Bene pubblico e bene
comune -11 -
Negli passati anni
’60 la dottrina sociale ha raggiunto una convinzione: le sofferenze sociali
dipendono da squilibri nell’ordinamento sociale che possono essere corretti.
Questo è il punto di partenza di ogni tipo di socialismo moderno, che si basa
sull’osservazione realistica delle dinamiche sociali e non solo su moventi di
tipo etico. Leggiamo, ad esempio, nell’enciclica La pace in terra - Pacem in terris diffusa nel 1961 sotto l’autorità del papa
Giuseppe Angelo Roncalli - Giovanni 23°:
«L’ordine negli esseri
umani
3. Con l’ordine mirabile
dell’universo continua a fare stridente contrasto il disordine che regna tra
gli esseri umani e tra i popoli; quasicché i loro rapporti non possono essere
regolati che per mezzo della forza.
Sennonché il Creatore ha
scolpito l’ordine anche nell’essere degli uomini: ordine che la coscienza
rivela e ingiunge perentoriamente di seguire: "Essi mostrano scritta nei
loro cuori l’opera della legge, testimone la loro coscienza" (Rm 2,15).
Del resto come potrebbe essere diversamente? Ogni opera di Dio è pure un
riflesso della sua infinita sapienza: riflesso tanto più luminoso quanto più
l’opera è posta in alto nella scala delle perfezioni (Cf. Sal 18,8-11).
4. Una deviazione, nella
quale si incorre spesso, sta nel fatto che si ritiene di poter regolare i
rapporti di convivenza tra gli esseri umani e le rispettive comunità politiche
con le stesse leggi che sono proprie delle forze e degli elementi irrazionali
di cui risulta l’universo; quando invece le leggi con cui vanno regolati gli
accennati rapporti sono di natura diversa, e vanno cercate là dove Dio le ha
scritte, cioè nella natura umana.
Sono quelle, infatti, le
leggi che indicano chiaramente come gli uomini devono regolare i loro
vicendevoli rapporti nella convivenza; e come vanno regolati i rapporti fra i
cittadini e le pubbliche autorità all’interno delle singole comunità politiche;
come pure i rapporti fra le stesse comunità politiche; e quelli fra le singole
persone e le comunità politiche da una parte, e dall’altra la comunità
mondiale, la cui creazione oggi è urgentemente reclamata dalle esigenze del
bene comune universale.
L’ORDINE TRA GLI ESSERI UMANI
Ogni essere umano è
persona, soggetto di diritti e di doveri
5. In una convivenza
ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano
è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi
è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente
dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali,
inviolabili, inalienabili.»
Questa visione è molto differente da quella contenuta nel primo documento
della dottrina sociale moderna, l’enciclica Le
novità - Rerum novarum diffusa nel
1891 sotto l’autorità del papa Vincenzo Gioacchino Pecci - Leone 13:
1 - Necessità delle
ineguaglianze sociali e del lavoro faticoso
14. Si stabilisca dunque
in primo luogo questo principio, che si deve sopportare la condizione propria
dell'umanità: togliere dal mondo le disparità sociali, è cosa impossibile. Lo
tentano, è vero, i socialisti, ma ogni tentativo contro la natura delle cose
riesce inutile. Poiché la più grande varietà esiste per natura tra gli uomini:
non tutti posseggono lo stesso ingegno, la stessa solerzia, non la sanità, non
le forze in pari grado: e da queste inevitabili differenze nasce di necessità
la differenza delle condizioni sociali. E ciò torna a vantaggio sia dei privati
che del civile consorzio, perché la vita sociale abbisogna di attitudini varie
e di uffici diversi, e l'impulso principale, che muove gli uomini ad esercitare
tali uffici, è la disparità dello stato. Quanto al lavoro, l'uomo nello stato
medesimo d'innocenza non sarebbe rimasto inoperoso: se non che, quello che
allora avrebbe liberamente fatto la volontà a ricreazione dell'animo, lo impose
poi, ad espiazione del peccato, non senza fatica e molestia, la necessità,
secondo quell'oracolo divino: Sia maledetta la terra nel tuo lavoro;
mangerai di essa in fatica tutti i giorni della tua vita (Gen 3,17).
Similmente il dolore non mancherà mai sulla terra; perché aspre, dure,
difficili a sopportarsi sono le ree conseguenze del peccato, le quali, si
voglia o no, accompagnano l'uomo fino alla tomba. Patire e sopportare è dunque
il retaggio dell'uomo; e qualunque cosa si faccia e si tenti, non v'è forza né
arte che possa togliere del tutto le sofferenze del mondo. Coloro che dicono di
poterlo fare e promettono alle misere genti una vita scevra di dolore e di
pene, tutta pace e diletto, illudono il popolo e lo trascinano per una via che
conduce a dolori più grandi di quelli attuali. La cosa migliore è guardare le
cose umane quali sono e nel medesimo tempo cercare altrove, come dicemmo, il
rimedio ai mali.
17. It must be first of all recognized that the
condition of things inherent in human affairs must be borne with, for it is
impossible to reduce civil society to one dead level. Socialists may in that
intent do their utmost, but all striving against nature is in vain. There
naturally exist among mankind manifold differences of the most important kind;
people differ in capacity, skill, health, strength; and unequal fortune is a
necessary result of unequal condition. Such unequality is far from being
disadvantageous either to individuals or to the community. Social and public
life can only be maintained by means of various kinds of capacity for business
and the playing of many parts; and each man, as a rule, chooses the part which
suits his own peculiar domestic condition. As regards bodily labor, even had
man never fallen from the state of innocence, he would not have remained wholly
idle; but that which would then have been his free choice and his delight
became afterwards compulsory, and the painful expiation for his disobedience.
"Cursed be the earth in thy work; in thy labor thou shalt eat of it all
the days of thy life."
18. In like manner, the other pains and hardships of
life will have no end or cessation on earth; for the consequences of sin are
bitter and hard to bear, and they must accompany man so long as life lasts. To
suffer and to endure, therefore, is the lot of humanity; let them strive as
they may, no strength and no artifice will ever succeed in banishing from human
life the ills and troubles which beset it. If any there are who pretend
differently - who hold out to a hard-pressed people the boon of freedom from
pain and trouble, an undisturbed repose, and constant enjoyment - they delude
the people and impose upon them, and their lying promises will only one day
bring forth evils worse than the present. Nothing is more useful than to look
upon the world as it really is, and at the same time to seek elsewhere, as We
have said, for the solace to its troubles.
L’ordine di idee dalla Pace in terra - Pacem in terris lo troviamo anche nella Dichiarazione di
indipendenza degli Stati Uniti D’America, il primo documento fondativo di una
democrazia moderna, deliberato il 4 luglio 1976:
When in the Course of human events, it becomes necessary for one people
to dissolve the political bands which have connected them with another, and to
assume among the powers of the earth, the separate and equal station to which
the Laws of Nature and of Nature's God entitle them, a decent respect to the
opinions of mankind requires that they should declare the causes which impel
them to the separation.
Quando, nel
corso degli umani eventi, diviene necessario per un popolo sciogliere i legami
politici con un altro popolo e di assumere davanti ai poteri della terra la
posizione distinta e paritaria che gli spetta per Legge di Natura voluta da
Dio, è necessario dichiarare chiaramente all’umanità le cause che lo spingono
alla separazione
We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal,
that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that
among these are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.
Crediamo in
queste verità che sono evidenti di per sè stesse, che tutti gli uomini sono
creati uguali, che sono dotati dal loro Creatore con certi inalienabili
diritti, e tra questi il diritto alla Vita, alla Libertà e alla ricerca della
Felicità
That to secure these rights, Governments are instituted among Men,
deriving their just powers from the consent of the governed, --That whenever
any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of
the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying
its foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to
them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness.
Per assicurare questi
diritti sono costituiti i Governi tra gli uomini. Essi derivano i loro
legittimi poteri dal consenso dei governati. Quando accada che un Governo
minacci questo scopo, è diritto de popolo di modificarlo o di abolirlo e di
costituire un nuovo Governo fondato su principi e con una organizzazione tali
da garantire nel miglior modo il Benessere e la Felicità.
Quella dichiarazione di indipendenza ebbe
carattere rivoluzionario, non riguardava solo la separazione dall’autorità
della monarchia inglese, ma un diverso ordine sociale. Allo stesso modo la
dottrina sociale ebbe fin dall’inizio, dal suo primo documento del 1891,
carattere rivoluzionario, perché proponeva una radicale riforma della società.
Essa, fino al regno di Karol Woytjla, fu sempre molto legata alla storia
italiana. Nacque in un tempo in cui il Papato era in dura polemica politica con
il nuovo Regno d’Italia, fondato nel 1861, dopo che una serie di guerre
iniziate nel 1848 aveva portato gran parte dell’Italia sotto il dominio della
monarchia dei Savoia, con capitale Torino, arrivando, nel 1870, ad abbattere lo
Stato della Chiesa, il piccolo regno territoriale del Papato nell’Italia centrale,
trasferendo a Roma la capitale del nuovo stato. Questo contrasto apparve
attenuarsi durante il regime fascista mussoliniano e sotto il regno del papa
Achille Ratti - Pio 11° (1922-1939), ma riprese su tre temi: la pretesa
fascista di monopolizzare l’educazione dei giovani, il razzismo antiebraico
basato sull’idea di un’inferiorità etnica degli ebrei, che veniva a colpire la
stessa figura del Fondatore e dei suoi primi seguaci, e il progetto
mussoliniano di partecipare alle guerre europee scatenate dalla Germania sotto
il dominio nazista. Tra il 1941 e il 1945 i cattolici democratici italiani che
si erano istruiti nelle organizzazioni dell’Azione Cattolica animarono una
rivoluzione politica e sociale contribuendo in maniera determinante a
organizzare un nuovo stato repubblicano democratico la cui costituzione entrò
in vigore nel 1948. Essa contiene tuttora i principi fondamentali di
organizzazione sociale e politica insegnati dalla dottrina sociale, insieme a
principi derivati dal liberalismo democratico e dal socialismo.
La dottrina sociale ha molto imparato
dall’esperienza fatta nell’Ottocento e nel Novecento e si è modificata secondo
ciò che aveva imparato. Ha ora una visione più lungimirante di molti dei
politici che governano il mondo. E, soprattutto, ha imparato questo: dal
disordine sociale causato dall’ingiustizia, vale a dire quando la gente è
privata dei beni indispensabili per sopravvivere e allora prende ad agitarsi
seguendo chi sembra poter produrre un’alternativa, non nasce la soluzione dei
mali sociali, ma derivano solo sofferenze ancora più acute, fino a quando viene
raggiunto un nuovo equilibrio che dia finalmente a ciascuno ciò che ha diritto
di avere in quanto essere umano. Questa appunto è la situazione sociale che
stiamo vivendo nell’Europa di oggi. L’agitazione sociale che la travaglia e la
minaccia non deriva dalle migrazioni dei non Europei, in paticolare dalle
vicine Africa e Asia, ma dal fatto che l’ordine sociale costruito a partire
dagli anni Novanta del secolo scorso dal capitalismo globalizzato ha impoverito
larghe masse della popolazione, favorendo minoranze sempre più ristrette, e ora
è in pericolo la sicurezza sociale di molta gente, che è quando una persona non
prevede nulla di buono nel futuro per sé e per i propri figli. Questo è
accaduto perché si sono progressivamente ridotte i sistemi introdotti negli
stati per correggere gli squilibri fatalmente determinati dal funzionamento
delle economie capitaliste. Ciò è stato fatto nell’illusione che così facendo
sarebbe aumentato il benessere di tutti e che l’ingerenza dei poteri pubblici
nell’economia ne riducesse l’efficienza e la capacità di produrre benessere.
L’esperienza di questi anni ha dimostrato il contrario. A questo punto, in
Europa e altrove, hanno ripreso vigore proposte classiche dei regimi fascisti
di un tempo, secondo le quali, in un contesto di risorse scarse, prevale il più
forte ed essere più forti diventa questione di vita o di morte. Per essere più
forti bisogna riunirsi come in un fascio (da cui in Italia venne la parola fascismo) e agire tutti insieme sotto un
unico comando, mettendo a tacere i dissenzienti, che con il loro dissenso
riducono la forza della collettività. Dunque, ora, in Europa e altrove, diversi
politici hanno successo proponendo di fare grande di nuovo il loro stato, con politiche aggressive
all’interno e all’esterno. Questo atteggiamento portò nel secolo scorso a due
distruttive guerre mondiali. E infatti una delle dinamiche che ai tempi nostri
si osservano è quella dell’intenso riarmo. Gli stati appaiono insofferenti dei
limiti che avevano convenuto con gli altri e gli accordi e le istituzioni
istituzionali sono in crisi. Sono le istituzioni dalle quali la dottrina
sociale si attende la costruzione di un ordine sociale pacifico:
Dall’enciclica
Pace in terra - Pacem in terris citata:
«Rapporto fra contenuti storici del bene comune e struttura e
funzionamento dei poteri pubblici
71. Esiste un rapporto intrinseco fra i contenuti storici del bene
comune da una parte e la configurazione e il funzionamento dei poteri pubblici
dall’altra. L’ordine morale, cioè, come esige l’autorità pubblica nella
convivenza per l’attuazione del bene comune, di conseguenza esige pure che
l’autorità a tale scopo sia efficiente. Ciò postula che gli organi nei quali
l’autorità prende corpo, diviene operante e persegue il suo fine siano
strutturali e agiscano in maniera da essere idonei a tradurre nella realtà i
contenuti nuovi che il bene comune viene assumendo nell’evolversi storico della
convivenza.
Il bene comune universale pone ora problemi a dimensioni mondiali
che non possono essere adeguatamente affrontati e risolti che ad opera di
poteri pubblici aventi ampiezza, strutture e mezzi delle stesse proporzioni; di
poteri pubblici cioè, che siano in grado di operare in modo efficiente su piano
mondiale. Lo stesso ordine morale quindi domanda che tali poteri vengano
istituiti.»
Mario Ardigò -
Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli
Translation in English
language made with the help of Google Translator
Public good and common
good - 11 -
n the past 60s the social doctrine
reached a conviction: social sufferings depend on imbalances in the social
order that can be corrected. This is the starting point of every type of modern
socialism, which is based on the realistic observation of social dynamics and
not only on ethical motives. We read, for example, in the encyclical La pace in
terra - Pacem in terris published in 1961 under the authority of Pope Giuseppe
Angelo Roncalli - Giovanni 23°:
Order
in Human Beings
« 4. And yet there is a disunity among individuals and among
nations which is in striking contrast to this perfect order in the universe.
One would think that the relationships that bind men together could only be
governed by force.
5. But the world's
Creator has stamped man's inmost being with an order revealed to man by his
conscience; and his conscience insists on his preserving it. Men "show the
work of the law written in their hearts. Their conscience bears witness to
them." And how could it be
otherwise? All created being reflects the infinite wisdom of God. It reflects
it all the more clearly, the higher it stands in the scale of perfection.
6. But the mischief is
often caused by erroneous opinions. Many people think that the laws which
govern man's relations with the State are the same as those which regulate the
blind, elemental forces of the universe. But it is not so; the laws which
govern men are quite different. The Father of the universe has inscribed them
in man's nature, and that is where we must look for them; there and nowhere
else.
7. These laws clearly
indicate how a man must behave toward his fellows in society, and how the
mutual relationships between the members of a State and its officials are to be
conducted. They show too what principles must govern the relations between
States; and finally, what should be the relations between individuals or States
on the one hand, and the world-wide community of nations on the other. Men's
common interests make it imperative that at long last a world-wide community of
nations be established.
I. ORDER BETWEEN MEN
8. We must devote our
attention first of all to that order which should prevail among men.
9. Any well-regulated
and productive association of men in society demands the acceptance of one
fundamental principle: that each individual man is truly a person. His is a
nature, that is, endowed with intelligence and free will. As such he has rights
and duties, which together flow as a direct consequence from his nature. These
rights and duties are universal and inviolable, and therefore altogether
inalienable.»
This vision is very different from
that contained in the first document of modern social doctrine, the encyclical
The Novelties - Rerum Novarum released in 1891 under the authority of Pope
Vincenzo Gioacchino Pecci - Leone 13°:
«17. It must be first of
all recognized that the condition of things inherent in human affairs must be
borne with, for it is impossible to reduce civil society to one dead level. Socialists
may in that intent do their utmost, but all striving against nature is in vain.
There naturally exist among mankind manifold differences of the most important
kind; people differ in capacity, skill, health, strength; and unequal fortune
is a necessary result of unequal condition. Such unequality is far from being
disadvantageous either to individuals or to the community. Social and public
life can only be maintained by means of various kinds of capacity for business
and the playing of many parts; and each man, as a rule, chooses the part which
suits his own peculiar domestic condition. As regards bodily labor, even had
man never fallen from the state of innocence, he would not have remained wholly
idle; but that which would then have been his free choice and his delight
became afterwards compulsory, and the painful expiation for his disobedience.
"Cursed be the earth in thy work; in thy labor thou shalt eat of it all
the days of thy life."
18. In like manner, the other pains and hardships of life will
have no end or cessation on earth; for the consequences of sin are bitter and
hard to bear, and they must accompany man so long as life lasts. To suffer and
to endure, therefore, is the lot of humanity; let them strive as they may, no
strength and no artifice will ever succeed in banishing from human life the
ills and troubles which beset it. If any there are who pretend differently -
who hold out to a hard-pressed people the boon of freedom from pain and
trouble, an undisturbed repose, and constant enjoyment - they delude the people
and impose upon them, and their lying promises will only one day bring forth
evils worse than the present. Nothing is more useful than to look upon the
world as it really is, and at the same time to seek elsewhere, as We have said,
for the solace to its troubles.»
The order of ideas from Peace on
Earth - Pacem in Terris we find also in the
Declaration of Independence of the United States of America, the first founding
document of a modern democracy, approved on July 4, 1976:
When in the Course of human events, it becomes
necessary for one people to dissolve the political bands which have connected
them with another, and to assume among the powers of the earth, the separate
and equal station to which the Laws of Nature and of Nature's God entitle them,
a decent respect to the opinions of mankind requires that they should declare
the causes which impel them to the separation.
We
hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they
are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these
are Life, Liberty and the pursuit of Happiness.
That to
secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just
powers from the consent of the governed, --That whenever any Form of Government
becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to
abolish it, and to institute new Government, laying its foundation on such
principles and organizing its powers in such form, as to them shall seem most
likely to effect their Safety and Happiness.
That declaration of independence had a revolutionary character,
not only concerning the separation from the authority of the English monarchy,
but a different social order. In the same way, the social doctrine had from the
beginning, from its first document of 1891, a revolutionary character, because
it proposed a radical reform of society. Until the reign of Karol Woytjla, it
was always closely linked to Italian history. It was born in a time when the
Papacy was in a political polemic with the new Kingdom of Italy, founded in
1861, after a series of wars begun in 1848 had brought much of Italy under the
dominion of the Savoy monarchy, with capital of Turin, arriving in 1870 to
bring down the Papal States, the small territorial kingdom of the Papacy in
central Italy, transferring the capital of the new state to Rome. This contrast
seemed to diminish during the fascist Mussolini regime and under the reign of
Pope Achille Ratti - Pius 11 ° (1922-1939), but resumed on three themes: the
fascist claim to monopolize the education of young people, anti-Jewish racism
based on idea of an ethnic inferiority of the Jews, who came to strike the
figure of the Founder and his first followers, and the Mussolini project to
participate in the European wars unleashed by Germany under Nazi rule. Between
1941 and 1945 the Italian Democratic Catholics who had been educated in the
Catholic Action organizations animated a political and social revolution,
contributing decisively to organizing a new democratic republican state whose
constitution came into force in 1948. It still contains the basic principles of
social and political organization taught by social doctrine, along with
principles derived from democratic liberalism and socialism.
The social doctrine has learned a lot from the
experience of the nineteenth and twentieth centuries and has changed according
to what it had learned. He now has a more forward-looking view of many of the
politicians who rule the world. And above all, he has learned this: from the
social disorder caused by injustice, that is to say when people are deprived of
the indispensable assets to survive and then they get agitated by following who
seems to be able to produce an alternative, the solution of social ills does
not arise. , but derive only more acute suffering, until a new equilibrium is
reached that finally gives everyone what he has the right to have as a human
being. This is precisely the social situation we are living in today's Europe.
The social agitation that tormented it and the threat does not derive from the
migrations of non-Europeans, in particular from neighboring Africa and Asia,
but from the fact that the social order built since the nineties of the last
century by globalized capitalism has impoverished large masses of the
population, favoring increasingly shrinking minorities, and now the social
security of many people is in jeopardy, which is when a person provides nothing
good in the future for himself and his children. This happened because the
systems introduced into the states were progressively reduced to correct the
imbalances inevitably determined by the functioning of the capitalist economies.
This was done in the illusion that doing so would increase everyone's
well-being and that the interference of public powers in the economy would
reduce their efficiency and ability to produce well-being. The experience of
these years has shown the opposite. At this point, in Europe and elsewhere,
classic proposals of the fascist regimes of the past have resurfaced, according
to which, in a context of scarce resources, the stronger prevails and being
stronger becomes a question of life or death. To be stronger, we must gather
together as a bundle (from which the word fascism came from in Italy) and act
together under one single command, silencing the dissenters, who with their
dissent reduce the power of the collectivity. So now, in Europe and elsewhere,
several politicians are successful, proposing to make their state great again,
with aggressive policies inside and outside. This attitude led to two
destructive world wars in the last century. And in fact one of the dynamics
that we observe today is that of intense rearmament. The states appear
impatient of the limits that had agreed with the others and the agreements and
institutional institutions are in crisis. They are the institutions from which
the social doctrine expects the construction of a peaceful social order:
From the Encyclical Peace on Earth
- Pacem in terris quoted:
«136. Now, if one considers carefully the
inner significance of the common good on the one hand, and the nature and
function of public authority on the other, one cannot fail to see that there is
an intrinsic connection between them. Public authority, as the means of
promoting the common good in civil society, is a postulate of the moral order.
But the moral order likewise requires that this authority be effective in
attaining its end. Hence the civil institutions in which such authority
resides, becomes operative and promotes its ends, are endowed with a certain
kind of structure and efficacy: a structure and efficacy which make such
institutions capable of realizing the common good by ways and means adequate to
the changing historical conditions.
137. Today the universal common good
presents us with problems which are world-wide in their dimensions; problems,
therefore, which cannot be solved except by a public authority with power,
organization and means co-extensive with these problems, and with a world-wide
sphere of activity. Consequently the moral order itself demands the
establishment of some such general form of public authority.»
Mario
Ardigò - Catholic Action in San Clemente pope - Rome, Monte Sacro, Valli