Cose dell’altro mondo
La nostra fede ci spinge a lavorare per cambiare la società in cui viviamo, aspettando che l’opera sia
portata a compimento da Dio stesso alla fine dei tempi, o, principalmente, a essere buoni, e quindi anche a fare il bene,
per procurarci dopo la nostra morte un
posto in un mondo di spiriti con Dio, ai quali, alla fine dei tempi, sarà
restituito un corpo e che quindi rivivranno? Pensate che sia facile dare una risposta? Vi consiglio allora
di approfondire la storia della nostra religione: vi convincerete che non lo è.
Non si tratta solo di complicazioni inutili. Per dire: a chi propone di
soccorrere in base ad un imperativo etico religioso, si lancia spesso l’accusa
di fare sociologia e non teologia, di occuparsi quindi (troppo) della
cose della Terra a discapito di quelle del Cielo. Che rispondere? Uno come
Francesco d’Assisi, vissuto tra il 1182 e il 1226, ha cercato di tagliare corto
imitando Gesù. Non dava importanza
allo studio colto della teologia, nel quale vedeva la presunzione di inserire glosse, vale a dire aggiunte
esplicativa, al Vangelo, depotenziandolo, ma, in effetti, ebbe una sua
teologia, che è appunto quella dell’imitazione dei Gesù. I frati dell’Ordine da
lui fondato, che poi si sviluppò in varie organizzazioni religiose, furono però
anche persone molto colte.
Sicuramente nella nostra fede
pensiamo ad una vita dopo la morte fisica, e anzi vi confidiamo, e lo facciamo perché ce l’ha insegnato Gesù.
Ma la vita in questo mondo ci deve essere
indifferente, vada come vada, noi si deve pensare solo a quell’altra? Ci sono correnti spirituali
che l’hanno pensata così. Esse si contrappongono frontalmente al nostro mondo e sembrano però anche inaugurarne un altro qui tra noi a fianco
di esso, vivendo un’etica molto rigorosa. Che
valore ha questo mondo alternativo,
separato?
Nel greco evangelico la parola
che traduciamo con mondo era kòsmos
e in quell’antica lingua richiamava l’idea di ordine.
Nell’antica religione
politeistica dei greci, Kàos - l’universo disordinato - era uno degli dei delle
origini, insieme a Gea, la Terra, Tartaro,
l’al di là, ed Eros, la forza
riproduttiva. Si riteneva che tutti gli altri dei fossero nati da Kàos e da Gea.
Dalle loro lotte, secondo questa storia di dei detta teogonia - generazione degli dei -
emerse alle fine un ordine, il
Kòsmos, governato da un dio supremo Zèus, Giove nell’italiano di
derivazione latina, detto Padre
universale degli dei e degli esseri umani.
Uno dei brani evangelici più importanti in cui è utilizzata la parola kòsmos è quello del Vangelo secondo
Giovanni, capitolo 1°, versetto 10, che nella Bibbia CEI 2008 viene tradotto
così:
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
e che nel testo greco ritenuto
maggiormente affidabile suona:
En to kòsmo en,
nel mondo era,
kai o kòsmos di’
autù egèneto
e
il mondo per mezzo di lui nacque
kai o kòsmos
ouk ègno.
e il mondo non lo
riconobbe.
Un’altra frase evangelica molto
importante che ha kòsmos è quello nel
Vangelo secondo Giovanni, capitolo 18, versetto 36, che riporta la risposta di
Gesù alla domanda di Pilato “Tu sei il re
dei Giudei”, che la Bibbia CEI 2008 traduce in questo modo:
Rispose Gesù: "Il mio regno non è di
questo mondo;
e che nel
testo greco ritenuto maggiormente affidabile suona:
Apekrìte Iesùs e basilèia emè uk èstin ex tù kòsmu tùtu
rispose Gesù il regno mio
non è del mondo questo.
Parlando di un altro mondo / kòsmos Gesù
intendeva riferirsi al mondo degli spiriti lassù
o a un altro ordine universale e quindi anche sociale già quaggiù, conforme al suo Vangelo?
La questione non può essere risolta solo sulla
base dall’analisi letteraria del testo, perché il greco antico kòsmos aveva vari significati e viene utilizzato nei testi
evangelici con vari significati.
Un raccordo tra Terra e Cielo può essere visto
in questo famoso detto evangelico che troviamo nel Vangelo secondo Matteo, nel
capitolo 10, versetti da 25 a 46, che CEI 2008 traduce così:
[31] Quando il
Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul
trono della sua gloria.
[32] E saranno riunite davanti a lui tutte le
genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore
dai capri,
[33] e porrà le pecore alla sua destra e i capri
alla sinistra.
[34] Allora il re dirà a quelli che stanno alla
sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno
preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
[35] Perché io ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete
ospitato,
[36] nudo e mi avete vestito, malato e mi avete
visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.
[37] Allora i giusti gli risponderanno: Signore,
quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e
ti abbiamo dato da bere?
[38] Quando ti abbiamo visto forestiero e ti
abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?
[39] E quando ti abbiamo visto ammalato o in
carcere e siamo venuti a visitarti?
[40] Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi
dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli
più piccoli, l'avete fatto a me.
[41] Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli.
[42] Perché ho avuto fame e non mi avete dato da
mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
[43] ero forestiero e non mi avete ospitato,
nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.
[44] Anch'essi allora risponderanno: Signore,
quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o
in carcere e non ti abbiamo assistito?
[45] Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni
volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più
piccoli, non l'avete fatto a me.
[46] E se ne andranno, questi al supplizio
eterno, e i giusti alla vita eterna".
Dunque, si insegna di solito nella nostra
pastorale, ciò che facciamo quaggiù è importante anche lassù. Ma fino a che punto la nostra missione quaggiù è collegata con il
nuovo ordine di lassù? E’ solo
questione di retribuzione nel mondo di lassù? Nell’ordine di idee dell’imitazione di Gesù si può argomentare in
modo diverso, vale a dire che la nostra missione quaggiù non abbia solo senso
per accumulare crediti per la vita di lassù.
Vi dico che cosa ho imparato in una vita
trascorsa nell'ascoltare quegli
insegnamenti: in materia di fede, non bisogna avere fretta di rispondere,
bisogna riflettere molto. Come in ogni cosa, meglio partire dalle cose semplici
per arrivare, riflettendoci molto sopra, a quelle più complesse. Quindi, ad
esempio, accogliere lo straniero che giunge
tra noi nudo, affamato, assetato, malato. Questo comando è molto chiaro e ci viene da Gesù. Egli, la via, la porta, del Cielo. Chi l'accoglie passa per quella porta, non così chi non l'accoglie. Secondo quel brano
evangelico, chi non accoglie, non accoglie Gesù e allora non avrà in
eredità il Regno. Ma che cos'è
questo Regno? In questo detto
evangelico se ne cerca di rendere un’idea (lo trovate nel Vangelo secondo
Marco, al capito quarto, versetti 31 e 32):
[31] Esso è come
un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo
di tutti semi che sono sulla terra;
[32] ma appena seminato cresce e diviene più
grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo
possono ripararsi alla sua ombra".
Un’altra avvertenza che ciclicamente faccio:
ricordate che su ogni parola della Bibbia, ma in particolare dei Vangeli, si
sono scritte, nei due millenni della nostra storia collettiva di fede,
tantissime pagine, tante che ormai nessuno, nemmeno i più dotti, riescono ad
averle tutte presenti, e inoltre che dalle parole bibliche ergono ancora tantissimi
altri nuovi significati ai quali prima non si era ancora pensato. Occorre
quindi affrontare ogni brano biblico con spirito di massima umiltà, pronti ad
essere corretti da chi ne sa di più e meglio, tanto più se non si è passata
un’intera vita affinando una sapienza su quei temi, come chi di mestiere o per
ministero li insegna, ma si è solo un fedele tra i tanti, come me.
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli.