Domenica 15-7-18 – 15°
Domenica del Tempo ordinario - Lezionario dell’anno B per le
domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 3°
settimana - Letture e sintesi dell’omelia delle Messa
domenicale delle nove - avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo sereno, temperatura
ambientale 28° C.
Canti della Messa delle nove:
ingresso Lodate Dio; Offertorio, Accogli i nostri doni; Comunione, Perché tu sei con me; finale, Giovane donna.
Alla Messa delle nove il gruppo
di A.C. si siede nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando
l’abside.
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L’insegnamento
di papa Francesco su un argomento di stretta attualità in questi giorni
Dall’Omelia pronunciata il 6-7-18,
durante la Messa per i migranti celebrata nella Basilica di San Pietro,
all’Altare della Cattedra
[rivolgendosi
in lingua spagnola ai rappresentanti della sezione migranti e rifugiati del
dicastero della Santa Sede per il servizio dello sviluppo umano integrale,
ospiti e assistenti delle strutture di accoglienza romane della Caritas, del
Centro Astalli, degli scalabriniani e della cooperativa Auxilium, a comandanti
di navi della Guardia costiera italiana impegnate nelle operazioni di soccorso,
responsabili e operatori della spagnola Proactiva
Open Arms, di Save the children e
di Medici senza frontiere]
«[…] rappresentate i soccorritori e coloro che sono stati
salvati nel Mar Mediterraneo. Ai primi voglio esprimere la mia gratitudine per
aver incarnato oggi la parabola del Buon Samaritano, il quale si fermò per salvare la vita del
pover’uomo picchiato dai banditi, senza
chiedergli chi fosse, la sua origine, i motivi del suo viaggio o i suoi documenti ...: egli
semplicemente decise di assumersi la responsabilità della vita dell’altro e di
salvarla. A coloro che sono stati salvati, voglio ribadire la mia solidarietà e
incoraggiamento, poiché conosco bene le tragedie di coloro che stanno
scappando. Vi chiedo di continuare ad essere testimoni di speranza in un mondo
che è sempre più preoccupato per il
presente, con pochissima visione del futuro e riluttanza a condividere,
e, con il vostro rispetto per la cultura e le leggi del paese che vi accoglie,
di cooperare al percorso di integrazione.»
[riferendosi alla «tentazione ben presente anche ai nostri
giorni, che si traduce in una chiusura nei confronti di quanti hanno diritto,
come noi, alla sicurezza e a una condizione di vita dignitosa, e che costruisce
muri, reali o immaginari, invece di ponti»]
«Di fronte alle sfide migratorie di oggi, l’unica risposta sensata è quella della solidarietà e della
misericordia; una riposta che non fa
troppi calcoli, ma esige un’equa divisione delle responsabilità, un’onesta
e sincera valutazione delle alternative e una gestione oculata. Politica giusta è quella che si pone al servizio
della persona, di tutte le
persone interessate; che prevede soluzioni adatte a garantire la sicurezza, il
rispetto dei diritti e della dignità di tutti; che sa guardare al bene del
proprio Paese tenendo conto di quello degli altri Paesi, in un mondo sempre più
interconnesso. E’ a questo mondo che guardano i giovani.».
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes, del
Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
27. Rispetto della persona umana.
Scendendo a conseguenze pratiche di maggiore urgenza, il Concilio inculca il rispetto verso l'uomo: ciascuno consideri il
prossimo, nessuno eccettuato, come un altro « se stesso », tenendo conto della
sua esistenza e dei mezzi necessari per viverla degnamente, per non imitare
quel ricco che non ebbe nessuna cura del povero Lazzaro. Soprattutto oggi urge l'obbligo che diventiamo prossimi di
ogni uomo e rendiamo servizio con i fatti a colui che ci passa accanto: vecchio
abbandonato da tutti, o lavoratore straniero ingiustamente disprezzato, o
esiliato, o fanciullo nato da un'unione illegittima, che patisce
immeritatamente per un peccato da lui non commesso, o affamato che richiama la
nostra coscienza, rievocando la voce del Signore: « Quanto avete fatto ad uno
di questi minimi miei fratelli, l'avete fatto a me» (Mt25,40).
Inoltre tutto ciò che è contro la
vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l'aborto,
l'eutanasia e lo stesso suicidio volontario; tutto ciò che viola l'integrità
della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla
mente, le costrizioni psicologiche;
tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le
incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il
mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di
lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di
guadagno, e non come persone libere e responsabili: tutte queste cose, e altre
simili, sono certamente vergognose. Mentre guastano la civiltà umana,
disonorano coloro che così si comportano più ancora che quelli che le subiscono
e ledono grandemente l'onore del Creatore.
[…]
29. La fondamentale uguaglianza di tutti
gli uomini e la giustizia sociale.
Tutti gli uomini, dotati di
un'anima razionale e creati ad immagine di Dio, hanno la stessa natura e la
medesima origine; tutti, redenti da Cristo godono della stessa vocazione e del
medesimo destino divino: è necessario perciò riconoscere ognor più la
fondamentale uguaglianza fra tutti.
Sicuramente, non tutti gli uomini sono uguali per la varia capacità
fisica e per la diversità delle forze intellettuali e morali. Ma ogni genere di discriminazione circa i
diritti fondamentali della persona, sia in campo sociale che culturale, in
ragione del sesso, della razza, del colore, della condizione sociale, della
lingua o religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al
disegno di Dio.
Invero è doloroso constatare che
quei diritti fondamentali della persona non sono ancora e dappertutto garantiti
pienamente. Avviene così quando si nega alla donna la facoltà di scegliere
liberamente il marito e di abbracciare un determinato stato di vita, oppure di
accedere a un'educazione e a una cultura pari a quelle che si ammettono per
l'uomo.
In più, benché tra gli uomini vi
siano giuste diversità, la uguale dignità delle persone richiede che si giunga
a condizioni di vita più umane e giuste.
Infatti le disuguaglianze economiche
e sociali eccessive tra membri e tra popoli dell'unica famiglia umana,
suscitano scandalo e sono contrarie alla giustizia sociale, all'equità, alla
dignità della persona umana, nonché alla pace sociale e internazionale.
Le umane istituzioni, sia private
che pubbliche, si sforzino di mettersi al servizio della dignità e del fine
dell'uomo. Nello stesso tempo combattano strenuamente contro ogni forma di
servitù sociale e politica, e garantiscano i fondamentali diritti degli uomini
sotto qualsiasi regime politico.
Anzi, queste istituzioni si debbono a poco a poco accordare con le
realtà spirituali, le più alte di tutte, anche se talora occorra un tempo
piuttosto lungo per giungere al fine desiderato.
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Prima lettura
Dal libro del profeta Amos (Am 7,12-15)
In quei
giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente,
ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai
profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del
re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di
sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va', profetizza al mio popolo Israele».
Salmo
responsoriale
Dal salmo 84
Ritornello: Mostraci, Signore, la tua misericordia.
Ascolterò
che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.
Amore e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.
Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.
Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo agli Efesini (Ef
1,3-14);
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione
spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui
nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli
adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l'ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua
volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era
proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le
cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati - secondo il progetto di
colui
che tutto opera secondo la sua volontà -
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo
che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della
sua gloria.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia,
alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore per farci
comprendere
a quale speranza ci ha chiamati. (Cfr. Ef
1,17-18)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,7-13)
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due
e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il
viaggio nient'altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura;
ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E
diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete
partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero,
andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per
loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano
molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Sintesi dell’omelia della Messa della
domenicale delle nove
Le letture di oggi ci ricordano una realtà
importate: il Battesimo di costituisce profeti.
Il profeta parla di Dio agli altri, nell’ambiente
dove vive. Dice agli altri che Dio perdona, non condanna, salva. Dice che, per
Dio, ciascuno di noi è importante.
Nel Vangelo viene narrato che Gesù inviò gli
apostoli alla gente perché si convertisse, ordinando che non portassero con
loro altro che un bastone e la tunica e che calzassero sandali. Li mandò come
vanno i poveri, in modo che l’unica loro ricchezza fosse la sua Parola.
Il profeta non trae da sé stesso ciò di cui
parla, ma parla di ciò che ha ricevuto e che è il tesoro prezioso da
condividere con gli altri.
Avvisi del parroco:
/
Avvisi di A.C.
Le riunioni
infrasettimanali del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica riprenderanno il
primo martedì di ottobre, alle 17:30.