Il nostro Natale. Chi siamo e chi vogliamo essere
Fin da ragazzo mi ha impressionato l’enorme sproporzione tra ciò che sappiamo realmente (congetture a parte) di Gesù di Nazaret, molto poco e per di più impreciso, e le vastissime conseguenze che se ne sono tratte nelle culture cristianizzate per organizzare i fatti sociali anche sotto l’aspetto dell’etica personale. Per di più, ciò che se n’è fatto derivare non è stato coerente e costante nei secoli in cui si sono sviluppate le cristianità, vale a dire le civiltà cristianizzate, dove la cristianizzazione si è prodotta per via culturale, vale a dire mediante narrazioni e costumi che si sono imposti in società venendone a improntare anche diritto e mentalità comune con una certa stabilità di generazione in generazione, costituendo in tal modo tradizioni. Da questo deriva che solo in linea di grande approssimazione si può parlare di cristianesimo, dove, approfondendo, ci si rivelano invece molteplici cristianesimi.
La tradizione ha una grande importanza nelle argomentazioni delle teologie cristiane. In generale più una tradizione è vasta, costante e risalente nel tempo, più le si attribuisce autorevolezza. Su questa convinzione si basa anche il concetto di sensus fidei, vale a dire l’intuizione che il popolo credente avrebbe nel suo complesso su quale siano gli orientamenti teologici ed etici conformi alla volontà divina, anche non sapendo argomentare razionalmente.
Nel rapporto con le tradizioni cerchiamo spesso di montare sulle spalle di giganti del passato, rifacendoci a tradizioni più antiche, e perciò più autorevoli, di quelle che si cerca di confutare, non solo per non dover partire sempre da zero ma soprattutto per aumentare prestigio e credibilità, al di là della forza delle argomentazioni. Su questo tema consiglio di leggere la lezione di Umberto Eco “Sulle spalle dei giganti”, scritta per il festival Milanesiana del 2001 e pubblicata nel volume Sulle spalle dei giganti, edito nel 2017 da La nave di Teseo, anche in eBook e Kindle, con anche notizie storiche sull’uso di quell’espressione.
Negli anni ’70 il biologo Richard Dawkins notò un parallelismo tra l’evoluzione naturale biologica e l’evoluzione culturale, la prima sorretta da mutazioni dei geni, la seconda da quelle di unità culturali da lui denominate memi.
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[notizie sintetiche su Dawkins e la sua teoria evoluzionistica dei memi con l’aiuto di ChatGPT di OpenAI]
### **Notizie biografiche su Richard Dawkins**
Richard Dawkins (nato il **26 marzo 1941** a Nairobi, Kenya) è un biologo evoluzionista, etologo e divulgatore scientifico britannico. È noto per i suoi contributi alla teoria dell'evoluzione e per la sua visione esplicitamente atea e critica verso la religione.
- **Carriera accademica**:
Dawkins ha studiato zoologia presso l'Università di Oxford, dove è stato allievo di Nikolaas Tinbergen, premio Nobel per la fisiologia e la medicina. Dal 1995 al 2008 ha ricoperto la cattedra di "Public Understanding of Science" a Oxford.
- **Opere principali**:
1. *The Selfish Gene* (1976, tradotto come *Il gene egoista*), dove espone le sue teorie sull'evoluzione incentrate sui geni.
2. *The Extended Phenotype* (1982), che approfondisce il ruolo dei geni nell'influenzare il comportamento e l'ambiente.
3. *The God Delusion* (2006, tradotto come *L'illusione di Dio*), una critica al teismo e alla religione organizzata.
### **Sintesi del concetto di "memi"**
Il concetto di **meme** è stato introdotto da Dawkins in *The Selfish Gene* (1976). Secondo Dawkins, un **meme** è un'unità di informazione culturale che si propaga da una mente all'altra attraverso l'imitazione, simile a come i geni trasmettono informazioni biologiche.
#### Caratteristiche principali:
1. **Analogia con i geni**: I memi, come i geni, sono soggetti a variazione, selezione e replicazione.
2. **Esempi di memi**: Idee, canzoni, mode, rituali, credenze religiose o qualsiasi elemento culturale che può essere trasmesso e modificato.
3. **Propagazione**: I memi si diffondono attraverso l'apprendimento e l'imitazione, sfruttando la capacità degli esseri umani di comunicare e socializzare.
4. **Selezione culturale**: I memi più "adattivi" sopravvivono, diventando dominanti in una data cultura, mentre altri si estinguono.
#### Importanza del concetto:
Dawkins ha introdotto i memi per evidenziare che la trasmissione culturale segue dinamiche evolutive parallele a quelle biologiche. Questo concetto ha avuto un grande impatto in vari ambiti, inclusi studi sulla cultura, la comunicazione e la tecnologia (come i "meme" di Internet).
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Secondo la paleoantropologia si ritiene che la nostra specie sia il risultato di un’evoluzione biologica durata circa tre milioni di anni e che il nostro cervello sia più o meno lo stesso di quello di trecentomila anni fa. Le tracce di società caratterizzate da culture evolute risalgono a circa settantamila anni fa, la preistoria si fa terminare circa cinquemila anni fa, ma le culture umane hanno manifestato una velocissima e pluralistica evoluzione da circa tre secoli e l’accelerazione si è fatta vertiginosa da settant’anni. La popolazione mondiale da metà Settecento ad oggi è passata da circa ottocento milioni di persone a oltre otto miliardi. L’accelerazione dell’evoluzione culturale appare legata allo sviluppo scientifico e tecnologico in ambienti dominati da sistemi politici che non ostacolavano la circolazione delle idee anche mediante nuove tecnologie di comunicazione e all’aumento della popolazione. Ai tempi del Concilio di Nicea, svoltosi nel Quarto secolo, al quale risale il Credo Cristiano che recitiamo nella messa domenicale, la popolazione dell’Impero romano è stimata in circa settanta milioni di persone.
Lo sviluppo per rapidissima evoluzione culturale caratterizza l’era nostra molto più che nell’antichità, quando iniziarono a diffondersi i cristianesimi. Questi ultimi, ai nostri tempi, stanno andando incontro a fenomeni evolutivi analoghi a quelli che caratterizzano le società in cui vivono, nonostante le resistenze che le gerarchie ecclesiastiche in genere oppongono. E, di solito, in ambito ecclesiastico le novità vengono presentate come un ritorno alle origini, secondo il metodo di presentarsi sulle spalle dei giganti. Una analisi senza pregiudizi facilmente ne rivela però la vera natura di novità. Su queste basi, si può argomentare che non v’è mai stata prima d’ora una Chiesa cattolica come l’attuale. È un bene o un male?
I cristianesimi, e anche quello della nostra Chiesa, espressero storicamente una violenza pubblica intensissima e vasta, addirittura stragista in varie fasi. Questo in particolare nel Basso Medioevo, dall’Undicesimo al Tredicesimo secolo, con le guerre delle Crociate contro regimi islamizzati per riprendere e mantenere il controllo della Palestina (denominata Terra Santa perché teatro della vita, morte e resurrezione di Gesù oltre che degli altri eventi biblici), dal Sedicesimo secolo al Diciannovesimo, con la colonizzazione stragista delle Americhe, e dal Sedicesimo al Diciassettesimo secolo in Europa con le guerre tra regimi cristianizzati cattolici e protestanti. Inoltre dal Dodicesimo al Diciannovesimo secolo operarono efferati sistemi di polizia ideologica espressi dal Papato romano e da regimi cristianizzati cattolici i quali vollero costituire una brutale repressione di quel sensus fidei delle popolazioni cristianizzate del quale oggi sembra volersi fare gran conto.
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Inquisizioni – ricerca mediante ChatGPT di OpenAi
L'**Inquisizione cattolica** operò in diverse forme e periodi storici, a partire dal **XII secolo** fino al **XIX secolo**, con significative variazioni nei metodi, negli obiettivi e nella portata geografica.
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### **1. Inquisizione medievale (XII-XIV secolo)**:
- **Origine**: Istituita intorno al **1184** da Papa Lucio III con la bolla *Ad abolendam* per contrastare le eresie, in particolare quella dei **catari** e successivamente dei **valdesi**.
- **Caratteristiche**:
- Operò principalmente in Francia, Italia e Germania.
- Era gestita da ordini religiosi, come i **domenicani** e i **francescani**, con il compito di indagare e giudicare i sospetti di eresia.
- **Metodo**: Prevalentemente processi ecclesiastici, con il supporto del potere secolare per l'applicazione delle pene (comprese le condanne al rogo).
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### **2. Inquisizione spagnola (1478-1834)**:
- **Fondazione**: Istituita nel **1478** dai Re Cattolici, Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, con l'approvazione di Papa Sisto IV.
- **Obiettivi**:
- Garantire l'ortodossia della fede cattolica in Spagna.
- Perseguitare conversos (ebrei convertiti al cristianesimo) e moriscos (musulmani convertiti), sospettati di praticare segretamente la loro religione originale.
- **Metodo**: Tribunali severi e l'uso sistematico della tortura per ottenere confessioni.
- **Abolizione**: Fu abolita ufficialmente nel **1834**.
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### **3. Inquisizione romana (1542-abolita nel XIX secolo)**:
- **Fondazione**: Istituita nel **1542** da Papa Paolo III con la bolla *Licet ab initio*, come parte della **Controriforma**, per contrastare il protestantesimo e altre eresie.
- **Caratteristiche**:
- Nota anche come **Congregazione dell'Inquisizione Romana** (divenuta poi Congregazione per la Dottrina della Fede nel 1908).
- Processò figure come **Galileo Galilei** (condannato nel 1633 per eresia relativa alla teoria eliocentrica).
- **Durata**: Continuò a operare con funzioni ridotte fino al **XIX secolo**.
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### **4. Inquisizione portoghese (1536-1821)**:
- **Fondazione**: Istituita nel **1536** su richiesta del re Giovanni III e approvata da Papa Paolo III.- **Obiettivi**: Simili all'Inquisizione spagnola, mirava a controllare conversos e moriscos in Portogallo e nei suoi domini coloniali.
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### **Fine dell'Inquisizione**:
- L'Inquisizione fu progressivamente smantellata nel corso del **XIX secolo**, in seguito alle trasformazioni politiche e culturali dell'epoca, come:
- L'Illuminismo.
- Le riforme napoleoniche.
- La crescente secolarizzazione degli Stati europei.
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### **Conclusione**:
L'Inquisizione cattolica operò in diverse forme dal **XII secolo** fino al **XIX secolo**, adattandosi ai contesti storici e politici. Sebbene abolita come sistema di tribunali, alcune sue funzioni, come la tutela della dottrina cattolica, furono trasferite ad altri organi della Chiesa, come la Congregazione per la Dottrina della Fede.
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Ai tempi nostri quegli orrori ci sono alle spalle e questo grazie ad un’evoluzione culturale che ha integrato nella dottrina alcune acquisizioni dell’ideologia democratica contemporanea, scomunicata ancora nel 1901 con l’enciclica Le gravi dispute sociali – Graves de communi re, con la quale venne considerato eretico il movimento politico democratico-cristiano. Naturalmente, secondo il metodo Sulle spalle dei giganti, si vuole convincere che questa evoluzione sarebbe un ritorno alle origini, all’insegnamento evangelico. Lo stesso è accaduto sul tema della pace: oggi la dottrina sociale presenta la nostra Chiesa, addirittura ogni altra religione, come azione di pace, nonostante l’evidenza storica del contrario.
Nel tempo liturgico del Natale si è esortati a riflettere sulla nostra relazione vitale con Gesù risorto, il Redentore, il Cristo dei cristiani. Di solito però nella predicazione ci si limita a ricordare le narrazioni bibliche e a proporre la dottrina teologica contemporanea. Eppure la storia, non solo quella ecclesiastica ma quella in generale, è strettamente legata con le memorie del Maestro. Su quel pochissimo che sappiamo veramente di lui si è innestata un’imponente evoluzione culturale e cercare di far andare a ritroso la storia è impossibile, e quindi inutile, perché le società umane (per nostra buona sorte) sono troppo cambiate dai tempi antichi, ma anche da quelli parimenti efferati molto più vicino a noi.
Oggi, in una umanità di otto miliardi di persone, si hanno remore verso guerre totali come quelle che vennero combattute fino agli scorsi anni Novanta (molto vicino a noi, dunque). E, nonostante la consapevolezza delle indicibili sofferenze, fino al genocidio, inflitte a popolazioni ebraiche europee nei poco più di dodici anni del totalitarismo nazista hitleriano, si ha orrore della guerra stragista che il regime ebraico israeliano (da non confondere con la popolazione israeliana) ha scatenato nella striscia di Gaza, nei luoghi stessi delle Guerre Sante stragiste cristiane nel Basso Medioevo.
Così, nel tempo di Natale, è divenuta centrale la questione del come si è e anche del come si vuole essere da persone cristiane, nell’ispirazione agli insegnamenti evangelici e nella realistica consapevolezza di come furono storicamente di volta in volta intesi. Scelte non da poco, per le quali spesso non si è avuta una formazione sufficiente,
È il caso anche del Giubileo, un altro modo di celebrare il Natale a determinate scadenze dalla nascita di Gesù, che si è iniziato ieri. Storicamente originò dalla volontà imperiale di uno dei tremendi Papi del Basso Medioevo, al termine dell’era stragista delle Crociate, e, come ha ricordato lo storico Cardini ieri in un’intervista su La Stampa, la celebrazione degli anni giubilari, a parte quelli degli ultimi due secoli, fu occasione di caos delinquenziale nella città di Roma, che già normalmente non brillava per la moralità del clero. La mercificazione delle indulgenze (il Giubileo è centrato sulla concessione di indulgenza pienissima, applicabile anche ai defunti, mediante certe pie pratiche e opere di misericordia) fu poi all’origine della ribellione a quella corruzione espressa dalla Riforma protestante nel Cinquecento. Ai tempi nostri al Giubileo, pur mantenendo la concessione dell’indulgenza, si danno connotati diversi, in particolare di approfondimento della propria fede e dei conseguenti doveri sociali verso il prossimo.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli