Ripartire dai cammini sinodali
Nello scorso mese di agosto il Movimento ecclesiale di impegno culturale - MEIC ha tenuto riunioni settimanali in videoconferenza Zoom per articolare un contributo nel quadro dei cammini sinodali e della preparazione della 50º Settimana sociale della Chiesa italiana che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024 sul tema “Al cuore della democrazia”.
Abbiamo rilevato che dei cammini sinodali si parla poco nelle parrocchie. Nei primi mesi del 2022 si sono tenute delle riunioni nella fase di ascolto della gente di fede, ma in genere sono state poco partecipate e soprattutto poco preparate.
I cammini sinodali sono stati voluti da Papa Francesco. Si tratta di due processi distinti, quello in vista della celebrazione di una assemblea generale del Sinodo dei vescovi programmata per l’autunno del 2025, che tirerà le fila del lavoro fatto nei precedenti quattro anni prendendo in considerazione tutte le Chiese del mondo, e quello delle Chiese in Italia che proseguirà anche dopo il 2025 con una fase di ricezione e attuazione programmata fino al 2030. L’obiettivo è unico: attuare la sinodalità nella vita della nostra Chiesa, sviluppando i principi deliberati nel corso del Concilio Vaticano 2º, tenutosi a Roma dal 1962 al 1965.
Il primo processo, quello in vista dell’assemblea generale del 2025 del Sinodo dei vescovi, è iniziato il 9 ottobre 2021. Dopo una fase di consultazione popolare, è in corso nelle varie Chiese nazionali una fase denominata sapienziale, per articolare proposte concrete. Il secondo processo è iniziato con il documento della Conferenza ecclesiale italiana “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, del 14 ottobre 2022. Si compone anch’esso di tre fasi: narrativa (2021-2023), sapienziale (2023-2024) e profetica (2025). Come si legge nel sito che gli è stato dedicato https://camminosinodale.chiesacattolica.it/profetica/, «La fase profetica culminerà, nel 2025, in un evento assembleare nazionale da definire insieme strada facendo. In questo con-venire verranno assunte alcune scelte evangeliche, che le Chiese in Italia saranno chiamate a riconsegnare al Popolo di Dio, incarnandole nella vita delle comunità nella seconda parte del decennio (2025-30)». Nel luglio del 2022, con il documento I cantieri di Betania della Conferenza episcopale italiana la seconda fase è stata organizzata intorno ad alcune precise aree tematiche, denominate appunto Cantieri:
- La società (“la casa e il villaggio”);
- La comunità ecclesiale (“casa e ospitalità”);
- Diaconie e formazione spirituale;
- Un quarto cantiere che ogni Diocesi può attivare.
Nel quadro di questo lavoro si è stati invitati a raccontare buone pratiche che sono già state sperimentare su questi temi.
Ma che cosa si intende per sinodalità ecclesiale? L’espressione indica un modo più partecipato di fare Chiesa. Partecipazione è dunque una delle parole chiave da tenere presente. L’altra è responsabilità, che è quando si accetta di rendere conto di ciò che si fa, perché ci si muove tenendo conto anche delle altre persone.
Si fa questo lavoro sulla sinodalità perché nelle persone per le quali la religione appare rilevante nella loro vita si osservano comportamenti pii ma passivi, ad eccezione di coloro che della religione hanno fatto una professione o delle persone che aderiscono ad ordini religiosi, diciamo del personale ecclesiastico. Quest’ultimo in Europa occidentale è sempre più scarso e di età media elevata. Una tradizione secolare ha portato ad emarginare l’altra gente, fino a ritenere veramente indispensabile solo quello che ho definito personale ecclesiastico. Si pensava che tutto il resto della popolazione di fede stesse gli stesse come appiccicato, ma come elemento non indispensabile. Quell’altra gente, insomma, poteva esserci o non esserci. Nel corso del Concilio Vaticano 2º si volle cambiare questo orientamento, in particolare con il capitolo 2º della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Luce per le genti – Lumen gentium [ https://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19641121_lumen-gentium_it.html ]. Questo fondamentalmente prendendo atto del ruolo di fatto esercitato dalle persone di fede nei precedenti vent’anni, riorganizzando la convivenza civile nel mondo dopo la catastrofe, con profili morali e religiosi, della Seconda guerra mondiale. È tuttavia opinione comune, e in particolare di papa Francesco che l’obiettivo sia stato mancato con specifico riferimento all’organizzazione ecclesiastica.
Va però ricordato che il discorso sulla sinodalità ecclesiale non riguarda più solo e tanto i rapporti tra il personale e ecclesiastico e l’altra gente di fede, ma principalmente le relazioni ecclesiali in quest’ultima. Si manifestano infatti notevoli difficoltà in questo campo. In genere quand’anche non si frequenta la chiesa da solə, si rimane confinatə in gruppi chiusi agli altri, reciprocamente diffidenti e sospettosi, poco inclini alla collaborazione, quando addirittura non ritengano gli altri come dannosi. Questo in particolare depotenzia la forza sociale che è indispensabile per conseguire gli impegnativi obiettivi indicati dalla dottrina sociale a livello globale: la pace, rispetto della dignità sociale delle persone, pane casa lavoro e istruzione, assistenza delle persone bisognose, equità nella divisione delle ricchezze del mondo, tutela dell’ambiente. Essi non sono più considerati esterni alla religiosità, ma come pratica della carità evangelica.
Nel quadro degli obiettivi sinodali è centrale il riscatto delle donne da una condizione particolarmente umiliante di emarginazione religiosa, che è interamente un portato storico ed è sentita come inaccettabile nell’Europa occidentale contemporanea.
Che possiamo fare come gruppo parrocchiale di Azione Cattolica?
Innanzi tutto possiamo renderci consapevoli di ciò che c’è in corso, andando un po’ oltre le pie abitudini consuetudinarie. Poi possiamo parlare di ciò che si sta facendo con le persone che conosciamo. Potremmo infine metterci a disposizione della parrocchia per costituire un centro di orientamento su questi temi, proseguendo anche per tutte le persone della parrocchia il lavoro che s’è fatto nel 2022 e nella prima parte del 2023, senza però gravare in questo sui preti della parrocchia, che sono oberati dagli affari ordinari. Sinodalità significa anche questo.
Mario Ardigó – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli