INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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sabato 20 aprile 2019

I testi delle meditazioni e preghiere della Via Crucis presieduta al Colosseo il 19 aprile 19 dal Santo Padre Francesco - La Preghiera del Santo Padre Francesco - The prayer of the Holy Father Francis


VENERDÌ SANTO
PASSIONE DEL SIGNORE
COLOSSEO
ROMA, 19 APRILE 2019
MEDITAZIONI
di
Suor Eugenia Bonetti
Missionaria della Consolata
Presidente
dell’Associazione “Slaves no more”


GOOD FRIDAY
THE PASSION OF THE LORD

THE WAY OF THE CROSS
LED BY HIS HOLINESS POPE FRANCIS
COLOSSEUM
ROME, 19 APRIL 2019
MEDITATIONS
by 
Sister Eugenia Bonetti
Consolata Missionary
President of the Association "Slaves no more"

Note / notes: i test in italiano e in inglese sono tratti dal sito della Santa sede / the texts in Italian and English are taken from the website of the Holy See

Con Cristo e con le donne
sulla via della croce

Introduzione
Sono ormai trascorsi quaranta giorni da quando, con l’imposizione delle ceneri, abbiamo iniziato il cammino quaresimale. Oggi abbiamo rivissuto le ultime ore della vita terrena del Signore Gesù fino a quando, sospeso sulla croce, gridò il suo ”consummatum est”, ”tutto è compiuto”. Raccolti in questo luogo, nel quale migliaia di persone hanno subito in passato il martirio per essere rimasti fedeli a Cristo, vogliamo ora percorrere questa “via dolorosa” insieme a tutti i poveri, agli esclusi dalla società e ai nuovi crocifissi della storia di oggi, vittime delle nostre chiusure, dei poteri e delle legislazioni, della cecità e dell’egoismo, ma soprattutto del nostro cuore indurito dall’indifferenza.Una malattia quest’ultima di cui anche noi cristiani soffriamo. Possa la Croce di Cristo, strumento di morte ma anche di vita nuova, che tiene uniti in un abbraccio terra e cielo, nord e sud, est e ovest, illuminare le coscienze dei cittadini, della Chiesa, dei legislatori e di tutti coloro che si professano seguaci di Cristo, affinché giunga a tutti la Buona Notizia della redenzione.

I Stazione
Gesù è condannato a morte
Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. (Mt 7, 21)
Signore, chi più di Maria tua Madre ha saputo essere tua discepola? Lei ha accettato la volontà del Padre anche nel momento più buio della sua vita, e con il cuore in pezzi ti è stata accanto. Colei che ti ha generato, portato in grembo, accolto tra le braccia, nutrito con amore e accompagnato durante la tua vita terrena non poteva non percorrere la stessa via del Calvario e condividere con te il momento più drammatico e sofferto della tua e della sua esistenza.
Signore, quante mamme ancora oggi vivono l’esperienza di tua Madre e piangono per la sorte delle loro figlie e dei loro figli? Quante, dopo averli generati e dati alla luce, li vedono soffrire e morire per malattie, per mancanza di cibo, di acqua, di cure mediche e di opportunità di vita e di futuro? Ti preghiamo per coloro che ricoprono ruoli di responsabilità, perché ascoltino il grido dei poveri che sale a te da ogni parte del globo. Grido di tutte quelle giovani vite, che in modi diversi, sono condannate a morte dall’indifferenza generata da politiche esclusive ed egoiste. Che a nessuno dei tuoi figli manchi il lavoro e il necessario per una vita onesta e dignitosa.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci a fare la tua volontà”:
- nei momenti di difficoltà e di sconforto
- nei momenti di sofferenza fisica e morale
- nei momenti di buio e di solitudine

II Stazione
Gesù prende la croce
Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. (Lc 9, 23)
Signore Gesù, è facile portare il crocifisso al collo o appenderlo come ornamento sulle pareti delle nostre belle cattedrali o delle nostre case, ma non è altrettanto facile incontrare e riconoscere i nuovi crocifissi di oggi: i senza fissa dimora, i giovani senza speranza, senza lavoro e senza prospettive, gli immigrati costretti a vivere nelle baracche ai margini della nostre società, dopo aver affrontato sofferenze inaudite. Purtroppo questi accampamenti, senza sicurezza, vengono bruciati e rasi al suolo insieme ai sogni e alle speranze di migliaia di donne e uomini emarginati, sfruttati, dimenticati. Quanti bambini, poi, sono discriminati a causa della loro provenienza, del colore della loro pelle o del loro ceto sociale! Quante mamme soffrono l’umiliazione nel vedere i loro figli derisi ed esclusi dalle opportunità dei loro coetanei e compagni di scuola!
Ti ringraziamo, Signore, perché ci hai dato l’esempio con la tua stessa vita di come si manifesta l’amore vero e disinteressato verso il prossimo, particolarmente verso i nemici o semplicemente verso chi non è come noi. Signore Gesù, quante volte, anche noi, come tuoi discepoli ci siamo dichiarati apertamente tuoi seguaci nei momenti in cui operavi guarigioni e prodigi, quando sfamavi la folla e perdonavi i peccati. Ma non è stato altrettanto facile capirti quando parlavi di servizio e di perdono, di rinuncia e sofferenza. Aiutaci a saper mettere sempre la nostra vita al servizio degli altri.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci a sperare”:
- quando ci sentiamo abbandonati e soli
- quando è difficile seguire le tue orme
- quando il servizio per gli altri diventa difficile

III Stazione
Gesù cade la prima volta
Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. (Is 53, 4)
Signore Gesù, sulla strada ripida che porta al Calvario, hai voluto sperimentare la fragilità e la debolezza umana. Che cosa sarebbe la Chiesa oggi senza la presenza e la generosità di tanti volontari, i nuovi samaritani del terzo millennio? In una notte gelida di gennaio, su una strada alla periferia di Roma, tre africane, poco più che bambine, accovacciate per terra scaldavano il loro giovane corpo seminudo attorno ad un braciere. Alcuni giovanotti, per divertirsi, passando in macchina hanno gettato del materiale infiammabile sul fuoco, ustionandole gravemente. In quello stesso momento, è passata una delle tante unità di strada di volontari che le ha soccorse, portandole in ospedale per poi accoglierle in una casa-famiglia. Quanto tempo è stato e sarà necessario perché quelle ragazze guariscano non solo dalle bruciature delle membra, ma anche dal dolore e dall’umiliazione di ritrovarsi con un corpo mutilato e sfigurato per sempre?
Signore, ti ringraziamo per la presenza di tanti nuovi samaritani del terzo millennio che ancora oggi vivono l’esperienza della strada, chinandosi con amore e compassione sulle tante ferite fisiche e morali di chi ogni notte vive la paura e il terrore del buio, della solitudine e dell’indifferenza. Signore, purtroppo molte volte oggi non sappiamo più scorgere chi è nel bisogno, vedere chi è ferito e umiliato. Spesso rivendichiamo i nostri diritti e interessi, ma dimentichiamo quelli dei poveri e degli ultimi della fila. Signore, facci la grazia di non rimanere insensibili al loro pianto, alle loro sofferenze, al loro grido di dolore perché attraverso di loro possiamo incontrarti.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci ad amare”:
- quando è impegnativo essere samaritani
- quando facciamo fatica a perdonare
- quando non vogliamo vedere le sofferenze degli altri


IV Stazione
Gesù incontra Maria sua Madre 
Una spada ti trafiggerà l’anima, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori. (cfr Lc 2, 35)
Maria, il vecchio Simeone ti aveva predetto, quando hai presentato il piccolo Gesù al tempio per il rito della purificazione, che una spada avrebbe trafitto il tuo cuore. Ora è il momento di rinnovare il tuo fiat, la tua adesione al volere del Padre, anche se accompagnare un figlio al patibolo, trattato come un malfattore, provoca un dolore straziante. Signore, abbi pietà delle tante, troppe mamme che hanno lasciato partire le loro giovani figlie verso l’Europa nella speranza di aiutare le loro famiglie in povertà estrema, mentre hanno trovato umiliazioni, disprezzo e a volte anche la morte. Come la giovane Tina, uccisa barbaramente sulla strada a soli vent’anni, lasciando una bimba di pochi mesi.
Maria, in questo momento tu vivi lo stesso dramma di tante madri che soffrono per i loro figli che sono partiti verso altri Paesi nella speranza di trovare opportunità per un futuro migliore per loro e le loro famiglie, ma che, purtroppo, trovano umiliazione, disprezzo, violenza, indifferenza, solitudine e persino la morte. Dona loro forza e coraggio.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, fa’ che sappiamo dare sempre sostegno e conforto ed essere presenti per offrire aiuto”:
- per consolare le mamme che piangono la sorte dei loro figli
- per chi nella vita ha perso ogni speranza
- per chi ogni giorno subisce violenza e disprezzo


V Stazione
Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce
Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo. (Gal 6, 2) 
Signore Gesù, sulla via del Calvario hai sentito forte il peso e la fatica di portare quella ruvida croce di legno. Invano hai sperato nel gesto di aiuto da parte di un amico, di uno dei tuoi discepoli, di una delle tante persone di cui hai alleviato le sofferenze. Purtroppo solo uno sconosciuto, Simone di Cirene, per obbligo, ti ha dato una mano. Dove sono oggi i nuovi cirenei del terzo millennio? Dove li troviamo? Vorrei ricordare l’esperienza di un gruppo di religiose di diverse nazionalità, provenienze e appartenenze con le quali, da oltre diciassette anni, ogni sabato visitiamo a Roma un centro per donne immigrate prive di documenti, donne spesso giovani, in attesa di conoscere il loro destino, in bilico fra espulsione e possibilità di rimanere. Quanta sofferenza incontriamo, ma anche quanta gioia in queste donne nel trovarsi di fronte religiose provenienti dai loro Paesi, che parlano le loro lingue, che asciugano le loro lacrime, che condividono momenti di preghiera e di festa, che rendono meno duri i lunghi mesi trascorsi tra sbarre di ferro e asfalti di cemento!
Per tutti i cirenei della nostra storia. Perché non venga mai meno in loro il desiderio di accoglierti sotto le sembianze degli ultimi della terra, coscienti che accogliendo gli ultimi della nostra società accogliamo te. Siano questi samaritani portavoce di chi non ha voce.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci a portare la nostra croce”:
- quando siamo stanchi e sfiduciati
- quando sentiamo il peso delle nostre debolezze
- quando ci chiedi di condividere le sofferenze degli altri

VI Stazione
La Veronica asciuga il volto di Gesù
Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. (Mt 25, 40)
Pensiamo ai bambini, in varie parti del mondo, che non possono andare a scuola e che sono, invece, sfruttati nelle miniere, nei campi, nella pesca, venduti e comperati da trafficanti di carne umana, per trapianti di organi, nonché usati e sfruttati sulle nostre strade da molti, cristiani compresi, che hanno perso il senso della propria e altrui sacralità. Come una minorenne dal corpicino gracile, incontrata una notte a Roma, che uomini a bordo di auto lussuose facevano la fila per sfruttare. Eppure poteva avere l’età delle loro figlie… Quale squilibrio può creare questa violenza nella vita di tante giovani che sperimentano solo il sopruso, l’arroganza e l’indifferenza di chi, di notte e di giorno, le cerca, le usa, le sfrutta per poi buttarle nuovamente sulla strada in preda al prossimo mercante di vite!
Signore Gesù, rendi limpidi i nostri occhi perché sappiamo scoprire il tuo volto nei nostri fratelli e sorelle, in particolare in tutti quei bambini che, in molte parti del mondo, vivono nell’indigenza e nel degrado. Bimbi privati del diritto a un’infanzia felice, a un’educazione scolastica, all’innocenza. Creature usate come merce di poco valore, vendute e comperate a piacimento. Signore, ti preghiamo di avere pietà e compassione di questo mondo malato e di aiutarci a riscoprire la bellezza della nostra e altrui dignità come esseri umani, creati a tua immagine e somiglianza.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci a vedere”:
- il volto dei bimbi innocenti che chiedono aiuto
- le ingiustizie sociali
- la dignità che ogni persona porta in sé e viene calpestata

VII Stazione
Gesù cade la seconda volta
Insultato, non rispondeva con insulti, ma si affidava a colui che giudica con giustizia. (1Pt 2, 23)
Quante vendette in questo nostro tempo! La società attuale ha perso il grande valore del perdono, dono per eccellenza, cura per le ferite, fondamento della pace e della convivenza umana. In una società dove il perdono è vissuto come debolezza, tu, Signore, ci chiedi di non fermarci all’apparenza. E non lo fai con le parole, bensì con l’esempio. A chi ti tormenta, tu rispondi: “Perché mi perseguiti?”, ben sapendo che la giustizia vera non può mai basarsi sull’odio e sulla vendetta. Rendici capaci di chiedere e donare perdono.
“Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23, 34). Signore, anche tu hai sentito il peso della condanna, del rifiuto, dell’abbandono, della sofferenza inflitta da persone che ti avevano incontrato, accolto e seguito. Nella certezza che il Padre non ti aveva abbandonato, hai trovato la forza di accettare la sua volontà perdonando, amando e offrendo speranza a chi come te oggi cammina sulla stessa strada dello scherno, del disprezzo, della derisione, dell’abbandono, del tradimento e della solitudine.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci a dare conforto”:
- a chi si sente offeso e insultato
- a chi si sente tradito e umiliato
- a chi si sente giudicato e condannato

VIII Stazione
Gesù incontra le donne
Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. (Lc 23, 28)
La situazione sociale, economica e politica dei migranti e delle vittime di tratta di esseri umani ci interroga e ci scuote. Dobbiamo avere il coraggio, come afferma con forza Papa Francesco, di denunciare la tratta di esseri umani quale crimine contro l’umanità. Tutti noi, specialmente i cristiani, dobbiamo crescere nella consapevolezza che tutti siamo responsabili del problema e tutti possiamo e dobbiamo essere parte della soluzione. A tutti, ma soprattutto a noi donne, è richiesta la sfida del coraggio. Il coraggio di saper vedere e agire, singolarmente e come comunità. Soltanto mettendo insieme le nostre povertà, esse potranno diventare una grande ricchezza, capace di cambiare la mentalità e di alleviare le sofferenze dell’umanità. Il povero, lo straniero, il diverso non deve essere visto come un nemico da respingere o da combattere ma, piuttosto, come un fratello o una sorella da accogliere e da aiutare. Essi non sono un problema, bensì una preziosa risorsa per le nostre cittadelle blindate dove il benessere e il consumo non alleviano la crescente stanchezza e fatica.
Signore, insegnaci ad avere il tuo sguardo. Quello sguardo di accoglienza e misericordia con cui vedi i nostri limiti e le nostre paure. Aiutaci a guardare così alle divergenze di idee, abitudini, vedute. Aiutaci a riconoscerci parte della stessa umanità e a farci promotori di cammini arditi e nuovi di accoglienza del diverso, per creare insieme comunità, famiglia, parrocchie e società civile.
Preghiamo insieme dicendo: “Aiutaci a condividere la sofferenza altrui”:
- con chi soffre per la morte di persone care
- con chi fa più fatica a chiedere aiuto e conforto
- con chi ha condiviso soprusi e violenze

IX Stazione
Gesù cade la terza volta
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca, era come agnello condotto al macello. (Is 53, 7)
Signore, per la terza volta sei caduto, sfinito e umiliato, sotto il peso della croce. Proprio come tante ragazze, costrette sulle strade da gruppi di trafficanti di schiavi, che non reggono alla fatica e all’umiliazione di vedere il proprio giovane corpo manipolato, abusato, distrutto, insieme ai loro sogni. Quelle giovani donne si sentono come sdoppiate: da una parte cercate e usate, dall’altra respinte e condannate da una società che rifiuta di vedere questo tipo di sfruttamento, causato dall’affermazione della cultura dell’usa-e-getta. Una delle tante notti passate sulle strade a Roma, cercavo una giovane giunta da poco in Italia. Non vedendola nel suo gruppo, la chiamavo insistentemente per nome: “Mercy!”. Nel buio, l’ho scorta accovacciata e addormentata sul ciglio della strada. Al mio richiamo s’è svegliata e m’ha detto che non ne poteva più. “Sono sfinita”, ripeteva… Ho pensato a sua madre: se sapesse che cosa è accaduto alla figlia, piangerebbe tutte le sue lacrime.
Signore, quante volte ci hai rivolto questa domanda scomoda: “Dov’è tuo fratello? Dov’è tua sorella?”. Quante volte ci hai ricordato che il loro grido straziante era giunto fino a te? Aiutaci a condividere la sofferenza e l’umiliazione di tante persone trattate come scarto. È troppo facile condannare esseri umani e situazioni di disagio che umiliano il nostro falso pudore, ma non è altrettanto facile assumerci le nostre responsabilità come singoli, come governi e anche come comunità cristiane.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, donaci forza e coraggio per denunciare”:
- di fronte allo sfruttamento e all’umiliazione vissuta da tanti giovani
- di fronte all’indifferenza e al silenzio di molti cristiani
- di fronte a leggi ingiuste e prive di umanità e solidarietà

X Stazione
Gesù è spogliato delle sue vesti
Rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità. (Col 3, 12)
Denaro, benessere, potere. Sono gli idoli di ogni tempo. Anche e soprattutto del nostro, che si vanta degli enormi passi avanti fatti nel riconoscimento dei diritti della persona. Tutto è acquistabile, compreso il corpo dei minorenni, derubati dalla loro dignità e dal loro futuro. Abbiamo dimenticato la centralità dell’essere umano, la sua dignità, bellezza, forza. Mentre nel mondo si vanno alzando muri e barriere, vogliamo ricordare e ringraziare coloro che con ruoli diversi, in questi ultimi mesi, hanno rischiato la loro stessa vita, particolarmente nel Mar Mediterraneo, per salvare quella di tante famiglie in cerca di sicurezza e di opportunità. Esseri umani in fuga da povertà, dittature, corruzione, schiavitù.
Aiutaci, Signore, a riscoprire la bellezza e la ricchezza che ogni persona e ogni popolo racchiudono in sé come tuo dono unico e irripetibile, da mettere a servizio della società intera e non per raggiungere interessi personali. Ti preghiamo, Gesù, affinché il tuo esempio e il tuo insegnamento di misericordia e di perdono, di umiltà e di pazienza ci renda un po’ più umani e, dunque, più cristiani.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, donaci un cuore pieno di misericordia”:
- di fronte all’avidità del piacere, del potere e del denaro
- di fronte alle ingiustizie inflitte ai poveri e ai più deboli
- di fronte al miraggio di interessi personali

XI Stazione
Gesù è inchiodato sulla croce
Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno. (Lc 23, 34)
La nostra società proclama l’uguaglianza in diritti e dignità di tutti gli esseri umani. Ma pratica e tollera la disuguaglianza. Ne accetta perfino le forme più estreme. Uomini, donne e bambini sono comprati e venduti come schiavi dai nuovi mercanti di esseri umani. Le vittime della tratta sono poi sfruttate da altri individui. E infine gettate via, come merce senza valore. Quanti si fanno ricchi divorando la carne e il sangue dei poveri!
Signore, quante persone ancora oggi sono state inchiodate su una croce, vittime di uno sfruttamento disumano, private della dignità, della libertà, del futuro. Il loro grido di aiuto ci interpella come uomini e donne, come governi, come società e come Chiesa. Come è possibile che continuiamo a crocifiggerti, rendendoci complici della tratta di esseri umani? Donaci occhi per vedere e un cuore per sentire le sofferenze di tante persone che ancora oggi sono inchiodate sulla croce dai nostri sistemi di vita e di consumo.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, pietà”:
- per i nuovi crocifissi di oggi sparsi su tutta la terra
- per i potenti e i legislatori della nostra società
- per chi non sa perdonare e non sa amare

XII Stazione
Gesù muore sulla croce
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Mc 15, 34)
Anche tu, Signore, hai sentito, sulla croce, il peso dello scherno, della derisione, degli insulti, delle violenze, dell’abbandono, dell’indifferenza. Solo Maria tua madre e altre poche discepole sono rimaste là, testimoni della tua sofferenza e della tua morte. Il loro esempio ci ispiri a impegnarci a non far sentire la solitudine a quanti agonizzano oggi nei troppi calvari sparsi per il mondo, tra cui i campi di raccolta simili a lager nei Paesi di transito, le navi a cui viene rifiutato un porto sicuro, le lunghe trattative burocratiche per la destinazione finale, i centri di permanenza, gli hot spot, i campi per lavoratori stagionali.
Signore, ti preghiamo: aiutaci a farci prossimi ai nuovi crocifissi e disperati del nostro tempo. Insegnaci ad asciugare le loro lacrime, a confortarli come hanno saputo fare Maria e le altre donne sotto la tua croce.
Preghiamo insieme dicendo: “Signore, aiutaci a donare la nostra vita”:
- a quanti hanno subito ingiustizie, odio e vendetta
- a quanti sono stati ingiustamente calunniati e condannati
- a quanti si sentono soli, abbandonati e umiliati

XIII Stazione
Gesù è deposto dalla croce
Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo;
se invece muore, produce molto frutto. (Gv 12, 24)
Chi ricorda, in quest’era di notizie bruciate alla svelta, quelle ventisei giovani nigeriane inghiottite dalle onde, i cui funerali sono stati celebrati a Salerno? È stato duro e lungo il loro calvario. Prima la traversata del deserto del Sahara, ammassate su bus di fortuna. Poi la sosta forzata negli spaventosi centri di raccolta in Libia. Infine il salto nel mare, dove hanno trovato la morte alle porte della “terra promessa”. Due di loro portavano in grembo il dono di una nuova vita, bimbi che non vedranno mai la luce del sole. Ma la loro morte, come quella di Gesù deposto dalla croce non è stata vana. Tutte queste vite affidiamo alla misericordia del Padre nostro e di tutti, ma soprattutto Padre dei poveri, dei disperati e degli umiliati.
Signore, in quest’ora, sentiamo risuonare ancora una volta il grido che Papa Francesco levò da Lampedusa, meta del suo primo viaggio apostolico: «Chi ha pianto?». E ora dopo infiniti naufragi, continuiamo a gridare: «Chi ha pianto?». Chi ha pianto?, ci domandiamo di fronte a quelle 26 bare allineate e sovrastate da una rosa bianca? Solo cinque di loro sono state identificate. Con o senza nome, tutte, però, sono nostre figlie e sorelle. Tutte meritano rispetto e ricordo. Tutte ci chiedono di sentirci responsabili: istituzioni, autorità e noi pure, con il nostro silenzio e la nostra indifferenza.
Preghiamo insieme: “Signore, aiutaci a condividere il pianto”:
- di fronte alle sofferenze altrui
- di fronte a tutte le bare senza nome
- di fronte al pianto di tante madri

XIV Stazione
Gesù viene posto nel sepolcro
È compiuto. (Gv 19, 30)
Il deserto e i mari sono diventati i nuovi cimiteri di oggi. Di fronte a queste morti non ci sono risposte. Ci sono, però, responsabilità. Fratelli che lasciano morire altri fratelli. Uomini, donne, bambini che non abbiamo potuto o voluto salvare. Mentre i governi discutono, chiusi nei palazzi del potere, il Sahara si riempie di scheletri di persone che non hanno resistito alla fatica, alla fame, alla sete. Quanto dolore costano i nuovi esodi! Quanta crudeltà si accanisce su chi fugge: i viaggi della disperazione, i ricatti e le torture, il mare trasformato in tomba d’acqua.
Signore, facci comprendere che siamo tutti figli dello stesso Padre. Possa la morte del tuo figlio Gesù donare ai Capi delle Nazioni e ai responsabili delle legislazioni la consapevolezza del loro ruolo a difesa di ogni persona creata a tua immagine e somiglianza.

Conclusione
Vorremmo ricordare la storia della piccola Favour, di 9 mesi, partita dalla Nigeria insieme ai suoi giovani genitori in cerca di un futuro migliore in Europa. Durante il lungo e pericoloso viaggio nel Mediterraneo, mamma e papà sono morti insieme ad altre centinaia di persone che si erano affidate a trafficanti senza scrupoli per poter giungere nella “terra promessa”. Solo Favour è sopravvissuta: anche lei, come Mosè, è stata salvata dalle acque. La sua vita diventi luce di speranza nel cammino verso un’umanità più fraterna.
Al termine della tua Via Crucis ti preghiamo, Signore, affinché ci insegni a vegliare, insieme a tua Madre e alle donne che ti hanno accompagnato sul Calvario, nell’attesa della tua resurrezione. Essa sia faro di speranza, di gioia, di vita nuova, di fratellanza, di accoglienza e di comunione tra i popoli, le religioni e le leggi. Perché ogni figlio e figlia dell’uomo sia riconosciuto davvero nella sua dignità di figlio e figlia di Dio e mai più trattati da schiavi.


PREGHIERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Colosseo
Venerdì Santo, 19 aprile 2019

Signore Gesù, aiutaci a vedere nella Tua Croce tutte le croci del mondo:
la croce delle persone affamate di pane e di amore;
la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;
la croce delle persone assetate di giustizia e di pace;
la croce delle persone che non hanno il conforto della fede;
la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;
la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici;
la croce dei piccoli, feriti nella loro innocenza e nella loro purezza;
la croce dell’umanità che vaga nel buio dell’incertezza e nell’oscurità della cultura del momentaneo;
la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo;
la croce dei consacrati che cercano instancabilmente di portare la Tua luce nel mondo e si sentono rifiutati, derisi e umiliati;
la croce dei consacrati che, strada facendo, hanno dimenticato il loro primo amore;
la croce dei tuoi figli che, credendo in Te e cercando di vivere secondo la Tua parola, si trovano emarginati e scartati perfino dai loro famigliari e dai loro coetanei;
la croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti, dei nostri peccati e delle nostre numerose promesse infrante;
la croce della Tua Chiesa che, fedele al Tuo Vangelo, fatica a portare il Tuo amore perfino tra gli stessi battezzati;
la croce della Chiesa, la Tua sposa, che si sente assalita continuamente dall’interno e dall’esterno;
la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere.
Signore Gesù, ravviva in noi la speranza della risurrezione e della Tua definitiva vittoria contro ogni male e ogni morte. Amen!



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WITH CHRIST AND WITH WOMEN
ON THE WAY OF THE CROSS

Introduction
Forty days have now passed since we began our Lenten journey with the imposition of ashes. Today we relived the final hours of the earthly life of the Lord Jesus, to the moment when, from the cross, he cried out “Consummatum est”, “it is finished”. We have gathered in this place where thousands of people once suffered martyrdom for their fidelity to Christ. We want to walk this via dolorosa in union with the poor, the outcast of our societies and all those who even now are enduring crucifixion as victims of our narrowmindedness, our institutions and our laws, our blindness and selfishness, but especially our indifference and hardness of heart. We Christians too suffer from that disease. May the Cross of Christ, a means of death but also of new life, embracing heaven and earth, north and south, east and west, enlighten the consciences of citizens, of the Church, of lawmakers and of all those who call themselves followers of Christ, so that the Good News of our redemption may be made known to all.

First Station
Jesus is condemned to death
Not everyone who says to me, ‘Lord, Lord,’ will enter the kingdom of heaven, but the one who does the will of my Father who is in heaven” (Mt 7:21)
Meditation:
Lord, who could be a better disciple of yours than Mary your Mother? She accepted the Father’s will even at the darkest moment in her life, and she stood by you, heartbroken. She conceived you and bore you in her womb; she held you in her arms, she showered you with her love, and she accompanied you throughout your earthly life. How could she fail to follow you on the road to Calvary and share in the most tragic and painful moment of your life and her own?
Prayer:
Lord, how many mothers even today share the experience of your Mother, as they weep for the fate of their daughters and sons? How many conceive and give birth to their children, only to see them suffer and die from disease, malnutrition and lack of water, medical care and hope for the future? We pray for those who hold positions of responsibility, that they may heed the cry of the poor rising up to you from every part of our world. The plea of all those young lives condemned in different ways to death by the indifference born of selfish and discriminatory political policies. Grant that none of your children may lack employment and all that is needed for an honest and dignified life.
Let us pray together and say: “Lord help us to do your will”:
in times of difficulty and despair;
in times of physical and moral suffering;
in times of darkness and loneliness.


Second Station
Jesus takes up his Cross
If any man would come after me, let him deny himself and take up his cross daily and follow me” (Lk 9:23)
Meditation:
Lord Jesus, it is easy to wear a crucifix on a chain around our neck or to use it to decorate the walls of our beautiful cathedrals or homes. It is less easy to encounter and acknowledge today’s newly crucified: the homeless; the young deprived of hope, without work and without prospects; the immigrants relegated to slums at the fringe of our societies after having endured untold suffering. Sadly, these camps, unsafe and insecure, are being razed to the ground along with the dreams and hopes of thousands of marginalized, exploited and forgotten women and men. How many children, too, suffer discrimination on the basis of their origin, the colour of their skin or their social status? How many mothers suffer the humiliation of seeing their children mocked and deprived of opportunities open to their schoolmates and others their age?
Prayer:
We thank you Lord because by your own life, you have taught us how to show genuine and selfless love for others, especially for our enemies or simply those who are different from ourselves. Lord Jesus, how many times have we, your disciples, been ready to be identified as your followers when you performed healings and wonders, when you fed the crowd and forgave sins. Yet we have not found it so easy when you spoke about serving and forgiving others, about self-sacrifice and suffering. Grant that we may put our lives always at the service of others.
Let us pray together and say: “Lord help us to hope”:
when we feel abandoned and alone;
when it is not easy to follow in your footsteps;
when serving others becomes difficult.


Third Station
Jesus falls for the first time
“He has borne our griefs and carried our sorrows” (Is 53:4)
Meditation:
Lord Jesus, on the steep path leading to Calvary, you chose to experience our human frailty and weakness. Where would the Church be today without the presence and generosity of so many volunteers, the new Samaritans of the third millennium? One cold January night, in a street on the outskirts of Rome, three young African women, little more than girls, poorly clad, were huddled near a brazier to keep warm. Some young people passing by in a car, just for fun, threw flammable material onto the fire, burning them badly. At that very moment, one of the many street units of volunteers passed by and came to their aid. They brought them to hospital and then welcomed them into a family home. How much time will it take for those young women to be healed not only of their painful burns, but also of the pain and humiliation of finding their bodies mutilated and disfigured forever?
Prayer:
Lord, we thank you for all those new Samaritans of the third millennium who, today too, can be found on our streets, stooping with love and compassion over the many physical and spiritual wounds of those who live every night in fear and the terror of darkness, loneliness and indifference. Sadly, Lord, often today we are no longer able to see those in need, those hurt and humiliated. We are quick to demand respect for our rights and interests, but we forget those of the poor and the last in line. Lord grant us the grace to overcome our blindness to their tears, their sufferings and their cry of pain, so that through them we can encounter you.
Let us pray together and say: “Lord help us to love”:
when it is challenging to be a Samaritan;
when we find it hard to forgive;
when we do not want to see the sufferings of others.


Fourth Station
Jesus meets his Mother
“And a sword will pierce through your own soul also, that thoughts out of many hearts may be revealed” (Lk 2:35)
Meditation:
Mary, when you presented the infant Jesus in the Temple for the rite of purification, the aged Simeon predicted that a sword would pierce your heart. Now it is time to renew your “fiat”; your acceptance of the Father’s will, even though the experience of accompanying your child, treated as a criminal, to his execution causes you heartrending pain. Lord, have mercy on the many, all too many, mothers who have allowed their young children to depart for Europe in the hope of helping their poverty-stricken families, only to meet with humiliation, contempt and at times even death. Like young Tina, a mere twenty years old, brutally killed on the street, leaving behind a child just a few months old.
Prayer:
Mary, at this very moment, you experience the same tragedy as all those mothers who suffer for their children who set out for other countries with the hopes of a better future for themselves and their families, but sadly find humiliation, contempt, violence, indifference, loneliness and even death. Give them strength and courage.
Let us pray together and say: “Lord, grant that we may always give support and comfort, and be present to offer help”:
to console mothers who weep for the fate of their children;
to those who have lost all hope in life;
to those who daily experience violence and contempt.


Fifth Station
Simon the Cyrenean helps Jesus to carry the cross
“Bear one another’s burdens, and so fulfil the law of Christ” (Gal 6:2)
Meditation:
Lord Jesus, on the way to Calvary you were crushed by the weight of carrying that rough wooden cross. In vain, you hoped for a sign of help from a friend, from one of your disciples, from one of the many persons whose sufferings you relieved. Sadly, only a stranger, Simon of Cyrene, out of obligation, came to your aid. Where are the new Cyreneans of the third millennium? Where do we find them today? I think of the experience of a group of religious women of different nationalities, places of origin and communities with whom, for more than seventeen years, every Saturday, we visit a centre for undocumented immigrant women. Women, often young, anxiously waiting to know their fate, whether it be expulsion or the chance to remain. How much suffering we see, yet at the same time how much joy when these women find Sisters from their own country, who speak their language, dry their tears, share moments of prayer and celebration, and make easier the long months spent behind iron bars and on cement pavements.
Prayer:
For all the Cyreneans of our history, that they may never falter in their desire to welcome you in the least of our brothers and sisters, in the knowledge that in welcoming the poorest members of our society, we welcome you. May these Samaritans speak out on behalf of those who have no voice.
Let us pray together and say: “Lord, help us to carry our cross”:
when we are tired and disheartened;
when we feel the burden of our weaknesses;
when you ask us to share the sufferings of others.

Sixth Station
Veronica wipes the face of Jesus
“As you did it to one of the least of these my brethren, you did it to me” (Mt 25:40)
Meditation:
Let us think of all those children in various parts of the world who cannot go to school but are instead exploited in mines, fields and fisheries, bought and sold by human traffickers for organ harvesting, used and abused on our streets by many, including Christians, who have lost the sense of their own and others’ sacredness. Like the young girl with a slim body we met one evening in Rome while men in luxury cars lined up to exploit her. She might have been the age of their own children. What kind of imbalance can this violence create in the lives of all those young women who experience only the oppression, arrogance and indifference of those who, night and day, seek them out, use them and exploit them, only to cast them back onto the street again, as prey for the next trader in human lives?
Prayer:
Lord Jesus, cleanse our eyes so that we can see your face in our brothers and sisters, especially in all those children who, in many parts of the world, are living in poverty and squalor. Children deprived of their right to a happy childhood, education and innocence. Little ones used as cheap goods, bought and sold at will. Lord, we ask you to have mercy and compassion on this sick world. Help us rediscover the beauty of our dignity, and that of others, as human beings created in your image and likeness.
Let us pray together, saying: “Lord, help us to see”:
the faces of innocent children who ask for our help;
social injustices;
people’s inherent dignity that is violated.

Seventh Station
Jesus falls for the second time
“When he suffered, he did not threaten; but he entrusted himself to the one who judges justly” (1 Pet 2:23)
Meditation:
What a thirst for vengeance we see all around us! Our societies today have lost the great value of forgiveness, a gift second to none, a cure for wounds, the basis of peace and human coexistence. In a society where forgiveness is seen as weakness, you, Lord, ask us not to stop at appearances. Not with words, but by your example. To those who tortured you, you asked: “Why do you persecute me?” For you knew very well that true justice can never be based on hatred and revenge. Make us capable of asking for, and granting forgiveness.
Prayer:
“Father, forgive them; for they know not what they do” (Lk 23:34). Lord, you too bore the burden of condemnation, rejection, abandonment and suffering inflicted by persons who had met you, listened to you, and followed you. In the certainty that the Father had not abandoned you, you found the strength to accept his will by offering forgiveness, love and hope to those who today, like you, walk the same path of ridicule, contempt, mockery, abandonment, betrayal and loneliness.
Let us pray together and say: “Lord, help us to give comfort”:
to those who feel offended and insulted;
to those who feel betrayed and humiliated;
to those who feel judged and condemned.

Eighth Station
Jesus meets the women
Daughters of Jerusalem, do not weep for me, but weep for yourselves and for your children” (Lk 23:28)
Meditation:
The social, economic and political situation of migrants and the victims of human trafficking challenges and disturbs us. We must have the courage, as Pope Francis firmly maintains, to denounce human trafficking as a crime against humanity. All of us, and Christians in particular, must come to realize that we are all responsible for the problem, and that all of us can and must be part of the solution. All of us, but above all we women, are challenged to be courageous. Courageous in knowing how to see and take action, as individuals and as a community. Only by being united in our poverty can we make it a great treasure, capable of changing people’s approach and alleviating humanity’s sufferings. The poor, the foreigner, the other, must not be seen as an enemy to be rejected and resisted, but as a brother or a sister to be welcomed and assisted. They are not a problem, but a precious resource for our fortified citadels, where prosperity and consumption fail to alleviate our growing weariness and fatigue.
Prayer:
Lord, teach us to see with your eyes, with that welcoming and merciful gaze with which you see our limitations and our fears. Help us to imitate you in how we regard different ideas, behaviours and points of view. Help us to realize that we are part of the same human family, and to find bold new ways of accepting diversity and working together to build communities, families, parishes and civil society.
Let us pray together and say: “Help us to share in the suffering of others”:
those grieving the death of loved ones;
those who find it hard to ask for help and comfort;
those who have experienced oppression and violence.

Ninth Station
Jesus falls for the third time
“He was oppressed and he was afflicted, yet he opened not his mouth; like a lamb that is led to the slaughter” (Is53:7)
Meditation:
Lord, you fell a third time, exhausted and humiliated, beneath the weight of your cross. Like all those girls forced onto the streets by groups of traffickers in human slavery. Like you, they cannot hold up under the exhaustion and humiliation of seeing their young bodies manipulated, abused and ruined, together with their hope and dreams. Those young women feel divided in two: sought out and used, while at the same time rejected and condemned by a society that conveniently ignores this kind of exploitation, the fruit of its throwaway culture. On one of many nights spent on streets of Rome, I looked for a young woman recently arrived in Italy. Not seeing her in her group, I kept calling out her name: “Mercy!” In the darkness, I caught sight of her curled up and half asleep at the edge of the street. When she heard me calling, she awoke and said she couldn’t go on. “I can’t take it any more”, she kept repeating. I thought of her mother. If she knew what had happened to her daughter, she would burst into tears.
Prayer:
Lord, how many times have you asked us this disturbing question: “Where is your brother? Where is your sister?” How many times have you reminded us that their heartbreaking cry rises up to you? Help us to share the sufferings of all those treated as refuse. It is all too easy to condemn people and difficult situations that offend our false sense of decency. It is less easy to accept our responsibilities as individuals, as governments, and as Christian communities.
Let us pray together and say: “Lord, give us the strength and courage to repudiate”:
the exploitation and humiliation faced by many young people;
the indifference and silence of many Christians;
unjust laws lacking in humanity and solidarity.

Tenth Station
Jesus is stripped of his garments
“Put on then compassion, kindness, lowliness, meekness, and patience” (Col 3:12)
Meditation:
Money, comfort, power. These are the idols of every age. Especially our own, which can boast of enormous progress in the acknowledgment of individual rights. Everything can be bought, including the body of minors, stripped of their dignity and hope for the future. We have forgotten the centrality of the human being, the dignity, beauty and strength of each man and woman. Even as the world is building walls and barriers, we want to recognize and thank all those who in various ways during these past months have risked their own lives, especially in the Mediterranean, to save the lives of so many families in search of safety and opportunity. Human beings fleeing poverty, dictatorships, corruption and slavery.
Prayer:
Lord, help us to rediscover the beauty and richness present in every person and people as your unique gift, to be placed at the service of society as a whole and not used for our personal profit or gain. Grant, Jesus, that your example and your teaching on mercy and forgiveness, on humility and patience, may make us a little more human, and thus, more Christian.
Let us pray together and say: “Lord, give us merciful hearts”:
when faced with lust for pleasure, power and money;
when faced with injustices inflicted on the poor and the weak;
when faced with the illusions born of self-interest.

Eleventh Station
Jesus is nailed to the Cross
Father, forgive them, for they know not what they do” (Lk 23:34)
Meditation:
Our society proclaims equal rights and dignity for all human beings. Yet it practises and tolerates inequality. It even accepts extreme forms of inequality. Men, women and children are bought and sold like slaves by the new traders in human lives. The victims of trafficking are then exploited by others. And in the end, they are cast aside, discarded as worthless goods. How many people are growing rich by devouring the flesh and blood of the poor?
Prayer:
Lord, how many men and women even today are nailed to a cross, victims of brutal exploitation, stripped of dignity, freedom and hope for the future! Their cry for help challenges us as individuals, as governments, as society and as Church. How is it possible that we continue to crucify you by our complicity in the trafficking of human beings? Give us eyes to see and a heart to feel the suffering of all those who today too are nailed to a cross by our systems of life and consumption.
Let us pray together and say: “Lord, have mercy”:
on those newly crucified throughout today’s world;
on those in society who enact laws and exercise power;
on those unable to forgive and unable to love.

Twelfth Station
Jesus dies on the Cross
“My God, my God, why have you forsaken me?” (Mk 15:34)
Meditation:
On the cross, Lord, you too bore the weight of scorn, mockery, insults, violence, abandonment and indifference. Only Mary, your Mother, and a few other women stayed with you as witnesses to your suffering and death. May their example inspire in us a commitment to stand by all those dying today on Calvaries throughout the world: in transit camps, on boats denied entry to safe ports, in shelters, hot spots and camps for seasonal workers, amid protracted negotiations about their final destination.
Prayer:
Lord, we implore you: help us to be true neighbours to those newly crucified and despairing in today’s world. Teach us to wipe away their tears, to comfort them, even as you were consoled by the presence of Mary and the other women beneath your cross.
Let us pray together and say: “Lord help us to give freely of ourselves”:
to all those suffering from injustice, hatred and vengeance;
to all those unjustly slandered and condemned;
to all those who feel alone, abandoned and humiliated.

Thirteenth Station
Jesus is taken down from the cross
Unless a grain of wheat falls into the earth and dies, it remains alone; but if it dies, it bears much fruit” (Jn 12:24)
Meditation:
In this era of news flashes, who remembers those twenty-six young Nigerian women who drowned and whose funerals were held in Salerno? Their Calvary was lengthy and difficult. First the crossing of the Sahara desert, crammed in ramshackle buses. Then their forced stay in frightful detention centres in Libya. Finally the leap into the sea, where they met death at the gates of the “promised land”. Two of them were bearing in their womb the gift of a new life, children who would never see the light of day. Yet their death, like that of Jesus taken down from the Cross, was not in vain. We entrust all these lives to the mercy of God our Father and the Father of all, especially the poor, the desperate and the abased.
Prayer:
Lord, at this hour, we hear once more the cry of Pope Francis at Lampedusa, the site of his first apostolic journey: “Has anyone wept?” And now after countless shipwrecks, we continue to cry out: “Has anyone wept?” Has anyone wept, we wonder, before those twenty-six coffins lined up and covered with white roses? Only five of those women have been identified. Nameless or not, all of them are our daughters and sisters. All deserve respect and remembrance. They appeal to us – our institutions, our authorities and each of us – to accept responsibility for our silence and indifference.
Let us pray together and say: “Lord, may we join in weeping”:
at the sufferings of others;
at all those nameless coffins;
at the tears of so many mothers.

Fourteenth Station
Jesus is laid in the tomb
“It is finished” (Jn 19:30)
Meditation:
The desert and the seas have become the new cemeteries of our world. These deaths leave us speechless. Yet responsibility has to be taken. People let their brothers and sisters die: men, women, children that we could not, or would not, save. While governments, closed off in their palaces of power, debate, the Sahara is filled with the bones of men and women who could not survive exhaustion, hunger and thirst. How much pain is involved in these new exoduses! How much cruelty is inflicted on those fleeing their homelands: in their desperate journeys, in the extortion and tortures they endure, in the sea that becomes a watery grave.
Prayer:
Lord, make us realize that we are all children of one Father. May the death of your Son Jesus grant to the leaders of nations and lawmakers consciousness of the role they must play in the defence of every person created in your image and likeness.

CONCLUSION:
We would like to recount the story of Favour, a nine-month old baby, who left Nigeria together with her young parents who sought a better future in Europe. During the long and dangerous journey in the Mediterranean, her father and mother died along with hundreds of other people who had relied on unscrupulous traffickers to come to the promised land. Only Favour survived; like Moses, she was saved from the waters. May her life become a light of hope on the path towards a more fraternal humanity.
Prayer:
At the conclusion of your way of the cross, we ask you, Lord, to teach us to keep watch, together with your Mother and the women who stood by you on Calvary, in expectation of your resurrection. May it be a beacon of hope, joy, new life, fraternity, acceptance and communion among peoples, religions and systems of law. So that all the sons and daughters of man will be truly recognized in their dignity as sons and daughters of God, and never again treated as slaves.

PRAYER OF THE HOLY FATHER FRANCIS
Coliseum
Good Friday, 19 April 2019

 note: translation done with the help of Google Translator

Lord Jesus, help us to see in Your Cross all the crosses of the world:
the cross of people hungry for bread and love;
the cross of lonely people abandoned even by their own children and relatives;
the cross of people thirsting for justice and peace;
the cross of people who do not have the comfort of faith;
the cross of the elders who drag themselves under the weight of years and loneliness;
the cross of the migrants who find the doors closed because of fear and hearts armored by political calculations;
the cross of the little ones, wounded in their innocence and in their purity;
the cross of humanity that wanders in the darkness of uncertainty and in the darkness of the momentary culture;
the cross of families broken by treachery, by the seductions of the evil one or by murderous lightness and selfishness;
the cross of the consecrated who tirelessly seek to bring Your light into the world and feel rejected, mocked and humiliated;
the cross of consecrated persons who, along the way, have forgotten their first love;
the cross of your children who, believing in You and trying to live according to Your word, find themselves marginalized and discarded even by their relatives and their peers;
the cross of our weaknesses, of our hypocrisies, of our betrayals, of our sins and of our numerous broken promises;
the cross of Your Church that, faithful to Your Gospel, struggles to bring Your love even among the baptized themselves;
the cross of the Church, your bride, who feels herself continually attacked from inside and outside;
the cross of our common home that seriously withers under our eyes selfish and blinded by greed and power.

Lord Jesus, revive in us the hope of the resurrection and your definitive victory against every evil and every death. Amen!