Domenica 17-6-18 – 11°
Domenica del Tempo ordinario - Lezionario dell’anno B per le
domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 3°
settimana - Letture e sintesi dell’omelia delle Messa
domenicale delle nove - avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo
sereno, temperatura ambientale 24°C.
Alla Messa delle nove il gruppo di
A.C. si siede nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando l’abside.
Canti della Messa delle nove: ingresso, Lodate
Dio; Offertorio, Accogli i nostri
doni; Comunione,
Perché tu sei con me; finale, Jesus
Christ you are my life;
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo
contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes, del
Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
1. Intima unione della Chiesa con l'intera famiglia umana.
Le gioie e le speranze, le
tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti
coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le
angosce dei discepoli di Cristo, e nulla Vi è di genuinamente umano che non
trovi eco nel loro cuore.
La loro comunità, infatti,
è composta di uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo
Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il regno del Padre, ed hanno
ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti.
Perciò la comunità dei
cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con
la sua storia.
2. A chi si rivolge il Concilio.
Per questo il Concilio Vaticano II, avendo penetrato
più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola
non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di
Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la
presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo. Il mondo che esso ha presente è perciò quello degli uomini, ossia
l'intera famiglia umana nel contesto di tutte quelle realtà entro le quali essa
vive; il mondo che è teatro della storia del genere umano, e reca i segni
degli sforzi dell'uomo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie; il mondo che
i cristiani credono creato e conservato in esistenza dall'amore del Creatore:
esso è caduto, certo, sotto la schiavitù del peccato, ma il Cristo, con la
croce e la risurrezione ha spezzato il potere del Maligno e l'ha liberato e
destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo
compimento.
3. A servizio dell'uomo.
Ai nostri giorni
l'umanità, presa d'ammirazione per le proprie scoperte e la propria potenza,
agita però spesso ansiose questioni sull'attuale evoluzione del mondo, sul
posto e sul compito dell'uomo nell'universo, sul senso dei propri sforzi
individuali e collettivi, e infine sul destino ultimo delle cose e degli
uomini. Per questo il Concilio,
testimoniando e proponendo la fede di tutto intero il popolo di Dio riunito dal
Cristo, non potrebbe dare una dimostrazione più eloquente di solidarietà, di
rispetto e d'amore verso l'intera famiglia umana, dentro la quale è inserito,
che instaurando con questa un dialogo sui vari problemi sopra accennati,
arrecando la luce che viene dal Vangelo, e mettendo a disposizione degli uomini
le energie di salvezza che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo,
riceve dal suo Fondatore. Si tratta di salvare l'uomo, si tratta di edificare
l'umana società.
È l'uomo dunque, l'uomo
considerato nella sua unità e nella sua totalità, corpo e anima, l'uomo cuore e
coscienza, pensiero e volontà, che sarà il cardine di tutta la nostra
esposizione.
Pertanto il santo
Concilio, proclamando la grandezza somma della vocazione dell'uomo e la
presenza in lui di un germe divino, offre all'umanità la cooperazione sincera
della Chiesa, al fine d'instaurare quella fraternità universale che corrisponda
a tale vocazione.
Nessuna ambizione terrena
spinge la Chiesa; essa mira a questo solo: continuare, sotto la guida dello
Spirito consolatore, l'opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a
rendere testimonianza alla verità, a salvare e non a condannare, a servire e
non ad essere servito.
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Prima lettura
Dal Libro del profeta Ezechiele (Ez 17,22-24)
Così dice
il Signore Dio:
«Un
ramoscello io prenderò dalla cima del cedro,
dalle punte dei suoi rami lo coglierò
e lo pianterò sopra un monte alto, imponente;
lo pianterò sul monte alto d’Israele.
Metterà
rami e farà frutti
e diventerà un cedro magnifico.
Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,
ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.
Sapranno
tutti gli alberi della foresta
che io sono il Signore,
che umilio l’albero alto e innalzo l’albero basso,
faccio seccare l’albero verde e germogliare l’albero secco.
Io, il
Signore, ho parlato e lo farò».
Salmo responsoriale
Dal salmo 91
Ritornello:
È bello rendere grazie al Signore.
È bello rendere grazie al Signore
e cantare al tuo nome, o Altissimo,
annunciare al mattino il tuo amore,
la tua fedeltà lungo la notte.
Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano;
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora
frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunciare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.
Seconda lettura
Dalla seconda letterea di san Paolo apostolo ai Corinzi (2Cor
5,6-10)
Fratelli, sempre pieni di fiducia e sapendo
che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo
infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo
andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore.
Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di
essere a lui graditi.
Tutti
infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere
ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene
che in male.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Il seme è la parola di Dio, il seminatore è Cristo:
chiunque trova lui, ha la vita eterna.
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,26-34)
In quel tempo, Gesù diceva
[alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul
terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come,
egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la
spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito
egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa
possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo?
È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più
piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce
e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli
uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello
stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza
parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Sintesi dell’omelia della Messa della
domenicale delle nove
Le letture di oggi ci parlano. Dio vuole fare grandi cose in
noi. Dobbiamo però aprirci al suo amore. Che cosa vogliamo fare della nostra
vita?
Dio entra in noi nell’Eucaristia.
Lasciamolo operare in noi.
Avvisi del parroco:
Sul sagrato parrocchiale, questa domenica i giovani della parrocchia vendono delle piccole piante per raccogliere fondi per le loro attività.
Avvisi di A.C.
Le riunioni infrasettimanali del
gruppo parrocchiale di Azione Cattolica riprenderanno il primo martedì di
ottobre, alle 17:30.