Ma Dio dove sta?
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Dall’articolo di Enzo Bianchi, Dalla
parte delle vittime, pubblicato su La Repubblica dell’11-4-22
[…] siamo giunti a ciò che pareva
impossibile, ciò per cui le Chiese avevano chiesto perdono a Dio, promettendo
di non ricorrere “mai più” al suo nome per associarlo a uno schieramento in guerra.
Invece il “Dio è con noi” è risuonato da un esercito contro l’altro, e accano
agli eserciti le Chiese, una stessa Chiesa da una parte e dall’altra che ha
benedetto le armi e i soldati e maledetto gli avversari. Un odio che è diventato
odio tra la gente, i due popoli, e ha dominato la preghiera. E mentre in una chiesa
si brucia incenso, si implora la
vittoria, nell’altra si compiono gli stessi riti e ciascuno invoca la vittoria
sul nemico. Una guerra diventata non solo “giusta”, come la definisce la
dottrina classica in Occidente, ma santa e benedetta da Dio. Siamo riusciti a evitare
uno scontro di civiltà con l’Islam, ma oggi siamo arrivati a combattere una
guerre che è uno scontro di civiltà tra l’Occidente delle democrazie e l’Oriente
delle autocrazie. In questo inferno il credente si sente smarito e si chiede:
ma Dio dove sta?. Dov’è? Non è una domanda nuova, ma oggi non riguarda solo il
fatto che Dio non interviene ed è muto, ma risuona come straziante interrogativo
sui cristiani: com’è possibile che si ammazzino in una guerra così spietata
invocando Dio gli uni contro gli altri? Che Dio è mai questo? Che forza
vincolante ha il Vangelo sui cristiani? Nessuna forza, occorre rispondere con
cuore lacerato. Com’è possibile un tale tradimento del Vangelo? Non ci sono
spiegazioni, occorre solo fare silenzio e andare alla Passione di Gesù che nella
Settimana viene letta e meditata. Gesù, un uomo giusto, che ha operato il bene
e non il male ma che è stato giudicato
un bestemmiatore dai rappresentanti di Dio in erra, è arrestato,
torturato, condannato senza processo, è oggetto di violenza e disprezzo, ed è ucciso appeso a un legno.
Ed era Figlio di Dio, era Dio. Ecco Dio dove sta. Ieri come oggi, dove ci sono vittime
innocenti occorre cercare Dio e individuare da che parte sta. E’ paradossale ma
è così. A Pasqua i cristiani dovrebbero riconoscere che l’immagine del loro Dio
è un agnello afono ucciso dalla fondazione del mondo fino a oggi.
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E’ stato apprezzabile il tentativo di Bianchi di trarre argomenti dalla
liturgia della Settimana santa per capire la guerra tra cristiani che si combatte
in Ucraina. Da noi in genere non lo si fa. Come con la pandemia di Covid 19,
gli eventi sembrano aver colto
impreparati i pastori.
Questa guerra ha visto la disfatta delle gerarchie cristiane europee,
che non ritengono di avere il potere, sacro, di ordinare l’obiezione di
coscienza verso la guerra e tutto ciò che l’alimenta, quindi il rifiuto di
obbedienza verso qualsiasi potere che la comandi, l’unica scelta conforme al
vangelo.
Non sono d’accordo con Bianchi quando scrive che l’immagine del nostro
Dio è un agnello afono. Non ci è stato forse lasciato il vangelo, detto
anche la Parola? Dio, dunque, ha parlato. Ma noi non abbiamo
cuore di intenderlo. A che pro essere gerarchi, vale a dire titolari di un potere
sacro, se poi non si ha il coraggio di esercitarlo nel senso del vangelo e
ci si schiera dietro le altre
potenze della Terra?
I nostri massmedia in genere ci spingono a schierarci combattendo
al fianco degli aggrediti. In quest’ottica la decisione di praticare il
vangelo, che ci spinge all’obiezione di coscienza verso la guerra, viene accusata
di inversione morale. Lo ha scritto Ezio Mauro nella pagina a fianco a
quella su cui c’era l’articolo di Bianchi. Naturalmente qui manca l’assillo di
stabilire da che parte sta Dio, che invece sembra importante per il
credente.
Però chiedersi da che parte stia Dio non mi pare un modo soddisfacente di affrontare la questione. Può sembrare paradossale ora che a tutti viene chiesto di schierarsi e di dichiarare da che parte stiano. In definitiva viene chiesto ancha a Dio. Però quando si è di fronte a un dio è più sensato capire che cosa egli comanda. Ma di fronte al Dio cristiano, che è agàpe, è scritto, dovremmo chiederci piuttosto come arrivare a lui. La via dei cristiani è quella aperta da Gesù nella sua Pasqua. Possiamo dire di stare percorrendola in questa guerra? Noi che già la stiamo combattendo, perché è questo che si fa decidendo dure ritorsioni contro uno dei belligeranti, quello che invase, e fornendo di armi sempre più potenti l’altro, che è stato invaso. Ci si concentra sull’invasione, si stabilisce che è nel giusto chi resiste e ci si schiera con lui, alimentando la sua guerra contro quegli altri. Ma non è questa la cosa cruciale. Le guerre vengono sempre ordinate dal potere politico e, una volta che siano ordinate, non ci si può sottrarre ad esse. La responsabilità di questa guerra è dunque di chi l’ha ordinata, dalle due parti. I popoli delle due parti non se l’aspettavano (nemmeno noi). Ad uno di essi è addirittura vietato definire guerra quella che si combatte in Ucraina. A chi la sta combattendo e a chi la subisce è invece evidente che lo è. Ed è anche evidente che per il popolo dominato dal potere politico che ha ordinato l’invasione è ancora intollerabile parlare di guerra, quindi la guerra è stata ordinata ma è anche stato ordinato di non parlarne come di una guerra, sotto pena di durissime sanzioni. Dall’altra parte non c’è stato il tempo di consultare il popolo per decidere se resistere facendo guerra o con altre forme di lotta nonviolenta. E’ stata quindi anche lì ordinata la guerra, appoggiati in questo dagli Occidentali, che ora la stanno potentemente alimentando e fiancheggiando. Del resto, non avremmo fatto anche noi così? Siamo onesti. E’ stato detto molto chiaro qualche giorno fa. Difenderemmo ogni centimetro nei nostri domini a costo di annientare l’umanità con le armi nucleari di cui disponiamo in migliaia di esemplari.
Il fatto di aver escogitato molte buone ragioni
teologiche per esimerci dal praticare fino in fondo il vangelo non è un novità
nella storia dei cristiani. Che succederebbe dei cristiani se venisse loro
ordinato di fare obiezione di coscienza contro i rispettivi poteri politici contro
i disegni e i preparativi di guerra?, ci si chiede. E’ l’argomento che frenò papa Pacelli dal
proclamare chiaro e tondo che lo sterminio programmato degli ebrei europei era
un crimine contro Dio. Un gerarca, a qualsiasi
livello lo si voglia situare, per certe cose non ha cuore. E’ cosa che deve
sorgere dal popolo.
Le guerre contemporanee sono guerre di popolo in molti sensi. Innanzi tutto i poteri
politici che le ordinano vogliono avere dietro tutto il loro popolo, scagliandolo contro i popoli
nemici. Questo perché le guerre moderne sono molto costose e necessitano di
trasferire immani risorsa dagli impieghi per generare benessere a quelli per
produrre distruzioni. Poi il popolo è la prima vittima della guerra, di ogni guerra, appunto perché è schierato in battaglia e così si vuole deprimerne la determinazione falcidiandolo con strumenti di uccisione di massa, ed è tra i civili che si riscontra il maggior numero di vittime, per cui si è
osservato che nelle guerre del passato accidentalmente venivano colpiti i civili, mentre in quelle
contemporanee sembra che accidentalmente vengano colpiti i combattenti.
Che si ricava da questo? Che la guerra, prima
di essere combattuta tra i belligeranti, è combattuta da chi la ordina contro
il proprio popolo, che in genere vi resiste. E’ appunto ciò che accade nella
Federazione russa di questi tempi, un regime che rapidamente sta mutandosi in
qualcosa che ricorda molto una nostra triste esperienza del passato, triste
anche per la pesante compromissione del Papato con quella politica, vale dire
il fascismo mussoliniano. Ma anche dall’altra parte si sta osservando qualcosa
di analogo, la censura, la polizia politica che opera con mezzi sbrigativi,
giustificati con l’emergenza bellica e l’esigenza di individuare sabotatori e Quinte
colonne del nemico. Questi sono problemi specificamente politici, non
religiosi. Ma affrontandoli realisticamente ci si può liberare da certe situazioni
religiose apparentemente senza via d’uscita, come quelle in cui si arruola il
Dio cristiano dell’agàpe da una parte o dall’altra dei belligeranti.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San
Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli.