Appello
in occasione della settimana per l’unità dei cristiani 2019; in fondo un mio commento - Appeal on the occasion of the week for Christian unity 2019; At the bottom, my comment -Apelación con motivo de la semana por la unidad cristiana 2019; En el fondo, mi comentario.
In occasione della settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani, cattolici e protestanti italiani lanciano un appello
comune perché si continui a vivere uno spirito di umanità e di solidarietà nei
confronti dei migranti.
On the occasion of the Week of Prayer for Christian Unity, Italian Catholics and Protestants launch a common appeal to continue to live a spirit of humanity and solidarity towards migrants.
Con motivo de la Semana
de Oración por la Unidad de los Cristianos, los católicos y protestantes
italianos lanzan un llamado común para continuar viviendo un espíritu de
humanidad y solidaridad hacia los migrantes.
Restiamo umani
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Una
medico italiano, esaminando i resti di un ragazzino naufragato nel Mar
Mediterraneo, tra le coste italiane e quelle libiche, mentre viaggiava su una
nave diretta in Italia, ha trovato, cucita nei vestiti, una pagella scolastica.
Il ragazzino forse pensava che potesse servirgli in Italia. La vignetta qui
sopra, che ha spezzato il cuore di
molti, dice “uau…Tutti dieci!” [dieci
in Italia è il voto massimo] e “Una perla
rara!”. La scena, però è ambientata in fondo al mare e a parlare sono
creature del mare.
An
Italian doctor, examining the remains of a young boy shipwrecked in the
Mediterranean Sea, between the Italian and Libyan coasts, while traveling on a
ship bound for Italy, found a school report in his clothes. The boy perhaps
thought he could serve him in Italy. The cartoon above, which has broken the
hearts of many, says "uau ... All ten!" [Ten in Italy is the maximum
vote] and "A rare pearl!". The scene, however, is set at the bottom
of the sea and talking are creatures of the sea.
Un
médico italiano, examinando los restos de un joven naufragado en el mar
Mediterráneo, entre las costas italiana y libia, mientras viajaba en un barco
con destino a Italia, encontró un informe escolar en sus ropas. El chico tal
vez pensó que podía servirlo en Italia. La caricatura de arriba, que ha roto el
corazón de muchos, dice "¡uu ... Todos los diez!" [Diez en Italia es
el voto máximo] y "¡Una perla rara!". La escena, sin embargo, está
situada en el fondo del mar y hablando son criaturas del mar.
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Restiamo umani
Nell’occasione in cui celebriamo il dono
dell’unità e della fraternità fra i cristiani, desideriamo spiegare a tutti che
per noi aiutare chi ha bisogno non è un gesto buonista, di ingenuo altruismo o,
peggio ancora, di convenienza: è l’essenza stessa della nostra fede. Ci
addolora e ci sconcerta la superficiale e ripetitiva retorica con la quale
ormai da mesi si affronta il tema delle migrazioni globali, perdendo di vista
che dietro i flussi, gli sbarchi e le statistiche ci sono uomini, donne e
bambini ai quali sono negati fondamentali diritti umani: nei paesi da cui
scappano, così come nei Paesi in cui transitano, come in Libia, finiscono nei
campi di detenzione dove si fatica a sopravvivere. Additarli come una minaccia
al nostro benessere, definirli come potenziali criminali o approfittatori della
nostra accoglienza tradisce la storia degli immigrati – anche italiani – che
invece hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale di tanti
paesi. Da qui il nostro appello perché – nello scontro politico -
non si perda il senso del rispetto che si deve alle persone e alle loro storie
di sofferenza
Una
politica migratoria che non apre nuove vie sicure e legali di accesso verso
l’Europa è fatalmente destinata a incentivare le immigrazioni irregolari. Per
questo chiediamo ai vari paesi europei di duplicare o, comunque, di ampliare i
corridoi umanitari, aperti per la prima volta in Italia all’inizio del 2016. È
finita ormai la fase della sperimentazione e i risultati, positivi sotto tanti
aspetti, sono sotto gli occhi di tutti. E’ auspicabile passare quindi ad una
generalizzazione di questo modello, che salva dai trafficanti di esseri umani e
favorisce l’integrazione. Per questo ci rivolgiamo direttamente al
Governo italiano perché allarghi la quota dei beneficiari accolti nel nostro
paese e si faccia promotore di un "corridoio umanitario europeo",
gestito dalla UE e da una rete di paesi volenterosi, prevedendo un adeguato sistema
di sponsorship.
Nel breve periodo, però, mentre si cerca il
consenso europeo su queste misure, occorre garantire il soccorso in mare, che
non può ridursi a una politica di respingimenti o di semplici chiusure. I
migranti non possono essere vittime tre volte: delle persecuzioni, di chi li
detiene in campi che – come varie volte attestato dall’ONU – non tutelano i
diritti umani essenziali e di chi li respinge in quegli stessi campi e in
quelle umiliazioni. Per noi cristiani, come per ogni essere umano, omettere il
soccorso a chi giace sulla strada o rischia di annegare è un comportamento di
cui si può solo provare vergogna. Per questo chiediamo un potenziamento delle
attuali attività di soccorso, rese dai mezzi militari, dalla Guardia Costiera e
dalle ONG, nel rispetto delle norme del mare e del diritto umanitario.
Per quanto divisivo il tema
dell’immigrazione è così serio e grave da non potersi affrontare senza cercare
una piattaforma minima di istanze e procedure condivise. Questo auspichiamo e
per questo ci mettiamo a disposizione con la nostra esperienza e i nostri
mezzi, pronti a collaborare sia con le autorità italiane che con quelle europee.
Roma, 22 gennaio 2019
Past. Eugenio Bernardini, Moderatore della Tavola valdese
Prof. Marco Impagliazzo, Presidente della Comunità di Sant’Egidio
Past. Luca M. Negro, Presidente della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia
Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della Conferenza Episcopale
Italiana
Remain
humans
On the occasion when we celebrate the gift of
unity and fraternity among Christians, we wish to explain to everyone that for
us to help those in need is not a gesture of goodness, of naive altruism or,
even worse, of convenience: it is the essence same as our faith. The
superficial and repetitive rhetoric with which we have been dealing with the
issue of global migration for months has been disturbing and disturbing us,
losing sight of the fact that behind the flows, landings and statistics there
are men, women and children who are denied fundamental rights. human beings: in
countries from which they flee, as well as in countries where they transit, as
in Libya, they end up in detention camps where they struggle to survive. To
point them out as a threat to our well-being, to define them as potential
criminals or to take advantage of our hospitality betrays the history of
immigrants - even Italians - who have instead contributed to the economic,
social and cultural growth of many countries. Hence our appeal because - in the
political clash - we do not lose the sense of respect due to people and their
stories of suffering
A
migration policy that does not open new safe and legal routes to access Europe
is fatally destined to encourage irregular immigration. This is why we ask the
various European countries to duplicate or, in any case, expand the
humanitarian corridors, opened for the first time in Italy at the beginning of
2016. The experimentation phase is over and the results, positive in many ways,
are under everyone's eyes. It is therefore desirable to move on to a
generalization of this model, which saves from traffickers of human beings and
fosters integration. For this reason we address directly to the Italian
government to enlarge the share of beneficiaries welcomed in our country and
become promoter of a "European humanitarian corridor", managed by the
EU and a network of willing countries, providing an adequate system of
sponsorship.
In
the short term, however, while seeking the European consensus on these
measures, it is necessary to ensure rescue at sea, which can not be reduced to a
policy of rejection or simple closures. Migrants can not be victims three
times: of persecution, of those who hold them in camps that - as various times
attested by the UN - do not protect essential human rights and those who reject
them in those same camps and in those humiliations. For us Christians, as for
every human being, to omit aid to those who lie on the road or risk drowning is
a behavior that can only be shamed. This is why we are calling for a
strengthening of the current relief activities, rendered by military means, the
Coast Guard and the NGOs, in compliance with the rules of the sea and
humanitarian law.
However
divisive the issue of immigration is so serious and serious that it can not be
tackled without looking for a minimum platform of shared instances and
procedures. This we hope and for this we make ourselves available with our
experience and our means, ready to collaborate with both Italian and European
authorities.
Rome, 22 January 2019
Seguimos siendo humanos
En la ocasión en que
celebramos el don de la unidad y la fraternidad entre los cristianos, deseamos
explicar a todos que ayudar a los necesitados no es un gesto de bondad, de
altruismo ingenuo o, lo que es peor, de conveniencia: es la esencia. igual que
nuestra fe. La retórica superficial y repetitiva con la que hemos estado
lidiando con el tema de la migración global durante meses nos ha inquietado y
nos ha inquietado, al perder de vista el hecho de que detrás de los flujos, los
desembarcos y las estadísticas hay hombres, mujeres y niños a quienes se les
niegan los derechos fundamentales. seres humanos: en los países de los que
huyen, así como en los países donde transitan, como en Libia, terminan en
campos de detención donde luchan por sobrevivir. Señalarlos como una amenaza para
nuestro bienestar, definirlos como posibles delincuentes o aprovechar nuestra
hospitalidad traiciona la historia de los inmigrantes, incluso los italianos,
que en cambio han contribuido al crecimiento económico, social y cultural de
muchos países. De ahí nuestro atractivo porque, en el choque político, no
perdemos el sentido de respeto debido a las personas y sus historias de
sufrimiento.
Una política de
migración que no abre nuevas rutas seguras y legales para acceder a Europa está
fatalmente destinada a fomentar la inmigración irregular. Por eso pedimos a los
distintos países europeos que dupliquen o, en cualquier caso, amplíen los
corredores humanitarios, que se abrieron por primera vez en Italia a principios
de 2016. La fase de experimentación ha finalizado y los resultados, positivos
en muchos aspectos, están en proceso. los ojos de todos Por lo tanto, es
deseable pasar a una generalización de este modelo, que salva a los traficantes
de seres humanos y fomenta la integración. Por este motivo, nos dirigimos
directamente al gobierno italiano para ampliar la proporción de beneficiarios
acogidos en nuestro país y convertirnos en promotores de un "corredor
humanitario europeo", gestionado por la UE y una red de países dispuestos,
que proporciona un sistema adecuado de patrocinio.
Sin embargo, a corto plazo,
mientras se busca el consenso europeo sobre estas medidas, es necesario
garantizar el rescate en el mar, que no puede reducirse a una política de
rechazo o de simples cierres. Los migrantes no pueden ser víctimas tres veces:
de la persecución, de quienes los retienen en campamentos que, como lo
confirman varias veces las Naciones Unidas, no protegen los derechos humanos
esenciales y de quienes los rechazan en esos mismos campamentos y en esas
humillaciones. Para nosotros, los cristianos, como para todo ser humano, omitir
la ayuda a aquellos que mienten en el camino o corren el riesgo de ahogarse es
un comportamiento que solo puede ser avergonzado. Por este motivo, pedimos que
se refuercen las actividades de socorro actuales, realizadas por medios
militares, la Guardia Costera y las ONG, de conformidad con las normas del mar
y el derecho humanitario.
Sin embargo, la división del tema
de la inmigración es tan grave que no puede abordarse sin buscar una plataforma
mínima de instancias y procedimientos compartidos. Esperamos esto y para ello
nos ponemos a disposición con nuestra experiencia y nuestros medios, listos
para colaborar con las autoridades italianas y europeas.
Roma, 22 de enero de 2019.
Mio commento all’appello Rimaniamo umani
Nell’appello Rimaniamo Umani diffuso ieri
in occasione della Settimana di preghiera
per l’unità dei Cristiani c’è un’affermazione molto importante:
«[…] per noi aiutare chi ha bisogno non
è un gesto buonista, di ingenuo altruismo o, peggio ancora, di convenienza: è
l’essenza stessa della nostra fede.»
Parole del genere vengono accolte ormai con
fastidio anche in chiesa, lo vedo bene. Nemmeno
in chiesa si può più parlare impunemente di umanità/disumanità. La cosa prende
subito di acido. Non è che non vogliano bene al Papa, ma hanno paura. E non
temono Nemesi? Certe colpe collettive hanno sempre una
tremenda punizione: ce l'insegnano gli antichi, che ne avevano fatto una dea.
La punizione è sempre collettiva. Chi si fa animale,
morirà da animale, se si turba l'ordine del mondo che ci ha fatti emergere da
quella condizione.
Affoga tanta gente. Cercava di raggiungerci irregolarmente,
senza passaporto, visto ecc. Di fronte al fatto, si dice che dobbiamo
impegnarci di più contro scafisti e ong, insomma contro quelli che ci
guadagnano dal traffico di gente verso di noi, i primi
sicuramente, le altre apparentemente no, quello che incassano spendono, nessuno
paga per il trasporto. In coscienza, di fronte alla verità di noi stessi:
davvero ce l'abbiamo solo con gli scafisti? O a farci
paura sono quelli che pagano per arrivare in qualche modo da noi? Agli
scafisti, quando cadono in mani nostre, riserviamo processi, condanne, carcere,
secondo la nostra legge, che è legge umanitaria. Agli altri la pena di morte.
La colpa più grave sembra la loro, a giudicare dalla pena. Però, diciamo,
non ce l'abbiamo proprio con loro, ma, insomma, è per combattere gli scafisti.
I morti sono una sorta di effetto collaterale. Del resto, non hanno scelto loro
di mettersi in mare? Che c'entriamo noi? Chi è ancora acculturato alla
religione a questo punto sente in sé il terribile monito biblico: "La
voce del sangue di tuo fratello grida a me dalla terra. E ora tu sei più
maledetto della terra che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo
fratello dalla tua mano". Ma pietà l'è morta, non abbiamo
avuto altra scelta, argomentiamo: quella gente, dico non gli scafisti
quelli affogati, erano una minaccia troppo grande per noi. O noi o loro.Allora:
contro chi è che combattiamo?
Quando si ragiona così già non si è
più umani. Ma come si fa a rimanere religiosi e, così, a tenere aperta la via per tornare umani? La religione, a volte, ce la facciamo come meglio ci conviene; nei
confronti di religioni così hanno ragione i loro critici. Una religione così
non merita di essere creduta, diventa solo una maschera alla nostra disumanità,
o, questa è un’immagine evangelica, una tomba imbiancata. Dentro giacciono gli
esseri umani che fummo: noi ci mostriamo le belve che in fondo siamo sempre
rimasti. Allora, per tornare umani, per cercare di recuperare
un briciolo di umanità, bisogna liberarsi da quella religione falsa, immaginata
dai disumani, che a quel punto ci è solo di impaccio, e tornare alla fede che ci
insegna « per noi aiutare chi ha bisogno non è un gesto buonista, di ingenuo
altruismo o, peggio ancora, di convenienza: è l’essenza stessa della nostra
fede.«
C'è un'altra storia che parla al cuore dell'animo religioso. Un
figlio ha dilapidato tutto. Torna a casa e chiede al padre: "Trattami
come i tuoi servi". Quello però, no, capirai!, gli mette l'anello
d'oro al dito e fa grande festa. Così ci piacerebbe essere trattati anche dopo
le nostre più tremende empietà. Se però quel padre avesse accettato la proposta
del figlio e lo avesse ospitato e nutrito nella condizione dei suoi servi, il
figlio si sarebbe comunque salvato. Il padre avrebbe fatto ciò che doveva.
Anche noi, in fondo, ci salveremmo l'anima, sempre che a cose del genere si dia
ancora importanza, se trattassimo quelli che arrivano almeno come
trattiamo gli scafisti caduti in nostre mani. Saremmo ingiusti, ma non omicidi.
Forse poi Nemesi ci risparmierebbe. Ma no, ci viene più facile, è meno costoso,
essere omicidi. Basta un ordine telematico, una specie di tweet,
sembra che sia stato utilizzato anche Facebook, alle nostre navi: ritiratevi
dalle coste libiche e tunisine. E se qualcuno dal mare invoca aiuto, lo si
rimanda ai nostri amici africani, che sanno che fare per andare d'accordo con
noi (gliel'abbiamo insegnato noi). Le ong dicono che se quelli non hanno da
mandare qualcuno, non rispondono.
E’ una consolazione sapere che
vi è chi non si rassegna a questa
disumanità e cerca aiuto nelle proprie risorse morali, senza arrendersi. Gli
storici, nel raccontare i tempi brutti che stiamo vivendo, forse ne
terranno conto. Ci fu, scriveranno, un resto che ha resistito, che ha fornito
l'energia morale e gli argomenti per riscattarsi.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro
Valli
Translation
in English and Spanish made with the help of Google Translator
Traducción
en inglés y español hecha con la ayuda de Google Translator.
My
comment on the appeal We remain human
In
the Remaniamo Umani appeal spread yesterday on the occasion of the Week of
Prayer for Christian Unity, there is a very important statement:
"[...]
for us to help those in need is not a gesture of goodness, of naive altruism
or, even worse, of convenience: it is the very essence of our faith."
Words
like that are now greeted with discomfort even in church, I see it well. Even
in church we can no longer speak with impunity of humanity / inhumanity. The
thing immediately takes acid. It is not that they do not want the Pope well,
but they are afraid. And do not they fear Nemesis? Some collective guilt always
has a terrible punishment: the ancients teach it, who had made it into a
goddess. Punishment is always collective. Whoever becomes an animal will die as
an animal if the order of the world which has caused us to emerge from that
condition is disturbed.
Drowns
so many people. He tried to reach us irregularly, without passport, visa, etc.
Faced with the fact, it is said that we must engage more against smugglers and
NGOs, in short, against those who earn us from the traffic of people to us, the
first certainly, the others apparently not, what they spend spend, nobody pays
for transport . In conscience, facing the truth of ourselves: do we really only
have it with the smugglers? Or are those who pay to get in some way from us to
frighten us? To the smugglers, when they fall into our hands, we reserve
trials, convictions, prison, according to our law, which is humanitarian law.
To others the death penalty. The most serious fault seems to them, judging from
the penalty. But, let's say, we do not really have it with them, but, in short,
it's to fight the smugglers. The dead are a kind of side effect. After all, did
not they choose to go to sea? What do we have to do? Those who are still
acculturated to religion at this point feel in themselves the terrible biblical
warning: "The voice of your brother's blood cries to me from the earth,
and now you are more cursed than the earth that opened its mouth to receive the
blood of your brother from your hand ". But pity has died, we have had no
other choice, we argue: those people, I say not the smugglers those drowned,
were too big a threat to us. Or us or them. Then: against whom is we fighting?
When
we reason like this, we are no longer human. But how can one remain religious
and thus keep the way open for returning to human beings? Religion, at times,
we do it as it suits us; with regard to religions, their critics are right. A religion like this does not deserve to be believed, it becomes only a mask to
our inhumanity, or, this is an evangelical image, a whitened grave. Inside we
lie the human beings that we were: we show us the beasts that at the bottom we
are always left. So, to go back to human beings, to try to recover a bit of
humanity, we need to free ourselves from that false religion, imagined by the
inhumane people, which at that point is only impasse, and return to the faith
that teaches us "to help those in need it is not a gesture of goodness, of
naive altruism or, even worse, of convenience: it is the very essence of our
faith. «
There
is another story that speaks to the heart of the religious soul. A child has
squandered everything. He returns home and asks his father: "Treat me like
your servants". But that, no, you'll understand !, puts the gold ring on
his finger and makes a big feast. So we would like to be treated even after our
most terrible wickedness. However, if the father had accepted his son's
proposal and had hosted and nourished him in the condition of his servants, the
son would still be saved. The father would do what he had to do. Even we, after
all, would save our souls, provided that things of this kind are still
important, if we treat those who arrive at least as we treat the smugglers who
have fallen into our hands. We would be unjust, but not murderers. Perhaps then
Nemesis would save us. But no, it's easier, it's cheaper, being homicide. Just
a telematic order, a sort of tweet, it seems that it was also used Facebook,
our ships: withdraw from the Libyan and Tunisian coasts. And if someone from
the sea calls for help, we refer it to our African friends, who know what to do
to get along with us (we have taught them). The NGOs say that if those do not
have to send someone, they do not answer.
It
is a consolation to know that there are those who do not resign themselves to
this inhumanity and seek help in their moral resources, without surrendering.
Historians, in telling the bad times we are experiencing, perhaps will take it
into account. There was, they will write, a rest that has resisted, which has
provided moral energy and arguments to redeem itself.
Mario
Ardigò - Catholic Action in San Clemente Pope - Rome, Monte Sacro Valli
Mi
comentario sobre el llamamiento Seguimos siendo humanos.
En
la apelación de Remaniamo Umani difundida ayer con motivo de la Semana de
Oración por la Unidad de los Cristianos, hay una declaración muy importante:
"[...]
para ayudar a los necesitados no es un gesto de bondad, de altruismo ingenuo o,
lo que es peor, de conveniencia: es la esencia misma de nuestra fe".
Palabras
como esas ahora son recibidas con incomodidad incluso en la iglesia, lo veo
bien. Incluso en la iglesia ya no podemos hablar con impunidad de la humanidad
/ inhumanidad. La cosa inmediatamente toma ácido. No es que no quieran bien al
papa, sino que tienen miedo. ¿Y no le temen a Némesis? Alguna culpa colectiva
siempre tiene un castigo terrible: los antiguos lo enseñan, quien se había
convertido en una diosa. El castigo es siempre colectivo. Quienquiera que se
convierta en un animal morirá como un animal si se perturba el orden del mundo
que nos ha hecho salir de esa condición.
Se
ahoga tanta gente. Intentó llegar a nosotros de manera irregular, sin
pasaporte, visa, etc. Ante el hecho, se dice que debemos comprometernos más
contra los contrabandistas y las ONG, en resumen, contra quienes nos ganan el
tráfico de personas, el primero sin duda, los otros al parecer no, lo que
gastan, nadie paga por el transporte. . En conciencia, enfrentándonos a la
verdad de nosotros mismos: ¿realmente solo la tenemos con los contrabandistas?
¿O son los que pagan para alejarnos de nosotros para asustarnos? A los
contrabandistas, cuando caen en nuestras manos, reservamos juicios, condenas,
prisión, según nuestra ley, que es el derecho humanitario. Para otros la pena
de muerte. La falta más grave les parece, a juzgar por la pena. Pero, digamos,
realmente no lo tenemos con ellos, pero, en resumen, es para combatir a los
contrabandistas. Los muertos son una especie de efecto secundario. Después de
todo, ¿no eligieron ir al mar? ¿Qué tenemos que hacer? Aquellos que todavía
están aculturados a la religión en este momento sienten en sí mismos la
terrible advertencia bíblica: "La voz de la sangre de tu hermano me grita
desde la tierra, y ahora estás más maldito que la tierra que abrió su boca para
recibir la sangre de tu hermano de tu mano ". Pero la lástima ha muerto,
no tenemos otra opción, argumentamos: esa gente, no digo los contrabandistas a
los que se ahogaron, era una amenaza demasiado grande para nosotros. O nosotros
o ellos. Entonces, ¿contra quién luchamos?
Cuando
razonamos así, ya no somos humanos. Pero, ¿cómo puede uno seguir siendo
religioso y así mantener el camino abierto para regresar a los seres humanos?
La religión, a veces, lo hacemos como nos conviene; Con respecto a las
religiones, sus críticos tienen razón. Una religión como esta no merece
ser creída, se convierte solo en una máscara de nuestra inhumanidad, o, esta es
una imagen evangélica, una tumba blanqueada. En el interior se encuentran los
seres humanos que éramos: nos muestran las bestias que en el fondo siempre nos
quedan. Entonces, para regresar a los seres humanos, para tratar de recuperar
un poco de humanidad, necesitamos liberarnos de esa religión falsa, imaginada
por las personas inhumanas, que en ese momento es solo un callejón sin salida,
y regresar a la fe que nos enseña "ayudar a los necesitados". No es
un gesto de bondad, de altruismo ingenuo o, lo que es peor, de conveniencia: es
la esencia misma de nuestra fe. «
Hay
otra historia que habla al corazón del alma religiosa. Un niño lo ha
despilfarrado todo. Regresa a casa y le pregunta a su padre: "Trátame como
a tus sirvientes". Pero eso, no, ¡lo entenderás!, Pone el anillo de oro en
su dedo y hace una gran fiesta. Así que nos gustaría ser tratados incluso
después de nuestra maldad más terrible. Sin embargo, si el padre hubiera
aceptado la propuesta de su hijo y lo hubiera hospedado y alimentado en la
condición de sus sirvientes, el hijo aún sería salvo. El padre haría lo que
tenía que hacer. Incluso nosotros, después de todo, podríamos salvar nuestras
almas, siempre y cuando las cosas de este tipo sigan siendo importantes, si
tratamos a los que llegan al menos como tratamos a los contrabandistas que han
caído en nuestras manos. Seríamos injustos, pero no asesinos. Tal vez entonces
Némesis nos salvaría. Pero no, es más fácil, es más barato, ser homicidio. Solo
un orden telemático, una especie de tweet, parece que también se utilizó
Facebook, nuestros barcos: retirarse de las costas libia y tunecina. Y si
alguien del mar pide ayuda, lo remitimos a nuestros amigos africanos, que saben
qué hacer para llevarse bien con nosotros (les hemos enseñado). Las ONG dicen
que si no tienen que enviar a alguien, no contestan.
Es
un consuelo saber que hay quienes no se resignan a esta inhumanidad y buscan
ayuda en sus recursos morales, sin rendirse. Los historiadores, al contar los
malos tiempos que estamos viviendo, tal vez lo tengan en cuenta. Hubo,
escribirán, un descanso que se ha resistido, que ha proporcionado energía moral
y argumentos para redimirse.
Mario
Ardigò - Acción católica en el papa de San Clemente - Roma, Monte Sacro Valli