Domenica 13-4-14–
Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – Domenica delle Palme -
2° settimana del salterio – colore liturgico: rosso - Letture e sintesi
dell’omelia della Messa delle nove
Osservazioni ambientali: temperatura 19 C°;
cielo: poco nuvoloso. Canti: ingresso, Noi
canteremo gloria a te; Offertorio, Gesù
per le strade; Comunione, Preghiera
semplice.
Il gruppo di AC era nei banchi a
sinistra dell'altare, guardando l'abside.
Buona
domenica a tutti i lettori!
Prima lettura
Dal libro del profeta Isaia (Is 50,4-7)
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa
attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi
ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato
indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro
che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli in insulti e agli
sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo
rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
Salmo responsoriale (dal salmo 22)
Ritornello:
Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno
beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le
labbra, scuotono il capo:
"Si
rivolga al Signore: lui lo liberi,
lo porti in
salvo, se davvero lo ama!"
Un branco di
cani mi circonda,
mi accerchia
una banda di malfattori;
hanno scavato
le mie mani e miei piedi.
Posso contare
le mie ossa.
Si dividono
le mie vesti,
sulla mia
tunica gettano la sorte.
Ma tu,
Signore, non stare lontano,
mia forza,
vieni presto in mio aiuto.
Annuncerò il
tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in
mezzo all'assemblea.
Lodate il
Signore, voi tutti suoi fedeli,
gli dia
gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta
la discendenza di Israele.
Seconda lettura
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai
Filippesi (Fil 2,6-11)
Cristo Gesù, pur essendo nella
condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se
stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto
riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e
a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di
sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei
cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: "Gesù Cristo è
Signore!", a gloria di Dio Padre.
Vangelo
Passione di nostro Signore Gesù Cristo
secondo Matteo (Mt
26,4-27,66)
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato
Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: "Quanto volete darmi
perché io ve lo consegni?". E
quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava
l'occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Àzzimi, i discepoli si
avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che prepariamo per te,
perché tu possa mangiare la Pasqua?". Ed egli rispose: "Andate in
città da un tale e ditegli: «Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la
Pasqua da te con i miei discepoli». E i discepoli fecero come aveva loro
ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici.
Mentre mangiavano, disse: "In verità io vi dico: uno di voi mi
tradirà". Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a
domandargli: "Sono forse io, Signore?". Ed egli rispose: "Colui
che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio
dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai quell'uomo dal quale il
Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!".
Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose:
"Tu l'hai detto".
Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane,
recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse:
"Prendete, mangiate: questo è il mio corpo". Poi prese il calice,
rese grazie e lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il
mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.
Io vi dico che d'ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al
giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio". Dopo aver
cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.
Allora Gesù disse loro: "Questa notte per
tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: «Percuoterò il pastore
e saranno disperse le pecore del gregge». Ma, dopo che sarò risorto, vi
precederò in Galilea". Pietro gli disse: "Se tutti si
scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai". Gli disse Gesù:
"In verità ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi
rinnegherai tre volte". Pietro gli rispose: "Anche se dovessi morire
con te, io non ti rinnegherò". Lo stesso dissero tutti di discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere,
chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado a
pregare". E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a
provare tristezza e angoscia. E disse loro: "La mia anima è triste fino
alla morte; restate qui e vegliate con
me". Andò un poco più avanti, cadde
faccia a terra e pregava, dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi via
da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu". Poi venne
dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: "Così, non siete
stati capaci di vegliare con me un'ora sola? Vegliate e pregate, per non entrare
in tentazione. Lo spirito è pronto, ma
la carne è debole". Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo:
"Padre mio, se questo calice non può passare via sena che io lo beva, si
compia la tua volontà". Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché
i loro occhi si erano fatti pesanti. Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò
per la terza volta con le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse
loro: "Dormite pure e risposatevi! Ecco , l'ora è vicina e il Figlio
dell'Uomo viene consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo. Ecco, colui
che mi tradisce è vicino.
Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare
Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata
dai capi dei sacerdoti e dagli anziani
del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: "Quello che
bacerò, è lui; arrestatelo!" Subito si avvicinò a Gesù e disse:
"Salve, Rabbì!". E lo baciò. E Gesù gli disse: "Amico, per
questo sei qui!". Allora si fecero avanti, misero le m ani addosso a Gesù
e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada,
la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio.
Allora Gesù gli disse: "Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti
quelli che prendono la spada, di spada moriranno. O credi che io non possa
pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici
legioni di angeli? Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le
quali così deve avvenire?". In quello stesso momento Gesù disse alla folla:
"Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni
giorno sedevo ne tempio a insegnare e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è
avvenuto perché si compiano le Scritture dei profeti". Allora tutti i
discepoli lo abbandonarono fuggirono.
Quelli che avevano arrestato Gesù lo
condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli
scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al
palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come
sarebbe andata a finire. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una
falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; ma non la trovarono,
sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono
due, che affermarono: "Costui ha dichiarato: «Posso distruggere il tempio
di Dio e ricostruirlo in tre giorni". Il sommo sacerdote si alzò e gli
disse: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di
te?". Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti
scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di
Dio". Gli rispose Gesù: "Tu l'hai detto; anzi io vi dico: d'ora
innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra della Potenza e venire
sulle nubi del cielo". Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Che
bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve
ne pare?". E quelli risposero: "È reo di morte!". Allora gli
sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, dicendo:
"Fa' il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?".
Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel
cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e gli disse: "Anche tu eri con
Gesù, il Galileo!". Ma egli negò davanti a tutti dicendo: "Non
capisco che cosa dici". Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra
serva e disse ai presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno". Ma
egli negò di nuovo, giurando: "Non conosco quell'uomo!". Dopo un poco
i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: "E' vero, anche tu sei uno
di loro; infatti il tuo accento ti tradisce". Allora egli cominciò a
imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un gallo
cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: "Prima
che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte ". E, uscito fuori, pianse
amaramente.
Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti
e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Poi lo
misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.
Allora Giuda - colui che lo tradì -, vedendo che Gesù era stato condannato,
preso dal rimorso, riportò le trenta monete d'argento ai capi dei sacerdoti e
agli anziani, dicendo: "Ho peccato, perché ho tradito sangue
innocente". Ma quelli dissero: "A noi che importa? Pensaci tu!".
Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a
impiccarsi. I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: "Non è
lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue". Tenuto
consiglio, comprarono con esse il "Campo del vasaio" per la sepoltura
degli stranieri. Perciò quel campo fu chiamato "Campo di sangue" fino
al giorno d'oggi. Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta
Geremia: "E presero trenta monete d'argento, il prezzo di colui che tal prezzo fu valutato dai figli d'Israele, e
le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore."
Gesù intanto comparve davanti al governatore,
e il governatore lo interrogò dicendo: "Sei tu il re dei Giudei?".
Gesù rispose: "Tu lo dici". E mentre i capi dei sacerdoti e gli
anziani lo accusavano, non rispose nulla. Allora Pilato gi disse: "Non
senti quante testimonianza portano contro di te?" Ma non gli rispose
neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito. A ogni
festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un
carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato molto famoso di
nome Barabba. Perciò alla gente che si era radunata, Pilato disse: "Chi
volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato
Cristo?". Sapeva bene infatti che glielo aveva consegnato per invidia.
Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: "Non avere a
che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per
causa sua". Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a
chiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò loro:
"Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?".
Quelli risposero: "Barabba". Chiese loro Piato: "Ma allora, che
farò di Gesù, chiamato Cristo?". Tutti risposero: "Sia
crocifisso!". Ed egli disse: "Ma che male ha fatto?". Essi
allora gridavano più forte: "Sia crocifisso!". Pilato, visto che non
otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell'acqua e si lavò le
mani davanti alla folla, dicendo: "Non sono responsabile di questo sangue.
Pensateci voi!". E tutto il popolo rispose: "Il suo sangue ricada su
di noi e sui nostri figli". Allora
rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo
consegnò perché fosse crocifisso.
Allora i soldati del governatore condussero
Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. Lo spogliarono, gli
fecero indossare un mantello scarlatto, intrecciarono una corono di spine,
gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi,
inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: "Salve, re dei
Giudei!". Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo
percuotevano sul capo. Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli
rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene,
chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce. Giunti al luogo detto
Gòlgota, che significa "Luogo del cranio", gli diedero da bere vino
misto con fiele. Egli lo assaggiò, ma
non ne volle bere. Dopo averlo crocifisso, si divisero le vesti, tirandole a
sorte. Poi, seduti, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo posero il
motivo scritto della sua condanna: "Costui è Cristo, il re dei
Giudei". Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno
a sinistra.
Quelli che passavano di lì lo insultavano,
scuotendo il capo e dicendo: "Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni
lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di dio, e scendi dalla
croce!". Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani,
facendosi beffe di lui dicevano: "Ha salvato altri e non può salvare se
stesso! E' il re d'Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. Ha
confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: «sono
Figlio di Dio!»". Anche i ladroni lo insultavano allo stesso modo.
A
mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso
le tre, Gesù gridò a gran voce: "Elì, Elì, lemà sabactàni?", che
significa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Udendo
questo, alcuni dei presenti dicevano: "Costui chiama Elia". E subito
uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una
canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: "Lascia! Vediamo se viene
Elia a salvarlo!". Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.
Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in
due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, i sepolcri si
aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. Uscendo dai
sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a
molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla
vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e
dicevano: "Davvero costui era Figlio di Dio". Vi erano là anche molte
donne che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per
servirlo. Tra queste c'erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di
Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.
Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di
Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui
era diventato discepolo di Gesù. Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo
di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe prese il
corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che
si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all'entrata
del sepolcro, se ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c'erano Maria di
Màgdala e l'altra Maria.
Il giorno seguente, quello dopo Parasceve, si
riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, dicendo:
"Signore, ci siano ricordati che quell'impostore, mentre era vivo, disse: «Dopo
tre giorni risorgerò». Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo
giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo:
«È risorto dai morti». Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della
prima!". Pilato disse loro: "Avete le guardie: andata e assicurate la
sorveglianza come meglio credete". Essi andarono e, per rendere sicura la
tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.
Sintesi
dell'omelia della Messa delle nove
Inizia la Settimana Santa. La lettura
della Passione del Signore ci prepara alle liturgie che saranno celebrate.
Dobbiamo sentirci invitati a non rifiutare le sofferenze della vita, ma a
viverle con Cristo, nello spirito della Croce, per fare esperienza con lui
della risurrezione.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha
inteso le parole del celebrante – Azione Cattolica in San Clemente Papa– Roma,
Monte Sacro Valli
La raccolta della offerte delle Messe di questa domenica verrà impiegata per il sostegno alle famiglie in difficoltà della parrocchia
Dopo la Messa delle nove è iniziata una processione per le vie del quartiere
Avvisi parrocchiali:
-mercoledì 16, alle ore 18, Liturgia
penitenziale: saranno disponibili diversi sacerdoti per le confessioni;
-da giovedì a sabato, alle ore 9,
saranno recitate le Lodi;
-giovedì 17, alle ore 18, Messa in
Coena Domini;
-venerdì 18, alle ore 18, Solenne azione
liturgica e, al termine, Via Crucis
lungo via Val Padana;
-sabato 19, ore 22:30 Veglia Pasquale.
-si segnala il sito WEB della
parrocchia:
Avvisi di
A.C.:
- la riunione
infrasettimanale del gruppo parrocchiale di AC si terrà il 15-4-14, alle ore
17, nell'aula con accesso dal corridoio dell'ufficio parrocchiale. Si terrà una
conversazione sul tema della Purificazione
nella visione del Purgatorio dantesco. Martedì 22-4-14 non ci sarà
riunione. Le riunioni del gruppo riprenderanno martedì 29-4-14
- si segnla
il nuovo sito WEB dall'AC diocesana:
www.acroma.it
- si segnala
il sito WEB www.parolealtre.it , il nuovo portale di
Azione Cattolica sulla formazione;
iniziativa
attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano
2° (1962-1965) e per scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le
potenzialità.
-si segnala
il blog curato dal presidente http://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/