Eusebio – Gelasio – democrazia
La democrazia, come oggi la concepiamo, e la intendiamo in maniera molto diversa dai secoli passati, ha come modello la città di luce donata dall'alto che chiude le grandi visioni dell'Apocalisse. E' chiaramente anche una costruzione cristiana.
La Chiesa, invece, è ancora affascinata dall'idea di impero di Cristo (non: cristiano) immaginata durante la grande riforma delle istituzioni pubbliche dell'impero romano (con il suo centro in Tracia, però), dal quale ricevette anche il modello di magnificenza sacrale che ancora pratica nelle sue liturgie solenni. All'epoca una cosa straordinariamente nuova. Le nostre conoscenze dei cristianesimi delle origini fu a lungo dipendente dal pensiero di uno dei più grandi protagonisti di quella storia, il vescovo palestinese di cultura ellenistica, Eusebio di Cesarea, vissuto tra il Terzo e il Quarto secolo.
Quando fui un ragazzo del liceo, un'estate, durante una vacanza sulle Dolomiti, a Serrada di Folgaria, conobbi don Gianni Baget Bozzo, un amico di mio zio Achille e di mio padre, mentre stava scrivendo la prima parte della sua grande opera sulla storia del partito cristiano. Lui e lo zio Achille discutevano dei problemi che don Gianni stava affrontando. Dal Quinto secolo, mi spiegarono, le Chiese cristiane evolsero secondo due schemi, quello di Eusebio di Cesarea, fondato sull'idea di un imperatore vescovo e vicario di Cristo, e quello riconducibile all'africano Gelasio, papa a Roma nel Quinto secolo, fondato sull'accentramento dei poteri religiosi nella gerarchia del clero e sulla sottoposizione ad essa dei poteri civili. Nel Primo Millennio fu il primo a dominare, nel Secondo Millennio il secondo fu alla base della costruzione del Papato imperiale a partire dalla riforma ordinata e attuata dal toscano papa Gregorio 7° (Undicesimo secolo): di questa riforma fu parte la teologia del Papa come Vicario di Cristo. L'idea di regalità, nel primo e nel secondo modello, dipendeva dalla costruzione di quella di Cristo, re dell'Universo, Pantocratore nella concezione bizantina, fatta dal Quarto al Nono secolo. Questa immagine di Cristo è molto diversa da quella riconducibile al magistero terreno di Gesù di Nazaret, anche se ne può essere considerata uno sviluppo, nel senso che alcuni detti del Maestro che troviamo nei Vangeli canonici possono avvalorarla. Tuttavia va considerato che l'idea di Cristo che troviamo in quegli scritti è ancora molto dipendente da quella di Messia che si aveva nell'ebraismo del Primo secolo, che nel greco antico si rese appunto con Cristo. L'ideologia dossettiana, secondo Baget Bozzo (che era stato dossettiano), richiamava il modello eusebiano. Quella di De Gasperi il modello gelasiano. Tutti questi discorsi sono posti all'inizio del libro di Baget-Bozzo Il partito cristiano al potere: la Dc di De Gasperi e Dossetti, 1945-1954.
Tuttavia, mi spiegò mio zio Achille, c'era sempre stato un terzo modello di Chiesa: appunto quello della città di luce del cap. 21 dell'Apocalisse. E' proprio ad esso che pensava Giuseppe Dossetti, era questo che aveva affascinato anche i primi teorici e pratici della democrazia, in nord America, ed era anche quello a cui aspiravano i cristiano democratici europei, e la ragione della loro scomunica durante la persecuzione antimodernista. E' tratteggiato in una raccolta di scritti di Dossetti pubblicato con il titolo Per la vita della città [disponibile anche in ebook per Zikkaron, 2017]. In questa visione, la manifestazione della gloria della Chiesa non sarà opera umana, ma sarà interamente opera di Dio, verrà in un battito di ciglia, secondo la suggestiva espressione di Paolo. Mio zio Achille, nelle sue periodiche conversazioni che mi teneva, essendo egli il mio padrino di Cresima, mi iniziò a questa visione, che ancora ho nel cuore. Nell'ordine di idee basato sul modello Gelasiano, la Chiesa è invece una specie di macchina organica divisa per organi e funzioni, che ingloba sacralità e regalità, impersonando sulla Terra la presenza del Maestro ed esercitandone la regalità in modo vicario. Nel modello, diciamo così, apocalittico non vi sono vicari, perché Dio abita fra gli uomini, e il mondo di prima non c'è più, e non ci sono più neanche diseguaglianze per funzioni diverse esercitate, costrizioni determinate dalla ragion di stato nel governo, né inimicizie. Uguaglianza, libertà, fraternità. Questa visione è alla base della costruzione europea, nella quale i cristiani democratici furono protagonisti. Una suggestione: la bandiera dell'Unione richiama l'Apocalisse, contiene la corona di dodici stelle sul capo della donna vestita di sole del capitolo 12 dell'Apocalisse. L'autore del bozzetto, il francese Arséne Heitz, era un cristiano, e spiegò così il senso della sua opera; la risoluzione del Consiglio dei ministri dell'allora Comunità economica Europea per approvare quella bandiera è dell'8 dicembre 1955, solennità dell'Immacolata Concezione, introdotta cinque anni prima.
Mario Ardigò