Domenica 20-5-18 – Solennità della Pentecoste - Lezionario dell’anno B per le domeniche e le
solennità – colore liturgico: rosso – salterio proprio del tempo
- Letture e sintesi delle omelie delle Messe domenicali delle nove e delle undici - avvisi
del parroco e di A.C.
Osservazioni
ambientali: cielo sereno; temperatura ambientale 27°C. E' una bellissima giornata di sole. Intorno alle 17:00 si addensano improvvisamente nuvole scure cariche di pioggia e la temperatura scende: il cielo si copre rapidamente.
Alla
Messa delle nove il gruppo di A.C. si siede nei banchi di sinistra, a fianco
dell’altare, guardando l’abside.
Canti della Messa delle nove: ingresso, Vieni
Spirito d’amore; Offertorio, Accogli
i nostri doni; Comunione, Hai dato un cibo; finale, Andate per
le strade.
Durante la Messa delle undici ha ricevuto il
Battesimo il piccolo Alessandro. Congratulazioni ai genitori e auguri al
battezzato di recare al mondo, crescendo, i frutti dello Spirito Santo che
rimarrà in lui!
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla
Chiesa nel mondo contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes
24. L'indole comunitaria dell'umana vocazione nel piano di Dio.
Iddio, che ha cura paterna di tutti, ha voluto che tutti gli uomini
formassero una sola famiglia e si trattassero tra loro come fratelli.
Tutti, infatti, creati ad immagine di Dio « che da un solo uomo ha prodotto
l'intero genere umano affinché popolasse tutta la terra » (At17,26), sono
chiamati al medesimo fine, che è Dio stesso. Perciò l'amor di Dio e del
prossimo è il primo e più grande comandamento. La sacra Scrittura, da parte
sua, insegna che l'amor di Dio non può essere disgiunto dall'amor del prossimo,
«e tutti gli altri precetti sono compendiati in questa frase: amerai il
prossimo tuo come te stesso. La pienezza
perciò della legge è l'amore » (Rm13,9); (1Gv4,20).
È evidente che ciò è di grande importanza per
degli uomini sempre più dipendenti gli uni dagli altri e per un mondo che va
sempre più verso l'unificazione.
Anzi, il Signore Gesù, quando prega il Padre perché « tutti siano una
cosa sola, come io e tu siamo una cosa sola » (Gv17,21), aprendoci prospettive
inaccessibili alla ragione umana, ci ha
suggerito una certa similitudine tra l'unione delle Persone divine e l'unione
dei figli di Dio nella verità e nell'amore.
Questa similitudine manifesta che l'uomo, il quale in terra è la
sola creatura che Iddio abbia voluto per se stesso, non possa ritrovarsi
pienamente se non attraverso un dono sincero di sé.
25. Interdipendenza della persona e della umana società.
Dal carattere sociale dell'uomo appare
evidente come il perfezionamento della persona umana e lo sviluppo della stessa
società siano tra loro interdipendenti.
Infatti, la persona umana, che di natura sua ha
assolutamente bisogno d'una vita sociale, è e deve essere principio, soggetto e
fine di tutte le istituzioni sociali.
Poiché la vita sociale non è qualcosa di esterno
all'uomo, l'uomo cresce in tutte le sue capacità e può rispondere alla sua
vocazione attraverso i rapporti con gli altri, la reciprocità dei servizi e il
dialogo con i fratelli. Tra i vincoli sociali che sono necessari al
perfezionamento dell'uomo, alcuni, come la famiglia e la comunità politica,
sono più immediatamente rispondenti alla sua natura intima; altri procedono
piuttosto dalla sua libera volontà.
In questo nostro tempo,
per varie cause, si moltiplicano rapporti e interdipendenze, dalle quali
nascono associazioni e istituzioni diverse di diritto pubblico o privato.
Questo fatto, che viene
chiamato socializzazione, sebbene non manchi di pericoli, tuttavia reca in sé
molti vantaggi nel rafforzamento e accrescimento delle qualità della persona
umana e nella tutela dei suoi diritti. Ma se le persone umane ricevono molto da
tale vita sociale per assolvere alla propria vocazione, anche religiosa, non si
può tuttavia negare che gli uomini dal contesto sociale nel quale vivono e sono
immersi fin dalla infanzia, spesso sono sviati dal bene e spinti al male.
È certo che i perturbamenti, così frequenti nell'ordine
sociale, provengono in parte dalla tensione che esiste in seno alle strutture
economiche, politiche e sociali.
Ma, più radicalmente,
nascono dalla superbia e dall'egoismo umano, che pervertono anche l'ambiente sociale.
Là dove l'ordine delle cose è turbato dalle conseguenze del peccato, l'uomo già
dalla nascita incline al male, trova nuovi incitamenti al peccato, che non
possono esser vinti senza grandi sforzi e senza l'aiuto della grazia.
26. Promuovere il bene comune.
Dall'interdipendenza sempre
più stretta e piano piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune - cioè l'insieme di quelle
condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli
membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente -
oggi vieppiù diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano
l'intero genere umano.
Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime
aspirazioni degli altri gruppi, anzi del bene comune dell'intera famiglia umana.
Contemporaneamente cresce la coscienza dell'eminente dignità della persona
umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono universali e
inviolabili. Occorre perciò che sia
reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per condurre una vita
veramente umana, come il vitto, il vestito, l'abitazione, il diritto a
scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il diritto
all'educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla necessaria
informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato della sua
coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà anche in
campo religioso.
L'ordine sociale pertanto e il suo progresso debbono sempre lasciar
prevalere il bene delle persone, poiché l'ordine delle cose deve essere
subordinato all'ordine delle persone e non l'inverso, secondo quanto suggerisce
il Signore stesso quando dice che il sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per
il sabato. Quell'ordine è da sviluppare
sempre più, deve avere per base la verità, realizzarsi nella giustizia, essere
vivificato dall'amore, deve trovare un equilibrio sempre più umano nella
libertà.
Per raggiungere tale scopo bisogna lavorare al rinnovamento della
mentalità e intraprendere profondi mutamenti della società. Lo Spirito di
Dio, che con mirabile provvidenza dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia
della terra, è presente a questa evoluzione.
Il fermento evangelico suscitò e suscita nel cuore dell'uomo questa
irrefrenabile esigenza di dignità.
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Letture della Messa del giorno
Prima lettura
dagli Atti degli Apostoli (At 2,1-11)
Mentre stava compiendosi
il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte
impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di
fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono
colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in
cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a
Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel
rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare
nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano:
«Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi
sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti
della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia,
della Frigia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a
Cirène, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo
parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Salmo responsoriale
Dal salmo 103
Ritornello:
Manda il tuo Spirito, Signore, a
rinnovare la terra.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.
Sia per sempre la gloria del
Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.
Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati (Gal 5,16-25)
Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare
il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e
lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda,
sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del
resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza,
idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni,
fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose
vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio.
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza,
bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c'è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue
passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche
secondo lo Spirito.
SEQUENZA
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell'uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sánguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano,
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Acclamazione al
Vangelo
Alleluia, alleluia.
Vieni, Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia.
Vangelo
dal Vangelo
secondo Giovanni (Gv 15,26-27; 16,12-15)
In quel tempo, Gesù disse
ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo
Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e
anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da
dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà
lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà
da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da
quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per
questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Sintesi dell’omelia
della Messa della domenicale delle nove
A volte può
essere difficoltoso capire il senso della solennità di Pentecoste. Che
significa che lo Spirito scende su di noi, che significa vivere secondo lo Spirito? Che cosa ricevettero gli apostoli
nel cenacolo?
La Pentecoste chiude il Tempo di Pasqua, nel
quale si medita sull’origine della nostra fede, la morte e resurrezione del
Signore. La nostra fede dà un senso alla sofferenza e alla morte e ci introduce
alla vita nello Spirito e secondo lo Spirito. Il Tempo Ordinario è centrato
proprio su questa vita.
Riceviamo la vita secondo lo Spirito come un
dono, per donarla agli altri. Parlando dello Spirito e della vita secondo lo
Spirito, non si parla da sé o di sé. E’ per questo che possiamo essere intesi
da tutti. E non si tratta solo di un parlare, ma di un rendere testimonianza. Si
viene intesi da tutti, si parlano lingue che non si conoscono e che forse
nemmeno si comprendono, proprio perché si dà quello che si è ricevuto dallo
Spirito.
Il brano degli Atti degli
apostoli ci presenta i discepoli radunati nel Cenacolo, in preghiera. Quindi
prima c’è l’azione del radunarsi e del pregare insieme, e poi c’è la discesa
dello Spirito Santo, in modo molto eclatante, e a quel punto capirono il senso
degli eventi a cui avevano assistito. E immediatamente trasmettono ciò che
hanno ricevuto parlando una lingua che tutti potevano intendere. Era la lingua
dell’amore, l’unica che tutti possono intendere. Ne parlava San Giuseppe Freinademetz (1852-1909), originario
della Val Badia. La sua lingua originaria era il ladino. Il suo tedesco non era
probabilmente dei migliori. Ma andò missionario in Cina e riuscì a farsi intendere in quel lontano
Paese innanzi tutto con la lingua dell’amore.
In questa solennità di Pentecoste chiediamo dunque al Signore di saper parlare la lingua
dell’amore, quella che tutti possono intendere, quella che riceviamo dallo
Spirito. Altrimenti il nostro parlare di fede è solo sapienza, cultura e non
basta.
In questo abbiamo un esempio di umanità e
umiltà nella Madonna, della quale nelle Scritture vengono riferite poche
parole, ma che sapeva conservare nel suo cuore l’insegnamento dello Spirito.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del celebrante – Azione Cattolica in San Clemente Papa– Roma, Monte Sacro Valli
Sintesi dell’omelia della
Messa della domenicale delle undici
La lettura tratta dagli Atti degli Apostoli e quella
tratta dalla lettera di san Paolo ai Galati ci spiegano che cosa è la
Pentecoste e che cosa significa che lo Spirito Santo discende sulla Chiesa.
Dopo la Crocifissione i discepoli si erano
dispersi. Nella Pentecoste si radunano con la Madonna e insieme ricevono la
discesa dello Spirito Santo. Allora riprendono coscienza della missione che il
Signore aveva loro affidato e vanno per il mondo per diffondere il Vangelo. Lo
Spirito Santo li unisce e dà loro la capacità di essere intesi dagli altri,
anche di etnie e lingue diverse. Perché parlano la lingua dell’amore, che è
intesa da tutti.
In cucina si usano le salse per legare le
varie componenti di una pietanza. Lo Spirito Santo può essere pensato come
qualcosa di simile. Mantiene unita la Chiesa nella sua missione nel mondo. Le dà la capacità di farsi intendere da tutti,
parlando la lingua dell’amore, che ognuno capisce, quella che ci insegna lo
Spirito Santo
Pentecoste significa cinque settimane dopo
Pasqua. Nell’ebraismo celebra l’unione di Dio con il suo popolo. Nel cristianesimo l’unione dell’umanità
Lo Spirito Santo è stato anche presentato come
il bacio del Padre al Figlio (1). Anche
noi dobbiamo essere capace di questo bacio accostando gli altri.
A volte ci presentiamo come un agglomerato di
rancorosi. Lo Spirito Santo ci spinge ad essere diversi e ci dà la capacità di
esserlo.
Chiediamoci che cosa ha prodotto in noi il
dono dello Spirito Santo. Andiamo nel mondo a diffondere l’amore di Dio.
(1) O amore,
tu sei, nella santa Trinità,
il dolcissimo bacio che unisce in modo così stretto
il Padre al Figlio.
Tu sei quel bacio di salvezza
che la maestà divina ha impresso
sulla nostra umanità mediante il Figlio.
[SantaGertrude di Helfta - 1220-1291 - monaca
cistercense - Exercitium divini amoris]
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del
celebrante – Azione Cattolica in San Clemente Papa– Roma, Monte Sacro Valli
Avvisi del parroco:
-
si sta organizzando l’Oratorio estivo. Tutti i genitori sono invitati non solo
a farvi partecipare i propri ragazzi, ma anche a partecipare loro stessi per
prendersi cura dei più giovani, per collaborare così alla loro formazione umana
e di fede.
Avvisi di A.C.
- la prossima riunione infrasettimanale del
gruppo parrocchiale di AC si terrà martedì 22-5-17, alle ore 17, in sala rossa.