Narrazioni per adulti
Le cose “per adulti” di solito hanno a
che fare con il sesso, che anche negli spettacoli del genere horror è in qualche modo implicato.
Questo dimostra una certa sfiducia per la gente di quell’età. Invece si idealizza,
credo a torto, l’età della prima giovinezza nella quale il sesso è, per ragioni
naturali, tra i primi interessi della vita. Il sesso dei più giovani è però l’incubo
dei genitori e dei formatori, ed anche di quelli ecclesiastici. Alla fine, ci
si può convincere che tutto ruota intorno a quello, e penso che, sempre per
ragioni biologiche, sia proprio così, almeno nella vita personale. In genere le
strategie contenitive valgono a poco, perché la biologia ci domina, in quanto
siamo organismi e siamo diventati quello che siamo attraverso una accidentata
storia evolutiva e riprogrammarci risulta, in fondo, impossibile.
Ma qui di narrazioni per adulti scrivo in un senso diverso.
Sto leggendo un interessante libro
divulgativo su come si pensa funzioni la nostra mente, di Daniel Clement
Dennet, Consciousness Explained [La coscienza spiegata **/ˈkɑn.ʃəs.nəs
ɪkˈspleɪnd/** - *Consciousness*: /ˈkɑn.ʃəs.nəs/ – con accento sulla prima
sillaba - - *Explained*: /ɪkˈspleɪnd/ – con accento sulla seconda sillaba – da
ChatGPT], del 1991, pubblicato lo scorso anno dall’editore Raffaelo Cortina con
il titolo Coscienza – Che cos’è, anche in formato E-book. Alla
nota 1 trovate una breve biografia dell’autore. Si tratta di un testo datato,
tenendo conto della velocità con cui si sono sviluppate le neuroscienza
contemporanee, anche sullo stimolo dei risultati tecnologici in materia di
intelligenza artificiale, ma viene considerato ancora interessante dagli
specialisti.
Dennet sottolinea l’importanza delle
narrazioni nella costruzione dell’immagine psichica della realtà che ci
circonda, elaborata dal nostro sistema nervoso. Ho trovato la medesima
considerazione in un altro testo divulgativo di un importante specialista nella
psicologia Daniel Kahneman [nota biografica alla nota 2]. Di Kahneman ho letto
con molto interesse Pensieri lenti e veloci, del 2011, edito nel 2020 da
Mondadori, anche in E-book.
Ci figuriamo la realtà, e noi stessi in essa, per come
ci viene narrata da persone nelle quali emotivamente riponiamo fiducia. C’è un
mondo oggettivo fuori di noi, ma ci appare per come viene costruito nei nostri processi mentali,
nei quali le narrazioni altrui sono essenziali. Naturalmente ogni persona acquisisce
proprie narrazioni ed esse sono importanti per le altre persone intorno con le
quali riesce ad avere relazioni forti. Così è stato scritto che la realtà è una
costruzione sociale. Si può leggere in merito di Peter Ludwig Berger e Daniel
Luckman La realtà come costruzione sociale, pubblicato in italiano dal Il
Mulino nel 1997, purtroppo non disponibile in formato E-book ma ancora reperibile
sul mercato.
Questo può spiegare i problemi che i
cristianesimi incontrano nel mantenere la loro affermazione sociale: le loro
narrazioni in alcuni ambienti sono
diventate obsolete e non agganciano più le persone. In particolare ciò accade nell’Europa
occidentale per le dottrine delle Chiese storiche. Questo non significa che i cristianesimi
siano fenomeni recessivi a livello mondiale,
tutt’altro. Ne ha scritto Peter Ludwig Berger, del quale consiglio la lettura
di I molti altari della modernità, pubblicato nel 2023 da Emi, anche in E-book.
Questa insufficienza delle narrazioni
religiose mi è molto evidente per la mia classe d’età, degli anziani giovani,
ma la situazione non mi pare diversa per gli altri adulti ultratrentenni. Per i
più giovani mi pare che la mentalità sia invece più simile a quella dell’adolescenza,
disposta a lasciarsi sorprendere in un contesto in cui si è immersi in ambienti
dei quali si inizia a fare esperienza personale.
In genere, anche per le persone adulte, e addirittura
per gli anziani, si inizia dalle narrazioni della mitologia religiosa, più che
altro finalizzate a correzioni etiche. Ci si aiuta con il sacro, diciamo con effetti
speciali. Ma si tratta di una via poco produttiva se si vuole lasciare una
traccia profonda. Al più serve a riportare la gente a messa per un po’ e a ottenere
la ripresa di pratiche devozionali.
Così poi si hanno persone adulte, genitori e
nonni, poco efficaci nella tradizione della fede. E’ a loro che le persone più
giovani si rivolgono per acquisire narrazioni significative, ma ne trovano solo
di artefatte, superficialmente assimilate, e soprattutto poco integrate, e
integrabili, con la vita reale. La religione così viene considerata un po’,
come è stato efficacemente osservato, solo come la ciliegina sulla torta,
che se c’è è decorativa ma non è indispensabile.
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NOTE:
[da
ricerche mediante ChatGPT di OpenAI del 14-11-24]
1. Daniel Clement Dennett (nato nel 1942) è un filosofo statunitense, noto per
il suo lavoro interdisciplinare che intreccia filosofia della mente, scienze
cognitive e biologia evoluzionistica. Professore presso la Tufts University,
Dennett è una figura di spicco nello studio della coscienza e dell'intelligenza.
Il suo approccio naturalistico e scientifico alla filosofia ha influenzato
profondamente il modo in cui si indaga la mente e la coscienza.
Tra le sue opere principali vi è
*"Consciousness Explained"* (1991), un'opera fondamentale in cui
Dennett propone la teoria della coscienza come "illusione di un teatro
cartesiano". Egli sostiene che la coscienza non sia un’entità separata o
un nucleo centrale, ma piuttosto un insieme di processi cognitivi che lavorano
in parallelo e producono l’esperienza unitaria della coscienza. Secondo
Dennett, la coscienza è un'illusione creata dall’interazione di vari processi
mentali che competono e collaborano, formando una narrativa coerente. Questa
visione, detta del "modello dell'ordine multiplo", nega la presenza
di un io centrale, sostenendo invece che la coscienza emerga come un
insieme di interpretazioni cognitive che ci danno l'impressione di
un’esperienza unitaria.
Altre opere rilevanti includono
*"Darwin’s Dangerous Idea" [La pericolosa idea di Darwin*
(1995), dove esplora le implicazioni della teoria dell’evoluzione di Darwin,
sostenendo che essa sia un’idea capace di spiegare fenomeni complessi come la
mente e la cultura umana. In *"Freedom Evolves"*[La libertà evolve]
(2003), Dennett argomenta che il libero arbitrio è compatibile con il
determinismo, se inteso come una capacità evolutiva degli esseri umani di
prendere decisioni in modo razionale.
Nel suo libro *"Breaking the
Spell"* [Spezzare l’incantesimo] (2006), Dennett applica la stessa
logica evoluzionistica per indagare l'origine e la funzione delle credenze
religiose, sollevando discussioni accese nel dibattito tra scienza e religione.
2. Daniel Kahneman, nato nel 1934 a Tel Aviv, è uno psicologo
israeliano-americano noto per i suoi studi sulla psicologia del giudizio e
delle decisioni e per aver contribuito significativamente alla teoria economica
comportamentale. Kahneman ha trascorso l'infanzia in Francia durante
l'occupazione nazista e si è trasferito in Palestina nel 1948. Ha conseguito la
laurea in Psicologia presso l'Università Ebraica di Gerusalemme e il dottorato
presso l'Università della California, Berkeley. Nel corso della sua carriera,
ha insegnato in università prestigiose, tra cui Princeton.
Kahneman è famoso per la sua collaborazione
con Amos Tversky, con cui ha sviluppato la **Teoria del Prospetto** (Prospect
Theory). Pubblicata nel 1979, questa teoria descrive come le persone prendano
decisioni in condizioni di rischio, mostrando che tendono a evitare le perdite
piuttosto che cercare guadagni equivalenti, un comportamento contrario ai
modelli economici tradizionali di razionalità. La Teoria del Prospetto ha
rivoluzionato l'economia comportamentale e ha portato a una nuova comprensione
delle decisioni umane. Grazie a questo lavoro, Kahneman ha ricevuto nel 2002 il
Premio Nobel per l'Economia (postumo per Tversky, scomparso nel 1996).
L'opera principale di Kahneman è
*"Thinking, Fast and Slow"* (2011), in cui espone il concetto dei due
sistemi di pensiero: il **Sistema 1** (rapido, intuitivo e automatico) e il
**Sistema 2** (lento, riflessivo e logico). Il Sistema 1 è dominante nelle
decisioni quotidiane e soggetto a errori e bias, mentre il Sistema 2 entra in
gioco per compiti più complessi, richiedendo sforzo e attenzione. Kahneman
esplora vari bias [distorsione /ˈbaɪ.əs/] cognitivi [legati a
come funziona la nostra mente], come l'ancoraggio e la sovrastima, mostrando
come influenzino le nostre scelte.
Il
lavoro di Kahneman ha profondamente influenzato campi come l'economia, la
psicologia, la medicina e il diritto. Il suo approccio ha portato a una
comprensione più realistica e complessa della razionalità umana, trasformando
il modo in cui pensiamo alle decisioni e al comportamento umano.
3. Peter Ludwig Berger (1929-2017) è
stato un sociologo e teologo statunitense di origine austriaca, famoso per i
suoi studi sulla sociologia della conoscenza e della religione. Nato a Vienna,
emigrò negli Stati Uniti nel 1946 e si laureò al Wagner College di New York,
conseguendo poi il dottorato alla New School for Social Research. Durante la
sua carriera ha insegnato in prestigiose università, tra cui Boston University,
dove ha diretto l'Institute on Culture, Religion, and World Affairs.
Le opere principali di Berger includono
*"The Social Construction of Reality"* (1966), scritto con Thomas
Luckmann, un testo fondamentale che introduce la teoria della costruzione
sociale della realtà. Secondo Berger e Luckmann, la realtà sociale non è
oggettiva e data, ma viene continuamente costruita dagli individui attraverso
le loro interazioni. Questo approccio, che si ricollega alla fenomenologia di
Alfred Schütz, ha avuto un enorme impatto sulla sociologia contemporanea.
Un'altra opera importante è *"The Sacred
Canopy: Elements of a Sociological Theory of Religion"* (1967), dove
Berger esplora il ruolo della religione nella costruzione della realtà. La
religione, secondo Berger, fornisce una "copertura sacra" o un
"canopy" per gli esseri umani, offrendo ordine e significato
all'esistenza attraverso narrazioni condivise. Egli sostiene che la religione
legittimi l'ordine sociale, fungendo da supporto per le istituzioni e i valori
collettivi.
In materia di religione, Berger ha sviluppato
il concetto di "nomos" – l'insieme di norme e significati che
stabiliscono un ordine nell'esperienza umana. Secondo lui, la religione crea e
preserva il nomos, permettendo alle persone di affrontare l'incertezza e
l'anomia. Negli anni '70, Berger teorizzò la secolarizzazione come un processo
inevitabile delle società moderne. Tuttavia, negli anni '90, osservando il
persistere della religione in molti contesti, revisionò la sua posizione,
affermando che la modernizzazione porta sì alla pluralizzazione delle credenze,
ma non necessariamente alla loro scomparsa.
La sua opera *"A Far Glory: The Quest for
Faith in an Age of Credulity"* (1992) riflette questo cambiamento,
approfondendo il ruolo della fede in una società pluralistica. Berger ha anche
scritto *"The Heretical Imperative"* (1979), esplorando come la
modernità spinga gli individui a scegliere attivamente le proprie credenze,
piuttosto che accettarle passivamente come facevano in passato.
Il pensiero di Berger sulla religione è
innovativo perché analizza la fede non solo come sistema di credenze, ma come
fenomeno sociale che modella e organizza la realtà. I suoi studi sul pluralismo
religioso mostrano come la modernità non elimini la religione, ma la renda una
scelta personale, aprendo la strada alla "competizione" tra credenze
in una società globalizzata. Berger ha così contribuito in modo significativo a
una comprensione sociologica della religione, influenzando il modo in cui
vediamo la fede e la spiritualità nel mondo moderno.
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Mario
Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa
- Roma, Monte Sacro, Valli