La creazione del laico come costruzione sociale
Il teologo tedesco Peter Neuner in Per una teologia del popolo di Dio, Queriniana 2016, ha sintetizzato molto efficacemente come la figura del laico e l’umiliante emarginazione dei laici nella Chiesa cattolica sia stata il frutto di costruzione sociale che si è sviluppata nell’arco di circa un millennio e che si è completata con le deliberazioni del Concilio di Trento, nel Cinquecento. Nelle prime comunità cristiane delle origini non esistevano preti sacerdoti né vescovi e tantomeno vescovi monarchi autocratici. Esse ci appaiono travagliante, all’interno e tra loro, da aspre polemiche e duri conflittu e questo è l’elemento che possiamo considerare realmente persistente nelle varie forme di cristianità che storicamente si sono manifestate, almeno fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, epoca dalla quale, proprio con il contributo determinante di persone laiche, si è cominciato a vivere la fede diversamente e la pace sociale non è stata più intesa come un’utopia realizzabile solo alla fine dei tempi ma come un concreto obiettivo politico-religioso.
Ancora oggi la cosiddetta gerarchia considera l’Illuminismo un nemico pericoloso e a ragione: con l’Illuminismo, infatti, dal Settecento, cominciò ad essere messa in questione la condizione sacralizzata del clero come parte migliore della Chiesa, destinata a dominare gli altri fedeli, ridotti alla condizione laicale.
Scrive Neuner (pag.75):
Nonostante tutte le motivazioni teoretiche portate a sostegno della subordinazione dei laici al clero, questo stato di dipendenza si potè conservare soltanto fino a quando la formazione, almeno in ambito filosofico e teologico, fu riservata al clero. Non a caso il termine “laico” ha conservato sempre anche il significato di non-specialista.Questo presupposto cominciò a venir meno con llluminismo che rese accessibile la formazione a gruppi più ampi di persone. In ambito cattolico ciò avvenne con un certo ritardo perché l’Illuminismo, in molti suoi rappresentanti, specialmente in ambito francese, aveva assunto un profilo ostile alla chiesa e perché la Chiesa ufficiale aveva reagito mettendosi sulla difensive o sulle barricate nei confronti di tutti gli sviluppi moderni. Il Syllabus di Pio IX, del 1864, con il suo rifiuto di tutte le correnti e idee moderne e con la condanna dei tentativi di riconciliare la chiesa con il progresso, rappresentò il culmine e la sintesi di questa ghettizzazione della chiesa.
Con l’estraniazione della chiesa da ampi settori del mondo e della cultura moderna, i laici furono quasi costretti ad esserne i rappresentanti nel mondo con il quale la gerarchia non voleva più avere alcun contatto.
Naturalmente la gerarchia contrastò duramente queste pretese di partecipazione dei laici (ma anche del basso clero, che in questo campo ne segui la stessa sorte) e, per rendere un’idea del clima dell’epoca, Neuner cita queste righe inviate da un prelato all’arcivescovo di Westminster, criticando le idee esposte da John Henry Newman nel saggi del 1859 Sulla consultazione dei fedeli in materia di dottrina: “Se non sarà loro posto un freno, i laici inglesi diventeranno i capi della Chiesa d’Inghilterra prendendo il posto della Santa Sede e dell’episcopato. È del tutto esatto che Newman a Roma sia stato sempre sospetto…Qual è il campo dei laici? Andare a caccia, sparare, conversare. Queste sono le cose che capiscono; ma di immischiarsi nelle questioni della Chiesa, loro non ne hanno nessun diritto […] Il dottor Newman è l’uomo più pericoloso d’Inghilterra”.
Una volta, negli anni ’70, mi fu raccontata una freddura che all’epoca circolava nei seminari, sulle posizioni dei laici nella chiesa, che sarebbero state: in piedi, in ginocchio, seduti e con le mani al portafoglio.
La viva diffidenza di clero e religiosi verso i laici è ancora chiaramente percepibile, ad esempio, quando, ad ogni richiesta di maggiore coinvolgimento nelle attività ecclesiali, si risponde loro che la Chiesa non è una democrazia. Sarebbe bene, per il bene della Chiesa, che i laici non accettassero più passivamente uscite del genere, replicando con forza che purtroppo la Chiesa, come struttura di governo collettivo, quindi nella sua dimensione politica, non è ancora una democrazia e quindi vi si discrimina ingiustificatamente la maggior parte del suo popolo.
Mario Ardigó – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli