Sabato santo
Oggi non si celebrano messe, fino alla Veglia pasquale
di stasera.
Si vuole evocare l’esperienza della vita
senza il Maestro prima che ci si convincesse che fosse risorto.
La tradizione evangelica ci narra che, il
terzo giorno dopo la sua morte, il sepolcro dove avevano posto il suo corpo fu sede di eventi prodigiosi, e il corpo non c’era
più.
I racconti divergono tra i quattro Vangeli.
In quello secondo Matteo si dice che il luogo
era vigilato da guardie. Vi si recarono Maria di Magdala e “l’altra Maria”. Un
terremoto, un angelo scese dal Cielo. La pesante pietra che chiudeva il
sepolcro rotolata. Il personaggio celeste che seduto su di essa annunciava la resurrezione
del Crocifisso.
Nel Vangelo
secondo Marco si racconta di tre donne che andarono al sepolcro: Maria di
Magdala, Maria madre di Giacomo e Salòme. Videro che la pietra era già stata
fatta rotolare, aprendo loro la via. Entrarono. Dentro c’era un giovane vestito
di bianco che annunciò la resurrezione. Esortò le donna ad annunciarlo ai discepoli
e a Pietro e a riferir loro che il Risorto li aspettava in Galilea.
Nel
Vangelo secondo Luca si parla genericamente di “donne che avevano seguito Gesù
dalla Galilea” che si erano recate al sepolcro. La pietra rimossa, il corpo non
era più lì dentro. Improvvisamente si presentarono “due uomini” con abiti sfolgoranti:
«Perché cercate tra i morti colui che
è vivo?» dissero loro, «Non è qui, è risorto. Ricordatevi come vi
parlò quando era ancora in Galilea e diceva: ‘Bisogna che il Figlio dell’uomo
sia consegnato in mano ai peccatori, sia crocifisso e risorga il terzo giorno’».
Piuttosto diverso è il racconto che leggiamo
nel Vangelo secondo Giovanni, nel capitolo 20, versetti da 1 a 18 – Gv 20,
1-18:
Il primo giorno della settimana [il giorno
dopo il Sabato (nota mia)], la mattina presto, Maria di Màgdala va verso la
tomba, mentre è ancora buio, e vede che la pietra è stata tolta
dall’ingresso. Allora corre da Simon Pietro e dall’altro discepolo,
il prediletto di Gesù, e dice: «Hanno portato via il Signore dalla tomba e non
sappiamo dove l’hanno messo!».
Allora
Pietro e l’altro discepolo uscirono e andarono verso la tomba. Andavano
tutti e due di corsa, ma l’altro discepolo corse più in fretta di Pietro e
arrivò alla tomba per primo. Si chinò a guardare le bende che erano in
terra, ma non entrò. Pietro lo seguiva. Arrivò anche lui e entrò nella
tomba: guardò le bende in terra e il lenzuolo che prima copriva la testa.
Questo non era in terra con le bende, ma stava da una parte, piegato. Poi
entrò anche l’altro discepolo che era arrivato per primo alla tomba, vide e
credette. Non avevano ancora capito quello che dice la Bibbia, cioè
che Gesù doveva risorgere dai morti. Allora Pietro e l’altro discepolo
tornarono a casa.
Maria
era rimasta a piangere vicino alla tomba. A un tratto, chinandosi verso il
sepolcro, vide due angeli vestiti di bianco. Stavano seduti dove
prima c’era il corpo di Gesù, uno dalla parte della testa e uno dalla parte dei
piedi. Gli angeli le dissero:
— Donna, perché piangi?
Maria rispose:
— Hanno portato via il mio Signore e non
so dove lo hanno messo.
Mentre
parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non sapeva che era lui. Gesù le
disse:
— Perché piangi? Chi cerchi?
Maria pensò che fosse il giardiniere e
gli disse:
— Signore, se tu l’hai portato via dimmi
dove l’hai messo, e io andrò a prenderlo.
Gesù
le disse:
— Maria!
Lei subito si voltò e gli disse:
— Rabbunì! (che in ebraico vuol
dire: Maestro!).
Gesù
le disse:
— Lasciami, perché io non sono ancora
tornato al Padre. Va’ e di’ ai miei fratelli che io torno al Padre mio e
vostro, al Dio mio e vostro.
Allora
Maria di Màgdala andò dai discepoli e disse: «Ho visto il Signore!».
Poi riferì tutto quel che Gesù le aveva detto. [versione in italiano
di TILC - Traduzione interconfessionale
in lingua corrente]
Mi
pare inutile cercare di armonizzare le tradizioni che si riflettono in quelle
diverse narrazioni. E vi prevengo: tutte le obiezioni che vi sono venute in
mente leggendo sono state probabilmente trattate, confutate, riproposte e sviscerate
centinaia di migliaia di volte nei secoli passati.
Negli ambienti di coloro che erano stati più
vicini al Maestro non si era affatto sicuri che egli potesse risorgere, ma si rimase così anche dopo i fatti al sepolcro vuoto. Anche di questo narrano i Vangeli.
Non solo: lo si era anche una ventina d’anni dopo, quando Paolo ne scrisse alla
comunità di Corinto, in Grecia, rimproverandola per la sua incredulità.
«Ma
tu, che credi?», penso che vorreste chiedermi.
Per quanto
riguarda me, la mia morte (certa), la mia personale resurrezione (sperata),
vedrò quando accadrà. In religione mi hanno insegnato a non pretendere più di questo.
Deve bastarmi. Inutile manifestare a chiacchiere che si crede. Lo si
capirà da come vivrò e morirò.
Per quanto
riguarda la resurrezione del Maestro sono stato formato a confidarvi e
continuerò a farlo. Per indole sono portato a credere solo a ciò che vedo, ma,
in realtà, faccio anche conto su moltissimo di ciò che non ho visto e che
mi è stato solo insegnato o narrato o spiegato. Altrimenti che mi impedirebbe
di pensare che la Terra sia piatta? Nel Vangelo secondo Giovanni, poco dopo il
brano che ho sopra trascritto, si dà conto di una prima apparizione del Risorto,
quello stesso giorno, nella quale si narra che il Maestro abbia detto all’apostolo
Tommaso, che si era convinto solo dopo aver visto le sue mani e il suo costato
trafitti: «Tu hai creduto perché hai visto; beati quelli che hanno creduto
senza aver visto!». Certamente
quello di non aver visto e di dover nondimeno credere l’incredibile
fu un problema anche per le persone che animarono le nostre prime comunità, nel
Primo secolo. Di fronte a questo, anche il prodigioso passaggio del Mar Rosso, con
le acque che si ritraggono per far passare all’asciutto gli israeliti in fuga, sembra
tutto sommato più verosimile. Per chi è
meno propenso ad affidarsi allo straordinario è possibile pensare così: questi
racconti vogliono convincerci anzitutto a vivere ritenendo che la morte, sicura
per tutti noi, non sia tuttavia l’ultima parola su di noi mentre ancora
viviamo, nel senso che si sia costretti a vivere, come dicevano gli esistenzialisti, essendo
gettati nel mondo per la morte. Paradossalmente questa speranza di risurrezione
porta poi a vivere senza ritenere che la propria vita personale sia il bene più
prezioso e quindi a praticare anche l’altruismo estremo, che è quello di dare
la propria vita per altre persone, e ciò secondo gli insegnamenti e l’esempio
del Maestro. Questa non è prerogativa
nostra: anzi è molto comune nel mondo animale. Ma a noi serve spiegarcela
in modo più convincente di quello di dire che è una strategia competitiva
vantaggiosa per la specie sviluppatasi nell’evoluzione naturale dei viventi
sociali. Questa è un spiegazione puramente naturale ma noi non siamo più solo natura: la
nostra mente ci ha costituiti come esseri capaci del soprannaturale e quindi
bisognosi di dare senso alla
propria esistenza.
Stasera,
come ho scritto, ci sarà la Veglia Pasquale.
Nelle feste
il giorno, per noi cattolici, inizia la sera precedente, come per
gli ebrei il Sabato. E’ uno dei sensi della celebrazione di stasera. Ma c’è
anche la dimensione dell’attesa, secondo l’esortazione evangelica di rimanere
pronti.
La liturgia
della Veglia di stasera è densa di simboli che richiamano significati
religiosi. Si associano luce e Resurrezione:
Cristo è luce per il mondo. E’ il
primo annuncio della celebrazione:
Il
Cristo è vivo, ieri e oggi:
Egli è il principio e la fine, è l’alfa
e l’omega.
A lui appartengono il tempo e i secoli.
A lui la gloria e il potere
Per tutti i secoli in eterno. Amen.
Per mezzo delle sue sante piaghe
gloriose,
ci protegga e ci custodisca il Cristo
Signore. Amen.
La luce del Cristo che risorge glorioso
disperda le tenebre del cuore
e dello spirito
e, quando, entrando in una chiesa buia recando
in mano una candela accesa da un grande cero a sua volta acceso da un falò su
sagrato, si fa luce dentro:
Esulti
il corso degli Angeli,
esulti l’assemblea celeste,
un inno di gloria saluti il trionfo del
Signore risorto.
Gioisca la terra inondata da così grande splendore;
la luce del Re eterno
ha vinto le tenebre del mondo.
Gioisca la madre Chiesa,
splendente della gloria del suo Signore,
e questo tempio tutto risuoni
per le acclamazioni del popolo in festa.
Nella Messa che segue si ricapitola poi la storia sacra con un lungo ciclo di letture bibliche: la Creazione, la chiamata
di Abramo, la prodigiosa traversata del Mar Rosso da parte degli israeliti in
fuga, le profezie di Isaia su Israele
Tuo sposo è il tuo creatore,
Signore degli eserciti è il suo nome.
Tuo redentore è il Santo di Israele
è chiamato Dio di tutta la terra.
[…]
Tutti i tuoi figli saranno discepoli del
Signore,
grande sarà la prosperità dei tuoi figli;
Tieniti lontana dall’oppressione perché
non dovrai temere,
dallo spavento, perché non ti si accosterà. [CEI 2008]
E ancora:
E
ora anche tu, Israele,
chiamerai
popoli a te sconosciuti,
e
verranno a te popolazioni
che
non ti conoscevano.
Io
sono il Signore, il tuo Dio,
Io
stesso, il Santo d’Israele,
farò
venire a te tutte queste genti.
Questo
sarà l’onore che ti concedo».
Cercate
il Signore,
ora
che si fa trovare.
Chiamatelo,
adesso
che è vicino.
Chi
è senza fede e senza legge
cambi
mentalità;
chi
è perverso
rinunzi
alla sua malvagità!
Tornate
tutti al Signore,
ed
egli avrà pietà di voi!
Tornate
al nostro Dio
che
perdona con larghezza!
Dice
il Signore:
«I
miei pensieri non sono come i vostri
e
le mie azioni sono diverse dalle vostre.
I
miei pensieri e i vostri,
il
mio modo di agire e il vostro
sono
distanti tra loro
come
il cielo è lontano dalla terra. [TILC]
e
del profeta Baruc:
Dio,
che sa tutto, conosce la sapienza,
l’ha
scoperta con la sua intelligenza.
Egli
ha creato la terra per sempre
e
l’ha riempita di animali.
Quando
manda la luce, la luce va;
quando
la richiama, ubbidisce tremante.
Le
stelle brillano nei loro posti di guardia
ed
esprimono la loro gioia.
Dio
le chiama ed esse rispondono: «Eccoci!»;
brillano
con gioia per il loro Creatore.
È
lui il nostro Dio;
nessun
altro può essere paragonato a lui.
Egli
ha scoperto tutte le vie che portano alla sapienza,
e
le ha indicate a Giacobbe, suo servo,
a
Israele, il popolo che egli ama.
In
seguito la sapienza è apparsa sulla terra
ed
è vissuta con gli uomini. [TILC]
poi
il profeta Ezechiele
Vi radunerò da tutti i popoli e nazioni
e vi ricondurrò nella vostra terra. Verserò su di voi acqua pura e
vi purificherò da ogni vostra sporcizia, dai vostri idoli. Metterò
dentro di voi un cuore nuovo e uno spirito nuovo, toglierò il vostro cuore
ostinato, di pietra, e lo sostituirò con un cuore vero, ubbidiente. Metterò
dentro di voi il mio spirito e vi renderò capaci di ubbidire ai miei
ordini, di osservare e di applicare le leggi che vi ho dato. Allora voi
abiterete nella terra che io ho dato ai vostri antenati: voi sarete il mio
popolo, io sarò il vostro Dio.
Poi si
legge un brano della lettera di Paolo alla comunità cristiana di Roma in cui è
scritto anche:
Ma se siamo morti con Cristo, crediamo
che vivremo con lui, perché sappiamo che Cristo, risuscitato dai morti, non
muore più: la morte non ha più potere su di lui. Quando egli morì, morì
nei confronti del peccato una volta per sempre, ma ora vive, e vive per
Dio. Così, anche voi, consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio,
con Cristo Gesù.
Il Vangelo
è quello della narrazione degli eventi al sepolcro, il terzo giorno dalla crocifissione,
il primo dopo il Sabato dei giudei, secondo la versione del Vangelo secondo
Matteo.
Si conclude
con la benedizione solenne:
In questa santa notte di Pasqua,
Dio onnipotente vi benedica
e, nella sua misericordia,
vi difenda da ogni insidia del peccatoù
Si risponde: Amen
Dio che vi rinnova per la vita eterna,
nella resurrezione del suo Figlio unigenito,
vi concede il premio dell’immortalità
futura.
Si risponde: Amen
Voi,
che dopo i giorni della passione del Signore
celebrate nella gioia la festa di
Pasqua,
possiate giungere con animo esultante
alla festa senza fine.
Si risponde: Amen
A questo punto il celebrante:
E la benedizione di Dio onnipotente,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
discenda su di voi
e con voi rimanga sempre
Amen.