Il mondo al contrario
Se ne sta discutendo in questi giorni: alcune minoranze ci starebbero tiranneggiando cercando di tapparci la bocca quando vorremmo dar loro delle anormali, quali effettivamente sono, e dire che le odiamo per questa loro anormalità. In particolare ci si è riferiti ad omosessuali, immigrati neri, marxisti ed ebrei. Che quella gente sia anormale sarebbe evidente, rientrerebbe nel senso comune. Ma si sarebbe anche dispost3 a tollerarla, se solo fosse più discreta in società, senza sviluppare un intenso attivismo per essere considerata normale e se si lasciasse dare dell’ anormale. I giornali hanno riferito che di questo si è trattato in un libro uscito qualche giorno fa, l’autore sembra che abbia confermato tutto, ci sono state proteste, alcuni però lo hanno pubblicamente difeso. Ieri ho ricordato che in parrocchia, l’anno scorso, quando ci riunimmo per cercare di dire qualcosa nel processo sinodale che era appena iniziato, ci furono interventi di quell’orientamento. In sostanza, non ci si scandalizzava di essere persone cristiane e di manifestarli in chiesa.
Nelle polemiche di questi giorni, la religione cristiana, espressa da una minoranza ancora molto attiva in Italia, non è stata tirata in ballo. Però in parrocchia dobbiamo naturalmente porci il problema della compatibilità di certe idee con la nostra fede, per la quale rilevano anche i pensieri e le loro espressioni.
Si invoca la libertà costituzionale garantita dal 1º comma dell’art.21 della Costituzione
«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.»
per rivendicare il diritto di dare delle anormali a certe minoranze, di opporsi alle loro pretese di essere considerate normali, in particolare al loro attivismo, e anche di affermare pubblicamente che le si odia per quello che sono e quello che dicono.
Una prima osservazione che può farsi è questa: anche quell’attivismo delle minoranze rientra nel diritto costituzionale di manifestazione del pensiero.
Un’altra è questa: il 1º comma dell’art.3 della Costituzione
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.»
Vieta di discriminare omosessuali, immigrati neri, marxisti, ed ebrei, ma, anche, ad esempio, le donne, una categoria di persone che, sebbene molto numerosa e forse talvolta in maggioranza, è ancora sfavorita in vari ambiti sociali solo per il suo sesso.
Il secondo comma di quell’articolo ci impegna ad essere attivi per rimuovere quelle discriminazioni:
«È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»
La tutela della dignità sociale rientra tra i diritti fondamentali delle persone umane, dei quali si tratta nell’art.2 della Costituzione:
«La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.»
Ogni disposizione costituzionale va interpretata tenendo conto delle altre e quelle che riconoscono diritti fondamentali hanno più forza.
Si può dubitare che si possa essere duramente aggrediti nella propria dignità sociale anche solo con la parola?
In molte parti del mondo le persone cristiane sono in minoranza, vengono considerate anormali e vengono attaccate per questo: alle parole di solito seguono le azioni. Come Chiesa chiediamo ai governi di impedire tutto questo.
In Italia la libertà religiosa, anche delle minoranze, ha poi una tutela rafforzata all’art.19:
“Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.»
Concludendo, penso di poter concludere chi Italia la libertà costituzionale di espressione non copra il dare delle persone anormali a omosessuali, immigrati neri, marxisti ed ebrei, né tantomeno quella di dire e scrivere di odiarli per come sono e si manifestano, e quindi anche nel loro attivismo per veder riconosciuta la propria dignità sociale. Certe condotte di quel tipo sono anche considerate delitto o aggravanti di delitti, in particolare quando si cerca di diffondere l’odio sociale, ma il diritto penale si occupa solo dei comportamenti più gravi, mentre quelli meno gravi possono avere rilevanza ad esempio per chiedere risarcimenti da parte degli aggrediti o semplicemente da un punto di vista etico. Quest’ultimo può comunque essere talvolta considerato quando si è preposti ad alcune funzioni pubbliche, che comportano particolari doveri disciplinari di correttezza, in particolare sotto il profilo dell’etica costituzionale: è il caso, ad esempio, dei magistrati ordinari.
L’odio dichiarato contro gli ebrei è particolarmente significativo in Italia, perché, durante il fascismo mussoliniano, anche al tempo in cui la nostra Chiesa ne fu connivente, tra il 1929 e il 1939, gli ebrei furono duramente discriminati e poi anche perseguitati, seguendo l’ideologia razzista nazista.
Se consideriamo la nostra etica religiosa, va detto che a lungo la nostra Chiesa oppresse omosessuali, neri ed ebrei e fu ed è ancora avversa al marxismo.
Quanto all’ebraismo ciò avvenne sulla base di una tradizione antica, che risale addirittura ai Padri della Chiesa, nonostante che Gesù di Nazaret, il Cristo dei cristiani, fosse nato, vissuto e morto da ebreo. I cristianesimi ritengono però che nell’Incarnazione egli abbia assunto ogni umanità, per cui di solito si cita questo brano della Lettera di Paolo ai Galati, capitolo 3, versetti da 26 a 28:
«Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.» [versione CEI 2008]
per argomentare che il razzismo è un peccato grave.
Quanto al marxismo, di solito si assume la visione del papa Giovanni 23º, che distinse tra errore (nel caso di specie il marxismo) ed errante(nel caso di specie i marxisti) nell’enciclica La pace in terra – Pacem in terris, del 1963:
«83. Non si dovrà però mai confondere l’errore con l’errante, anche quando si tratta di errore o di conoscenza inadeguata della verità in campo morale religioso. L’errante è sempre ed anzitutto un essere umano e conserva, in ogni caso, la sua dignità di persona; e va sempre considerato e trattato come si conviene a tanta dignità. Inoltre in ogni essere umano non si spegne mai l’esigenza, congenita alla sua natura, di spezzare gli schemi dell’errore per aprirsi alla conoscenza della verità. E l’azione di Dio in lui non viene mai meno. Per cui chi in un particolare momento della sua vita non ha chiarezza di fede, o aderisce ad opinioni erronee, può essere domani illuminato e credere alla verità. Gli incontri e le intese, nei vari settori dell’ordine temporale, fra credenti e quanti non credono, o credono in modo non adeguato, perché aderiscono ad errori, possono essere occasione per scoprire la verità e per renderle omaggio.
84. Va altresì tenuto presente che non si possono neppure identificare false dottrine filosofiche sulla natura, l’origine e il destino dell’universo e dell’uomo, con movimenti storici a finalità economiche, sociali, culturali e politiche, anche se questi movimenti sono stati originati da quelle dottrine e da esse hanno tratto e traggono tuttora ispirazione. Giacché le dottrine, una volta elaborate e definite, rimangono sempre le stesse; mentre i movimenti suddetti, agendo sulle situazioni storiche incessantemente evolventisi, non possono non subirne gli influssi e quindi non possono non andare soggetti a mutamenti anche profondi. Inoltre chi può negare che in quei movimenti, nella misura in cui sono conformi ai dettami della retta ragione e si fanno interpreti delle giuste aspirazioni della persona umana, vi siano elementi positivi e meritevoli di approvazione?
85. Pertanto, può verificarsi che un avvicinamento o un incontro di ordine pratico, ieri ritenuto non opportuno o non fecondo, oggi invece lo sia o lo possa divenire domani. Decidere se tale momento è arrivato, come pure stabilire i modi e i gradi dell’eventuale consonanza di attività al raggiungimento di scopi economici, sociali, culturali, politici, onesti e utili al vero bene della comunità, sono problemi" che si possono risolvere soltanto con la virtù della prudenza, che è la guida delle virtù che regolano la vita morale, sia individuale che sociale. Perciò, da parte dei cattolici tale decisione spetta in primo luogo a coloro che vivono od operano nei settori specifici della convivenza, in cui quei problemi si pongono, sempre tuttavia in accordo con i principi del diritto naturale, con la dottrina sociale della Chiesa e con le direttive della autorità ecclesiastica. Non si deve, infatti, dimenticare che compete alla Chiesa il diritto e il dovere non solo di tutelare i principi dell’ordine etico e religioso, ma anche di intervenire autoritativamente presso i suoi figli nella sfera dell’ordine temporale, quando si tratta di giudicare dell’applicazione di quei principi ai casi concreti.»
Sempre quanto al marxismo, va osservato anche che, benché indubbiamente oggi in Europa i marxisti dichiarati appaiono una piccola minoranza (un marxismo costituisce invece l’ideologia della Repubblica popolare d Cina, uno dei sistemi politici più potenti del mondo), il marxismo è una dottrina politica che si propone di liberare maggioranze ingiustamente tiranneggiate da minoranze per via di discriminazione economica. Un’analisi realistica della situazione sociale italiana conferma il progressivo intensificarsi delle diseguaglianze sociali e il degrado delle istituzioni sociali di Welfare state intese a lenirle, ad esempio nel caso di perdita del lavoro, di malattia, della necessità di trovare casa, ma anche, in generale, dei servizi pubblici gratuiti o a tariffe agevolate, in corrispondenza con il declino dei socialismi italiani marxisti. Il fastidio nei confronti del marxismo, inteso probabilmente in senso allargato come ogni orientamento per venire incontro alle fasce meno abbienti della popolazione, può essere quindi considerato espressione dell’insofferenza per le rivendicazioni di chi in società ha avuto la peggio. Non fu certamente questo l’atteggiamento di Gesù. Qui, quindi, non si avrebbero di mira minoranze, ma maggioranze.
Ma sarebbe opportuno rifletterci ancora sopra nel nostro gruppo di Azione Cattolica, magari coinvolgendo sinodalmente anche anche altre persone della parrocchia.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli.