ELEZIONI POLITICHE 2022
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Appunti per una scelta consapevole
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Da una conversazione tenuta da Giuseppe Dossetti a Modena il 6 giugno 1993 con un gruppo di giovani, figli degli sposi che facevano parte della Piccola Famiglia dell’Annunziata, la famiglia religiosa fondata da Dossetti - in Giuseppe Dossetti, Il Vangelo nella storia – Conversazioni 1993-1995, Paoline editoriale libri 2012, pagg 84-85
C’è una trasgressione o una inclinazione [in politica – nota mia] tutta particolare di noi cattolici. C’è un cattivo esempio che scende dall’alto, bisogna dirlo. […] E sotto questo aspetto l’educazione che riceviamo, che abbiamo ricevuto, è debole, non è capace di applicare con severità e coerenza che il fine non giustifica i mezzi: siccome il fine è buono, i mezzi sono giustificati. Quindi c’è un’inclinazione, direi, a peccare o a trasgredire, se vogliamo, solo sul piano etico e non su quello del peccato. A trasgredire certi doveri etici generali: la legge fiscale, per esempio; a manipolare le operazioni di manifestazione del consenso: cioè magari non con i brogli conclamati – questi sono evitati dalla legge stessa o da una certa garanzia reciproca che ci si dava tra i partiti-, ma a operare in modo indiretto tale che finiva per essere una distorsione del consenso. Le elezioni, in molti casi, sono state di questo genere, più o meno, accentuatamente o meno, ma tali che non erano una retta espressione del popolo sovrano: quindi c’è una compromissione grave, perché diffusa non solo a qualche centinaia o migliaia di politici, ma direi un po’ a tutto il popolo.
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In democrazia il governo dello stato è reso contendibile alle forze sociali senza il ricorso alla violenza. In Italia la legittimazione giuridica a governare è concessa dal Presidente della Repubblica e dal Parlamento, composto dalla Camera dei deputati e dal Senato, con un voto di fiducia.
Il prossimo 25 settembre, una domenica, si voterà per eleggere nuovi membri del Parlamento, ad eccezione dei senatori a vita.
È chiaro quindi che per i gruppi che ambiscono al governo le elezioni sono un passaggio cruciale. I sostenitori di una certa linea di governo devono cercare di far eleggere una maggioranza al Parlamento, che poi conceda la fiducia.
A volte, per un parlamentare di lungo corso, che del suo ufficio ha fatto una professione, le elezioni sono una procedura fastidiosa ma indispensabile per rimanere in Parlamento, senza che gli interessi veramente creare un rapporto politico con il proprio elettorato. Così può accadere che diventi anche per un partito politico che ha l’interesse prevalente di avere propri parlamentari, specialmente per i partiti che pensano di potere fare eleggere una forza parlamentare in grado di esprimere una maggioranza di governo.
Secondo l’ordine costituzionale, però, il rapporto con gli elettori dovrebbe essere diverso: il consenso dovrebbe derivare da una relazione di dialogo vivo con loro, innanzi tutto per conoscere meglio loro e i loro problemi e per ottenere da loro un impegno a cooperare attivamente nel governo. Quest’ultimo aspetto è cruciale per ogni tipo di governo, democratico o non. In altre parole: non basta la legittimazione giuridica, che deriva dal corretto svolgimento delle procedure previste dal diritto pubblico, ad esempio di quelle elettorali. Occorre ottenere la cooperazione della gente, che, ad esempio, in Italia è carente nel campo della legislazione tributaria.
Un tempo, quel rapporto vivo con gli elettori era curato dalle organizzazioni di partito. Ma in questo campo anche diverse organizzazioni ecclesiali, ad esempio l’Azione Cattolica, svolgevano, e svolgono ancora, un importante lavoro, pur non intendendo esprimere direttamente un governo. In particolare nel campo della formazione alla politica, che è alla base della partecipazione democratica. Giuseppe Dossetti, professore di diritto canonico, presidente del CLN di Reggio Emilia, membro dell’Assemblea Costituente, fino al 1952 deputato, consigliere comunale a Bologna fino al 1958, dal 1959 prete, perito del cardinale di Bologna Giacomo Lercaro durante il Concilio Vaticano 2º (1962-1965), poi orante nella comunità di impostazione monastica da lui fondata, esercitò per tutta la vita anche un magistero in quel campo. In particolare, dal 1993, in difesa della Costituzione Repubblicana entrata in vigore nel 1948, criticando proposte di riforma che a quell’epoca venivano progettate. Nella conversazione di cui sopra ho trascritto un brano parlò quindi da persona competente.
Parlò di manipolazione del consenso. Un modo di realizzarla è anche quello di allettare gli elettori con promesse di benefici senza spiegare come si vuole finanziarli, o cercando di spaventarli prospettando pericoli non reali o proponendo una sovrastima di quelli reali, o proponendo programmi di interventi sociali per ottenere certi risultati mettendo in luce solo questi ultimi, come se fossero di facile acquisizione, senza spiegare nei dettagli come sarebbero organizzati quegli interventi e, qualora in passato siano già stati tentati, senza dire se funzionarono, e, in caso negativo, perché.
La partecipazione popolare alle elezioni costituisce uno dei più importanti limiti all’esercizio del potere di governo in una società democratica. Se ne parla come di sovranità, anche se sovranità significa non riconoscere alcun potere sopra di sé e in democrazia come oggi la si intende anche il potere del popolo è limitato dalle procedure e principi costituzionali.
Articolo 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Ora, quel modo di fare campagna elettorale, allettando e spaventando senza spiegare bene come stanno realmente le cose, non è solo una innocua furbata, ma un modo per evadere uno dei principali limiti al potere pubblico, il giudizio politico dei cittadini. Un cattivo inizio.
Poiché la tentazione di agire in quel modo c’è e qualcuno può cadervi, sotto elezioni gli elettori dovrebbero essere più attivi, in quanto il loro dovere, quello della sovranità, non si esaurisce nella cabina elettorale, ma richiede di cercare di interloquire con i candidati e i gruppi che li sostengono, per capire meglio e, se necessario, per provare a correggerli.
Mario Ardigó- Azione Cattolica in San Clemente papa- Roma, Monte Sacro, Valli