INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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lunedì 27 gennaio 2020

Sull’etica economica del cristianesimo - sintesi di un articolo di Luigino Bruni


Sull’etica economica del cristianesimo  - sintesi di un articolo di Luigino Bruni

Sintesi dell’articolo dell’economista e giornalista Luigino Bruni dal titolo “E la cruna divenne ampia - Ricchi e poveri: così il cristianesimo ha fatto sua l’etica possibile dei romani”,  pubblicato il 26 gennaio 2020 sul quotidiano Avvenire.
Sintesi di Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro Valli

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L’etica economica nel Nuovo Testamento non è semplice. Perché non è mai stato semplice mettere  insieme la parabola dei talenti con quella dell’operaio dell’ultima ora.
 Gesù chiamava i poveri “felici”, ma lui stesso non era “tecnicamente” un povero, e non escludeva i ricchi dai suoi.
 [Dopo il rifiuto del suo invito al   giovane ricco di disfarsi di tutto ciò che aveva per darlo ai poveri per seguirlo, formulò] una delle sue frasi economiche più celebri, quella sul ricco, il cammello e la cruna dell’ago.

Gesù stava per riprendere il cammino, quando un tale gli venne incontro, si gettò in ginocchio davanti a lui e gli domandò: — *Maestro buono, che cosa devo fare per ottenere la vita eterna?  Gesù gli disse: — Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne Dio!  I comandamenti li conosci: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire il falso contro nessuno, non imbrogliare, rispetta tuo padre e tua madre. E quello rispose: — Maestro, fin da giovane ho ubbidito a tutti questi comandamenti. Gesù lo guardò con amore e gli disse: — Ti manca soltanto una cosa: va’, vendi tutto quel che possiedi, e i soldi che ricavi dalli ai poveri. Allora avrai un tesoro in cielo. Poi, vieni e seguimi!  A queste parole l’uomo si trovò a disagio e se ne andò via triste perché era molto ricco. Gesù, guardando i discepoli che stavano attorno a lui, disse: «Com’è difficile per quelli che sono ricchi entrare nel *regno di Dio!».  I discepoli si meravigliarono che Gesù dicesse queste cose, ma egli aggiunse: «Figli miei, non è facile entrare nel regno di Dio!  Se è difficile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago, è ancor più difficile che un ricco possa entrare nel regno di Dio».  I discepoli si meravigliarono più di prima e cominciarono a domandarsi l’un l’altro: — Ma allora chi potrà mai salvarsi?  Gesù li guardò e disse: — Per gli uomini è una cosa impossibile, ma per Dio no! infatti tutto è possibile a Dio. [Dal Vangelo secondo Marco 10,17-24 - versione interconfessionale ABU LDC]

 Una visione critica della ricchezza, che si ricollega alla grande tradizione profetica biblica.
  L’altro grande luogo “economico” del Nuovo Testamento è li capitolo quarto degli Atti degli Apostoli dove si descrive la  comunione dei beni dei cristiani di Gerusalemme.

La comunità dei credenti viveva unanime e concorde, e quelli che possedevano qualcosa non lo consideravano come proprio, ma mettevano insieme tutto quello che avevano. Gli *apostoli annunziavano con convinzione e con forza che il Signore Gesù era risuscitato. Dio li sosteneva con la sua grazia.  Tra i credenti nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i soldi ricavati li mettevano a disposizione di tutti:  li consegnavano agli apostoli e poi venivano distribuiti a ciascuno secondo le sue necessità.  Ad esempio: un certo Giuseppe, un levita nato a Cipro che gli apostoli chiamavano Bàrnaba (cioè uno che infonde coraggio),  aveva un campo, lo vendette e portò i soldi agli apostoli. [Dagli Atti degli apostoli 4,32 - versione interconfessionale ABU LDC].

 Qui, con la comunione, troviamo la distinzione tra uso  e proprietà  dei beni, che secoli dopo diventerà centrale con il movimento francescano.
  Si deve notare una differenza [tra le due visioni della povertà. In quella del brano degli Atti degli apostoli non si entrava nella comunità cristiana da povero, dopo aver donato i propri beni ai poveri.] Nella comunità di Gerusalemme, invece, «nessuno mancava del necessario, perché quelli che possedevano campi o case li vendevano, e i soldi ricavati li mettevano a disposizione di tutti:  li consegnavano agli apostoli e poi venivano distribuiti a ciascuno secondo le sue necessità.» Qui i beni non vengono donati ai poveri, l’enfasi è posta sulla redistribuzione  interna alla comunità. Più che la povertà in sé, è la  comunione intra-comunitaria a essere posta al cuore della Chiesa, perché l’ideale era “nessun bisognoso” tra  i fedeli. Infine le lettere di Paolo. Qui uno spazio importante è centrato sul concetto di uguaglianza.

Questa colletta infatti non ha lo scopo di ridurre voi in miseria perché altri stiano bene: la si fa per raggiungere una certa uguaglianza. In questo momento voi siete nell’abbondanza e perciò potete recare aiuto a loro che sono nella necessità. In un altro momento saranno loro, nella loro abbondanza, ad aiutare voi nelle vostre difficoltà. Così ci sarà sempre uguaglianza, come dice la Bibbia: Chi aveva raccolto molto non ebbe di più; chi aveva raccolto poco non ebbe di meno. [Dalla seconda lettera ai Corinzi 8, 13-14 - versione interconfessionale ABU LDC]

  Siamo sulla stessa linea degli Atti: il centro non è la povertà ma la comunione dei beni. Quindi nel Nuovo Testamento, se si eccettua la pagina (fondamentale) delle Beatitudini, a interessare è l’atteggiamento nei confronti della ricchezza, non tanto la povertà.
 La diffusione del cristianesimo determinò naturalmente l’arrivo crecesente di persone benestanti nelle comunità.
 Con Agostino[, molto interessato all’unità del popolo cristiano] si accentuò la lettura morale delle parabole e degli episodi “economici” di Gesù, già preene nei primi Padri [della Chiesa],  e le ricchezza  d cui disfarsi diventano le passioni cattive.
  Ad Agostino interessavano soprattutto la concordia, la filantropia, le elemosine e l’amor civicus  romano [=sensibilità istituzionale per la preservazione dello stato]. E così riprese in toto  [=totalmente] l’etica economica romana classica, inclusa l’idea che i ricchi erano necessari per la gestione del potere  e del buon governo.
 Pelagio [monaco bretone vissuto tra il 4° e il 5° secolo, anche a Roma e in Africa. Riformatore religioso, propose una dottrina teologica,  secondo la quale la persona umana può con le proprie forze morali osservare i comandamenti di Dio e salvarsi; la grazia le è data soltanto per facilitare l'azione, che fu rifiutata e condannata durante il Concilio di Cartagine del 411] e  i suoi seguaci svilupparono anche, per influenza della filosofia stoica, una visione negativa radicale nei confronti della ricchezza, che attecchì particolarmente  nelle élite  romane. Conseguenza della teoria pelagiana della salvezza legate alle opere, i ricchi per salvarsi dovevano rinunciare a tutti i loro averi e quindi cercare di passare per la cruna dell’ago. E’ la rinuncia volontaria  alla ricchezza l’opera  che ci salva.
  La battaglia fu vinta da Agostino, e insieme alla teologia di Pelagio fu sconfitta la sua visione della ricchezza. E così, il posto del  motto pelagiano «Togli i ricchi e nno ci saranno neanche i poveri» fu preso da quello agostiniano: «Togli la superbia e la ricchezza non ti recherà nocumento» (in Discorsi sul Vecchio Testamento,  sermone 39,4). Il cammello quindi riuscì a passare perché fu allargata di molto la cruna dell’ago. La vittoria  di Agostino orientò decisamente la morale economica dell’Europa e quindi la storia di Occidente.
 Ciò che noi chiamiamo visione cristiana della ricchezza e della povertà fu in gran parte una eredità che il cristianesimo raccolse dal mondo romano. Sull’uso delle ricchezze il cristianesimo medievale lasciò le forme   della civiltà romana (quasi) immutate. La mancanza nei Vangeli  di una vera e propria dottrina popolare  sulla ricchezza  (quella che c’era  fu considerata troppo esigente per diventare universale) fece sì che  i teologi e i Padri [della Chiesa] adottassero letica civica romana preesistente che ben si prestava a diventare etica possibile per tutti, ricchi e poveri.
 L’etica economica cristiana  nacque da un innesto  sull’albero  romano (e greco) e sulla sua etica privata e pubblica.
  Per poter diventare possibile per tutti l’etica economica cristiana fu costretta a pagare il prezzo di diventare molto romana.
 In quegli stessi  secoli iniziava il grande movimento del monachesimo. Incominciò in quel tempo a prendere piede l’idea che la radicalità richiesta dai Vangeli e dagli Atti in tema di rinuncia alle ricchezza e di comunione dei beni potesse finalmente diventare una prassi concreta per i monaci e per i monasteri. Ai laici si propose  un’etica possibile per tutti; nei monasteri, invece, si potevano rivedere le comunità carismatiche dei primi tempi, quell’antica comunione dei poveri, quella “sola cosa” mancante.
 Non capiamo l’economia occidentale medievale, la Riforma e poi l’economia capitalistica moderna senza questo “doppio binario” seguito dall’etica economica, ce se da una parte diede vita all’immenso movimento del monachesimo e ai suoi enormi frutti di civiltà (e di economia), dall’altra ha fatto sì che l’etica economica - pubblica e privata - dell’Europa cristiana fosse  molto, troppo simile a quella precedente il cristianesimo.
  Quale Europa sarebbe nata se ad affermarsi non fosse stata l’etica romana ma quella della comunione dei beni? Come sarebbe diventata l’economia occidentale se il cammello non fosse passato per quella ampia cruna?





domenica 26 gennaio 2020

Domenica 26-1-20 – 3° del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 3° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle nove - avvisi del parroco e di Azione Cattolica. - Sunday January 26, 2020 - 3rd Sunday in Ordinary Time - Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psaltery: 3rd week - Readings and summary of the homily of Mass on nine o’clock - notices from the parson and from Catholic Action parish group


Domenica 26-1-20 – 3° del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 3° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle nove - avvisi del parroco e di Azione Cattolica.
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 Sunday January 26, 2020 - 3rd Sunday in Ordinary Time - Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psaltery: 3rd week - Readings and summary of the homily of Mass on nine o’clock - notices from the parson and from Catholic Action parish group



Osservazioni ambientali: cielo poco nuvoloso. La temperatura ambientale è di 14°C.
Environmental observations: a little cloudy sky. The ambient temperature is 17 ° C.

Canti della Messa delle nove: Introduzione (Introito), Noi canteremo gloria a te ; Offertorio,  Vocazione; Comunione, Signore, da chi andremo?; finale, Dell’aurora tu sorgi più bella.
Songs of the Mass at Nine o’clock; Introduction (Introit), We will sing glory to you; Offertory, Vocation; Communion, Lord, to whom shall we go?; final, You rise more beautiful of  aurora.

Alla Messa delle nove il gruppo parrocchiale di Azione Cattolica  era nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando l’abside.
 At the nine o'clock Mass the Catholic Action parish group was on the left banks, next to the altar, looking at the apse.


 La prossima settimana non si terrà la riunione del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica: alle 18:00 saremo tutti intorno al Cardinal Vicario, il quale celebrerà la Messa nel venticinquesimo anniversario della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale.
The meeting of the parish group of Catholic Action will not take place next week: at 18:00 we will all be around the Vicar  Cardinal, who will celebrate Mass on the twenty-fifth anniversary of the consecration of the new parish church.

Il Cardinal Vicario tra noi

Martedì prossimo, 28 gennaio, il Cardinal vicario Angelo De Donatis celebrerà la Messa vespertina delle ore diciotto nella nostra chiesa parrocchiale. Per riunirci con il nostro vescovo, salteremo la riunione infrasettimanale del nostro gruppo di Azione Cattolica. Intorno a lui faremo unità tra noi della parrocchia. Gli riferiremo dei progressi fatti nell'imparare a volerci bene, che fu al centro del programma proposto dall'attuale parroco, don Remo Chiavarini, quando iniziò il suo ministero tra noi nell'ottobre 2015.
Celebreremo l'anniversario dell'inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale, che era tanto desiderata nel quartiere. Si era  nel 1995. Dal 1959 la chiesa parrocchiale era stata allestita nel vasto locale sotterraneo, che ora è in fase di recupero. La costruzione del nuovo edificio si deve alla pervicacia del nostro parroco di allora, don Carlo Quieti, che seppe trovare i fondi, anche coinvolgendo la gente del quartiere (ogni famiglia si tassò), e diede impulso ai lavori.
  Ci si sta bene nella nostra nuova chiesa parrocchiale, che è arricchita di tanti bei dipinti. Il grande altare centrale ha molto avvicinato le liturgie ai fedeli, dando il senso del partecipare a una mensa comune. All'ingresso c'è il magnifico portale in legno scolpito, con riquadri con  scene bibliche. E' esso stesso una catechesi. Quando entro cerco di concentrarmi su una scena particolare e di meditarci su.
 Vicino ai confessionali, sulla destra della grande navata principale a ellissi, c'è ora anche la statua del San Clemente  della mia infanzia, davanti al quale il nostro primo parroco, don Vincenzo Pezzella, portava noi bambini a pregare. Non ha un particolare valore artistico, ma, per me, un grande valore affettivo, senza nulla togliere al nuovo  San Clemente del dipinto che si trova nella navata centrale, sulla destra. 
 Le immagini degli apostoli ci circondano mentre preghiamo e, sotto il grande crocifisso dell’abside, ci sono  quelle della Madonna e di San Giovanni. Vicino all’entrata principale ci sono le icone di san Cirillo e San Metodio, patroni d’Europa. Così ci si sente come una grande famiglia di oranti, affratellati a tutti gli altri europei e,  nella comunione Celeste, con tutti i popoli della Terra, ora e sempre.

Next Tuesday, January 28, Cardinal Vicar Angelo De Donatis will celebrate the evening Mass at eighteen in our parish church. To meet with our bishop, we will skip the midweek meeting of our Catholic Action group. Around him we will make unity among us in the parish. We will report to him on the progress made in learning to love each other, which was at the center of the program proposed by the current parish priest, Fr Remo Chiavarini, when he began his ministry among us in October 2015.
We will celebrate the anniversary of the inauguration of the new parish church, which was so desired in the neighborhood. It was in 1995. By 1959 the parish church had been set up in the vast underground room, which is now undergoing recovery. The construction of the new building is due to the obstinacy of our parish priest at the time, Don Carlo Quieti, who was able to find the funds, also involving the people of the neighborhood (each family was taxed), and gave impetus to the work.
  You feel comfortable in our new parish church, which is enriched with many beautiful paintings. The large central altar brought the liturgies very close to the faithful, giving the sense of participating in a common canteen. At the entrance there is the magnificent carved wooden portal, with panels with biblical scenes. It is itself a catechesis. When I enter I try to focus on a particular scene and meditate on it.
 Near the confessionals, on the right of the large main ellipse nave, there is now also the statue of San Clemente from my childhood, in front of which our first parish priest, Don Vincenzo Pezzella, brought us, when I was child, to pray. It has no particular artistic value, but, for me, a great emotional value, without taking anything away from the new San Clemente of the painting that is located in the central nave, on the right.
 The images of the apostles surround us while we pray and, under the large crucifix of the apse, there are those of the Madonna and San Giovanni. Near the main entrance are the icons of Saint Cyril and Saint Methodius, patrons of Europe. Thus we  feel like a large family which pray, united to all the other Europeans and, in Heavenly communion, with all the peoples of the Earth, now and always.

Buona domenica e un augurio di pace e felicità a tutti i lettori!  
Good Sunday and best wishes for peace and happiness to all readers!




Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

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Pillole di Concilio / Council pills

Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes,  del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
From the pastoral Constitution on the Church in the contemporary world Joy and Hope - Gaudium et spes, of the Second Vatican Council (1962-1965)

82. La condanna assoluta della guerra e l'azione internazionale per evitarla
  È chiaro pertanto che dobbiamo con ogni impegno sforzarci per preparare quel tempo nel quale, mediante l'accordo delle nazioni, si potrà interdire del tutto qualsiasi ricorso alla guerra. Questo naturalmente esige che venga istituita un'autorità pubblica universale, da tutti riconosciuta, la quale sia dotata di efficace potere per garantire a tutti i popoli sicurezza, osservanza della giustizia e rispetto dei diritti. Ma prima che questa auspicabile autorità possa essere costituita, è necessario che le attuali supreme istanze internazionali si dedichino con tutto l'impegno alla ricerca dei mezzi più idonei a procurare la sicurezza comune. La pace deve sgorgare spontanea dalla mutua fiducia delle nazioni, piuttosto che essere imposta ai popoli dal terrore delle armi. Pertanto tutti debbono impegnarsi con alacrità per far cessare finalmente la corsa agli armamenti. Perché la riduzione degli armamenti incominci realmente, non deve certo essere fatta in modo unilaterale, ma con uguale ritmo da una parte e dall'altra, in base ad accordi comuni e con l'adozione di efficaci garanzie.
  Non sono frattanto da sottovalutare gli sforzi già fatti e che si vanno tuttora facendo per allontanare il pericolo della guerra. Va piuttosto incoraggiata la buona volontà di tanti che pur gravati dalle ingenti preoccupazioni del loro altissimo ufficio, mossi dalla gravissima responsabilità da cui si sentono vincolati, si danno da fare in ogni modo per eliminare la guerra, di cui hanno orrore pur non potendo prescindere dalla complessa realtà delle situazioni. Bisogna rivolgere incessanti preghiere a Dio affinché dia loro la forza di intraprendere con perseveranza e condurre a termine con coraggio quest'opera del più grande amore per gli uomini, per mezzo della quale si costruisce virilmente l'edificio della pace. Tale opera esige oggi certamente che essi dilatino la loro mente e il loro cuore al di là dei confini della propria nazione, deponendo ogni egoismo nazionale ed ogni ambizione di supremazia su altre nazioni, e nutrendo invece un profondo rispetto verso tutta l'umanità, avviata ormai così faticosamente verso una maggiore unità.
  Per ciò che riguarda i problemi della pace e del disarmo, bisogna tener conto degli studi approfonditi, già coraggiosamente e instancabilmente condotti e dei consessi internazionali che trattarono questi argomenti e considerarli come i primi passi verso la soluzione di problemi così gravi; con maggiore insistenza ed energia dovranno quindi essere promossi in avvenire, al fine di ottenere risultati concreti. Stiano tuttavia bene attenti gli uomini a non affidarsi esclusivamente agli sforzi di alcuni, senza preoccuparsi minimamente dei loro propri sentimenti. I capi di Stato, infatti, i quali sono mallevadori del bene comune delle proprie nazioni e fautori insieme del bene della umanità intera, dipendono in massima parte dalle opinioni e dai sentimenti delle moltitudini. È inutile infatti che essi si adoperino con tenacia a costruire la pace, finché sentimenti di ostilità, di disprezzo e di diffidenza, odi razziali e ostinate ideologie dividono gli uomini, ponendoli gli uni contro gli altri. Di qui la estrema, urgente necessità di una rinnovata educazione degli animi e di un nuovo orientamento nell'opinione pubblica. Coloro che si dedicano a un'opera di educazione, specie della gioventù, e coloro che contribuiscono alla formazione della pubblica opinione, considerino loro dovere gravissimo inculcare negli animi di tutti sentimenti nuovi, ispiratori di pace. E ciascuno di noi deve adoperarsi per mutare il suo cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l'umanità verso un migliore destino.
  Né ci inganni una falsa speranza. Se non verranno in futuro conclusi stabili e onesti trattati di pace universale, rinunciando ad ogni odio e inimicizia, L'umanità che, pur avendo compiuto mirabili conquiste nel campo scientifico, si trova già in grave pericolo, sarà forse condotta funestamente a quell'ora, in cui non potrà sperimentare altra pace che la pace terribile della morte.
  La Chiesa di Cristo nel momento in cui, posta in mezzo alle angosce del tempo presente, pronuncia tali parole, non cessa tuttavia di nutrire la più ferma speranza. Agli uomini della nostra età essa intende presentare con insistenza, sia che l'accolgano favorevolmente, o la respingano come importuna, il messaggio degli apostoli: «Ecco ora il tempo favorevole» per trasformare i cuori, «ecco ora i giorni della salvezza» [Papa Giovanni 23°, Enciclica Alla Cattedra di Pietro - Ad Petri Cathedram, 29 giugno 1959].

82. The absolute condemnation of war and the international action to avoid it   
  In the meantime, efforts which have already been made and are still underway to eliminate the danger of war are not to be underrated. On the contrary, support should be given to the good will of the very many leaders who work hard to do away with war, which they abominate. These men, although burdened by the extremely weighty preoccupations of their high office, are nonetheless moved by the very grave peacemaking task to which they are bound, even if they cannot ignore the complexity of matters as they stand. We should fervently ask God to give these men the strength to go forward perseveringly and to follow through courageously on this work of building peace with vigor. It is a work of supreme love for mankind. Today it certainly demands that they extend their thoughts and their spirit beyond the confines of their own nation, that they put aside national selfishness and ambition to dominate other nations, and that they nourish a profound reverence for the whole of humanity, which is already making its way so laboriously toward greater unity. [from the official text in english published by Holy See in vatican.va]
  It is clear therefore that we must strive with every effort to prepare for that time in which, through the agreement of the nations, any recourse to war can be completely forbidden. This of course requires that a universal public authority, recognized by all, be established, which is endowed with effective power to guarantee all peoples security, observance of justice and respect for rights. But before this desirable authority can be established, the current supreme international bodies must devote themselves fully to the search for the most suitable means to provide common security. Peace must spring spontaneously from the mutual trust of nations, rather than being imposed on peoples by terror of arms. Therefore everyone must work alacrity to finally end the arms race. For the reduction of armaments to really begin, it must certainly not be done unilaterally, but with the same rhythm on both sides, on the basis of common agreements and with the adoption of effective guarantees. [this is the english translation of the corresponding official text in italian published by Holy See in vatican.va]
  The problems of peace and of disarmament have already been the subject of extensive, strenuous and constant examination. Together with international meetings dealing with these problems, such studies should be regarded as the first steps toward solving these serious questions, and should be promoted with even greater urgency by way of yielding concrete results in the future.
Nevertheless, men should take heed not to entrust themselves only to the efforts of some, while not caring about their own attitudes. For government officials who must at one and the same time guarantee the good of their own people and promote the universal good are very greatly dependent on public opinion and feeling. It does them no good to work for peace as long as feelings of hostility, contempt and distrust, as well as racial hatred and unbending ideologies, continue to divide men and place them in opposing camps. Consequently there is above all a pressing need for a renewed education of attitudes and for new inspiration in public opinion. Those who are dedicated to the work of education, particularly of the young, or who mold public opinion, should consider it their most weighty task to instruct all in fresh sentiments of peace. Indeed, we all need a change of heart as we regard the entire world and those tasks which we can perform in unison for the betterment of our race.
But we should not let false hope deceive us. For unless enmities and hatred are put away and firm, honest agreements concerning world peace are reached in the future, humanity, which already is in the middle of a grave crisis, even though it is endowed with remarkable knowledge, will perhaps be brought to that dismal hour in which it will experience no peace other than the dreadful peace of death. But, while we say this, the Church of Christ, present in the midst of the anxiety of this age, does not cease to hope most firmly. She intends to propose to our age over and over again, in season and out of season, this apostolic message: "Behold, now is the acceptable time for a change of heart; behold! now is the day of salvation."[Pope John 23rd, Encyclical To the Chair of Peter - Ad Petri Cathedram, June 29, 1959])


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Sintesi breve dei principi generali desunti dal Documento finale del Sinodo speciale dei Vescovi per la Regione Panamazzonica (26-10-19)

0.  Il  Documento finale del Sinodo speciale dei vescovi per la Regione Panamazzonica del 26-10-19 (di seguito indicato come Documento finale)è un documento di portata eccezionale ed epocale per la nostra Chiesa, perché disegna un progetto di vera e propria riforma ecclesiale, definita conversione integrale, basato sui tre  principi cardine di dottrina sociale della sinodalità totale  e diffusa, della integrazione interculturale  e della ministerialità di tutti i fedeli  per la cura della casa comune, quindi per attuare una  riforma sociale a livello globale nel senso dei valori del vangelo, intesa come parte fondamentale della missione  ecclesiale.
1. Esiste una realtà multietnica e multiculturale nelle società del  mondo contemporaneo.
2. Vi sono culture tradizionali fondate sul principio dell’armonia “buon vivere”, il quale si realizza pienamente nelle Beatitudini.
3. Gli ambienti naturali e sociali feriti dagli interessi economici e politici dominanti.
4. Una bioeconomia innovativa  è possibile utilizzando scienza e tecnologie avanzate.
5. Le migrazioni:  la mobilità umana determinata da bisogno e persecuzione a rivela il volto di Gesù Cristo impoverito e affamato (cfr. Mt 25,35), espulso e senza tetto ed è  un’inedita sfida politica, sociale ed ecclesiale.
6. L'annuncio di Cristo si è compiuto spesso in connivenza con i poteri che sfruttavano le risorse e opprimevano le popolazioni.
7. Vi è necessità di una  conversione integrale  per ascoltare il grido della terra e dei poveri. Una Chiesa incarnata, samaritana, maddalena, mariana, che soccorre amorevolmente, riconcilia e si riconcilia, genera.
8. Vi  è necessità di un atteggiamento di dialogo aperto, riconoscendo anche la molteplicità degli interlocutori.
9. Per i giovani è necessaria  una pastorale [ La pastorale  è un’attività della Chiesa che consiste nell’introdurre, formare, sorreggere e indirizzare  nella vita di fede] sempre in divenire, incentrata su Gesù Cristo e sul suo progetto, dialogica e integrale, impegnata in tutte le realtà giovanili esistenti sul territorio, compagna nell’ascolto, che accoglie i giovani e cammina con loro, soprattutto nelle periferie.
10. La crescita accelerata delle metropoli è accompagnata dalla proliferazione di periferie urbane. Le famiglie spesso soffrono per la povertà, alloggi precari, mancanza di lavoro, aumento del consumo di droghe e alcol, discriminazione e suicidio infantile, mancanza di dialogo fra le generazioni. Sviluppo di nuovi tipi di famiglie: famiglie monoparentali sotto la responsabilità delle donne, aumento delle famiglie separate, unioni libere e famiglie allargate, diminuzione dei matrimoni istituzionali. Necessità di difendere il diritto di tutte le persone alla città. Le Comunità di base come fondamento pastorale di molte parrocchie.
11.  Vi è necessità di una conversione culturale per andare incontro agli altri e imparare da loro. La fede come sfida in divenire. Includere tutti. I popoli originari e quelli che sono arrivati più tardi e hanno forgiato la loro identità nella convivenza, sono portatori di valori culturali in cui scopriamo i semi del Verbo.
12. L'avidità per la terra è alla radice dei conflitti che portano all'etnocidio. La Chiesa si impegna a essere alleata dei popoli per denunciare gli attentati contro la vita delle comunità locali, i progetti che incidono sull’ambiente, la mancanza di demarcazione dei loro territori, nonché il modello economico di sviluppo predatorio ed ecocida.  La Chiesa promuove la salvezza integrale della persona umana.
13. L’Inculturazione va vista come  incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ("ciò che non si assume non è redento", Sant'Ireneo) e allo stesso tempo l'introduzione di queste culture nella vita della Chiesa.  In questo processo i popoli sono protagonisti e accompagnati dai loro agenti pastorali e dai loro pastori. Laici storicamente protagonisti della pietà popolare non clericalizzata.
14. Occorre ripudiare l’evangelizzazione colonialista e il proselitismo. Riconoscere i germi del Verbo già presenti nelle culture Evangelizzazione come l'annuncio inculturato che genera processi di interculturalità, processi che promuovono la vita della Chiesa con un'identità e un volto dei popoli in cui vive.
15. Occorre promuovere l’educazione di base e l’educazione sanitaria preventiva. Educare alla solidarietà, nella consapevolezza di un’origine comune di di un futuro condiviso da tutti.
16. La conversione  ecologica integrale significa prendersi cura della casa comune. L'ecologia e la giustizia sociale sono intrinsecamente unite. Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull'ambiente. L'ecologia integrale non è una via in più che la Chiesa può scegliere di fronte al futuro in questo territorio, è piuttosto l'unica via possibile, perché non c'è nessun'altro cammino praticabile per salvare la Terra. Per i cristiani, l'interesse e la preoccupazione per la promozione e il rispetto dei diritti umani, sia individuali che collettivi, non è facoltativo. La civiltà richiede energia, ma l'uso dell'energia non deve distruggere la civiltà! Cercare modelli economici alternativi, più sostenibili, più amichevoli nei riguardi della natura, con un solido sostegno spirituale. Il nuovo paradigma dello sviluppo sostenibile deve essere socialmente inclusivo. Sostenere una cultura di pace e rispetto – non di violenza e violazione – e un'economia incentrata sulla persona che si prenda cura anche della natura.  Divenire alleati  delle comunità locali  protagoniste della cura, protezione e difesa dei diritti dei popoli e dei diritti della natura in questa regione sono le stesse comunità locali.  La biopirateria è una forma di violenza. Ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas legati al cambiamento climatico. Le nuove energie pulite contribuiranno a promuovere la salute. Dobbiamo lavorare insieme affinché il diritto fondamentale di accesso all'acqua pulita sia rispettato nel territorio.
17. E’ necessaria una profonda conversione personale, sociale e strutturale. La Chiesa deve  disimparare, imparare e reimparare per superare ogni tendenza ad assumere modelli colonizzatori che hanno causato danni in passato. Abbracciare una spiritualità di ecologia integrale, per promuovere la cura del creato. Definiamo il peccato ecologico come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l'ambiente: si manifesta in atti e abitudini di inquinamento e distruzione dell'armonia dell'ambiente, in trasgressioni contro i principi di interdipendenza e nella rottura delle reti di solidarietà tra le creature  e in azioni contro la virtù della giustizia. Occorre: attuare la promozione dell'ecologia integrale a livello parrocchiale e in ciascuna giurisdizione ecclesiastica; adottare abitudini responsabili che rispettino e valorizzino i popoli della Terra, le loro tradizioni e la loro saggezza; ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e l'uso della plastica, modificando le nostre abitudini alimentari (consumo eccessivo di carne e pesce/frutti di mare) mediante stili di vita più sobri; promuovere l'educazione all'ecologia integrale a tutti i livelli; promuovere nuovi modelli economici e iniziative che favoriscano una qualità di vita sostenibile.
18. La Chiesa ha bisogno di una conversione sinodale. Cerchiamo nuovi cammini ecclesiali, soprattutto nella ministerialità e sacramentalità della Chiesa. La sinodalità fu il modo di essere della Chiesa primitiva  e deve essere il nostro. La sinodalità caratterizza la Chiesa intesa come Popolo di Dio, nell’eguaglianza e nella comune dignità a fronte della diversità di ministeri, carismi e servizi. È necessario rafforzare una cultura di dialogo, di ascolto reciproco, di discernimento spirituale, di consenso per giungere a decisioni comuni, promuovendo la corresponsabilità nella vita della Chiesa in uno spirito di servizio e superando il clericalismo e le imposizioni arbitrarie. Il discernimento comunitario permette di scoprire la chiamata che Dio fa sentire in ogni determinata situazione storica. La sinodalità segna uno stile di vivere la comunione e la partecipazione nelle Chiese locali che si caratterizza per il rispetto della dignità e dell'uguaglianza di tutti i battezzati e le battezzate, la complementarietà dei carismi e dei ministeri, il piacere di riunirsi in assemblea per discernere insieme la voce dello Spirito: uno stile sinodale di vita e di lavoro, prestando particolare attenzione all'effettiva partecipazione dei laici al discernimento e alla presa di decisioni, rafforzando la partecipazione delle donne. La Chiesa, Popolo di Dio inserito tra i popoli, ha la bellezza di un volto pluriforme perché si radica in molte culture diverse.
19. Chiesa ministeriale e nuovi ministeri: I laici sono i fedeli che, con il battesimo sono stati incorporati a Cristo, costituiti così in popolo di Dio e, in modo proprio, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per cui esercitano il loro ruolo nella missione propria di tutto il popolo cristiano, nella Chiesa e nel mondo. La Chiesa, in vista di una società giusta e solidale nella cura della casa comune, vuole fare dei laici attori privilegiati. Per la Chiesa è urgente che si promuovano e si conferiscano ministeri a uomini e donne in modo equo. . È la Chiesa degli uomini e delle donne battezzati che dobbiamo consolidare promuovendo la ministerialità e, soprattutto, la consapevolezza della dignità battesimale. La Chiesa vuole allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa: occorre che la voce delle donne sia ascoltata, che siano consultate e partecipino alle prese di decisioni e, in questo modo, possano contribuire con la loro sensibilità alla sinodalità ecclesiale, rafforzando la sua partecipazione nei consigli pastorali delle parrocchie e delle diocesi, come anche nelle istanze di governo, riconoscendo la ministerialità che Gesù ha riservato alle donne e, quindi, assicurando il loro posto negli spazi di leadership e nelle loro competenze specifiche. Chiediamo la revisione del Motu Proprio Ministeria quædam di San Paolo 6°, affinché anche donne adeguatamente formate e preparate possano ricevere i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, tra gli altri che possono essere svolti, e che venga creato il ministero istituito di donna dirigente di comunità. Da più parti è stata avanzata la richiesta del diaconato permanente per le donne, che è ancora in fase di studio. Per la Chiesa, è urgente la promozione, la formazione e il sostegno ai diaconi permanenti a causa dell'importanza di questo ministero nella comunità: il diaconato oggi deve anche promuovere l'ecologia integrale, lo sviluppo umano, la pastorale sociale, il servizio a chi si trova in condizioni di vulnerabilità e povertà. È auspicabile che anche la moglie ed i figli partecipino al processo di formazione del diacono permanente. Esiste un diritto della comunità alla celebrazione dell’Eucaristia, il quale deriva dall'essenza dell'Eucaristia e dal suo posto nell'economia di salvezza: l'Eucaristia infatti contiene tutto il bene spirituale della Chiesa; è la fonte e il culmine di ogni evangelizzazione. Essa è anche è il punto di partenza: di incontro, di riconciliazione, di apprendimento e catechesi, di crescita comunitaria. La disciplina del celibato non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, sebbene vi sia per molte ragioni un rapporto di convenienza con esso. Si propone che l’autorità competente stabilisca criteri e disposizioni per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, i quali, pur avendo una famiglia legittimamente costituita e stabile, abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato al fine di sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della Parola e la celebrazione dei Sacramenti.

20. E’  necessario riprogettare il modo in cui sono organizzate le Chiese locali. È urgente articolare spazi sinodali,  generare reti di sostegno solidale e superare le frontiere che la geografia impone e costruire ponti che uniscano. La Chiesa sta sviluppando una rinnovata comprensione della sinodalità su scala regionale.
21. Dobbiamo dare una risposta autenticamente cattolica alla richiesta delle comunità locali di adattare la liturgia valorizzando la cosmovisione, le tradizioni, i simboli e i riti originali che includano la dimensione trascendente, comunitaria ed ecologica.


Brief summary of the general principles derived from the final document of the Special Synod of Bishops for the Pan-Amazon Region (October 26, 2019)

0. The final Document of the Special Synod of Bishops for the Pan-Amazon Region of 26-10-19 (hereinafter referred to as the Final Document) is an exceptional and epochal document for our Church, because it draws a real reform project ecclesial, defined integral conversion, based on the three cardinal principles of social doctrine of total and widespread synodality, intercultural integration and ministeriality of all the faithful for the care of the common home, therefore to implement a social reform at a global level in the sense of values of the gospel, understood as a fundamental part of the ecclesial mission.
1. There is a multiethnic and multicultural reality in the societies of the contemporary world.
2. There are traditional cultures founded on the principle of "good living" harmony, which is fully realized in the Beatitudes.
3. The natural and social environments wounded by the dominant economic and political interests.
4. An innovative bioeconomy is possible using advanced science and technologies.
5. Migrations: human mobility determined by need and persecution reveals the face of Jesus Christ impoverished and hungry (cf. Mt 25.35), expelled and homeless and is an unprecedented political, social and ecclesial challenge.
6. The proclamation of Christ was often accomplished in connivance with the powers that exploited resources and oppressed the populations.
7. There is a need for an integral conversion to listen to the cry of the earth and the poor. An incarnate, Samaritan, Magdalene, Marian Church that lovingly helps, reconciles and reconciles, generates.
8. There is a need for an attitude of open dialogue, also recognizing the multiplicity of interlocutors.
9. For young people a pastoral care is needed [Pastoral care is an activity of the Church which consists in introducing, forming, supporting and directing in the life of faith] always in the making, focused on Jesus Christ and his project, dialogical and integral , engaged in all the youth realities existing in the area, companion in listening, which welcomes young people and walks with them, especially in the suburbs.
10. The accelerated growth of metropolises is accompanied by the proliferation of urban suburbs. Families often suffer from poverty, precarious housing, lack of work, increased consumption of drugs and alcohol, discrimination and child suicide, lack of dialogue between generations. Development of new types of families: single-parent families under the responsibility of women, increase in separate families, free unions and extended families, decrease in institutional marriages. Need to defend the right of all people to the city. The basic communities as the pastoral foundation of many parishes.
11. There is a need for cultural conversion to meet others and learn from them. Faith as a challenge in the making. Include everyone. The original peoples and those who arrived later and forged their identity in coexistence are bearers of cultural values ​​in which we discover the seeds of the Word.
12. Greed for the earth is at the root of the conflicts that lead to ethnocide. The Church is committed to being an ally of peoples to denounce the attacks against the life of local communities, the projects that affect the environment, the lack of demarcation of their territories, as well as the economic model of predatory and ecocidal development. The Church promotes the integral salvation of the human person.
13. Inculturation must be seen as the incarnation of the Gospel in indigenous cultures ("what is not assumed is not redeemed", Saint Irenaeus) and at the same time the introduction of these cultures into the life of the Church. In this process peoples are protagonists and accompanied by their pastoral agents and their pastors. Secular historically protagonists of non-clericalized popular piety.
14. Colonialist evangelization and proselytism should be repudiated. Recognize the germs of the Word already present in cultures Evangelization as the inculturated proclamation that generates intercultural processes, processes that promote the life of the Church with an identity and a face of the peoples in which it lives.
15. Basic education and preventive health education must be promoted. Educating for solidarity, in the awareness of a common origin of a future shared by all.
16. Integral ecological conversion means taking care of the common home. Ecology and social justice are intrinsically united. A true ecological approach always becomes a social approach, which must integrate justice into environmental discussions. Integral ecology is not one more way that the Church can choose in the face of the future in this territory, it is rather the only possible way, because there is no other viable path to save the Earth. For Christians, interest and concern for the promotion and respect of human rights, both individual and collective, is not optional. Civilization requires energy, but the use of energy must not destroy civilization! Look for alternative economic models, more sustainable, more friendly towards nature, with solid spiritual support. The new paradigm of sustainable development must be socially inclusive. Support a culture of peace and respect - not of violence and violation - and an economy focused on the person who also takes care of nature. Becoming allies of the local communities protagonists of the care, protection and defense of the rights of peoples and of the rights of nature in this region are the local communities themselves. Biopiracy is a form of violence. Drastically reduce carbon dioxide (CO2) and other gases related to climate change. The new clean energies will help promote health. We must work together to ensure that the fundamental right of access to clean water is respected in the territory.
17. A deep personal, social and structural conversion is necessary. The Church must unlearn, learn and re-learn to overcome any tendency to take on colonizing models that have caused damage in the past. Embrace a spirituality of integral ecology, to promote the care of creation. We define ecological sin as an action or omission against God, against one's neighbor, the community and the environment: it manifests itself in acts and habits of pollution and destruction of the harmony of the environment, in transgressions against the principles of interdependence and in the breaking of the networks of solidarity between creatures and in actions against the virtue of justice. It is necessary: ​​to implement the promotion of integral ecology at parochial level and in each ecclesiastical jurisdiction; adopt responsible habits that respect and value the peoples of the Earth, their traditions and their wisdom; reduce our dependence on fossil fuels and the use of plastic, changing our eating habits (excessive consumption of meat and fish / seafood) through more sober lifestyles; promote education in integral ecology at all levels; promote new economic models and initiatives that promote a sustainable quality of life.
18. The Church needs a synodal conversion. We are looking for new ecclesial paths, especially in the ministeriality and sacramentality of the Church. Synodality was the way of being of the early Church and it must be ours. Synodality characterizes the Church understood as the People of God, in equality and common dignity in the face of the diversity of ministries, charisms and services. It is necessary to strengthen a culture of dialogue, of mutual listening, of spiritual discernment, of consensus in order to reach common decisions, promoting co-responsibility in the life of the Church in a spirit of service and overcoming clericalism and arbitrary impositions. Community discernment allows us to discover the call that God makes heard in every given historical situation. Synodality marks a style of living communion and participation in local Churches which is characterized by respect for the dignity and equality of all the baptized and baptized, the complementarity of the charisms and ministries, the pleasure of meeting in assembly for discerning together the voice of the Spirit: a synodal style of life and work, paying particular attention to the effective participation of the laity in discernment and decision making, strengthening the participation of women. The Church, the People of God inserted among peoples, has the beauty of a multifaceted face because it is rooted in many different cultures.
19. Ministerial Church and new ministries: The laity are the faithful who, through baptism, have been incorporated into Christ, thus constituted in the people of God and, in their own way, made partakers of the priestly, prophetic and royal office of Christ, for to which they exercise their role in the mission proper to the whole Christian people, in the Church and in the world. In view of a just and supportive society in the care of the common home, the Church wants to make lay privileged actors. It is urgent for the Church to promote and give ministries to men and women fairly. . It is the Church of baptized men and women that we must consolidate by promoting ministeriality and, above all, awareness of baptismal dignity. The Church wants to widen the spaces for a more incisive female presence in the Church: the voice of women must be listened to, consulted and participate in decision-making and, in this way, can contribute with their sensitivity to ecclesial synodality, strengthening his participation in the pastoral councils of parishes and dioceses, as well as in government bodies, recognizing the ministeriality that Jesus has reserved for women and, therefore, ensuring their place in the spaces of leadership and in their specific competences. We ask for the revision of the Motu Proprio Ministeria quædam of San Paolo 6 °, so that even properly trained and prepared women can receive the ministries of the Lectorate and the Acolyte, among others that can be carried out, and that the established ministry of female director is created of community. The request of the permanent diaconate for women, which is still under study, has been raised from various quarters. For the Church, the promotion, formation and support of permanent deacons is urgent because of the importance of this ministry in the community: the diaconate today must also promote integral ecology, human development, social pastoral care, service to those who find themselves in conditions of vulnerability and poverty. It is desirable that the wife and children also participate in the process of forming the permanent deacon. There is a community right to celebrate the Eucharist, which derives from the essence of the Eucharist and its place in the economy of salvation: the Eucharist in fact contains all the spiritual good of the Church; it is the source and summit of all evangelization. It is also the starting point: of meeting, of reconciliation, of learning and catechesis, of community growth. The discipline of celibacy is not required by the very nature of the priesthood, although there is a relationship of convenience with many reasons. It is proposed that the competent authority establish criteria and provisions for ordaining suitable and recognized men of the community as priests, who, despite having a legitimately established and stable family, have a permanent fruitful diaconate and receive adequate training for the priest in order to support the life of the Christian community through preaching the Word and celebrating the sacraments.
20. It is necessary to redesign the way the local Churches are organized. It is urgent to articulate synodal spaces, generate supportive networks and overcome the frontiers that geography imposes and build bridges that unite. The Church is developing a renewed understanding of synodality on a regional scale.
21. We must give an authentically Catholic response to the request of local communities to adapt the liturgy by enhancing the original cosmovision, traditions, symbols and rites which include the transcendent, community and ecological dimension.

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Letture bibliche della Messa Biblical readings of the Mass

Prima lettura
Dal  libro del profeta  Isaia (Is 8,23b-9,3)
From the book of the prophet Isaiah ( Isa  8:23b-9:3)

In passato il Signore umiliò la terra di Zàbulon e la terra di Nèftali, ma in futuro renderà gloriosa la via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti.
Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Mádian.
 
[CEI 2008]


  First he degraded the land of Zebulun and the land of Naphtali;  but in the end he has glorified the seaward road, the land West of the Jordan, the District of the Gentiles. Anguish has taken wing, dispelled is darkness; for there is no gloom where but now there was distress.
  The people who walked in darkness have seen a great light; Upon those who dwelt in the land of gloom a light has shone.
  You have brought them abundant joy and great rejoicing, As they rejoice before you as at the harvest, as men make merry when dividing spoils.
  For the yoke that burdened them, the pole on their shoulder, And the rod of their taskmaster you have smashed, as on the day of Midian.
 [American Bible]


Salmo responsoriale
Dal salmo  26
Responsorial psalm
From the psalm  26

Ritornello / Response:
Il Signore è mia luce e mia salvezza
The Lord is my light and my salvation


Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura? 
Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per contemplare la bellezza del Signore
e ammirare il suo santuario. 
Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore. 

The Lord is my light and my help;
whom shall I fear?
The Lord is the stronghold of my life;
before whom shall I shrink?
There is one thing I ask of the Lord,
for this I long,
to live in the house of the Lord,
all the days of my life,
to savour the sweetness of the Lord,
to behold his temple.
I am sure I shall see the Lord’s goodness
in the land of the living.
Hope in him, hold firm and take heart.
Hope in the Lord!


Seconda lettura
Dalla  prima  lettera di San Paolo apostolo  ai Corinzi (1Cor 1,10-13.17)
Second reading
From the first   letter of St. Paul the Apostle  to the Corinthians  (1Cor 1:10-13.27)

  Vi esorto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire.
   Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo».
   È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?
  Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo.

I appeal to you, brethren, by the name of our Lord Jesus Christ, that all of you agree and that there be no dissensions among you, but that you be united in the same mind and the same judgment. For it has been reported to me by Chloe’s people that there is quarreling among you, my brethren. What I mean is that each one of you says, “I belong to Paul,” or “I belong to Apol’los,” or “I belong to Cephas,” or “I belong to Christ.” Is Christ divided? Was Paul crucified for you? Or were you baptized in the name of Paul? For Christ did not send me to baptize but to preach the gospel, and not with eloquent wisdom, lest the cross of Christ be emptied of its power.

Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel

Alleluia, alleluia.

Gesù predicava il vangelo del Regno
e guariva ogni sorta di infermità nel popolo. (Mt 4,23)
Jesus preached the gospel of the Kingdom
and healed all sorts of infirmities in the people. (Mt 4:23)

Alleluia.


Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-23)
Gospel
From the Gospel according to Matthew (Matt 4:12-23)

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:

 «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».

Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
  Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

  Now when Jesus heard that John had been arrested, he withdrew to Galilee. He left Nazareth and made his home in Capernaum by the sea, in the territory of Zebulun and Naphtali, so that what had been spoken through the prophet Isaiah might be fulfilled: “Land of Zebulun, land of Naphtali, on the road by the sea, across the Jordan, Galilee of the Gentiles- the people who sat in darkness have seen a great light, and for those who sat in the region and shadow of death light has dawned.”
  From that time Jesus began to proclaim, “Repent, for the kingdom of heaven has come near.”
  As he walked by the Sea of Galilee, he saw two brothers, Simon, who is called Peter, and Andrew his brother, casting a net into the sea-for they were fishermen. And he said to them, “Follow me, and I will make you fish for people.” Immediately they left their nets and followed him. As he went from there, he saw two other brothers, James son of Zebedee and his brother John , in the boat with their father Zebedee, mending their nets, and he called them. Immediately they left the boat and their father, and followed him. Jesus went throughout Galilee, teaching in their synagogues and proclaiming the good news of the kingdom and curing every disease and every sickness among the people.


Sintesi dell’omelia della Messa delle nove
Summary of the homily of the Mass at nine o’clock

Gesù presentò se stesso come la luce di cui parla il brano biblico del profeta Isaia. Solo lui, il Cristo, è quella luce: la salvezza, la redenzione, la fonte della nostra gioia. Non Paolo, che pure fu tanto grande nella predicazione e nella evangelizzazione, non Pietro: solo Cristo.
  Nella vita parrocchiale qualche volta ci si divide seguendo questo o quel sacerdote. Ma solo Cristo è la nostra  luce. Preghiamo di convincernene sempre meglio.

Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del celebrante

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Jesus presented himself as the light of which the biblical passage of the prophet Isaiah speaks. Only he, the Christ, is that light: salvation, redemption, the source of our joy. Not Paul, who was also so great in preaching and evangelization, not Peter: only Christ.
   In parish life, we sometimes divide by following this or that priest. But only Christ is our light. Please convince yourself of it better.


Summary of Mario Ardigò, as how he understood the  words of the celebrant.

Avvisi del parroco / Notices from the parson
 Martedì 28 gennaio, in occasione del venticinquesimo anniversario della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale, il Cardinal Vicario Angelo De Donatis celebrerà la Messa vespertina delle ore 18:00.
Tuesday 28 January, on the occasion of the twenty-fifth anniversary of the consecration of the new parish church, Cardinal Vicar Angelo De Donatis will celebrate the evening mass at 18:00.
Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:
La prossima settimana non si terrà la riunione del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica: alle 18:00 saremo tutti intorno al Cardinal Vicario, il quale celebrerà la Messa nel venticinquesimo anniversario della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale.
The meeting of the parish group of Catholic Action will not take place next week: at 18:00 we will all be around the Vicar  Cardinal, who will celebrate Mass on the twenty-fifth anniversary of the consecration of the new parish church.