Dal
discorso tenuto da papa Francesco il 2 aprile 2022 a La Valletta – Malta,
durante il suo viaggio apostolico in quello stato
C’è, infine, il vento proveniente da est,
che spesso soffia all’aurora. Omero lo chiamava “Euro” (Odissea V,379.423).
Ma proprio dall’est Europa, dall’Oriente dove sorge prima la luce, sono giunte
le tenebre della guerra. Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali
combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un
passato lontano. Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte,
distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle
giornate di tutti. E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente
rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e
fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro
che, o sarà insieme, o non sarà. Ora, nella notte della guerra che è calata
sull’umanità, per favore, non facciamo svanire il sogno della pace.
Malta, che brilla di luce nel cuore del
Mediterraneo, può ispirarci, perché è urgente ridare bellezza al volto
dell’uomo, sfigurato dalla guerra. Una bella statua mediterranea risalente a
secoli prima di Cristo raffigura la pace, Irene, come una donna che ha in
braccio Pluto, la ricchezza. Ricorda che la pace genera benessere e la guerra
solo povertà. E fa pensare il fatto che nella statua pace e ricchezza siano
raffigurate come una mamma che tiene in braccio un bimbo. La tenerezza delle
madri, che danno al mondo la vita, e la presenza delle donne sono l’alternativa
vera alla logica scellerata del potere, che porta alla guerra. Di compassione e
di cura abbiamo bisogno, non di visioni ideologiche e di populismi, che si
nutrono di parole d’odio e non hanno a cuore la vita concreta del popolo, della
gente comune.
Più di sessant’anni fa, a un mondo minacciato
dalla distruzione, dove a dettare legge erano le contrapposizioni ideologiche e
la ferrea logica degli schieramenti, dal bacino mediterraneo si levò una voce controcorrente,
che all’esaltazione della propria parte oppose un sussulto profetico in nome
della fraternità universale. Era la voce di Giorgio La Pira, che disse: «La
congiuntura storica che viviamo, lo scontro di interessi e di ideologie che
scuotono l’umanità in preda a un incredibile infantilismo, restituiscono al
Mediterraneo una responsabilità capitale: definire di nuovo le norme di una
Misura dove l’uomo lasciato al delirio e alla smisuratezza possa riconoscersi»
(Intervento al Congresso Mediterraneo della Cultura, 19
febbraio 1960). Sono parole attuali; possiamo ripeterle perché hanno una grande
attualità. Quanto ci serve una “misura umana” davanti all’aggressività
infantile e distruttiva che ci minaccia, di fronte al rischio di una “guerra
fredda allargata” che può soffocare la vita di interi popoli e generazioni!
Quell’“infantilismo”, purtroppo, non è sparito. Riemerge prepotentemente nelle
seduzioni dell’autocrazia, nei nuovi imperialismi, nell’aggressività diffusa,
nell’incapacità di gettare ponti e di partire dai più poveri. Oggi è tanto
difficile pensare con la logica della pace. Ci siamo abituati a pensare con la
logica della guerra. Da qui comincia a soffiare il vento gelido della guerra,
che anche stavolta è stato alimentato negli anni. Sì, la guerra si è preparata
da tempo con grandi investimenti e commerci di armi. Ed è triste vedere come
l’entusiasmo per la pace, sorto dopo la seconda guerra mondiale, si sia negli
ultimi decenni affievolito, così come il cammino della comunità internazionale,
con pochi potenti che vanno avanti per conto proprio, alla ricerca di spazi e
zone d’influenza. E così non solo la pace, ma tante grandi questioni, come la
lotta alla fame e alle disuguaglianze sono state di fatto derubricate dalle
principali agende politiche.
Ma la soluzione alle crisi di ciascuno è
prendersi cura di quelle di tutti, perché i problemi globali richiedono
soluzioni globali. Aiutiamoci ad ascoltare la sete di pace della gente,
lavoriamo per porre le basi di un dialogo sempre più allargato, ritorniamo a
riunirci in conferenze internazionali per la pace, dove sia centrale il tema
del disarmo, con lo sguardo rivolto alle generazioni che verranno! E gli
ingenti fondi che continuano a essere destinati agli armamenti siano convertiti
allo sviluppo, alla salute e alla nutrizione.