Soprannaturale
A volte la fede viene presentata come un credere l’incredibile. Quindi sarebbe una virtù religiosa rinunciare a distinguere tra mito e realtà.
Il mito è un elemento culturale: è una fantasiosa narrazione per rendere il senso di ciò che si vive. Ce la si tramanda di generazione in generazione e nel succedersi delle generazioni viene modificata e arricchita a seconda del bisogno sociale. La realtà sono gli eventi del mondo nel loro accadere naturale, con noi dentro. La mitologia interpreta la realtà secondo l’esperienza che se ne fa. Anche le scienze se ne occupano, ma in base a metodi basati su osservazioni sistematiche: in base alle loro conclusioni, che sono sempre allo stato delle conoscenze attuali e dunque rivedibili, le tecnologie escogitano applicazioni a nostro vantaggio. Nel mito oggetti e persone volano, ma chi ha visto mai cose del genere? Gli aeroplani volano, ma alle condizioni definite dalle scienze e dalle relative tecnologie. È importante mantenere la capacità di distinguere.
I miti mi sono sempre piaciuti molto. Quelli specificamente cristiani dicono molto di ciò che conta nella nostra fede. Le religioni contengono molta mitologia, e anche la nostra, così come altri modelli di regolazione sociale, ad esempio il diritto. Però non ho mai vissuto la mia fede come rinuncia a distinguere mito e realtà. Non ho mai visto un angelo o altre entità soprannaturali. Sono portato a credere che chi narra di averne fatta esperienza abbia avuto le traveggole. Tuttavia si può trattare di persone di grande valore e di grande fede, di questo ho avuto esperienza diretta. La nostra mente ci può fare di questi scherzi: funziona così. Poi a volte ci si costruiscono sopra le leggende. Così non nego credito alle persone solo perché appaiono come irretite in immaginifiche mitologie. Queste ultime le combatto solo quando fanno soffrire o spaventano inutilmente.
Non sono un teologo, così non mi devo sobbarcare il difficile compito di far quadrare i conti con le nostre tradizioni mitologiche. Perché nel passato ci si sentiva più liberi nel fantasticare.
Quando si dibatte sul soprannaturale, sempre descritto in termini mitologici, non si sbatte più contro una realtà che resiste e riporta nel nostro mondo. Quindi, in definitiva rimangono come criteri di valutazione l’antichità ed estensione di una tradizione e la decisione dell’autorità. Ma gli antichi non sono sempre affidabili per spiegare come va il mondo e le autorità cambiano e con esse la relativa mitologia.
È importante che quando, ad esempio, si deve avviare il motore della nostra automobile non ci si accanisca a farlo pronunciando semplicemente formule liturgiche. Questo significa rimanere ancorati alla realtà.
Così è quando si deve organizzare la società. Bisogna averne una immagine il più realistica possibile, anche se margini di errore rimangono sempre. Solo nel mito se ne va esenti. Non di rado, purtroppo, in religione si pensa di poterne prescindere, e allora poi l’operazione non riesce.
Chi è riuscito realmente a fondare una nuova esperienza sociale che ha preso piede sa bene la fatica che costa. In particolare serve la pazienza e il metodo simili a quello dell’antropologo, che si cala in una società e cerca di capirla osservando dall’interno i comportamenti degli individui che ne fanno parte.
Nella predicazione spesso ci vengono riversati addosso precetti di essere in un certo modo e di fare questo e quest’altro, ma senza riferimento all’ambiente sociale a cui ci si rivolge. Lo si fa, come dire?, per dovere d’ufficio,ma mi pare che serva a poco.
Poi, per ottenere acquiescenza, non di rado si evocano potenze soprannaturali malvagie e vendicative. Erano discorsi che mi facevano in prima elementare alla scuola dei Fratelli Maristi e che mi facevano (inutilmente) paura. Io non li ho mai fatti alle mie figlie. Sono convinto di affidarmi a un Dio buono e questo mi basta e avanza. Se rimango con lui non devo temere più nulla.
Se poi volete affidarvi del tutto alle fantasie mitologiche, fate pure. Ma cercate di essere buoni, della bontà agàpica che è al centro degli insegnamenti evangelici. A volte mi sembra che si pensi che sia troppo poco, ma è il reale nostro soprannaturale perché nella natura non c’è.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli