Vuoto
o assenza
Stamattina Gianfranco Ravasi ha concelebrato la Messa per il Natale nella cappella del palazzo dell’ente Mutilati e invalidi di guerra dove il nostro ufficio ha in affitto alcuni piani.
Queste le letture
bibliche:
Prima
Lettura
La nascita di Sansone è annunciata dall'angelo.
Dal libro dei Giudici
Gdc 13,2-7.24-25a
In quei giorni, c'era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato
Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.
L'angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e
non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guàrdati dal
bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d'impuro. Poiché, ecco, tu
concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il
fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare
Israele dalle mani dei Filistei».
La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l'aspetto
di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove
veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: "Ecco, tu
concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e
non mangiare nulla d'impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal
seno materno fino al giorno della sua morte"».
E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore
lo benedisse. Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui.
Vangelo
La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall'angelo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,5-25
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della
classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome
Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili
tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché
Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al
Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l'usanza
del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta
dell'incenso.
Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregando nell'ora dell'incenso.
Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare
dell'incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma
l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e
tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai
gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli
sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà
colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli
d'Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la
potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli
alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all'angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e
mia moglie è avanti negli anni». L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che
sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto
annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui
queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si
compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo
indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che
nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta,
sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che
cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la
mia vergogna fra gli uomini».
Parola del Signore.
Si tratta di due “annunciazioni” parallele,
accomunate dal fatto di riguardare due donne sterili. La sterilità richiama
l’esperienza del deserto, ha spiegato Ravasi nell’omelia, che i biblici
israeliti vissero per quarant’anni, e il deserto richiama l’immagine di ciò che
c’era prima della Creazione, secondo Genesi 1,2:
La
terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di
Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: "Sia la luce!". E la luce
fu. [versione CEI 2008]
Un vuoto.
Lo sperimenta chi si trova come incastrato in un ruolo sociale senza più credervi. Ciò che può accadere alla gente che stamattina componeva l’assemblea liturgica.
Ravasi ha citato il personaggio di un romanzo
dello scrittore francese George Bernanos, L’impostore: un prete che
continua a esercitare il suo ministero senza più credere in Dio.
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Trama del romanzo da ChatGPt
di OpenAI
Il romanzo
**"L’impostore"** (1927) di Georges Bernanos è una profonda
riflessione sulla fede, la colpa e l’autenticità della vita spirituale. La
trama segue le vicende di **Chanteau**, un prete che, pur vivendo una vita
apparentemente devota, si sente sempre più intrappolato nella sua mancanza di
autentica fede e nella falsità del suo ruolo sacerdotale.
### Trama in breve:
Padre Chanteau è un sacerdote
che, dopo aver vissuto in Africa per molti anni, torna in Francia, ospite di un
vecchio amico, il curato di un piccolo villaggio. Tuttavia, sin dall’inizio
emerge il suo conflitto interiore: Chanteau ha perso la fede, ma continua a
vivere come sacerdote per inerzia e per paura di affrontare la verità su se
stesso.
La sua crisi di coscienza si
acuisce quando si rende conto dell’effetto che il suo ruolo e le sue azioni
hanno sugli altri. Incapace di trovare una via d’uscita onesta e consumato
dalla consapevolezza della propria ipocrisia, Chanteau si confronta con la
propria debolezza e con la tensione tra la necessità di essere autentico e il
desiderio di non deludere gli altri.
### Temi principali:
- **La crisi della fede**:
Bernanos esplora le difficoltà del mantenere una fede viva e autentica,
soprattutto per chi dovrebbe esserne guida.
- **L’autenticità
personale**: Il romanzo mette in luce il pericolo di vivere una vita fondata
sull’inganno, anche con buone intenzioni.
- **Il peso della
vocazione**: Viene analizzato il fardello che comporta la vita sacerdotale, in
particolare quando manca una vera convinzione.
L’opera è caratterizzata da
uno stile intenso, tipico di Bernanos, che indaga con profondità i conflitti
interiori del protagonista, trasformando la sua storia in un’esplorazione
universale sulla lotta tra verità e menzogna nella vita umana.
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Nell’Occidente contemporaneo si può
sperimentare quel tipo di vuoto, in particolare se si viene incastrati nella
mentalità consumistica.
L’assenza è diversa dal vuoto.
La sperimenta anche la persona religiosa, verso Dio. Dio può essere sentito
come assente.
Ravasi quest’anno passa il Natale con le
sorelle qui a Roma, ci ha detto. Negli anni scorsi però lo trascorrevano nella
casa di famiglia, nel luogo di origine nel Nord, mangiando allo stesso tavolo
dove quand’erano più giovani pranzavano con i genitori, morti entrambi. Ci sono
i loro posti abituali: non sono vuoti, i genitori sono solo assenti, ma
sempre presenti per i loro figli lì convenuti.
L’annuncio di fede riempie il vuoto
dell’animo umano.
Il celebrante ha concluso l’omelia lasciando
parlare un filosofo, il danese Soren Kierkegaard, e il poeta e drammaturgo
tedesco Bertold Brecht.
Il primo, in una sua lettera, dice che il
mondo contemporaneo è come una nave in cui il comandante è il cuoco. L’altoparlante
di bordo non spiega ai passeggeri dove si sta andando ma il menù del giorno.
Brecht in una poesia scrisse: “sto seduto sul
bordo della strada mentre l’autista sostituisce una ruota. Non so da dove vengo
né dove vado. Perché allora sono tanto impaziente di riprendere il viaggio?”.
Il canto iniziale è stato Grandi cose, scritto da Marco Frisina sulla base del salmo 126:
Grandi cose ha fatto il
Signore per noi,
ha fatto germogliare fiori
fra le rocce;
grandi cose ha fatto il
Signore per noi,
ci ha riportati liberi alla
nostra terra.
Ed ora possiamo cantare,
possiamo gridare
l'amore che Dio ha versato su
noi.
Tu che sai strappare dalla
morte,
hai sollevato il nostro viso
dalla polvere.
Tu che hai sentito il nostro
pianto,
nel nostro cuore hai messo
un seme di felicità.
Ravasi
è persona di cultura apprezzata anche al di fuori del mondo ecclesiale. È uno
scrittore molto prolifico. Di suo sto leggendo Biografia di Gesù, pubblicato
nel 2021 dall’editore Raffaello Cortina, anche in eBook e Kindle, uno scritto
divulgativo ma non devozionale, che riporta le acquisizioni filologiche, bibliche,
storiche, archeologiche, antropologiche più
affidabili. In definitiva le prossime festività, Natale, Capodanno ed Epifania
ruotano intorno a quella figura, la cui memoria parla però anche delle
popolazioni cristiane fin dalle origini e ne è inseparabile. Perché i cristianesimi,
nel bene e anche nel molto male che ne è storicamente derivato, sono opera
loro.
Davvero, da persone cristiane, si sa dove si
viene e dove si va, al di là dei miti religiosi?
Vivo tra i cristiani da una vita e sono parte
viva della mia Chiesa, nella quale sono nato cercando poi di divenire cristiano,
su questa via affratellato anche con i cristiani delle altre Chiese. Sulle
questioni di dove si viene e dove si va non mi pare di trovarmi in una
condizione diversa dalle persone che non sono mai state o non sono più
religiose. Una certa angoscia rimane. Nel mio apostolato cerco di non suscitare
mai aspettative che non possono essere esaudite. Posso dire però che la mia fede
cristiana mi è stata utile per capire chi voglio essere ora, oggi, finché sarò.
Dio è luce, è scritto in diverse parti
della Bibbia. Che le prossime festività portino luce nelle vostre vite!
Mario Ardigò