Domenica 22 marzo
2020 – 4° del Tempo di Quaresima Ordinario detta Laetare Rallegrati, dall’antifona della Messa:
Rallegrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l'amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella
tristezza:
saziatevi dell'abbondanza della vostra
consolazione. (cf. Is 66,10-11)-
- Lezionario
dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: viola –
salterio: 4° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa mandata in
onda da Rai TV 1 alle ore 11 - avvisi di Azione Cattolica.
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Sunday, March
22, 2020 - 4rd of Ordinary Lent Time, called Laetare [it’s a Latin word meaning
"Rejoice!", from the antiphon of the Mass:
Rejoice with
Jerusalem and be glad because of her, all you who love her; Exult, exult with
her, all you who were mourning over her!
(Isaiah 66:10-11) ]-
Lectionary of
year A for Sundays and solemnities - liturgical color: purple - Psaltery: 4rd
week - Readings and summary of the homily of the Mass broadcast by Rai TV 1 at
11 - notices from the Catholic Action
parish group
Osservazioni ambientali: cielo nuvoloso.
La temperatura ambientale era di 18°C.
Environmental
observations: the sky was clear this morning. The ambient temperature was 18 °
C.
Questa è la seconda domenica senza la
Messa in parrocchia per i fedeli. L’Italia sta combattendo, tutta insieme, con
gli altri popoli compagni dell'Unione Europea, l’estendersi del contagio di una
malattia virale chiamata Covid19. L’Italia sta morendo. I fedeli laici sono
stati esonerati dall’obbligo di partecipare alla Messa domenicale. Vari canali
radio e televisivi trasmettono Messe da tutt’Italia. Di seguito sintetizzo
l’omelia di quella andata in onda sul canale Rai TV 1, tramessa dalla cappella
Gesù Buon Pastore della Conferenza Episcopale Italiana, a Roma e celebrata dal Vescovo Ausiliare della
Diocesi di Roma mons. Gianpiero Palmieri.
Nella cappella i banchi del popolo erano
vuoti. Erano visibili sono il celebrante e le altre persone impegnate nella
liturgia. Il popolo
partecipava guardando la trasmissione televisiva.
This is the first Sunday without parish Mass
for the faithful. Italy is fighting, all together, with the other fellow
peoples of the European Union, the spread of the infection of a viral disease
called Covid19. Italy is
dying. The lay faithfuls have been released from the obligation to attend
Sunday Mass. Various radio and television channels broadcast Masses from all
over Italy. Below I summarize the homily of that aired on the Rai TV channel 1,
at eleven o’ clock, broadcast by the chapel of the Good Shepherd Jesus of the
Italian Episcopal Conference, in Rome and celebrated by the Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma Msgr Gianpiero Palmieri..
In the chapel
the peoples' benches were empty. The celebrant and the other people involved in
the liturgy were visible. The people participated by watching the television broadcast.
Un augurio di pace e consolazione nel dolore e
nel lutto a tutti i lettori!
Wishes for
peace and consolation in the pain and the mourning to all readers!
Il Papa ci ha invitati a leggere e
meditare il capitolo 9 del Vangelo secondo Giovanni
The Pope invited us to read and
meditate on chapter 9 of the Gospel according to John
Note: after
the Italian text there is the translation in English, done with the help of
Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of
English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails.
I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us
to be understood by those who speak English, in the many national versions of
the world, or who use it as a second or third language. It is the function that
in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other
peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is
still current. The
biblical texts in English are taken from
https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in
English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New
American Bible); the texts in english of the documents of
the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.
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Pillole di Concilio / Council pills
Dalla Costituzione pastorale sulla
Chiesa nel mondo contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et
spes, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
From the
pastoral Constitution on the Church in the contemporary world Joy and
Hope - Gaudium et spes, of the Second Vatican Council (1962-1965)
88. Il compito dei cristiani nell'aiuto agli altri paesi
I cristiani cooperino volentieri e con tutto il cuore
all'edificazione dell'ordine internazionale, nel rispetto delle legittime
libertà e in amichevole fraternità con tutti. Tanto più che la miseria della
maggior parte del mondo è così grande che il Cristo stesso, nella persona dei
poveri reclama come a voce alta la carità dei suoi discepoli. Si eviti questo
scandalo: mentre alcune nazioni, i cui abitanti per la maggior parte si dicono
cristiani, godono d'una grande abbondanza di beni, altre nazioni sono prive del
necessario e sono afflitte dalla fame, dalla malattia e da ogni sorta di
miserie. Lo spirito di povertà e d'amore è infatti la gloria e il segno della
Chiesa di Cristo.
Sono, pertanto, da lodare e da incoraggiare quei cristiani,
specialmente i giovani, che spontaneamente si offrono a soccorrere gli altri
uomini e le altre nazioni. Anzi spetta a tutto il popolo di Dio, dietro la
parola e l'esempio dei suoi vescovi, sollevare, nella misura delle proprie
forze, la miseria di questi tempi; e ciò, secondo l'antico uso della Chiesa,
attingendo non solo dal superfluo, ma anche dal necessario.
Le collette e la distribuzione dei soccorsi materiali, senza
essere organizzate in una maniera troppo rigida e uniforme, devono farsi secondo
un piano diocesano, nazionale e mondiale; ovunque la cosa sembri opportuna, si
farà in azione congiunta tra cattolici e altri fratelli cristiani. Infatti lo
spirito di carità non si oppone per nulla all'esercizio provvido e ordinato
dell'azione sociale e caritativa; anzi l'esige. È perciò necessario che quelli
che vogliono impegnarsi al servizio delle nazioni in via di sviluppo ricevano
una formazione adeguata in istituti specializzati.
88. Christians should cooperate willingly
and wholeheartedly in establishing an international order that includes a
genuine respect for all freedoms and amicable brotherhood between all. This is
all the more pressing since the greater part of the world is still suffering
from so much poverty that it is as if Christ Himself were crying out in these
poor to beg the charity of the disciples. Do not let men, then, be scandalized
because some countries with a majority of citizens who are counted as
Christians have an abundance of wealth, whereas others are deprived of the necessities
of life and are tormented with hunger, disease, and every kind of misery. The
spirit of poverty and charity are the glory and witness of the Church of
Christ.
Those Christians are to be praised and
supported, therefore, who volunteer their services to help other men and
nations. Indeed, it is the duty of the whole People of God, following the word
and example of the bishops, to alleviate as far as they are able the sufferings
of the modern age. They should do this too, as was the ancient custom in the
Church, out of the substance of their goods, and not only out of what is
superfluous.
The procedure of collecting and
distributing aids, without being inflexible and completely uniform, should
nevertheless be carried on in an orderly fashion in dioceses, nations, and
throughout the entire world. Wherever it seems convenient, this activity of
Catholics should be carried on in unison with other Christian brothers. For the
spirit of charity does not forbid, but on the contrary commands that charitable
activity be carried out in a careful and orderly manner. Therefore, it is
essential for those who intend to dedicate themselves to the services of the
developing nations to be properly trained in appropriate institutes.
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Letture bibliche della Messa
- Biblical readings of the Mass
Prima lettura
Dal primo libro di Samuele (1Sam 16,1b.4a.6-7)
From the book
of Exodus (1Sam 16:1b.4a.6-7)
In quei
giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d'olio il tuo corno e parti. Ti
mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re».
Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato. Quando fu entrato, egli
vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il
Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta
statura. Io l'ho scartato, perché non conta quel che vede l'uomo: infatti
l'uomo vede l'apparenza, ma il Signore vede il cuore». Iesse fece passare
davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non
ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i
giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a
pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci
metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo
fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto. Disse il Signore:
«Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell'olio e lo unse in mezzo
ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in
poi.
The Lord said to Samuel, “How long will you grieve
that I have rejected Saul from being king over Israel? Fill your horn with oil
and set out. I will send you to Jesse the Bethlehemite, for I have provided for
myself a king among his sons.” Samuel asked, “How can I go? If Saul hears of
it, he will kill me.” And the Lord said, “Take a heifer with you, and say, ‘I
have come to sacrifice to the Lord.’ Invite Jesse to the sacrifice, and I will
show you what you shall do. You shall anoint for me the one whom I name to
you.”
Samuel did what the Lord commanded, and came to
Bethlehem. The elders of the city came to meet him trembling, and said, “Do you
come peaceably?” He said, “Peaceably; I have come to sacrifice to the Lord;
sanctify yourselves and come with me to the sacrifice.” And he sanctified Jesse
and his sons and invited them to the sacrifice. When they came, he looked on
Eliab and thought, “Surely the Lord’s anointed is now before the Lord.” But the
Lord said to Samuel, “Do not look on his appearance or on the height of his
stature, because I have rejected him; for the Lord does not see as mortals see;
they look on the outward appearance, but the Lord looks on the heart.” Then
Jesse called Abinadab, and made him pass before Samuel. He said, “Neither has
the Lord chosen this one.” Then Jesse made Shammah pass by. And he said,
“Neither has the Lord chosen this one.” Jesse made seven of his sons pass
before Samuel, and Samuel said to Jesse, “The Lord has not chosen any of these.”
Samuel said to Jesse, “Are all your sons here?” And he
said, “There remains yet the youngest, but he is keeping the sheep.” And Samuel
said to Jesse, “Send and bring him; for we will not sit down until he comes
here.” He sent and brought him in. Now he was ruddy, and had beautiful eyes,
and was handsome. The Lord said, “Rise and anoint him; for this is the one.”
Then Samuel took the horn of oil, and anointed him in the presence of his
brothers and the spirit of the Lord came mightily upon David from that day
forward. Samuel then set out and went to Ramah.
Salmo responsoriale
Dal salmo 22
Responsorial psalm
From the
psalm 22
Ritornello / Response:
Il Signore è il mio pastore: non manco di
nulla.
The Lord is my shepherd; there is nothing I shall
want
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia.
Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno
compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
The Lord is my shepherd;
there is nothing I shall want.
Fresh and green are the pastures
where he gives me repose.
Near restful waters he leads me,
to revive my drooping spirit.
He guides me along the right path;
he is true to his name.
If I should walk in the valley of darkness
no evil would I fear.
You are there with your crook and your staff;
with these you give me comfort.
You have prepared a banquet for me
in the sight of my foes.
My head you have anointed with oil;
my cup is overflowing.
Surely goodness and kindness shall follow me
all the days of my life.
In the Lord’s own house shall I dwell
for ever and ever.
Seconda lettura
Dalla lettera di San Paolo
apostolo agli Efesini (Ef 5,8-14)
Second reading
From the
letter of St. Paul the Apostle to the Ephesians (Eph 5:8-14)
Fratelli, un tempo
eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli
della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e
verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle
opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele
apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a
Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate
sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è
detto: «Svégliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà».
For
once you were darkness, but now in the Lord you are light. Live as children of
light, for the fruit of the light is found in all that is good and right and
true. Try to find out what is pleasing to the Lord. Take no part in the
unfruitful works of darkness, but instead expose them. For it is shameful even
to mention what such people do secretly; but everything exposed by the light
becomes visible, for everything that becomes visible is light. Therefore it
says, “Sleeper, awake! Rise from the dead, and Christ will shine on you.”
Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel
Alleluia, alleluia.
Io sono la luce del mondo, dice il
Signore;
chi segue me, avrà la luce della vita. (Cfr.
Gv 8,12)
I am the light
of the world, says the Lord;
whoever follows
me will have the light of life. (See Jn 8:12)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (9,1-4)
Gospel
From the Gospel
according to John (Jn 9:1-4)
In quel tempo, Gesù passando vide
un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha
peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui
ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di
Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è
giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo,
sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la
saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella
piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci
vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un
mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere
l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli
assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo
ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha
fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: Va' a Sìloe e
làvati!. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero:
«Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era
stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli
aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva
acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi
sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non
viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può
un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro.
Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti
ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non
credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista,
finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li
interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come
mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro
figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia
aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui
di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei;
infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come
il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero:
«Ha l'età: chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato
cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un
peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so:
ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha
aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato;
perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi
discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo
discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non
sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che
voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non
ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo
ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto
gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far
nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo
cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli
disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore,
perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con
te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora
disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che
non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei
che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche
noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma
siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
As Jesus went along, he saw a man who was blind from
birth. His disciples asked him, “Rabbi, who sinned, this man or his parents,
that he was born blind?”
“Neither
this man nor his parents sinned,” said Jesus, “but this happened so that the
works of God might be displayed in him.
We must work the works of him who sent me while it is day; night is coming when
no one can work. As long as I am in the world, I am the light of the world.”
When he had said this, he spat on the ground and made
mud with the saliva and spread the mud on the man’s eyes, saying to him, “Go,
wash in the pool of Siloam” (which means Sent). Then he went and washed and
came back able to see. The neighbours and those who had seen him before as a
beggar began to ask, “Is this not the man who used to sit and beg?” Some were
saying, “It is he.” Others were saying, “No, but it is someone like him.” He
kept saying, “I am the man.” But they kept asking him, “Then how were your eyes
opened?” He answered, “The man called Jesus made mud, spread it on my eyes, and
said to me, “Go to Siloam and wash.” Then I went and washed and received my
sight.” They said to him, “Where is he?” He said, “I do not know.”
They brought to the Pharisees the man who had formerly
been blind. Now it was a sabbath day when Jesus made the mud and opened his
eyes. Then the Pharisees also began to ask him how he had received his sight.
He said to them, “He put mud on my eyes. Then I washed, and now I see.” Some of
the Pharisees said, “This man is not from God, for he does not observe the
sabbath.” But others said, “How can a man who is a sinner perform such signs?”
And they were divided. So they said again to the blind man, “What do you say
about him? It was your eyes he opened.” He said, “He is a prophet.”
They
still did not believe that he had been blind and had received his sight until
they sent for the man’s parents and asked
them, “Is this your son, who you say was born blind? How is it that now he can see?”
“We
know he is our son,” the parents answered, “and we know he was born blind. But how he can see now, or who
opened his eyes, we don’t know. Ask him; he is of age. He will
speak for himself.” His parents said this because they were afraid of the Jews,
who had already agreed that anyone who acknowledged that Jesus was the
Messiah would be put out of the synagogue. That was why his parents said, “He is of age; ask
himself.”
Yet again
they called the man who had been blind. “Give glory to God by telling
the truth,” they said. “We know this man is a sinner.”
He
replied, “Whether he is a sinner or not, I don’t know. One thing I do know. I
was blind but now I see!” They
then asked him, “What did he do to you? How did he open your eyes?” He answered
them, “I have told you already, and you would not listen. Why do you want to
hear it again? Do you also want to become his disciples?”
Then
they hurled insults at him and said, “You are this fellow’s disciple! We are
disciples of Moses! We know that God spoke to Moses, but as for this fellow, we
don’t even know where he comes from.”
The man
answered, “Now that is remarkable! You do not know where he
comes from, and yet he opened my eyes. We know that God does not listen to
sinners, but he listens to whoever worships him and obeys his will. Never since
the world began has it been heard that anyone opened the eyes of a person born
blind. If this man were not from God, he could do nothing.”
To this
they replied, “You were steeped in sin at birth; how dare you lecture us!” And
they threw him out.
Jesus heard
that they had thrown him out, and when he found him, he said, “Do you believe
in the Son of Man?” “Who is he, sir?” the man asked. “Tell
me so that I may believe in him.” Jesus said to him, “You have seen him,
and the one speaking with you is he.”
Then the man said, “Lord, I believe,” and he
worshipped him. Jesus said, “I came into this world for judgment so that those
who do not see may see, and those who do see may become blind.” Some of the Pharisees
near him heard this and said to him, “Surely we are not blind, are we?” Jesus
said, “If you were blind, you would not be guilty of sin; but now that you
claim you can see, your guilt remains.
Sintesi dell’omelia della Messa
trasmessa dal canale televisivo Rai TV 1 alle ore undici
Summary of the
homily of the Mass broadcast by the Rai TV channel 1 at eleven o'clock
Nella vita ci sono le zone
oscure, i momenti bui. Pensiamo che possano capitare solo a qualcun altro.
Invece questo tempo è oscuro per tutti, nessuno escluso. E’ segnato da dolori e
ombre, che ci sono entrate in casa.
Meditare questo Vangelo, celebrare questa
Eurcaristia, ci possono aiutare. Si tratta di consentire alla luce di Dio
diradare le nostre tenebre, dal di dentro: questo lo può fare solo Dio. Da soli
noi possiamo darci un po’ di coraggio, rassicurarci, dirci l’un l’altro “Ce la
faremo!”. Ma sappiamo bene che questo non basta. Il buio di cui si parla qui è
quello del “nato cieco”. Cio cioè dell’uomo che, nel momento stesso in cui è
venuto al mondo, è esposto alla precarietà, all’imprevisto, alla malattia e
alla morte. In questi istanti ci domandiamo: “Ma io sono solo un’esistenza
fragile, appesa a un filo?”, “Sono soltanto questa tenebra fredda che mi entra
nelle ossa?”. Oppure il mio cuore è attraversato da una luce increata, quella
divina, e che sono impastato di terra, sì, ma di una terra destinata ad essere
trasfigurata dalla luce?
Nella prima pagina della Genesi, nel giorno “uno”, che coincide con
l’eternità, Dio dice “Sia la luce!”, e la luce fu. I commentatori ebrei si
chiedevano “Da dove proviene questa luce?”, dal momento che Dio crea il sole,
la luna, le stelle solo al quarto giorno. E rispondevano “E’ la luce della
Parola eterna, uscita dalla bocca di Dio”. Per questo la comunità del Vangelo
di Giovanni, rispondendo alla domanda “Ma chi è questo Gesù, che abbiamo
veduto, udito, toccato, scrive, fin dall’inizio, nel Prologo, “E’ la
Parola”, è il Verbo di Dio, colui che è
presso Dio ed è Dio, che porta la sua tenda in mezzo a noi. In lui è la vita e
in lui è la luce. “Io sono la luce del mondo”, dice Gesù.
Noi uomini, ci dice la Scrittura, non siamo gettati nell’esistenza per
caso. Noi siamo creati da questa Parola luminosa di Dio e un raggio della sua
luce ci rimane per sempre nel cuore, fa parte di noi. Continua misteriosamente
ad agire persino nell’ombra, persino nella disperazione. Da questo raggio nascono la spinta alla
fraternità reciproca, il desiderio di rimanere umani, la speranza al di là
delle illusioni ottimistiche, la determinazione a non arrenderci, la spinta ad
occuparci dei poveri. Nascono da questa luce interiore che è, per così dire, un
pezzo di Dio, dentro di noi. Qualcosa che dobbiamo custodire e lasciare agire a
noi anche adesso.
Per riaccendere questa luce, proviamo a identificarci con il cieco nato
di cui parla il Vangelo. E’ una persona per bene. Fin da piccolo ha imparato a
saper contare sugli altri, a vivere affidato alla carità dei fratelli e alla
Provvidenza di Dio. E’ uno che non ha a dire ciò di cui è manchevole - è un
“mendicante”, un “menda dicere”
[espressione che in Latino significa “riconoscere i difetti”] -, né a
riconoscere di non sapere, per tre volte dice “Non lo so”, “Non lo conosco”. E’
uno che sa bene che cosa significa essere fragili, esposti al rischio, appesi a
un filo. E’ uno “autentico”. E’ un figlio saggio di Israele e di Dio. Un povero
che partecipa alla fede del suo popolo. Magari quella fede l’ha appresa sulle
ginocchia dei genitori. Non sembra aver mai dato retta alla teoria degli scribi
teologi farisei del suo tempo, per cui Dio l’avrebbe punito con la cecità in
previsione dei suoi peccati o a sconto di quelli dei suoi genitori.
Basta aver ascoltato almeno una volta qualche brano del libro di Giobbe:
ancora oggi Dio non punisce con la pandemia
il peccato degli uomini, ma la cecità, la malattia, anche la pandemia ci
ricordano che siamo inseparabilmente luce e fango, luce impastata nel fango.
Il cieco ha invece imparato dalla fede semplice
ma vera del suo popolo che Dio ascolta, ascolta chi fa la sua volontà, e che,
se Gesù l’ha guarito, è perché Gesù viene da Dio, e che Dio esulta per la
guarigione dei suoi figli, non importa se ha rispettato il riposo del Sabato
oppure no. Dentro di lui, dentro il cieco, la luce cresce sempre di più. Quell’uomo di nome Gesù è un profeta,
viene da Dio, e nel momento in cui l’incontra, si prostra e fa la sua
professione di fede. “Credi nel Figlio dell’uomo?”, “E chi è Signore, perché io
creda a lui?”, “Lo hai visto. E’ colui che parla con te”: “Credo, Signore”.
Questa luce per lui è sempre più chiara. Lo conquista e lo commuove fin nelle
viscere, come il lebbroso su dieci guariti ritornato a rendere grazie. Non vede
solo il miracolo della guarigione, ma vede chi è colui che lo ha guarito. Il
cieco, il lebbroso, sanno che prima o poi si ammaleranno di nuovo,
moriranno. Ma ora hanno incontrato la
luce vera, quella che illumina ogni uomo. Per questo al cieco non importa se
passerà dall’esclusione sociale legata alla cecità a quella dovuta al fatto che
è stato cacciato dalla Sinagoga. Ormai è un discepolo di Gesù. Fa parte della
fraternità dei suoi discepoli. Ormai ha imparato che Dio è uno che squarcia le
tenebre più fitte, quelle legate alla condizione umana.
Custodiamo questa luce nel cuore,
anzi lasciamoci custodire dalla luce di
Dio. Rendiamo sempre più profonda la nostra vita spirituale, in questo tempo in
cui siamo reclusi forzatamente. Attraverso l’ascolto della parola, la preghiera
personale, in famiglia. Coltiviamo, anche se a distanza, quelle relazioni che
ci fanno bene al cuore, e prendiamoci cura con tenerezza e con coraggio di chi
è povero, di chi è in difficoltà. Manteniamo uno sguardo fermo, ma luminoso,
sulle situazioni. E non si lasci avvilire il nostro sguardo. Ma sia pieno di
speranza.
Alla lunga, non basterà la buona volontà:
servirà essere davvero in contatto con la luce che viene da dentro.
Sentiamoci in profonda comunione con tutto il popolo santo di Dio, di
ogni luogo e di ogni tempo, che ha saputo affrontare le situazioni più
difficili appoggiandosi con fede piena al Signore. Ricordiamo la fede dei
nostri nonni, che hanno attraversato la guerra; la salvezza di tanti cristiani
che in tante parti del mondo hanno affrontato la persecuzione, le lotte
fratricide, le pandemie, come quelle dell’Ebola.
Ha detto papa Francesco che è da qui che dovremo ripartire. Dovremo
guardare ancora di più alle radici. I nonni, gli anziani. Costruire una vera
fratellanza tra noi. Fare memoria di questa difficile esperienza vissuta tutti
insieme, e andare avanti, con speranza, la speranza che mai delude. Queste
saranno le parole chiave per ricominciare, ci ha detto il Papa: radici, memoria, fratellanza, speranza.
E così sia.
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In life there are dark areas, dark moments. We think they can only
happen to someone else. Instead this time is dark for everyone, no one
excluded. It is marked by pain and shadows, which have entered the house.
Meditating on this Gospel,
celebrating this Eurcaristia, can help us. It is a question of allowing the
light of God to thin out our darkness, from within: this can only be done by
God. Alone we can give ourselves some courage, reassure us, tell each other
"We will do it!" . But we know that this is not enough. The darkness
of which we speak here is that of the "born blind". That is, of the
man who, at the very moment when he came into the world, is exposed to
precariousness, the unexpected, illness and death. In these moments we ask
ourselves: "But am I just a fragile existence, hanging by a thread?",
"Is it only this cold darkness that enters my bones?". Or is my heart
crossed by an uncreated light, the divine one, and which I am kneaded with
earth, yes, but with a land destined to be transfigured by light?
On the first page of
Genesis, on day "one", which coincides with eternity, God says
"Let there be light!", And the light was. Jewish commentators
wondered "Where does this light come from?", Since God creates the
sun, moon, stars only on the fourth day. And they replied "It is the light
of the eternal Word, which came from the mouth of God". This is why the
community of John's Gospel, answering the question "But who is this Jesus,
whom we have seen, heard, touched, writes, from the beginning, in the
Prologue," It is the Word ", it is the Word of God, the one who is
with God and is God, who brings his tent among us. In him is life and in him is
light. "I am the light of the world," says Jesus.
We men, Scripture tells us, are not thrown into existence by chance. We
are created by this luminous Word of God and a ray of his light remains forever
in our heart, it is part of us. He mysteriously continues to act even in the
shadows, even in despair. From this ray are born the drive for mutual
brotherhood, the desire to remain human, hope beyond optimistic illusions, the
determination not to give up, the drive to take care of the poor. They are born
from this inner light which is, so to speak, a piece of God within us.
Something that we must cherish and leave to us even now.
To rekindle this light,
we try to identify ourselves with the born blind man of whom the Gospel speaks.
He is a good person. From an early age he learned to be able to count on others,
to live entrusted to the charity of his brothers and to the Providence of God.
He is one who does not have to say what he is lacking - he is a
"beggar", a "menda dicere" [ expression that in Latin means
"to recognize defects"] -, nor to recognize not to know, three times
he says "I don't know", "I don't know him". He is someone
who knows what it means to be fragile, exposed to risk, hanging by a thread. It
is an "authentic" one. He is a wise son of Israel and of God. A poor
man who participates in the faith of his people. Maybe that faith has learned
on the parents' lap. He never seems to have listened to the theory of the
Pharisee theologian scribes of his time, so that God would have punished him
with blindness in anticipation of his sins or at the expense of those of his
parents.
It is sufficient to have listened to some
passages from the book of Job at least once: still today God does not punish the sin of men with the pandemic, but blindness,
disease, even the pandemic remind us that we are inseparably light and mud,
light mixed in mud.
The blind man has instead learned from the simple but true faith of his
people that God listens, listens to those who do his will, and that, if Jesus
healed him, it is because Jesus comes from God, and that God exults for the
healing of his children, it does not matter whether he respected the Sabbath
rest or not. Inside him, inside the blind man, the light grows more and more.
That man named Jesus is a prophet, he comes from God, and when he meets her, he
prostrates himself and makes his profession of faith. "Do you believe in
the Son of man?", "And who is Lord, why do I believe him?",
"You saw him. It is he who speaks to you ":" I believe, Lord
". This light is increasingly clear for him. He conquers and moves him to
the bowels, like the leper out of ten recovered returned to give thanks. He not
only sees the miracle of healing, but sees who is the one who healed him. The
blind man, the leper, know that sooner or later they will get sick again, they
will die. But now they have met the true light, that which illuminates every
man. For this reason, the blind person does not care if he will move from
social exclusion linked to blindness to that due to the fact that he was
expelled from the Synagogue. He is now a disciple of Jesus. He is part of the
fraternity of his disciples. By now he has learned that God is one who tears
the thickest darkness, that linked to the human condition.
Let's
deepen our spiritual life in this time when we are forcibly imprisoned.
By listening to the word, personal prayer, in the family. We cultivate, even if
at a distance, those relationships that are good for the heart, and we take
care with tenderness and courage of those who are poor, those who are in
difficulty. We keep a steady, but bright, gaze on situations. And don't let our
gaze be disheartened. But be full of hope.
In the long run, goodwill will
not be enough: it will really be necessary to be in contact with the light that
comes from within.
Let us feel in profound
communion with all the holy people of God, of every place and time, who has
been able to face the most difficult situations by relying with full faith on
the Lord. We remember the faith of our grandparents, who went through the war;
the salvation of many Christians who in many parts of the world have faced
persecution, fratricidal struggles, pandemics, such as those of Ebola. Pope
Francis said that it is from here that we will have to start again. We will
have to look even more at the roots. Grandparents, the elderly. Building a true
brotherhood between us. Remembering this difficult experience lived all
together, and moving forward, with hope, the hope that never disappoints. These
will be the key words to start again, the Pope said: roots, memory, brotherhood, hope.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha
compreso le parole del celebrante.
Summary of
Mario Ardigò, as how he understood the words of the celebrant.
Avvisi del parroco / Notices from the parson
/
Avvisi di Azione Cattolica: / Catholic Action Notices:
Le riunioni infrasettimanali del gruppo
parrocchiale di Azione Cattolica fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria
nazionale per il pericolo di contagio della malattia Covid19.
The midweek
meetings of the parish group of Catholic Action until the cessation of the
national health emergency due to the danger of contagion of Covid disease19.