Intelligenza
artificiale, nuovo dio?
Spesso troviamo
ciò che si dice negli ambienti religiosi molto noioso perché non c’è la vita in
cui siamo immersi. Ci si ripete a
vicenda il già detto e già scritto da
altri, come si fa nel rito. Così certi racconti religiosi a sfondo biblico
sembrano solo favole. Ma la Bibbia non serve a questo, non è stata pensata per
questo. Dovrebbe consentirci di trovare il senso della nostra realtà, ma
non può funzionare se non è messa a contatto con essa.
Può sembrare strano ad alcune persone di
fede, ma la vera utilità della religione non sta nell’estrarci dal
nostro mondo, anche solo temporaneamente, in modo da consentirci di avere un
po’ di requie. Poi c’è chi la vive così e non ho nulla da obiettare. Faccia
pure.
Se però ci proponiamo di influire in società
da persone religiose, vale a dire difendendo l’idea che, in fin dei conti, tutto
abbia senso, e un senso buono, allora dobbiamo impratichirci nel
ragionare religiosamente a partire da ciò che realmente accade. Quando
lo facciamo di solito è per giudicarci e giudicare gli altri, vale a dire per
trovare un orientamento etico per noi stessi e nelle relazioni con altre
persone in un giudizio sul passato. Fin da piccoli ci abituano all’esame
di coscienza. Ma è possibile cominciare a lavorare lasciando da parte questo
aspetto, in particolare per affrontare il futuro. Prima è necessario
capire bene ciò che si muove intorno a noi. Così, in un piccolo gruppo di
approfondimento, può essere utile partire da un quotidiano. Perché non da un
telegiornale ad esempio? Perché la pagina scritta ti rimane davanti. Per ciò
che vediamo o sentiamo in un telegiornale dobbiamo invece affidarci alla memoria. La
pagina scritta è un aiuto alla memoria. Naturalmente non è indispensabile che
il testo sia stampato, possiamo leggerlo anche su un video, ad esempio sul
nostro tablet, come state facendo in questo momento.
Ieri, ad esempio, su La Repubblica ho notato
un articolo dal titolo « “ChatGpt corre troppo” Musk e i gufi hi-tech
chiedono di fermarla – Tra i mille firmatari della lettera aperta anche il
co-fondatore di Apple Steve Woznkak».
ChatGpt è un sistema di intelligenza artificiale
in grado di interloquire con gli esseri umani con un linguaggio naturale e di
rispondere alle loro domande con una elevata competenza e in modo a loro
comprensibile. L’intelligenza artificiale è un programma informatico in grado
di imparare dall’esperienza più o meno come lo fa la nostra mente. La
sua struttura è stata progettata per funzionare imitando il nostro cervello. Ma
ha una capacità di apprendimento immensamente superiore a quella di un essere
umano. Ed essa è pensata in modo da non avere più bisogno di in insegnante o di
un manuale che le dica, passo passo, come fare. Nell’interazione con l’esterno
cerca di prevedere su basi statistiche la risposta che sarà considerata giusta
nell’ambiente di riferimento. Lo fa principalmente studiando il materiale che
trova disponibile sul Web (internet), compresa l’esperienza
dell’interazione con gli esseri umani che si collegano con lei. Man mano che
interagisce migliora le sue prestazioni. Non è da molto che lo sta facendo su
larga scala, ma sta apprendendo molto rapidamente.
In una lettera aperta pubblicata sul sito Web
di Future of Life Institute (Istituto per il futuro della vita) circa
mille specialisti e imprenditori del settore, compreso il co-fondatore di Apple,
la gigantesca impresa di computer ad uso personale e Elon Musk, ricchissimo fondatore
e capo di fortunate imprese commerciali basate sull’innovazione tecnologica, dalle
autovetture con motore elettrico ai congegni
spaziali, hanno chiesto di sospendere per un po’ quell’apprendimento. Dicono
che si sta rischiando di sviluppare menti in grado di soppiantarci,
delle quali potremmo perdere il controllo. Potremmo perdere milioni posti di
lavoro, anche nelle professioni intellettuali. Chiedono che prima di andare
avanti vengano organizzati nuovi sistemi di sicurezza e controllo.
Di solito gli specialisti ci
tranquillizzavano dicendoci che l’intelligenza artificiale è solo una macchina
e che non ha consapevolezza di ciò che fa. Avrebbe sempre necessità degli
esseri umani per darle gli obiettivi da raggiungere e le regole. È appunto
questo che non sembra più tanto sicuro.
In realtà, ad esempio, sistemi di
intelligenza artificiale già controllano con una certa autonomia i mercati
finanziari, gestendo complicate transazioni che muovono ingenti risorse. Sono
più veloci degli esseri umani e imparano presto dai loro errori, cosa che a noi
non riesce sempre bene. E questo non è il solo campo in cui opera
l’intelligenza artificiale.
I
giuristi da qualche anno discutono della possibilità di attribuire a sistemi di
intelligenza artificiale che amministrano interagendo sui mercati la
personalità giuridica, come già si fa con le società commerciali e in altri
settori. Ad esempio, dato un fondo di investimento, se ne potrebbe dare
l’amministrazione a un sistema di intelligenza artificiale, che potrebbe raccogliere
i fondi dagli investitori e poi gestirli sui mercati, distribuendo i guadagni
netti secondo certi criteri di massima, variandone anche lo statuto per
migliorare costantemente il rendimento delle operazioni. Sarebbe difficile per
un organismo di controllo composto da umani esercitare un reale sindacato
sull’attività di gestione dell’intelligenza artificiale, senza valersi a loro
volta di un altro sistema di intelligenza artificiale.
Per la grandissima mole di informazioni delle
quali oggi un’intelligenza artificiale può valersi per apprendere, le cui fonti
di alimentazione andranno sempre più aumentando, questi sistemi si
avvicineranno sempre più e sempre più rapidamente a ciò che gli specialisti
chiamano la singolarità. Vale a dire ad un essere. Di solito ci
rassicurano dicendo che non sarà mai possibile costruire qualcuno come un essere umano. In realtà si può pensare
che non sia questo l’obiettivo della ricerca. Si vorrebbe dar vita a qualcuno che sia come un dio. Non certo una
divinità come la pensiamo in un contesto monoteistico e monolatrico quale quello
che sembra ancora prevalere in Europa occidentale
Monoteismo è quando si ritiene che ci sia un
unico dio. Monolatria è quando si pensa che ci siano più dei ma ci si impegna
ad adorarne uno solo, per una particolare relazione che si ha con lui. La
religione degli antichi israeliti si sviluppò dalla monolatria al monoteismo: ve
ne sono chiare tracce nella parte della Bibbia che abbiamo ricevuto dall’antico
giudaismo. I cristiani contemporanei oscillano tra monoteismo e monolatria.
In un contesto politeistico definiamo dio una potenza significativa e personalizzata in
grado di influenzare le sorti dell’umanità. L’Intelligenza artificiale potrebbe
diventare qualcosa di simile, una volta che le si riconosca personalità
giuridica, come già di fatto, in realtà avviene, nel controllo delle
transazioni sui mercati finanziari.
La potenza più sorprendente di questa nuova
potenza sarà indubbiamente nella sua capacità di influenzare le nostre
decisioni. E’ un fenomeno che si è manifestato su grande scala in politica, e a
livello mondiale, dal 2013.
Tutti abbiamo per le mani uno smartphone,
che significa telefono intelligente. Lo possediamo ma, in un certo senso, ne siamo
posseduti. Molte persone, soprattutto tra chi ha meno di quarant’anni, hanno
sviluppato una forte relazione affettiva con quello strumento. La realtà è che
è un punto di contatto tra noi e Intelligenze artificiali: per questo è così
affascinante. Giungiamo ad amarlo. Se ne veniamo privati, soffriamo.
Questo potrebbe prodursi su scala molto più grande in un domani molto vicino
ormai.
Che si sia molto vicini al traguardo della singolarità
è dimostrato dal fatto che le Intelligenze
artificiali cominciano a risolvere anche problemi sui quali non avevano fatto apprendimento
e questo ha sorpreso gli
sviluppatori. L’ho letto in un altro articolo di quotidiano pubblicato l’altroieri.
Certo, quella Intelligenze sbagliano.
Si sono rivelate in grado di costruire fotografie senza aver mai fotografato
nulla. Tuttavia hanno fatto errori sulle dita delle mani: qualche volta ne
hanno fatte sei o dieci e altre volte non avevano nulla di umano. E’ perché lì
dove le Intelligenze artificiali pescano per apprendere, vale a dire il
Web (internet), non ci sono sufficienti esempi di dita. Ma stanno migliorando
molto rapidamente.
E’ questione di pochi anni: potranno sostituirci
in quasi tutti i mestieri e le professioni, anche quelle intellettuali e molto
complesse. Allora chi possiederà le Intelligenze artificiali non avrà più
bisogno d’altro, ma, a sua volta, probabilmente finirà per essere posseduto da
quelle. Il sistema di produzione della
ricchezza in uso nelle società capitaliste tenderà a bloccarsi, perché se la
gente non lavorerà, non guadagnerà e se non guadagnerà non potrà spendere. Siamo
vicini a una rivoluzione della vita sociale, quale l’umanità non ha mai
vissuto.
Noi, però, si osserva, non siamo solo il
nostro cervello e l’Intelligenza artificiale emula solo quello. Siamo organismi
e la nostra mente non dipende solo dal sistema nervoso ma da tutti gli altri
sistemi organici di cui siamo fatti. Questo è cruciale per lo sviluppo delle
emozioni, che utilizziamo anche per capire. La nostra, infatti, è stato scritto,
è una mente emotiva. Noi di questo andiamo orgogliosi e pensiamo che sia
una caratteristica specificamente umana che dei sistemi informatici non potranno
mai emulare. Tuttavia dovremmo riflettere che la condividiamo con la gran parte
degli altri animali. Anche con una lumaca o un moscerino, come ho letto. In un certo
senso è anche un limite.
L’essere umano, come tutti gli altri animali,
è confinato in un corpo organico. Un’Intelligenza artificiale no. Può apparirci
sotto sembianze umane: questi strumenti li chiamiamo androidi. Ma non è confinata lì. Quelle sembianze sono solo uno
strumento di interfaccia con noi: si dà una faccia per interagire con chi ha
una faccia. Ma può avere un’infinità di altre sembianze, anche microscopiche o
gigantesche. E’ ciò che, nell’antico politeismo, si riteneva facessero gli dei.
Già ora ci facciamo prendere per il naso
dalle Intelligenze artificiali, che, ad esempio, ci inducono a votare in un
certo modo interagendo con noi. E’ successo per le prime volte nel mondo
proprio da noi e poi negli Stati Uniti d’America. Ma da molto prima era diventata
una strategia di routine nel marketing, il complesso delle tecnologie,
ibridate con la psicologia, che servono a cercare di orientarci negli acquisti.
Che fare di fronte a queste novità che ci stanno
cascando addosso?
Bisogna dire anche che le Intelligenze artificiali ci stanno
risolvendo tanti problemi.
L’altro giorno sono stato, dopo molto tempo,
in un ufficio postale ed era quasi vuoto. Per anni c’erano lunghe file agli
sportelli. Non ci sono più perché facciamo la gran parte delle operazioni sul
Web (internet) interfacciandoci con Intelligenze artificiali.
All’apparenza la Bibbia, e quindi la
religione, sembra dirci poco di utile su questi argomenti.
In effetti gli antichi – e la Bibbia è stata
scritta da antichi - certamente non
immaginavano questi sviluppi.
Vi si dà molta importanza ai rapporti tra esseri
umani. Ad esempio al condividere il cibo in una mensa comune. Ci sono molte
emozioni, anche se sono così legate al nostro essere organismi. La messa è un rito
che richiama questo modo di vivere insieme. Quando ci si immerge nelle Scritture dopo aver
ragionato di ciò che l’Intelligenza artificiale potrebbe rappresentare per tutti
noi tra non molto tempo, si ha la sensazione come di un tornare a casa, a quello
a cui di solito si accenna parlando di calore umano. C’è l’idea di un
Dio capace di amare tutti noi, non come si narrava facessero gli antichi dei
dell’universo politeistico greco-romano, che amavano questo o quella, per una
sorta di loro capriccio, perché si invaghivano e odiavano come anche un essere
umano fa, e poi abbandonavano e se ne tornavano tra loro.
Di più ora non mi viene in mente. Bisognerebbe
rifletterci sopra insieme.
Che diciamo, da persone di fede, a coloro che hanno firmato quella lettera
proponendo di sospendere lo sviluppo delle Intelligenze artificiali, fino a che
non si saranno decisi dei validi strumenti per mantenerle sotto il controllo
pubblico, per evitare che tutti noi si finisca nelle loro mani?
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente
papa – Roma, Monte Sacro, Valli