Solennità dei Santi Pietro e Paolo - 29-6-16
- Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – – colore
liturgico: rosso verde – proprio - Letture della Messa e sintesi dell’omelia della Messa delle otto
– avvisi del parroco e di A.C.
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Ponte Sant'Angelo a Roma, con le statue degli apostoli Pietro e Paolo, la sfilata degli angeli con in mano i simboli della Passione e, in fondo, l'ex fortezza/prigione di Castel Sant'Angelo, simbolo di una religione fattasi corazzata e potere politico e giuridico, in concorrenza con le altre potenze della Terra |
Osservazioni ambientali: temperatura 26° C;
cielo sereno. Canti: ingresso, Vocazione; Offertorio, Se m'accogli; Comunione: Il tuo popolo in cammino; finale: Camminiamo sulla strada.
Alla Messa delle nove il gruppo di A.C. era nei banchi di
sinistra, a fianco dell’altare, guardando l’abside.
Pillola di Concilio
[Dalla Costituzione dogmatica sulla Chiesa Luce per le genti, del Concilio Vaticano
2° (1962-1965)
I vescovi, successori degli apostoli
20. La missione divina affidata da Cristo agli apostoli durerà fino alla
fine dei secoli (cfr. Mt 28,20), poiché il Vangelo che essi devono predicare è
per la Chiesa il principio di tutta la sua vita in ogni tempo. Per questo gli
apostoli, in questa società gerarchicamente ordinata, ebbero cura di istituire
dei successori.
Infatti, non solo ebbero vari collaboratori nel ministero ma perché la
missione loro affidata venisse continuata dopo la loro morte, affidarono, quasi
per testamento, ai loro immediati cooperatori l'ufficio di completare e
consolidare l'opera da essi incominciata raccomandando loro di attendere a
tutto il gregge nel quale lo Spirito Santo li aveva posti a pascere la Chiesa
di Dio (cfr. At 20,28). Perciò si scelsero di questi uomini e in seguito
diedero disposizione che dopo la loro morte altri uomini subentrassero al loro
posto. Fra i vari ministeri che fin dai primi tempi si esercitano nella Chiesa,
secondo la testimonianza della tradizione, tiene il primo posto l'ufficio di
quelli che costituiti nell'episcopato, per successione che decorre ininterrotta
fin dalle origini sono i sacramenti attraverso i quali si trasmette il seme
apostolico. Così, come attesta S. Ireneo, per mezzo di coloro che gli apostoli
costituirono vescovi e dei loro successori fino a noi, la tradizione apostolica
in tutto il mondo è manifestata e custodita.
I vescovi dunque hanno ricevuto il ministero della comunità per esercitarlo
con i loro collaboratori, sacerdoti e diaconi. Presiedono in luogo di Dio al
gregge di cui sono pastori quali maestri di dottrina, sacerdoti del sacro
culto, ministri del governo della Chiesa. Come quindi è permanente l'ufficio
dal Signore concesso singolarmente a Pietro, il primo degli apostoli, e da
trasmettersi ai suoi successori, cosi è permanente l'ufficio degli apostoli di
pascere la Chiesa, da esercitarsi in perpetuo dal sacro ordine dei Vescovi.
Perciò il sacro Concilio insegna che i vescovi per divina istituzione sono succeduti
al posto degli Apostoli quali pastori della Chiesa, e che chi li ascolta,
ascolta Cristo, chi li disprezza, disprezza Cristo e colui che ha mandato
Cristo (cfr. Lc 10,16).
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Don Mimmo va e viene don Giorgio
Ieri in Puglia è stato ordinato sacerdote don
Giorgio, che da settembre collaborerà con la nostra parrocchia. Oggi celebra la
sua prima Messa. Darà il cambio a don Mimmo, il quale, terminati i suoi studi
superiori a Roma, ritorna nella sua diocesi.
Don Mimmo ha fatto un bellissimo lavoro da
noi. Difficile sintetizzarlo in poche righe: un prete fa moltissime cose per
tante persone. Ricordo la ripresa dell’Oratorio domenicale e il ciclo di incontri
sulla Dottrina sociale della Chiesa, con la collaborazione dei giovani docenti
di Ol3 (http://www.ol3roma.it/).
La parrocchia si sta rinnovando, sotto la
guida del nuovo parroco. Il vescovo gli ha dato il mandato di aiutarci ad aprirci, ad essere in
uscita.
I nostri preti in uscita ci sono già. Sono aperti e colti, una
ricchezza per noi. E noi del quartiere? Di certe cose dobbiamo riprendere a
fare tirocinio e, innanzi tutto, ad avere fiducia gli uni negli altri, anche in
quelli che conosciamo meno perché non frequentano gli stessi nostri circoli
religiosi. E’ così che ci si apre.
Di chi è la parrocchia?
“E’ di
quelli che ci vanno”, ho sentito dire una volta. Ma non è proprio così. La
parrocchia è anche per quelli che non la frequentano. Ci si vuole aprire appunto per raggiungerli. In religione si
pensa di essere mandati verso gli altri, per trasformare il mondo. Non
basta trasformare sé stessi, anche se indubbiamente è un buon inizio. Si va
verso gli altri per chiamarli a venire o
tornare a casa loro, in parrocchia, la casa di tutti. Penso che il
compito di noi che la frequentiamo più assiduamente sia di preparare tutto per
accogliere questi altri che vengono, di preparare questa festa dell’incontro. Il
vescovo ha detto che agli accessi non ci devono essere né dogane né doganieri.
Di questa
diposizione all’apertura dobbiamo fare tirocinio. Abbiamo un po’ perso la mano.
Don Mimmo ci ha molto aiutati in questo. Grazie don Mimmo! Benvenuto don
Giorgio!
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San
Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli
LETTURE BIBLICHE DELLA
MESSA (MESSA DEL GIORNO)
Prima lettura
Dagli Atti degli Apostoli (At
12,1-11)
In quel
tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece
uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo che ciò era gradito ai
Giudei, fece arrestare anche Pietro. Erano quelli i giorni degli Àzzimi. Lo
fece catturare e lo gettò in carcere, consegnandolo in custodia a quattro
picchetti di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti
al popolo dopo la Pasqua.
Mentre Pietro dunque era tenuto in
carcere, dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui. In
quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro,
piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre
davanti alle porte le sentinelle custodivano il carcere.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del
Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo
destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani.
L'angelo gli disse: «Mettiti la cintura e légati i sandali». E così fece.
L'angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!». Pietro uscì e prese a seguirlo,
ma non si rendeva conto che era realtà ciò che stava succedendo per opera
dell'angelo: credeva invece di avere una visione.
Essi oltrepassarono il primo posto di guardia
e il secondo e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città; la porta si
aprì da sé davanti a loro. Uscirono, percorsero una strada e a un tratto
l'angelo si allontanò da lui.
Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora
so veramente che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla
mano di Erode e da tutto ciò che il popolo dei Giudei si attendeva».
Salmo responsoriale
Dal salmo 33(34)
Ritornello:
Il Signore mi ha
liberato da ogni paura
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
Seconda lettura
Dalla seconda lettera di san
Paolo apostolo a Timòteo (2Tm 4,6-8.17-18)
Figlio mio, io sto già per essere versato in
offerta ed è giunto il momento che io lasci questa vita. Ho combattuto la buona
battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede.
Ora mi resta soltanto la corona di giustizia
che il Signore, il giudice giusto, mi consegnerà in quel giorno; non solo a me,
ma anche a tutti coloro che hanno atteso con amore la sua manifestazione.
Il Signore però mi è stato vicino e mi ha
dato forza, perché io potessi portare a compimento l'annuncio del Vangelo e
tutte le genti lo ascoltassero: e così fui liberato dalla bocca del leone.
Il Signore mi libererà da ogni male e mi
porterà in salvo nei cieli, nel suo regno; a lui la gloria nei secoli dei
secoli. Amen.
Canto al Vangelo (Mt 16,18)
Tu sei Pietro e su
questa pietra
edificherò la mia
Chiesa
e le potenze degli
inferi non prevarranno su di essa
Vangelo
Dal Vangelo secondo Matto
(16,13-19)
In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di
Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il
Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa,
altri Geremìa o qualcuno dei profeti».
Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».
E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone,
figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre
mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.
A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra
sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei
cieli».
Sintesi dell’omelia della Messa delle otto
Il celebrante ha sviluppato due punti
o simboli.
Il primo è la promessa di Gesù, dopo
la confessione di Pietro, quindi dopo essere stato
riconosciuto da lui come il Cristo,
il Figlio del Dio vivente, che le potenze degli inferi non prevarranno sulla Chiesa.
Le potenze degli inferi sono le forze del male.
Possiamo richiamare le promesse fatte da Dio
in occasione della vocazione del profeta Geremia [Ger 1,17-18]:
17.Tu, poi, cingiti i fianchi,
alzati e
dì loro tutto ciò che ti ordinerò;
non
spaventarti alla loro vista,
altrimenti
ti farò temere davanti a loro.
18. Ed ecco oggi io faccio di te
come una
fortezza,
come un
muro di bronzo
contro
tutto il paese,
contro i
re di Giuda e i suoi capi,
contro i
suoi sacerdoti e il popolo del paese.
19. Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perché io
sono con te per salvarti.
Oracolo
del Signore.
A Geremia Dio predisse la salvezza contro potenze terrene, ma a Pietro
Gesù predice la salvezza anche contro le forze
del male ultraterrene.
Vediamo che i santi sono stati molto provati:
le persone vicine a Dio sono attaccate. Come hanno fatto a resistere?
Si sono affidati a Gesù.
Anche nella nostra vita può accadere, nelle
nostre sofferenze.
San Escrivà de Balanguer diceva che se Dio dà
una croce dà anche la forza per sopportarla.
Nelle sofferenze dobbiamo rimanere vicini a
Dio, nella preghiera, invocando la salvezza promessa da Gesù.
Il secondo simbolo è quello delle chiavi.
Richiama la parole di Isaia (Is 22,20-23)
20. In quel giorno chiamerò il
mio servo
Eliakìm,
figlio di Chelkia;
21. lo rivestirò con la tua tunica,
lo
cingerò della tua sciarpa
e metterò
il tuo potere nelle sue mani.
Sarà un
padre per gli abitanti di Gerusalemme
e per il
casato di Giuda.
22. Gli porrò sulla spalla la chiave della casa
di Davide;
se egli
apre, nessuno chiuderà;
se egli
chiude, nessuno potrà aprire.
Il
simbolo delle chiavi significa la possibilità di accedere al Regno
di Dio e, insieme, autorità, potere disciplinare. Significa che ciò che
avrebbero deciso Pietro e i suoi successori sarebbe stato riconosciuto
anche in Cielo.
Ma Dio dà
a ciascuno di noi le chiavi del suo Regno:
sono le nostre buone opere.
Di solito
diamo le chiavi di casa solo a persone di fiducia, a persone della famiglia.
Dio quindi ha fiducia in noi, perché ha
dato anche a noi le chiavi del suo Regno.
Sintesi di Mario Ardigò - Azione
Cattolica in San Clemente papa - per come ha inteso le parole del celebrante
tratti dal brano evangelico.
Avvisi del parroco:
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Avvisi di A.C.
- Le riunioni infrasettimanali del gruppo
parrocchiale di AC riprenderanno ad ottobre prossimo. Continueremo ad animare
la messa domenicale delle nove.
- Le letture bibliche della Messa del
3-7-16, 14° del Tempo Ordinario, saranno:
Is 66,10-14c; Sal 65; Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20.