Domenica 16-4-17 - Pasqua 2017
- Risurrezione del Signore - Lezionario
dell’anno A per le domeniche e le solennità – – colore liturgico: bianco – salterio: proprio del Tempo
- Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle nove della
domenica- avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali:
temperatura 15 C°, cielo velato,
variabile. Canti: ingresso, Ti esalto mio
Dio, mi Re; Offertorio, Risuscitò;
Comunione, Le tue mani; finale, Regina Coeli.
Alla Messa delle nove della
domenica, il gruppo di Ac era seduto nei banchi a fianco dell’altare, sulla
sinistra guardando l’abside.
Buona Pasqua a tutti i
lettori!
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L'abside e il presbiterio della cara chiesa parrocchiale, con l'allestimento pasquale, oggi, qualche minuto prima delle nove. L'averci pregato tanto dentro ci fa amare la nostra chiesa parrocchiale, senza che possano essere di ostacolo questioni di gusti architettonici. Non la guardiamo con occhi da estranei. Ogni suo particolare ci è caro. Ci lavoriamo sopra con il metodo dell'aggiunta, senza sottrarre, così come, in spirito religioso, non vogliamo fare a meno di nessuno di noi. Tutti ci sono cari. Tutti vorremmo chiamare amici. |
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Cronache dalla Veglia Pasquale
Quest’anno la liturgia della Veglia Pasquale
si è svolta con un buon contemperamento delle
diverse spiritualità presenti in parrocchia e tenendo conto anche di
coloro che, per vari problemi non dipendenti da cattiva disposizione d’animo, ma
ad esempio perché troppo piccoli o troppo anziani, o per questioni di salute, non
riescono a reggere liturgie con tempi troppo prolungati. Si sono anche
celebrati tre battesimi, due di neonati e uno di una ragazza che, provenendo
dal vicino Continente, ci ha arricchito con la sua vita e ha portato a termine
tra noi l’adesione alla nostra fede iniziata tra la sua gente di nascita, noi e loro
parti vive del popolo di Dio, dell’unica famiglia umana, cittadini dell'unica patria celeste.
Questo risultato molto apprezzabile è stato merito in massima parte dei
sacerdoti della parrocchia, del loro tenace e paziente impegno, ma anche della buona volontà dei gruppi
laicali presenti tra noi, che si sono realmente avvicinati e hanno collaborato.
L’anno prossimo potremmo forse lavorare ancora un po’ per favorire
maggiormente la possibilità per i fedeli di un più intenso raccoglimento per la
meditazione religiosa, con più spazi di silenzio, riducendo o abolendo
l’utilizzo delle percussioni nei canti in certi momenti liturgici, scegliendo canti che non richiedano un
volume troppo elevato, il tutto secondo quanto ci si aspetta che accada in un “veglia”. Infatti, come ci è stato
spiegato in AC la scorsa settimana, Il Sabato Santo è il giorno dell’attesa e
del grande silenzio.
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Pillole di Concilio
[Dalla Costituzione dogmatica sulla
Chiesa Luce per le genti, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)]
IL MISTERO DELLA CHIESA
La Chiesa è sacramento
in Cristo
1. Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito
Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura
(cfr. Mc 16,15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che
risplende sul volto della Chiesa. E siccome la Chiesa è, in Cristo, in qualche
modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell'intima unione con Dio e
dell'unità di tutto il genere umano, continuando il tema dei precedenti
Concili, intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo
intero la propria natura e la propria missione universale. Le presenti
condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché
tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali,
tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo.
Disegno salvifico
universale del Padre
2. L'eterno Padre, con liberissimo e arcano
disegno di sapienza e di bontà, creò l'universo; decise di elevare gli uomini
alla partecipazione della sua vita divina; dopo la loro caduta in Adamo non li
abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di
Cristo redentore, « il quale è l'immagine dell'invisibile Dio, generato prima
di ogni creatura » (Col 1,15). Tutti infatti quelli che ha scelto, il Padre
fino dall'eternità « li ha distinti e li ha predestinati a essere conformi
all'immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti
fratelli » (Rm 8,29). I credenti in Cristo, li ha voluti chiamare a formare la
santa Chiesa, la quale, già annunciata in figure sino dal principio del mondo,
mirabilmente preparata nella storia del popolo d'Israele e nell'antica Alleanza,
stabilita infine « negli ultimi tempi », è stata manifestata dall'effusione
dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, infatti,
come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, « dal giusto
Abele fino all'ultimo eletto »,
saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale.
Missione del Figlio
3. È venuto quindi il Figlio, mandato dal Padre,
il quale ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo e ci ha
predestinati ad essere adottati in figli, perché in lui volle accentrare tutte
le cose (cfr. Ef 1,4-5 e 10). Perciò Cristo, per adempiere la volontà del
Padre, ha inaugurato in terra il regno dei cieli e ci ha rivelato il mistero di
lui, e con la sua obbedienza ha operato la redenzione. La Chiesa, ossia il
regno di Cristo già presente in mistero, per la potenza di Dio cresce
visibilmente nel mondo. Questo inizio e questa crescita sono significati dal
sangue e dall'acqua, che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso (cfr.
Gv 19,34), e sono preannunziati dalle parole del Signore circa la sua morte in
croce: « Ed io, quando sarò levato in alto da terra, tutti attirerò a me » (Gv
12,32). Ogni volta che il sacrificio della croce, col quale Cristo, nostro
agnello pasquale, è stato immolato (cfr. 1 Cor 5,7), viene celebrato
sull'altare, si rinnova l'opera della nostra redenzione. E insieme, col
sacramento del pane eucaristico, viene rappresentata ed effettuata l'unità dei
fedeli, che costituiscono un solo corpo in Cristo (cfr. 1 Cor 10,17). Tutti gli
uomini sono chiamati a questa unione con Cristo, che è la luce del mondo; da
lui veniamo, per mezzo suo viviamo, a lui siamo diretti.
Lo Spirito
santificatore della Chiesa
4. Compiuta l'opera che il Padre aveva affidato
al Figlio sulla terra (cfr. Gv 17,4), il giorno di Pentecoste fu inviato lo
Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa e affinché i credenti
avessero così attraverso Cristo accesso al Padre in un solo Spirito (cfr. Ef
2,18). Questi è lo Spirito che dà la vita, una sorgente di acqua zampillante
fino alla vita eterna (cfr. Gv 4,14; 7,38-39); per mezzo suo il Padre ridà la
vita agli uomini, morti per il peccato, finché un giorno risusciterà in Cristo
i loro corpi mortali (cfr. Rm 8,10-11). Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei
cuori dei fedeli come in un tempio (cfr. 1 Cor 3,16; 6,19) e in essi prega e
rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione (cfr.
Gal 4,6; Rm 8,15-16 e 26). Egli introduce la Chiesa nella pienezza della verità
(cfr. Gv 16,13), la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e
dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti
(cfr. Ef 4,11-12; 1 Cor 12,4; Gal 5,22). Con la forza del Vangelo la fa
ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col
suo Sposo.
Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: « Vieni » (cfr. Ap 22,17).
Così la Chiesa universale si presenta come « un
popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo ».
Il regno di Dio
5. Il mistero della santa Chiesa si manifesta
nella sua stessa fondazione. Il Signore Gesù, infatti, diede inizio ad essa
predicando la buona novella, cioè l'avvento del regno di Dio da secoli promesso
nella Scrittura: « Poiché il tempo è compiuto, e vicino è il regno di Dio » (Mc
1,15; cfr. Mt 4,17). Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle
parole, nelle opere e nella presenza di Cristo. La parola del Signore è
paragonata appunto al seme che viene seminato nel campo (cfr. Mc 4,14): quelli
che lo ascoltano con fede e appartengono al piccolo gregge di Cristo (cfr. Lc
12,32), hanno accolto il regno stesso di Dio; poi il seme per virtù propria
germoglia e cresce fino al tempo del raccolto (cfr. Mc 4,26-29). Anche i
miracoli di Gesù provano che il regno è arrivato sulla terra: « Se con il dito
di Dio io scaccio i demoni, allora è già pervenuto tra voi il regno di Dio »
(Lc 11,20; cfr. Mt 12,28). Ma innanzi tutto il regno si manifesta nella stessa
persona di Cristo, figlio di Dio e figlio dell'uomo, il quale è venuto « a
servire, e a dare la sua vita in riscatto per i molti » (Mc 10,45). Quando poi
Gesù, dopo aver sofferto la morte in croce per gli uomini, risorse, apparve
quale Signore e messia e sacerdote in eterno (cfr. At 2,36; Eb 5,6; 7,17-21),
ed effuse sui suoi discepoli lo Spirito promesso dal Padre (cfr. At 2,33). La
Chiesa perciò, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i
suoi precetti di carità, umiltà e abnegazione, riceve la missione di annunziare
e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno
costituisce in terra il germe e l'inizio. Intanto, mentre va lentamente
crescendo, anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di
unirsi col suo re nella gloria.
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LETTURE BIBLICHE DELLA MESSA
Prima lettura
Dagli Atti degli Apostoli (At 10,34a.37-43)
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete
ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il
battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e
potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro
che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui.
E noi siamo testimoni
di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme.
Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo
giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni
prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua
risurrezione dai morti.
E ci ha ordinato di
annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei
morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza:
chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».
Salmo responsoriale (dal Salmo 117 (118))
Ritornello:
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci ed esultiamo
Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
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Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
(Col 3,1-4)
Fratelli, se siete
risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra
di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete
morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra
vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
SEQUENZA
Alla vittima pasquale,
s'innalzi oggi il sacrificio di lode.
L'Agnello ha redento il suo gregge,
l'Innocente ha riconciliato
noi peccatori col Padre.
Morte e Vita si sono affrontate
in un prodigioso duello.
Il Signore della vita era morto;
ma ora, vivo, trionfa.
«Raccontaci, Maria:
che hai visto sulla via?».
«La tomba del Cristo vivente,
la gloria del Cristo risorto,
e gli angeli suoi testimoni,
il sudario e le sue vesti.
Cristo, mia speranza, è risorto:
precede i suoi in Galilea».
Sì, ne siamo certi:
Cristo è davvero risorto.
Tu, Re vittorioso,
abbi pietà di noi.
Canto al
Vangelo
Alleluia, alleluia
Cristo, nostra
Pasqua, è stato immolato:
facciamo festa nel
Signore (cfr 1Cor 5,7-8).
Alleluia
Vangelo
Dal Vangelo secondo
Giovanni (Gv 20,1-9)
Il primo
giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando
era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse
allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e
disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove
l'hanno posto!».
Pietro
allora uscì insieme all'altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano
insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse
per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse
intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i
teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i
teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche
l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva
risorgere dai morti.
Sintesi dell’omelia della messa delle nove della domenica
Il brano evangelico proclamato oggi riporta la
narrazione di quando fu scoperto vuoto il sepolcro dove era stato posto il
corpo di Gesù.
Pietro e Giovanni, l’apostolo che Gesù amava, accorsero al sepolcro. Giovanni, più giovane,
giunse per primo ma lasciò entrare prima Pietro. Pietro vide, ripiegati, i teli e il sudario che avevano avvolto Gesù.
Entrò anche Giovanni, vide e credette.
Gli apostoli credettero innanzi tutto a ciò che aveva loro riferito Maria di
Magdala, vale a dire che il sepolcro era vuoto. Poi, ricordando quello che
aveva preannunciato Gesù, il quale aveva parlato loro della sua morte e
resurrezione, credettero anche alle parole di Gesù.
Il brano evangelico letto oggi prosegue con
l’episodio di quando a Maria di Magdala apparve Gesù risorto, nei pressi del sepolcro: ella non lo riconobbe
subito, ma solo quando Gesù la chiamò per nome.
Allora ella cercò di trattenerlo, ma Gesù la invitò a non farlo perché
doveva salire al Padre.
Gesù non era risorto alla vita di prima. Egli
in precedenza aveva resuscitato altre persone, come Lazzaro o il figlio della
vedova di Naim, ma i resuscitati erano tornati alla di prima e sarebbero poi
morti. Gesù, invece, è risorto alla vita divina, che è eterna. Non è quindi
rimasto tra noi come prima della sua morte. Se non fosse tornato al Padre, da
Risorto, non avrebbe potuto venire a noi nell’Eucaristia. Nel mondo ogni giorni si consacrano centinaia di milioni di particole, di ostie, e in ognuna c'è Gesù risorto. Noi ce ne nutriamo e partecipiamo della vita divina. Infatti, come si
leggeva nel libretto del catechismo usato dai più anziani di noi, “L’Eucaristia è il sacramento che sotto le
apparenze del pane e del vino, contiene
realmente Corpo, Sangue, Anima e Divinità del Nostro Signore Gesù Cristo per
nutrimento delle anime”.
Nella prima lettura è scritto che Gesù risorto
apparve, non a tutti, ma a coloro che avevano mangiato e
bevuto con lui. E’ anche la condizione di noi che partecipiamo all’Eucaristia:
anche noi siamo testimoni dinanzi al resto del mondo della resurrezione di Gesù;
anche noi abbiamo mangiato e bevuto con lui nell’Eucaristia, ci siamo nutriti di lui Risorto.
Dio è amore, è scritto. E’ amore che si
diffonde, che si comunica. Non è amore tra due persone, che le rinchiude in loro stesse: è amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, tre Persone.
L’amore divino viene ricevuto e si dona, va verso gli altri. Nell’Eucaristia
riceviamo Gesù e partecipiamo di questo amore divino. Riceviamo e siamo spinti
a donare, a diffondere agli altri
l’amore divino a cui partecipiamo nell’Eucaristia. Questa è la missione della
Chiesa.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del celebrante.
Avvisi del parroco:
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Avvisi di A.C.
- Il gruppo parrocchiale di Azione Cattolica riprenderà
a riunirsi in sala rossa (se saranno conclusi i lavori di restauro attualmente
in corso in quella stanza, altrimenti ci riuniremo in una delle vicine aule nel
corridoio dove c’è anche l’ufficio parrocchiale) martedì
2-5-17, alle ore 17.
Le letture
di Domenica 23-4-176-2-17, 2° del Tempo di Pasqua: At 2,42-47; Sal 117 (118); 1
Pt 1, 3-9; Gv 20,29-31.