VENERDÌ SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE
COLOSSEO
ROMA, 19 APRILE 2019
MEDITAZIONI
di
Suor Eugenia Bonetti
Missionaria della Consolata
Presidente dell’Associazione
“Slaves no more”
GOOD FRIDAY
THE PASSION OF THE LORD
THE WAY OF THE CROSS
LED BY HIS HOLINESS POPE FRANCIS
COLOSSEUM
ROME, 19 APRIL 2019
MEDITATIONS
by
Sister Eugenia Bonetti Consolata Missionary
President of the Association "Slaves no
more"
Note / notes: i test in italiano e in
inglese sono tratti dal sito della Santa sede / the texts in Italian and
English are taken from the website of the Holy See
Con Cristo e con le donne
sulla via della croce
Introduzione
Sono
ormai trascorsi quaranta giorni da quando, con l’imposizione delle ceneri,
abbiamo iniziato il cammino quaresimale. Oggi abbiamo rivissuto le ultime ore
della vita terrena del Signore Gesù fino a quando, sospeso sulla croce, gridò
il suo ”consummatum est”, ”tutto è compiuto”. Raccolti in
questo luogo, nel quale migliaia di persone hanno subito in passato il martirio
per essere rimasti fedeli a Cristo, vogliamo ora percorrere questa “via
dolorosa” insieme a tutti i poveri, agli esclusi dalla società e ai nuovi
crocifissi della storia di oggi, vittime delle nostre chiusure, dei poteri e
delle legislazioni, della cecità e dell’egoismo, ma soprattutto del nostro
cuore indurito dall’indifferenza.Una malattia quest’ultima di cui anche noi
cristiani soffriamo. Possa la Croce di Cristo, strumento di morte ma anche di
vita nuova, che tiene uniti in un abbraccio terra e cielo, nord e sud, est e
ovest, illuminare le coscienze dei cittadini, della Chiesa, dei legislatori e
di tutti coloro che si professano seguaci di Cristo, affinché giunga a tutti la
Buona Notizia della redenzione.
I Stazione
Gesù è condannato a morte
Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel
regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (Mt
7, 21)
Signore,
chi più di Maria tua Madre ha saputo essere tua discepola? Lei ha accettato la
volontà del Padre anche nel momento più buio della sua vita, e con il cuore in
pezzi ti è stata accanto. Colei che ti ha generato, portato in grembo, accolto
tra le braccia, nutrito con amore e accompagnato durante la tua vita terrena
non poteva non percorrere la stessa via del Calvario e condividere con te il
momento più drammatico e sofferto della tua e della sua esistenza.
Signore,
quante mamme ancora oggi vivono l’esperienza di tua Madre e piangono per la
sorte delle loro figlie e dei loro figli? Quante, dopo averli generati e dati
alla luce, li vedono soffrire e morire per malattie, per mancanza di cibo, di
acqua, di cure mediche e di opportunità di vita e di futuro? Ti preghiamo per
coloro che ricoprono ruoli di responsabilità, perché ascoltino il grido dei
poveri che sale a te da ogni parte del globo. Grido di tutte quelle giovani
vite, che in modi diversi, sono condannate a morte dall’indifferenza generata
da politiche esclusive ed egoiste. Che a nessuno dei tuoi figli manchi il
lavoro e il necessario per una vita onesta e dignitosa.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci a fare la tua volontà”:
- nei momenti di
difficoltà e di sconforto
- nei momenti di sofferenza fisica e morale
- nei momenti di buio e di solitudine
II Stazione
Gesù prende la croce
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se
stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. (Lc 9, 23)
Signore
Gesù, è facile portare il crocifisso al collo o appenderlo come ornamento sulle
pareti delle nostre belle cattedrali o delle nostre case, ma non è altrettanto
facile incontrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi: i senza fissa
dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati
costretti a vivere nelle baracche ai margini della nostre società, dopo aver
affrontato sofferenze inaudite. Purtroppo questi accampamenti, senza sicurezza,
vengono bruciati e rasi al suolo insieme ai sogni e alle speranze di migliaia
di donne e uomini emarginati, sfruttati, dimenticati. Quanti bambini, poi, sono
discriminati a causa della loro provenienza, del colore della loro pelle o del
loro ceto sociale! Quante mamme soffrono l’umiliazione nel vedere i loro figli
derisi ed esclusi dalle opportunità dei loro coetanei e compagni di scuola!
Ti
ringraziamo, Signore, perché ci hai dato l’esempio con la tua stessa vita di
come si manifesta l’amore vero e disinteressato verso il prossimo,
particolarmente verso i nemici o semplicemente verso chi non è come noi.
Signore Gesù, quante volte, anche noi, come tuoi discepoli ci siamo dichiarati
apertamente tuoi seguaci nei momenti in cui operavi guarigioni e prodigi,
quando sfamavi la folla e perdonavi i peccati. Ma non è stato altrettanto
facile capirti quando parlavi di servizio e di perdono, di rinuncia e
sofferenza. Aiutaci a saper mettere sempre la nostra vita al servizio degli
altri.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci a sperare”:
- quando ci sentiamo
abbandonati e soli
- quando è difficile seguire le tue orme
- quando il servizio per gli altri diventa difficile
III Stazione
Gesù cade la prima volta
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è
addossato i nostri dolori. (Is 53, 4)
Signore
Gesù, sulla strada ripida che porta al Calvario, hai voluto sperimentare la
fragilità e la debolezza umana. Che cosa sarebbe la Chiesa oggi senza la
presenza e la generosità di tanti volontari, i nuovi samaritani del terzo
millennio? In una notte gelida di gennaio, su una strada alla periferia di
Roma, tre africane, poco più che bambine, accovacciate per terra scaldavano il
loro giovane corpo seminudo attorno ad un braciere. Alcuni giovanotti, per
divertirsi, passando in macchina hanno gettato del materiale infiammabile sul
fuoco, ustionandole gravemente. In quello stesso momento, è passata una delle
tante unità di strada di volontari che le ha soccorse, portandole in ospedale
per poi accoglierle in una casa-famiglia. Quanto tempo è stato e sarà necessario
perché quelle ragazze guariscano non solo dalle bruciature delle membra, ma
anche dal dolore e dall’umiliazione di ritrovarsi con un corpo mutilato e
sfigurato per sempre?
Signore,
ti ringraziamo per la presenza di tanti nuovi samaritani del terzo millennio
che ancora oggi vivono l’esperienza della strada, chinandosi con amore e
compassione sulle tante ferite fisiche e morali di chi ogni notte vive la paura
e il terrore del buio, della solitudine e dell’indifferenza. Signore, purtroppo
molte volte oggi non sappiamo più scorgere chi è nel bisogno, vedere chi è
ferito e umiliato. Spesso rivendichiamo i nostri diritti e interessi, ma
dimentichiamo quelli dei poveri e degli ultimi della fila. Signore, facci la
grazia di non rimanere insensibili al loro pianto, alle loro sofferenze, al
loro grido di dolore perché attraverso di loro possiamo incontrarti.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci ad amare”:
- quando è
impegnativo essere samaritani
- quando facciamo fatica a perdonare
- quando non vogliamo vedere le sofferenze degli altri
IV Stazione
Gesù incontra Maria sua Madre
Una spada ti trafiggerà l’anima, affinché siano
svelati i pensieri di molti cuori. (cfr Lc 2, 35)
Maria,
il vecchio Simeone ti aveva predetto, quando hai presentato il piccolo Gesù al
tempio per il rito della purificazione, che una spada avrebbe trafitto il tuo
cuore. Ora è il momento di rinnovare il tuo fiat, la tua adesione
al volere del Padre, anche se accompagnare un figlio al patibolo, trattato come
un malfattore, provoca un dolore straziante. Signore, abbi pietà delle tante,
troppe mamme che hanno lasciato partire le loro giovani figlie verso l’Europa
nella speranza di aiutare le loro famiglie in povertà estrema, mentre hanno
trovato umiliazioni, disprezzo e a volte anche la morte. Come la giovane Tina,
uccisa barbaramente sulla strada a soli vent’anni, lasciando una bimba di pochi
mesi.
Maria,
in questo momento tu vivi lo stesso dramma di tante madri che soffrono per i
loro figli che sono partiti verso altri Paesi nella speranza di trovare
opportunità per un futuro migliore per loro e le loro famiglie, ma che,
purtroppo, trovano umiliazione, disprezzo, violenza, indifferenza, solitudine e
persino la morte. Dona loro forza e coraggio.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, fa’ che sappiamo dare sempre sostegno e conforto ed essere
presenti per offrire aiuto”:
- per consolare le
mamme che piangono la sorte dei loro figli
- per chi nella vita ha perso ogni speranza
- per chi ogni giorno subisce violenza e disprezzo
V Stazione
Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce
Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la
legge di Cristo. (Gal 6, 2)
Signore
Gesù, sulla via del Calvario hai sentito forte il peso e la fatica di portare
quella ruvida croce di legno. Invano hai sperato nel gesto di aiuto da parte di
un amico, di uno dei tuoi discepoli, di una delle tante persone di cui hai
alleviato le sofferenze. Purtroppo solo uno sconosciuto, Simone di Cirene, per
obbligo, ti ha dato una mano. Dove sono oggi i nuovi cirenei del terzo
millennio? Dove li troviamo? Vorrei ricordare l’esperienza di un gruppo di
religiose di diverse nazionalità, provenienze e appartenenze con le quali, da
oltre diciassette anni, ogni sabato visitiamo a Roma un centro per donne
immigrate prive di documenti, donne spesso giovani, in attesa di conoscere il
loro destino, in bilico fra espulsione e possibilità di rimanere. Quanta
sofferenza incontriamo, ma anche quanta gioia in queste donne nel trovarsi di
fronte religiose provenienti dai loro Paesi, che parlano le loro lingue, che
asciugano le loro lacrime, che condividono momenti di preghiera e di festa, che
rendono meno duri i lunghi mesi trascorsi tra sbarre di ferro e asfalti di
cemento!
Per
tutti i cirenei della nostra storia. Perché non venga mai meno in loro il
desiderio di accoglierti sotto le sembianze degli ultimi della terra, coscienti
che accogliendo gli ultimi della nostra società accogliamo te. Siano questi
samaritani portavoce di chi non ha voce.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci a portare la nostra croce”:
- quando siamo
stanchi e sfiduciati
- quando sentiamo il peso delle nostre debolezze
- quando ci chiedi di condividere le sofferenze degli altri
VI Stazione
La Veronica asciuga il volto di Gesù
Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25, 40)
Pensiamo
ai bambini, in varie parti del mondo, che non possono andare a scuola e che
sono, invece, sfruttati nelle miniere, nei campi, nella pesca, venduti e
comperati da trafficanti di carne umana, per trapianti di organi, nonché usati
e sfruttati sulle nostre strade da molti, cristiani compresi, che hanno perso
il senso della propria e altrui sacralità. Come una minorenne dal corpicino
gracile, incontrata una notte a Roma, che uomini a bordo di auto lussuose
facevano la fila per sfruttare. Eppure poteva avere l’età delle loro figlie…
Quale squilibrio può creare questa violenza nella vita di tante giovani che
sperimentano solo il sopruso, l’arroganza e l’indifferenza di chi, di notte e
di giorno, le cerca, le usa, le sfrutta per poi buttarle nuovamente sulla
strada in preda al prossimo mercante di vite!
Signore
Gesù, rendi limpidi i nostri occhi perché sappiamo scoprire il tuo volto nei
nostri fratelli e sorelle, in particolare in tutti quei bambini che, in molte
parti del mondo, vivono nell’indigenza e nel degrado. Bimbi privati del diritto
a un’infanzia felice, a un’educazione scolastica, all’innocenza. Creature usate
come merce di poco valore, vendute e comperate a piacimento. Signore, ti
preghiamo di avere pietà e compassione di questo mondo malato e di aiutarci a
riscoprire la bellezza della nostra e altrui dignità come esseri umani, creati
a tua immagine e somiglianza.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci a vedere”:
- il volto dei bimbi
innocenti che chiedono aiuto
- le ingiustizie sociali
- la dignità che ogni persona porta in sé e viene calpestata
VII Stazione
Gesù cade la seconda volta
Insultato, non rispondeva con insulti, ma si affidava
a colui che giudica con giustizia. (1Pt 2, 23)
Quante
vendette in questo nostro tempo! La società attuale ha perso il grande valore
del perdono, dono per eccellenza, cura per le ferite, fondamento della pace e
della convivenza umana. In una società dove il perdono è vissuto come debolezza,
tu, Signore, ci chiedi di non fermarci all’apparenza. E non lo fai con le
parole, bensì con l’esempio. A chi ti tormenta, tu rispondi: “Perché mi
perseguiti?”, ben sapendo che la giustizia vera non può mai basarsi sull’odio e
sulla vendetta. Rendici capaci di chiedere e donare perdono.
“Padre,
perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34).
Signore, anche tu hai sentito il peso della condanna, del rifiuto,
dell’abbandono, della sofferenza inflitta da persone che ti avevano incontrato,
accolto e seguito. Nella certezza che il Padre non ti aveva abbandonato, hai
trovato la forza di accettare la sua volontà perdonando, amando e offrendo
speranza a chi come te oggi cammina sulla stessa strada dello scherno, del
disprezzo, della derisione, dell’abbandono, del tradimento e della solitudine.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci a dare conforto”:
- a chi si sente
offeso e insultato
- a chi si sente tradito e umiliato
- a chi si sente giudicato e condannato
VIII Stazione
Gesù incontra le donne
Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui vostri figli. (Lc 23, 28)
La
situazione sociale, economica e politica dei migranti e delle vittime di tratta
di esseri umani ci interroga e ci scuote. Dobbiamo avere il coraggio, come
afferma con forza Papa Francesco, di denunciare la tratta di esseri umani quale
crimine contro l’umanità. Tutti noi, specialmente i cristiani, dobbiamo
crescere nella consapevolezza che tutti siamo responsabili del problema e tutti
possiamo e dobbiamo essere parte della soluzione. A tutti, ma soprattutto a noi
donne, è richiesta la sfida del coraggio. Il coraggio di saper vedere e agire,
singolarmente e come comunità. Soltanto mettendo insieme le nostre povertà,
esse potranno diventare una grande ricchezza, capace di cambiare la mentalità e
di alleviare le sofferenze dell’umanità. Il povero, lo straniero, il diverso
non deve essere visto come un nemico da respingere o da combattere ma,
piuttosto, come un fratello o una sorella da accogliere e da aiutare. Essi non
sono un problema, bensì una preziosa risorsa per le nostre cittadelle blindate
dove il benessere e il consumo non alleviano la crescente stanchezza e fatica.
Signore,
insegnaci ad avere il tuo sguardo. Quello sguardo di accoglienza e misericordia
con cui vedi i nostri limiti e le nostre paure. Aiutaci a guardare così alle
divergenze di idee, abitudini, vedute. Aiutaci a riconoscerci parte della
stessa umanità e a farci promotori di cammini arditi e nuovi di accoglienza del
diverso, per creare insieme comunità, famiglia, parrocchie e società civile.
Preghiamo insieme
dicendo: “Aiutaci a condividere la sofferenza altrui”:
- con chi soffre per
la morte di persone care
- con chi fa più fatica a chiedere aiuto e conforto
- con chi ha condiviso soprusi e violenze
IX Stazione
Gesù cade la terza volta
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua
bocca, era come agnello condotto al macello. (Is 53, 7)
Signore,
per la terza volta sei caduto, sfinito e umiliato, sotto il peso della croce.
Proprio come tante ragazze, costrette sulle strade da gruppi di trafficanti di
schiavi, che non reggono alla fatica e all’umiliazione di vedere il proprio
giovane corpo manipolato, abusato, distrutto, insieme ai loro sogni. Quelle
giovani donne si sentono come sdoppiate: da una parte cercate e usate,
dall’altra respinte e condannate da una società che rifiuta di vedere questo
tipo di sfruttamento, causato dall’affermazione della cultura dell’usa-e-getta.
Una delle tante notti passate sulle strade a Roma, cercavo una giovane giunta
da poco in Italia. Non vedendola nel suo gruppo, la chiamavo insistentemente
per nome: “Mercy!”. Nel buio, l’ho scorta accovacciata e addormentata sul
ciglio della strada. Al mio richiamo s’è svegliata e m’ha detto che non ne
poteva più. “Sono sfinita”, ripeteva… Ho pensato a sua madre: se sapesse che
cosa è accaduto alla figlia, piangerebbe tutte le sue lacrime.
Signore, quante volte
ci hai rivolto questa domanda scomoda: “Dov’è tuo fratello? Dov’è tua
sorella?”. Quante volte ci hai ricordato che il loro grido straziante era
giunto fino a te? Aiutaci a condividere la sofferenza e l’umiliazione di tante
persone trattate come scarto. È troppo facile condannare esseri umani e
situazioni di disagio che umiliano il nostro falso pudore, ma non è altrettanto
facile assumerci le nostre responsabilità come singoli, come governi e anche
come comunità cristiane.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, donaci forza e coraggio per denunciare”:
- di fronte allo
sfruttamento e all’umiliazione vissuta da tanti giovani
- di fronte all’indifferenza e al silenzio di molti cristiani
- di fronte a leggi ingiuste e prive di umanità e solidarietà
X Stazione
Gesù è spogliato delle sue vesti
Rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di
bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità. (Col 3, 12)
Denaro,
benessere, potere. Sono gli idoli di ogni tempo. Anche e soprattutto del
nostro, che si vanta degli enormi passi avanti fatti nel riconoscimento dei
diritti della persona. Tutto è acquistabile, compreso il corpo dei minorenni,
derubati dalla loro dignità e dal loro futuro. Abbiamo dimenticato la
centralità dell’essere umano, la sua dignità, bellezza, forza. Mentre nel mondo
si vanno alzando muri e barriere, vogliamo ricordare e ringraziare coloro che
con ruoli diversi, in questi ultimi mesi, hanno rischiato la loro stessa vita,
particolarmente nel Mar Mediterraneo, per salvare quella di tante famiglie in
cerca di sicurezza e di opportunità. Esseri umani in fuga da povertà,
dittature, corruzione, schiavitù.
Aiutaci,
Signore, a riscoprire la bellezza e la ricchezza che ogni persona e ogni popolo
racchiudono in sé come tuo dono unico e irripetibile, da mettere a servizio
della società intera e non per raggiungere interessi personali. Ti preghiamo,
Gesù, affinché il tuo esempio e il tuo insegnamento di misericordia e di
perdono, di umiltà e di pazienza ci renda un po’ più umani e, dunque, più
cristiani.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, donaci un cuore pieno di misericordia”:
- di fronte
all’avidità del piacere, del potere e del denaro
- di fronte alle ingiustizie inflitte ai poveri e ai più deboli
- di fronte al miraggio di interessi personali
XI Stazione
Gesù è inchiodato sulla croce
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
(Lc 23, 34)
La
nostra società proclama l’uguaglianza in diritti e dignità di tutti gli esseri
umani. Ma pratica e tollera la disuguaglianza. Ne accetta perfino le forme più
estreme. Uomini, donne e bambini sono comprati e venduti come schiavi dai nuovi
mercanti di esseri umani. Le vittime della tratta sono poi sfruttate da altri
individui. E infine gettate via, come merce senza valore. Quanti si fanno
ricchi divorando la carne e il sangue dei poveri!
Signore,
quante persone ancora oggi sono state inchiodate su una croce, vittime di uno
sfruttamento disumano, private della dignità, della libertà, del futuro. Il
loro grido di aiuto ci interpella come uomini e donne, come governi, come
società e come Chiesa. Come è possibile che continuiamo a crocifiggerti,
rendendoci complici della tratta di esseri umani? Donaci occhi per vedere e un
cuore per sentire le sofferenze di tante persone che ancora oggi sono
inchiodate sulla croce dai nostri sistemi di vita e di consumo.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, pietà”:
- per i nuovi crocifissi
di oggi sparsi su tutta la terra
- per i potenti e i legislatori della nostra società
- per chi non sa perdonare e non sa amare
XII Stazione
Gesù muore sulla croce
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mc 15,
34)
Anche
tu, Signore, hai sentito, sulla croce, il peso dello scherno, della derisione,
degli insulti, delle violenze, dell’abbandono, dell’indifferenza. Solo
Maria tua madre e altre poche discepole sono rimaste là, testimoni della tua
sofferenza e della tua morte. Il loro esempio ci ispiri a impegnarci a non far
sentire la solitudine a quanti agonizzano oggi nei troppi calvari sparsi per il
mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, le
navi a cui viene rifiutato un porto sicuro, le lunghe trattative burocratiche
per la destinazione finale, i centri di permanenza, gli hot spot, i campi per
lavoratori stagionali.
Signore, ti
preghiamo: aiutaci a farci prossimi ai nuovi crocifissi e disperati del nostro
tempo. Insegnaci ad asciugare le loro lacrime, a confortarli come hanno saputo
fare Maria e le altre donne sotto la tua croce.
Preghiamo insieme
dicendo: “Signore, aiutaci a donare la nostra vita”:
- a quanti hanno
subito ingiustizie, odio e vendetta
- a quanti sono stati ingiustamente calunniati e condannati
- a quanti si sentono soli, abbandonati e umiliati
XIII Stazione
Gesù è deposto dalla croce
Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,
rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto. (Gv 12, 24)
Chi
ricorda, in quest’era di notizie bruciate alla svelta, quelle ventisei giovani
nigeriane inghiottite dalle onde, i cui funerali sono stati celebrati a
Salerno? È stato duro e lungo il loro calvario. Prima la traversata del deserto
del Sahara, ammassate su bus di fortuna. Poi la sosta forzata negli spaventosi
centri di raccolta in Libia. Infine il salto nel mare, dove hanno trovato la
morte alle porte della “terra promessa”. Due di loro portavano in grembo il
dono di una nuova vita, bimbi che non vedranno mai la luce del sole. Ma la loro
morte, come quella di Gesù deposto dalla croce non è stata vana. Tutte queste
vite affidiamo alla misericordia del Padre nostro e di tutti, ma soprattutto
Padre dei poveri, dei disperati e degli umiliati.
Signore,
in quest’ora, sentiamo risuonare ancora una volta il grido che Papa Francesco
levò da Lampedusa, meta del suo primo viaggio apostolico: «Chi ha pianto?». E
ora dopo infiniti naufragi, continuiamo a gridare: «Chi ha pianto?». Chi ha
pianto?, ci domandiamo di fronte a quelle 26 bare allineate e sovrastate da una
rosa bianca? Solo cinque di loro sono state identificate. Con o senza nome,
tutte, però, sono nostre figlie e sorelle. Tutte meritano rispetto e ricordo.
Tutte ci chiedono di sentirci responsabili: istituzioni, autorità e noi pure,
con il nostro silenzio e la nostra indifferenza.
Preghiamo insieme:
“Signore, aiutaci a condividere il pianto”:
- di fronte alle
sofferenze altrui
- di fronte a tutte le bare senza nome
- di fronte al pianto di tante madri
XIV Stazione
Gesù viene posto nel sepolcro
È compiuto. (Gv 19, 30)
Il
deserto e i mari sono diventati i nuovi cimiteri di oggi. Di fronte a queste
morti non ci sono risposte. Ci sono, però, responsabilità. Fratelli che
lasciano morire altri fratelli. Uomini, donne, bambini che non abbiamo potuto o
voluto salvare. Mentre i governi discutono, chiusi nei palazzi del potere, il
Sahara si riempie di scheletri di persone che non hanno resistito alla fatica,
alla fame, alla sete. Quanto dolore costano i nuovi esodi! Quanta crudeltà si
accanisce su chi fugge: i viaggi della disperazione, i ricatti e le torture, il
mare trasformato in tomba d’acqua.
Signore, facci
comprendere che siamo tutti figli dello stesso Padre. Possa la morte del tuo
figlio Gesù donare ai Capi delle Nazioni e ai responsabili delle legislazioni
la consapevolezza del loro ruolo a difesa di ogni persona creata a tua immagine
e somiglianza.
Conclusione
Vorremmo
ricordare la storia della piccola Favour, di 9 mesi, partita dalla Nigeria
insieme ai suoi giovani genitori in cerca di un futuro migliore in Europa.
Durante il lungo e pericoloso viaggio nel Mediterraneo, mamma e papà sono morti
insieme ad altre centinaia di persone che si erano affidate a trafficanti senza
scrupoli per poter giungere nella “terra promessa”. Solo Favour è
sopravvissuta: anche lei, come Mosè, è stata salvata dalle acque. La sua vita
diventi luce di speranza nel cammino verso un’umanità più fraterna.
Al
termine della tua Via Crucis ti preghiamo, Signore, affinché ci insegni a
vegliare, insieme a tua Madre e alle donne che ti hanno accompagnato sul
Calvario, nell’attesa della tua resurrezione. Essa sia faro di speranza, di
gioia, di vita nuova, di fratellanza, di accoglienza e di comunione tra i
popoli, le religioni e le leggi. Perché ogni figlio e figlia dell’uomo sia
riconosciuto davvero nella sua dignità di figlio e figlia di Dio e mai più
trattati da schiavi.
PREGHIERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Colosseo
Venerdì Santo, 19 aprile 2019
Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del
mondo:
la croce delle
persone affamate di pane e di amore;
la croce delle
persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;
la croce delle
persone assetate di giustizia e di pace;
la croce delle
persone che non hanno il conforto della fede;
la croce degli
anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;
la croce dei migranti
che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai
calcoli politici;
la croce dei piccoli,
feriti nella loro innocenza e nella loro purezza;
la croce dell’umanità
che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo;
la croce delle
famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida
leggerezza e dall’egoismo;
la croce dei
consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si
sentono rifiutati, derisi e umiliati;
la croce dei
consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore;
la croce dei tuoi
figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si
trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei;
la croce delle nostre
debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e
delle nostre numerose promesse infrante;
la croce della Tua
Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra
gli stessi battezzati;
la croce della
Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall’interno e
dall’esterno;
la croce della nostra
casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati
dall’avidità e dal potere.
Signore Gesù, ravviva
in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro
ogni male e ogni morte. Amen!
************************************
WITH CHRIST AND WITH WOMEN
ON THE WAY OF THE CROSS
Introduction
Forty days have now passed since we began our Lenten journey with the imposition of ashes. Today we relived the final hours of the earthly life of the Lord Jesus, to the moment when, from the cross, he cried out “Consummatum est”, “it is finished”. We have gathered in this place where thousands of people once suffered martyrdom for their fidelity to Christ. We want to walk this via dolorosa in union with the poor, the outcast of our societies and all those who even now are enduring crucifixion as victims of our narrowmindedness, our institutions and our laws, our blindness and selfishness, but especially our indifference and hardness of heart. We Christians too suffer from that disease. May the Cross of Christ, a means of death but also of new life, embracing heaven and earth, north and south, east and west, enlighten the consciences of citizens, of the Church, of lawmakers and of all those who call themselves followers of Christ, so that the Good News of our redemption may be made known to all.
First Station
Jesus is condemned to death
“Not everyone who says to me, ‘Lord, Lord,’ will enter the kingdom of heaven, but the one who does the will of my Father who is in heaven” (Mt 7:21)
Meditation:
Lord, who could be a better disciple of yours than Mary your Mother? She accepted the Father’s will even at the darkest moment in her life, and she stood by you, heartbroken. She conceived you and bore you in her womb; she held you in her arms, she showered you with her love, and she accompanied you throughout your earthly life. How could she fail to follow you on the road to Calvary and share in the most tragic and painful moment of your life and her own?
Prayer:
Lord, how many mothers even today share the experience of your Mother, as they weep for the fate of their daughters and sons? How many conceive and give birth to their children, only to see them suffer and die from disease, malnutrition and lack of water, medical care and hope for the future? We pray for those who hold positions of responsibility, that they may heed the cry of the poor rising up to you from every part of our world. The plea of all those young lives condemned in different ways to death by the indifference born of selfish and discriminatory political policies. Grant that none of your children may lack employment and all that is needed for an honest and dignified life.
Let us pray together and say: “Lord help us to do your will”:
in times of difficulty and despair;
in times of physical and moral suffering;
in times of darkness and loneliness.
Second Station
Jesus takes up his Cross
“If any man would come after me, let him deny himself and take up his cross daily and follow me” (Lk 9:23)
Meditation:
Lord Jesus, it is easy to wear a crucifix on a chain around our neck or to use it to decorate the walls of our beautiful cathedrals or homes. It is less easy to encounter and acknowledge today’s newly crucified: the homeless; the young deprived of hope, without work and without prospects; the immigrants relegated to slums at the fringe of our societies after having endured untold suffering. Sadly, these camps, unsafe and insecure, are being razed to the ground along with the dreams and hopes of thousands of marginalized, exploited and forgotten women and men. How many children, too, suffer discrimination on the basis of their origin, the colour of their skin or their social status? How many mothers suffer the humiliation of seeing their children mocked and deprived of opportunities open to their schoolmates and others their age?
Prayer:
We thank you Lord because by your own life, you have taught us how to show genuine and selfless love for others, especially for our enemies or simply those who are different from ourselves. Lord Jesus, how many times have we, your disciples, been ready to be identified as your followers when you performed healings and wonders, when you fed the crowd and forgave sins. Yet we have not found it so easy when you spoke about serving and forgiving others, about self-sacrifice and suffering. Grant that we may put our lives always at the service of others.
Let us pray together and say: “Lord help us to hope”:
when we feel abandoned and alone;
when it is not easy to follow in your footsteps;
when serving others becomes difficult.
Third Station
Jesus falls for the first time
“He has borne our griefs and carried our sorrows” (Is 53:4)
Meditation:
Lord Jesus, on the steep path leading to Calvary, you chose to experience our human frailty and weakness. Where would the Church be today without the presence and generosity of so many volunteers, the new Samaritans of the third millennium? One cold January night, in a street on the outskirts of Rome, three young African women, little more than girls, poorly clad, were huddled near a brazier to keep warm. Some young people passing by in a car, just for fun, threw flammable material onto the fire, burning them badly. At that very moment, one of the many street units of volunteers passed by and came to their aid. They brought them to hospital and then welcomed them into a family home. How much time will it take for those young women to be healed not only of their painful burns, but also of the pain and humiliation of finding their bodies mutilated and disfigured forever?
Prayer:
Lord, we thank you for all those new Samaritans of the third millennium who, today too, can be found on our streets, stooping with love and compassion over the many physical and spiritual wounds of those who live every night in fear and the terror of darkness, loneliness and indifference. Sadly, Lord, often today we are no longer able to see those in need, those hurt and humiliated. We are quick to demand respect for our rights and interests, but we forget those of the poor and the last in line. Lord grant us the grace to overcome our blindness to their tears, their sufferings and their cry of pain, so that through them we can encounter you.
Let us pray together and say: “Lord help us to love”:
when it is challenging to be a Samaritan;
when we find it hard to forgive;
when we do not want to see the sufferings of others.
Fourth Station
Jesus meets his Mother
“And a sword will pierce through your own soul also, that thoughts out of many hearts may be revealed” (Lk 2:35)
Meditation:
Mary, when you presented the infant Jesus in the Temple for the rite of purification, the aged Simeon predicted that a sword would pierce your heart. Now it is time to renew your “fiat”; your acceptance of the Father’s will, even though the experience of accompanying your child, treated as a criminal, to his execution causes you heartrending pain. Lord, have mercy on the many, all too many, mothers who have allowed their young children to depart for Europe in the hope of helping their poverty-stricken families, only to meet with humiliation, contempt and at times even death. Like young Tina, a mere twenty years old, brutally killed on the street, leaving behind a child just a few months old.
Prayer:
Mary, at this very moment, you experience the same tragedy as all those mothers who suffer for their children who set out for other countries with the hopes of a better future for themselves and their families, but sadly find humiliation, contempt, violence, indifference, loneliness and even death. Give them strength and courage.
Let us pray together and say: “Lord, grant that we may always give support and comfort, and be present to offer help”:
to console mothers who weep for the fate of their children;
to those who have lost all hope in life;
to those who daily experience violence and contempt.
Fifth Station
Simon the Cyrenean helps Jesus to carry the cross
“Bear one another’s burdens, and so fulfil the law of Christ” (Gal 6:2)
Meditation:
Lord Jesus, on the way to Calvary you were crushed by the weight of carrying that rough wooden cross. In vain, you hoped for a sign of help from a friend, from one of your disciples, from one of the many persons whose sufferings you relieved. Sadly, only a stranger, Simon of Cyrene, out of obligation, came to your aid. Where are the new Cyreneans of the third millennium? Where do we find them today? I think of the experience of a group of religious women of different nationalities, places of origin and communities with whom, for more than seventeen years, every Saturday, we visit a centre for undocumented immigrant women. Women, often young, anxiously waiting to know their fate, whether it be expulsion or the chance to remain. How much suffering we see, yet at the same time how much joy when these women find Sisters from their own country, who speak their language, dry their tears, share moments of prayer and celebration, and make easier the long months spent behind iron bars and on cement pavements.
Prayer:
For all the Cyreneans of our history, that they may never falter in their desire to welcome you in the least of our brothers and sisters, in the knowledge that in welcoming the poorest members of our society, we welcome you. May these Samaritans speak out on behalf of those who have no voice.
Let us pray together and say: “Lord, help us to carry our cross”:
when we are tired and disheartened;
when we feel the burden of our weaknesses;
when you ask us to share the sufferings of others.
Sixth Station
Veronica wipes the face of Jesus
“As you did it to one of the
least of these my brethren, you did it to me” (Mt 25:40)
Meditation:
Let
us think of all those children in various parts of the world who cannot go to
school but are instead exploited in mines, fields and fisheries, bought and
sold by human traffickers for organ harvesting, used and abused on our streets
by many, including Christians, who have lost the sense of their own and others’
sacredness. Like the young girl with a slim body we met one evening in Rome
while men in luxury cars lined up to exploit her. She might have been the age
of their own children. What kind of imbalance can this violence create in the
lives of all those young women who experience only the oppression, arrogance
and indifference of those who, night and day, seek them out, use them and
exploit them, only to cast them back onto the street again, as prey for the
next trader in human lives?
Prayer:
Lord
Jesus, cleanse our eyes so that we can see your face in our brothers and
sisters, especially in all those children who, in many parts of the world, are
living in poverty and squalor. Children deprived of their right to a happy
childhood, education and innocence. Little ones used as cheap goods, bought and
sold at will. Lord, we ask you to have mercy and compassion on this sick world.
Help us rediscover the beauty of our dignity, and that of others, as human
beings created in your image and likeness.
Let us pray together, saying:
“Lord, help us to see”:
the faces of innocent children who
ask for our help;
social injustices;
people’s inherent dignity that is violated.
Seventh Station
Jesus falls for the second time
“When he suffered, he did
not threaten; but he entrusted himself to the one who judges justly” (1 Pet 2:23)
Meditation:
What
a thirst for vengeance we see all around us! Our societies today have lost the
great value of forgiveness, a gift second to none, a cure for wounds, the basis
of peace and human coexistence. In a society where forgiveness is seen as
weakness, you, Lord, ask us not to stop at appearances. Not with words, but by
your example. To those who tortured you, you asked: “Why do you persecute me?”
For you knew very well that true justice can never be based on hatred and
revenge. Make us capable of asking for, and granting forgiveness.
Prayer:
“Father,
forgive them; for they know not what they do” (Lk 23:34). Lord, you
too bore the burden of condemnation, rejection, abandonment and suffering
inflicted by persons who had met you, listened to you, and followed you. In the
certainty that the Father had not abandoned you, you found the strength to
accept his will by offering forgiveness, love and hope to those who today, like
you, walk the same path of ridicule, contempt, mockery, abandonment, betrayal
and loneliness.
Let
us pray together and say: “Lord, help us to give comfort”:
to those who feel offended and
insulted;
to those who feel betrayed and humiliated;
to those who feel judged and condemned.
Eighth Station
Jesus meets the women
“Daughters of Jerusalem, do not
weep for me, but weep for yourselves and for your children” (Lk 23:28)
Meditation:
The
social, economic and political situation of migrants and the victims of human
trafficking challenges and disturbs us. We must have the courage, as Pope
Francis firmly maintains, to denounce human trafficking as a crime against
humanity. All of us, and Christians in particular, must come to realize that we
are all responsible for the problem, and that all of us can and must be part of
the solution. All of us, but above all we women, are challenged to be courageous.
Courageous in knowing how to see and take action, as individuals and as a
community. Only by being united in our poverty can we make it a great treasure,
capable of changing people’s approach and alleviating humanity’s sufferings.
The poor, the foreigner, the other, must not be seen as an enemy to be rejected
and resisted, but as a brother or a sister to be welcomed and assisted. They
are not a problem, but a precious resource for our fortified citadels, where
prosperity and consumption fail to alleviate our growing weariness and fatigue.
Prayer:
Lord,
teach us to see with your eyes, with that welcoming and merciful gaze with
which you see our limitations and our fears. Help us to imitate you in how we
regard different ideas, behaviours and points of view. Help us to realize that
we are part of the same human family, and to find bold new ways of accepting
diversity and working together to build communities, families, parishes and
civil society.
Let
us pray together and say: “Help us to share in the suffering of others”:
those grieving the death of loved
ones;
those who find it hard to ask for help and comfort;
those who have experienced oppression and violence.
Ninth Station
Jesus falls for the third time
“He was oppressed and he was
afflicted, yet he opened not his mouth; like a lamb that is led to the
slaughter” (Is53:7)
Meditation:
Lord,
you fell a third time, exhausted and humiliated, beneath the weight of your
cross. Like all those girls forced onto the streets by groups of traffickers in
human slavery. Like you, they cannot hold up under the exhaustion and
humiliation of seeing their young bodies manipulated, abused and ruined,
together with their hope and dreams. Those young women feel divided in two:
sought out and used, while at the same time rejected and condemned by a society
that conveniently ignores this kind of exploitation, the fruit of its throwaway
culture. On one of many nights spent on streets of Rome, I looked for a young
woman recently arrived in Italy. Not seeing her in her group, I kept calling
out her name: “Mercy!” In the darkness, I caught sight of her curled up and
half asleep at the edge of the street. When she heard me calling, she awoke and
said she couldn’t go on. “I can’t take it any more”, she kept repeating. I
thought of her mother. If she knew what had happened to her daughter, she would
burst into tears.
Prayer:
Lord,
how many times have you asked us this disturbing question: “Where is your
brother? Where is your sister?” How many times have you reminded us that their
heartbreaking cry rises up to you? Help us to share the sufferings of all those
treated as refuse. It is all too easy to condemn people and difficult
situations that offend our false sense of decency. It is less easy to accept
our responsibilities as individuals, as governments, and as Christian
communities.
Let
us pray together and say: “Lord, give us the strength and courage to
repudiate”:
the
exploitation and humiliation faced by many young people;
the indifference and silence of many Christians;
unjust laws lacking in humanity and solidarity.
Tenth Station
Jesus is stripped of his garments
“Put on then compassion,
kindness, lowliness, meekness, and patience” (Col 3:12)
Meditation:
Money,
comfort, power. These are the idols of every age. Especially our own, which can
boast of enormous progress in the acknowledgment of individual rights.
Everything can be bought, including the body of minors, stripped of their
dignity and hope for the future. We have forgotten the centrality of the human
being, the dignity, beauty and strength of each man and woman. Even as the
world is building walls and barriers, we want to recognize and thank all those
who in various ways during these past months have risked their own lives,
especially in the Mediterranean, to save the lives of so many families in
search of safety and opportunity. Human beings fleeing poverty, dictatorships,
corruption and slavery.
Prayer:
Lord,
help us to rediscover the beauty and richness present in every person and
people as your unique gift, to be placed at the service of society as a whole
and not used for our personal profit or gain. Grant, Jesus, that your example
and your teaching on mercy and forgiveness, on humility and patience, may make
us a little more human, and thus, more Christian.
Let us pray together and say:
“Lord, give us merciful hearts”:
when faced with lust for pleasure,
power and money;
when faced with injustices inflicted on the poor and the weak;
when faced with the illusions born of self-interest.
Eleventh Station
Jesus is nailed to the Cross
Father, forgive them, for
they know not what they do” (Lk 23:34)
Meditation:
Our
society proclaims equal rights and dignity for all human beings. Yet it
practises and tolerates inequality. It even accepts extreme forms of
inequality. Men, women and children are bought and sold like slaves by the new
traders in human lives. The victims of trafficking are then exploited by
others. And in the end, they are cast aside, discarded as worthless goods. How
many people are growing rich by devouring the flesh and blood of the poor?
Prayer:
Lord,
how many men and women even today are nailed to a cross, victims of brutal
exploitation, stripped of dignity, freedom and hope for the future! Their cry
for help challenges us as individuals, as governments, as society and as
Church. How is it possible that we continue to crucify you by our complicity in
the trafficking of human beings? Give us eyes to see and a heart to feel the
suffering of all those who today too are nailed to a cross by our systems of
life and consumption.
Let
us pray together and say: “Lord, have mercy”:
on those newly crucified throughout
today’s world;
on those in society who enact laws and exercise power;
on those unable to forgive and unable to love.
Twelfth Station
Jesus dies on the Cross
“My God, my God, why have
you forsaken me?” (Mk 15:34)
Meditation:
On
the cross, Lord, you too bore the weight of scorn, mockery, insults, violence,
abandonment and indifference. Only Mary, your Mother, and a few other women
stayed with you as witnesses to your suffering and death. May their example
inspire in us a commitment to stand by all those dying today on Calvaries
throughout the world: in transit camps, on boats denied entry to safe ports, in
shelters, hot spots and camps for seasonal workers, amid protracted
negotiations about their final destination.
Prayer:
Lord,
we implore you: help us to be true neighbours to those newly crucified and
despairing in today’s world. Teach us to wipe away their tears, to comfort
them, even as you were consoled by the presence of Mary and the other women
beneath your cross.
Let us pray together and say: “Lord
help us to give freely of ourselves”:
to all those suffering from
injustice, hatred and vengeance;
to all those unjustly slandered and condemned;
to all those who feel alone, abandoned and humiliated.
Thirteenth Station
Jesus is taken down from the cross
Unless a grain of wheat
falls into the earth and dies, it remains alone; but if it dies, it bears much
fruit” (Jn 12:24)
Meditation:
In
this era of news flashes, who remembers those twenty-six young Nigerian women
who drowned and whose funerals were held in Salerno? Their Calvary was lengthy and
difficult. First the crossing of the Sahara desert, crammed in ramshackle
buses. Then their forced stay in frightful detention centres in Libya. Finally
the leap into the sea, where they met death at the gates of the “promised
land”. Two of them were bearing in their womb the gift of a new life, children
who would never see the light of day. Yet their death, like that of Jesus taken
down from the Cross, was not in vain. We entrust all these lives to the mercy
of God our Father and the Father of all, especially the poor, the desperate and
the abased.
Prayer:
Lord,
at this hour, we hear once more the cry of Pope Francis at Lampedusa, the site
of his first apostolic journey: “Has anyone wept?” And now after countless
shipwrecks, we continue to cry out: “Has anyone wept?” Has anyone wept, we
wonder, before those twenty-six coffins lined up and covered with white roses?
Only five of those women have been identified. Nameless or not, all of them are
our daughters and sisters. All deserve respect and remembrance. They appeal to
us – our institutions, our authorities and each of us – to accept
responsibility for our silence and indifference.
Let us pray together and say:
“Lord, may we join in weeping”:
at the sufferings of others;
at all those nameless coffins;
at the tears of so many mothers.
Fourteenth Station
Jesus is laid in the tomb
“It is finished” (Jn 19:30)
Meditation:
The
desert and the seas have become the new cemeteries of our world. These deaths
leave us speechless. Yet responsibility has to be taken. People let their
brothers and sisters die: men, women, children that we could not, or would not,
save. While governments, closed off in their palaces of power, debate, the
Sahara is filled with the bones of men and women who could not survive
exhaustion, hunger and thirst. How much pain is involved in these new exoduses!
How much cruelty is inflicted on those fleeing their homelands: in their
desperate journeys, in the extortion and tortures they endure, in the sea that
becomes a watery grave.
Prayer:
Lord,
make us realize that we are all children of one Father. May the death of your
Son Jesus grant to the leaders of nations and lawmakers consciousness of the
role they must play in the defence of every person created in your image and
likeness.
CONCLUSION:
We
would like to recount the story of Favour, a nine-month old baby, who left
Nigeria together with her young parents who sought a better future in Europe.
During the long and dangerous journey in the Mediterranean, her father and
mother died along with hundreds of other people who had relied on unscrupulous
traffickers to come to the promised land. Only Favour survived; like Moses, she
was saved from the waters. May her life become a light of hope on the path
towards a more fraternal humanity.
Prayer:
At
the conclusion of your way of the cross, we ask you, Lord, to teach us to keep
watch, together with your Mother and the women who stood by you on Calvary, in
expectation of your resurrection. May it be a beacon of hope, joy, new life,
fraternity, acceptance and communion among peoples, religions and systems of
law. So that all the sons and daughters of man will be truly recognized in
their dignity as sons and daughters of God, and never again treated as slaves.
PRAYER OF THE HOLY FATHER FRANCIS
Coliseum
Good Friday, 19 April 2019
note: translation done with the
help of Google Translator
Lord Jesus, help us to see in Your
Cross all the crosses of the world:
the cross of people hungry for bread
and love;
the cross of lonely people abandoned
even by their own children and relatives;
the cross of people thirsting for
justice and peace;
the cross of people who do not have the
comfort of faith;
the cross of the elders who drag
themselves under the weight of years and loneliness;
the cross of the migrants who find the
doors closed because of fear and hearts armored by political calculations;
the cross of the little ones, wounded
in their innocence and in their purity;
the cross of humanity that wanders in
the darkness of uncertainty and in the darkness of the momentary culture;
the cross of families broken by
treachery, by the seductions of the evil one or by murderous lightness and
selfishness;
the cross of the consecrated who
tirelessly seek to bring Your light into the world and feel rejected, mocked
and humiliated;
the cross of consecrated persons who,
along the way, have forgotten their first love;
the cross of your children who,
believing in You and trying to live according to Your word, find themselves
marginalized and discarded even by their relatives and their peers;
the cross of our weaknesses, of our
hypocrisies, of our betrayals, of our sins and of our numerous broken promises;
the cross of Your Church that, faithful
to Your Gospel, struggles to bring Your love even among the baptized
themselves;
the cross of the Church, your bride,
who feels herself continually attacked from inside and outside;
the cross of our common home that
seriously withers under our eyes selfish and blinded by greed and power.
Lord Jesus, revive in us the hope of
the resurrection and your definitive victory against every evil and every
death. Amen!