Democrazia
Dal 3 al 7 luglio del 2024 si terrà a Trieste
la Settimana sociale della Chiesa italiana sul tema “Al cuore della democrazia”.
In tutte le diocesi sono in corso gli incontri e le procedure per scegliere
delegati per partecipare attivamente.
Il MEIC - Movimento ecclesiale di impegno culturale del Lazio a
novembre riprenderà gli incontri infrasettimanali su piattaforma Zoom e
li dedicherà alla preparazione di quell’evento, e, in particolare, alla
riflessione sulla politica. E’ stata fatta la proposta di collegarci con una o
più parrocchie per allargare il dibattito.
A scuola si spiega che cosa si intende per democrazia, ma, per quanto io
sappia, la si presenta più che altro come un sistema di regole di buona creanza,
e certamente nella democrazia c’è anche questo.
Altre volte se ne parla come di un sistema di diritti e di doveri, nel
quale ci sia un bilanciamento tra i due aspetti, nel senso che si impongono doveri
impegnativi a fronte del riconoscimento di importanti diritti, in particolare
di quelli fondamentali relativi alla sicurezza della propria vita e dei propri
beni, alla libertà di pensiero e di parola, a quelle di crearsi una famiglia e
di scegliere liberamente come guadagnarsi da vivere e, infine di associarsi per
i fini più vari, compresi quelli di partecipazione alla politica di
organizzazione di imprese economiche. E certamente sono tutti aspetti importanti
della democrazia, come oggi la si intende nell’Occidente avanzato e, va detto,
la si intende molto diversamente che nei secoli passati, nonostante che ci
abbiano dato i concetti politici
essenziali ancora in uso, come, appunto, la parola democrazia.
Infine c’è chi considera la democrazia
fondamentalmente una procedura per legittimare rappresentanti del popolo che esercitino
i poteri politici, e non vede molto altro oltre a questo. E sicuramente la
democrazia è anche un sistema di procedure, che sono molto importanti, perché
altrimenti tutto il resto rischierebbe di rimanere un bel programma di sogni. In
collettività fatte di milioni di persone è poi inevitabile incaricare cerchie
limitate per svolgere, anche in nome altrui, le complesse procedure politiche,
vale a dire relative al governo della società, come elaborare una legge dello
stato.
Ma l’essenza della democrazia come oggi la si intende consiste in altro
e precisamente nel principio che non deve esistere alcun potere illimitato,
sia pubblico che privato. Sotto questo aspetto la democrazia come oggi
la si vive ha abolito il principio di sovranità, che è, appunto, quando
un potere non riconosce alcun limite, perché si ritiene sopra tutti gli altri. Nelle
democrazie contemporanee, nemmeno il popolo, concetto mitico con il quale
si vuole intendere la gente che è soggetta da un determinato sistema di potere
politico, è sovrano, perché è sottoposto al principio di legalità,
che significa, appunto, non consentire atti arbitrari. E’ ciò che è espresso
nel secondo comma dell’art.1 della nostra Costituzione, dove è scritto “La
sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della
Costituzione”: una sovranità limitata non è più tale. Ci sono atti
che sono vietati anche a chi esercita il potere supremo perché legittimato
mediante procedure di consultazione popolare. La regola che nessun potere deve
essere illimitato è implicita nella proclamazione del principio di uguaglianza
in dignità sociale, che nella nostra Costituzione è espresso all’art.3, 1°
comma, “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ho citato dei principi
che sono enunciati sotto forma di norme giuridiche, ma che, in realtà, in
quanto parte di una costituzione, esprimono un patto sociale che
va rinnovato di generazione in generazione, e questo costituisce uno dei
principali lavori da fare in democrazia.
Questo comporta anche che la democrazia non è solo affare dei governanti,
l’obsoleta espressione spesso usata nel gergo della dottrina sociale per indicare
che esercita funzioni pubbliche, e non riguarda l’altra gente solo nel corso
delle procedure elettorali. La democrazia, più che potere del popolo, questo il significato
letterale della parola greca da cui la nostra deriva, è il potere di tutti:
mentre popolo è un’entità mitica, non così tutti, che significa me,
te, e appunto tutte le altre persone, comprese anche quelle che non
hanno diritto di voto alle elezioni, ma vivono tra noi e interagiscono in società,
comprese quindi anche le persone molto giovani, bambine e bambini, ragazze e
ragazzi, cosiddetti minorenni, e naturalmente le persone straniere che stanno
stabilmente tra noi. Ogni volta che interagiamo in qualsiasi modo in società,
questo ha un significato politico e in questo va rinnovato il patto costituzionale,
anche nelle relazioni di prossimità, quelle con i vicini di casa o con le
persone che incontriamo in parrocchia.
La formazione e il tirocinio alla democrazia dovrebbe iniziare fin da
quando le persone sono molto piccole, al loro primo affacciarsi in società,
quando della società cominciano a fare tirocinio, e ne sperimentano anche
violenza e prevaricazione, ciò a cui appunto la democrazia vorrebbe tentare di
porre argine e rimedio.
Mario Ardigò - Azione Cattolica
in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli