Retinopera: L’EUROPA CHE VOGLIAMO / THE EUROPE THAT
WE WANT
Gennaio 2019
/ January 2019
note: after the Italian text there is the translation
in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within
the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic
translation still inevitably entails. I have experimented that even with these
inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak
English, in the many national versions of the world, or who use it as a second
or third language. It is the function that in ancient times carried out the
Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient
vocation of the Church of Rome, which is still current. Mario Ardigò - Catholic Action in the Catholic parish
of San Clemente Pope - Rome, Monte Sacro, Valli district
Premessa
Il presente documento nasce dal confronto sul tema “L’Europa che vogliamo”
tenutosi all’interno di Retinopera,
la rete di 20 organizzazioni del mondo cattolico che promuovono la loro
collaborazione per dare concretezza ai principi e contenuti della Dottrina
Sociale della Chiesa, e così per offrire tangibile risposta alle sollecitazioni che emergono dagli Orientamenti Pastorali dei
Vescovi italiani.
Con questo documento Retinopera si
rivolge al Paese, sottolineando la presenza in Europa di una crisi sistemica
che prima che economica è spirituale, dunque antropologica e sociale. Una crisi
che investe, oltre che i singoli Paesi e i diversi Popoli, anche l’Europa come
Comunità di Nazioni.
Un’Europa il cui
fondamento rimangono le radici cristiane e che presenta criticità che vanno storicizzandosi:
il contrasto tra i grandi benefici materiali, sociali, ecologici e politici
ottenuti fino ad oggi, da un lato, e le forme di esclusione, povertà,
disuguaglianza e perdita di fiducia, dall’altro; la frattura tra chi crede
ancora nell’esistenza di un comune progetto Europeo, da un lato, e chi sente le istituzioni europee sempre più lontane, dall’altro.
L’Unione Europea nasce come unità delle differenze e unità nelle differenze.
Le peculiarità non devono perciò spaventare, né si può pensare che l’unità sia
preservata dall'uniformità. Essa è piuttosto l’armonia di una comunità. I Padri
fondatori scelsero proprio questo termine come cardine delle entità che nascevano dai Trattati, ponendo l’accento sul fatto che si
mettevano in comune le risorse e i talenti di ciascuno. Oggi l’Unione Europea
ha bisogno di riscoprire il senso di essere anzitutto “comunità” di persone e
di popoli consapevole che «il tutto è più della parte, ed è anche più della loro semplice somma» e dunque che «bisogna sempre allargare lo
sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti»” (Papa
Francesco, 24 marzo 2017). Alla luce
della situazione odierna, avanziamo le seguenti proposte in capo a 6 punti
nodali per uno sviluppo positivo dell’Europa che vogliamo.
1. Un’Europa
democratica e partecipativa
Auspichiamo una
conduzione più democratica delle Istituzioni europee, affinché il mandato ricevuto
dai cittadini rappresenti il comune interesse dei popoli. Vogliamo un’Europa
della centralità dei popoli, dei cittadini, della società civile, che tenga
conto delle aspirazioni, dei sogni, dei drammi delle persone e delle comunità.
Un’Europa
della dignità e della libertà, nella quale la cittadinanza europea si eserciti responsabilmente nei luoghi di partecipazione,
dibattito e conoscenza, anche valorizzando le nuove forme di comunicazione
digitale. Un’Europa che dia vita a programmi mirati di formazione ed educazione
alla cultura e al rispetto dei diritti umani e sociali, nella quale la sovranità condivisa appartenga al popolo europeo, chiamato a
esercitarla attraverso le Istituzioni veramente rappresentative.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta di impegnarsi a
promuovere la partecipazione, la corretta informazione, la valorizzazione e dei
corpi intermedi e dello spirito di sussidiarietà a tutti i livelli, a
cominciare dal ruolo della famiglia.
2.Un’Europa
solidale e accogliente
Auspichiamo
un’Europa dell’accoglienza e della solidarietà verso i soggetti più deboli, a
partire da coloro che fuggono dalla morte e dalla disperazione cercando nei
nostri paesi rifugio e dignità, di fronte ai quali sentiamo necessario un
sussulto etico di noi tutti europei e un appello alla responsabilità umanitaria dei governi dell’Unione Europea. Vogliamo un’Europa
della fraternità, del rispetto dei diritti umani, della lotta alle
discriminazioni di ogni genere, della cooperazione e del dialogo tra le
religioni e le Chiese, nonché della costruzione della pace mondiale, richiamata
dai Trattati costitutivi dell’Unione. Riteniamo che il principio di solidarietà e
di sussidiarietà, anch’esso contenuto nei Trattati, abbia potenzialità di
sviluppo ancora inespresse, e che le istituzioni europee debbano promuovere
l’inclusione e la protezione sociale, ridurre le disuguaglianze interne ed esterne, rafforzare le competenze europee in materia sociale, lavorare per la
realizzazione di un assetto economico basato sul valore della persona e sulla
solidarietà, e non sulla massimizzazione del profitto e della competitività.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società
italiana tutta la pratica della solidarietà e del rispetto dei diritti umani,
la ricerca di una politica comune ordinaria verso migranti e rifugiati fondata sull'accoglienza
e su una efficace integrazione – prendendo esempio anche da esperienze positive come i corridoi umanitari -, nonché il rafforzamento del Pilastro Sociale
dell’Unione, da trasformare in un vero e proprio Social Compact che vincoli
gli stati al pari del Fiscal Compact (che oggi impone loro diverse clausole
quali il rapporto deficit/Pil e il pareggio di bilancio) e che sia promosso e
difeso nelle politiche estere dell’UE.
3.Un’Europa del
valore umano del lavoro e del lavoro per tutti
Auspichiamo
priorità e dignità delle persone nel lavoro, in special modo dei giovani, per
una loro maggiore valorizzazione e occupazione; la tutela di tutti i lavoratori
con misure di formazione, accompagnamento e sostegno; la promozione di un
lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale.
Vogliamo una Commissione Europea che verifichi
il rispetto delle misure volte alla creazione di occupazione stabile e di
qualità e che acquisisca poteri di vigilanza sul rispetto dell’inclusione lavorativa,
la riduzione della marginalità e la promozione di pari opportunità. Una
Commissione Europea che adotti standard di sostenibilità sociale, ambientale e
fiscale, e contrasti la disoccupazione, l’economia dello scarto, la corsa al ribasso sui diritti,
l’elusione fiscale e le logiche protezionistiche.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società
italiana tutta la adozione dei valori umani del lavoro quale criterio
fondamentale dello sviluppo occupazionale, e l’impegno per la centralità della persona
nei processi produttivi, nelle finalità dell’economia e nelle modalità di
gestione delle organizzazioni produttive, di quelle sindacali e delle istituzioni di
riferimento.
4.Un’Europa della
promozione della cultura, della scienza e dell’arte
Auspichiamo la
salvaguardia del patrimonio naturale e culturale, artistico, musicale,
scientifico, orale e scritto, nei vari contesti, nazioni e macro regioni, la
promozione dello scambio tra culture ed esperienze umane, sociali, lavorative, la
condivisione delle buone pratiche e l’interscambio tra istituzioni, imprese, associazioni, comunità e individui. Vogliamo un’Europa
che sostenga la costruzione comune di una identità laica europea, all’interno
della quale si tenga conto di tutte le espressioni sociali e religiose diffuse
sul territorio europeo, perché si rafforzi la generatività di processi unitari
per la costruzione di una cultura interumana centrata sul dialogo.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società
italiana tutta di valorizzare i diversi patrimoni sociali e culturali dei
popoli che la compongono; di educare i giovani a operare concretamente in forma
congiunta per costruire una Europa dell’ambiente, della cultura e della
scienza; di fissare quote percentuali di prodotto interno per investimenti
nella ricerca, nell’istruzione e nelle infrastrutture.
5.Un’Europa dello
sviluppo sostenibile e dell’economia integrale
Auspichiamo
un’Europa che sappia fare le scelte giuste per uno sviluppo economico e sociale
circolare e sostenibile e che rafforzi le priorità della politica rispetto a
strategie economicistiche. Un’Europa che diventi una forza protagonista a
livello globale in sintonia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima,
protesa a rinnovare i principi fondativi del progetto europeo in materia di
ambiente, energia e sviluppo integrale della persona e del pianeta. Un’Europa
che si preoccupi responsabilmente della qualità del proprio territorio e del
proprio ambiente naturale, sociale ed umano, e di promuovere l’accesso ad un
cibo di qualità per tutti.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società
italiana tutta di lavorare per lo sviluppo di una governance istituzionale dei
sistemi finanziari, che ridia alla finanza il ruolo di “strumento” al servizio
dell’uomo e di promuovere un serio contrasto alla esclusione sociale e
materiale, per l’uso responsabile delle risorse del pianeta e per l’ecologia
integrale.
6.Un’Europa del
Terzo Settore e dell’associazionismo e della gratuità
Auspichiamo il pieno e costruttivo coinvolgimento delle associazioni di base,
ed in particolare di quelle giovanili, ed una politica che sappia coniugare la
volontà di miglioramento della qualità della vita, della dignità umana, del rispetto
dei diritti, espresse da quanti operano in modo gratuito per gli altri e per il bene comune e dal Terzo Settore. Vogliamo un’Europa che
favorisca lo sviluppo di reti, di aggregazioni e di cooperazione tra
associazioni ed espressioni della società civile, quali strumenti per il rafforzamento di un’identità europea pacifica e solidale, e la
definizione comune di ruolo, funzioni e prerogative delle realtà del Terzo
Settore e del volontariato, anche in termini fiscali.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società
italiana tutta un maggiore e distintivo impegno nelle sedi e nelle forme con le
quali la società civile si aggrega ed esprime le proprie aspettative, necessità
ed orientamenti valoriali.
Gennaio 2019
I firmatari
della RETE: ACI Azione Cattolica Italiana – ACLI Associazioni Cristiane
Lavoratori Italiani – AGESCI –
Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – C.d.O. Compagnia dello Opere
– CIF Centro Italiano Femminile –
Comunità di Sant’Egidio – CONFCOOPERATIVE – COLDIRETTI – CSI Centro Sportivo
Italiano – CTG Centro
Turistico Giovanile – CVX Comunità di Vita Cristiana – FOCSIV Volontari nel
mondo – FONDAZIONE G. TONIOLO
– F.U.C.I. Federazione Universitaria Cattolica Italiana – ICRA International
Catholic Rural Association – MASCI
Movimento Adulto Scout Cattolico Italiano – MCL Movimento Cristiano
Lavoratori – MOVIMENTO DEI FOCOLARI
Opera di Maria – RNS Rinnovamento nello Spirito Santo – UNEBA Unione
Nazionale Istituzioni e Iniziative di Ass.za
Sociale.
*********************************************
THE EUROPE THAT
WE WANT
January 2019
Premise
This document is born from the comparison on the theme
"The Europe we want" held within Retinopera, the network of 20
organizations from the Catholic world that promote their collaboration to give substance
to the principles and contents of the Social Doctrine of the Church, thus
offering tangible
response to the requests that emerge from the Pastoral
Guidelines of the Italian Bishops.
With this document Retinopera addresses the country,
underlining the presence in Europe of a systemic crisis that is spiritual
rather than economic, therefore anthropological and social. A crisis that
affects not only individual countries and different peoples, but also Europe as
a Community of Nations.
A Europe whose foundation remains the Christian roots and
which presents critical issues that need to be historicized: the contrast
between the great material, social, ecological and political benefits obtained
to date, on the one hand, and the forms of exclusion, poverty, inequality and
loss of trust on the other; the rift between those who still believe in the
existence of a common European project, on the one hand, and those who feel it European
institutions increasingly distant, on the other.
"The European
Union is born as a unity of differences and unity in differences. The
peculiarities must not therefore be frightening, nor can one think that unity
is preserved by uniformity. It is rather the harmony of a community. The
Founding Fathers chose this term as the cornerstone of the entities that were
born of the Treaties, emphasizing the fact that they shared their resources and
talents. Today the European Union needs to rediscover the sense of being first
and foremost a "community" of people and peoples aware that "the
whole is more than the part, and it is also more than their simple sum
"and therefore that" we must always widen our gaze to recognize a
greater good that will bring benefits to all "" (Pope Francis, 24
March 2017). In light of the current situation, we put forward the following
proposals at the head of 6 key points for a positive development of the Europe
we want.
1. A democratic and
participatory Europe
We hope for a more
democratic management of the European institutions, so that the mandate
received from the citizens represents the common interest of the people. We
want a Europe of the centrality of peoples, of citizens, of civil society,
which takes into account the aspirations, dreams, dramas of people and
communities.
A Europe of dignity and freedom, in which the European
citizenship is exercised responsibly in places of participation, debate and
knowledge, also by exploiting new forms of digital communication. A Europe that
gives life to targeted programs of education and culture education and respect
for human and social rights, in which shared sovereignty belongs to the
European people, called to exercise it through the truly representative
institutions.
We recommend
ourselves and the Italian society as a whole to work to promote participation,
correct information, valorisation and intermediate bodies and the spirit of
subsidiarity at all levels, starting with the role of the family.
2.A solidarity and
welcoming Europe
We hope for a
Europe of acceptance and solidarity towards the weakest, starting from those
fleeing death and despair, seeking refuge and dignity in our countries, before
whom we feel an ethical jolt of us all Europeans and a appeal to
humanitarian responsibility of European Union governments.
We want a Europe of fraternity, respect for human rights, the fight against
discrimination of all kinds, cooperation and dialogue between religions and
churches, as well as the construction of world peace, recalled by the Constitutive
Treaties of the Union. We believe that the principle of solidarity and subsidiarity,
also contained in the Treaties, has potential for development that is still
unexpressed, and that the European institutions should promote inclusion and
social protection, reduce internal inequalities and external, strengthen
European skills in social matters, work for the realization of an economic
structure based on the value of the person and on solidarity, and not on
maximization
of profit and competitiveness.
We recommend
to ourselves and to Italian society the whole practice of solidarity and
respect for human rights, the search for a common ordinary policy towards
migrants and refugees based on acceptance and effective integration - taking as
an example also positive experiences as the humanitarian corridors -, as well
as the strengthening of the Social Pillar of the Union, to be transformed into
a real Social Compact that constrains the states on a par with the Fiscal
Compact (which today imposes on them various clauses such as the deficit / GDP
ratio and the balance budget) and that it is promoted and defended in EU
foreign policies.
3. A Europe of the
human value of work and work for all
We hope for the priority and dignity of people at work,
especially for young people, for their greater valorisation and employment; the
protection of all workers with training, support and support measures; the
promotion of free, creative, participatory and solidarity work.
We want a European Commission that verifies
compliance with the measures aimed at creating stable and quality employment
and that acquires supervisory powers over respect for employment inclusion,
reduction in margins and the promotion of equal opportunities. A European
Commission that adopts standards of social, environmental and fiscal
sustainability, and contrasts it unemployment, the economy of waste, the race
to the bottom on rights, tax avoidance and protectionist logic.
We recommend to ourselves and to the Italian
society all the adoption of the human values of work as a fundamental
criterion of occupational development, and the commitment to the centrality of
the person in the production processes, in the aims of the economy and in the
ways of managing the production organizations, trade union organizations and
reference institutions.
4. A Europe of the
promotion of culture, science and art
We hope to
safeguard the natural and cultural, artistic, musical, scientific, oral and
written heritage, in the various contexts, nations and macro-regions, the
promotion of the exchange between cultures and human, social, working experiences,
sharing of good practices and interchange between institutions, companies,
associations, communities and individuals. We want a Europe that supports the
common construction of a European secular identity, in which all the social and
religious expressions spread throughout Europe are taken into account, so that
the generativity of unitary processes for the construction of an inter-human
culture is strengthened centered on dialogue.
We recommend to ourselves and to the whole
Italian society to value the different social and cultural heritages of the
peoples that compose it; to educate young people to work concretely in a joint
way to build a Europe of the environment, culture and science; to set
percentages of domestic product for investment in research, education and
infrastructure.
5. A Europe of
sustainable development and integral economy
We hope for a Europe that knows how to make the right
choices for circular and sustainable economic and social development and that
reinforces political priorities with respect to economic strategies. A Europe
that becomes a leading force at a global level in tune with the objectives of
sustainable development of the UN 2030 Agenda and the Paris
Climate Agreements, aimed at renewing the founding principles of the European
project on the environment, energy and integral development of the person and
the planet. A Europe that responsibly cares about the quality of its territory
and its natural, social and human environment, and to promote access to food
from quality for all.
We recommend ourselves and the Italian society
as a whole to work for the development of institutional governance of financial
systems, which gives finance the role of an "instrument" for the
service of man and to promote a serious fight against social and material
exclusion, for the responsible use of the planet's resources and for integral
ecology.
6. A Europe of the
Third Sector and of associations and gratuitousness
We hope for the
full and constructive involvement of grassroots associations, and in particular
youth associations, and a policy that combines the will to improve the quality
of life, human dignity and respect for rights, expressed by those who work for
free for the others for the common good and from the Third Sector. We want a
Europe that favors the development of networks, aggregations and cooperation
between associations and expressions of civil society, as tools for the
strengthening of a peaceful and solidarity European identity, and the common
definition of the role, functions and prerogatives of the Third Sector and of
the voluntary sector, also in fiscal terms.
We recommend to ourselves and to the Italian
society a greater and more distinctive commitment in the seats and in the forms
with which the civil society aggregates and expresses its own expectations,
needs and values.
January 2019
NETWORK signatories: ACI Azione Cattolica Italiana – ACLI
Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – AGESCI –
Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – C.d.O. Compagnia dello Opere
– CIF Centro Italiano Femminile –
Comunità di Sant’Egidio – CONFCOOPERATIVE – COLDIRETTI – CSI Centro Sportivo
Italiano – CTG Centro
Turistico Giovanile – CVX Comunità di Vita Cristiana – FOCSIV Volontari nel
mondo – FONDAZIONE G. TONIOLO
– F.U.C.I. Federazione Universitaria Cattolica Italiana – ICRA International
Catholic Rural Association – MASCI
Movimento Adulto Scout Cattolico Italiano – MCL Movimento Cristiano
Lavoratori – MOVIMENTO DEI FOCOLARI
Opera di Maria – RNS Rinnovamento nello Spirito Santo – UNEBA Unione
Nazionale Istituzioni e Iniziative di Ass.za
Sociale.