Domenica 22-7-18 – 16°
Domenica del Tempo ordinario - Lezionario dell’anno B per le
domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 4°
settimana - Letture e sintesi dell’omelia delle Messa vespertina
prefestiva del sabato - avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo poco nuvoloso, temperatura
ambientale 30° C.
Alla Messa delle nove il gruppo
di A.C. si siede nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando
l’abside.
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo Lumen Gentium - Luce per le genti, del
Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
L'unico popolo di Dio è universale
13. Tutti gli uomini sono chiamati a formare il popolo di Dio.
Perciò questo popolo, pur restando uno e unico, si deve estendere a tutto il
mondo e a tutti i secoli, affinché si adempia l'intenzione della volontà di
Dio, il quale in
principio creò la natura umana una e volle infine radunare insieme i suoi figli
dispersi (cfr. Gv 11,52). A questo scopo Dio
mandò il Figlio suo, al quale conferì il dominio di tutte le cose (cfr. Eb
1,2), perché fosse maestro, re e sacerdote di tutti, capo del nuovo e
universale popolo dei figli di Dio. Per questo infine Dio mandò lo Spirito del Figlio suo, Signore e vivificatore, il quale
per tutta la Chiesa e per tutti e singoli i credenti è principio di
associazione e di unità, nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione
fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere (cfr. At 2,42).
In tutte quindi le nazioni della
terra è radicato un solo popolo di Dio, poiché di mezzo a tutte le stirpi egli
prende i cittadini del suo regno non terreno ma celeste. E infatti tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in
comunione con gli altri nello Spirito Santo, e così « chi sta in Roma sa che
gli Indi sono sue membra » . Siccome dunque il regno di Cristo non è di questo
mondo (cfr. Gv 18,36), la Chiesa, cioè il popolo di Dio, introducendo questo
regno nulla sottrae al bene temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario
favorisce e accoglie tutte le ricchezze, le risorse e le forme di vita dei
popoli in ciò che esse hanno di buono e accogliendole le purifica, le consolida
ed eleva. Essa si ricorda infatti di dover far opera di raccolta con quel Re,
al quale sono state date in eredità le genti (cfr. Sal 2,8), e nella cui città
queste portano i loro doni e offerte (cfr. Sal 71 (72),10; Is 60,4-7). Questo
carattere di universalità, che adorna e distingue il popolo di Dio è dono dello
stesso Signore, e con esso la Chiesa cattolica efficacemente e senza soste
tende a ricapitolare tutta l'umanità, con tutti i suoi beni, in Cristo capo, nell'unità
dello Spirito di lui.
In virtù di questa cattolicità, le singole parti portano i propri doni
alle altre parti e a tutta la Chiesa, in modo che il tutto e le singole parti
si accrescono per uno scambio mutuo universale e per uno sforzo comune verso la
pienezza nell'unità. Ne consegue che il popolo di Dio non solo si raccoglie da
diversi popoli, ma nel suo stesso interno si compone di funzioni diverse.
Poiché fra i suoi membri c'è diversità sia per ufficio, essendo alcuni
impegnati nel sacro ministero per il bene dei loro fratelli, sia per la
condizione e modo di vita, dato che molti nello stato religioso, tendendo alla
santità per una via più stretta, sono un esempio stimolante per i loro
fratelli. Così pure esistono legittimamente in seno alla comunione della
Chiesa, le Chiese particolari, con proprie tradizioni, rimanendo però integro
il primato della cattedra di Pietro, la quale presiede alla comunione
universale di carità, tutela le varietà legittime e insieme veglia affinché ciò
che è particolare, non solo non pregiudichi l'unità, ma piuttosto la serva. E
infine ne derivano, tra le diverse parti della Chiesa, vincoli di intima
comunione circa i tesori spirituali, gli operai apostolici e le risorse
materiali. I membri del popolo di Dio sono chiamati infatti a condividere i
beni e anche alle singole Chiese si applicano le parole dell'Apostolo: « Da
bravi amministratori della multiforme grazia di Dio, ognuno di voi metta a
servizio degli altri il dono che ha ricevuto» (1 Pt 4,10).
Tutti gli uomini sono quindi chiamati a questa cattolica unità del
popolo di Dio, che prefigura e promuove la pace universale; a questa unità in
vario modo appartengono o sono ordinati sia i fedeli cattolici, sia gli altri
credenti in Cristo, sia infine tutti gli uomini senza eccezione, che la grazia
di Dio chiama alla salvezza.
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Prima lettura
Dal libro del profeta Geremia (Ger 23, 1-6)
Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono
il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d'Israele, contro i pastori che
devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete
scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità
delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da
tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli;
saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le
faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne
mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni - oracolo del
Signore -
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia».
Salmo
responsoriale
Dal salmo 22
Ritornello: Il Signore è
il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo agli Efesini (Ef
2,13-18)
Fratelli,
ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini,
grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così
egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l'inimicizia.
Egli è
venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli
altri,
al Padre in un solo Spirito.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia,
alleluia.
Le mie pecore ascoltano la mia voce,
dice il Signore, e io le conosco ed esse mi seguono. (Gv
10,27)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)
In quel
tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello
che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite
in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti
molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora
andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro
partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso
dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano
come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Sintesi dell’omelia della Messa vespertina
prefestiva del sabato
Il brano evangelico ci presenta gli apostoli
di ritorno dalla missione fra la gente alla quale erano stati inviati da Gesù.
La parola “apostolo” deriva da un termine del greco antico che significa
appunto “inviato”.
Si era trattato di
un lavoro faticoso. Gesù quindi invita gli apostoli a riposare con lui in un
luogo appartato. Ma, lì giunti, trovano una folla ad attendere Gesù.
Il celebrante ha
richiamato la nostra attenzione su tre verbi del brano evangelico: “vide”, “ebbe compassione”, “insegnò”.
Gesù notò la folla: essa non le rimase estranea. Ne ebbe infatti compassione. Si immedesimò
nella situazione di coloro che erano lì convenuti. Questi verbi possono essere
riferiti alla figura del buon Pastore,
quale Gesù volle essere: la guida di un gregge.
Il verbo insegnare è invece riferito a Gesù come buon Maestro. Egli spiega ciò che accade
e indica il giusto cammino.
Gesù vede ciascuno di noi, anche oggi, ognuno nella sua
situazione particolare. Ha compassione di noi.
Spesso, nelle situazioni più difficili della
vita, siamo come paralizzati o addirittura ci sentiamo travolti. Rivolgiamoci
quindi a Gesù, buon Maestro, per
capire come uscirne. Egli ha cura di noi come il buon Pastore. Seguiamo i suoi insegnamenti.
Avvisi del parroco:
/
Avvisi di A.C.
Le riunioni infrasettimanali
del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica riprenderanno il primo martedì di
ottobre, alle 17:30.