«[...] tocca a noi fare dell'intelligenza un mezzo di unità sociale; tocca a noi rendere la verità tramite della comunicazione tra gli uomini, tocca a noi diffondere "l'unità di pensiero". [...] è una delle speranze del mondo moderno, pur tanto traviato, questa tensione immensa verso la unificazione del genere umano, e sarà forse è [...] l'opera buona [...] perché darà, come l'unità del mondo romano lo diede al primo cristianesimo, il mezzo per riunire tutti i figli della terra in un solo nome e in una sola famiglia.
Ma è pur vero che questo non è voluto e non è capito. Quelli stessi che adesso parlano di "unità sociale" sono spesso tanto convinti che il pensiero sia contro tale unità, che dicono di voler prescindere da ogni ideologia; e credono di eliminare così l'ostacolo, altrimenti insuperabile, per un'effettiva e concreta compaginazione collettiva di coscienze e di opere. [...] Ciascuno deve avere una visione propria [...] si pretende che ognuno [...] debba inventarsi una sua soluzione dei problemi fondamentali del sapere [...[ Vale a dire che l'intelligenza è educata in modo da dividere e differenziare gli uomini fra loro. [...] com'è facile ascoltare discorsi pronunciati con la più inamidata solennità, press'a poco così "E' questione di principi: ciascuno ha i suoi; ed è impossibile andare d'accordo sui principi. Ciascuno conserva le sue idee. Piuttosto possiamo essere d'accordo per via di fatto; non in teoria, ma in pratica; nel campo degli affari. Questi sì, sono di tutti, perché non sono opinioni". [...] E così che le forze, a cui è affidato il provvidenziale compito di affratellare i popoli fra loro, non sono quelle redentrici e santificatrici dello spirito, ma sono quelle economiche, quelle del progresso esteriore, quelle immensamente pesanti della materia, che da un momento all'altro possono trasformare in schiavitù spietata, o in ribellione violenta, la società che son riuscite a creare tra gli uomini.
Fare santo un papa presenta un rischio: si celebra una persona di potere, e nessun potente riesce mai ad essere veramente santo come si vorrebbe che un santo fosse. Fa sempre soffrire una parte della società che domina, anche se è una grande anima e non vorrebbe che accadesse. Chi ha esercitato una qualsiasi forma di potere, a partire dal ruolo di genitori, sa bene di che parlo. Nell'agiografia, nella celebrazione dei santi, le narrazioni delle vite delle persone che essi furono vengono spesso stravolte, per farne corrispondere la memoria all'idea corrente di santità. Questo accade pure per quei particolari tipi di santi che furono anche papi (l'essere stato papa non è sufficiente per essere canonizzato, ma solo per essere chiamato, in vita, "Santo Padre"), quindi potenti della Terra, ma per loro in modo più intenso, specie se vissero in tempi non lontani, in modo da accreditare l'indirizzo politico espresso da chi li celebra riconducendolo al loro magistero e alla loro vita santa.
I coniugi cristiani sanno bene l'impatto che l'enciclica La vita umana - Humanae vitae ha avuto sulle loro vite. Si racconta che fu deliberata sotto l'autorità del Montini per decisione sua personale, presa discostandosi dal parere dei consiglieri che aveva convocato e consultato. Tratta di temi che vengono oggi utilizzati come armi nelle lotte di potere ecclesiastico: non se ne può quindi parlare serenamente. Se va bene, si rischia l'emarginazione. Se va male, la fama di scomunicati, attribuita con larghezza da ogni tipo di reazionari. C'è, comunque, una pastorale che non è del tutto conseguente con certe asprezze teologiche e le lenisce. Rende praticabile la fede per chi ama e, amando, anche genera, ma vorrebbe che tutto avvenisse nella gioia, nella buona e nella cattiva sorte. I problemi però rimangono. Osservo che quel documento fu scritto da persona che non aveva esperienza diretta di ciò di cui trattava, anche se di quell'esperienza cercò di cogliere l'eco, come emerge chiaramente dalla prima frase: «Il gravissimo dovere di trasmettere la vita umana, per il quale gli sposi sono liberi e responsabili collaboratori di Dio creatore, è sempre stato per essi fonte di grandi gioie, le quali, tuttavia, sono talvolta accompagnate da non poche difficoltà e angustie». Non è mai per dovere che gli esseri umani trasmettono la vita: a volte è perché è fonte di gioia, altre semplicemente per caso. E' quest'ultima la situazione che crea problemi e che si vorrebbe risolvere con una cultura di genitorialità responsabile, impedita quando si propone di continuare ad affidarsi al caso. Il problema maggiore di quell'enciclica per i coniugi cristiani è appunto questo: rimanere in balia del caso. Vi è chi vi vede l'azione divina. Io no. Non sono un devoto del caso. Ma ormai è una questione che, per l'età che io e mia moglie abbiamo, non ci riguarda più direttamente e, che quindi, tutto sommato, posso serenamente accantonare. Mi limito a dire che, per me, Montini non fu grande per quell'enciclica. In fondo, lo si fa santo nonostante quel documento, anche se i reazionari la mettono come se fosse proprio essenzialmente per quello che viene canonizzato.
Il papa Paolo 6° fu molto avversato in vita, da reazionari e progressisti, e molto diffamato poi. Da ragazzi, noi giovani di allora, lo sentimmo sempre più vicino mentre si avvicinava per lui la fine, nei tristi anni '70, sorprendendoci con la sua umanità. Ma io lo compresi veramente solo molti anni dopo, quando ebbi la maturità sufficiente. Iniziai a capirlo, però, quando lo sentii pronunciare, a San Giovanni in Laterano, la dolente preghiera alla Messa funebre per Aldo Moro, il 13 maggio 1978:
Ecco, sintetizzata con le sue stesse parole, la ragione della grandezza di Montini: aver suscitato, in tempi bui, e contribuito in maniera determinante a realizzare, con i suoi amici, in uno spettacolare lavoro collettivo, la redenzione civile e spirituale della Nazione italiana, da lui e dai suoi amici "diletta". Un'opera patriottica, quindi, a vera chiusura della Questione romana, e nello stesso tempo europea e mondiale, universalistica, perché espressione di un'ideologia con caratteristiche universalistiche, tesa a fare di tutta l'umanità un'unica famiglia, a superamento dello stragista sovranismo del fascismo storico.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli