Ricevo dal presidente e pubblico
Carissimo
Mario,
ti
mando in allegato la bozza del documento assembleare che sarà discusso e
approvato nel corso dell’Assemblea diocesana elettiva dell’AC di Roma il 22-23
febbraio dell’anno prossimo.
Il Centro diocesano invita le parrocchie a farne oggetto di discussione già
nelle assemblee parrocchiali dell’AC e a preparare proposte ed emendamenti.
Nella
nostra prossima assemblea parrocchiale del 26 novembre non avremo certamente il
tempo di ragionare sopra questo documento.
Vorrei
comunque che avesse un minimo di circolazione e di lettura da parte dei soci.
In questa prospettiva ti chiederei se ritieni opportuno pubblicarlo nel blog,
anche in pezzi successivi (non è lunghissimo, ma è comunque lungo), magari
corredato da qualche tua osservazione e commento.
In
quest’ultimo caso l’insieme dei tuoi commenti e la tua riflessione sul
“ritrovarsi in parrocchia” (diffusa ieri) potrebbero costituire un onorevole
contributo della nostra parrocchia al documento assembleare.
Grazie
Carlo
BOZZA
DI LAVORO PER IL DOCUMENTO ASSEMBLEARE DELLA DIOCESI DI ROMA
PERSONE NUOVE IN
CRISTO GESU’
Corresponsabili della
gioia di vivere e
annunciare il Vangelo
a Roma
“Uscire dalle nostre Comunità per andare
lì dove gli uomini e le donne vivono, lavorano e soffrono e annunciare la
misericordia del Padre”.
(Papa
Francesco, Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma, 17 giugno 2013)
Introduzione
L’appena trascorso Anno della Fede e le
celebrazioni per il cinquantesimo anniversario dell’inaugurazione del Concilio
Ecumenico Vaticano II sono state per tutti noi occasioni preziose per ripensare
la nostra Fede ed il nostro essere nella Chiesa come laici di AC.
Il nostro desiderio personale e associativo
di parlare della vita e alla vita, indirizzandoci nei luoghi in cui viviamo il
nostro essere persona in relazione (famiglia, parrocchia e città), ci sollecita
a esplicitare il legame tra la nostra responsabilità battesimale di cristiani
con la responsabilità di essere soci di AC.
Si tratta di essere qui e ora non per fare
qualcosa ma per diventare qualcuno.
Siamo Associazione per essere discepoli, per
conformarci a Cristo!
Prima
parte
La cosa più importante…
"Chi è la cosa più
importante? Gesù. Se noi andiamo avanti con l’organizzazione, con altre cose,
con belle cose, ma senza Gesù, non andiamo avanti, la cosa non va. Gesù è più
importante.
Guardare il volto di Dio, ma
soprattutto, sentirsi guardati. Il Signore ci guarda: ci guarda prima. La mia
esperienza è ciò che sperimento davanti al sacrario [Tabernacolo] quando vado a
pregare, la sera, davanti al Signore. Alcune volte mi addormento un pochettino;
questo è vero, perché un po’ la stanchezza della giornata ti fa addormentare.
Ma Lui mi capisce. E sento tanto conforto quando penso che Lui mi guarda. Noi
pensiamo che dobbiamo pregare, parlare, parlare, parlare… No! Lasciati guardare
dal Signore. Quando Lui ci guarda, ci dà forza e ci aiuta a testimoniarlo.
Primo “Gesù”, poi
“preghiera” - sentiamo che Dio ci sta tenendo per mano. Sottolineo allora
l’importanza di questo: lasciarsi guidare da Lui. Questo è più importante di
qualsiasi calcolo. Siamo veri evangelizzatori lasciandoci guidare da Lui."
(Papa Francesco, Veglia di
Pentecoste, Incontro con i Movimenti e le Associazioni, 18 maggio 2013)
La cura dell’interiorità è
essenziale in ogni stagione della vita. Alimentare la nostra vita spirituale,
per riuscire a coniugare tutte le dimensioni della persona, spalanca il nostro
sguardo attento e amorevole sul mondo. Saper guardare dentro di noi è
indispensabile per rispondere alle domande più profonde, ci spinge alla
ricerca, illumina la lettura e la comprensione di ciò che accade intorno a noi,
aiuta a compiere scelte coraggiose nella vita di ogni giorno, a rispondere
pienamente e con gioia alla nostra vocazione.
La
partecipazione all’Eucarestia, l’ascolto della Parola accolta e
meditata, la preghiera, l’esperienza del silenzio e della
contemplazione, prendono forma in ciascuno attraverso gesti di amore, sobrietà
e gioia riconoscibili da quanti ci vivono accanto.
Nella vita, c’è bisogno di
persone che testimonino la bellezza di un rapporto intimo con il Signore, che
narrino la pienezza della vita quotidiana vissuta alla sua presenza. In
Associazione, è necessario quindi continuare a promuovere la ricerca di un
accompagnamento spirituale e favorire la partecipazione all’Eucaristia
quotidiana, agli esercizi spirituali e a altre esperienze di preghiera.
Occorre che tutta
l’Associazione rafforzi l’impegno, soprattutto in questo tempo così complesso,
affinché il cammino spirituale sia coltivato a partire dai più piccoli,
educandoli a stupirsi, a scoprire e a vivere, a loro misura, l’incontro con il
Signore della vita e maturare scelte autentiche di sequela.
I giovani e gli adulti,
attraverso l’esperienza del discernimento personale e comunitario e
mediante una regola di vita spirituale, sono chiamati a vivere e a
riscoprire ogni giorno la bellezza e la novità dell’incontro con il Signore”.
(Bozza del documento assembleare nazionale).
Seconda parte
Date testimonianza al Vangelo….
"Non chiudersi, per
favore! Questo è un pericolo: ci chiudiamo nella parrocchia, con gli amici, nel
movimento, con coloro con i quali pensiamo le stesse cose… ma sapete che cosa
succede? Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala, si ammala. Pensate ad una
stanza chiusa per un anno; quando tu vai, c’è odore di umidità, ci sono tante
cose che non vanno. Una Chiesa chiusa è la stessa cosa: è una Chiesa ammalata.
La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali,
qualsiasi esse siano, ma uscire. Gesù ci dice: “Andate per tutto il mondo!
Andate! Predicate! Date testimonianza del Vangelo!”
(Papa Francesco, Veglia di
Pentecoste, Incontro con i Movimenti e le Associazioni, 18 maggio 2013)
L’Associazione
sceglie oggi di andare incontro e di accogliere tutti i ragazzi, i giovani e
gli adulti che desiderano conoscere Gesù Cristo e sperimentare la bellezza di
amarlo e annunciarlo, accompagnandoli nel cammino di scoperta e riscoperta
della propria fede.
Evangelizzazione è, infatti,
farci nuovi con Cristo nella consapevolezza che seguire il Signore Gesù e
imparare a compiere scelte significative costituisce il senso stesso del nostro
essere laici impegnati a vivere la fede e amare la vita.
L’Associazione, dunque, si
impegna a camminare insieme a tutta la Chiesa, facendo proprie le sollecitudini
che questo tempo suscita, mettendosi a servizio delle comunità parrocchiali,
offrendo la propria esperienza.
Vogliamo prendere coscienza
dei nostri limiti e delle nostre ricchezze: nelle parrocchie alcune realtà
faticano a riconoscere la propria identità, altre sono incomplete. Pensiamo che
la dimensione unitaria e la dimensione associativa siano da valorizzare per maglio
servire la nostra chiesa. Allo stesso tempo vogliamo confermare il nostro stile
di dialogo, di gioia e di speranza che ci contraddistingue nella vita e
caratterizza i nostri percorsi formativi.
Accogliere, uscire e
accompagnare diventano la declinazione naturale del nostro essere
evangelizzatori.
Accogliere, perché
Dio stesso è apertura e accoglienza, che non è solo quella di chi è diverso o
lontano da noi, ma anche di chi ci è accanto, di chi è più simile a noi, con il
quale sempre più spesso abbiamo difficoltà a convivere.
Uscire fuori
da se stessi per andare alle periferie dell’esistenza, fuori dalle proprie
logiche, dalle solite idee, dalle comode parole (anche nell’ambito della
comunicazione e delle diverse modalità con cui si esplica), per andare incontro
all’altro senza schemi, senza preconcetti, per amarlo per quello che è, come
irripetibile dono di Dio alla nostra vita.
Accompagnare, perché
rimanda alla dimensione della gratuità: chi sceglie, infatti, di accompagnare
qualcuno lo fa perché vuole il suo bene, per assicurarsi che compia un
percorso, per aiutarlo a raggiungere una meta o raggiungerla insieme (Bozza del
documento assembleare nazionale). 5
Terza
parte
Il “come” della responsabilità dei battezzati
“Ci domandiamo: come
possiamo promuovere oggi a Roma, nel contesto culturale di crescente
secolarizzazione e di crisi morale e sociale, ma dove - grazie a Dio – non
mancano comunità vive, la responsabilità missionaria dei cristiani battezzati?
Quali le condizioni che possono favorirla e le sfere di presenza e di
esercizio?
[…]La responsabilità è la
spinta a uscire dall’abitudine, a non rimanere inerti nel guscio, ripiegati su
noi stessi o in una comunità autoreferenziale, ad alzare lo sguardo per andare
oltre e donare ciò che gratuitamente abbiamo ricevuto”. (Relazione
del Cardinal Vicario Agostino Vallini al Convegno Pastorale della Diocesi di
Roma 2013).
Come laici di AC ci sentiamo
chiamati a servire in maniera sempre più qualificata e responsabile la
pastorale ordinaria delle nostre comunità parrocchiali al fine di renderle
autentici luoghi di comunione nei quali crescere nella Fede in ogni stagione
della vita, ma al contempo ci rendiamo conto che siamo ugualmente chiamati
all’edificazione del Regno in ogni ambito della società testimoniando con la
nostra vita e con il nostro impegno la Fede che professiamo.
Il nostro essere laici di AC
non può infatti esaurirsi tra le confortanti mura della parrocchia ma da questa
deve partire per raggiungere i luoghi nei quali gli uomini vivono, faticano e
soffrono per annunciare loro, con la vita più che con le parole, l’unica Parola
di salvezza, sentendo rivolta anche a noi l’esortazione di San Francesco ai
suoi confratelli“ predicate il Vangelo e, se fosse necessario, anche con le
parole”.
Attenzioni pastorali
"In mezzo a tanti
dolori, a tanti problemi che ci sono qui, a Roma, c’è gente che vive senza
speranza. […] La speranza è come la grazia: non si può comprare, è un dono di
Dio. E noi dobbiamo offrire la speranza cristiana con la nostra testimonianza,
con la nostra libertà, con la nostra gioia. Il regalo che ci fa Dio della
grazia, porta la speranza. Noi, che abbiamo la gioia di accorgerci che non
siamo orfani, che abbiamo un Padre, possiamo essere indifferenti verso questa
città che ci chiede, forse anche inconsapevolmente, senza saperlo, una speranza
che l’aiuti a guardare il futuro con maggiore fiducia e serenità? Noi non
possiamo essere indifferenti. Ma come possiamo fare questo? Come possiamo
andare avanti e offrire la speranza? Andare per la strada dicendo: “Io ho la
speranza”? No! Con la vostra testimonianza, con il vostro sorriso, dire: “Io
credo che ho un Padre”. L’annunzio del Vangelo è questo: con la mia parola, con
la mia testimonianza dire: “Io ho un Padre. Non siamo orfani. Abbiamo un
Padre”, e condividere questa filiazione con il Padre e con tutti gli altri.
Il Vangelo è come il seme:
tu lo semini, lo semini con la tua parola e con la tua testimonianza. E poi,
non fai la statistica di come è andato questo: la fa Dio. Lui fa crescere
questo seme; ma dobbiamo seminare con quella certezza che l’acqua la dà Lui, la
crescita la dà Lui. E noi non facciamo la raccolta: la farà un altro prete, un
altro laico, un’altra laica, un altro la farà. Ma la gioia di seminare con la
testimonianza, perché con la parola solo non basta, non basta. La parola senza
la testimonianza è aria. Le parole non bastano.
A voi, cari fratelli e
sorelle, dico: siate ovunque portatori della Parola di vita nei nostri
quartieri, nei luoghi di lavoro e dovunque le persone si ritrovino e sviluppino
relazioni. Voi dovete andare fuori. Io non capisco le comunità cristiane che
sono chiuse, in parrocchia. E quando una comunità è chiusa, sempre tra le
stesse persone che parlano, questa comunità non è una comunità che dà vita. E’
una comunità sterile, non è feconda. La fecondità del Vangelo viene per la
grazia di Gesù Cristo, ma attraverso noi, la nostra predicazione, il nostro
coraggio, la nostra pazienza". (Papa Francesco, al Convegno
Ecclesiale della Diocesi di Roma, 17 giugno 2013)
1. Valorizzare e qualificare
la pastorale ordinaria:
- a) Cura dell’Eucarestia
domenicale;
- b) Percorso per giungere
all’Eucarestia quotidiana;
- c) Adorazione eucaristica
(metterci sotto lo sguardo del Signore..)
- d)Lectio divina;
- e)Percorsi educativi che
formino alle certezze della Fede (CCC)
- f) Organizzare gli
Esercizi spirituali nei momenti forti dell’Anno Liturgico a partire dalla
felice esperienza degli “Esercizi spirituali nella città”;
- g) Rendere sempre più i
nostri gruppi e le nostre comunità parrocchiali luoghi di relazioni fraterne,
autentiche e significative;
- h) Al fine di rendere la
catechesi permanente prassi nelle nostre comunità parrocchiali rendere sempre
più credibile e qualificata la proposta formativa associativa;
- i) Aiutare gli educatori
ed i responsabili a riscoprire la gioia del servizio educativo e associativo;
2. Sviluppare la pastorale
post-battesimale:
- a) suscitare disponibilità
al servizio alla Catechesi battesimale e post-battesimale.
3. Responsabilità dei
battezzati nel mondo:
- a) riscoprire il senso
autentico della scelta religiosa;
- b) Rendere i cammini
formativi strumenti sempre più efficaci affinché i nostri gruppi diventino
luoghi in grado di dar vita “ad una nuova generazione di laici cristiani capaci
di dedicarsi con competenza e rigore morale al servizio del bene comune” ;
- c) Al fine di mantenere
sempre vivo l’impegno a favore della Pace, valorizzare l’organicità del
percorso di formazione, di preghiera e di testimonianza a partire dall’annuale
messaggio per la Pace, condividere i tre momenti e metterli al servizio di
tutta la realtà diocesana e della città di Roma;
- d) Promuovere e sostenere
le iniziative del FIAC in diocesi e nelle parrocchie.
IN PARTICOLARE:
a) Proporre con convinzione
il percorso formativo per i genitori dei ragazzi dell'ACR, a partire da quelli
che da poco hanno chiesto il battesimo per i propri figli, favorendo la
formazione di nuovi gruppi di Piccolissimi;
- b) Valorizzare un aspetto
degli “esercizi di laicità” per porci al servizio delle famiglie in difficoltà
(Progetto AC/CARITAS). Andare verso le periferie esistenziali costituendo reti
di solidarietà familiare;
- c) Valorizzare il tempo
dello studio come periodo fecondo per il cammino di formazione dei giovani.
Proporre lo studio, per i giovani delle scuole superiori e dell’università,
come chiamata a seguire e portare il Vangelo nell’ambiente scolastico e
universitario. Continuare il percorso di accompagnamento degli studenti
fuorisede (Nessuno è fuorisede a Roma) e intensificare i rapporti di amicizia e
collaborazione con i circoli FUCI di Roma;
- d) Sviluppare contatti
significativi e proposte mirate per gli insegnanti, in particolare quelli di
religione;
(Sussidio per il Messaggio per la giornata
mondiale della Pace; Partecipazione alla Carovana della Pace).