Domenica 18-9-16 – 25° Domenica
del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le
solennità – – colore liturgico: verde – salterio: 1° settimana -
Letture della Messa e sintesi
dell’omelia della Messa delle nove – avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali:
temperatura 21°C ; cielo coperto, piovoso. Canti: ingresso, Scusa Signore,; Offertorio, Benedetto sei tu, Signor ;
Comunione, E sono solo un uomo; finale, Dell'aurora .
Il gruppo parrocchiale di AC era nei primi banchi a sinistra dell'altare, guardando l'abside della chiesa.
La raccolta delle offerte che si farà
nelle Messe di questa domenica sarà dedicata al sostegno dei superstiti del recente terremoto.
I catechisti della parrocchia per la preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima avvisano che devono essere iscritti al catechismo anche i ragazzi che l'hanno già frequentato l'anno scorso. In occasione dell'iscrizione verranno raccolti alcuni dati personali, che, con il consenso dei genitori dei ragazzi, verranno trattati secondo le norme di legge e quelle del decreto CEI n.960/83 del 1999 "Disposizioni per la tutela del diritto alla buona fama e alla riservatezza".
*** Congresso
Eucaristico Nazionale di Genova ***
Intento del logo è quello di restituire tramite pochi segni
l’immagine dell’Eucaristia e di Genova.
In primo piano, il
pesce stilizzato, simbolo dei primi cristiani, diviene rappresentazione iconica
del mare. Il cerchio oro rappresenta l’Ostia, l’Eucaristia, solcata da una
croce il cui braccio orizzontale è costituito dal fascio di luce emesso dalla
Lanterna stilizzata, che da sempre guida verso il porto sicuro, emblema
riconosciuto universalmente di Genova.
[commento dal Web:
http://www.chiesacattolica.it/CEN2016/eventi_di_uffici_e_servizi_cei/congresso_eucaristico_nazionale/00079167_Logo.html
*** Azione
Cattolica parrocchiale ***
Ad ottobre
riprenderanno le attività infrasettimanali del gruppo parrocchiale di Azione
Cattolica. In un post di ieri potete trovare le risposte alle
domande più frequenti in merito all’Azione Cattolica.
Anche nell’Azione Cattolica parrocchiale
occorre rinnovarsi. Serve gente giovane, in particolare della fascia d’età
20-40, per formare i formatori dei più giovani. Ma anche i più anziani sono i
benvenuti, perché l’esperienza è fondamentale per convincersi del senso religioso
della vita e, in questo modo, tramandarlo, rafforzarlo, confortarlo,
confermarlo nei più giovani, perché non si perdano mai d’animo nelle
difficoltà. L’impegno dei laici di fede in Azione Cattolica è corale, dalla
vita di tutti si impara e tutti possono contribuire a renderlo più efficace e
bello. Con le parole del motto di un jamboree,
il grande raduno annuale degli scout, di tanti anni fa: “Di più saremo insieme, più gioia ci sarà”.
L’impegno in Azione Cattolica è vita sociale
di fede nella libertà.
Chi decidesse di avvicinarci per aderire, non
pensi di trovare le cose già fatte, di salire su un treno in corsa e di sedersi
da passeggero facendosi trasportare. Di potersi limitare a seguire un qualche
metodo per il quale esista un manuale dettagliato di istruzioni. Si tratta di
costruire una nuova casa, di ideare e attuare nuovi progetti di impegno. Si
tratta ripartire, nel clima di rinnovamento che in parrocchia stiamo vivendo.
Del resto quella della rifondazione dovrebbe
caratterizzare la nostra esperienza religiosa, nella quale ci è anticipato che tutte le cose saranno fatte nuove. Non
viviamo in un museo, che ci si possa limitare a spolverare di tanto in tanto.
L’Azione Cattolica vive nel quartiere Valli di Roma, come dice il
titolo di questo blog: AC-VIVE-A-ROMA-VALLI!
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Vittorio Bachelet (1926-1980) è stato una figura esemplare di laico di fede dell'Azione Cattolica, impegnato nella Chiesa italiana e nelle istituzioni nazionali. Nel libro di Bertani e Diliberto Vittorio Bachelet, un uomo uscì a seminare, edito da AVE, l'editrice dell'Azione Cattolica, troverete ulteriori interessanti notizie su di lui. |
Dal libro di Bertani e Diliberto trascrivo un brano che è singolarmente in linea con quanto ci è stato spiegato nell'omelia di oggi.
Il giorno del loro venticinquesimo anniversario di nozze Giovanni scelse, come lettura per la celebrazione eucaristica lo Shemà Israel, il brano del Deuteronomio che rappresenta la sintesi della fede ebraica ed insieme l'invito a trasmetterla alle generazioni future.
Questa fede, che era anche fiducia e abbandono alla volontà di Dio, era esplicita da un tratto rilevante della personalità di Bachelet: il possesso e l'uso dei beni secondo criteri di assoluta sobrietà.
La casa in cui la famiglia abitò non sembrava certo quella di un alto funzionario dello Stato; era modesta, anche se mai dimessa, semplice, senza alcun impreziosimento.
Vincenzo Summa, nella sua rievocazione del giorno dell'uccisione, racconta il momento in cui andò, assieme a due suo colleghi del CSM, a portare le condoglianze in casa Bachelet; e così osserva: "a nessuno di noi tre sfuggì - come poi ci confidammo - la singolare semplicità, la dignitosa modestia, ma meglio sarebbe dire la francescana povertà dell'arredamento".
Quando capitò che alcuni ladri si fossero introdotti nella sua abitazione, portando via gli oggetti di valore e una somma di danaro, Bachelet, con Miesi [Maria Teresa, la moglie], accettò questo brutto incidente con molto distacco.
Fino agli inizi degli anni Settanta, poi, viaggiò su di una Fiat 1100, un modello da parecchio fuori commercio.
Nel periodo successivo comperò una 127, e anche questa macchina fu usata tantissimo.
Fu sempre ospitale e generoso. Accoglieva in casa persone che a lui si rivolgevano, in cerca di lavoro nella capitale o per particolari necessità. Bianca Penco Calucci, che lavora in università, si ricorda ancor oggi dell'attenzione ricevuta nel periodo dei suoi studi: "Nell'anno che trascorsi a Roma come borsista (1962-63) -scrive in una lettera- ebbi modo di conoscere la sua disponibilità (e quella della sua famiglia) ai problemi altrui. Infatti chiesi e ottenni il suo consiglio nella ricerca di un'attività lavorativa e solo ora mi rendo conto della modestia, della pazienza, della bontà che seppe dimostrare nonostante i gravosi impegni che aveva".
Tante persone si rivolsero a lui in momenti di difficoltà, e ricevettero aiuti in denaro sostanziosi e continuati.
Bachelet non accumulava dunque tesori per sé, non limitava il tempo in cui era a disposizione degli altri secondo rigidi orari: di fronte a qualsiasi richiesta, fosse di sostegno economico o di fraternità, metteva a disposizione se stesso. Non solo. Ciò che risulta straordinario è l'impegno che egli metteva nel moltiplicare le energie, coinvolgendo gli altri, facendo incrociare le domande di aiuto con il cammino di strutture e più spesso di uomini che potessero porre rimedio al bisogno. Non si dava mai per vinto, anche a costo di sacrifici personali e ricerche minuziose. E quando tutte le strade sembravano chiuse, sapeva che avrebbe potuto lanciare un 'sos', così chiamava le richieste di sostegno spirituale, accompagnate da offerte, che spesso inviava ad alcuni monasteri di clausura. Di fronte a particolari difficoltà, per malattie, nell'imminenza di decisioni particolarmente importanti, egli, come diceva, 'mendicava preghiere'.
Bachelet sapeva che era necessario provare a intercedere, quando la logica umana sembrava offrire soltanto turbamento o delusione. Pertanto sentiva il ruolo che, per la Chiesa e la comunità umana, rivestivano gli ordini contemplativi.
Buona
domenica a tutti i lettori!
Pillola di Concilio
[dal
Decreto L’apostolato, sull’apostolato dei laici, del Concilio
Vaticano 2° (1962-1965)
L'ambiente
sociale
13.
L'apostolato dell'ambiente sociale, cioè l'impegno nel permeare di spirito
cristiano la mentalità e i costumi, le leggi e le strutture della comunità in
cui uno vive, è un compito e un obbligo talmente proprio dei laici, che nessun
altro può mai debitamente compierlo al loro posto. In questo campo i laici possono
esercitare l'apostolato del simile verso il simile. Qui completano la
testimonianza della vita con la testimonianza della parola. Qui nel campo del
lavoro, della professione, dello studio, dell'abitazione, del tempo libero o
delle associazioni sono i più adatti ad aiutare i propri fratelli.
I laici adempiono tale
missione della Chiesa nel mondo:
a) anzitutto nella coerenza della vita con la fede, mediante la
quale diventano luce del mondo, e con la loro onestà in qualsiasi affare, con
la quale attraggono tutti all'amore del vero e del bene, e in definitiva a
Cristo e alla Chiesa;
b) con la carità fraterna, con cui diventano partecipi delle
condizioni di vita, di lavoro, dei dolori e delle aspirazioni dei fratelli e
dispongono a poco a poco il cuore di tutti alla salutare azione della grazia;
c) con la piena coscienza della propria responsabilità
nell'edificazione della società, per cui si sforzano di svolgere la propria
attività domestica, sociale, professionale con cristiana magnanimità. Così il
loro modo d'agire penetra un po' alla volta l'ambiente di vita e di lavoro.
Questo apostolato deve
abbracciare tutti quelli che vivono nel proprio raggio di azione e non
escludere alcun bene spirituale o temporale realizzabile. Ma i veri apostoli
non si accontentano soltanto di questa azione, bensì cercano di annunziare
Cristo al prossimo anche con la parola. Molti uomini non possono udire il
Vangelo e conoscere Cristo, se non per mezzo dei laici che stan loro vicino.
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LETTURE BIBLICHE DELLA MESSA
Prima lettura
Dal libro del
profeta Amos (Am 8,4-7)
Il Signore mi
disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il
frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro
opere».
Salmo responsoriale
Dal salmo 112 (113)
Ritornello:
Benedetto il
Signore che rialza il povero
Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra?
Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo.
Seconda lettura
Dalla prima lettera
di san Paolo apostolo a Timòteo (1Tm 2,1-8)
Figlio mio,
raccomando, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e
ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al
potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e
dedicata a Dio. Questa è cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore,
il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza
della verità.
Uno solo, infatti, è Dio e uno solo anche
il mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in
riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l’ha data nei tempi stabiliti, e
di essa io sono stato fatto messaggero e apostolo – dico la verità, non
mentisco –, maestro dei pagani nella fede e nella verità.
Voglio dunque che in ogni luogo gli
uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza contese.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia
Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi
diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Alleluia
Vangelo
Dal Vangelo secondo
Luca (Lc 16,1-13)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu
accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che
cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai
più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi
toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno.
So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione,
ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i
debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”.
Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta,
siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”.
Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi
ottanta”.
Il padrone lodò
quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di
questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico:
fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a
mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose
di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di
poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati
fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete
stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può
servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si
affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la
ricchezza».
Sintesi dell’omelia della Messa delle nove
Il brano evangelico di oggi può lasciare
sconcertati, perché contiene la lode di un amministratore disonesto.
Gesù però non ha voluto incoraggiarci alla
disonestà, ma ad essere scaltri, nel senso di non scoraggiarci, di cercare
sempre soluzioni nelle difficoltà.
Si parte da un racconto tratto dalla vita
concreta.
Un amministratore che ha sperperato i denari
del suo padrone sta per essere licenziato. Si trova in una situazione
difficile, benché meritata. Allora cerca delle soluzioni. Andare a zappare?
Mendicare? Queste non le ritiene adatte a lui. Allora decide di convocare i
debitori del suo padrone e condona loro parte del debito, per farseli amici ed
essere aiutato quando sarà licenziato. Il suo padrone, in questa storia, non
loda la sua disonestà, ma la sua scaltrezza.
A ciascuno di noi sono dati dei beni. Ogni
ricchezza ha in sé una certa disonestà, una quota di ingiustizia. Perché ci
sono i poveri: i beni non sono equamente distribuiti. Non ci si comporta da
persone scaltre utilizzandoli solo a proprio vantaggio. Bisogna farne parte a
chi si trova nel bisogno. Così i beneficati parleranno a nostro favore, quando
verrà il rendimento dei conti: saranno i nostri avvocati.
Nella parte finale del brano evangelico quel
concetto viene sviluppato. I beni
terreni che abbiamo sono cose di poco conto. Si è disonesti tenendoli tutti per
sé, mentre ci sono colore che sono nel bisogno. La disonestà ci espone alla
condanna. Si è scaltri impiegandoli secondo il volere di Dio, quindi facendone
partecipare gli altri. Così si è fedeli a Dio e Dio allora ci darà la ricchezza
vera, ci accoglierà presso di sé.
Amare le ricchezze terrene ce ne rende
schiavi. Non si può essere schiavi delle ricchezze e amare Dio.
Nella prima lettura, tratta dal libro del
profeta Amos, questo insegnamento è sviluppato.
Dio condanna chi è disonesto e si arricchisce calpestando e imbrogliando
i poveri.
Sintesi di
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa, per come ha compreso le parole del celebrante.
Avvisi del parroco:
-in sagrestia, dopo le Messe, e nei
giorni feriali in segreteria, ci si può iscrivere al pellegrinaggio alla
basilica di San Pietro per ottenere l’indulgenza in occasione del Giubileo in
corso: si andrà nel pomeriggio del prossimo 20 settembre;
Avvisi di A.C.
- Le riunioni infrasettimanali del
gruppo parrocchiale di AC riprenderanno ad ottobre prossimo. Continueremo ad
animare la messa domenicale delle nove. In uno dei post di ieri sono pubblicate le risposte ad alcune delle domande
più frequenti sull’Azione Cattolica. Possono essere utili per decidere
un’adesione all’associazione, in particolare per partecipare al rinnovamento
parrocchiale in corso;
- Le letture bibliche della
Messa domenicale del 25-9-16, 2° Domenica del Tempo Ordinario, saranno: Am
6,1a.4-7; Sal 145 (146); 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31.