IL GRUPPO PARROCCHIALE DI AC RIPRENDERA' LE RIUNIONI INFRASETTIMANALI MARTEDI' 4 OTTOBRE 2016, ORE 17, IN SALA ROSSA
Azione Cattolica – F.A.Q.
(domande più frequenti)
(le risposte alle F.A.Q. che seguono sono frutto di una elaborazione
fatta da Mario Ardigò, sulla base di quello che pensa di aver capito
dell’Azione Cattolica. Non esprimono necessariamente il pensiero dei vertici
associativi, né rappresentano un’interpretazione autentica dell’ideologia
associativa – I lettori sono quindi invitati a verificarne personalmente la correttezza e fedeltà e a far pervenire
eventuali rettifiche o integrazioni all’account <marioardigo@yahoo.com>;
di esse si darà atto nel blog)
Nel prossimo mese di ottobre riprenderanno gli
incontri infrasettimanali del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica.
Per la gente di fede della parrocchia può essere l’occasione di dare una
mano nel processo di rinnovamento che è in atto.
La passata impostazione della vita
parrocchiale ha lasciato nel gruppo una maggioranza di soci senior, i più anziani. Ma l’Azione Cattolica è fatta
per persone di ogni età, fin dai piccolissimi
(3-5 anni). Sono state elaborate proposte di impegno per tutti. Il centro
nazionale e quelli diocesani supportano il lavoro dei gruppi parrocchiali. La
struttura dell’Azione Cattolica è democratica e la sua azione si avvale del
contributo di tutti.
L’Azione Cattolica ha
fatto dell’attuazione dei principi del Concilio Vaticano 2° il suo principale
settore di lavoro collettivo. Ora è anche fortemente impegnata nella presa di
coscienza, nello sviluppo e nell’attuazione pratica dei nuovi principi della
dottrina sociale contenuti nel magistero del papa Francesco e, in particolare,
nell’esortazione apostolica La gioia del
Vangelo e nell’enciclica Laudato si’.
I settori dei ragazzi, dei giovani, degli
adulti dovrebbero essere nuovamente
organizzati, secondo gli indirizzi nazionali. Fino all’anno scorso l’Azione
Cattolica parrocchiale è stata strutturata semplicemente per uno scopo di
resistenza, per mantenere presente una tradizione associativa che in
parrocchia, in fondo, veniva ritenuta obsoleta e superata. Molto a lungo ci sono
mancate le nuove leve. Averle avrebbe richiesto un’impostazione parrocchiale,
basata su una fiducia nel metodo associativo, che, oggettivamente, non c’è
stata. Si sono perse alcune generazioni, nel senso che la proposta di Azione
Cattolica non è giunta loro in parrocchia. La stretta integrazione dell’Azione
Cattolica nell’esperienza ecclesiale locale non le consentiva di agire
autonomamente nel reclutare i più giovani.
L’Azione Cattolica ha ciò che serve per rinnovare la parrocchia nel
senso auspicato dal nostro vescovo
inaugurando la nuova stagione, l’anno scorso. Ma in parrocchia deve ripartire.
E’ necessario ricostituire gruppi di spinta, che sostengano la sua
riorganizzazione nelle fasce più giovani. Per seguire i più giovani serve gente
giovane. Sentiamo particolarmente la mancanza di persone della fascia 20-40.
Nel quartiere Valli, dove la parrocchia è insediata, naturalmente ci sono.
Sono, ad esempio, i genitori dei bambini e dei ragazzi che ci vengono affidati
per la prima iniziazione cristiana. Ma anche i fratelli maggiori di questi
ragazzi. E i giovani che si rivolgono a noi per la formazione matrimoniale. Un
tempo popolavano la parrocchia, che era divenuta, per questo, una delle anime
del quartiere. Poi, molto a lungo, non si è riusciti più a coinvolgerli nelle
attività parrocchiali. In altri post
ho spiegato a lungo le ragioni che, a mio avviso, hanno determinato questa
disaffezione alla parrocchia.
Propongo di seguito alcune risposte alle domande che più frequentemente
vengono poste in materia di Azione Cattolica.
Ulteriori informazioni sulla struttura,
finalità, metodo e progetti dell’Azione Cattolica possono trovarsi sul sito
dell’Azione Cattolica nazionale
http://azionecattolica.it/
e diocesana
http://www.acroma.it/
1. L’Azione Cattolica è Chiesa cattolica?
L’Azione Cattolica è una delle
associazioni di laici inserite nell’organizzazione della Chiesa cattolica
italiana. Il suo statuto è approvato dal Consiglio
Episcopale Permanente della Conferenza
Episcopale Italiana. Vi sono diverse altre associazioni che hanno analoghe
caratteristiche di particolare legame con l’organizzazione della Chiesa
cattolica italiana.
2. Chi è il laico?
Il laico è il fedele cattolico che non è né
diacono, né prete, né vescovo (vale a dire membro dell’ordine sacro) e che non appartiene a un ordine religioso o a una
congregazione religiosa (che non è, ad esempio, frate o suora; monaco o monaca)
(si veda la definizione che del termine laico
si dà nella Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen Gentium, al n. 31).
3. Per essere un fedele cattolico
laico è indispensabile aderire all’Azione Cattolica?
No.
4. Se un fedele cattolico laico
ha già aderito ad un altro gruppo religioso laicale o ha il proposito di farlo,
può associarsi all’Azione Cattolica?
Sì. L’adesione all’Azione Cattolica non è esclusiva. Si può far parte di altri gruppi
laicali.
5. L’Azione Cattolica è un gruppo di
spiritualità?
No. Ciò che caratterizza l’Azione Cattolica non è un particolare tipo di spiritualità, anche se i
gruppi locali e le altre articolazioni associative esprimono anche una vita
spirituale. Ciascun associato manifesta poi la propria, liberamente scelta.
Alla vita associativa partecipano i Sacerdoti Assistenti per contribuire ad
alimentare la vita spirituale e il senso apostolico.
6. L’Azione Cattolica è un gruppo
di preghiera?
No, anche se nelle riunioni
associative vi sono momenti di preghiera.
7.L’Azione Cattolica è un gruppo
di approfondimento biblico?
No, anche se associandosi ci si
impegna ad approfondire le tematiche bibliche.
8. L’Azione Cattolica è un gruppo
di approfondimento culturale?
No, anche se associandosi ci si
impegna a conoscere e capire di più del mondo in cui si vive.
9. L’Azione Cattolica è un gruppo
per il catecumenato?
No. La conversione, il catechismo
per il Battesimo e il Battesimo sono
dati per presupposti. In ogni parrocchia dovrebbe essere costituita
un’organizzazione specifica per queste esigenze.
10. L’Azione Cattolica è un
gruppo per il catechismo?
No, anche se associandosi ci si
impegna ad approfondire le verità di fede. In ogni parrocchia dovrebbe essere
costituita un’organizzazione che si occupa specificamente del catechismo, per i
fedeli di tutte le età.
11. L’Azione Cattolica è un
gruppo di propaganda religiosa?
No. Essa infatti vuole stabilire
con i propri interlocutori una relazione molto più profonda.
12. L’Azione Cattolica è un
gruppo che lavora per il proselitismo religioso o associativo?
L’Azione Cattolica è certamente impegnata, in diretta collaborazione
con il Papa e i vescovi, a far conoscere il Vangelo, ad esporre le verità di
fede, a far comprendere gli ideali religiosi cristiani, a presentare
correttamente il fine e l’azione della Chiesa nel mondo e il significato della
sua liturgia, a raggiungere gli altri nel loro bisogno di religiosità, ad
aiutare tutti a migliorarsi secondo la
fede professata e, in particolare, a capire come fare per meglio favorire
l’accettazione nel mondo di quegli ideali. Ma il proselitismo religioso o associativo,
l’obiettivo di “far numero”, di “distribuire tessere”, non è tra le sue finalità dirette, anche se il
riavvicinamento alla vita della parrocchia e adesioni associative possono
effettivamente conseguire dalle sue attività.
13.L’impegno degli associati
all’Azione Cattolica parrocchiale è principalmente in parrocchia?
L’Azione Cattolica ha come primo impegno la
presenza e il servizio nella Chiesa locale, quindi anche nella parrocchia.
Tuttavia, in quanto associazione di laici, in essa è fondamentale l’impegno
nella società civile, luogo privilegiato dell’azione laicale, per favorire
l’affermazione dei valori religiosi.
14. Associandosi all’Azione
Cattolica si è sottoposti ad un giudizio sulla propria vita?
No.
15. L’adesione all’Azione
Cattolica richiede un cambiamento di vita?
No. L’associazione si ritiene
arricchita dai doni che le provengono dalle diverse condizioni ed esperienze di
quanti partecipano alla sua vita.
16. L’adesione all’Azione
Cattolica comporta particolari pratiche religiose?
No.
17. L’adesione all’Azione
Cattolica comporta particolari pratiche
di vita, oltre quelle raccomandate a tutti i fedeli laici?
No.
18. L’adesione all’Azione
Cattolica richiede un particolare livello culturale o scolastico?
No.
19. L’adesione all’Azione
Cattolica si sviluppa per gradi iniziatici, vale a dire da livelli inferiori a
livelli superiori di perfezione?
No. Si è membri a pieno titolo
fin dal primo giorno e fin quando si vuole.
20. Per chi è l’Azione Cattolica?
L’Azione Cattolica è per tutti i fedeli laici cattolici e di tutti i fedeli laici cattolici.
21. L’Azione Cattolica risolve i
problemi personali degli associati?
Gli associati si impegnano
anche a favorire la comunione fra di loro, quindi anche all’aiuto reciproco, ma
non è detto che dall’associarsi in Azione
Cattolica derivi la soluzione dei propri problemi personali. Non farei quindi molto affidamento su questo
aspetto.
22. L’Azione Cattolica risolve,
in particolare, i problemi affettivi o di socialità?
Può accadere. Ma non è scontato che accada.
Non vi farei molto affidamento.
23. Le persone che, associandosi,
si spendono per le finalità dell’Azione Cattolica devono aspettarsi
riconoscimenti o corrispettivi, anche solo morali o affettivi?
No. Ci si associa perché si sente
bisogno di agire in gruppo in relazione a certi obiettivi che si pensa di non
poter raggiungere individualmente. Ma, come tutte le esperienze sociali umane,
anche quella nei gruppi di Azione Cattolica finisce in genere per deludere certe alte aspettative, almeno
sotto il profilo umano. Solo alla lunga e considerandola complessivamente,
specialmente verso la fine di una vita, se ne può essere in fondo soddisfatti,
soprattutto se la si considera con
sguardo soprannaturale, andando contro le apparenze, in spirito evangelico.
24. Chi comanda in Azione
Cattolica?
L’Azione Cattolica è retta su basi democratiche. Tuttavia i suoi presidenti, a tutti i livelli
(nazionale, diocesano, locale) sono nominati dall’autorità ecclesiastica, su
proposta dei rispettivi consigli. A livello della parrocchia, l’Azione Cattolica è presente con un’associazione parrocchiale, che è
un’articolazione di quella diocesana. Gli organi dell’associazione parrocchiale
di Azione Cattolica sono: l’assemblea
parrocchiale (programma la vita associativa e verifica l’attuazione del
programma; elegge il consiglio parrocchiale); il consiglio parrocchiale (promuove lo sviluppo della vita associativa
secondo le linee del programma approvato dall’assemblea; assicura la presenza
dell’associazione nelle strutture di partecipazione ecclesiale; mantiene i rapporti
di amichevole collaborazione con le gli altri gruppi della parrocchia; propone
al parroco la nomina del presidente parrocchiale); il/la presidente parrocchiale (nominato/a dal parroco, sentito il vescovo
ausiliare territorialmente competente -
promuove e coordina l’attività del consiglio parrocchiale; convoca e presiede
l’assemblea parrocchiale; insieme al consiglio tiene costanti rapporti con il
parroco; si fa garante degli amichevoli rapporti con l’associazione diocesana;
rappresenta l’associazione parrocchiale).
25. Ma, insomma, quali sono le
caratteristiche per le quali l’Azione Cattolica si differenzia da altri gruppi
laicali?
Non è né facile né semplice rispondere a
questa domanda. Bisogna considerare non solo gli statuti associativi, ma anche la
storia dell’Azione Cattolica italiana.
E, per quanto riguarda gli statuti associativi, bisogna saper intendere bene il
sofisticato gergo teologico con cui sono
stati scritti.
Nello statuto nazionale (articoli 1 e 2) è
scritto che l’Azione Cattolica è fatta
di laici che si impegnano liberamente,
per impregnare dello spirito evangelico
le varie comunità e i vari ambienti. Più avanti (art.3) è scritto che gli
associati si impegnano in particolare anche ad informare dello spirito cristiano le scelte da loro compiute con
propria responsabilità personale, nell’ambito delle realtà temporali (cioè,
traducendo dal gergo teologico, nella società civile). E, ancora, (art.11) che quella in Azione Cattolica è
un’esperienza popolare e democratica. Essa poi è presentata come rivolta alla crescita della comunità
cristiana e si dice animata dalla tensione verso l’unità, da costruire partendo da diverse
esperienze e condizioni di vita. Nell’Atto
Normativo Diocesano della Diocesi di
Roma è scritto che l’esperienza in Azione
Cattolica è una palestra di democrazia e di responsabilità civile.
La storia. Dalla fine del Settecento
cominciano a diffondersi e ad essere attuati, a partire dall’Europa, ideali
democratici di organizzazione sociale. Si produce una profonda e tragica
frattura tra l’organizzazione di vertice della Chiesa cattolica, espressa dal
clero, e i movimenti democratici. Essa attraversa i popoli evangelizzati. In
Italia si complica per l’interferenza del potere temporale dei Papi con la
questione dell’unità nazionale. L’esperienza storica dell’Azione Cattolica è stata la
manifestazione di vari tentativi di
realizzare, senza rompere l’unità ecclesiale, una partecipazione di popolo alla missione della
Chiesa attuata con maggiore responsabilità laicale e secondo criteri di non
esclusiva soggezione gerarchica, sia ideale e programmatica che pratica, almeno
nelle cose che riguardano l’organizzazione della società civile. In ciò
consiste appunto la sua tendenziale democraticità.
L’impegno nel sociale è venuto poi assumendo anche il significato di un tentativo di comporre la
plurisecolare diffidenza dei vertici ecclesiali, e quindi anche della teologia
ritenuta ortodossa dall’autorità, verso le acquisizioni delle scienze contemporanee,
sia naturali che umane. Infine, dal punto di vista politico, quello di mediare
per giungere al superamento del risentimento storico del papato per la perdita
del potere temporale in Italia e della storica indifferenza dei vertici
ecclesiali verso i regimi politici democratici rispetto a quelli non
democratici o addirittura antidemocratici (venuta meno solo nel 1944 con il
radiomessaggio natalizio del Papa Pio XII, mentre ancora agli inizi del secolo
il Papa allora regnante aveva condannato l’idea di una democrazia cristiana). Con ciò è chiaro che si è
trattato di un’azione che ha riguardato non solo la società civile, ma anche la
stessa Chiesa. Essa si inquadra in un movimento storico di pensiero e di azione
i cui ideali hanno trovato ampia espressione nei documenti del Concilio Vaticano
II (svoltosi a Roma, nella Città del Vaticano, dal 1962 al 1965). A partire da tale evento l’Azione Cattolica, sotto la presidenza di
Vittorio Bachelet, ha fatto della piena attuazione, nella Chiesa e nel mondo,
dei principi stabiliti da Concilio Vaticano II
uno dei suoi principali obiettivi.
26. Vediamo che nel gruppo di
Azione Cattolica in San Clemente Papa prevalgono gli elementi più anziani.
Perché?
Il gruppo si trova in una fase di passaggio.
In realtà è composto da persone di diverse età, dai vent'anni ai novanta. E'
portatore di una tradizione culturale importante che deve passare da una
generazione all'altra: questo è il lavoro che attualmente è in corso. Nei
decenni passati l'attenzione del laicato si è forse concentrata su altri temi,
ritenuti più urgenti, e su altre esperienze religiose. Oggi dai vescovi
italiani viene un rinnovato appello ai laici cattolici per un impegno che
corrisponde a quello tipico di Azione Cattolica.
La partecipazione alla riunione del martedì
alle cinque del pomeriggio può risultare difficoltosa a chi lavora e si deve
occupare di figli ancora bambini o molto giovani. Ci sono altre modalità per
tenersi in contatto. I più giovani possono pensare a incontri a loro
specificamente dedicati. E' importante tuttavia mantenere un'occasione
periodica di incontro per tutti gli associati, appunto per favorire il passare
di una tradizione di generazione in generazione. Nell'organizzazione nazionale
e diocesana dell'Azione Cattolica vi sono settori distinti per le varie età e
condizioni della vita. Tuttavia il lavoro che si fa parte dall'idea che c'è un
unico popolo che attraversa la storia
dell'umanità.
27. Che fa l’Azione Cattolica per la parrocchia?
L’Azione Cattolica opera principalmente nella
società del suo tempo, come un fermento, come il lievito in un impasto. Di
questa società fa parte anche la parrocchia.
Due sono i campi in cui un gruppo di Azione Cattolica parrocchiale può
dare un proprio caratteristico contributo: l’approfondimento dei temi del
Concilio Vaticano 2° e la pratica della democrazia nella vita di fede. Questo
può servire per fare spazio agli altri, per aprirsi agli altri, per convivere
serenamente con il pluralismo della società del nostro tempo, che si riflette
anche nelle nostre collettività religiose. L’esperienza dell’Azione Cattolica
nacque nell’Ottocento proprio con queste finalità, scegliendo una strada
diversa da quella dell’intransigentismo dell’epoca, della dura opposizione contro ogni
moto di progresso sociale: oggi si direbbe del fondamentalismo. Essa si propose di far uscire le collettività
religiose da una condizione di arretratezza culturale, sociale e politica e di
separatezza dal contesto nazionale. Un impegno che appare sempre attuale.
Infatti è sempre viva in religione la tentazione di bastare a se stessi, la
paura di perdersi in un contesto in cui ogni opzione di vita ha lo stesso
valore e vengono a mancare solide fondamenta. In realtà si tratta di
ricostruire pazientemente, di epoca in epoca, le città degli esseri umani, secondo l’auspico di Giuseppe Lazzati,
dove essi possano vivere liberi e felici. Senza una visione di fede è arduo
riuscirci, anche se storicamente le religioni sono state anche fonte di
oppressione e di infelicità. Eppure l’era delle democrazie contemporanee si apre,
nel nord America di fine Settecento, con rivoluzionari che affermano
solennemente che tutti gli uomini sono “creati” uguali e per questo hanno diritto alla ricerca della
felicità: ecco la fede religiosa che libera. Lo ha ricordato papa Francesco nel
suo viaggio negli Stati Uniti d’America del 2015.
Per chi vi volesse approfondire segnalo i
seguenti link:
Statuto AC Nazionale:
http://www.acroma.it/sites/default/files/allegati/1/statuto%20AC.pdf
Atto normativo diocesano:
http://www.acroma.it/sites/default/files/allegati/1/Atto%20Normativo%20Diocesi%20di%20Roma.pdf
Mario Ardigò – Azione Cattolica
in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro, Valli