INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

domenica 22 marzo 2020

Domenica 22 marzo 2020 – 4° del Tempo di Quaresima Ordinario detta Laetare Rallegrati, dall’antifona della Messa: Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l'amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza: saziatevi dell'abbondanza della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)- - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: viola – salterio: 4° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa mandata in onda da Rai TV 1 alle ore 11 - avvisi di Azione Cattolica. **** Sunday, March 22, 2020 - 4rd of Ordinary Lent Time, called Laetare [it’s a Latin word meaning "Rejoice!", from the antiphon of the Mass: Rejoice with Jerusalem and be glad because of her, all you who love her; Exult, exult with her, all you who were mourning over her! (Isaiah 66:10-11) ]- Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: purple - Psaltery: 4rd week - Readings and summary of the homily of the Mass broadcast by Rai TV 1 at 11 - notices from the Catholic Action parish group


Domenica 22 marzo 2020 – 4° del Tempo di Quaresima Ordinario detta Laetare Rallegrati,  dall’antifona della Messa:
Rallegrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l'amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell'abbondanza della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)
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- Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: viola – salterio: 4° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa mandata in onda da Rai TV 1 alle ore 11 - avvisi di Azione Cattolica.
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Sunday, March 22, 2020 - 4rd of Ordinary Lent Time, called Laetare [it’s a Latin word meaning "Rejoice!", from the antiphon of the Mass:
Rejoice with Jerusalem and be glad because of her, all you who love her; Exult, exult with her, all you who were mourning over her!
 (Isaiah 66:10-11) ]-
Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: purple - Psaltery: 4rd week - Readings and summary of the homily of the Mass broadcast by Rai TV 1 at 11 - notices from  the Catholic Action parish group


Osservazioni ambientali: cielo nuvoloso. La temperatura ambientale era di  18°C.
Environmental observations: the sky was clear this morning. The ambient temperature was 18 ° C.

 Questa è la seconda domenica senza la Messa in parrocchia per i fedeli. L’Italia sta combattendo, tutta insieme, con gli altri popoli compagni dell'Unione Europea, l’estendersi del contagio di una malattia virale chiamata Covid19. L’Italia sta morendo. I fedeli laici sono stati esonerati dall’obbligo di partecipare alla Messa domenicale. Vari canali radio e televisivi trasmettono Messe da tutt’Italia. Di seguito sintetizzo l’omelia di quella andata in onda sul canale Rai TV 1, tramessa dalla cappella Gesù Buon Pastore della Conferenza Episcopale Italiana, a Roma  e celebrata dal Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma mons. Gianpiero Palmieri.
 Nella cappella i banchi del popolo erano vuoti. Erano visibili sono il celebrante e le altre persone impegnate nella liturgia. Il popolo partecipava guardando la trasmissione televisiva.

  This is the first Sunday without parish Mass for the faithful. Italy is fighting, all together, with the other fellow peoples of the European Union, the spread of the infection of a viral disease called Covid19. Italy is dying. The lay faithfuls have been released from the obligation to attend Sunday Mass. Various radio and television channels broadcast Masses from all over Italy. Below I summarize the homily of that aired on the Rai TV channel 1, at eleven o’ clock, broadcast by the chapel of the Good Shepherd Jesus of the Italian Episcopal Conference, in Rome and celebrated by the Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma Msgr Gianpiero Palmieri..
In the chapel the peoples' benches were empty. The celebrant and the other people involved in the liturgy were visible. The people participated by watching the television broadcast.

 Un augurio di pace e consolazione nel dolore e nel lutto a tutti i lettori!  
 Wishes for peace and consolation in the pain and the mourning to all readers!




Il Papa ci ha invitati a leggere e meditare il capitolo 9 del Vangelo secondo Giovanni
The Pope invited us to read and meditate on chapter 9 of the Gospel according to John



Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

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Pillole di Concilio / Council pills

Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes,  del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
From the pastoral Constitution on the Church in the contemporary world Joy and Hope - Gaudium et spes, of the Second Vatican Council (1962-1965)


88. Il compito dei cristiani nell'aiuto agli altri paesi
I cristiani cooperino volentieri e con tutto il cuore all'edificazione dell'ordine internazionale, nel rispetto delle legittime libertà e in amichevole fraternità con tutti. Tanto più che la miseria della maggior parte del mondo è così grande che il Cristo stesso, nella persona dei poveri reclama come a voce alta la carità dei suoi discepoli. Si eviti questo scandalo: mentre alcune nazioni, i cui abitanti per la maggior parte si dicono cristiani, godono d'una grande abbondanza di beni, altre nazioni sono prive del necessario e sono afflitte dalla fame, dalla malattia e da ogni sorta di miserie. Lo spirito di povertà e d'amore è infatti la gloria e il segno della Chiesa di Cristo.
Sono, pertanto, da lodare e da incoraggiare quei cristiani, specialmente i giovani, che spontaneamente si offrono a soccorrere gli altri uomini e le altre nazioni. Anzi spetta a tutto il popolo di Dio, dietro la parola e l'esempio dei suoi vescovi, sollevare, nella misura delle proprie forze, la miseria di questi tempi; e ciò, secondo l'antico uso della Chiesa, attingendo non solo dal superfluo, ma anche dal necessario.
Le collette e la distribuzione dei soccorsi materiali, senza essere organizzate in una maniera troppo rigida e uniforme, devono farsi secondo un piano diocesano, nazionale e mondiale; ovunque la cosa sembri opportuna, si farà in azione congiunta tra cattolici e altri fratelli cristiani. Infatti lo spirito di carità non si oppone per nulla all'esercizio provvido e ordinato dell'azione sociale e caritativa; anzi l'esige. È perciò necessario che quelli che vogliono impegnarsi al servizio delle nazioni in via di sviluppo ricevano una formazione adeguata in istituti specializzati.

88. Christians should cooperate willingly and wholeheartedly in establishing an international order that includes a genuine respect for all freedoms and amicable brotherhood between all. This is all the more pressing since the greater part of the world is still suffering from so much poverty that it is as if Christ Himself were crying out in these poor to beg the charity of the disciples. Do not let men, then, be scandalized because some countries with a majority of citizens who are counted as Christians have an abundance of wealth, whereas others are deprived of the necessities of life and are tormented with hunger, disease, and every kind of misery. The spirit of poverty and charity are the glory and witness of the Church of Christ.
Those Christians are to be praised and supported, therefore, who volunteer their services to help other men and nations. Indeed, it is the duty of the whole People of God, following the word and example of the bishops, to alleviate as far as they are able the sufferings of the modern age. They should do this too, as was the ancient custom in the Church, out of the substance of their goods, and not only out of what is superfluous.
The procedure of collecting and distributing aids, without being inflexible and completely uniform, should nevertheless be carried on in an orderly fashion in dioceses, nations, and throughout the entire world. Wherever it seems convenient, this activity of Catholics should be carried on in unison with other Christian brothers. For the spirit of charity does not forbid, but on the contrary commands that charitable activity be carried out in a careful and orderly manner. Therefore, it is essential for those who intend to dedicate themselves to the services of the developing nations to be properly trained in appropriate institutes.



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Letture bibliche della Messa -  Biblical readings of the Mass

Prima lettura
Dal  primo  libro di Samuele (1Sam 16,1b.4a.6-7)
From the book of Exodus (1Sam 16:1b.4a.6-7)

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d'olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel che vede l'uomo: infatti l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

The Lord said to Samuel, “How long will you grieve that I have rejected Saul from being king over Israel? Fill your horn with oil and set out. I will send you to Jesse the Bethlehemite, for I have provided for myself a king among his sons.” Samuel asked, “How can I go? If Saul hears of it, he will kill me.” And the Lord said, “Take a heifer with you, and say, ‘I have come to sacrifice to the Lord.’ Invite Jesse to the sacrifice, and I will show you what you shall do. You shall anoint for me the one whom I name to you.”
Samuel did what the Lord commanded, and came to Bethlehem. The elders of the city came to meet him trembling, and said, “Do you come peaceably?” He said, “Peaceably; I have come to sacrifice to the Lord; sanctify yourselves and come with me to the sacrifice.” And he sanctified Jesse and his sons and invited them to the sacrifice. When they came, he looked on Eliab and thought, “Surely the Lord’s anointed is now before the Lord.” But the Lord said to Samuel, “Do not look on his appearance or on the height of his stature, because I have rejected him; for the Lord does not see as mortals see; they look on the outward appearance, but the Lord looks on the heart.” Then Jesse called Abinadab, and made him pass before Samuel. He said, “Neither has the Lord chosen this one.” Then Jesse made Shammah pass by. And he said, “Neither has the Lord chosen this one.” Jesse made seven of his sons pass before Samuel, and Samuel said to Jesse, “The Lord has not chosen any of these.”
Samuel said to Jesse, “Are all your sons here?” And he said, “There remains yet the youngest, but he is keeping the sheep.” And Samuel said to Jesse, “Send and bring him; for we will not sit down until he comes here.” He sent and brought him in. Now he was ruddy, and had beautiful eyes, and was handsome. The Lord said, “Rise and anoint him; for this is the one.” Then Samuel took the horn of oil, and anointed him in the presence of his brothers and the spirit of the Lord came mightily upon David from that day forward. Samuel then set out and went to Ramah.



Salmo responsoriale
Dal salmo  22
Responsorial psalm
From the psalm  22

Ritornello / Response:
 Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
The Lord is my shepherd; there is nothing I shall want

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia. 
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. 
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. 
The Lord is my shepherd;
there is nothing I shall want.
Fresh and green are the pastures
where he gives me repose.
Near restful waters he leads me,
to revive my drooping spirit.
He guides me along the right path;
he is true to his name.
If I should walk in the valley of darkness
no evil would I fear.
You are there with your crook and your staff;
with these you give me comfort.
You have prepared a banquet for me
in the sight of my foes.
My head you have anointed with oil;
my cup is overflowing.
Surely goodness and kindness shall follow me
all the days of my life.
In the Lord’s own house shall I dwell
for ever and ever.


Seconda lettura
Dalla    lettera di San Paolo apostolo  agli Efesini (Ef 5,8-14)
Second reading
From the   letter of St. Paul the Apostle  to the  Ephesians  (Eph 5:8-14)

  Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».

For once you were darkness, but now in the Lord you are light. Live as children of light, for the fruit of the light is found in all that is good and right and true. Try to find out what is pleasing to the Lord. Take no part in the unfruitful works of darkness, but instead expose them. For it is shameful even to mention what such people do secretly; but everything exposed by the light becomes visible, for everything that becomes visible is light. Therefore it says, “Sleeper, awake! Rise from the dead, and Christ will shine on you.”
  
Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel

Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita. (Cfr. Gv 8,12)
I am the light of the world, says the Lord;
whoever follows me will have the light of life. (See Jn 8:12)

Alleluia.


Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (9,1-4)
Gospel
From the Gospel according to John (Jn 9:1-4)

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e làvati!. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
As Jesus went along, he saw a man who was blind from birth. His disciples asked him, “Rabbi, who sinned, this man or his parents, that he was born blind?”
“Neither this man nor his parents sinned,” said Jesus, “but this happened so that the works of God might be displayed in him. We must work the works of him who sent me while it is day; night is coming when no one can work. As long as I am in the world, I am the light of the world.”
When he had said this, he spat on the ground and made mud with the saliva and spread the mud on the man’s eyes, saying to him, “Go, wash in the pool of Siloam” (which means Sent). Then he went and washed and came back able to see. The neighbours and those who had seen him before as a beggar began to ask, “Is this not the man who used to sit and beg?” Some were saying, “It is he.” Others were saying, “No, but it is someone like him.” He kept saying, “I am the man.” But they kept asking him, “Then how were your eyes opened?” He answered, “The man called Jesus made mud, spread it on my eyes, and said to me, “Go to Siloam and wash.” Then I went and washed and received my sight.” They said to him, “Where is he?” He said, “I do not know.”
They brought to the Pharisees the man who had formerly been blind. Now it was a sabbath day when Jesus made the mud and opened his eyes. Then the Pharisees also began to ask him how he had received his sight. He said to them, “He put mud on my eyes. Then I washed, and now I see.” Some of the Pharisees said, “This man is not from God, for he does not observe the sabbath.” But others said, “How can a man who is a sinner perform such signs?” And they were divided. So they said again to the blind man, “What do you say about him? It was your eyes he opened.” He said, “He is a prophet.”
They still did not believe that he had been blind and had received his sight until they sent for the man’s parents and asked them, “Is this your son, who you say was born blind? How is it that now he can see?
“We know he is our son,” the parents answered, “and we know he was born blind. But how he can see now, or who opened his eyes, we don’t know. Ask him; he is of age. He will speak for himself.” His parents said this because they were afraid of the Jews, who had already agreed that anyone who acknowledged that Jesus was the Messiah would be put out of the synagogue. That was why his parents said, “He is of age; ask himself.”
Yet again they called the man who had been blind. “Give glory to God by telling the truth,” they said. “We know this man is a sinner.”
 He replied, “Whether he is a sinner or not, I don’t know. One thing I do know. I was blind but now I see!” They then asked him, “What did he do to you? How did he open your eyes?” He answered them, “I have told you already, and you would not listen. Why do you want to hear it again? Do you also want to become his disciples?”
Then they hurled insults at him and said, “You are this fellow’s disciple! We are disciples of Moses!  We know that God spoke to Moses, but as for this fellow, we don’t even know where he comes from.
The man answered, “Now that is remarkable! You do not know where he comes from, and yet he opened my eyes. We know that God does not listen to sinners, but he listens to whoever worships him and obeys his will. Never since the world began has it been heard that anyone opened the eyes of a person born blind. If this man were not from God, he could do nothing.”
To this they replied, “You were steeped in sin at birth; how dare you lecture us!” And they threw him out.
Jesus heard that they had thrown him out, and when he found him, he said, “Do you believe in the Son of Man?” “Who is he, sir?” the man asked. “Tell me so that I may believe in him.” Jesus said to him, “You have seen him, and the one speaking with you is he.”
Then the man said, “Lord, I believe,” and he worshipped him. Jesus said, “I came into this world for judgment so that those who do not see may see, and those who do see may become blind.” Some of the Pharisees near him heard this and said to him, “Surely we are not blind, are we?” Jesus said, “If you were blind, you would not be guilty of sin; but now that you claim you can see, your guilt remains.




Sintesi dell’omelia della Messa trasmessa dal canale televisivo Rai TV 1 alle ore undici
Summary of the homily of the Mass broadcast by the Rai TV channel 1 at  eleven o'clock

  Nella vita ci sono le zone oscure, i momenti bui. Pensiamo che possano capitare solo a qualcun altro. Invece questo tempo è oscuro per tutti, nessuno escluso. E’ segnato da dolori e ombre, che ci sono entrate in casa.
 Meditare questo Vangelo, celebrare questa Eurcaristia, ci possono aiutare. Si tratta di consentire alla luce di Dio diradare le nostre tenebre, dal di dentro: questo lo può fare solo Dio. Da soli noi possiamo darci un po’ di coraggio, rassicurarci, dirci l’un l’altro “Ce la faremo!”. Ma sappiamo bene che questo non basta. Il buio di cui si parla qui è quello del “nato cieco”. Cio cioè dell’uomo che, nel momento stesso in cui è venuto al mondo, è esposto alla precarietà, all’imprevisto, alla malattia e alla morte. In questi istanti ci domandiamo: “Ma io sono solo un’esistenza fragile, appesa a un filo?”, “Sono soltanto questa tenebra fredda che mi entra nelle ossa?”. Oppure il mio cuore è attraversato da una luce increata, quella divina, e che sono impastato di terra, sì, ma di una terra destinata ad essere trasfigurata dalla luce?
  Nella prima pagina della Genesi, nel giorno “uno”, che coincide con l’eternità, Dio dice “Sia la luce!”, e la luce fu. I commentatori ebrei si chiedevano “Da dove proviene questa luce?”, dal momento che Dio crea il sole, la luna, le stelle solo al quarto giorno. E rispondevano “E’ la luce della Parola eterna, uscita dalla bocca di Dio”. Per questo la comunità del Vangelo di Giovanni, rispondendo alla domanda “Ma chi è questo Gesù, che abbiamo veduto, udito, toccato, scrive, fin dall’inizio, nel Prologo, “E’ la Parola”,  è il Verbo di Dio, colui che è presso Dio ed è Dio, che porta la sua tenda in mezzo a noi. In lui è la vita e in lui è la luce. “Io sono la luce del mondo”, dice Gesù.
  Noi uomini, ci dice la Scrittura, non siamo gettati nell’esistenza per caso. Noi siamo creati da questa Parola luminosa di Dio e un raggio della sua luce ci rimane per sempre nel cuore, fa parte di noi. Continua misteriosamente ad agire persino nell’ombra, persino nella disperazione. Da  questo raggio nascono la spinta alla fraternità reciproca, il desiderio di rimanere umani, la speranza al di là delle illusioni ottimistiche, la determinazione a non arrenderci, la spinta ad occuparci dei poveri. Nascono da questa luce interiore che è, per così dire, un pezzo di Dio, dentro di noi. Qualcosa che dobbiamo custodire e lasciare agire a noi anche adesso.
  Per riaccendere questa luce, proviamo a identificarci con il cieco nato di cui parla il Vangelo. E’ una persona per bene. Fin da piccolo ha imparato a saper contare sugli altri, a vivere affidato alla carità dei fratelli e alla Provvidenza di Dio. E’ uno che non ha a dire ciò di cui è manchevole - è un “mendicante”, un “menda dicere” [espressione che in Latino significa “riconoscere i difetti”] -, né a riconoscere di non sapere, per tre volte dice “Non lo so”, “Non lo conosco”. E’ uno che sa bene che cosa significa essere fragili, esposti al rischio, appesi a un filo. E’ uno “autentico”. E’ un figlio saggio di Israele e di Dio. Un povero che partecipa alla fede del suo popolo. Magari quella fede l’ha appresa sulle ginocchia dei genitori. Non sembra aver mai dato retta alla teoria degli scribi teologi farisei del suo tempo, per cui Dio l’avrebbe punito con la cecità in previsione dei suoi peccati o a sconto di quelli dei suoi genitori.
  Basta aver ascoltato almeno una volta qualche brano del libro di Giobbe: ancora oggi Dio non punisce con la pandemia il peccato degli uomini, ma la cecità, la malattia, anche la pandemia ci ricordano che siamo inseparabilmente luce e fango, luce impastata nel fango.



  Il cieco ha invece imparato dalla fede semplice ma vera del suo popolo che Dio ascolta, ascolta chi fa la sua volontà, e che, se Gesù l’ha guarito, è perché Gesù viene da Dio, e che Dio esulta per la guarigione dei suoi figli, non importa se ha rispettato il riposo del Sabato oppure no. Dentro di lui, dentro il cieco, la luce cresce sempre di  più. Quell’uomo di nome Gesù è un profeta, viene da Dio, e nel momento in cui l’incontra, si prostra e fa la sua professione di fede. “Credi nel Figlio dell’uomo?”, “E chi è Signore, perché io creda a lui?”, “Lo hai visto. E’ colui che parla con te”: “Credo, Signore”. Questa luce per lui è sempre più chiara. Lo conquista e lo commuove fin nelle viscere, come il lebbroso su dieci guariti ritornato a rendere grazie. Non vede solo il miracolo della guarigione, ma vede chi è colui che lo ha guarito. Il cieco, il lebbroso, sanno che prima o poi si ammaleranno di nuovo, moriranno.  Ma ora hanno incontrato la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Per questo al cieco non importa se passerà dall’esclusione sociale legata alla cecità a quella dovuta al fatto che è stato cacciato dalla Sinagoga. Ormai è un discepolo di Gesù. Fa parte della fraternità dei suoi discepoli. Ormai ha imparato che Dio è uno che squarcia le tenebre più fitte, quelle legate alla condizione umana.
Custodiamo questa luce nel cuore, anzi lasciamoci  custodire dalla luce di Dio. Rendiamo sempre più profonda la nostra vita spirituale, in questo tempo in cui siamo reclusi forzatamente. Attraverso l’ascolto della parola, la preghiera personale, in famiglia. Coltiviamo, anche se a distanza, quelle relazioni che ci fanno bene al cuore, e prendiamoci cura con tenerezza e con coraggio di chi è povero, di chi è in difficoltà. Manteniamo uno sguardo fermo, ma luminoso, sulle situazioni. E non si lasci avvilire il nostro sguardo. Ma sia pieno di speranza.
 Alla lunga, non basterà la buona volontà: servirà essere davvero in contatto con la luce che viene da dentro.
  Sentiamoci in profonda comunione con tutto il popolo santo di Dio, di ogni luogo e di ogni tempo, che ha saputo affrontare le situazioni più difficili appoggiandosi con fede piena al Signore. Ricordiamo la fede dei nostri nonni, che hanno attraversato la guerra; la salvezza di tanti cristiani che in tante parti del mondo hanno affrontato la persecuzione, le lotte fratricide, le pandemie, come quelle dell’Ebola. Ha detto papa Francesco che è da qui che dovremo ripartire. Dovremo guardare ancora di più alle radici. I nonni, gli anziani. Costruire una vera fratellanza tra noi. Fare memoria di questa difficile esperienza vissuta tutti insieme, e andare avanti, con speranza, la speranza che mai delude. Queste saranno le parole chiave per ricominciare, ci ha detto il Papa: radici, memoria, fratellanza, speranza.
 E così sia.

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  In life there are dark areas, dark moments. We think they can only happen to someone else. Instead this time is dark for everyone, no one excluded. It is marked by pain and shadows, which have entered the house.
 Meditating on this Gospel, celebrating this Eurcaristia, can help us. It is a question of allowing the light of God to thin out our darkness, from within: this can only be done by God. Alone we can give ourselves some courage, reassure us, tell each other "We will do it!" . But we know that this is not enough. The darkness of which we speak here is that of the "born blind". That is, of the man who, at the very moment when he came into the world, is exposed to precariousness, the unexpected, illness and death. In these moments we ask ourselves: "But am I just a fragile existence, hanging by a thread?", "Is it only this cold darkness that enters my bones?". Or is my heart crossed by an uncreated light, the divine one, and which I am kneaded with earth, yes, but with a land destined to be transfigured by light?
  On the first page of Genesis, on day "one", which coincides with eternity, God says "Let there be light!", And the light was. Jewish commentators wondered "Where does this light come from?", Since God creates the sun, moon, stars only on the fourth day. And they replied "It is the light of the eternal Word, which came from the mouth of God". This is why the community of John's Gospel, answering the question "But who is this Jesus, whom we have seen, heard, touched, writes, from the beginning, in the Prologue," It is the Word ", it is the Word of God, the one who is with God and is God, who brings his tent among us. In him is life and in him is light. "I am the light of the world," says Jesus.
  We men, Scripture tells us, are not thrown into existence by chance. We are created by this luminous Word of God and a ray of his light remains forever in our heart, it is part of us. He mysteriously continues to act even in the shadows, even in despair. From this ray are born the drive for mutual brotherhood, the desire to remain human, hope beyond optimistic illusions, the determination not to give up, the drive to take care of the poor. They are born from this inner light which is, so to speak, a piece of God within us. Something that we must cherish and leave to us even now.
  To rekindle this light, we try to identify ourselves with the born blind man of whom the Gospel speaks. He is a good person. From an early age he learned to be able to count on others, to live entrusted to the charity of his brothers and to the Providence of God. He is one who does not have to say what he is lacking - he is a "beggar", a "menda dicere" [ expression that in Latin means "to recognize defects"] -, nor to recognize not to know, three times he says "I don't know", "I don't know him". He is someone who knows what it means to be fragile, exposed to risk, hanging by a thread. It is an "authentic" one. He is a wise son of Israel and of God. A poor man who participates in the faith of his people. Maybe that faith has learned on the parents' lap. He never seems to have listened to the theory of the Pharisee theologian scribes of his time, so that God would have punished him with blindness in anticipation of his sins or at the expense of those of his parents.
 It is sufficient to have listened to some passages from the book of Job at least once: still today God does not punish the sin of men with the pandemic, but blindness, disease, even the pandemic remind us that we are inseparably light and mud, light mixed in mud.
  The blind man has instead learned from the simple but true faith of his people that God listens, listens to those who do his will, and that, if Jesus healed him, it is because Jesus comes from God, and that God exults for the healing of his children, it does not matter whether he respected the Sabbath rest or not. Inside him, inside the blind man, the light grows more and more. That man named Jesus is a prophet, he comes from God, and when he meets her, he prostrates himself and makes his profession of faith. "Do you believe in the Son of man?", "And who is Lord, why do I believe him?", "You saw him. It is he who speaks to you ":" I believe, Lord ". This light is increasingly clear for him. He conquers and moves him to the bowels, like the leper out of ten recovered returned to give thanks. He not only sees the miracle of healing, but sees who is the one who healed him. The blind man, the leper, know that sooner or later they will get sick again, they will die. But now they have met the true light, that which illuminates every man. For this reason, the blind person does not care if he will move from social exclusion linked to blindness to that due to the fact that he was expelled from the Synagogue. He is now a disciple of Jesus. He is part of the fraternity of his disciples. By now he has learned that God is one who tears the thickest darkness, that linked to the human condition.
Let's  deepen our spiritual life in this time when we are forcibly imprisoned. By listening to the word, personal prayer, in the family. We cultivate, even if at a distance, those relationships that are good for the heart, and we take care with tenderness and courage of those who are poor, those who are in difficulty. We keep a steady, but bright, gaze on situations. And don't let our gaze be disheartened. But be full of hope.
 In the long run, goodwill will not be enough: it will really be necessary to be in contact with the light that comes from within.
  Let us feel in profound communion with all the holy people of God, of every place and time, who has been able to face the most difficult situations by relying with full faith on the Lord. We remember the faith of our grandparents, who went through the war; the salvation of many Christians who in many parts of the world have faced persecution, fratricidal struggles, pandemics, such as those of Ebola. Pope Francis said that it is from here that we will have to start again. We will have to look even more at the roots. Grandparents, the elderly. Building a true brotherhood between us. Remembering this difficult experience lived all together, and moving forward, with hope, the hope that never disappoints. These will be the key words to start again, the Pope said: roots, memory, brotherhood, hope.



Sintesi di Mario Ardigò, per come ha compreso le parole del celebrante.
Summary of Mario Ardigò, as how he understood the  words of the celebrant.









Avvisi del parroco / Notices from the parson
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Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:
 Le riunioni infrasettimanali del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria nazionale per il pericolo di contagio della malattia Covid19.
The midweek meetings of the parish group of Catholic Action until the cessation of the national health emergency due to the danger of contagion of Covid disease19.