Conferenza
episcopale italiana
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I
Ministeri istituiti del Lettore, dell’Accolito e del Catechista per le Chiese che
sono in Italia
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Nota ad experimentum per il prossimo triennio
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Presentazione
La presente Nota ha lo scopo
di recepire gli interventi di Papa Francesco (il Motu Proprio
“Spiritus Domini” e
il Motu Proprio “Antiquum Ministerium”) per orientare la prassi concreta delle Chiese di rito latino che sono in Italia sui ministeri istituiti, sia del Lettore
e dell’Accoli- to (per i
quali si attende la revisione dei riti di istituzione da parte della
Congregazione per il Culto Divino), sia del Catechista.
Con questa Nota, inoltre,
la Conferenza Episcopale Italiana intende inserire
il tema dei “ministeri istituiti” all’interno del Cammino sinodale
delle Chiese che sono in Italia, in modo
che possa diventare anche un’opportunità per rinnovare la forma Ecclesiae in
chiave più comu- nionale.
Il Cammino sinodale costituirà così un
luogo ideale di verifica anche sulla effettiva ricadu- ta dei nuovi ministeri istituiti del Lettore,
dell’Accolito e del Catechista nella
prassi ecclesiale.
Per questo la presente
Nota, approvata dalla 76ª Assemblea Generale e integrata dal Consiglio
Episcopale Permanente con le indicazioni emerse in sede assembleare, è ad experi- mentum per il prossimo
triennio.
Il Consiglio Permanente determinerà le modalità di verifica e di approfondimento del tema.
Roma, 5 giugno
2022
Solennità di Pentecoste
Franco Giulio Brambilla Vescovo di Novara
Presidente della Commissione Episcopale
per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi
Gianmarco Busca Vescovo di
Mantova
Presidente della Commissione Episcopale per la
liturgia
«Vi
sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma
uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera
tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello
Spirito per il bene comune» (1Cor 12,4-7).
L’apostolo Paolo,
dinanzi alla vitalità
della comunità di Corinto, articola
in modo trini- tario carismi, ministeri e
attività riferendoli rispettivamente allo Spirito, a Cristo Signore e al Padre, senza dare una definizione e un ordine preciso nel successivo elenco dei carismi.
Tutta- via, egli indica due coordinate per il discernimento ecclesiale:
da una parte, pone il primato dell’azione dell’unico Spirito,
che distribuisce i suoi doni come vuole; dall’altra, pone il valore dell’edificazione dell’intera
comunità.
1.
I due Motu proprio di
Papa Francesco
Entro questo orizzonte, che è insieme
storico-salvifico ed ecclesiale, vocazionale e mini- steriale, vanno collocati i documenti relativi
ai ministeri del Lettore,
dell’Accolito e del Catechista
recentemente promulgati da Papa Francesco.
Nella scia del Concilio
Vaticano II, già Paolo VI aveva voluto rivedere la prassi della Chiesa latina
relativa agli ordini
sacri come era stata formulata dal concilio di Trento. Il con-
cilio Vaticano II aveva disposto che «il ministero divinamente istituito
venisse esercitato in ordini diversi da coloro che già in antico venivano
chiamati vescovi, presbiteri e diaconi» (Lu-
men Gentium, n. 28). In linea con quella decisione, il Motu Proprio “Ministeria quaedam” (15 agosto 1972) abolì gli “ordini
minori” dell’Ostiario, dell’Esorcista, del Lettore e dell’Accolito,
e l’ordine maggiore del Suddiacono, che erano conferiti in vista
dell’ordinazione sacerdotale, configurando quelli del Lettore e dell’Accolito come “ministeri istituiti”, non più considerati come riservati ai candidati
al sacramento dell’Ordine.
A distanza di cinquant’anni, Papa Francesco ha
promulgato il Motu Proprio “Spiritus Domini” (10 gennaio 2021), con il quale ha superato il vincolo di Ministeria
quaedam che
«riservava il Lettorato e l’Accolitato ai soli uomini» e ha
disposto l’inclusione delle donne nei ministeri laicali/battesimali con la modifica del can. 230 § 2 del Codice di Diritto
Canonico, accompagnando la decisione con la Lettera al Prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede circa l’accesso delle donne ai ministeri del Lettorato e dell’Accolitato. Papa
Francesco ha inol- tre
promulgato il Motu Proprio
“Antiquum Ministerium” (10
maggio 2021), sull’istituzione del ministero del Catechista per la Chiesa universale. La
Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha fatto
seguire poi una Lettera ai Presidenti
delle Conferenze dei vescovi sul Rito di istituzione dei Catechisti (13
dicembre 2021), con in allegato il rito corri- spondente.
I due Motu Proprio consentono di far maturare una visione più articolata
della ministe- rialità e del servizio ecclesiale, rendendo sempre più evidente
quell’indispensabile apporto della donna, di cui Papa Francesco aveva già scritto,
invitando di conseguenza ad «allargare gli spazi
per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa» (Evangelii Gaudium, n. 103). Il
fatto che i
tre ministeri istituiti siano ora esercitati anche da donne rende ancor più
evidente che la cura della Chiesa nei confronti
dei suoi figli, soprattutto di quanti si trovano in condi-
zioni di difficoltà, è compito condiviso da tutti i fedeli, uomini e donne.
2.
I ministeri
istituiti nella Chiesa
«I ministeri istituiti
hanno il loro fondamento teologico nella realtà della Chiesa come comunione di fede e di amore, espressa nei grandi documenti
del Vaticano II. […] Ogni mi-
nistero è per l’edificazione del corpo del Signore e perciò ha riferimento essenziale alla Parola e
all’Eucaristia fulcro di tutta la vita ecclesiale ed espressione suprema della
carità di Cristo, che si prolunga
nel “sacramento dei fratelli”, specialmente nei piccoli, nei poveri e negli infer- mi, nei quali Cristo è accolto e
servito» (Premesse CEI al Rito di
istituzione, 1 e 3).
Come ogni ministero nella
Chiesa, anche i ministeri istituiti sono contraddistinti da soprannaturalità di origine, ecclesialità di fine e di contenuto, stabilità di prestazione, pubbli- cità di riconoscimento (cfr. Evangelizzazione e ministeri, n. 68).
Il “ministero ordinato”,
conferito con il sacramento dell’Ordine ai vescovi, ai presbiteri e ai diaconi,
è costitutivo per la vita della Chiesa (cfr.
Lumen Gentium 28). Fin dall’inizio, accanto ai ministri ordinati sorsero
figure ministeriali che svolgevano servizi diversi a favore della comunità
cristiana. Progressivamente questi ministeri furono confinati nel solo ambito
liturgico e inquadrati in un sistema clericale
quali ordini minori che, all’interno di un percor- so ascendente, conducevano al
sacerdozio ministeriale. Si tratta oggi di riscoprire il loro fon- damento battesimale, radice dei “ministeri istituiti” e dei tanti ministeri di fatto che la Chiesa è chiamata a discernere per un
servizio adeguato al popolo di Dio. Infatti, nel corso della storia, con il
continuo mutare delle situazioni ecclesiali, sociali, culturali, l’esercizio di
tali servizi nella Chiesa assume forme differenti.
I due documenti “Ministeria quaedam” e “Spiritus Domini” hanno configurato i “ministeri istituiti” del Lettorato e dell’Accolitato, “Antiquum ministerium” il ministero del Catechista, come possibili forme della ministerialità ecclesiale. Esse riguardano coloro che, avendo ricevuto il
Batte- simo e la Confermazione ed essendo dotati di un particolare carisma
per il bene comune della Chiesa, dopo un adeguato cammino di discernimento e preparazione, vengono istituiti dal Vescovo Lettori,
Accoliti o Catechisti, con un apposito rito liturgico. La conformazione a Cristo e la comu- ne radice battesimale e crismale pongono i ministeri nella Chiesa, ciascuno a suo modo, a servizio
della configurazione del suo corpo ecclesiale e della trasmissione del Vangelo, in vista dell’unica
missione ecclesiale. «Ciascun
ministero istituito ha un suo inserimento specifico nella Chiesa loca- le, come manifestazione autentica della molteplice iniziativa dello Spirito che riempie e vivifica il corpo di Cristo»
(Premesse CEI al Rito di istituzione, n. 1).
I ministeri istituiti trovano
la loro radice
nei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Letto- ri
e Accoliti sono battezzati la cui identità è qualificata nel Rito di
istituzione per un servizio ecclesiale nella liturgia, in particolare alla mensa sia della Parola
che del Pane (cfr. Dei Verbum,
n. 21) da cui scaturisce l’impegno
stesso della vita cristiana. I Catechisti sono battezzati la cui
identità è qualificata nel Rito di istituzione per vivere più intensamente lo spirito apostolico e servire l’annuncio e la maturazione della fede della comunità cristiana. «Ne consegue che l’o-
pera del ministro non si rinchiude entro l’ambito puramente rituale, ma si pone
dinamica- mente al servizio
di una comunità che evangelizza e si curva come il buon samaritano su tutte le ferite e
le sofferenze umane» (Premesse CEI al
Rito di istituzione, n. 3)
Il Lettore, l’Accolito e il
Catechista vengono istituiti in modo permanente e stabile e assumono, da laici e laiche, un ufficio qualificato all’interno della Chiesa
(cfr. I ministeri nella Chiesa, n. 5); dopo il rito, il
Vescovo conferisce a ciascun ministro istituito un mandato per l’esercizio
concreto del ministero.
Di seguito vengono
richiamate le indicazioni essenziali circa l’identità e i compiti di questi
ministeri.
3.
Identità e compiti dei tre ministeri
a.
Il Lettorato
Identità. Il
Lettore è istituito per l’ufficio, a lui proprio, di proclamare la parola di
Dio nell’assemblea liturgica (cfr. Ministeria
quaedam, n. 5). In particolare, a partire da un assiduo ascolto delle Scritture, richiama
la Chiesa intera alla presenza
di Gesù, Parola fatta carne, giac-
ché come afferma la costituzione liturgica “è Cristo che parla quando nella
Chiesa si legge la Sacra Scrittura” (cfr. Sacrosanctum
Concilium, n. 7).
Compiti. Il compito del Lettore si esplica in prima istanza
nella celebrazione liturgica, in particolare quella eucaristica, perché sia evidente che la
proclamazione della Parola è il luogo sorgivo
e normativo dell’annuncio. Al Lettore è affidato il compito di preparare l’assemblea ad ascoltare e i lettori a proclamare con competenza e sobria
dignità i passi scelti per la liturgia della Parola. Il Lettore/Lettrice potrà
avere un ruolo anche nelle diverse forme liturgiche di celebrazione della Parola, della liturgia delle Ore e nelle iniziative di (primo) annuncio
verso i lontani. A questo si
aggiunge il compito più ampio di animare momenti di preghiera e di meditazione
(lectio divina) sui testi biblici,
con una particolare attenzione anche alla dimen- sione ecumenica. In generale,
egli/ella è chiamato/a ad accompagnare i fedeli e quanti sono in
ricerca all’incontro vivo con la Parola, fornendo chiavi e metodi di lettura
per la sua retta in- terpretazione e la sua fecondità spirituale e pastorale.
b.
L’Accolitato
Identità. L’Accolito è istituito per il servizio
al corpo di Cristo nella celebrazione eucari- stica, memoriale della Cena del
Signore, e al corpo di Cristo, che è il popolo di Dio, soprat- tutto i poveri e gli infermi
(cfr. Rito di Istituzione degli Accoliti, n. 29). In particolare richiama la presenza di Cristo
nell’Eucaristia della Chiesa, per la vita del mondo.
Compiti. Compito
dell’Accolito è servire
all’altare, segno della presenza viva di Cristo in
mezzo all’assemblea, là dove il pane e il vino diventano i doni eucaristici per
la potenza dello Spirito Santo e dove i fedeli nutrendosi dell’unico pane e bevendo all’unico
calice, diventano in Cristo un
solo Corpo. A lui/lei è affidato anche il compito di coordinare il servizio
della distribuzione della Comunione nella e fuori
della celebrazione dell’Eucaristia, di animare l’a- dorazione e le diverse forme del
culto eucaristico, che irradiano nel tempo il ringraziamento della Chiesa
per il dono che Gesù ha fatto
del suo corpo
dato e del suo sangue
versato. A que- sto
si aggiunge il compito più ampio di coordinare il servizio di portare la comunione eucari- stica a ogni persona che sia
impedita a partecipare fisicamente alla celebrazione per l’età, per la malattia
o per circostanze singolari della vita che ne limitano i liberi movimenti. In
questo senso, l’Accolito è ministro straordinario della Comunione e a servizio
della comunione che fa
da ponte tra l’unico altare e le tante case.
c.
Il Catechista
Identità. Il
Catechista, in armonica collaborazione con i ministri ordinati e con gli altri
ministri, istituiti e di fatto, si dedica al servizio dell’intera comunità,
alla trasmissione della fede e alla formazione della mentalità cristiana,
testimoniando anche con la propria vita il mistero santo di Dio che ci parla e si dona a noi in Gesù. Il ministero del Catechista richiama la presenza nella Chiesa e nel
mondo del Signore Gesù, che per l’opera dello Spirito Santo chiama ogni uomo
alla salvezza, rendendolo nuova creatura in Cristo (cfr. 2Cor 5,17), servo del
Regno di Dio nella Chiesa.
Compiti. Compito
del Catechista è formare alla vita cristiana, attingendo alla Sacra Scrit-
tura e alla Tradizione della
Chiesa. In primo
luogo, questo compito
si esplica nella
cura della catechesi per l’iniziazione cristiana, sia dei bambini
che degli adulti.
A questo si aggiunge an- che
l’ufficio più ampio
di accompagnare quanti
hanno già ricevuto
i sacramenti dell’iniziazio- ne nella crescita di fede nelle varie stagioni
della loro vita. È il ministro che accoglie e accom-
pagna a muovere i primi passi nell’esperienza dell’incontro con la persona di
Cristo e nel discepolato quanti esprimono
il desiderio di una esperienza di fede, facendosi
così missionario verso le
periferie esistenziali. Infine, a lui/lei può essere chiesto di coordinare,
animare e for- mare altre figure ministeriali laicali
all’interno della parrocchia, in particolare quelle impegna-
te nella catechesi e nelle altre forme di evangelizzazione e nella cura pastorale. Tra le possibili- tà indicate dalla Congregazione
per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, la Conferenza Episcopale Italiana sceglie di conferire il “ministero istituito” del/la Catechi- sta a
una o più figure di coordinamento dei catechisti dell’iniziazione cristiana dei
ragazzi (cfr. n. 9) e a coloro che «in modo più specifico svolgono il servizio
dell’annuncio» nel catecumenato degli adulti (cfr. n. 10). Il Catechista,
secondo la decisione prudente del Vescovo e le scelte pastorali della Diocesi,
può anche essere, sotto la moderazione del par- roco, un referente di piccole
comunità (senza la presenza stabile del presbitero) e può guidare, in mancanza di diaconi e in collaborazione con Lettori e Accoliti istituiti, le ce-
lebrazioni domenicali in assenza del presbitero e in attesa
dell’Eucaristia.
In questo modo, tra l’altro, potrà essere sempre più evidente
la corresponsabilità in am-
bito pastorale tra ministri ordinati e ministri istituiti, perché si realizzi
quanto affermato da Lumen Gentium:
«che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, all’opera comune» (n.30).
4.
La formazione ai ministeri istituiti
Ogni ministero istituito possiede
una connotazione vocazionale: «è il Signore
che suscita i ministeri
nella comunità e per la comunità» (Premesse CEI al Rito di istituzione, n. 2). Il ser-
vizio nella Chiesa non si configura come una professione, né come una carica
onorifica: si tratta piuttosto di assimilare i tratti del Maestro, che è non è venuto per essere servito ma per
servire (cfr. Mc 10,45).
Il Signore chiama chiunque
è istituito in uno di questi ministeri a mettere a disposizione
tutto se stesso, «stabiliter» (can. 230 § 1 del Codice di Diritto Canonico), per l’edificazione dei fratelli. Le comunità con i loro
presbiteri presentano i candidati, i quali saranno istituiti dal Vescovo dopo un tempo di adeguato
accompagnamento e formazione da parte di una équipe di
esperti. Il Vescovo
infatti in primo luogo riconosce
tale vocazione e ne valuta l’utilità per un
servizio determinato all’interno della realtà ecclesiale locale; in un secondo tempo
li istituisce con il rito liturgico proprio; infine, con un atto giuridico, conferisce il mandato per quel mi- nistero specifico.
Ai ministeri istituiti di Lettore, Accolito
e Catechista possono
accedere uomini e donne
che manifestano la loro disponibilità, secondo i seguenti
criteri di discernimento: siano persone
di profonda fede, formati alla Parola di Dio, umanamente maturi, attivamente
partecipi alla vita della comunità
cristiana, capaci di instaurare relazioni fraterne, in grado
di comunicare la fede sia con l’esempio che con la
parola, e riconosciuti tali dalla comunità, nelle forme e nei modi che il
Vescovo riterrà opportuni.
I Vescovi stabiliscano percorsi formativi
idonei per conseguire tre finalità essenziali: aiuta- re nel discernimento sulla idoneità intellettuale, spirituale e relazionale dei candidati; perfezio- nare la formazione in vista del
servizio specifico, con la pratica di attività pastorali adeguate; consentire un aggiornamento biblico,
teologico e pastorale continuo di quanti
hanno già rice- vuto il mandato per un ministero. Tali percorsi formativi
possono essere svolti con l’ausilio
di istituzioni accademiche esistenti nel territorio come gli Istituti di Teologia e di Scienze Reli- giose. Il
supporto di tali istituzioni renderà più agevole il compito di strutturare
piani di for- mazione, che prevedano non solo lezioni
frontali, ma anche
seminari e stage in situ. Infine,
per quanto concerne il tempo di formazione, si preveda almeno un anno con la guida di un’équipe
diocesana, che potrà continuare la formazione nei primi tempi dell’esercizio
del ministero.
Ai Pastori è chiesto di
sensibilizzare la comunità cristiana a lasciar emergere quei doni dello Spirito,
che possono diventare effettivi ministeri laicali.
La cura dei nuovi ministeri
apre
la possibilità concreta di ridisegnare il volto delle
comunità cristiane. Il Cammino sinodale
in corso nelle Chiese che sono in Italia è un’occasione propizia, perché la ricezione dei ministeri
nelle singole Chiese locali avvenga
in forma sinodale.
In tal modo si potrà creare lo spazio per nuove
figure capaci di mettere in moto una percezione più dinamica dell’annuncio del Vange- lo, con la
ricchezza di nuovi volti ed esperienze differenziate.
5.
Il Rito di istituzione e il mandato
Al termine
della fase di discernimento vocazionale e di formazione di base, il/la
candida- to/a viene istituito/a con il rito liturgico previsto dal Pontificale Romano. Come afferma la Congregazione per il Culto
Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel caso dei Catechisti isti- tuiti, «definire tale ministero
come stabile, oltre ad esprimere il fatto che nella Chiesa esso è “stabilmente” presente, significa anche affermare che i laici
che abbiano l’età
e le doti determi- nate con decreto dalla Conferenza Episcopale, possono essere istituiti
in modo stabile (come i Lettori e gli Accoliti) al ministero di
Catechista: ciò avviene mediante il Rito di istituzione che, pertanto, non può essere
ripetuto» (Lettera ai presidenti delle Conferenze dei Vescovi sul Rito
di istituzione dei Catechisti, n. 3). Il rito liturgico
mostra così non solo che il Pastore
riconosce nel candidato una vocazione ad un servizio
ecclesiale, ma che l’intera comunità
è lieta di acco- gliere e
sostenere il nuovo ministro nella sua missione. I ministri istituiti si
inseriscono così a pieno titolo nel grembo della
Chiesa locale, da cui sono generati a servizio del popolo di Dio.
Per quanto riguarda l’età
dell’ammissione, si conferma
quanto scritto già nel documento della Conferenza Episcopale Italiana,
I
ministeri nella Chiesa, pubblicato nel 1973, che al n. 9 stabiliva il limite di 21 anni, poi
innalzato a 25 anni nella delibera n. 21 del 18 aprile 1985.
Come affermato
nella Lettera della Congregazione per il Culto Divino sopra
citata, «l’eser- cizio del
ministero può e deve essere regolato nella durata, nel contenuto e nelle
modalità dalle singole Conferenze Episcopali secondo le esigenze pastorali» (n.
3). Il mandato per l’e- sercizio concreto del ministero viene conferito per un
primo periodo di cinque anni, seguito da una verifica compiuta dal Vescovo insieme
con un’équipe preposta a questo. Alla luce di tale verifica si potrà rinnovare il mandato per l’esercizio del ministero, tenendo
conto del cam- biamento delle condizioni di vita del
ministro istituito e delle esigenze ecclesiali in continuo mutamento.
I ministri istituiti «non
saranno semplici esecutori delle indicazioni dei presbiteri e dei diaconi, ma
veri animatori di assemblee presiedute dal pastore d’anime, promotori della
cor- responsabilità nella Chiesa e dell’accoglienza di quanti cercano di compiere
un itinerario di fede, evangelizzatori nelle varie situazioni ed emergenze di
vita, interpreti della condizione umana nei suoi molteplici aspetti
(cfr. Apostolicam Actuositatem, n.
24). Essi renderanno pre- sente alla comunità
le attese e le aspirazioni degli uomini del nostro tempo
e insieme saranno un segno autentico della presenza
della Chiesa nelle famiglie, nei luoghi di studio e di lavoro e sulle
strade del mondo
(cfr. Apostolicam Actuositatem, n. 13)»
(Premesse CEI al Rito di istitu- zione, n. 5).