Riunione
del gruppo parrocchiale di AC del 21-2-17
La riunione si è aperta con alcuni avvisi:
-venerdì 24 febbraio, alle ore 19, in
sala rossa, si terrà il nuovo incontro di approfondimento sull’enciclica Laudato si’, di papa Francesco. In particolare si parlerà dei
riflessi sull’ambiente del sistema economico;
- nella riunione del gruppo di AC del
28 febbraio faremo una festa di Carnevale: tutti sono invitati a portare cose
buone da mangiare;
- il 1 marzo, mercoledì delle Ceneri,
la liturgia dell’imposizione delle Ceneri verrà celebrata ad ogni Messa e anche
alle ore 20:00. La Messa vespertina delle ore 18:00 verrà concelebrata dal
vescovo ausiliare di settore.
La delegazione del gruppo all’Assemblea
diocesana ha poi riferito di quell’esperienza associativa, svoltasi per l’elezione
di membri del Consiglio diocesano. E’
stata un’esperienza gioiosa, caratterizzata, è stato detto, dal sorriso, dalla
speranza e dalla presenza di tanti giovani. Sabato si è avuta la presenza del Cardinal
Vicario mons. Vallini.
Siamo poi passati a continuare l’approfondimento
della beatitudine dei puri di cuore, i quali vedranno Dio.
Sono state proiettate alcune sequenze del
film Marcellino pane e vino, nelle quali un
bimbo accolto in un convento di frati parla con il Gesù di un crocifisso, che
scende dalla croce per mangiare e bere il pane
e il vino portatogli da Marcellino.
I bimbi hanno gli occhi e il cuore
puri e possono vedere Dio. E’ stato ricordato l’episodio evangelico in cui Gesù disse di lasciare che i bambini venissero a
lui e che se non si diventa come bambini non si entrerà nel Regno dei Cieli.
L’assistente
ecclesiastico ha poi utilizzato, per
spiegare la beatitudine, l’episodio
evangelico dell’unzione di Betania, nel Vangelo di Matteo 26, 1-13:
[1] Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli:
[2] "Voi sapete che fra due giorni è Pasqua e che il Figlio
dell'uomo sarà consegnato per essere crocifisso".
[3] Allora i sommi sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel
palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, [4] e tennero consiglio per
arrestare con un inganno Gesù e farlo morire.
[5] Ma dicevano: "Non durante la festa, perché non avvengano
tumulti fra il popolo".
[6] Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, [7] gli si avvicinò una donna
con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul
capo mentre stava a mensa.
[8] I discepoli vedendo ciò si sdegnarono e dissero: "Perché questo
spreco?
[9] Lo si poteva vendere a caro prezzo per darlo
ai poveri!".
[10] Ma Gesù, accortosene, disse loro:
"Perché infastidite questa donna? Essa ha compiuto un'azione buona verso
di me.
[11] I poveri infatti li avete sempre con voi, me, invece, non sempre mi
avete.
[12] Versando questo olio sul mio corpo, lo ha
fatto in vista della mia sepoltura.
[13] In verità vi dico: dovunque sarà predicato
questo vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto, in
ricordo di lei".
La purezza
di cuore della beatitudine non riguarda fatti rituali, non è una purezza rituale, ma riguarda l’interiorità
della persona, il centro della persona nel suo agire morale. Attraverso il
cuore si vede Dio, vale a dire si comprende il
suo messaggio, la sua volontà e chi è veramente Gesù.
Ci ha
proposto il mosaico di padre Lutvik che raffigura l’episodio. Gesù vi è rappresentato seduto in trono con una
stola che rappresenta il sacerdozio. La donna versa sul capo di Gesù l’olio
profumato e ha un asciugamano che arriva fino ai piedi di Gesù, richiamando l’episodio
della lavanda dei piedi e quindi il dono di sé nel servizio. Tiene una mano sul
cuore, perché è col cuore che capisce chi è Gesù.
Come erano
i cuori dei protagonisti dell’episodio intorno a Gesù?
I cuori
dei sacerdoti e degli anziani: si mettono insieme per far morire Gesù. Vedono
in lui l’avversario da far fuori, non il
messaggio di Dio che giunge loro attraverso Gesù. Hanno cuori impuri perché
centrati su sé stessi.
I cuori
dei discepoli: i discepoli si sdegnarono al gesto della donna, anche loro
avevano cuori impuri, perché non andavano oltre le proprie esigenze e non
capivano che la donna aveva agito in quel modo perché aveva compreso Gesù.
La donna,
raffigurata da padre Lutvik con una mano sul cuore, ha invece un cuore puro,
con il quale ha capito tutto. Il suo gesto di versare l’unguento su Gesù è un’anticipazione:
Gesù si sta preparando a donare tutta la sua vita per la nostra salvezza; vede
in Gesù il Messia, il Salvatore, e comprende il senso della sua missione. La
donna ha un cuore puro nel senso di convertito. In lei l’umanità
non è una barriera all’incontro con Dio. Solo con uno sguardo puro è possibile riconoscere Gesù nei fratelli e
nei segni della storia.
Abbiamo
poi meditato su questi otto passi del Messaggio di papa Francesco per la 30°
giornata mondiale della Gioventù, nel 2015, centrato proprio sulla beatitudine della purezza di cuore: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Mt 5,8):
1.
Beati i
puri di cuore…
Adesso
cerchiamo di approfondire come questa beatitudine passi attraverso la purezza
del cuore. Prima di tutto dobbiamo capire il significato biblico della parola cuore. Per la cultura ebraica il cuore è
il centro dei sentimenti, dei pensieri e delle intenzioni della persona umana.
Se la Bibbia ci insegna che Dio non vede le apparenze, ma il cuore (cfr 1 Sam 16,7), possiamo dire anche che è a
partire dal nostro cuore che possiamo vedere Dio. Questo perché il cuore
riassume l’essere umano nella sua totalità e unità di corpo e anima, nella sua
capacità di amare ed essere amato.
2.
Per quanto riguarda invece la definizione di “puro”, la
parola greca utilizzata dall’evangelista Matteo è katharòs e
significa fondamentalmente pulito, limpido,
libero da sostanze contaminanti. Nel Vangelo vediamo Gesù scardinare una certa
concezione della purezza rituale legata all’esteriorità, che vietava ogni
contatto con cose e persone (tra cui i lebbrosi e gli stranieri), considerati
impuri.
3.
In che consiste dunque la felicità che scaturisce da un cuore puro? A
partire dall’elenco dei mali che rendono l’uomo impuro, enumerati da Gesù,
vediamo che la questione tocca soprattutto il campo delle nostre relazioni. Ognuno di noi deve imparare a discernere ciò che
può “inquinare” il suo cuore, formarsi una coscienza retta e sensibile, capace
di «discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rm 12,2). Se è necessaria una sana
attenzione per la custodia del creato, per la purezza dell’aria, dell’acqua e
del cibo, tanto più dobbiamo custodire la purezza di ciò che abbiamo di più
prezioso: i nostri cuori e le
nostre relazioni. Questa “ecologia umana” ci aiuterà a respirare l’aria pura che proviene
dalle cose belle, dall’amore vero, dalla santità.
4.
... perché vedranno Dio
Nel cuore
di ogni uomo e di ogni donna risuona continuamente l’invito del Signore:
«Cercate il mio volto!» (Sal 27,8).
Allo stesso tempo ci dobbiamo sempre confrontare con la nostra povera
condizione di peccatori. E’ quanto leggiamo per esempio nel Libro dei Salmi:
«Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro» (Sal 24,3-4). Ma non dobbiamo avere paura
né scoraggiarci: nella Bibbia e nella storia di ognuno di noi vediamo che è
sempre Dio che fa il primo passo. E’ Lui che ci purifica affinché possiamo
essere ammessi alla sua presenza.
5.
L’invito del Signore a incontrarlo è rivolto
perciò ad ognuno di voi, in qualsiasi luogo e situazione si trovi. Basta
«prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno
senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito
non è per lui» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 3). Siamo tutti peccatori, bisognosi di essere purificati dal Signore. Ma
basta fare un piccolo passo verso Gesù per scoprire che Lui ci aspetta sempre
con le braccia aperte, in particolare nel Sacramento della Riconciliazione,
occasione privilegiata di incontro con la misericordia divina che purifica e
ricrea i nostri cuori.
6.
Sì, cari giovani, il Signore vuole incontrarci, lasciarsi “vedere” da
noi. “E come?” – mi potrete domandare. Anche santa Teresa d’Avila, nata in
Spagna proprio 500 anni fa, già da piccola diceva ai suoi genitori: «Voglio
vedere Dio». Poi ha scoperto la via della preghiera come «un intimo rapporto di amicizia
con Colui dal quale ci sentiamo amati» (Libro della vita, 8, 5).
7.
Ancora una volta vi invito a incontrare il Signore leggendo frequentemente la Sacra Scrittura. Se non
avete ancora l’abitudine, iniziate dai Vangeli. Leggete ogni giorno un brano.
Lasciate che la Parola di Dio parli ai vostri cuori, illumini i vostri passi
(cfr Sal 119,105).
Scoprirete che si può “vedere” Dio anche nel volto dei
fratelli, specialmente quelli più dimenticati: i poveri, gli affamati, gli
assetati, gli stranieri, gli ammalati, i carcerati (cfr Mt 25,31-46).
Ne avete mai fatto esperienza? Cari giovani, per entrare nella logica del Regno
di Dio bisogna riconoscersi poveri con i poveri. Un cuore puro è
necessariamente anche un cuore spogliato, che sa abbassarsi e condividere la
propria vita con i più bisognosi.
8.
L’incontro con Dio nella preghiera, attraverso la lettura della Bibbia e
nella vita fraterna vi aiuterà a conoscere meglio il Signore e voi stessi. Come
accadde ai discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,13-35), la voce di Gesù farà
ardere i vostri cuori e si apriranno i vostri occhi per riconoscere la sua
presenza nella vostra storia, scoprendo così il progetto d’amore che Lui ha per
la vostra vita.
Alla fine
della meditazione l’assistente ecclesiastico ha distribuito ad ognuno un
batuffolo di cotone impegnato in unguento con mirra e nardo da lui acquistato
in Palestina. Ci siamo così potuti fare un’idea dell’odore che aveva l’unguento
versato dalla donna dell’episodio evangelico sul capo di Gesù.
Alla
riunione era presente anche il parroco al quale mi sono sentito di dover fare
un vivo incoraggiamento per il grande lavoro che ha fatto da quando è tra noi. Nulla
è stato tolto di ciò che c’era di buono, molto è stato aggiunto. Di solito
avviciniamo i nostri sacerdoti solo per chiedere o, peggio, per qualche
lamentela o recriminazione. Non pensiamo quanto è difficile il loro lavoro tra
noi e che anch’essi avrebbero bisogno di incoraggiamento e sostegno da parte
nostra, come tutti. E’, anche questa, una questione di cuore. Nell’esame di coscienza che facciamo questa sera, seguendo
la meditazione dell’altro giorno alla riunione del gruppo, quante volte dobbiamo confessare di aver impersonato,
nei riguardi dei nostri sacerdoti, i discepoli quando assistettero al gesto di
pietà di quella donna del brano evangelico?
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente
papa - Roma, Monte Sacro, Valli