La politica nella costruzione della Chiesa
Prendo lo spunto dall’articolo di Domenico Marino pubblicato su Avvenire on line il 21 luglio 2021 con il titolo “Vangelo, cultura e politica: Cassiodoro verso gli altari”, per articolare alcune riflessioni sulla politica.
Incollo qui sotto il link per leggerlo
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/vangelo-cultura-e-politica-cassiodoro-verso-gli-altari
Una biografia affidabile, per la prestigiosa fonte da cui proviene, di Cassiodoro, anche con alcuni rilievi critici, si trova in:
https://www.treccani.it/enciclopedia/cassiodoro_%28Dizionario-Biografico%29/
La notizia è questa: il 22 luglio 2021 presso la Diocesi di Catanzaro-Squillace è stata celebrata la liturgia solenne della conclusione dell’inchiesta diocesana per la beatificazione di Flavio Aurelio Magno Cassiodoro, già proclamato Servo di Dio. Si è seguita la procedura canonicamente detta “equipollente”, nella quale si prende atto e si approva un culto esistente da tempo e quindi si prescinde dal riconoscimento di un miracolo. Ora la pratica passa alla Congregazione delle cause dei santi, con sede a Roma.
Cassiodoro visse in tempi antichi, tra il Quinto e il Sesto secolo, quando il cristianesimo era già divenuto religione di stato nei territori occupati dall’Impero romano, che dal Quinto secolo erano stati in parte, in particolare nell’Europa occidentale, invasi da popoli nordici, i cui capi spesso avevano avuto una lunga consuetudine con le istituzioni Romane. Questo fu il caso di Teodorico, re degli Ostrogoti, re in Italia dal 493 al 526, al quale succedettero Alarico, dal 526 al 534, Teodato, dal 534 al 536, Vitige, dal 536 al 540 e Totila, dal 541 al 552.
Teodorico era stato nominato “Patrizio d’Italia” nel 493 dall’imperatore bizantino Zenone. Quell’anno Teodorico aveva fatto fuori, secondo alcune fonti con le sue stesse mani, il suo antagonista in Italia, Odoacre, con il quale aveva appena giurato un trattato di pace, generale romano golpista di etnia erula il quale circa vent’anni prima aveva deposto l’ultimo imperatore romano d’Occidente,venendo riconosciuto re d’Italia dal Senato Romano e dall’imperatore bizantino, Dall’età di dieci anni e fino ai diciotto Teodorico aveva studiato a Costantinopoli, dove aveva imparato il latino e il greco ed aveva anche avuto un’educazione militare.
Odoacre e i sovrani ostrogoti in Italia integrarono l’amministrazione romana nella costruzione politica del loro nuovo regno.
Cassiodoro nacque nel 485 in Calabria, a Squillace. Suo nonno era stato ambasciatore sotto l’imperatore romano d’Occidente Valentiniano 3^ e in tale veste aveva conosciuto Attila, re degli Unni. Cassiodoro fu un alto funzionario del re Odoacre, ma anche sotto i re ostrogoti che gli succedettero, a partire da Teodorico, il quale lo nominò governatore della Sicilia e anche della Calabria, e fino a Vitige. Visse l’ultima parte della sua vita, che si narra sia stata lunga, come monaco, nel monastero di Vivarium, vicino a Squillace, da lui fondato intorno al 554.
Il pensiero di Cassiodoro, che fu anche prolifico scrittore, ebbe particolare importanza nel costruire una legittimazione politica e anche sacrale del regno italiano degli Ostrogoti, presentato come erede dell’Impero Romano d’Occidente, sebbene soggetto all’autoritá carismatica dell’imperatore bizantino,e in posizione di superiorità nei confronti degli altri sovrani dei popoli invasori dal Nord. Per Cassiodoro Teodorico regnava “per volontà di Dio”, come l’imperatore bizantino, per restaurare la civiltà romana in Italia.
La Chiesa cattolica di oggi è impegnata in un processo di riforma, che ha natura principalmente politica nel suo aspetto di costruzione sociale, e, secondo il suo costume, cerca riferimenti nel passato più lontano.
Nelle conclusioni dell’inchiesta diocesana naturalmente vengono posti in grande risalto gli aspetti spirituali della vita di Cassiodoro come monaco, anche relativi al lavoro di copiatura, conservazione, trascrizione e studio del manoscritti antichi, sia cristiani che classici. Ma viene menzionata anche la sua intensa carriera politica, vista come un esempio di come il credente possa manifestare l’annuncio di salvezza lavorando nelle istituzioni, senza temere la cultura del proprio tempo, ma anzi servendosene con sapienza.
L’agiografia dei candidati alla santità ufficiale è spesso non affidabile storicamente, almeno nelle informazioni che vengono divulgate al di fuori degli ambienti specialistici. Certamente il regno in Italia degli Ostrogoti, del quale Cassiodoro fu corresponsabile quale alto funzionario dei sovrani, non può essere considerato, con la sua violenza estrema e i suoi intrighi, un modello per la politica di oggi. E lo stesso dicasi anche per la stessa azione politica di Cassiodoro,nel suo aspetto di adulazione acritica del sovrano suo signore. Ma si può essere personalmente santi anche in contesti simili.
Penso che nel clero affascini ancora l’idea dell’intervento del cristiano in politica come consigliere del principe, capace di condurre mediante la cultura il suo signore al rispetto di principi politici di civiltà, comprensivi anche di un certo umanitarismo cristiano. Cassiodoro li idealizzó, con riferimento al regno ostrogoto in Italia, nel suo pensiero politico che ci è giunto mediante un memoriale in 12 libri (!) intitolato Variae. Esso trovò smentita storica con l’eclisse del regno italiano degli Ostrogoti, cominciata da quando nel 540 il generale bizantino Belisario catturò Vitige a Ravenna. Allora Cassiodoro, dopo un lungo esilio a Costantinopoli. si ritirò in monastero, a Vivarium, dedicandosi all’impegno prettamente culturale e religioso. Il funzionario civile che si ritira in monastero nell’ultima parte della sua vita è evidentemente sentito come più vicino alla propria esperienza dal clero. E probabilmente aiutano in ciò le notizie sul ministero di Cassiodoro al servizio di papa Virgilio, nel 550, durante un viaggio a Costantinopoli, dove Cassiodoro risiedette almeno fino al 554, per poi tornare in Calabria.
Il cristiano di oggi, in Europa, non è chiamato ad essere, in politica, consigliere di un autocrate, ma partecipe di un governo largamente condiviso, secondo il metodo democratico. La condizione politica dell’Europa di oggi non è quella tragica dei tempi in cui visse Cassiodoro; nel pluralismo che caratterizza i tempi nostri, come quelli di Cassiodoro, i conti non si fanno facendo strage di oppositori e dissenzienti. Legittimare il potere in quanto visto come restaurazione del passato, come sognò Cassiodoro, non è raccomandabile oggi. Trasfigurare irrealisticamente i propri tempi vedendovi immaginificamente realizzati i propri sogni di restaurazione civile, nemmeno.
Eppure Cassiodoro svolse un lavoro di mediazione culturale molto importante verso i suoi sovrani, che provenivano da popoli invasori con differenti tradizioni culturali e istituzionali, seppure assai acculturati all’ideologia politica cristianizzata nella versione bizantina. Un lavoro analogo fu svolto nel Nono secolo dai bizantini nell’evangelizzazione degli slavi. Anche da ciò scaturisce l’Europa come ancora oggi viene percepita. La teologia politica dei cristiani è stata un potente fattore di integrazione dei popoli, ma è stata anche l’origine di violenze sociali efferate nel suo tentativo di integrare accentrando intorno ad autocrati con potere sacralizzato. Tentazione che va accuratamente evitata oggi.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro – Valli.