Apostasia - Apostasy
Note: after the Italian text there is
the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to
correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that
automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even
with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who
speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a
second or third language. It is the function that in ancient times carried out
the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient
vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts and the documents of the Popes and Councils are taken from the site of the Holy See.
I cattolici
reazionari accusano di apostasia coloro che non riescono a seguire, o non
riescono a seguire completamente, l’etica sessuale prescritta dalla tradizione
del Magistero e basata su una concezione molto formalistica del matrimonio e
sul sostanziale rifiuto dell’idea di genitorialità responsabile. Effettivamente
essa crea grandi problemi ai fedeli cattolici, che però in genere cercano di
conformarvisi. Questa situazione riguarda tutti: quelli che ancora non si sono
sposati, quelli che si sono sposati e coloro, come i preti, i monaci e le
monache, i frati e le suore, che hanno presso l’impegno di non sposarsi. In
questo campo la teologia dei secoli passati ha creato problemi che poi ha
vietato a se stessa di risolvere. Il Magistero ne è ben consapevole, per cui ad un'incredibile durezza della dottrina corrisponde una prassi pastorale
diversa, che cerca di tener conto delle difficoltà della gente di fede. E’ però
necessario tollerare una certa ipocrisia. L’ipocrisia, però, nella nostra
concezione religiosa è una colpa. In questo modo gli stessi vescovi che
predicano in un modo e poi tollerano prassi difformi sono esposti agli attacchi
dei reazionari, di quelli che vorrebbero tornare alla situazione del passato,
nella quale si era molto duri anche nelle relazioni concrete con i fedeli,
benché prevalentemente contro le donne, vale a dire con le persone che
mantenevano maggiormente l’affetto ad una vita religiosa. Un clero tutto
maschile comprendeva meglio i problemi degli uomini e in definitiva era più
tollerante verso i maschi, ritenendo che altrimenti le famiglie si sarebbe
sfasciate. Famiglie basate sul dispotismo maschile. E’ appunto a questo
dispotismo che i reazionari vorrebbe tornare. Le questioni sulla famiglia
costituiscono così anche un’arma nello scontro politico in corso all’interno
della Chiesa cattolica e che ha ad oggetto il modello di società da costruire
in base alle esigenze del vangelo. C’è chi lo vorrebbe centrato sull’idea di
relazioni benevole in un quadro di pari dignità tra le persone e chi pensa che
si debba ritornare in famiglia al dominio naturale del maschio e in politica a
quello dell’uomo forte. E’ in
questione anche un modello di Papato, che è anche l’espressione di un tipo di
paternità. Il termine Papa deriva infatti da una parola del greco antico
che significa padre. Tutto questo travaglio che ho descritto non
pone però, a ben considerare, questioni di apostasia. Tutti infatti,
reazionari, conservatori e riformatori, affidano le loro vite al vangelo.
Nonostante quello che viene insegnato dal Magistero, la questione dell’etica
sessuale, e in particolare di quella matrimoniale, non appare centrale nelle
narrazioni evangeliche e, quando viene affrontata, gli insegnamenti ad essa
relativi appaiono improntati all’idea di misericordia, rispetto, ad esempio, ad altri molto duri contro chi impone alla
gente pesi insopportabili e poi cerca di
esimersene.
Secondo il
vocabolario Treccani la parola apostasia significa: «ripudio, rinnegamento della propria religione per
seguirne un’altra. In particolare, nel diritto canonico cattolico, l’abbandono
totale (diverso quindi dall’eresia, che è abbandono parziale) della fede da
parte di un battezzato, manifestato esteriormente in modi non equivoci e con la
volontà e coscienza di abbandonarla (il passaggio ad altra fede è solo una
circostanza aggravante)».
Storicamente tra i cattolici una vita sessuale dissoluta non è mai stata
considerata espressione di apostasia in quel senso, tanto è vero che, in
particolare verso la fine del primo Millennio e fino al Cinquecento, gli stessi
Papi romani tennero una condotta sessuale di quel tipo e, a proposito del
Papato intorno all’anno Mille, se ne parlò addirittura come di un’istituzione
lordata dalla pornocrazia.
Si può essere considerati apostati quando si
nega la religione nei suoi fondamenti. Ma per i più non è una questione di
dottrina, che può essere compresa solo dai più dotti, che sanno di teologia, ma
di un modo di vivere che contrasta radicalmente con il vangelo. Il fondamento
di quest’ultimo è la misericordia, che significa soccorrere, consolare,
accogliere vicino a sé, condividere ciò che si ha e si è. Se uno non solo non
pratica la misericordia, motivo per il quale è solo un peccatore e però può sempre voler confidare nella misericordia del Cielo e se confida in essa cercando di correggersi sicuramente l’ottiene, ma anche ritiene che si debba essere spietati e in tal
modo rifiuta di dare e chiedere misericordia e ritiene che sia giusto così, e se dimostra con i fatti di
legare questa concezione a sé come modo caratteristico del proprio essere, per
cui si sforza di essere spietato e di fare spietata la società in cui vive, a
costo anche di uccidere, e in più guida e addirittura costringe gli altri ad
essere spietati, allora effettivamente una persona così si conquista il titolo
di apostata, perché ripudia l’essenziale del vangelo.
Alla fine dei tempi, quando compariremo per
il giudizio, che cosa conterà della nostra vita? Ci sarà richiesto della
dottrina che abbiamo saputo proclamare? Ci sarà fatto un esame di catechismo?
Non è così che nei Vangeli è presentata la cosa.
[31] Quando il Figlio dell'uomo verrà
nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua
gloria.
[32] E saranno riunite davanti a lui tutte le
genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dai capri,
[33] e porrà le pecore alla sua destra e i capri
alla sinistra.
[34] Allora il re dirà a quelli che stanno alla
sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
[35] Perché io ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete
ospitato,
[36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
[37] Allora i giusti gli risponderanno: Signore,
quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e
ti abbiamo dato da bere?
[38] Quando ti abbiamo visto forestiero e ti
abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
[39] E quando ti abbiamo visto ammalato o in
carcere e siamo venuti a visitarti?
[40] Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi
dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli
più piccoli, l'avete fatto a me.
[41] Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli.
[42] Perché ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
[43] ero forestiero e non mi avete ospitato,
nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
[44] Anch'essi allora risponderanno: Signore,
quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o
in carcere e non ti abbiamo assistito?
[45] Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni
volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più
piccoli, non l'avete fatto a me.
[46] E se ne andranno, questi al supplizio
eterno, e i giusti alla vita eterna".
[Matteo 25,31-40]
Questo brano evangelico è stato spesso citato
dal Papa negli ultimi anni, a proposito dell’atteggiamento da seguire nei
confronti delle persone migranti, che cercano di arrivare da noi dagli inferni
della terra.
Vedete che non c’è l’esame di catechismo? O di
devozione religiosa (quante Messe, quante preghiere ecc.). Ma, a ben vedere,
non c’è neanche un giudizio di etica sessuale o
matrimoniale. Che ne dite? «Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto
sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato,
nudo e mi
avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.»
Il Papa e
i vescovi continuano ad ammonirci ricordandoci il vangelo sul problema delle
migrazioni verso l’Europa. L’altro ieri il cardinale Gualtiero Bassetti,
Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Perugia, ha
detto:
«I migranti vanno soccorsi e salvati, non respinti o bloccati in
Paesi terzi insicuri. Chi si
assumerà la responsabilità di mettere a rischio la loro vita? Sono diminuiti
gli sbarchi in Italia, ma aumentano in modo esponenziale i morti: in
mare, nel deserto, nei centri. Ogni morto è un'offesa che colpisce tutto il
genere umano […] chiudendo i porti abbiamo un minor numero di sbarchi, almeno
quelli ufficiali, ma in proporzione è aumentato il numero dei morti. E chi torna nel centri di detenzione in Libia
diventa vittima di grandi violenze. Può essere una condanna a morte».
Nell’esortazione
apostolica post sinodale Cristo vive! -
Christus vivit, diffusa il mese scorso da papa Francesco
leggiamo:
91. Come non ricordare i tanti giovani direttamente coinvolti nelle
migrazioni? Queste «rappresentano a livello mondiale un fenomeno strutturale e
non un’emergenza transitoria. Le migrazioni possono avvenire all’interno dello
stesso Paese oppure tra Paesi diversi. La preoccupazione della Chiesa riguarda
in particolare coloro che fuggono dalla guerra, dalla violenza, dalla
persecuzione politica o religiosa, dai disastri naturali dovuti anche ai
cambiamenti climatici e dalla povertà estrema: molti di loro sono giovani. In
genere sono alla ricerca di opportunità per sé e per la propria famiglia.
Sognano un futuro migliore e desiderano creare le condizioni perché si
realizzi» I migranti «ci ricordano la condizione originaria della fede,
ovvero quella di essere “stranieri e pellegrini sulla terra” (Eb 11,13)».
[…]
92. […] In alcuni Paesi di arrivo, i fenomeni migratori suscitano
allarme e paure, spesso fomentate e sfruttate a fini politici. Si diffonde così
una mentalità xenofoba, di chiusura e di ripiegamento su se stessi, a cui
occorre reagire con decisione».
93. […] Ma quelle dei migranti sono anche storie di incontro tra
persone e tra culture: per le comunità e le società in cui arrivano sono una
opportunità di arricchimento e di sviluppo umano integrale di tutti. Le
iniziative di accoglienza che fanno riferimento alla Chiesa hanno un ruolo
importante da questo punto di vista, e possono rivitalizzare le comunità capaci
di realizzarle».
94. «Grazie alla diversa provenienza dei Padri, rispetto al tema dei
migranti il Sinodo ha visto l’incontro di molte prospettive, in particolare tra
Paesi di partenza e Paesi di arrivo. Inoltre è risuonato il grido di allarme di
quelle Chiese i cui membri sono costretti a scappare dalla guerra e dalla
persecuzione e che vedono in queste migrazioni forzate una minaccia per la loro
stessa esistenza. Proprio il fatto di includere al suo interno tutte queste
diverse prospettive mette la Chiesa in condizione di esercitare un ruolo
profetico nei confronti della società sul tema delle migrazioni». Chiedo in
particolare ai giovani di non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli
contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti
pericolosi e come se non avessero la stessa inalienabile dignità di ogni essere
umano.
Questi moniti non sono
generici, ma fanno riferimento a specifiche politiche nazionali italiane sul
problema delle migrazioni che hanno un vastissimo consenso popolare. In
democrazia questo conta. In democrazia tutti sono responsabili di tutto, le
colpe non possono essere addossate solo su chi esercita il potere in nome di
tutti gli altri. Delle conseguenze di quelle politiche, e il cardinale Bassetti
ha evidenziato che esse consistono anche in molte morti, di fronte alla storia
e al Cielo saremo considerati responsabili noi tutti italiani. Esse, ci
ricordano il Papa e i vescovi, contrastano radicalmente con il vangelo.
Nella storia dell’unità
nazionale italiana non vi è mai stata prima d’ora un’epoca in cui i moniti del
Papato su temi sociali fossero stati completamente ignorati dalla grande
maggioranza della gente, compresi i fedeli cattolici, su questioni fondamentali.
La dottrina sociale appare ormai irrilevante e ci si permette di replicare al
Papa con toni sprezzanti, pur dichiarandosi cattolici ed esibendo simboli della
nostra fede. In materia di sesso questo non accade. In genere si pecca, ma si
riconosce di peccare e si soffre del peccato, in materia di migranti invece è
molto diverso. Si pecca, e si pecca in materia di misericordia e verso gente
che rischia la vita ed effettivamente muore, e si pensa che sia giusto così.
Ripeto: nessuno è
innocente in questa storia. In una prospettiva evangelica siamo tutti
colpevoli, si tratta di una colpa collettiva, senza distinzione tra governanti
e governati, tra maggioranza politica e opposizione, perché viviamo in democrazia, e tutti siamo
responsabili di tutto, e, in più,
abbiamo ancora leggi ispirate alla misericordia, che ci impongono di rispettare
la dignità delle persone e noi, in definitiva, ci facciamo lecito di eluderle,
pensando di avere buoni motivi per farlo.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte
Sacro, Valli
Apostasy
The reactionary Catholics accuse of apostasy those
who fail to follow, or fail to follow completely, the sexual ethics prescribed
by the Magisterium's tradition based on a very formalistic conception of
marriage and on the substantial rejection of the idea of responsible
parenting. Indeed it creates great problems for the Catholic faithful, who
however generally try to conform to it. This situation concerns everyone: those
who have not yet married, those who have married and those, like priests, monks,
friars and nuns, who have a commitment not to marry. In this field the theology
of past centuries has created problems that it then forbade itself to resolve.
The Magisterium is well aware of this, so to an incredible hardness in the doctrine a different pastoral practice corresponds to it, which tries to take into
account the difficulties of people of faith. It is however necessary to
tolerate a certain hypocrisy. Hypocrisy, however, in our religious conception
is a fault. In this way the same bishops who preach in one way and then
tolerate different practices are exposed to the attacks of the reactionaries,
of those who would like to return to the situation of the past, in which one
was very hard even in the concrete relations with the faithful, although mainly
against women, that is to say with the people who maintained the most affection
for a religious life. An all-male clergy understood the problems of men better
and ultimately was more tolerant of males, believing that families would
otherwise have fallen apart. Families based on male despotism. It is precisely
this despotism that the reactionaries would like to return to. Family issues
thus also constitute a weapon in the ongoing political confrontation within the
Catholic Church and which has as its object the model of society to be built
according to the needs of the gospel. There are those who would like to focus
on the idea of benevolent relationships within a framework of equal dignity
between people and those who think that we should return to the family to the
natural dominion of the male and in politics to that of the strong man. A
Papacy model is also in question, which is also the expression of a type of
paternity. The word Pope derives from a word from ancient Greek meaning father.
However, all this travail I have described does not raise questions of
apostasy. All in fact, reactionaries, conservatives and reformers, entrust
their lives to the gospel. Despite what is taught by the Magisterium, the
question of sexual ethics, and in particular of marriage, does not appear to be
central to evangelical narratives and, when it is addressed, the teachings
relating to it appear to be based on the idea of mercy, respect, example, to
others who are very hard against those who impose unbearable weights on people
and then try to dispense with them.
According to the
Treccani vocabulary, the word apostasy means: "repudiation, denial of
one's religion to follow another. In particular, in Catholic canon law, the
total abandonment (different then from the heresy, which is partial
abandonment) of faith by a baptized person, manifested outwardly in unequivocal
ways and with the will and conscience to abandon it (the passage to another
faith is only an aggravating circumstance "". Historically among
Catholics a dissolute sex life has never been considered an expression of
apostasy in that sense, so much so that, especially towards the end of the
first millennium and until the sixteenth century, the same Roman Popes held a
sexual conduct of that type and , concerning the Papacy around the year 1000,
it was even referred to as an institution soiled by pornocracy.
One can be considered apostate when religion is
denied in its foundations. But for most it is not a question of doctrine, which
can only be understood by the most learned, who know of theology, but of a way
of life that radically contrasts with the gospel. The foundation of the latter
is mercy, which means helping, consoling, welcoming close to oneself, sharing
what one has and is. If one not only does not practice mercy, which is why he
is only a sinner and yet he can always want to trust in the mercy of Heaven and
if he trusts in it trying to correct himself surely he gets it, but he also believes that one must be
ruthless and he refuses to give and ask for mercy and believes that this is right, and if he shows
with facts to link this conception to himself as a characteristic way of his
own being, so he strives to be ruthless and to make the society in which he
lives merciless, even at the cost of killing, and in addition, he guides and
even forces others to be ruthless, so indeed a person like this deserves the title
of apostate, because he repudiates the essential of the gospel.
At the end of time, when we will appear for
judgment, what will count of our life? Will we be asked about the doctrine we
have been able to proclaim? Will there be a catechism exam? This is not how the
thing is presented in the Gospels.
31
"When the Son of Man comes
in his glory, and all the angels with him, he will sit upon his glorious
throne,
32
and all the nations will be
assembled before him. And he will separate them one from another, as a shepherd
separates the sheep from the goats.
33
He will place the sheep on his right
and the goats on his left.
34
Then the king will say to those on his
right, 'Come, you who are blessed by my Father. Inherit the kingdom prepared
for you from the foundation of the world.
35
For I was hungry and you gave me food,
I was thirsty and you gave me drink, a stranger and you welcomed me,
36
naked and you clothed me, ill and you
cared for me, in prison and you visited me.'
37
Then the righteous will
answer him and say, 'Lord, when did we see you hungry and feed you, or thirsty
and give you drink?
38
When did we see you a stranger and
welcome you, or naked and clothe you?
39
When did we see you ill or in prison,
and visit you?'
40
And the king will say to them in reply,
'Amen, I say to you, whatever you did for one of these least brothers of mine,
you did for me.'
41
Then he will say to those on his
left, 'Depart from me, you accursed, into the eternal fire prepared for the
devil and his angels.
42
For I was hungry and you gave me no
food, I was thirsty and you gave me no drink,
43
a stranger and you gave me no welcome,
naked and you gave me no clothing, ill and in prison, and you did not care for
me.'
44
Then they will answer and say, 'Lord,
when did we see you hungry or thirsty or a stranger or naked or ill or in
prison, and not minister to your needs?'
45
He will answer them, 'Amen, I say to
you, what you did not do for one of these least ones, you did not do for me.'
46
And these will go off to eternal
punishment, but the righteous to eternal life.”
[Matthew 25:31-46]
This Gospel passage has often been quoted by the Pope in
recent years, regarding the attitude to be followed towards migrant people, who
try to reach us from the hells of the earth.
Do you see that there is no catechism exam? Or of
religious devotion (how many Masses, how many prayers, etc.). But, in
hindsight, there is not even a judgment of sexual or marital ethics. How about?
«Because I was hungry and you gave me food, I was thirsty and you gave me to
drink; I was a stranger and you welcomed me,
naked and you dressed me, sick and you visited me,
imprisoned and you came to see me. "
The Pope and the bishops continue to warn us by
reminding us of the gospel on the problem of migration to Europe. The day
before yesterday, Cardinal Gualtiero Bassetti, President of the Italian
Episcopal Conference and archbishop of Perugia, said:
«Migrants must be rescued and rescued, not rejected or
blocked in insecure third countries. Who will take responsibility for putting
their lives at risk? The number of landings in Italy has decreased, but the dead
increase exponentially: at sea, in the desert, in the centers. Every death is
an offense that affects the entire human race [...] closing the ports we have
fewer landings, at least the official ones, but the number of deaths has
increased proportionately. And whoever returns to the detention centers in
Libya becomes a victim of great violence. It can be a death sentence. "
In the post-synod apostolic exhortation Christ is alive!
- Christus vivit, released last month by Pope Francis we read:
91. How can we fail to think of all those young people affected by
movements of migration? “Migration, considered globally, is a structural
phenomenon, and not a passing emergency. It may occur within one country or
between different countries. The Church’s concern is focused especially on
those fleeing from war, violence, political or religious persecution, from
natural disasters including those caused by climate change, and from extreme
poverty. Many of them are young. In general, they are seeking opportunities for
themselves and their families. They dream of a better future and they want to
create the conditions for achieving it”. Migrants “remind us of a basic aspect
of our faith, that we are ‘strangers and exiles on the earth’ (Heb 11:13)”.
92. […]In some host countries, migration causes fear and alarm,
often fomented and exploited for political ends. This can lead to a xenophobic
mentality, as people close in on themselves, and this needs to be addressed
decisively”.
93. […]However, the stories of migrants are also stories of
encounter between individuals and between cultures. For the communities and
societies to which they come, migrants bring an opportunity for enrichment and
the integral human development of all. Initiatives of welcome involving the
Church have an important role from this perspective; they can bring new life to
the communities capable of undertaking them”.
94. “Given the varied backgrounds of the Synod Fathers, the
discussion of migrants benefited from a great variety of approaches,
particularly from countries of departure and countries of arrival. Grave
concern was also expressed by Churches whose members feel forced to escape war
and persecution and by others who see in these forced migrations a threat to
their survival. The very fact that the Church can embrace all these varied
perspectives allows her to play a prophetic role in society with regard to the
issue of migration”. In a special way, I urge young people not to play
into the hands of those who would set them against other young people, newly
arrived in their countries, and who would encourage them to view the latter as
a threat, and not possessed of the same inalienable dignity as every other
human being.
These warnings are not
generic, but refer to specific Italian national policies on the problem of
migration that have a vast popular consensus. In democracy this counts. In a
democracy everyone is responsible for everything, the faults cannot be placed
only on those who exercise power in the name of all others. Of the consequences
of those policies, and Cardinal Bassetti pointed out that they also consist of
many deaths, in the face of history and of Heaven we will all be held
responsible for Italians. They, the Pope and the bishops remind us, radically
contrast with the gospel.
In the history of Italian national unity there has never before been an era in which Papacy's warnings on social issues had been completely ignored by the vast majority of people, including the Catholic faithful, on fundamental questions. The social doctrine now appears irrelevant and someone allows himself to reply to the Pope with contemptuous tones, even if he declares himself Catholic and exhibiting symbols of our faith. This is not the case with regard to sex. Generally we sin, but we acknowledge that we sin and suffer from sin, but in the matter of migrants it is very different. We sin, and we sin in matters of mercy and towards people who risk their lives and actually die, and we think that this is right.
I repeat: no one is innocent in this story. In a
evangelical perspective we are all guilty, it is a collective fault, without
distinction between governors and governed, between political majority and
opposition, because we live in democracy, and we are all responsible for
everything, and, furthermore, we still have laws inspired by mercy, which
oblige us to respect the dignity of people and we, ultimately, allow ourselves
to elude them, thinking we have good reasons to do so.
Mario Ardigò - Catholic Action in the Catholic
parish of San Clemente Pope - Rome, Monte Sacro, Valli district