Gli eventi di questi giorni hanno fatto
discutere di una triste epoca per la nostra Italia, quella degli ultimi decenni
dell’Ottocento in cui fu acutissimo il contrasto politico ed ideologico tra il
Papato romano, che nel 1870 era stato privato dal Regno d’Italia, con una breve
guerra, del suo piccolo regno nel centro Italia e che lo rivendicava, e il nuovo
stato unitario nazionale italiano, retto secondo uno Statuto democratico di tipo
liberale.
Ecco come, con l’aiuto dell’algoritmo di
intelligenza non umana ChatGPT, si può sintetizzare la situazione dell’epoca.
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Tra il 1880
e il 1910, l’Italia attraversò una fase cruciale della sua storia unitaria,
segnata da trasformazioni politiche,
sociali, economiche e da forti
tensioni interne ed esterne.
Ecco una sintesi
dei principali sviluppi:
🏛 POLITICA E ISTITUZIONI
·
Destra e Sinistra storica si
alternano
fino agli anni ’80, ma nel 1887
emerge la figura dominante di Francesco
Crispi, che accentua l’autoritarismo e promuove una politica estera
aggressiva.
·
Dopo la caduta
di Crispi (1896) a seguito del disastro coloniale di Adua, la
politica italiana entra in una fase più instabile, ma con tendenze riformiste:
emerge Giovanni Giolitti, che sarà
il protagonista del periodo successivo.
·
Giolitti
governa (a fasi alterne) dal 1903 al
1914, cercando di conciliare sviluppo industriale, riforme sociali e ordine
pubblico: è il periodo del cosiddetto “giolittismo”.
⚙️ ECONOMIA E SOCIETÀ
·
Industrializzazione al Nord,
soprattutto in Piemonte, Lombardia e Liguria (settori: siderurgia, meccanica,
tessile).
·
Sud agricolo e arretrato,
con gravi problemi sociali e una forte emigrazione verso le Americhe e l’Europa
(milioni di persone).
·
Nascono le prime organizzazioni operaie e contadine, tra cui le leghe di resistenza, i sindacati
e le cooperative.
📚 CULTURA E ISTRUZIONE
·
Cresce lentamente l’alfabetizzazione grazie a leggi scolastiche (come la legge
Coppino del 1877), ma il divario Nord-Sud resta ampio.
·
Si sviluppano i primi movimenti politici
moderni: socialismo, anarchismo, e
le prime forme di cattolicesimo sociale,
anche se i cattolici sono ancora in parte estranei alla vita politica
(nonostante la fine del non expedit per le elezioni locali).
🌍 POLITICA ESTERA E COLONIALISMO
·
L’Italia si allea con Germania e Austria-Ungheria nella Triplice Alleanza (1882).
·
Inizia la politica
coloniale: Eritrea, Somalia, ma anche il fallimento della campagna
d’Etiopia (sconfitta di Adua, 1896).
·
Dopo il 1900, l’Italia si riorienta verso
un’alleanza con la Francia (Accordi segreti di Racconigi, 1909).
🔥 TENSIONI SOCIALI E CONFLITTI
·
Forti conflitti
sociali e repressioni: moti contadini nel Sud, scioperi operai nel Nord.
·
L'episodio più drammatico: massacro di Milano (1898) durante proteste contro il caro pane, con
l’esercito che spara sui civili (Bava Beccaris).
·
Attentato anarchico contro il
re Umberto I (1900), ucciso a Monza.
In sintesi
Tra il 1880 e il 1910, l’Italia vive una modernizzazione diseguale, con:
·
industrializzazione al Nord,
·
marginalità del Sud,
·
crescita delle masse urbane e rurali,
·
nascita dei partiti di massa,
·
tentativi dello Stato di controllare il
cambiamento,
·
prime ambizioni coloniali.
Il paese entra nel XX secolo con grandi promesse ma anche profonde fratture
sociali e territoriali.
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Dopo l’istituzione, nel 1861, dello stato
unitario nazionale come Regno d’Italia sotto la dinastia Savoia, il Papato
romano vietò ai cattolici, sotto minaccia di sanzioni religiosi, di partecipare
alle elezioni politiche nazionali e li spinse a premere perché al Papato fosse conservato
il suo regno nel Centro Italia, lo Stato Pontificio. Quando quest’ultimo fu invaso
militarmente, nel 1870, mentre era in corso il Concilio Vaticano 1°, nel corso
del quale il papa Pio 9° aveva deliberato il dogma dell’infallibilità pontificia nelle pronunce solenni in materia
di dottrina e morale, quel Papa mantenne e intensificò il divieto, nell’intento
di riottenere la sovranità territoriale della quale era stato spogliato, che
riteneva indispensabile per la sua missione. Questa posizione politica venne
definita intransigentismo e fu una sciagura per lo sviluppo dei processi
democratici in Italia, emarginando i cattolici.
Essa venne proseguita con particolare determinazione dal successore del
papa Pio 9° (che aveva scomunicato il primo Re d’Italia, Vittorio Emanuele 2° di
Savoia e il Presidente del Consiglio dei ministri che aveva guidato la realizzazione dello
stato nazionale italiano, Camillo Benso conte di Cavour), Leone 13°, Vincenzo
Gioacchino Pecci, eletto al trono nel 1878.
L’intransigentismo comprendeva anche una polemica
durissima contro il liberalismo, in particolare sul principio politico della libertà
di coscienza, e quindi anche contro la democrazia.
Di solito Leone 13° viene ricordato come l’iniziatore
della moderna dottrina sociale, vale a dire delle pronunce papali in
materia di teologia morale che presero in considerazione le sofferenze dei
lavoratori alle dipendenze dei capitalisti e invocarono sia l’intervento
pubblico per porvi rimedio sia l’impegno dei fedeli per lenirle.
L’impegno sociale dei cattolici italiani, come
di quelli di gran parte dell’Europa di allora, iniziò ben prima il primo dei
documenti della dottrina sociale, vale a dire l’enciclica Delle novità –
Rerum novarum, del 1891, e si era andato organizzando a livello nazionale,
dal basso, in base a dinamiche associative tra laici italiani, senza interventi delle autorità ecclesiastiche.
nell’Opera dei Congressi.
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L'Opera
dei Congressi e dei Comitati Cattolici fu una significativa organizzazione
del laicato cattolico italiano, attiva dal 1874
al 1904, che mirava a coordinare le attività dei cattolici italiani in
ambito sociale, culturale ed ecclesiale, nel rispetto del divieto pontificio di
partecipazione politica (non expedit) .(Wikipedia)
🕰️ Storia
·
Fondazione (1874):
Nacque a Venezia durante il primo Congresso cattolico italiano, promosso dalla
Società della Gioventù Cattolica Italiana. Al secondo congresso, tenutosi a
Firenze nel 1875, fu ufficialmente costituita l'Opera dei Congressi Cattolici
in Italia, con Giovanni Acquaderni
come primo presidente .
·
Sviluppo:
L'Opera si espanse rapidamente, specialmente in Lombardia e Veneto, promuovendo
iniziative sociali come casse rurali, società di mutuo soccorso e cooperative .
·
Scioglimento (1904): A
causa di tensioni interne tra le correnti più conservatrici e quelle favorevoli
a un maggiore impegno politico, Papa Pio
X decise di sciogliere l'Opera, mantenendo attiva solo la sezione dedicata
all'economia sociale
🎯 Finalità
·
Difesa della Chiesa:
Tutela dei diritti della Chiesa e promozione delle opere caritative cristiane,
in un contesto post-unitario spesso ostile al clero
·
Coordinamento laicale:
Unificazione delle diverse associazioni cattoliche laicali per un'azione
comune, rispettando il non expedit che vietava la partecipazione
politica nazionale, ma permetteva l'impegno a livello locale
🧩 Caratteristiche
·
Struttura gerarchica:
Organizzazione centralizzata con sede a Venezia, articolata in comitati
regionali, diocesani e parrocchiali
·
Congressi nazionali:
Incontri periodici per discutere questioni rilevanti per il movimento cattolico
·
Sezioni tematiche:
Dal 1887, l'Opera si suddivise in cinque sezioni: Organizzazione, Economia
sociale, Educazione, Stampa e Arte.
📚 Approfondimenti consigliati
Per ulteriori dettagli sulla storia e l'impatto
dell'Opera dei Congressi, potresti consultare:
·
Marco Invernizzi, L'Opera
dei Congressi (1874-1904)
·
Angelo Gambasin, Il
movimento sociale nell'Opera dei Congressi (1874-1904)
·
Gabriele De Rosa, Giuseppe
Sacchetti e l'Opera dei Congressi
Questi testi offrono un'analisi approfondita
delle dinamiche interne dell'Opera e del suo ruolo nel contesto del
cattolicesimo italiano post-unitario.
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Il papa Leone 13°, proseguendo la politica e il
magistero del suo predecessore, fu estremamente ostile ai movimenti di massa
che andavano organizzandosi nei ceti popolari per creare una resistenza contro
gli abusi dei ceti dominanti: si trattava del socialismo e delle correnti democratiche
per una politica basata sulla libertà di coscienza e sul principio maggioritario.
L’enciclica Delle Novità – Rerum Novarum fu
principalmente dedicata alla condanna del socialismo, in particolare di quello
marxista. Riconosceva che esso cercava di porre rimedio alle sofferenze dei
ceti più poveri, i proletari (così indicati nell’enciclica), ma riteneva
che la soluzione si dovesse trovare in una (irrealistica e velleitaria)
collaborazione tra sfruttatori e sfruttati secondo i principi dell’ordinamento
corporativo del Medioevo, secondo il quale tutti coloro che collaboravano alla
produzione si associavano per cooperare.
Con l’enciclica Graves de communi re –
Le gravi dispute sulla questione sociale del 1901 condannò l’idea, che
si era andata affermando nell’Opera dei Congressi, che si potesse collaborare
alla democrazia liberale del Regno d’Italia secondo un’ispirazione
cristiana. Questo documento aprì la
strada alla persecuzione di tutte le correnti di pensiero che, in ambito
religioso, continuarono su quella via e di quelle che si proponevano di liberare
le concezioni religiose da un apparato mitico divenuto ormai obsoleto e
antistorico, aprendo ad esempio la strada
all’applicazione negli studi biblici dei moderni metodi linguistici.
Tra
la prima e l’altra enciclica di cui sopra, si situarono altri due documenti
pontifici del papa Leone 13° diretti specificamente al cattolicesimo
statunitense, ormai fortemente radicato
in un contesto democratico avanzato (impossibile vietarlo ai cattolici) nei
quali si condannano la pretesa alla libertà di coscienza e quella di spiegare
le verità della fede in termini resi accessibili alla gente comune.
Sono,
sintetizzati con l’aiuto di ChatGPT:
Enciclica Longinqua Oceani [Valichiamo col cuore e col pensiero le sterminate distanze dell’oceano](6 gennaio 1895)
In questa enciclica, Papa Leone XIII esprime
ammirazione per la vitalità della Chiesa cattolica negli Stati Uniti,
riconoscendo il ruolo positivo della libertà religiosa garantita dalla
Costituzione americana. Tuttavia, mette in guardia contro l’“americanismo”, una
tendenza a modellare la Chiesa secondo i principi del liberalismo e del
pragmatismo statunitense, che potrebbe indebolire la disciplina ecclesiastica e
l’autorità del magistero. Il Papa sottolinea l’importanza di mantenere l’unità
e la fedeltà alla dottrina cattolica universale.
✉️
Lettera apostolica Testem
Benevolentiae Nostrae (22 gennaio 1899)
Indirizzata al cardinale James Gibbons,
arcivescovo di Baltimora, questa lettera apostolica condanna specificamente
l’“americanismo” come un insieme di dottrine pericolose. Il Papa critica
l’eccessiva enfasi sull’iniziativa individuale nella vita spirituale, la
minimizzazione della direzione spirituale e l’adattamento eccessivo della
dottrina per renderla più accettabile alla sensibilità moderna. Leone XIII
ribadisce la necessità di mantenere l’obbedienza all’autorità ecclesiastica e
la fedeltà alla tradizione cattolica.
La seconda può essere vista come l’annuncio
della persecuzione del cosiddetto modernismo che venne negli anni seguenti e che, ad
esempio, portò alla scomunica di don Romolo Murri, il prete marchigiano che era
stato tra i principali esponenti del
movimento per una democrazia cristiana nell’Opera dei Congressi. Va ricordato che il
principio della libertà di coscienza, anche nelle cose religiose, e diversi
altri che erano espressi dalle correnti innovatrici che finirono sotto la scure
dell’inquisizione antimodernista, furono poi proclamati nel orso del Concilio
Vaticano 2° (1962-1965). Di quest’ultimo non si è parlato in questi giorni, nei
quali alcuni aspetti della cattolicità sono stati proiettati sulla scena
mondiale. E sicuramente non è un bel segno.
Di seguito riporto il testo, nella traduzione
del latino (l’unica lingua disponibile sul sito vaticano) della lettera del papa
Leone 13° all’arcivescovo statunitense di Baltimora.
Mario
Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli
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ChatGPT
10-5-25: Ecco la traduzione in italiano
della lettera apostolica Testem
benevolentiae nostrae [Testem benevolentiae
Nostrae hanc ad te epistolam mittimus […] – trad. lett. Testimone della
benevolenza nostra questa lettera a te mandiamo] inviata da Papa Leone XIII (13°
in numeri romani) al cardinale Giacomo Gibbons, arcivescovo di Baltimora – Maryland
– USA, nel 1899, sul tema
dell’"americanismo". Per motivi di spazio e leggibilità, ti fornisco
una versione tradotta in italiano
corrente, fedele nei contenuti e strutturata in paragrafi:
Lettera di Sua Santità Leone XIII al Cardinale Giacomo Gibbons, Arcivescovo
di Baltimora, riguardo ad alcune opinioni indicate col nome di “americanismo”
(Testem Benevolentiae Nostrae, 22 gennaio 1899)
Carissimo Figlio Nostro,
Con questa lettera desideriamo testimoniarti
ancora una volta l’affetto con cui abbiamo sempre guardato a te, ai tuoi
confratelli vescovi e all’intero popolo americano, ogni volta che si è
presentata l’occasione di lodare i progressi della vostra Chiesa e l’impegno a
difendere e promuovere la fede cattolica. In particolare, abbiamo spesso
ammirato le qualità della vostra nazione, risvegliata alle più nobili
aspirazioni e pronta a perseguire quanto giova all’umanità e alla civiltà.
Questa lettera, tuttavia, non vuole ribadire
le lodi già espresse, ma piuttosto segnalare alcuni pericoli e correggere certe
opinioni che sono apparse di recente, le quali, pur non condivise da tutti,
hanno causato non poco turbamento. È per spirito di carità apostolica che ne
parliamo, e confidiamo che vedrete in queste parole un’ulteriore testimonianza
del nostro affetto.
Il contesto della lettera
Sai bene, caro figlio, che la biografia di
Isaac Thomas Hecker (fondatore dei Paolisti (v. sotto alla nota 1) ),
specialmente nelle edizioni in lingua straniera, ha suscitato controversie per
via di alcune idee sulla vita cristiana. Nel nostro dovere apostolico di
difendere la fede e tutelare i fedeli, ci sentiamo tenuti ad affrontare più
ampiamente la questione.
1. La tentazione di adattare la Chiesa al mondo moderno
Alcuni pensano che, per attrarre i non
cattolici, la Chiesa debba avvicinarsi maggiormente allo spirito moderno,
attenuando la sua severità e assecondando le idee e i costumi contemporanei.
C’è chi estende questo adattamento non solo alla disciplina, ma anche alla
dottrina stessa della fede, ritenendo opportuno tralasciare o ammorbidire
alcune verità considerate secondarie. Ma questo è inaccettabile.
La dottrina rivelata da Dio non è frutto
della filosofia umana, ma un deposito divino da custodire fedelmente e
interpretare infallibilmente. Come affermò il Concilio Vaticano I, «il
significato dei dogmi deve sempre essere mantenuto secondo quanto la Chiesa ha
una volta definito».
Né è innocuo il silenzio deliberato su alcuni
princìpi della dottrina cattolica, come se fosse utile dimenticarli. Tutte le
verità della fede hanno origine nello stesso Maestro divino, il Figlio
Unigenito, e sono valide per ogni epoca e popolo, come insegna il mandato di
Cristo agli apostoli: «Andate e insegnate a tutte le genti...».
2. Il ruolo della disciplina ecclesiastica
La disciplina della Chiesa, pur non
immutabile come la dottrina, non può essere adattata arbitrariamente. È compito
dell’autorità ecclesiastica – non di individui privati – giudicare come
applicarla nei diversi tempi e luoghi. La Sede Apostolica ha sempre mantenuto
costante la dottrina, ma ha saputo moderare la disciplina con attenzione alle
diverse culture, senza mai compromettere il diritto divino.
Chi
desidera una libertà religiosa ispirata ai principi delle società civili
moderne rischia di confondere la libertà cristiana con una licenza per agire
secondo il proprio arbitrio. Alcuni
affermano che, ora che l’infallibilità del Papa è stata definita dal Concilio
Vaticano I, si possa godere di una maggiore libertà di pensiero e azione. Ma
questa è una conclusione pericolosa: al contrario, il magistero infallibile esige maggiore docilità, non minore.
3. Il ruolo dello Spirito Santo e del magistero esterno
Altri
sostengono che chi persegue la perfezione cristiana non abbia bisogno
dell’autorità esterna della Chiesa, perché lo Spirito Santo agirebbe
direttamente nelle anime con ispirazioni interiori. Ma questo è illusorio. Lo
Spirito Santo certamente agisce nei cuori, ma ordinariamente lo fa anche
attraverso l’insegnamento e la guida dei pastori della Chiesa.
Anche
San Paolo, dopo essere stato chiamato direttamente da Cristo, fu inviato da
Ananìa per ricevere istruzioni. E chi si impegna in un cammino più esigente di
santità ha ancora più bisogno di guida spirituale per evitare errori.
4. Il valore delle virtù naturali e soprannaturali
Alcuni esaltano eccessivamente le virtù
naturali (come energia, intraprendenza, audacia), ritenendole più adatte al
mondo moderno, quasi superiori alle virtù soprannaturali (umiltà, obbedienza,
sacrificio). Ma ciò è incompatibile con la dottrina cristiana. Le virtù
naturali, senza la grazia, non conducono alla salvezza. Solo con l’aiuto della
grazia si possono superare le passioni e tendere alla beatitudine eterna.
Allo stesso modo, la distinzione tra virtù
“attive” (moderne) e “passive” (antiche) è ingannevole: non esistono virtù
veramente passive. Tutte le virtù cristiane implicano l’uso retto della
libertà, sotto l’azione della grazia. Cristo, modello eterno, ha insegnato
l’umiltà e l’obbedienza: queste non passano di moda.
5. Il disprezzo della vita religiosa
Alcuni criticano la vita religiosa,
affermando che i voti limitano la libertà e sono adatti solo a spiriti deboli.
Ma la Chiesa ha sempre onorato profondamente lo stato religioso, che è una
forma superiore di sequela di Cristo. I voti non limitano la libertà, ma la
realizzano più pienamente secondo il Vangelo.
I religiosi hanno dato contributi immensi
alla fede e alla civiltà, anche negli Stati Uniti. Ancora oggi, essi svolgono
un ruolo decisivo nell’evangelizzazione, nell’educazione, nelle opere di carità
e nella vita spirituale. Anche i contemplativi, con la preghiera e la
penitenza, sostengono la Chiesa e il mondo.
.Chi preferisce associarsi senza voti in
comunità laicali può farlo, ma senza sminuire il valore degli ordini religiosi.
6. Il metodo per riconciliare i dissidenti
Infine, alcuni propongono di abbandonare i
metodi tradizionali per convertire i non cattolici, suggerendo strategie nuove.
Ma bisogna essere prudenti: ciò che è stato sperimentato e approvato dalla
tradizione apostolica e dalla Chiesa non va scartato con leggerezza. È certo
utile avvicinare i dissidenti con il dialogo amichevole, in luoghi privati,
purché sia fatto da persone competenti e approvate dai vescovi.
Conclusione
Da quanto detto, appare chiaro che non possiamo approvare le opinioni
riassunte sotto il nome di “americanismo”, se con esso si intendono teorie
che alterano la dottrina, la disciplina e la spiritualità cattolica.
Se invece con “americanismo” si vogliono
indicare le qualità proprie del popolo americano, la sua storia, le sue
istituzioni e i suoi costumi civili, non abbiamo motivo di opporci. Ma se il
termine serve a legittimare dottrine erronee, è dovere dei vescovi americani –
e siamo certi che lo faranno – rigettarlo e condannarlo.
La Chiesa è una sola, unita nella dottrina e
nel governo, e ha il suo centro nella Sede di Pietro. Chi vuole essere
veramente cattolico, deve poter dire con san Girolamo: “Io, seguendo Cristo,
sono unito alla Sede di Pietro; chi non è con te, disperde”.
Con questi sentimenti ti inviamo, carissimo
figlio nostro, la nostra benedizione apostolica, come pegno delle grazie
celesti per te e per tutti i fedeli d’America.
Dato in San Pietro, il 22 gennaio 1899, nel ventunesimo anno del nostro
pontificato.
Leone XIII (13°)
Nota
1 – ChatGPT 10-5-25
La Società
dei Sacerdoti Missionari di San Paolo Apostolo, conosciuta anche come Padri
Paolisti, è una società clericale di vita apostolica di diritto pontificio
fondata il 7 luglio 1858 a New York dal sacerdote statunitense Isaac Thomas
Hecker (1819–1888). Insieme a quattro confratelli, anch'essi ex membri della
Congregazione del Santissimo Redentore, Hecker diede vita a questa nuova
comunità con l'obiettivo di promuovere il cattolicesimo negli Stati Uniti,
utilizzando metodi innovativi per l'epoca
Missione e attività
I Paolisti si dedicano principalmente all'evangelizzazione attraverso:Apostolato
parrocchiale
·
Missioni popolari
·
Assistenza spirituale agli
studenti universitari
·
Utilizzo dei mezzi di
comunicazione di massa, come radio, televisione e stampa.Nel 1865, fondarono The
Catholic World, la prima rivista cattolica americana, evidenziando il loro
impegno nell'uso dei media per diffondere il messaggio cristiano .Presenza e
organizzazione
La
Società è presente principalmente negli Stati Uniti, ma ha esteso la sua
missione anche in Canada, Israele e Italia. A Roma, fino al 2016, i Paolisti
officiavano nella chiesa nazionale americana di Santa Susanna alle Terme di
Diocleziano; dal 2017, hanno trasferito il loro servizio alla Chiesa di San
Patrizio a Villa Ludovisi. Il moderatore supremo della società, con il titolo
di presidente, risiede a New York .
Fondatore: Isaac Thomas Hecker
Isaac
Thomas Hecker, nato a New York nel 1819, fu inizialmente membro della
Congregazione del Santissimo Redentore. Dopo la sua separazione da questa
congregazione, fondò i Paolisti con l'intento di adattare il messaggio
cattolico alla cultura americana, enfatizzando l'importanza della libertà
personale e dell'uso dei mezzi di comunicazione per l'evangelizzazione. Hecker
è ricordato per il suo approccio innovativo e per il suo impegno nel rendere il
cattolicesimo più accessibile e comprensibile al pubblico americano dell'epoca
.
La
Società dei Sacerdoti Missionari di San Paolo Apostolo continua oggi la sua
missione, fedele al carisma del suo fondatore, affrontando le sfide
contemporanee con lo stesso spirito innovativo e missionario che ha
caratterizzato la sua origine.