Domenica 6-1-19 – Solennità
dell’Epifania del Signore - Lezionario dell’anno C per le
domeniche e le solennità – colore liturgico: bianco – salterio: proprio
del Tempo - Letture e sintesi dell’omelia delle Messa
delle otto- avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo sereno velato;
temperatura ambientale 4° C.
Alla Messa delle nove il gruppo di A.C. si siede nei banchi di sinistra,
a fianco dell’altare, guardando l’abside.
Nella cappella laterale di destra si può
ammirare il bel presepio realizzato dall’amico
Stefano. Non arma di divisione e scontro tra culture, ma via verso il
Vangelo: il Signore viene! Prepariamogli la via convertendoci al suo Vangelo,
incessantemente, in questo tempo d’Avvento, come si predica in chiesa!
Buona domenica a tutti i lettori!
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Pillola di Concilio
Dal Decreto
sull’apostolato dei laici L’apostolato -
Apostolicam actuositatem del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
La spiritualità dei laici in ordine all'apostolato
4. Siccome la fonte e
l'origine di tutto l'apostolato della Chiesa è Cristo, mandato dal Padre, è
evidente che la fecondità dell'apostolato dei laici dipende dalla loro unione
vitale con Cristo, secondo il detto del Signore: « Chi rimane in me ed io in
lui, questi produce molto frutto, perché senza di me non potete far niente » (Gv 15,5).
Questa vita d'intimità con
Cristo viene alimentata nella Chiesa con gli aiuti spirituali comuni a tutti i
fedeli, soprattutto con la partecipazione attiva alla sacra liturgia. I laici
devono usare tali aiuti in modo che, mentre compiono con rettitudine i doveri
del mondo nelle condizioni ordinarie di vita, non separino dalla propria vita
l'unione con Cristo, ma crescano sempre più in essa compiendo la propria
attività secondo il volere divino.
Su questa strada occorre
che i laici progrediscano nella santità con ardore e gioia, cercando di
superare le difficoltà con prudenza e pazienza. Né la cura della famiglia né
gli altri impegni secolari devono essere estranei alla spiritualità della loro
vita, secondo il detto dell'Apostolo: « Tutto quello che fate, in parole e in
opere, fatelo nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio e al Padre per
mezzo di lui » (Col 3,17).
Tale vita richiede un
continuo esercizio della fede, della speranza e della carità.
Solo alla luce della fede
e nella meditazione della parola di Dio è possibile, sempre e dovunque,
riconoscere Dio nel quale « viviamo, ci muoviamo e siamo » (At 17,28),
cercare in ogni avvenimento la sua volontà, vedere il Cristo in ogni uomo,
vicino o estraneo, giudicare rettamente del vero senso e valore che le cose
temporali hanno in se stesse e in ordine al fine dell'uomo.
Quanti hanno tale fede
vivono nella speranza della rivelazione dei figli di Dio, nel ricordo della
croce e della risurrezione del Signore.
Nel pellegrinaggio della
vita presente, nascosti con Cristo in Dio e liberi dalla schiavitù delle
ricchezze, mentre mirano ai beni eterni, con animo generoso si dedicano
totalmente ad estendere il regno di Dio e ad animare e perfezionare con lo
spirito cristiano l'ordine delle realtà temporali. Nelle avversità della vita
trovano la forza nella speranza, pensando che « le sofferenze del tempo
presente non reggono il confronto con la gloria futura che si rivelerà in noi»
(Rm 8,18).
Spinti dalla carità che viene da Dio, operano il bene verso tutti
e in modo speciale verso i fratelli nella fede (cfr. Gal 6,10)
«eliminando ogni malizia e ogni inganno, le ipocrisie e le invidie, e tutte le
maldicenze » (1 Pt 2,1), attraendo così gli uomini a Cristo.
La carità di Dio, «
diffusa nel nostro cuore per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato » (Rm 5,5),
rende capaci i laici di esprimere realmente nella loro vita lo spirito delle
beatitudini. Seguendo Gesù povero, non si deprimono nella mancanza dei beni
temporali, né si inorgogliscono nella abbondanza di essi; imitando Gesù umile,
non diventano avidi di una gloria vana (cfr. Gal 5,26), ma
cercano di piacere più a Dio che agli uomini, sempre pronti a lasciare tutto
per Cristo (cfr. Lc 14,26) e a soffrire persecuzione per la
giustizia (cfr. Mt 5,10), memori delle parole del Signore: «
Se qualcuno vuole venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e
mi segua» (Mt 16,24). Coltivando l'amicizia cristiana tra loro si
offrono vicendevolmente aiuto in qualsiasi necessità.
Questa spiritualità dei
laici deve parimenti assumere una sua fisionomia particolare a seconda dello
stato del matrimonio e della famiglia, del celibato o della vedovanza, della
condizione di infermità, dell'attività professionale e sociale. I laici non
tralascino dunque di coltivare costantemente le qualità e le doti ricevute,
corrispondenti a tali condizioni, e di servirsi dei doni ottenuti dallo Spirito
Santo.
Inoltre, quei laici che, seguendo la propria particolare
vocazione, sono iscritti a qualche associazione o istituto approvato dalla
Chiesa, si sforzino di assimilare fedelmente la spiritualità peculiare dei
medesimi.
Tutti i laici facciano
pure gran conto della competenza professionale, del senso della famiglia, del
senso civico e di quelle virtù che riguardano i rapporti sociali, come la
correttezza, lo spirito di giustizia, la sincerità, la cortesia, la fortezza di
animo: virtù senza le quali non ci può essere neanche una vera vita cristiana.
Modello perfetto di tale
vita spirituale e apostolica è la beata vergine Maria, regina degli apostoli,
la quale, mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di
sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio
suo, e cooperava in modo del tutto singolare all'opera del Salvatore; ora poi
assunta in cielo, « con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del
Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni fino a
che non siano condotti nella patria beata». La onorino tutti devotissimamente e
affidino alla sua materna cura la propria vita e il proprio apostolato.
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Prima lettura
Dal libro del profeta Isaia (Is 60,1-6)
Àlzati, rivestiti di luce,
perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché,
ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te
risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla
tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere. Alza gli occhi intorno e guarda:
tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano,
le tue figlie sono portate in braccio. Allora guarderai e sarai raggiante,
palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l'abbondanza del mare si riverserà
su di te, verrà a te la ricchezza delle genti. Uno stuolo di cammelli ti
invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e
incenso e proclamando le glorie del Signore.
Salmo responsoriale
Dal salmo 71
Ritornello: Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra
O Dio, affida al re il tuo diritto,
al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia
e i tuoi poveri secondo il diritto.
Nei suoi giorni fiorisca il giusto
e abbondi la pace,
finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare,
dal fiume sino ai confini della terra.
I re di Tarsis e delle isole portino
tributi,
i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui,
lo servano tutte le genti.
Perché egli libererà il misero che invoca
e il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero
e salvi la vita dei miseri.
Seconda lettura
Dalla lettera
di San Paolo apostolo agli Efesini (Ef3,2-3a.5-6)
Ef
3,2-5.5-6
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare
del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per
rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero. Esso non è stato manifestato
agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi
santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate,
in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad
essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Abbiamo
visto la sua stella in oriente
e siamo venuti per adorare il Signore. (Cfr.
Mt 2,2)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del
re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov'è
colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e
siamo venuti ad adorarlo». All'udire questo, il re Erode restò turbato e con
lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del
popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli
risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
"E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città
principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio
popolo, Israele"». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece
dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a
Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando
l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». Udito il
re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li
precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa,
videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi
aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti
in sogno di non tornare da Erode, per un'altra strada fecero ritorno al loro
paese.
Sintesi dell’omelia della Messa delle otto
In questa solennità del Tempo di Natale, siamo
esortati ad alzarsi e ad andare verso Gesù, sull’esempio dei Magi.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha compreso
le parole del celebrante.
Avvisi del parroco:
/
Avvisi di A.C.
La
riunione infrasettimanale del gruppo di AC si terrà martedì 8-1-19, alle 17, in sala rossa.