Sapienza
Due interessanti libri divulgativi sull’intelligenza artificiale, di Paolo Benanti Le macchine sapienti – Marietti 1820 – 1918 e di Nello Cristianini Machina Sapiens – Il Mulino – 2024, attribuiscono la sapienza a sistemi di controllo e decisione non organici e non umani, basati su algoritmi che lavorano in base a processi matematici applicati a strutture elettroniche digitali che emulano il nostro sistema organico neurologico. Altri due libri divulgativi che trattano di come e a partire da che cosa si manifesta la nostra coscienza, di Daniel C. Bennet Coscienza. Che cos’è – Raffaello Cortina – 2023 (ma pubblicato il lingua inglese nel 1991) e di Anil Seth Come il cervello crea la nostra coscienza – Raffaello Cortina – 2023, ci parlano della nostra coscienza come una percezione prodotta dal nostro organismo. Questi libri sono disponibili anche in formato digitale ebook e Kindle.
Un testo divulgativo è un’opera scritta da uno specialista in qualche ramo della conoscenza per far comprendere ai non specialisti qualcosa di quel campo di studio. Non vi vengono utilizzati quindi il gergo e i linguaggi codificati usati nella comunità degli specialisti e anche dove lo si fa si cerca di spiegarne il senso servendosi del linguaggio comune.
La sapienza usata nell’espressione Homo sapiens, il nome della nostra specie biologica, l’unica sopravvissuta del genere Homo (ne sono state individuate altre cinque, tutte estinte), equivale a intelligenza e una delle principali manifestazioni dell’intelligenza viene considerata la coscienza. Nell’esercizio comunitario della coscienza si manifesta la sapienza della filosofia e della teologia intesa come orientamento etico derivante da una consapevolezza del senso dell’esistenza. Le religioni, tutte e quindi anche i cristianesimi, sono manifestazioni sociali di sapienza.
I sistemi di intelligenza artificiale, che alcuni autori preferirebbero chiamare non umani, perché costruendoli non si ha di mira di riprodurre nostre forme di intelligenza e la nostra forma di coscienza, bensì qualcosa di sovrumano, ed è proprio per questo che si prevede che essi cambieranno profondamente i nostri modi di vivere e le nostre società, ci hanno consentito di capire meglio il funzionamento della nostra mente, che ci consente l’interazione con il mondo esterno, innanzi tutto costruendone un’immagine in noi.
In particolare, sembra che il nostro corpo sia molto più importante per coscienza e mente di quanto si era propensi a ritenere fino a non molto tempo fa. È una scoperta della quale si aveva consapevolezza fin da tempi molto antichi nei buddismi, nei quali si cerca di guarire la sofferenza che origina dalla nostra mente (mentre il dolore origina dal corpo e non è evitabile) tranquillizzando il corpo con tecniche di meditazione basate su concentrarsi sulle percezioni corporee. Per inciso, anche la spiritualità cristiana è piena di queste pratiche, anche se attribuisce i loro effetti al soprannaturale, in particolare all’azione dello Spirito. Un esempio eclatante sono gli Esercizi spirituali di Ignazio di Lojola.
Insomma, il pensiero non sarebbe separato dall’organismo che lo produce. Di questo si aveva consapevolezza fin da quando, nel Seicento europeo, si costruirono gli schemi ideologici e metodologici delle scienze moderne. Ma ora si tende a superare ogni dualismo tra psiche e corpo e questo ha importanti riflessi sull’idea che gli esseri umani possano veramente autodeterminarsi sulla base del loro pensiero e quindi anche sui sistemi sociali che attribuiscono agli esseri umani la responsabilità dei loro atti. Anche l’etica religiosa vi è coinvolta, naturalmente.
Si sono costruiti sistemi automatici di controllo e decisione con caratteristiche intelligenti e, per farli interagire in società, si sta cercando di renderli capaci di superare dilemmi etici analoghi a quelli degli esseri umani. Quanto più quei sistemi potranno interagire nella vita fisica controllando macchine e processi, tanto più sarà necessario che sviluppino una capacità autonoma propriamente etica. Il problema è che essi dipendono dai centri umani che li controllano e, anche, li possiedono.
I dilemmi etici sono tutti riconducibili alla scelta di tollerare un male per produrre un bene maggiore, perché se la questione è tra bene e male, secondo una certa impostazione etica, non c’è dilemma, perché un sistema etico è fatto per orientare chi agisce verso ciò che è socialmente considerato bene, evitando ciò che socialmente è considerato male.
Ad esempio: un sistema di guida autonoma percepisce che, a causa di un evento fisico esterno non potrà mantenere un’autovettura sulla carreggiata. Il veicolo finirà sicuramente fuori strada. Però il sistema di guida autonoma ha ancora la possibilità di far uscire di strada il veicolo a destra o a sinistra, ma in ogni caso investirà e probabilmente ucciderà delle persone che stanno camminando sui marciapiede. A destra c’è un adolescente, a sinistra due anziani. Verso dove dovrà dirigere l’uscita di strada? In un simile contesto, un conducente umano probabilmente si lascerà guidare dalle proprie emozioni, che sono reazioni organiche irriflesse al pericolo, istintive come si suole dire. I neurologi hanno scoperto che, in queste condizioni, i sistemi cerebrali che producono il pensiero razionale vengono come cortocircuitati. Ma questo non lo si accetta da un sistema di guida autonoma, che si vorrebbe sovrumano.
La nostra sapienza, però non si manifesta in quelle condizioni, ma nelle relazioni sociali nelle quali non si è pressati da un’urgenza simile e si ha il tempo di manifestare un certo orientamento dialogando e quindi interagendo ragionevolmente. Il presupposto indispensabile di relazioni simili è la capacità di empatia tra organismi. È per questo che un sistema intelligente di trattamento linguistico può produrre una discreta omelia per una messa domenicale, ma essa non sarà percepita realmente come sapienza, e nella specie sapienza religiosa. Aggiungo che la sapienza è propria degli esseri umani in quanto mortali.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli