Combattere
l’umiliazione e l’emarginazione delle donne
12
marzo 2000
PREGHIERA
UNIVERSALE
CONFESSIONE
DELLE COLPE E RICHIESTA DI PERDONO
dalla solenne
liturgia celebrata dal Papa Giovanni Paolo 2° durante il Grande Giubileo dell’Anno
2000
VI. CONFESSIONE DEI PECCATI CHE HANNO
FERITO LA DIGNITÀ DELLA DONNA E L'UNITÀ DEL GENERE UMANO
Un Rappresentante della Curia
Romana:
Preghiamo per tutti quelli che sono
stati offesi
nella loro dignità umana e i cui diritti sono stati conculcati;
preghiamo per le donne troppo spesso umiliate ed emarginate,
e riconosciamo le forme di acquiescenza
di cui anche cristiani si sono resi colpevoli.
Preghiera in silenzio.
II Santo Padre:
Signore Dio, nostro Padre,
tu hai creato l'essere umano, l'uomo e la donna,
a tua immagine e somiglianza
e hai voluto la diversità dei popoli
nell'unità della famiglia umana;
a volte, tuttavia, l'uguaglianza dei tuoi figli non è stata riconosciuta,
ed i cristiani si sono resi colpevoli di atteggiamenti
di emarginazione e di esclusione,
acconsentendo a discriminazioni
a motivo della razza e dell'etnia diversa.
Perdonaci e accordaci la grazia di guarire le ferite
ancora presenti nella tua comunità a causa del peccato,
in modo che tutti ci sentiamo tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.
Viene accesa una lampada davanti al
Crocifisso.
Non avevo bisogno che fosse il Papa a
riconoscerlo solennemente, per convincermi che la nostra confessione religiosa
aveva oppresso e ancora opprimeva
duramente le donne. Avevo ripudiato la misoginia su base religiosa fin da quando avevo
iniziato a frequentare le donne. E nessuno, neanche i preti, era mai
riuscito a convincermi che l’umiliazione delle donne e la loro esclusione dal
mondo del lavoro fosse la condizione per mantenere salde e unite le famiglie.
Ho cercato di crescere le mie figlie con altri principi. Non me ne pento. La
penso sempre così. Combatterò sempre apertamente chiunque, da qualsiasi
cattedra, da qualsiasi pulpito, da qualsiasi scranno, con qualsiasi pretesto,
anche facendosi scudo delle nostre scritture sacre, si proponga di colpire la
dignità delle donne, come di ogni altra persona umana, in particolare su base
sessista.
Sono fermamente convinto che non sia
indispensabile, per chi voglia essere sinceramente religioso, seguire le
tendenze reazionarie in materia, che ciclicamente si manifestano.
Mi sono fatto un punto d’onore di dimostrare
con la mia vita che una famiglia può serenamente essere fondata sulla assoluta
parità dei coniugi e sul rispetto della dignità di tutti i suoi membri. Ripudio
l’idea di impersonare in famiglia il ruolo del maschio dominatore e despota,
capo per destino biologico, fisiologico.
E di fronte a certe terrificanti affermazioni
in materia di morale familiare e di rapporti tra i sessi che ancora circolano
in religione, sento di dover dire che io sono un’altra cosa, appartengo ad un’altra
realtà, e che con quelli che la pensano in quel modo non ci può essere alcun
compromesso, alcuna conciliazione, alcun commercio ideale, alcuna transazione:
rimane solo l’opposizione netta, dura.
Noi, cari amici, dobbiamo costruire un mondo
migliore. Che è servito chiedere perdono dell’umiliazione ed emarginazione
delle donne, se poi ricadiamo sempre nello stesso peccato? Se, di fronte a un
mondo che sembra non capirci, ci rivolgiamo all’indietro, prendiamo congedo da
tutti i grandi principi di civiltà che ci hanno liberato dal molto male, dalla
molta violenza, che c’era nel nostro modo di essere persone di fede, e
ripercorriamo le tragedie del passato?
Dobbiamo educarci ad essere diversi dal
passato. Dobbiamo imparare anche a contestare a viva voce i cattivi maestri. La
libertà di parola non può mai risolversi in un’arma per l’oppressione sociale.
Si ha diritto a insorgere, a resistere.
L’idea di una nuova educazione per porre le
basi di una nuova società, migliore, meno violenta, fu alla base del femminismo
storico:
|
Virginia Woolf |
[da Le Tre Ghinee,
trattato della scrittrice inglese Virgina Wolf, 1882-1941].
"Analizziamo quindi più
brevemente il tipo di istruzione che occorre. Dato che la storia e le biografie
sembrano dimostrare che la vecchia istruzione impartita nei vecchi colleges non
genera né particolare rispetto per la libertà, né particolare odio per la
guerra, è chiaro che il Suo college [scrive immaginando di rispondere a una richiesta di denaro
di una tesoriera di un college femminile]
va ricostruito su base diverse. E' un college giovane e povero: che tragga
dunque vantaggio da queste qualità e sia fondato sulla povertà e sulla
gioventù. Di conseguenza dovrà essere un college sperimentale, un college
avventuroso, diverso da tutti. Dovrà essere costruito non di pietra scolpita e
di vetri istoriati, bensì di un materiale economico, infiammabile, che non sia
ricettacolo di polvere e culla di tradizioni. Non metteteci cappelle. Non
metteteci musei e biblioteche con libri alla catena e prime edizioni in
bacheche di vetro. Che libri e quadri siano sempre nuovi e diversi. Che sia
affrescato di bel nuovo dalle nuove generazioni, con le loro stesse mani, con
poca spesa. Il lavoro dei vivi costa poco; spesso essi non chiedono altro in
cambio di poterlo fare. E poi, che cosa si dovrà insegnare nel college
nuovo, nel college povero? Certo non
l'arte di dominare sugli altri, non l'arte di governare, di uccidere, di
accumulare terre e capitali. Queste arti richiedono spese generali troppo
elevate: stipendi, uniformi, cerimonie. Nel college povero si dovranno
insegnare solo le arti che si possono insegnare con poca spesa e che possono
essere esercitate da gente povera: la medicina, la matematica, la musica, la
pittura, la letteratura. E l'arte dei rapporti umani, l'arte di comprendere la
vita e la mente degli altri, insieme con le arti minori che la completano:
l'arte di conversare, di vestire, di cucinare. Lo scopo del nuovo college, del college
povero, dovrebbe essere non di segregare, di specializzare, ma di integrare.
Dovrà inventare dei modi per far lavorare insieme la mente e il corpo; scoprire
da quali nuove combinazioni possano nascere unità che rendano buona la vita
umana. E gli insegnante saranno scelti tra coloro che sono bravi a vivere oltre
che a pensare." [da Le Tre
Ghinee, trattato].
Ed è proprio contro un nuovo tipo di
educazione dei giovani, per formare un mondo migliore, per far sì che ognuno
sia trattato come desidera (J.F.Kennedy, discorso dell’11-6-63), che nessuno
debba essere costretto ad assumere un’identità sessuale diversa da quella che
sente di dover esprimere, è contro questi propositi della nostra Ministra dell’Istruzione
che tanti di noi (non io, certamente!) sono insorti qualche giorno fa, in
piazza.
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli