INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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domenica 5 maggio 2019

Retinopera: L’EUROPA CHE VOGLIAMO / THE EUROPE THAT WE WANT Gennaio 2019 / January 2019


Retinopera: L’EUROPA CHE VOGLIAMO / THE EUROPE THAT WE WANT

Gennaio 2019 / January 2019

note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current.  Mario Ardigò - Catholic Action in the Catholic parish of San Clemente Pope - Rome, Monte Sacro, Valli district


Premessa
Il presente documento nasce dal confronto sul tema “L’Europa che vogliamo” tenutosi all’interno di Retinopera, la rete di 20 organizzazioni del mondo cattolico che promuovono la loro collaborazione per dare concretezza ai principi e contenuti della Dottrina Sociale della Chiesa, e così  per offrire tangibile risposta alle sollecitazioni che emergono dagli Orientamenti Pastorali dei Vescovi italiani.
 Con questo documento Retinopera si rivolge al Paese, sottolineando la presenza in Europa di una crisi sistemica che prima che economica è spirituale, dunque antropologica e sociale. Una crisi che investe, oltre che i singoli Paesi e i diversi Popoli, anche l’Europa come Comunità di Nazioni.
Un’Europa il cui fondamento rimangono le radici cristiane e che presenta criticità che vanno storicizzandosi: il contrasto tra i grandi benefici materiali, sociali, ecologici e politici ottenuti fino ad oggi, da un lato, e le forme di esclusione, povertà, disuguaglianza e perdita di fiducia, dall’altro; la frattura tra chi crede ancora nell’esistenza di un comune progetto Europeo, da un lato, e chi sente le istituzioni europee sempre più lontane, dall’altro.
L’Unione Europea nasce come unità delle differenze e unità nelle differenze. Le peculiarità non devono perciò spaventare, né si può pensare che l’unità sia preservata dall'uniformità. Essa è piuttosto l’armonia di una comunità. I Padri fondatori scelsero proprio questo termine come cardine delle entità che nascevano dai Trattati, ponendo l’accento sul fatto che si mettevano in comune le risorse e i talenti di ciascuno. Oggi l’Unione Europea ha bisogno di riscoprire il senso di essere anzitutto “comunità” di persone e di popoli consapevole che «il tutto è più della parte, ed è anche più della loro semplice somma» e dunque che «bisogna sempre allargare lo sguardo per riconoscere un bene più grande che porterà benefici a tutti»” (Papa Francesco, 24 marzo 2017).  Alla luce della situazione odierna, avanziamo le seguenti proposte in capo a 6 punti nodali per uno sviluppo positivo dell’Europa che vogliamo.
1. Un’Europa democratica e partecipativa
Auspichiamo una conduzione più democratica delle Istituzioni europee, affinché il mandato ricevuto dai cittadini rappresenti il comune interesse dei popoli. Vogliamo un’Europa della centralità dei popoli, dei cittadini, della società civile, che tenga conto delle aspirazioni, dei sogni, dei drammi delle persone e delle comunità.
  Un’Europa della dignità e della libertà, nella quale la cittadinanza europea si eserciti responsabilmente nei luoghi di partecipazione, dibattito e conoscenza, anche valorizzando le nuove forme di comunicazione digitale. Un’Europa che dia vita a programmi mirati di formazione ed educazione alla cultura e al rispetto dei diritti umani e sociali, nella quale la sovranità condivisa appartenga al popolo europeo, chiamato a esercitarla attraverso le Istituzioni veramente rappresentative.
Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta di impegnarsi a promuovere la partecipazione, la corretta informazione, la valorizzazione e dei corpi intermedi e dello spirito di sussidiarietà a tutti i livelli, a cominciare dal ruolo della famiglia.
2.Un’Europa solidale e accogliente
Auspichiamo un’Europa dell’accoglienza e della solidarietà verso i soggetti più deboli, a partire da coloro che fuggono dalla morte e dalla disperazione cercando nei nostri paesi rifugio e dignità, di fronte ai quali sentiamo necessario un sussulto etico di noi tutti europei e un appello alla responsabilità umanitaria dei governi dell’Unione Europea. Vogliamo un’Europa della fraternità, del rispetto dei diritti umani, della lotta alle discriminazioni di ogni genere, della cooperazione e del dialogo tra le religioni e le Chiese, nonché della costruzione della pace mondiale, richiamata dai Trattati costitutivi dell’Unione. Riteniamo che il principio di solidarietà e di sussidiarietà, anch’esso contenuto nei Trattati, abbia potenzialità di sviluppo ancora inespresse, e che le istituzioni europee debbano promuovere l’inclusione e la protezione sociale, ridurre le disuguaglianze interne ed esterne, rafforzare le competenze europee in materia sociale, lavorare per la realizzazione di un assetto economico basato sul valore della persona e sulla solidarietà, e non sulla massimizzazione del profitto e della competitività.
 Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta la pratica della solidarietà e del rispetto dei diritti umani, la ricerca di una politica comune ordinaria verso migranti e rifugiati fondata sull'accoglienza e su una efficace integrazione – prendendo esempio anche da esperienze positive come i corridoi umanitari -, nonché il rafforzamento del Pilastro Sociale dell’Unione, da trasformare in un vero e proprio Social Compact che vincoli gli stati al pari del Fiscal Compact (che oggi impone loro diverse clausole quali il rapporto deficit/Pil e il pareggio di bilancio) e che sia promosso e difeso nelle politiche estere dell’UE.
3.Un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro per tutti
Auspichiamo priorità e dignità delle persone nel lavoro, in special modo dei giovani, per una loro maggiore valorizzazione e occupazione; la tutela di tutti i lavoratori con misure di formazione, accompagnamento e sostegno; la promozione di un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale.
 Vogliamo una Commissione Europea che verifichi il rispetto delle misure volte alla creazione di occupazione stabile e di qualità e che acquisisca poteri di vigilanza sul rispetto dell’inclusione lavorativa, la riduzione della marginalità e la promozione di pari opportunità. Una Commissione Europea che adotti standard di sostenibilità sociale, ambientale e fiscale, e contrasti la disoccupazione, l’economia dello scarto, la corsa al ribasso sui diritti, l’elusione  fiscale e le logiche protezionistiche.
  Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta la adozione dei valori umani del lavoro quale criterio fondamentale dello sviluppo occupazionale, e l’impegno per la centralità della persona nei processi produttivi, nelle finalità dell’economia e nelle modalità di gestione delle organizzazioni produttive, di quelle sindacali e delle istituzioni di riferimento.
4.Un’Europa della promozione della cultura, della scienza e dell’arte
Auspichiamo la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale, artistico, musicale, scientifico, orale e scritto, nei vari contesti, nazioni e macro regioni, la promozione dello scambio tra culture ed   esperienze umane, sociali, lavorative, la condivisione delle buone pratiche e l’interscambio tra istituzioni, imprese, associazioni, comunità e individui. Vogliamo un’Europa che sostenga la costruzione comune di una identità laica europea, all’interno della quale si tenga conto di tutte le espressioni sociali e religiose diffuse sul territorio europeo, perché si rafforzi la generatività di processi unitari per la costruzione di una cultura interumana centrata sul dialogo.
  Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta di valorizzare i diversi patrimoni sociali e culturali dei popoli che la compongono; di educare i giovani a operare concretamente in forma congiunta per costruire una Europa dell’ambiente, della cultura e della scienza; di fissare quote percentuali di prodotto interno per investimenti nella ricerca, nell’istruzione e nelle infrastrutture.
5.Un’Europa dello sviluppo sostenibile e dell’economia integrale
Auspichiamo un’Europa che sappia fare le scelte giuste per uno sviluppo economico e sociale circolare e sostenibile e che rafforzi le priorità della politica rispetto a strategie economicistiche. Un’Europa che diventi una forza protagonista a livello globale in sintonia con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima, protesa a rinnovare i principi fondativi del progetto europeo in materia di ambiente, energia e sviluppo integrale della persona e del pianeta. Un’Europa che si preoccupi responsabilmente della qualità del proprio territorio e del proprio ambiente naturale, sociale ed umano, e di promuovere l’accesso ad un cibo di qualità per tutti.
  Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta di lavorare per lo sviluppo di una governance istituzionale dei sistemi finanziari, che ridia alla finanza il ruolo di “strumento” al servizio dell’uomo e di promuovere un serio contrasto alla esclusione sociale e materiale, per l’uso responsabile delle risorse del pianeta e per l’ecologia integrale.
6.Un’Europa del Terzo Settore e dell’associazionismo e della gratuità
Auspichiamo il pieno e costruttivo coinvolgimento delle associazioni di base, ed in particolare di quelle giovanili, ed una politica che sappia coniugare la volontà di miglioramento della qualità della vita, della dignità umana, del rispetto dei diritti, espresse da quanti operano in modo gratuito per gli altri e per il bene comune e dal Terzo Settore. Vogliamo un’Europa che favorisca lo sviluppo di reti, di aggregazioni e di cooperazione tra associazioni ed espressioni della società civile, quali strumenti per il rafforzamento di un’identità europea pacifica e solidale, e la definizione comune di ruolo, funzioni e prerogative delle realtà del Terzo Settore e del volontariato, anche in termini fiscali.
  Raccomandiamo a noi stessi ed alla società italiana tutta un maggiore e distintivo impegno nelle sedi e nelle forme con le quali la società civile si aggrega ed esprime le proprie aspettative, necessità ed orientamenti valoriali.
Gennaio 2019
 I firmatari della RETE: ACI Azione Cattolica Italiana – ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – AGESCI –
Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – C.d.O. Compagnia dello Opere – CIF Centro Italiano Femminile –
Comunità di Sant’Egidio – CONFCOOPERATIVE – COLDIRETTI – CSI Centro Sportivo Italiano – CTG Centro
Turistico Giovanile – CVX Comunità di Vita Cristiana – FOCSIV Volontari nel mondo – FONDAZIONE G. TONIOLO
– F.U.C.I. Federazione Universitaria Cattolica Italiana – ICRA International Catholic Rural Association – MASCI
Movimento Adulto Scout Cattolico Italiano – MCL Movimento Cristiano Lavoratori – MOVIMENTO DEI FOCOLARI
Opera di Maria – RNS Rinnovamento nello Spirito Santo – UNEBA Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Ass.za
Sociale.

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THE EUROPE THAT WE WANT

January 2019



Premise
This document is born from the comparison on the theme "The Europe we want" held within Retinopera, the network of 20 organizations from the Catholic world that promote their collaboration to give substance to the principles and contents of the Social Doctrine of the Church, thus offering tangible
response to the requests that emerge from the Pastoral Guidelines of the Italian Bishops.
 With this document Retinopera addresses the country, underlining the presence in Europe of a systemic crisis that is spiritual rather than economic, therefore anthropological and social. A crisis that affects not only individual countries and different peoples, but also Europe as a Community of Nations.
A Europe whose foundation remains the Christian roots and which presents critical issues that need to be historicized: the contrast between the great material, social, ecological and political benefits obtained to date, on the one hand, and the forms of exclusion, poverty, inequality and loss of trust on the other; the rift between those who still believe in the existence of a common European project, on the one hand, and those who feel it European institutions increasingly distant, on the other.
 "The European Union is born as a unity of differences and unity in differences. The peculiarities must not therefore be frightening, nor can one think that unity is preserved by uniformity. It is rather the harmony of a community. The Founding Fathers chose this term as the cornerstone of the entities that were born of the Treaties, emphasizing the fact that they shared their resources and talents. Today the European Union needs to rediscover the sense of being first and foremost a "community" of people and peoples aware that "the whole is more than the part, and it is also more than their simple sum "and therefore that" we must always widen our gaze to recognize a greater good that will bring benefits to all "" (Pope Francis, 24 March 2017). In light of the current situation, we put forward the following proposals at the head of 6 key points for a positive development of the Europe we want.

1. A democratic and participatory Europe
 We hope for a more democratic management of the European institutions, so that the mandate received from the citizens represents the common interest of the people. We want a Europe of the centrality of peoples, of citizens, of civil society, which takes into account the aspirations, dreams, dramas of people and communities.
  A Europe of dignity and freedom, in which the European citizenship is exercised responsibly in places of participation, debate and knowledge, also by exploiting new forms of digital communication. A Europe that gives life to targeted programs of education and culture education and respect for human and social rights, in which shared sovereignty belongs to the European people, called to exercise it through the truly representative institutions.
 We recommend ourselves and the Italian society as a whole to work to promote participation, correct information, valorisation and intermediate bodies and the spirit of subsidiarity at all levels, starting with the role of the family.

2.A solidarity and welcoming Europe
  We hope for a Europe of acceptance and solidarity towards the weakest, starting from those fleeing death and despair, seeking refuge and dignity in our countries, before whom we feel an ethical jolt of us all Europeans and a appeal to
humanitarian responsibility of European Union governments. We want a Europe of fraternity, respect for human rights, the fight against discrimination of all kinds, cooperation and dialogue between religions and churches, as well as the construction of world peace, recalled by the Constitutive Treaties of the Union. We believe that the principle of solidarity and subsidiarity, also contained in the Treaties, has potential for development that is still unexpressed, and that the European institutions should promote inclusion and social protection, reduce internal inequalities and external, strengthen European skills in social matters, work for the realization of an economic structure based on the value of the person and on solidarity, and not on maximization
of profit and competitiveness.
   We recommend to ourselves and to Italian society the whole practice of solidarity and respect for human rights, the search for a common ordinary policy towards migrants and refugees based on acceptance and effective integration - taking as an example also positive experiences as the humanitarian corridors -, as well as the strengthening of the Social Pillar of the Union, to be transformed into a real Social Compact that constrains the states on a par with the Fiscal Compact (which today imposes on them various clauses such as the deficit / GDP ratio and the balance budget) and that it is promoted and defended in EU foreign policies.

3. A Europe of the human value of work and work for all
We hope for the priority and dignity of people at work, especially for young people, for their greater valorisation and employment; the protection of all workers with training, support and support measures; the promotion of free, creative, participatory and solidarity work.
 We want a European Commission that verifies compliance with the measures aimed at creating stable and quality employment and that acquires supervisory powers over respect for employment inclusion, reduction in margins and the promotion of equal opportunities. A European Commission that adopts standards of social, environmental and fiscal sustainability, and contrasts it unemployment, the economy of waste, the race to the bottom on rights, tax avoidance and protectionist logic.
  We recommend to ourselves and to the Italian society all the adoption of the human values ​​of work as a fundamental criterion of occupational development, and the commitment to the centrality of the person in the production processes, in the aims of the economy and in the ways of managing the production organizations, trade union organizations and reference institutions.

4. A Europe of the promotion of culture, science and art
  We hope to safeguard the natural and cultural, artistic, musical, scientific, oral and written heritage, in the various contexts, nations and macro-regions, the promotion of the exchange between cultures and  human, social, working experiences, sharing of good practices and interchange between institutions, companies, associations, communities and individuals. We want a Europe that supports the common construction of a European secular identity, in which all the social and religious expressions spread throughout Europe are taken into account, so that the generativity of unitary processes for the construction of an inter-human culture is strengthened centered on dialogue.
  We recommend to ourselves and to the whole Italian society to value the different social and cultural heritages of the peoples that compose it; to educate young people to work concretely in a joint way to build a Europe of the environment, culture and science; to set percentages of domestic product for investment in research, education and infrastructure.

5. A Europe of sustainable development and integral economy
We hope for a Europe that knows how to make the right choices for circular and sustainable economic and social development and that reinforces political priorities with respect to economic strategies. A Europe that becomes a leading force at a global level in tune with the objectives of
sustainable development of the UN 2030 Agenda and the Paris Climate Agreements, aimed at renewing the founding principles of the European project on the environment, energy and integral development of the person and the planet. A Europe that responsibly cares about the quality of its territory and its natural, social and human environment, and to promote access to food from quality for all.
  We recommend ourselves and the Italian society as a whole to work for the development of institutional governance of financial systems, which gives finance the role of an "instrument" for the service of man and to promote a serious fight against social and material exclusion, for the responsible use of the planet's resources and for integral ecology.

6. A Europe of the Third Sector and of associations and gratuitousness
  We hope for the full and constructive involvement of grassroots associations, and in particular youth associations, and a policy that combines the will to improve the quality of life, human dignity and respect for rights, expressed by those who work for free for the others for the common good and from the Third Sector. We want a Europe that favors the development of networks, aggregations and cooperation between associations and expressions of civil society, as tools for the strengthening of a peaceful and solidarity European identity, and the common definition of the role, functions and prerogatives of the Third Sector and of the voluntary sector, also in fiscal terms.
  We recommend to ourselves and to the Italian society a greater and more distinctive commitment in the seats and in the forms with which the civil society aggregates and expresses its own expectations, needs and values.
January 2019

NETWORK signatories: ACI Azione Cattolica Italiana – ACLI Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – AGESCI –
Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani – C.d.O. Compagnia dello Opere – CIF Centro Italiano Femminile –
Comunità di Sant’Egidio – CONFCOOPERATIVE – COLDIRETTI – CSI Centro Sportivo Italiano – CTG Centro
Turistico Giovanile – CVX Comunità di Vita Cristiana – FOCSIV Volontari nel mondo – FONDAZIONE G. TONIOLO
– F.U.C.I. Federazione Universitaria Cattolica Italiana – ICRA International Catholic Rural Association – MASCI
Movimento Adulto Scout Cattolico Italiano – MCL Movimento Cristiano Lavoratori – MOVIMENTO DEI FOCOLARI
Opera di Maria – RNS Rinnovamento nello Spirito Santo – UNEBA Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Ass.za
Sociale.