Ruoli sociali e persone nei processi sinodali
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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza
artificiale] di OpenAI, al quale
sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte
il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di
ricerca, elaborazione e generazione di
testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare
risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni”
del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono
quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo
l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte
prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi
tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo,
e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on
line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di
materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali.
Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia
quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a
tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra
gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è
modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella
trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su
altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste
di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.
OpenAI ha avvertito gli abbonati
al servizio che l’interazione tra loro e l’AI contribuisce ad addestrarla.
Ho potuto constatare un rapido e continuo miglioramento di prestazioni
dell’algoritmo da quando ho iniziato servirmene.
Recentemente è stata introdotta l’opzione di
consentire a ChatGPT di accedere direttamente ai contenuti sul WEB. Ho
constatato però che in questa modalità attualmente l’algoritmo risulta meno
affidabile e che può generare incongruenze alcune delle quali sono
immediatamente riconoscibili a una mente umana.
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[da
ricerche sul ruolo sociale e sul concetto di persona in sociologia
e psicologia mediante ChatGPT di OpenAI del 23-11-23. Il testo che segue ne è
una mia rielaborazione sintetica]
Il
concetto di "ruolo sociale"
in sociologia si riferisce all'insieme di comportamenti, aspettative e norme
associati a una posizione o status occupato da un individuo all'interno di una
società e in base alla sua posizione in un contesto sociale specifico. È un
elemento fondamentale nella comprensione delle interazioni sociali, poiché
permette agli individui di prevedere e conformarsi alle aspettative reciproche,
facilitando la coesione sociale.
Un ruolo è strettamente connesso al
concetto di status, ovvero la
posizione che una persona occupa in un determinato contesto sociale (ad
esempio, madre, medico, studente). Mentre lo status descrive la posizione, il
ruolo si riferisce alle funzioni, agli obblighi e ai diritti che ne derivano.
I
ruoli sociali sono dinamici: possono
cambiare nel tempo e variare a seconda della cultura, del contesto storico e
delle caratteristiche dell'individuo. Inoltre, ogni persona può assumere più
ruoli contemporaneamente, spesso entrando in conflitto (es. il conflitto tra
ruolo lavorativo e familiare). Il ruolo sociale è un elemento chiave per
comprendere il comportamento umano, poiché influisce sulla percezione di sé,
sulle relazioni interpersonali e sullo sviluppo della personalità. Riflette
l'interazione tra l'individuo e il contesto sociale, influenzando l'identità
personale e collettiva.
Il
ruolo sociale rappresenta una sorta di "copione" che guida il
comportamento degli individui, definendo come ci si aspetta che agiscano in
determinate situazioni. Questi ruoli sono appresi attraverso processi di
socializzazione, che avvengono fin dall'infanzia, e influenzano profondamente
l'identità personale.
Caratteristiche principali:
1.
Aspettative
sociali: Ogni ruolo è associato a norme che indicano
come un individuo dovrebbe comportarsi in un determinato contesto (es. il ruolo
di genitore implica protezione e cura).
2.
Pluralità dei
ruoli: Gli individui ricoprono più ruoli
contemporaneamente, spesso con potenziali conflitti (es. conflitto tra ruolo
lavorativo e familiare).
3.
Influenza
sull'identità: I ruoli sociali
contribuiscono alla costruzione dell'identità personale e sociale, definendo
"chi siamo" in relazione agli altri.
Principali autori e contributi:
1.
Albert Bandura (1925-2021): Nella teoria dell'apprendimento sociale, Bandura ha
esplorato come i ruoli sociali vengano appresi attraverso l'osservazione e
l'imitazione di modelli significativi. Questo processo evidenzia l'importanza
dell'ambiente nella trasmissione di norme e comportamenti.
2.
Erving Goffman (1922-1982): Goffman ha esplorato il concetto di ruolo attraverso la
metafora teatrale nella sua opera La vita quotidiana come rappresentazione.
Ha evidenziato come gli individui "recitino" i propri ruoli per
adattarsi alle aspettative altrui, utilizzando "maschere" e strategie
per gestire le impressioni.
3.
Kurt Lewin (1890-1947): Ha studiato il comportamento umano come il risultato
delle interazioni tra l'individuo e l'ambiente. Nel contesto del gruppo, i
ruoli sociali emergono come strutture che guidano l'azione, contribuendo
all'efficienza e alla coesione del gruppo stesso.
4.
Ralph Linton (1893-1953): Ha distinto chiaramente tra status e ruolo,
sottolineando che il primo è una posizione sociale, mentre il secondo è
l'insieme delle aspettative legate a quella posizione. Per Linton, i ruoli
forniscono un quadro normativo che guida il comportamento.
5.
George Herbert
Mead (1863-1931): Fondatore dell'interazionismo
simbolico, Mead ha analizzato il ruolo sociale come parte del processo di
costruzione del sé. Per Mead, il ruolo si sviluppa attraverso l'interazione e
l'assunzione dei "ruoli dell'altro", un processo fondamentale
nell'apprendimento sociale e nella formazione dell'identità.
6.
Robert K.
Merton (1910-2003): Ha approfondito il concetto di
"insieme di ruoli" (role set), ovvero l'insieme di aspettative
provenienti da diversi attori sociali nei confronti di un determinato ruolo.
Merton ha anche esplorato i conflitti di ruolo e l'importanza dell'adattamento
alle aspettative contrastanti
7.
Talcott
Parsons (1902-1979): Nell'ambito del funzionalismo
strutturale, Parsons ha enfatizzato i ruoli come elementi fondamentali per la
stabilità e il funzionamento dei sistemi sociali. Ha introdotto il concetto di
"complementarietà dei ruoli", sottolineando come i ruoli
interconnessi (es. medico-paziente) contribuiscano all'ordine sociale.
8.
Lev Vygotskij (1896-1934): Vygotskij ha posto l'accento sul ruolo della cultura e
dell'interazione sociale nello sviluppo cognitivo. Sebbene non si occupi
direttamente di ruoli sociali, il suo approccio sottolinea come i ruoli
emergano attraverso la partecipazione attiva dell'individuo nei contesti sociali.
Sintesi:
Il
ruolo sociale rappresenta una "guida" che organizza il comportamento
individuale in base alle aspettative sociali. È un concetto cardine per
comprendere l'interazione tra individuo e società, e trova applicazione in vari
ambiti, dalla psicologia sociale alla teoria dei sistemi. Il ruolo sociale
rappresenta un costrutto fondamentale per comprendere il modo in cui le persone
agiscono, pensano e si percepiscono in relazione agli altri. È un concetto
dinamico che riflette l'interazione tra l'individuo e il contesto sociale,
influenzando l'identità personale e collettiva.. Il ruolo sociale influisce
sulla percezione di sé, sulle relazioni interpersonali e sullo sviluppo della
personalità. Rappresenta una sorta di "copione" che guida il
comportamento degli individui, definendo come ci si aspetta che agiscano in
determinate situazioni. Questi ruoli sono appresi attraverso processi di
socializzazione, che avvengono fin dall'infanzia, e influenzano profondamente
l'identità personale.
Il concetto di "persona" è un concetto centrale per
molte discipline psicologiche, che si occupano di analizzare la complessità
dell'individuo in relazione alla sua identità, ai comportamenti e alle
dinamiche sociali.
Origine del concetto
Il
termine "persona" deriva dal latino persona, che indicava la
maschera utilizzata dagli attori nel teatro classico, e ha acquisito il
significato di "ruolo" o "identità" nel contesto sociale.
In psicologia, la "persona" non è solo il ruolo sociale, ma comprende
anche la dimensione soggettiva dell'individuo.
La "persona" nelle diverse correnti
psicologiche:
1.
Psicoanalisi
(Freud e Jung):
o
Sigmund Freud: Non usa esplicitamente il termine "persona" ma si concentra
sulla costruzione del sé attraverso il conflitto tra le istanze psichiche (Es,
Io e Super-Io).
o
Carl Gustav
Jung: Introduce il concetto di persona come una delle sue "strutture psichiche". Per
Jung, la persona è la maschera che l'individuo indossa per adattarsi alle
aspettative della società, ma non coincide con il vero sé, che risiede nel
profondo della psiche.
2.
Psicologia
umanistica (Rogers e Maslow):
o
Carl Rogers: Si concentra sull'importanza della persona come entità unica, dotata di un sé autentico. Rogers
sostiene che ogni individuo cerca di realizzare il proprio "sé
ideale" attraverso un processo di auto-attuazione.
o
Abraham Maslow: Considera la persona nel contesto della teoria dei bisogni, descrivendo il percorso verso
l'autorealizzazione come il culmine della crescita personale.
3.
Psicologia
sociale: La persona è analizzata nel suo rapporto con
il contesto sociale e culturale. Gli studiosi esaminano come gli individui
costruiscono la loro identità e si comportano in base alle aspettative sociali
e ai ruoli che ricoprono.
4.
Psicologia
della personalità:
o
La "persona" è
al centro dello studio della personalità, intesa come l'insieme stabile e
coerente di caratteristiche psicologiche che definiscono l'individuo e lo
differenziano dagli altri. Si cerca di descrivere i tratti che compongono la
personalità della persona.
5.
Psicologia
esistenziale e fenomenologica:
o
Qui la "persona"
è vista come un'entità unica e irripetibile, che vive un'esperienza soggettiva
in un mondo relazionale. Autori come Rollo May e Viktor Frankl si concentrano
sull'autenticità, sulla libertà e sul significato dell'esistenza.
La "persona" come costrutto
multidimensionale
La
psicologia moderna considera la persona in modo multidimensionale, includendo:
·
Dimensione
biologica: Aspetti genetici e
neurofisiologici che influenzano il comportamento.
·
Dimensione
psicologica: Emozioni, pensieri,
motivazioni e tratti di personalità.
·
Dimensione
sociale: Relazioni, ruoli e appartenenza culturale.
·
Dimensione
esistenziale: Ricerca di significato e
autenticità.
Sintesi
In
psicologia, il concetto di "persona" è centrale per comprendere
l'individuo nella sua complessità. Viene analizzato da prospettive diverse, che
vanno dalla maschera sociale (Jung) alla ricerca di autenticità (Rogers), fino
alle dinamiche culturali e interpersonali (psicologia sociale). Ogni corrente,
con le sue specificità, contribuisce a un quadro integrato del significato di
"persona".
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In teologia,
e quindi anche nella dottrina e nella predicazione, si parla di persona in senso molto diverso da come ne trattano
altre scienze, in particolare la sociologia e la psicologia. In questi ultimi
campi, le manifestazioni della persona sono viste come espressioni che originano
da un sostrato biologico e da contesti di relazioni sociali. Esse sono quindi progressive
e dinamiche, secondo lo sviluppo e le vicende del sostrato biologico e di quelle
relazioni. Possono essere individuate già nel processo di sviluppo embrio-fetale
e sono legate allo sviluppo, dalla terza settimana di gestazione, e al mantenimento del sistema neurologico. Si è
sostenuto che “l’ontogenesi è un filogenesi” [si veda la nota 2], nel
senso che lo sviluppo di un organismo dà un’idea delle sue tappe evolutive, e,
nel caso dell’essere umano, di come sia diventato biologicamente capace di una
mente.
Le persone sono quindi plasmate dalle loro relazioni
sociali, ma anche le influenzano. Questo è evidente, ad esempio, nel campo dell’economia
e della politica, ma lo è anche nella vita religiosa.
Le relazioni sociali sono rese possibili e
mediate da elementi culturali, e le religioni sono tra quelli principali. Rientrano
nelle mitologie. Queste ultime, con linguaggi, riti e diritto costituiscono i
fondamenti della costruzione sociale, ma anche i principali prodotti sociali,
nel senso che ogni società viva vi incide, e ciò che ne risulta incide sulle
singole persone.
Applicando
queste idee ai processi sinodali che nella Chiesa cattolica si vorrebbero
sviluppare, si può osservare che ci si illude se si pensa che essi possano
essere solo applicazioni di
principi e norme deliberati dall’alto, in una linea di sviluppo che si vede come
partita dal basso per arrivare in alto tornare poi in basso.
Un processo sinodale è una manifestazione
sociale e, come tale, inciderà sempre su miti, linguaggi, riti e diritto, e, in tal
modo, sui ruoli sociali e quindi sulle persone. Questo accade sempre,
quando si intrattengono relazioni
sociali non episodiche.
Una riforma in senso sinodale di una Chiesa evolverà
sempre, prima o poi, in una riforma teologica, che se
ne abbia o non consapevolezza, che lo si accetti o non. Del resto ciò è accaduto
in ogni precedente manifestazione storica della nostra Chiesa, che quindi non è mai rimasta la stessa, e tanto
meno quella delle origini, dal punto di vista sociologico, ma anche antropologico,
anche se si accetti l’assioma teologico che lo sia stata dal punto di vista
religioso.
A questa prospettiva occorre prepararsi, e
studiare non basta. La partecipazione sociale non si impara solo sui libri ma facendone
esperienza, interagendo e correggendosi.
La recente Assemblea del Sinodo dei vescovi &
C. sulla sinodalità ecclesiale è stata innanzi tutto un tirocinio sulla sinodalità,
e così anche lo sono state le attività sinodali che l’hanno preceduta, preparandola,
purtroppo coinvolgendo solo una esigua minoranza della gente di fede.
In che direzione evolverà questo processo?
Non lo si può prevedere, né si può dare per scontato che comporterà un progresso.
La storia recente delle democrazie europee dimostra chiaramente che le cose
possono anche finire male. Questo perché nelle dinamiche sociali influiscono attori
sociali che, come accade nella pubblicità commerciali, usano tecniche di
psicologia delle masse [si veda alla nota 2] in grado di modificare
comprensioni e orientamenti delle persone, facendo leva sull’emotività. Questo
è sempre accaduto, in realtà: i riti religiosi sono espressione di quelle tecniche.
Tuttavia ai nostri giorni, nelle società
occidentali, questo avviene con particolare efficacia, sia perché la comprensione
della psicologia delle masse è molto progredita, sia perché le persone hanno meno
opportunità di interazioni sociali profonde, al di là dei contesti di famiglia nucleare. Infine, perché le menti degli occidentali si vanno sempre più integrando con i sistemi di intelligenza artificiale dei quali gli smart-phone, i telefoni cellulari evoluti che ormai ci sono indispensabili per attestare la nostra identità sociale in molti tipi di importanti transazioni pubbliche, sono i terminali e i mediatori. Le recenti elezioni presidenziali statunitense ne possono essere considerate un
impressionante laboratorio sperimentale.
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San
Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli
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Note [da ricerche mediante ChatGPT di OpenAI]
1. Il concetto di "l'ontogenesi è una ricapitolazione della filogenesi" è
una teoria proposta dal biologo tedesco Ernst
Haeckel nel XIX secolo, nota come "legge
biogenetica" o "teoria
della ricapitolazione". Essa afferma che lo sviluppo individuale di un
organismo (ontogenesi) ripercorre le tappe evolutive della specie a cui
appartiene (filogenesi). In altre parole, durante lo sviluppo embrionale, un
organismo attraversa fasi che ricordano gli stadi evolutivi dei suoi antenati.
Spiegazione del concetto
·
Ontogenesi: è lo sviluppo di un organismo dal concepimento alla maturità,
comprendendo tutte le trasformazioni morfologiche, fisiologiche e funzionali.
·
Filogenesi: è la storia evolutiva di una specie o di un gruppo di organismi, che
rappresenta il percorso attraverso cui si sono evolute le diverse forme di
vita.
Secondo
Haeckel, durante lo sviluppo embrionale, un organismo presenta caratteristiche
morfologiche che riflettono gli stadi evolutivi della sua specie. Ad esempio:
·
Gli embrioni umani, in
certe fasi precoci, mostrano strutture simili a quelle delle branchie dei
pesci, un retaggio degli antenati acquatici.
·
Successivamente, compaiono
tratti che assomigliano a quelli dei rettili e, infine, caratteristiche proprie
dei mammiferi e della specie umana.
Origine e utilizzo del concetto
Ernst
Haeckel formulò questa teoria nel 1866, influenzato dagli studi di Charles
Darwin sull'evoluzione (L'origine delle specie, 1859). Haeckel cercò di
unire l'embriologia e la teoria evolutiva, sostenendo che l'ontogenesi potesse
fornire una sorta di "prova" visiva dell'evoluzione.
Critiche e sviluppi successivi
·
La teoria di Haeckel è
oggi considerata obsoleta nella sua
forma originale. Studi successivi hanno dimostrato che lo sviluppo embrionale
non è una ricapitolazione letterale della filogenesi, ma può contenere tracce evolutive. Ad esempio, le
strutture embrionali "simili a branchie" negli esseri umani non
diventano mai branchie funzionali.
·
Tuttavia, l'idea che
alcuni aspetti dello sviluppo ontogenetico riflettano l'evoluzione filogenetica
ha trovato applicazioni moderne nella biologia
evolutiva dello sviluppo (Evo-Devo). Questa disciplina studia come i
processi dello sviluppo siano influenzati dai cambiamenti genetici ed
evolutivi.
Sintesi
La
frase "l'ontogenesi è una
ricapitolazione della filogenesi" fu introdotta da Ernst Haeckel per
collegare lo sviluppo individuale alla storia evolutiva della specie. Sebbene
il concetto sia stato superato nella sua formulazione originale, esso ha
contribuito a stimolare importanti ricerche sull'evoluzione e sullo sviluppo
degli organismi.
oooooooooooooooooo
2. Psicologia delle masse. La psicologia delle masse è una disciplina che studia i comportamenti,
le dinamiche e i processi psicologici che si verificano quando gli individui
agiscono come parte di un gruppo o una folla. Questo campo indaga come le
persone, all'interno di una collettività, possano sviluppare emozioni, pensieri
e azioni diverse rispetto a quando agiscono individualmente.
Concetti chiave della psicologia delle masse
1.
Perdita
dell'individualità: Nella massa, l'individuo
tende a perdere parte della propria identità personale, conformandosi al
comportamento collettivo.
2.
Contagio
emotivo: Le emozioni e le idee si diffondono
rapidamente tra i membri di una massa, amplificando sentimenti come entusiasmo,
paura, rabbia o euforia.
3.
Anonimato e
irresponsabilità: L'appartenenza a una
folla può indurre un senso di anonimato, riducendo il senso di responsabilità
personale e facilitando comportamenti estremi o non etici.
4.
Pensiero
collettivo: Le masse sviluppano una
mentalità propria, spesso influenzata da leader carismatici o situazioni di
forte pressione emotiva.
Principali autori e teorie
1.
Gustave Le Bon
(1841-1931):
o
Considerato il fondatore
della psicologia delle masse, con il suo libro Psicologia delle folle
(1895). Le Bon descrive come le folle agiscano in modo impulsivo, irrazionale e
guidato da emozioni. Sosteneva che gli individui nella folla perdono la
capacità di pensiero critico, diventando facilmente influenzabili.
2.
Sigmund Freud
(1856-1939):
o
Freud riprende Le Bon nel
suo libro Psicologia delle masse e analisi dell'Io (1921), ma introduce
la dimensione inconscia. Per Freud, la folla è unita da un’identificazione
collettiva con il leader, che diventa una figura di autorità simile al padre
nella teoria psicoanalitica.
3.
Wilhelm Reich
(1897-1957):
o
Reich analizza le masse
dal punto di vista politico e sociale, collegando i movimenti di massa ai
bisogni emotivi repressi e alle dinamiche autoritarie.
4.
Elias Canetti
(1905-1994):
o
In Massa e potere
(1960), Canetti approfondisce le caratteristiche delle masse e la loro
relazione con il potere, sottolineando il desiderio collettivo di unità e la
paura del disordine.
Applicazioni della psicologia delle masse
1.
Sociologia e
politica: Per comprendere fenomeni come il populismo, i
movimenti di protesta, o il consenso verso leader autoritari.
2.
Marketing e
comunicazione: Per analizzare i
comportamenti collettivi dei consumatori o l’efficacia delle campagne di massa.
3.
Psicologia
sociale: Per studiare fenomeni come la polarizzazione,
il conformismo e il comportamento delle folle in situazioni di emergenza.
Sintesi
La
psicologia delle masse esplora come l’appartenenza a un gruppo influenzi il
comportamento umano, evidenziando il ruolo delle emozioni, dell’identificazione
collettiva e dell’influenza sociale. È una disciplina che si colloca
all’incrocio tra psicologia, sociologia e politica, fornendo strumenti per
comprendere i fenomeni collettivi che modellano la storia e la società.