Domenica 8-7-18 – 14°
Domenica del Tempo ordinario - Lezionario dell’anno B per le
domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 2°
settimana - Letture e sintesi dell’omelia delle Messa
domenicale delle nove - avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo sereno, temperatura
ambientale 28° C.
Canti della Messa delle nove:
ingresso Lodate Dio,; Offertorio, Accogli i nostri doni; Comunione, Pane
del Cielo; finale, Voglio cantare a
te Signor.
Alla Messa delle nove il gruppo
di A.C. si siede nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando
l’abside.
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L’insegnamento
di papa Francesco su un argomento di stretta attualità in questi giorni
«Di fronte alle sfide migratorie di oggi, l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della
misericordia; una riposta che non fa
troppi calcoli, ma esige un’equa divisione delle responsabilità, un’onesta
e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata. Politica giusta è quella che si pone al
servizio della persona, di tutte le
persone interessate; che prevede soluzioni adatte a garantire la sicurezza, il
rispetto dei diritti e della dignità di tutti; che sa guardare al bene del
proprio Paese tenendo conto di quello degli altri Paesi, in un mondo sempre più
interconnesso. E’ a questo mondo che guardano i giovani.».
Dall’Omelia pronunciata il 6-7-18,
durante la Messa per i migranti celebrata nella Basilica di San Pietro,
all’Altare della Cattedra
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes, del
Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
26. Promuovere il bene comune.
Dall'interdipendenza
sempre più stretta e piano piano estesa al mondo intero deriva che il bene comune - cioè l'insieme di quelle
condizioni della vita sociale che permettono tanto ai gruppi quanto ai singoli
membri di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente -
oggi vieppiù diventa universale, investendo diritti e doveri che riguardano
l'intero genere umano.
Pertanto ogni gruppo deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspirazioni
degli altri gruppi, anzi del bene comune dell'intera famiglia umana.
Contemporaneamente cresce la coscienza dell'eminente dignità
della persona umana, superiore a tutte le cose e i cui diritti e doveri sono
universali e inviolabili. Occorre
perciò che sia reso accessibile all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno per
condurre una vita veramente umana, come il vitto, il vestito, l'abitazione, il
diritto a scegliersi liberamente lo stato di vita e a fondare una famiglia, il
diritto all'educazione, al lavoro, alla reputazione, al rispetto, alla
necessaria informazione, alla possibilità di agire secondo il retto dettato
della sua coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà
anche in campo religioso.
L'ordine sociale pertanto e il
suo progresso debbono sempre lasciar prevalere il bene delle persone,
poiché l'ordine delle cose deve essere subordinato all'ordine delle persone e
non l'inverso, secondo quanto suggerisce il Signore stesso quando dice che il
sabato è fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato. Quell'ordine è da
sviluppare sempre più, deve avere per base la verità, realizzarsi nella
giustizia, essere vivificato dall'amore, deve trovare un equilibrio sempre più
umano nella libertà.
Per raggiungere tale scopo
bisogna lavorare al rinnovamento della mentalità e intraprendere profondi
mutamenti della società. Lo Spirito di Dio, che con mirabile provvidenza
dirige il corso dei tempi e rinnova la faccia della terra, è presente a questa
evoluzione.
Il fermento evangelico suscitò e
suscita nel cuore dell'uomo questa irrefrenabile esigenza di dignità.
27. Rispetto della persona umana.
Scendendo a conseguenze pratiche di maggiore urgenza, il Concilio inculca il rispetto verso l'uomo: ciascuno consideri il
prossimo, nessuno eccettuato, come un altro « se stesso », tenendo conto della
sua esistenza e dei mezzi necessari per viverla degnamente, per non imitare
quel ricco che non ebbe nessuna cura del povero Lazzaro. Soprattutto oggi urge l'obbligo che diventiamo prossimi di
ogni uomo e rendiamo servizio con i fatti a colui che ci passa accanto: vecchio
abbandonato da tutti, o lavoratore straniero ingiustamente disprezzato, o
esiliato, o fanciullo nato da un'unione illegittima, che patisce
immeritatamente per un peccato da lui non commesso, o affamato che richiama la
nostra coscienza, rievocando la voce del Signore: « Quanto avete fatto ad uno
di questi minimi miei fratelli, l'avete fatto a me» (Mt25,40).
Inoltre tutto ciò che è contro la
vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto,
l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità
della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla
mente, le costrizioni psicologiche;
tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le
incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il
mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di
lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di
guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre
simili, sono certamente vergognose. Mentre guastano la civiltà umana,
disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono
e ledono grandemente l'onore del Creatore.
28. Il rispetto e l'amore per gli
avversari.
Il rispetto e l'amore deve estendersi pure a coloro che pensano od
operano diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose,
poiché con quanta maggiore umanità e
amore penetreremo nei loro modi di vedere, tanto più facilmente potremo con
loro iniziare un dialogo.
Certamente tale amore e amabilità
non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene.
Anzi è l'amore stesso che spinge i discepoli di Cristo ad annunziare a tutti
gli uomini la verità che salva. Ma occorre
distinguere tra errore, sempre da rifiutarsi, ed errante, che conserva sempre
la dignità di persona, anche quando è macchiato da false o insufficienti
nozioni religiose.
Solo Dio è giudice e scrutatore
dei cuori; perciò ci vieta di giudicare la colpevolezza interiore di chiunque.
La dottrina del Cristo esige che noi perdoniamo anche le ingiurie e il precetto dell'amore si estende a tutti i
nemici; questo è il comandamento della nuova legge: «Udiste che fu detto:
amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri
nemici e fate del bene a coloro che vi odiano e pregate per i vostri
persecutori e calunniatori » (Mt5,43).
29. La fondamentale uguaglianza di
tutti gli uomini e la giustizia sociale.
Tutti gli uomini, dotati di
un'anima razionale e creati ad immagine di Dio, hanno la stessa natura e la
medesima origine; tutti, redenti da Cristo godono della stessa vocazione e del
medesimo destino divino: è necessario perciò riconoscere ognor più la
fondamentale uguaglianza fra tutti.
Sicuramente, non tutti gli uomini sono uguali per la varia capacità
fisica e per la diversità delle forze intellettuali e morali. Ma ogni genere di discriminazione circa i
diritti fondamentali della persona, sia in campo sociale che culturale, in
ragione del sesso, della razza, del colore, della condizione sociale, della
lingua o religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al
disegno di Dio.
Invero è doloroso constatare che
quei diritti fondamentali della persona non sono ancora e dappertutto garantiti
pienamente. Avviene così quando si nega alla donna la facoltà di scegliere
liberamente il marito e di abbracciare un determinato stato di vita, oppure di
accedere a un'educazione e a una cultura pari a quelle che si ammettono per
l'uomo.
In più, benché tra gli uomini vi
siano giuste diversità, la uguale dignità delle persone richiede che si giunga
a condizioni di vita più umane e giuste.
Infatti le disuguaglianze
economiche e sociali eccessive tra membri e tra popoli dell'unica famiglia
umana, suscitano scandalo e sono contrarie alla giustizia sociale, all'equità,
alla dignità della persona umana, nonché alla pace sociale e internazionale.
Le umane istituzioni, sia private
che pubbliche, si sforzino di mettersi al servizio della dignità e del fine
dell'uomo. Nello stesso tempo combattano strenuamente contro ogni forma di servitù
sociale e politica, e garantiscano i fondamentali diritti degli uomini sotto
qualsiasi regime politico.
Anzi, queste istituzioni si debbono a poco a poco accordare con le
realtà spirituali, le più alte di tutte, anche se talora occorra un tempo piuttosto
lungo per giungere al fine desiderato.
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Prima lettura
Dal libro del profeta Ezechiele (Ez 2,2-5)
In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io
ascoltai colui che mi parlava. Mi disse: «Figlio dell'uomo, io ti mando ai
figli d'Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me.
Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai
quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro:
"Dice il Signore Dio". Ascoltino o non ascoltino - dal momento
che sono una genìa di ribelli -, sapranno almeno che un profeta si trova in
mezzo a loro».
Salmo
responsoriale
Dal salmo 122
Ritornello: I nostri occhi sono rivolti al Signore.
A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni.
Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi.
Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo dello scherno dei
gaudenti,
del disprezzo dei superbi.
Seconda lettura
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai
Corinzi (2Cor 12,7b-10)
Fratelli, affinché io non monti in
superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per
percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il
Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia;
la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in
me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli
oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo:
infatti quando sono debole, è allora che sono forte.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia,
alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto
annuncio. (Cfr. Lc 4,18)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,1-6)
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti,
ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E
che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti
dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di
Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da
noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma
Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i
suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo
impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro
incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d'intorno,
insegnando.
Sintesi dell’omelia della Messa della
domenicale delle nove
Le letture
bibliche della Messa trattano del tema delle difficoltà che si incontrano nel
parlare di Dio.
A volte
vorremmo che Dio ci fosse solo quando ci serve e allora vorremmo che ci fosse a
misura di nostri desideri: un Dio a gettone.
Altre volte siamo superficiali nel parlare di
Dio.
Infine, accade che siamo sviati dai
pregiudizi, come accadde a Gesù nel brano evangelico. Il passato di una persona
e i pettegolezzi che si fanno su di lei prevalgono su tutto. Così non riusciamo
ad apprezzare ciò che ci dice.
Il celebrante ha citato un brano dell’Ufficio
delle Letture di oggi, tratto dai «Discorsi»
di sant’Agostino, vescovo:
Gli
uomini privi di speranza, quanto meno badano ai propri peccati, tanto più si
occupano di quelli altrui. Infatti cercano non che cosa correggere, ma che cosa
biasimare. E siccome non possono scusare se stessi, sono pronti ad accusare gli
altri.
E tuttavia la misericordia di Dio prevale
sempre. Nel brano evangelico ci viene narrato che, comunque, nonostante l’incredulità
della gente delle sue parti, Gesù guarì dei malati.
Avvisi del parroco:
/
Avvisi di A.C.
Le riunioni
infrasettimanali del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica riprenderanno il
primo martedì di ottobre, alle 17:30.