Domenica 26-1-20 –
3° del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità
– colore liturgico: verde – salterio: 3° settimana -Letture e sintesi
dell’omelia della Messa delle nove - avvisi del parroco e di Azione Cattolica.
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Sunday January 26, 2020 - 3rd Sunday in Ordinary Time - Lectionary of year
A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psaltery: 3rd week -
Readings and summary of the homily of Mass on nine o’clock - notices from the
parson and from Catholic Action parish group
Osservazioni ambientali: cielo poco
nuvoloso. La temperatura ambientale è di 14°C.
Environmental observations: a little
cloudy sky. The ambient temperature is 17 ° C.
Canti della Messa delle nove:
Introduzione (Introito), Noi canteremo gloria a te ;
Offertorio, Vocazione;
Comunione, Signore, da chi andremo?; finale, Dell’aurora tu
sorgi più bella.
Songs of the Mass at Nine o’clock;
Introduction (Introit), We will sing glory to you; Offertory, Vocation; Communion, Lord, to
whom shall we go?; final, You rise more beautiful
of aurora.
Alla Messa delle nove il gruppo
parrocchiale di Azione Cattolica era nei banchi di sinistra, a
fianco dell’altare, guardando l’abside.
At the nine o'clock Mass the
Catholic Action parish group was on the left banks, next to the altar, looking
at the apse.
La prossima settimana non si terrà la riunione
del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica: alle 18:00 saremo tutti intorno al
Cardinal Vicario, il quale celebrerà la Messa nel venticinquesimo anniversario
della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale.
The meeting of the parish group of
Catholic Action will not take place next week: at 18:00 we will all be around
the Vicar Cardinal, who will celebrate
Mass on the twenty-fifth anniversary of the consecration of the new parish
church.
Il Cardinal Vicario tra noi
Martedì prossimo, 28 gennaio, il
Cardinal vicario Angelo De Donatis celebrerà la Messa vespertina delle ore
diciotto nella nostra chiesa parrocchiale. Per riunirci con il nostro vescovo,
salteremo la riunione infrasettimanale del nostro gruppo di Azione Cattolica.
Intorno a lui faremo unità tra noi della parrocchia. Gli riferiremo dei
progressi fatti nell'imparare a volerci bene, che fu al centro del
programma proposto dall'attuale parroco, don Remo Chiavarini, quando iniziò il
suo ministero tra noi nell'ottobre 2015.
Celebreremo l'anniversario
dell'inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale, che era tanto desiderata
nel quartiere. Si era nel 1995. Dal 1959 la chiesa parrocchiale era stata
allestita nel vasto locale sotterraneo, che ora è in fase di recupero. La
costruzione del nuovo edificio si deve alla pervicacia del nostro parroco di
allora, don Carlo Quieti, che seppe trovare i fondi, anche coinvolgendo la
gente del quartiere (ogni famiglia si tassò), e diede impulso ai lavori.
Ci si sta bene nella nostra
nuova chiesa parrocchiale, che è arricchita di tanti bei dipinti. Il grande
altare centrale ha molto avvicinato le liturgie ai fedeli, dando il senso del
partecipare a una mensa comune. All'ingresso c'è il magnifico portale in legno
scolpito, con riquadri con scene bibliche. E' esso stesso una catechesi.
Quando entro cerco di concentrarmi su una scena particolare e di meditarci su.
Vicino ai confessionali, sulla
destra della grande navata principale a ellissi, c'è ora anche la statua
del San Clemente della mia infanzia, davanti al quale il
nostro primo parroco, don Vincenzo Pezzella, portava noi bambini a pregare. Non
ha un particolare valore artistico, ma, per me, un grande valore affettivo,
senza nulla togliere al nuovo San Clemente del dipinto
che si trova nella navata centrale, sulla destra.
Le immagini degli apostoli ci
circondano mentre preghiamo e, sotto il grande crocifisso dell’abside, ci
sono quelle della Madonna e di San
Giovanni. Vicino all’entrata principale ci sono le icone di san Cirillo e San
Metodio, patroni d’Europa. Così ci si sente come una grande famiglia di oranti,
affratellati a tutti gli altri europei e, nella comunione Celeste, con tutti i popoli
della Terra, ora e sempre.
Next Tuesday,
January 28, Cardinal Vicar Angelo De Donatis will celebrate the evening Mass at
eighteen in our parish church. To meet with our bishop, we will skip the midweek
meeting of our Catholic Action group. Around him we will make unity among us in
the parish. We will report to him on the progress made in learning to love each
other, which was at the center of the program proposed by the current parish
priest, Fr Remo Chiavarini, when he began his ministry among us in October
2015.
We will
celebrate the anniversary of the inauguration of the new parish church, which
was so desired in the neighborhood. It was in 1995. By 1959 the parish church
had been set up in the vast underground room, which is now undergoing recovery.
The construction of the new building is due to the obstinacy of our parish
priest at the time, Don Carlo Quieti, who was able to find the funds, also
involving the people of the neighborhood (each family was taxed), and gave
impetus to the work.
You
feel comfortable in our new parish church, which is enriched with many
beautiful paintings. The large central altar brought the liturgies very close
to the faithful, giving the sense of participating in a common canteen. At the
entrance there is the magnificent carved wooden portal, with panels with
biblical scenes. It is itself a catechesis. When I enter I try to focus on a
particular scene and meditate on it.
Near
the confessionals, on the right of the large main ellipse nave, there is now
also the statue of San Clemente from my childhood, in front of which our first
parish priest, Don Vincenzo Pezzella, brought us, when I was child, to pray. It has no
particular artistic value, but, for me, a great emotional value, without taking
anything away from the new San Clemente of the painting that is located in the
central nave, on the right.
The
images of the apostles surround us while we pray and, under the large crucifix
of the apse, there are those of the Madonna and San Giovanni. Near the main
entrance are the icons of Saint Cyril and Saint Methodius, patrons of Europe.
Thus we feel like a large family which
pray, united to all the other Europeans and, in Heavenly communion, with all
the peoples of the Earth, now and always.
Buona domenica e un augurio di pace e
felicità a tutti i lettori!
Good Sunday and best wishes for peace and happiness to all
readers!
Note: after the
Italian text there is the translation in English, done with the help of Google
Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English,
some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have
experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be
understood by those who speak English, in the many national versions of the
world, or who use it as a second or third language. It is the function that in
ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples
corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still
current. The biblical texts in English are taken from
https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in
English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New
American Bible); the texts in english of the documents of
the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.
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Pillole di Concilio / Council pills
Dalla Costituzione pastorale sulla
Chiesa nel mondo contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et
spes, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
From the pastoral Constitution on the
Church in the contemporary world Joy and Hope - Gaudium et spes, of
the Second Vatican Council (1962-1965)
82. La condanna assoluta della guerra e l'azione internazionale
per evitarla
È chiaro pertanto che dobbiamo con ogni impegno sforzarci per preparare quel tempo nel quale,
mediante l'accordo delle nazioni, si potrà interdire del tutto qualsiasi
ricorso alla guerra. Questo naturalmente esige che venga istituita
un'autorità pubblica universale, da tutti riconosciuta, la quale sia dotata di
efficace potere per garantire a tutti i popoli sicurezza, osservanza della
giustizia e rispetto dei diritti. Ma prima che questa auspicabile autorità
possa essere costituita, è necessario che le attuali supreme istanze
internazionali si dedichino con tutto l'impegno alla ricerca dei mezzi più
idonei a procurare la sicurezza comune. La pace deve sgorgare spontanea dalla
mutua fiducia delle nazioni, piuttosto che essere imposta ai popoli dal terrore
delle armi. Pertanto tutti debbono impegnarsi con alacrità per far cessare
finalmente la corsa agli armamenti. Perché la riduzione degli armamenti incominci
realmente, non deve certo essere fatta in modo unilaterale, ma con uguale ritmo
da una parte e dall'altra, in base ad accordi comuni e con l'adozione di
efficaci garanzie.
Non sono frattanto da sottovalutare gli
sforzi già fatti e che si vanno tuttora facendo per allontanare il pericolo
della guerra. Va piuttosto incoraggiata la buona volontà di tanti che pur
gravati dalle ingenti preoccupazioni del loro altissimo ufficio, mossi dalla
gravissima responsabilità da cui si sentono vincolati, si danno da fare in ogni
modo per eliminare la guerra, di cui hanno orrore pur non potendo prescindere
dalla complessa realtà delle situazioni. Bisogna rivolgere incessanti preghiere
a Dio affinché dia loro la forza di intraprendere con perseveranza e condurre a
termine con coraggio quest'opera del più grande amore per gli uomini, per mezzo
della quale si costruisce virilmente l'edificio della pace. Tale opera esige
oggi certamente che essi dilatino la loro mente e il loro cuore al di là dei
confini della propria nazione, deponendo ogni egoismo nazionale ed ogni
ambizione di supremazia su altre nazioni, e nutrendo invece un profondo
rispetto verso tutta l'umanità, avviata ormai così faticosamente verso una
maggiore unità.
Per ciò che riguarda i problemi della pace e
del disarmo, bisogna tener conto degli studi approfonditi, già coraggiosamente
e instancabilmente condotti e dei consessi internazionali che trattarono questi
argomenti e considerarli come i primi passi verso la soluzione di problemi così
gravi; con maggiore insistenza ed energia dovranno quindi essere promossi in
avvenire, al fine di ottenere risultati concreti. Stiano tuttavia bene attenti gli uomini a non affidarsi
esclusivamente agli sforzi di alcuni, senza preoccuparsi minimamente dei loro
propri sentimenti. I capi di Stato, infatti, i quali sono mallevadori del bene
comune delle proprie nazioni e fautori insieme del bene della umanità intera,
dipendono in massima parte dalle opinioni e dai sentimenti delle moltitudini. È
inutile infatti che essi si adoperino con tenacia a costruire la pace, finché
sentimenti di ostilità, di disprezzo e di diffidenza, odi razziali e ostinate
ideologie dividono gli uomini, ponendoli gli uni contro gli altri. Di qui la estrema, urgente necessità di una
rinnovata educazione degli animi e di un nuovo orientamento nell'opinione
pubblica. Coloro che si dedicano a un'opera di educazione, specie della
gioventù, e coloro che contribuiscono alla formazione della pubblica opinione,
considerino loro dovere gravissimo inculcare negli animi di tutti sentimenti
nuovi, ispiratori di pace. E ciascuno di noi deve adoperarsi per mutare il suo
cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini
possono compiere insieme per condurre l'umanità verso un migliore destino.
Né ci inganni una falsa speranza. Se non
verranno in futuro conclusi stabili e onesti trattati di pace universale,
rinunciando ad ogni odio e inimicizia, L'umanità che, pur avendo compiuto
mirabili conquiste nel campo scientifico, si trova già in grave pericolo, sarà
forse condotta funestamente a quell'ora, in cui non potrà sperimentare altra
pace che la pace terribile della morte.
La Chiesa di Cristo nel momento in cui, posta
in mezzo alle angosce del tempo presente, pronuncia tali parole, non cessa
tuttavia di nutrire la più ferma speranza. Agli uomini della nostra età essa
intende presentare con insistenza, sia che l'accolgano favorevolmente, o la
respingano come importuna, il messaggio degli apostoli: «Ecco ora il tempo
favorevole» per trasformare i cuori, «ecco ora i giorni della salvezza» [Papa Giovanni 23°, Enciclica Alla Cattedra di Pietro - Ad Petri Cathedram, 29 giugno 1959].
82. The absolute condemnation of war and the
international action to avoid it
In the meantime, efforts
which have already been made and are still underway to eliminate the danger of
war are not to be underrated. On the contrary, support should be given to the
good will of the very many leaders who work hard to do away with war, which
they abominate. These men, although burdened by the extremely weighty
preoccupations of their high office, are nonetheless moved by the very grave
peacemaking task to which they are bound, even if they cannot ignore the
complexity of matters as they stand. We should fervently ask God to give these
men the strength to go forward perseveringly and to follow through courageously
on this work of building peace with vigor. It is a work of supreme love for
mankind. Today it certainly demands that they extend their thoughts and their
spirit beyond the confines of their own nation, that they put aside national
selfishness and ambition to dominate other nations, and that they nourish a
profound reverence for the whole of humanity, which is already making its way
so laboriously toward greater unity. [from the official text in english published
by Holy See in vatican.va]
It is clear therefore that we must strive with every effort to prepare
for that time in which, through the agreement of the nations, any recourse to
war can be completely forbidden. This of course requires that a universal
public authority, recognized by all, be established, which is endowed with
effective power to guarantee all peoples security, observance of justice and
respect for rights. But before this desirable authority can be established, the
current supreme international bodies must devote themselves fully to the search
for the most suitable means to provide common security. Peace must spring
spontaneously from the mutual trust of nations, rather than being imposed on
peoples by terror of arms. Therefore everyone must work alacrity to finally end
the arms race. For the reduction of armaments to really begin, it must
certainly not be done unilaterally, but with the same rhythm on both sides, on
the basis of common agreements and with the adoption of effective guarantees. [this
is the english translation of the corresponding official text in italian
published by Holy See in vatican.va]
The problems of peace and of disarmament have
already been the subject of extensive, strenuous and constant examination.
Together with international meetings dealing with these problems, such studies
should be regarded as the first steps toward solving these serious questions,
and should be promoted with even greater urgency by way of yielding concrete
results in the future.
Nevertheless,
men should take heed not to entrust themselves only to the efforts of some,
while not caring about their own attitudes. For government officials who must
at one and the same time guarantee the good of their own people and promote the
universal good are very greatly dependent on public opinion and feeling. It
does them no good to work for peace as long as feelings of hostility, contempt
and distrust, as well as racial hatred and unbending ideologies, continue to
divide men and place them in opposing camps. Consequently there is above all a
pressing need for a renewed education of attitudes and for new inspiration in
public opinion. Those who are dedicated to the work of education, particularly
of the young, or who mold public opinion, should consider it their most weighty
task to instruct all in fresh sentiments of peace. Indeed, we all need a change
of heart as we regard the entire world and those tasks which we can perform in
unison for the betterment of our race.
But
we should not let false hope deceive us. For unless enmities and hatred are put
away and firm, honest agreements concerning world peace are reached in the
future, humanity, which already is in the middle of a grave crisis, even though
it is endowed with remarkable knowledge, will perhaps be brought to that dismal
hour in which it will experience no peace other than the dreadful peace of
death. But, while we say this, the Church of Christ, present in the midst of
the anxiety of this age, does not cease to hope most firmly. She intends to
propose to our age over and over again, in season and out of season, this
apostolic message: "Behold, now is the acceptable time for a change of
heart; behold! now is the day of salvation."[Pope John 23rd, Encyclical To the Chair of Peter - Ad Petri Cathedram, June 29, 1959])
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Sintesi breve dei principi
generali desunti dal Documento finale del Sinodo speciale dei Vescovi per la
Regione Panamazzonica (26-10-19)
0. Il Documento finale del Sinodo speciale dei vescovi per la Regione Panamazzonica del
26-10-19 (di seguito indicato come Documento
finale)è un documento di portata eccezionale ed epocale per la nostra
Chiesa, perché disegna un progetto di vera e propria riforma ecclesiale, definita conversione integrale, basato
sui tre principi cardine di dottrina sociale della sinodalità
totale e diffusa, della integrazione
interculturale e della ministerialità di tutti i
fedeli per la cura della casa comune, quindi
per attuare una riforma sociale a livello globale nel senso
dei valori del vangelo, intesa come parte fondamentale della missione ecclesiale.
1. Esiste una realtà
multietnica e multiculturale nelle società del
mondo contemporaneo.
2. Vi sono culture
tradizionali fondate sul principio dell’armonia “buon vivere”, il quale si
realizza pienamente nelle Beatitudini.
3. Gli ambienti naturali
e sociali feriti dagli interessi economici e politici dominanti.
4. Una bioeconomia
innovativa è possibile utilizzando
scienza e tecnologie avanzate.
5. Le migrazioni: la mobilità umana determinata da bisogno e
persecuzione a rivela il volto di Gesù Cristo impoverito e affamato (cfr. Mt 25,35),
espulso e senza tetto ed è un’inedita
sfida politica, sociale ed ecclesiale.
6. L'annuncio di Cristo
si è compiuto spesso in connivenza con i poteri che sfruttavano le risorse e
opprimevano le popolazioni.
7. Vi è necessità di
una conversione integrale per ascoltare il grido della terra e dei
poveri. Una Chiesa incarnata, samaritana, maddalena, mariana, che
soccorre amorevolmente, riconcilia e si riconcilia, genera.
8. Vi è necessità di un atteggiamento di dialogo
aperto, riconoscendo anche la molteplicità degli interlocutori.
9. Per i giovani è necessaria
una pastorale [ La pastorale è
un’attività della Chiesa che consiste nell’introdurre, formare, sorreggere e
indirizzare nella vita di fede] sempre in divenire, incentrata
su Gesù Cristo e sul suo progetto, dialogica e integrale,
impegnata in tutte le realtà giovanili esistenti sul territorio, compagna
nell’ascolto, che accoglie i giovani e cammina con loro, soprattutto
nelle periferie.
10. La crescita accelerata delle metropoli
è accompagnata dalla proliferazione di periferie urbane. Le famiglie spesso
soffrono per la povertà, alloggi precari, mancanza di lavoro, aumento del
consumo di droghe e alcol, discriminazione e suicidio infantile, mancanza di
dialogo fra le generazioni. Sviluppo di nuovi tipi di famiglie: famiglie
monoparentali sotto la responsabilità delle donne, aumento delle famiglie
separate, unioni libere e famiglie allargate, diminuzione dei matrimoni
istituzionali. Necessità di difendere il diritto di tutte le persone alla
città. Le Comunità di base come
fondamento pastorale di molte parrocchie.
11. Vi è necessità di una conversione culturale
per andare incontro agli altri e imparare da loro. La fede come sfida in divenire. Includere tutti. I
popoli originari e quelli che sono arrivati più tardi e hanno forgiato la loro
identità nella convivenza, sono portatori di valori culturali in cui scopriamo
i semi del Verbo.
12. L'avidità per la
terra è alla radice dei conflitti che portano all'etnocidio. La Chiesa si
impegna a essere alleata dei popoli per denunciare gli attentati contro la vita
delle comunità locali, i progetti che incidono sull’ambiente, la mancanza di
demarcazione dei loro territori, nonché il modello economico di sviluppo
predatorio ed ecocida. La Chiesa promuove la salvezza integrale
della persona umana.
13. L’Inculturazione
va vista come incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ("ciò che non
si assume non è redento", Sant'Ireneo) e allo stesso tempo l'introduzione
di queste culture nella vita della Chiesa. In questo processo i popoli sono
protagonisti e accompagnati dai loro agenti pastorali e dai loro pastori. Laici
storicamente protagonisti della pietà popolare non clericalizzata.
14. Occorre ripudiare
l’evangelizzazione colonialista e il proselitismo. Riconoscere i germi del
Verbo già presenti nelle culture Evangelizzazione come l'annuncio inculturato
che genera processi di interculturalità, processi che promuovono la vita della
Chiesa con un'identità e un volto dei popoli in cui vive.
15. Occorre promuovere
l’educazione di base e l’educazione sanitaria preventiva. Educare alla
solidarietà, nella consapevolezza di un’origine comune di di un futuro
condiviso da tutti.
16. La conversione ecologica integrale significa
prendersi cura della casa comune.
L'ecologia e la giustizia sociale sono intrinsecamente unite. Un vero approccio ecologico diventa
sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle
discussioni sull'ambiente. L'ecologia integrale non è una via in più che la
Chiesa può scegliere di fronte al futuro in questo territorio, è piuttosto
l'unica via possibile, perché non c'è nessun'altro cammino praticabile per
salvare la Terra. Per i cristiani, l'interesse e la preoccupazione per la
promozione e il rispetto dei diritti umani, sia individuali che collettivi, non
è facoltativo. La civiltà richiede energia, ma l'uso dell'energia non deve
distruggere la civiltà! Cercare modelli economici alternativi, più sostenibili,
più amichevoli nei riguardi della natura, con un solido sostegno spirituale. Il
nuovo paradigma dello sviluppo sostenibile deve essere socialmente inclusivo.
Sostenere una cultura di pace e rispetto – non di violenza e violazione – e
un'economia incentrata sulla persona che si prenda cura anche della
natura. Divenire alleati delle comunità locali protagoniste della cura, protezione e difesa
dei diritti dei popoli e dei diritti della natura in questa regione sono le
stesse comunità locali. La biopirateria è una forma di violenza.
Ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di
altri gas legati al cambiamento climatico. Le nuove energie pulite
contribuiranno a promuovere la salute. Dobbiamo lavorare insieme affinché il
diritto fondamentale di accesso all'acqua pulita sia rispettato nel territorio.
17. E’ necessaria una
profonda conversione personale, sociale e strutturale. La Chiesa deve disimparare, imparare e reimparare per
superare ogni tendenza ad assumere modelli colonizzatori che hanno causato danni
in passato. Abbracciare una spiritualità di ecologia integrale, per promuovere
la cura del creato. Definiamo il peccato
ecologico come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la
comunità e l'ambiente: si manifesta in atti e abitudini di inquinamento e
distruzione dell'armonia dell'ambiente, in trasgressioni contro i principi di
interdipendenza e nella rottura delle reti di solidarietà tra le creature e in azioni contro la virtù della giustizia. Occorre:
attuare la promozione dell'ecologia
integrale a livello parrocchiale e in ciascuna giurisdizione ecclesiastica;
adottare abitudini responsabili che rispettino e valorizzino i popoli della
Terra, le loro tradizioni e la loro saggezza; ridurre la nostra dipendenza dai
combustibili fossili e l'uso della plastica, modificando le nostre abitudini
alimentari (consumo eccessivo di carne e pesce/frutti di mare) mediante stili
di vita più sobri; promuovere l'educazione all'ecologia integrale a tutti i
livelli; promuovere nuovi modelli economici e iniziative che favoriscano una
qualità di vita sostenibile.
18. La Chiesa ha bisogno
di una conversione sinodale.
Cerchiamo nuovi cammini ecclesiali, soprattutto nella ministerialità e
sacramentalità della Chiesa. La sinodalità fu il modo di essere della Chiesa
primitiva e deve essere il nostro. La
sinodalità caratterizza la Chiesa intesa come Popolo di Dio, nell’eguaglianza e nella comune dignità a fronte
della diversità di ministeri, carismi e servizi. È necessario rafforzare una
cultura di dialogo, di ascolto reciproco, di discernimento spirituale, di
consenso per giungere a decisioni comuni, promuovendo la corresponsabilità
nella vita della Chiesa in uno spirito di servizio e superando il clericalismo
e le imposizioni arbitrarie. Il discernimento comunitario permette di scoprire
la chiamata che Dio fa sentire in ogni determinata situazione storica. La
sinodalità segna uno stile di vivere la comunione e la partecipazione nelle
Chiese locali che si caratterizza per il rispetto della dignità e dell'uguaglianza
di tutti i battezzati e le battezzate, la complementarietà dei carismi e dei
ministeri, il piacere di riunirsi in assemblea per discernere insieme la voce
dello Spirito: uno stile sinodale di
vita e di lavoro, prestando particolare attenzione all'effettiva
partecipazione dei laici al discernimento e alla presa di decisioni,
rafforzando la partecipazione delle donne. La Chiesa, Popolo di Dio inserito
tra i popoli, ha la bellezza di un volto pluriforme perché si radica in molte
culture diverse.
19. Chiesa ministeriale e nuovi ministeri: I laici sono i fedeli che, con il battesimo sono stati
incorporati a Cristo, costituiti così in popolo di Dio e, in modo proprio, resi
partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per cui
esercitano il loro ruolo nella missione propria di tutto il popolo cristiano,
nella Chiesa e nel mondo. La Chiesa, in vista di una società giusta e solidale
nella cura della casa comune, vuole
fare dei laici attori privilegiati. Per la Chiesa è urgente che si promuovano e
si conferiscano ministeri a uomini e donne in modo equo. . È la Chiesa degli
uomini e delle donne battezzati che dobbiamo consolidare promuovendo la
ministerialità e, soprattutto, la consapevolezza della dignità battesimale. La
Chiesa vuole allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella
Chiesa: occorre che la voce delle donne sia ascoltata, che siano consultate e
partecipino alle prese di decisioni e, in questo modo, possano contribuire con
la loro sensibilità alla sinodalità ecclesiale, rafforzando la sua
partecipazione nei consigli pastorali delle parrocchie e delle diocesi, come
anche nelle istanze di governo, riconoscendo la ministerialità che Gesù ha
riservato alle donne e, quindi, assicurando il loro posto negli spazi di leadership
e nelle loro competenze specifiche. Chiediamo la revisione del Motu
Proprio Ministeria quædam di San Paolo 6°, affinché anche donne adeguatamente formate e preparate
possano ricevere i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, tra gli altri
che possono essere svolti, e che venga
creato il ministero istituito di donna dirigente di comunità. Da più parti
è stata avanzata la richiesta del diaconato permanente per le donne, che è
ancora in fase di studio. Per la Chiesa, è urgente la promozione, la formazione
e il sostegno ai diaconi permanenti a causa dell'importanza di questo ministero
nella comunità: il diaconato oggi deve anche promuovere l'ecologia integrale,
lo sviluppo umano, la pastorale sociale, il servizio a chi si trova in
condizioni di vulnerabilità e povertà. È auspicabile che anche la moglie ed i
figli partecipino al processo di formazione del diacono permanente. Esiste un
diritto della comunità alla celebrazione dell’Eucaristia, il quale deriva
dall'essenza dell'Eucaristia e dal suo posto nell'economia di salvezza:
l'Eucaristia infatti contiene tutto il bene spirituale della Chiesa; è la fonte
e il culmine di ogni evangelizzazione. Essa è anche è il punto di partenza: di
incontro, di riconciliazione, di apprendimento e catechesi, di crescita comunitaria.
La disciplina del celibato non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio,
sebbene vi sia per molte ragioni un rapporto di convenienza con esso. Si
propone che l’autorità competente stabilisca criteri e disposizioni per
ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, i quali, pur
avendo una famiglia legittimamente costituita e stabile, abbiano un diaconato
permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato al
fine di sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione
della Parola e la celebrazione dei Sacramenti.
20. E’
necessario riprogettare il modo in cui sono organizzate le Chiese
locali. È urgente articolare spazi sinodali,
generare reti di sostegno solidale e superare le frontiere che la
geografia impone e costruire ponti che uniscano. La Chiesa sta sviluppando una
rinnovata comprensione della sinodalità su scala regionale.
21. Dobbiamo dare una
risposta autenticamente cattolica alla richiesta delle comunità locali di
adattare la liturgia valorizzando la cosmovisione, le tradizioni, i simboli e i
riti originali che includano la dimensione trascendente, comunitaria ed
ecologica.
Brief summary of the general principles derived from the final
document of the Special Synod of Bishops for the Pan-Amazon Region (October 26,
2019)
0. The final Document
of the Special Synod of Bishops for the Pan-Amazon Region of 26-10-19
(hereinafter referred to as the Final Document) is an exceptional and epochal
document for our Church, because it draws a real reform project ecclesial,
defined integral conversion, based on the three cardinal principles of social
doctrine of total and widespread synodality, intercultural integration and
ministeriality of all the faithful for the care of the common home, therefore
to implement a social reform at a global level in the sense of values of the
gospel, understood as a fundamental part of the ecclesial mission.
1. There is a
multiethnic and multicultural reality in the societies of the contemporary
world.
2. There are
traditional cultures founded on the principle of "good living"
harmony, which is fully realized in the Beatitudes.
3. The natural and
social environments wounded by the dominant economic and political interests.
4. An innovative
bioeconomy is possible using advanced science and technologies.
5. Migrations: human
mobility determined by need and persecution reveals the face of Jesus Christ
impoverished and hungry (cf. Mt 25.35), expelled and homeless and is an
unprecedented political, social and ecclesial challenge.
6. The proclamation
of Christ was often accomplished in connivance with the powers that exploited
resources and oppressed the populations.
7. There is a need
for an integral conversion to listen to the cry of the earth and the poor. An
incarnate, Samaritan, Magdalene, Marian Church that lovingly helps, reconciles
and reconciles, generates.
8. There is a need
for an attitude of open dialogue, also recognizing the multiplicity of
interlocutors.
9. For young people a
pastoral care is needed [Pastoral care is an activity of the Church which
consists in introducing, forming, supporting and directing in the life of
faith] always in the making, focused on Jesus Christ and his project,
dialogical and integral , engaged in all the youth realities existing in the
area, companion in listening, which welcomes young people and walks with them,
especially in the suburbs.
10. The accelerated
growth of metropolises is accompanied by the proliferation of urban suburbs.
Families often suffer from poverty, precarious housing, lack of work, increased
consumption of drugs and alcohol, discrimination and child suicide, lack of
dialogue between generations. Development of new types of families:
single-parent families under the responsibility of women, increase in separate
families, free unions and extended families, decrease in institutional
marriages. Need to defend the right of all people to the city. The basic
communities as the pastoral foundation of many parishes.
11. There is a need
for cultural conversion to meet others and learn from them. Faith as a
challenge in the making. Include everyone. The original peoples and those who
arrived later and forged their identity in coexistence are bearers of cultural
values in which we discover the seeds of the Word.
12. Greed for the
earth is at the root of the conflicts that lead to ethnocide. The Church is
committed to being an ally of peoples to denounce the attacks against the life
of local communities, the projects that affect the environment, the lack of
demarcation of their territories, as well as the economic model of predatory
and ecocidal development. The Church promotes the integral salvation of the
human person.
13. Inculturation must
be seen as the incarnation of the Gospel in indigenous cultures ("what is
not assumed is not redeemed", Saint Irenaeus) and at the same time the
introduction of these cultures into the life of the Church. In this process
peoples are protagonists and accompanied by their pastoral agents and their
pastors. Secular historically protagonists of non-clericalized popular piety.
14. Colonialist
evangelization and proselytism should be repudiated. Recognize the germs of the
Word already present in cultures Evangelization as the inculturated
proclamation that generates intercultural processes, processes that promote the
life of the Church with an identity and a face of the peoples in which it
lives.
15. Basic education
and preventive health education must be promoted. Educating for solidarity, in
the awareness of a common origin of a future shared by all.
16. Integral
ecological conversion means taking care of the common home. Ecology and social
justice are intrinsically united. A true ecological approach always becomes a
social approach, which must integrate justice into environmental discussions.
Integral ecology is not one more way that the Church can choose in the face of
the future in this territory, it is rather the only possible way, because there
is no other viable path to save the Earth. For Christians, interest and concern
for the promotion and respect of human rights, both individual and collective,
is not optional. Civilization requires energy, but the use of energy must not
destroy civilization! Look for alternative economic models, more sustainable,
more friendly towards nature, with solid spiritual support. The new paradigm of
sustainable development must be socially inclusive. Support a culture of peace
and respect - not of violence and violation - and an economy focused on the
person who also takes care of nature. Becoming allies of the local communities
protagonists of the care, protection and defense of the rights of peoples and
of the rights of nature in this region are the local communities themselves.
Biopiracy is a form of violence. Drastically reduce carbon dioxide (CO2) and
other gases related to climate change. The new clean energies will help promote
health. We must work together to ensure that the fundamental right of access to
clean water is respected in the territory.
17. A deep personal,
social and structural conversion is necessary. The Church must unlearn, learn
and re-learn to overcome any tendency to take on colonizing models that have
caused damage in the past. Embrace a spirituality of integral ecology, to
promote the care of creation. We define ecological sin as an action or omission
against God, against one's neighbor, the community and the environment: it
manifests itself in acts and habits of pollution and destruction of the harmony
of the environment, in transgressions against the principles of interdependence
and in the breaking of the networks of solidarity between creatures and in
actions against the virtue of justice. It is necessary: to implement the
promotion of integral ecology at parochial level and in each ecclesiastical
jurisdiction; adopt responsible habits that respect and value the peoples of
the Earth, their traditions and their wisdom; reduce our dependence on fossil
fuels and the use of plastic, changing our eating habits (excessive consumption
of meat and fish / seafood) through more sober lifestyles; promote education in
integral ecology at all levels; promote new economic models and initiatives
that promote a sustainable quality of life.
18. The Church needs a
synodal conversion. We are looking for new ecclesial paths, especially in the
ministeriality and sacramentality of the Church. Synodality was the way of
being of the early Church and it must be ours. Synodality characterizes the
Church understood as the People of God, in equality and common dignity in the
face of the diversity of ministries, charisms and services. It is necessary to
strengthen a culture of dialogue, of mutual listening, of spiritual
discernment, of consensus in order to reach common decisions, promoting
co-responsibility in the life of the Church in a spirit of service and
overcoming clericalism and arbitrary impositions. Community discernment allows
us to discover the call that God makes heard in every given historical
situation. Synodality marks a style of living communion and participation in
local Churches which is characterized by respect for the dignity and equality
of all the baptized and baptized, the complementarity of the charisms and
ministries, the pleasure of meeting in assembly for discerning together the
voice of the Spirit: a synodal style of life and work, paying particular attention
to the effective participation of the laity in discernment and decision making,
strengthening the participation of women. The Church, the People of God
inserted among peoples, has the beauty of a multifaceted face because it is
rooted in many different cultures.
19. Ministerial Church
and new ministries: The laity are the faithful who, through baptism, have been
incorporated into Christ, thus constituted in the people of God and, in their
own way, made partakers of the priestly, prophetic and royal office of Christ,
for to which they exercise their role in the mission proper to the whole
Christian people, in the Church and in the world. In view of a just and
supportive society in the care of the common home, the Church wants to make lay
privileged actors. It is urgent for the Church to promote and give ministries
to men and women fairly. . It is the Church of baptized men and women that we
must consolidate by promoting ministeriality and, above all, awareness of
baptismal dignity. The Church wants to widen the spaces for a more incisive
female presence in the Church: the voice of women must be listened to,
consulted and participate in decision-making and, in this way, can contribute
with their sensitivity to ecclesial synodality, strengthening his participation
in the pastoral councils of parishes and dioceses, as well as in government
bodies, recognizing the ministeriality that Jesus has reserved for women and,
therefore, ensuring their place in the spaces of leadership and in their
specific competences. We ask for the revision of the Motu Proprio Ministeria
quædam of San Paolo 6 °, so that even properly trained and prepared women can
receive the ministries of the Lectorate and the Acolyte, among others that can
be carried out, and that the established ministry of female director is created
of community. The request of the permanent diaconate for women, which is still
under study, has been raised from various quarters. For the Church, the
promotion, formation and support of permanent deacons is urgent because of the
importance of this ministry in the community: the diaconate today must also
promote integral ecology, human development, social pastoral care, service to
those who find themselves in conditions of vulnerability and poverty. It is
desirable that the wife and children also participate in the process of forming
the permanent deacon. There is a community right to celebrate the Eucharist,
which derives from the essence of the Eucharist and its place in the economy of
salvation: the Eucharist in fact contains all the spiritual good of the Church;
it is the source and summit of all evangelization. It is also the starting
point: of meeting, of reconciliation, of learning and catechesis, of community
growth. The discipline of celibacy is not required by the very nature of the
priesthood, although there is a relationship of convenience with many reasons.
It is proposed that the competent authority establish criteria and provisions
for ordaining suitable and recognized men of the community as priests, who, despite
having a legitimately established and stable family, have a permanent fruitful
diaconate and receive adequate training for the priest in order to support the
life of the Christian community through preaching the Word and celebrating the
sacraments.
20. It is necessary to
redesign the way the local Churches are organized. It is urgent to articulate
synodal spaces, generate supportive networks and overcome the frontiers that
geography imposes and build bridges that unite. The Church is developing a
renewed understanding of synodality on a regional scale.
21. We must give an
authentically Catholic response to the request of local communities to adapt
the liturgy by enhancing the original cosmovision, traditions, symbols and
rites which include the transcendent, community and ecological dimension.
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Letture bibliche della Messa Biblical readings of the Mass
Prima lettura
Dal libro del profeta Isaia (Is 8,23b-9,3)
From the book of the prophet Isaiah ( Isa 8:23b-9:3)
In passato il Signore umiliò la terra di
Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare,
oltre il Giordano, Galilea delle genti.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.
[CEI 2008]
First he degraded the land of Zebulun and the
land of Naphtali; but in the end he has glorified the seaward
road, the land West of the Jordan, the District of the Gentiles. Anguish has
taken wing, dispelled is darkness; for there is no gloom where but now there
was distress.
The people who walked in darkness have seen a
great light; Upon those who dwelt in the land of gloom a light has shone.
You have brought them abundant joy and great
rejoicing, As they rejoice before you as at the harvest, as men make merry when
dividing spoils.
For the yoke that burdened them, the pole on
their shoulder, And the rod of their taskmaster you have smashed, as on the day
of Midian.
[American
Bible]
Salmo responsoriale
Dal salmo 26
Responsorial psalm
From the psalm 26
Ritornello / Response:
Il Signore è mia luce e mia salvezza
The Lord is my light and my salvation
Il Signore
è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
The Lord is my light
and my help;
whom shall I fear?
The Lord is the stronghold of my life;
before whom shall I shrink?
There is one thing I
ask of the Lord,
for this I long,
to live in the house of the Lord,
all the days of my life,
to savour the sweetness of the Lord,
to behold his temple.
I am sure I shall see
the Lord’s goodness
in the land of the living.
Hope in him, hold firm and take heart.
Hope in the Lord!
Seconda lettura
Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai
Corinzi (1Cor 1,10-13.17)
Second reading
From the first letter of
St. Paul the Apostle to the Corinthians (1Cor
1:10-13.27)
Vi esorto,
fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi
nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione
di pensiero e di sentire.
Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è
stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi
riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece
sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo».
È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse
crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?
Cristo infatti non
mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di
parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.
I appeal to you, brethren, by the name of our Lord Jesus
Christ, that all of you agree and that there be no dissensions among you, but
that you be united in the same mind and the same judgment. For it has been
reported to me by Chloe’s people that there is quarreling among you, my
brethren. What I mean is that each one of you says, “I belong to Paul,” or “I
belong to Apol’los,” or “I belong to Cephas,” or “I belong to Christ.” Is
Christ divided? Was Paul crucified for you? Or were you baptized in the name of
Paul? For Christ did not send me to baptize but to preach the gospel, and not
with eloquent wisdom, lest the cross of Christ be emptied of its power.
Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel
Alleluia, alleluia.
Gesù predicava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo. (Mt 4,23)
Jesus preached the gospel of the Kingdom
and healed all sorts of infirmities in the people. (Mt 4:23)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23)
Gospel
From the Gospel according to Matthew
(Matt 4:12-23)
Quando Gesù
seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret
e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e
di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta
Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora
Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è
vicino».
Mentre
camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro,
e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito
lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli,
Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a
Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito
lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando
nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di
malattie e di infermità nel popolo.
Now when Jesus heard that John had been
arrested, he withdrew to Galilee. He left Nazareth and made his home in
Capernaum by the sea, in the territory of Zebulun and Naphtali, so that what
had been spoken through the prophet Isaiah might be fulfilled: “Land of
Zebulun, land of Naphtali, on the road by the sea, across the Jordan, Galilee
of the Gentiles- the people who sat in darkness have seen a great light, and
for those who sat in the region and shadow of death light has dawned.”
From that time Jesus began to proclaim,
“Repent, for the kingdom of heaven has come near.”
As he walked by the Sea of Galilee, he saw
two brothers, Simon, who is called Peter, and Andrew his brother, casting a net
into the sea-for they were fishermen. And he said to them, “Follow me, and I
will make you fish for people.” Immediately they left their nets and followed
him. As he went from there, he saw two other brothers, James son of Zebedee and
his brother John , in the boat with their father Zebedee, mending their nets,
and he called them. Immediately they left the boat and their father, and
followed him. Jesus went throughout Galilee, teaching in their synagogues and
proclaiming the good news of the kingdom and curing every disease and every
sickness among the people.
Sintesi dell’omelia della Messa delle
nove
Summary of the homily of the Mass at
nine o’clock
Gesù presentò se stesso come la luce
di cui parla il brano biblico del profeta Isaia. Solo lui, il Cristo, è quella
luce: la salvezza, la redenzione, la fonte della nostra gioia. Non Paolo, che
pure fu tanto grande nella predicazione e nella evangelizzazione, non Pietro:
solo Cristo.
Nella vita parrocchiale qualche volta ci si divide seguendo questo o
quel sacerdote. Ma solo Cristo è la nostra luce. Preghiamo di convincernene sempre
meglio.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha
inteso le parole del celebrante
********
Jesus presented himself as the light
of which the biblical passage of the prophet Isaiah speaks. Only he, the
Christ, is that light: salvation, redemption, the source of our joy. Not Paul,
who was also so great in preaching and evangelization, not Peter: only Christ.
In parish life, we
sometimes divide by following this or that priest. But only Christ is our
light. Please convince yourself of it better.
Summary of Mario Ardigò, as how he
understood the words of the celebrant.
Avvisi del parroco / Notices from the parson
Martedì 28
gennaio, in occasione del venticinquesimo anniversario della consacrazione
della nuova chiesa parrocchiale, il Cardinal Vicario Angelo De Donatis
celebrerà la Messa vespertina delle ore 18:00.
Tuesday 28
January, on the occasion of the twenty-fifth anniversary of the consecration of
the new parish church, Cardinal Vicar Angelo De Donatis will celebrate the
evening mass at 18:00.
Avvisi di Azione Cattolica: / Catholic Action Notices:
La prossima
settimana non si terrà la riunione del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica:
alle 18:00 saremo tutti intorno al Cardinal Vicario, il quale celebrerà la
Messa nel venticinquesimo anniversario della consacrazione della nuova chiesa
parrocchiale.
The meeting
of the parish group of Catholic Action will not take place next week: at 18:00
we will all be around the Vicar Cardinal,
who will celebrate Mass on the twenty-fifth anniversary of the consecration of
the new parish church.