Chi non c’era
Ieri mattina, nella Basilica di San Pietro, alla Messa di papa Francesco per i migranti nella cappella dell’Altare
della Cattedra c’erano, ha comunicato l’Osservatore
Romano, il quotidiano della Santa Sede, i
rappresentanti della sezione migranti e rifugiati del dicastero della Santa Sede per il servizio
dello sviluppo umano integrale, ospiti e assistenti delle strutture di
accoglienza romane della Caritas, del Centro Astalli, degli scalabriniani e
della cooperativa Auxilium, i comandanti delle navi della Guardia costiera
italiana impegnate nelle operazioni di soccorso, responsabili e operatori della
spagnola Proactiva Open Arms, di Save the children e di Medici senza frontiere. A
loro, durante l’omelia, il Papa ha detto, in spagnolo:
«[…] rappresentate i soccorritori e coloro che sono stati salvati
nel Mar Mediterraneo. Ai primi voglio esprimere la mia gratitudine per aver
incarnato oggi la parabola del Buon Samaritano, il quale si fermò per salvare la vita del pover’uomo
picchiato dai banditi, senza chiedergli chi
fosse, la sua origine, i motivi del suo viaggio o i suoi documenti ...: egli
semplicemente decise di assumersi la responsabilità della vita dell’altro e di
salvarla. A coloro che sono stati salvati, voglio ribadire la mia solidarietà e
incoraggiamento, poiché conosco bene le tragedie di coloro che stanno
scappando. Vi chiedo di continuare ad essere testimoni di speranza in un mondo
che è sempre più preoccupato per il presente, con pochissima visione del futuro e
riluttanza a condividere, e, con il vostro rispetto per la cultura e le leggi
del paese che vi accoglie, di cooperare al percorso di integrazione.»
C’erano
spagnoli? Sì, gli operatori di Proactiva
Open Arms, una delle
organizzazione non governative - ONG la cui nave Astral è stata bandita dai porti
italiani, per motivi di ordine pubblico.
«In
ragione della nota formale che mi giunge dal Ministero dell’Interno e che
adduce motivi di ordine pubblico, dispongo il divieto di attracco nei porti
italiani per la nave Ong Astral, in piena ottemperanza dell’articolo 83 del
Codice della Navigazione». Così la stampa aveva riportato il testo di un
provvedimento del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti italiano.
Nei
giorni passati Proactiva Open Arms aveva lanciato dure critiche,
riportate in questo modo dalla stampa:
«L’Open Arms avrebbe potuto salvarli, ma è
stato ignorato dalle autorità libiche e italiane» - da un twitter attribuito a Javi
Lopez, uno dei quattro europarlamentari a bordo della Astral,
una delle due navi di Proactiva
Open Arms, riferendosi ad
un naufragio in cui si era stimato in 100 il numero degli affogati -.
«Abbiamo
sentito un messaggio radio tra un aereo militare e i guardacosta libici
riguardo ad una imbarcazione da soccorrere, però nessuno ci ha dato
un’indicazione ufficiale – ha detto Gatti – dopo circa un’ora e mezza è
arrivato un messaggio di testo sui dispositivi di bordo da parte della radio di
Malta, un messaggio riguardante un’imbarcazione con circa 100 persone a bordo e
pensiamo sia la stessa. Abbiamo chiamato Roma chiedendo se c’era bisogno che
andassimo a soccorrere e ci hanno detto che era già stata intercettata da una
motovedetta della guardia costiera libica. Di lì a poco abbiamo saputo di morti
e dispersi» - parole attribuite a Riccardo Gatti, il comandante della Astral.
Parlando in spagnolo, il Papa ha utilizzato la
sua prima lingua, quella del cuore, e ha parlato anche all’America Latina, che sta
vivendo, quanto a migrazioni, problemi analoghi a quelli europei. Si è rivolto ai sofferenti e ai loro soccorritori.
E tutti
gli altri? Quelli che non c'erano. A loro ha rivolto la dura profezia del profeta Amos, tratta dal
testo della liturgia della Messa e l’esortazione evangelica «Andate a imparare che cosa vuol
dire: "Misericordia io voglio e non
sacrifici".» Riporto di seguito il testo integrale delle letture
bibliche della Messa celebrata dal Papa.
Dal libro del profeta Amos
Am 8,4-6.9-12
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: "Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l'efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano"».
«In quel giorno
- oracolo del Signore Dio -
farò tramontare il sole a mezzogiorno
e oscurerò la terra in pieno giorno!
Cambierò le vostre feste in lutto
e tutti i vostri canti in lamento:
farò vestire ad ogni fianco il sacco,
farò radere tutte le teste:
ne farò come un lutto per un figlio unico
e la sua fine sarà come un giorno d'amarezza.
Ecco, verranno giorni,
- dice il Signore Dio -
in cui manderò la fame nel paese;
non fame di pane né sete di acqua,
ma di ascoltare le parole del Signore».
Allora andranno errando da un mare all'altro
e vagheranno da settentrione a oriente,
per cercare la parola del Signore,
ma non la troveranno.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 118 (119)
Ritornello:
Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla
bocca di Dio.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Con tutto il cuore ti cerco:
non lasciarmi deviare dai tuoi comandi..
Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi giudizi in ogni momento.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.
Ecco, desidero i tuoi precetti:
fammi vivere nella tua giustizia.
Apro anelante la mia bocca,
perché ho sete dei tuoi comandi.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi,
e io vi darò ristoro, dice il Signore. (Mt 11,28)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 9,9-13
In
quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte,
e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani
e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo
ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia
insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito
questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati.
Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non
sacrifici". Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
“Tutti gli altri” erano coloro
che non erano né migranti né soccorritori e, in particolare, quelli che sono ostili
ai primi e ai secondi. La maggioranza, sembra, di noi italiani. Quelli che
hanno invocato e ottenuto, democraticamente, un cambio della politica verso i
migranti e ora l’approvano e lo sostengono. Hanno ritenuto che ci fossero buone
ragioni per far questo.
«Voi che calpestate il povero e sterminate gli umili», l’omelia del Papa si è aperta con
questo richiamo alle parole della prima lettura della Messa. Non si è fatto
abbastanza per prevenire i naufragi dei migranti. Le risposte all’appello che
il Papa lanciò a Lampedusa cinque anni, anche se generose, non sono state
sufficienti, e ci troviamo oggi a piangere migliaia di morti. «“Dov’è il tuo fratello? La voce del
suo sangue grida fino a me”, dice Dio. Questa non è una domanda rivolta ad
altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi», aveva detto il Papa in quell’occasione.
Di che c’è bisogno? Il Signore, ha detto il Papa, ha bisogno di noi per rendere efficace la sua
promessa di dare ristoro e liberazione a tutti gli oppressi del mondo. [«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e
oppressi, e io vi darò ristoro» (Mt 11,28)]. «Ha bisogno dei nostri occhi per vedere le
necessità dei fratelli e delle sorelle. Ha bisogno delle nostre mani per
soccorrere. Ha bisogno della nostra voce per denunciare le ingiustizie commesse
nel silenzio – talvolta complice – di molti. […] Soprattutto, il Signore ha bisogno del nostro cuore per manifestare
l’amore misericordioso di Dio verso gli ultimi, i reietti, gli abbandonati, gli
emarginati.», ha precisato. E ci ha criticato nel nostro «silenzio del senso comune, il silenzio
del “si è fatto sempre così”, il silenzio del “noi” sempre contrapposto al
“voi”.» Ci ha dato degli ipocriti sterili, nel nostro non volerci “sporcarci le mani”, come il sacerdote
e il levita della parabola del Buon Samaritano. «Si tratta di una tentazione ben presente anche ai nostri giorni,»,
ha proseguito, «che si traduce in una
chiusura nei confronti di quanti hanno diritto, come noi, alla sicurezza e a
una condizione di vita dignitosa, e che costruisce muri, reali o immaginari,
invece di ponti.»
Qual è la retta via? Questo è stato il centro
dell’omelia del Papa, la parte propositiva:
«Di fronte alle sfide migratorie di oggi, l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della
misericordia; una riposta che non fa troppi calcoli, ma esige un’equa
divisione delle responsabilità, un’onesta e sincera valutazione delle
alternative e una gestione oculata. Politica
giusta è quella che si pone al servizio della persona, di tutte le persone interessate;
che prevede soluzioni adatte a garantire la sicurezza, il rispetto dei diritti
e della dignità di tutti; che sa guardare al bene del proprio Paese tenendo
conto di quello degli altri Paesi, in un mondo sempre più interconnesso. E’
a questo mondo che guardano i giovani.».
Al servizio di tutti e tenendo conto del bene di tutti . Non è così che si ragiona in politica,
oggi. Non è al bene di tutti che si
guarda. C’è sempre qualcuno che viene prima.
Ad esempio, come insegna il presidente statunitense Donald Trump: “America first”, “Prima
gli americani”, e intende non tutti gli americani, ma solo gli statunitensi. In
Europa sta rinascendo il nazionalismo, appunto l’ideologia del “prima noi”, che nel secolo passato ci
portò a due guerre mondiali. Proseguendo per quella via, finiremo male. E’ il
senso della profezia biblica di Amos. Profeta è colui che rende manifesto il
senso di ciò che accade, il senso della storia. Ci occupiamo innanzi tutto
degli affari nostri, del nostro benessere, ma stiamo distruggendo il fondamento
della nostra civiltà e, continuando per questa via, sarà come il tramontare del sole a mezzogiorno e l’oscurarsi
della terra in pieno giorno. Il nostro peccato? Lo ha ricordato il Papa in
apertura, con le parole del profeta Amos: «Voi
che calpestate il povero e sterminate gli umili». Non stiamo facendo
abbastanza verso i migranti, anzi. A Lampedusa il Papa aveva elogiato gli
italiani, non così nel corso dell’omelia di ieri, anche se tra i soccorritori presenti
alla Messa c’erano anche degli italiani. Ad un certo punto ha abbandonato l’italiano
ed è passato allo spagnolo, e per dire cose molto importanti.
L’omelia del Papa si è chiusa con un’invocazione
allo Spirito Santo, Colui che apre cuori e menti:
«Chiedo allo Spirito Santo di illuminare la nostra mente e di
infiammare il nostro cuore per superare tutte le paure e le inquietudini e
trasformarci in docili strumenti dell’amore misericordioso del Padre, pronti a
dare la nostra vita per i fratelli e le sorelle, così come ha fatto il Signore
Gesù Cristo per ciascuno di noi.»
Così
sia.
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli.