bene comune universale.
L’ORDINE TRA GLI ESSERI UMANI
Ogni essere umano è persona, soggetto di diritti e di doveri
5. In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.»

 Questa visione è molto differente da quella contenuta nel primo documento della dottrina sociale moderna, l’enciclica Le novità  - Rerum novarum  diffusa nel 1891 sotto l’autorità del papa Vincenzo Gioacchino Pecci - Leone 13:

1 - Necessità delle ineguaglianze sociali e del lavoro faticoso
14. Si stabilisca dunque in primo luogo questo principio, che si deve sopportare la condizione propria dell'umanità: togliere dal mondo le disparità sociali, è cosa impossibile. Lo tentano, è vero, i socialisti, ma ogni tentativo contro la natura delle cose riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomini: non tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non le forze in pari grado: e da queste inevitabili differenze nasce di necessità la differenza delle condizioni sociali. E ciò torna a vantaggio sia dei privati che del civile consorzio, perché la vita sociale abbisogna di attitudini varie e di uffici diversi, e l'impulso principale, che muove gli uomini ad esercitare tali uffici, è la disparità dello stato. Quanto al lavoro, l'uomo nello stato medesimo d'innocenza non sarebbe rimasto inoperoso: se non che, quello che allora avrebbe liberamente fatto la volontà a ricreazione dell'animo, lo impose poi, ad espiazione del peccato, non senza fatica e molestia, la necessità, secondo quell'oracolo divino: Sia maledetta la terra nel tuo lavoro; mangerai di essa in fatica tutti i giorni della tua vita (Gen 3,17). Similmente il dolore non mancherà mai sulla terra; perché aspre, dure, difficili a sopportarsi sono le ree conseguenze del peccato, le quali, si voglia o no, accompagnano l'uomo fino alla tomba. Patire e sopportare è dunque il retaggio dell'uomo; e qualunque cosa si faccia e si tenti, non v'è forza né arte che possa togliere del tutto le sofferenze del mondo. Coloro che dicono di poterlo fare e promettono alle misere genti una vita scevra di dolore e di pene, tutta pace e diletto, illudono il popolo e lo trascinano per una via che conduce a dolori più grandi di quelli attuali. La cosa migliore è guardare le cose umane quali sono e nel medesimo tempo cercare altrove, come dicemmo, il rimedio ai mali.  

17. It must be first of all recognized that the condition of things inherent in human affairs must be borne with, for it is impossible to reduce civil society to one dead level. Socialists may in that intent do their utmost, but all striving against nature is in vain. There naturally exist among mankind manifold differences of the most important kind; people differ in capacity, skill, health, strength; and unequal fortune is a necessary result of unequal condition. Such unequality is far from being disadvantageous either to individuals or to the community. Social and public life can only be maintained by means of various kinds of capacity for business and the playing of many parts; and each man, as a rule, chooses the part which suits his own peculiar domestic condition. As regards bodily labor, even had man never fallen from the state of innocence, he would not have remained wholly idle; but that which would then have been his free choice and his delight became afterwards compulsory, and the painful expiation for his disobedience. "Cursed be the earth in thy work; in thy labor thou shalt eat of it all the days of thy life."
18. In like manner, the other pains and hardships of life will have no end or cessation on earth; for the consequences of sin are bitter and hard to bear, and they must accompany man so long as life lasts. To suffer and to endure, therefore, is the lot of humanity; let them strive as they may, no strength and no artifice will ever succeed in banishing from human life the ills and troubles which beset it. If any there are who pretend differently - who hold out to a hard-pressed people the boon of freedom from pain and trouble, an undisturbed repose, and constant enjoyment - they delude the people and impose upon them, and their lying promises will only one day bring forth evils worse than the present. Nothing is more useful than to look upon the world as it really is, and at the same time to seek elsewhere, as We have said, for the solace to its troubles.

  L’ordine di idee dalla Pace in terra - Pacem in terris  lo troviamo anche nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti D’America, il primo documento fondativo di una democrazia moderna, deliberato il 4 luglio 1976:

When in the Course of human events, it becomes necessary for one people to dissolve the political bands which have connected them with another, and to assume among the powers of the earth, the separate and equal station to which the Laws of Nature and of Nature's God entitle them, a decent respect to the opinions of mankind requires that they should declare the causes which impel them to the separation.
Quando, nel corso degli umani eventi, diviene necessario per un popolo sciogliere i legami politici con un altro popolo e di assumere davanti ai poteri della terra la posizione distinta e paritaria che gli spetta per Legge di Natura voluta da Dio, è necessario dichiarare chiaramente all’umanità le cause che lo spingono alla separazione
We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.
Crediamo in queste verità che sono evidenti di per sè stesse, che tutti gli uomini sono creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore con certi inalienabili diritti, e tra questi il diritto alla Vita, alla Libertà e alla ricerca della Felicità
 That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed, --That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness.
 Per assicurare questi diritti sono costituiti i Governi tra gli uomini. Essi derivano i loro legittimi poteri dal consenso dei governati. Quando accada che un Governo minacci questo scopo, è diritto de popolo di modificarlo o di abolirlo e di costituire un nuovo Governo fondato su principi e con una organizzazione tali da garantire nel miglior modo il Benessere e la Felicità.

 Quella dichiarazione di indipendenza ebbe carattere rivoluzionario, non riguardava solo la separazione dall’autorità della monarchia inglese, ma un diverso ordine sociale. Allo stesso modo la dottrina sociale ebbe fin dall’inizio, dal suo primo documento del 1891, carattere rivoluzionario, perché proponeva una radicale riforma della società. Essa, fino al regno di Karol Woytjla, fu sempre molto legata alla storia italiana. Nacque in un tempo in cui il Papato era in dura polemica politica con il nuovo Regno d’Italia, fondato nel 1861, dopo che una serie di guerre iniziate nel 1848 aveva portato gran parte dell’Italia sotto il dominio della monarchia dei Savoia, con capitale Torino, arrivando, nel 1870, ad abbattere lo Stato della Chiesa, il piccolo regno territoriale del Papato nell’Italia centrale, trasferendo a Roma la capitale del nuovo stato. Questo contrasto apparve attenuarsi durante il regime fascista mussoliniano e sotto il regno del papa Achille Ratti - Pio 11° (1922-1939), ma riprese su tre temi: la pretesa fascista di monopolizzare l’educazione dei giovani, il razzismo antiebraico basato sull’idea di un’inferiorità etnica degli ebrei, che veniva a colpire la stessa figura del Fondatore e dei suoi primi seguaci, e il progetto mussoliniano di partecipare alle guerre europee scatenate dalla Germania sotto il dominio nazista. Tra il 1941 e il 1945 i cattolici democratici italiani che si erano istruiti nelle organizzazioni dell’Azione Cattolica animarono una rivoluzione politica e sociale contribuendo in maniera determinante a organizzare un nuovo stato repubblicano democratico la cui costituzione entrò in vigore nel 1948. Essa contiene tuttora i principi fondamentali di organizzazione sociale e politica insegnati dalla dottrina sociale, insieme a principi derivati dal liberalismo democratico e dal socialismo.
  La dottrina sociale ha molto imparato dall’esperienza fatta nell’Ottocento e nel Novecento e si è modificata secondo ciò che aveva imparato. Ha ora una visione più lungimirante di molti dei politici che governano il mondo. E, soprattutto, ha imparato questo: dal disordine sociale causato dall’ingiustizia, vale a dire quando la gente è privata dei beni indispensabili per sopravvivere e allora prende ad agitarsi seguendo chi sembra poter produrre un’alternativa, non nasce la soluzione dei mali sociali, ma derivano solo sofferenze ancora più acute, fino a quando viene raggiunto un nuovo equilibrio che dia finalmente a ciascuno ciò che ha diritto di avere in quanto essere umano. Questa appunto è la situazione sociale che stiamo vivendo nell’Europa di oggi. L’agitazione sociale che la travaglia e la minaccia non deriva dalle migrazioni dei non Europei, in paticolare dalle vicine Africa e Asia, ma dal fatto che l’ordine sociale costruito a partire dagli anni Novanta del secolo scorso dal capitalismo globalizzato ha impoverito larghe masse della popolazione, favorendo minoranze sempre più ristrette, e ora è in pericolo la sicurezza sociale di molta gente, che è quando una persona non prevede nulla di buono nel futuro per sé e per i propri figli. Questo è accaduto perché si sono progressivamente ridotte i sistemi introdotti negli stati per correggere gli squilibri fatalmente determinati dal funzionamento delle economie capitaliste. Ciò è stato fatto nell’illusione che così facendo sarebbe aumentato il benessere di tutti e che l’ingerenza dei poteri pubblici nell’economia ne riducesse l’efficienza e la capacità di produrre benessere. L’esperienza di questi anni ha dimostrato il contrario. A questo punto, in Europa e altrove, hanno ripreso vigore proposte classiche dei regimi fascisti di un tempo, secondo le quali, in un contesto di risorse scarse, prevale il più forte ed essere più forti diventa questione di vita o di morte. Per essere più forti bisogna riunirsi come in un fascio (da cui in Italia venne la parola  fascismo) e agire tutti insieme sotto un unico comando, mettendo a tacere i dissenzienti, che con il loro dissenso riducono la forza della collettività. Dunque, ora, in Europa e altrove, diversi politici hanno successo proponendo di  fare grande di nuovo  il loro stato, con politiche aggressive all’interno e all’esterno. Questo atteggiamento portò nel secolo scorso a due distruttive guerre mondiali. E infatti una delle dinamiche che ai tempi nostri si osservano è quella dell’intenso riarmo. Gli stati appaiono insofferenti dei limiti che avevano convenuto con gli altri e gli accordi e le istituzioni istituzionali sono in crisi. Sono le istituzioni dalle quali la dottrina sociale si attende la costruzione di un ordine sociale pacifico:

Dall’enciclica Pace in terra - Pacem in terris citata:

«Rapporto fra contenuti storici del bene comune e struttura e funzionamento dei poteri pubblici
71. Esiste un rapporto intrinseco fra i contenuti storici del bene comune da una parte e la configurazione e il funzionamento dei poteri pubblici dall’altra. L’ordine morale, cioè, come esige l’autorità pubblica nella convivenza per l’attuazione del bene comune, di conseguenza esige pure che l’autorità a tale scopo sia efficiente. Ciò postula che gli organi nei quali l’autorità prende corpo, diviene operante e persegue il suo fine siano strutturali e agiscano in maniera da essere idonei a tradurre nella realtà i contenuti nuovi che il bene comune viene assumendo nell’evolversi storico della convivenza.
Il bene comune universale pone ora problemi a dimensioni mondiali che non possono essere adeguatamente affrontati e risolti che ad opera di poteri pubblici aventi ampiezza, strutture e mezzi delle stesse proporzioni; di poteri pubblici cioè, che siano in grado di operare in modo efficiente su piano mondiale. Lo stesso ordine morale quindi domanda che tali poteri vengano istituiti.»

Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

Translation in English language made with the help of Google Translator

Public good and common good - 11 -

n the past 60s the social doctrine reached a conviction: social sufferings depend on imbalances in the social order that can be corrected. This is the starting point of every type of modern socialism, which is based on the realistic observation of social dynamics and not only on ethical motives. We read, for example, in the encyclical La pace in terra - Pacem in terris published in 1961 under the authority of Pope Giuseppe Angelo Roncalli - Giovanni 23°:
Order in Human Beings
« 4. And yet there is a disunity among individuals and among nations which is in striking contrast to this perfect order in the universe. One would think that the relationships that bind men together could only be governed by force.
5. But the world's Creator has stamped man's inmost being with an order revealed to man by his conscience; and his conscience insists on his preserving it. Men "show the work of the law written in their hearts. Their conscience bears witness to them."  And how could it be otherwise? All created being reflects the infinite wisdom of God. It reflects it all the more clearly, the higher it stands in the scale of perfection.
6. But the mischief is often caused by erroneous opinions. Many people think that the laws which govern man's relations with the State are the same as those which regulate the blind, elemental forces of the universe. But it is not so; the laws which govern men are quite different. The Father of the universe has inscribed them in man's nature, and that is where we must look for them; there and nowhere else.
7. These laws clearly indicate how a man must behave toward his fellows in society, and how the mutual relationships between the members of a State and its officials are to be conducted. They show too what principles must govern the relations between States; and finally, what should be the relations between individuals or States on the one hand, and the world-wide community of nations on the other. Men's common interests make it imperative that at long last a world-wide community of nations be established.
I. ORDER BETWEEN MEN
8. We must devote our attention first of all to that order which should prevail among men.
9. Any well-regulated and productive association of men in society demands the acceptance of one fundamental principle: that each individual man is truly a person. His is a nature, that is, endowed with intelligence and free will. As such he has rights and duties, which together flow as a direct consequence from his nature. These rights and duties are universal and inviolable, and therefore altogether inalienable.»
This vision is very different from that contained in the first document of modern social doctrine, the encyclical The Novelties - Rerum Novarum released in 1891 under the authority of Pope Vincenzo Gioacchino Pecci - Leone 13°:
«17. It must be first of all recognized that the condition of things inherent in human affairs must be borne with, for it is impossible to reduce civil society to one dead level. Socialists may in that intent do their utmost, but all striving against nature is in vain. There naturally exist among mankind manifold differences of the most important kind; people differ in capacity, skill, health, strength; and unequal fortune is a necessary result of unequal condition. Such unequality is far from being disadvantageous either to individuals or to the community. Social and public life can only be maintained by means of various kinds of capacity for business and the playing of many parts; and each man, as a rule, chooses the part which suits his own peculiar domestic condition. As regards bodily labor, even had man never fallen from the state of innocence, he would not have remained wholly idle; but that which would then have been his free choice and his delight became afterwards compulsory, and the painful expiation for his disobedience. "Cursed be the earth in thy work; in thy labor thou shalt eat of it all the days of thy life."
18. In like manner, the other pains and hardships of life will have no end or cessation on earth; for the consequences of sin are bitter and hard to bear, and they must accompany man so long as life lasts. To suffer and to endure, therefore, is the lot of humanity; let them strive as they may, no strength and no artifice will ever succeed in banishing from human life the ills and troubles which beset it. If any there are who pretend differently - who hold out to a hard-pressed people the boon of freedom from pain and trouble, an undisturbed repose, and constant enjoyment - they delude the people and impose upon them, and their lying promises will only one day bring forth evils worse than the present. Nothing is more useful than to look upon the world as it really is, and at the same time to seek elsewhere, as We have said, for the solace to its troubles.»
The order of ideas from Peace on Earth - Pacem in Terris we find  also in the Declaration of Independence of the United States of America, the first founding document of a modern democracy, approved on July 4, 1976:
  When in the Course of human events, it becomes necessary for one people to dissolve the political bands which have connected them with another, and to assume among the powers of the earth, the separate and equal station to which the Laws of Nature and of Nature's God entitle them, a decent respect to the opinions of mankind requires that they should declare the causes which impel them to the separation.
  We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.
 That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed, --That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness.

That declaration of independence had a revolutionary character, not only concerning the separation from the authority of the English monarchy, but a different social order. In the same way, the social doctrine had from the beginning, from its first document of 1891, a revolutionary character, because it proposed a radical reform of society. Until the reign of Karol Woytjla, it was always closely linked to Italian history. It was born in a time when the Papacy was in a political polemic with the new Kingdom of Italy, founded in 1861, after a series of wars begun in 1848 had brought much of Italy under the dominion of the Savoy monarchy, with capital of Turin, arriving in 1870 to bring down the Papal States, the small territorial kingdom of the Papacy in central Italy, transferring the capital of the new state to Rome. This contrast seemed to diminish during the fascist Mussolini regime and under the reign of Pope Achille Ratti - Pius 11 ° (1922-1939), but resumed on three themes: the fascist claim to monopolize the education of young people, anti-Jewish racism based on idea of ​​an ethnic inferiority of the Jews, who came to strike the figure of the Founder and his first followers, and the Mussolini project to participate in the European wars unleashed by Germany under Nazi rule. Between 1941 and 1945 the Italian Democratic Catholics who had been educated in the Catholic Action organizations animated a political and social revolution, contributing decisively to organizing a new democratic republican state whose constitution came into force in 1948. It still contains the basic principles of social and political organization taught by social doctrine, along with principles derived from democratic liberalism and socialism.
  The social doctrine has learned a lot from the experience of the nineteenth and twentieth centuries and has changed according to what it had learned. He now has a more forward-looking view of many of the politicians who rule the world. And above all, he has learned this: from the social disorder caused by injustice, that is to say when people are deprived of the indispensable assets to survive and then they get agitated by following who seems to be able to produce an alternative, the solution of social ills does not arise. , but derive only more acute suffering, until a new equilibrium is reached that finally gives everyone what he has the right to have as a human being. This is precisely the social situation we are living in today's Europe. The social agitation that tormented it and the threat does not derive from the migrations of non-Europeans, in particular from neighboring Africa and Asia, but from the fact that the social order built since the nineties of the last century by globalized capitalism has impoverished large masses of the population, favoring increasingly shrinking minorities, and now the social security of many people is in jeopardy, which is when a person provides nothing good in the future for himself and his children. This happened because the systems introduced into the states were progressively reduced to correct the imbalances inevitably determined by the functioning of the capitalist economies. This was done in the illusion that doing so would increase everyone's well-being and that the interference of public powers in the economy would reduce their efficiency and ability to produce well-being. The experience of these years has shown the opposite. At this point, in Europe and elsewhere, classic proposals of the fascist regimes of the past have resurfaced, according to which, in a context of scarce resources, the stronger prevails and being stronger becomes a question of life or death. To be stronger, we must gather together as a bundle (from which the word fascism came from in Italy) and act together under one single command, silencing the dissenters, who with their dissent reduce the power of the collectivity. So now, in Europe and elsewhere, several politicians are successful, proposing to make their state great again, with aggressive policies inside and outside. This attitude led to two destructive world wars in the last century. And in fact one of the dynamics that we observe today is that of intense rearmament. The states appear impatient of the limits that had agreed with the others and the agreements and institutional institutions are in crisis. They are the institutions from which the social doctrine expects the construction of a peaceful social order:
From the Encyclical Peace on Earth - Pacem in terris quoted:
«136. Now, if one considers carefully the inner significance of the common good on the one hand, and the nature and function of public authority on the other, one cannot fail to see that there is an intrinsic connection between them. Public authority, as the means of promoting the common good in civil society, is a postulate of the moral order. But the moral order likewise requires that this authority be effective in attaining its end. Hence the civil institutions in which such authority resides, becomes operative and promotes its ends, are endowed with a certain kind of structure and efficacy: a structure and efficacy which make such institutions capable of realizing the common good by ways and means adequate to the changing historical conditions.
137. Today the universal common good presents us with problems which are world-wide in their dimensions; problems, therefore, which cannot be solved except by a public authority with power, organization and means co-extensive with these problems, and with a world-wide sphere of activity. Consequently the moral order itself demands the establishment of some such general form of public authority.»
Mario Ardigò - Catholic Action in San Clemente pope - Rome, Monte Sacro, Valli