Domenica 3 febbraio
2013 – 4° del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le
solennità – salterio: 4° settimana – colore liturgico: verde – Letture e
sintesi dell’omelia della Messa delle nove -
avvisi parrocchiali e di A.C.
Osservazioni
ambientali: temperatura 15° C . Cielo: sereno, poche nubi sparse. Canti:
ingresso, Alzo gli occhi verso il cielo;
Offertorio, Dov'è carità e amore;
Comunione, Dio s'è fatto come noi.
Non eravamo in molti: il picco dell'influenza
ha falcidiato la popolazione dei fedeli. Alcuni vengono a Messa anche se non
stanno ancora bene. Una signora ha avuto un mancamento sui gradini della chiesa,
ma soccorsa dalle gente intorno e poi dal personale sanitario accorso in
ambulanza, si è ripresa.
Al momento della Comunione uno dei ministri
straordinari dell'Eucaristia in servizio in quel momento ha perso l'equilibrio,
è caduto e pur continuando a tenere ben stretto il calice delle ostie, curandosi
prima di quelle che della propria integrità fisica, non ha potuto evitare che
un certo numero di ostie consacrate finisse sul pavimento. E' accorsa l'Azione
Cattolica per recuperarle, ma è stata fermata dall'altro ministro, il quale
sosteneva che i laici non potevano toccarle.
Gli si è obbedito. E' naturalmente apprezzabile l'impegno a prevenire
sottrazioni e profanazioni, ma, dal punto di vista del diritto canonico,
bisogna dire che è caduto il divieto per
i laici di toccare le ostie
consacrate (e anche il calice che le conteneva), che era previsto in passato.
Tanto è vero che proprio i ministri straordinari dell'Eucaristia, partecipi di
un ministero definito di fatto, per distinguerlo
da quelli ordinati (episcopato,
presbiterato e diaconia) e istituiti
(lettorato e accolitato), sono comuni fedeli laici che le toccano e, infine, tutti i fedeli
le toccano, ricevendole in mano secondo la modalità oggi in uso per la
Comunione. Ciò che al laico è consentito solo in quanto sia ministro straordinario dell'Eucaristia è
invece la distribuzione delle ostie
consacrate. Naturalmente, poi, se il celebrante o il ministro straordinario
dell'Eucaristia, nel caso di accidentale caduta di ostie consacrate, vietano ai
fedeli laici di toccarle, bisogna seguire le loro indicazioni, e questo sia secondo
il diritto canonico vigente sia secondo il diritto privato della Repubblica (da
questo punto di vista esse, come sostanza materiale fatta di pane, sono oggetto di un diritto di proprietà della
parrocchia e l'alienazione, dal punto
di vista giuridico, si ha solo dopo la loro distribuzione).
Il gruppo di A.C. era, come sempre, schierato
nei banchi a sinistra dell’altare, guardando l’abside.
Buona domenica a
tutti!
Prima lettura
Dal libro del profeta
Geremia (Ger 1,4-5.17-19)
Nei giorni del re Giosìa, mi fu rivolta questa parola del
Signore: "Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima
che tu uscissi alla luce, ti ho consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni.
Tu, dunque, stringi la veste ai fianchi, àlzati e di' loro tutto ciò che ti
ordinerò; non spaventarti di fronte a loro, altrimenti sarò io a farti paura
davanti a loro. Ed ecco, oggi io faccio
di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo
contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi
sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti.
Salmo responsoriale
Dal salmo 70
Ritornello:
La mia bocca, Signore, racconterà la tua salvezza.
In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno.
La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
Seconda lettura
Dalla prima lettera
di San Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 12,31 - 13,13)
Fratelli, desiderate intensamente i carismi più grandi. E
allora, vi mostro la via più sublime. Se parlassi le lingue degli uomini e
degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come
cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i
misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare
le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo
tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo, per averne vanto, ma non avessi
la carità, a nulla mi servirebbe. La
carità è magnanima, benevola è la carità; non
è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di
rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si rallegra della verità. Tutto scusa,
tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le
profezie scompariranno, il dono delle lingue cesserà e la conoscenza svanirà.
Infatti, in modo imperfetto noi conosciamo e in modo imperfetto profetizziamo.
Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.
Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da
bambino. Divenuto uomo, ho eliminato ciò che è da bambino. Adesso noi vediamo
in modo confuso, come in uno specchio; allora invece vedremo faccia a faccia.
Adesso conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come
anch'io sono conosciuto. Ora dunque rimangono
queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è
la carità.
Vangelo
Dal Vangelo secondo
Luca (Lc 4,21-30)
In quel tempo, Gesù
cominciò a dire nella sinagoga: "Oggi si è compiuta questa Scrittura, che
voi avete ascoltato". Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati
delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: "Non è
costui il figlio di Giuseppe?". Ma egli rispose loro: "Certamente voi
mi citerete questo proverbio: 'Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito
accadde a Cafàrnao, fallo anche qui nella tua patria!'". Poi aggiunse:
"In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia,
quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia
in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a
Sarèpta di Sidone. C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta
Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, i Siro". All'udire
queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo
cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul
quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in
mezzo a loro, si mise in cammino.
Sintesi dell’omelia
della Messa delle nove
La Chiesa madre oggi
ci nutre e ci rafforza con le letture bibliche di questa Messa.
Il brano evangelico è il seguito di quello che
è stato letto la domenica scorsa. Gesù, agli inizi del suo ministero, si
reca nella sinagoga di Nàzaret, il paese
dove aveva vissuto, e, dopo aver letto un passo del libro di Isaia interpretato
come il preannuncio della venuta del Messia, dell'unto di Dio (Lo Spirito è sopra di me; per questo mi ha
consacrato con l'unzione e mi ha mandato
a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la
liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e
proclamare l'anno di grazia del Signore) disse ai presenti: "Oggi si è compiuta questa parola che voi
avete ascoltato", le parole con cui inizia il passo proclamato oggi.
E scritto che,
all'udire questo, la gente di meravigliava e, sorpresa, si chiedeva: "Non è costui il figlio di Giuseppe?".
Pensavano di conoscere Gesù, ma non era così. Accade anche a noi di ritenere ci
conoscere bene quelli con cui abbiamo maggiore consuetudine e qualche volta
non è vero.
Soprattuto nel Vangelo di Luca si pone molta attenzione a
proclamare che Gesù è Dio. Questo lo si vede, ad esempio, nelle narrazioni
dell'Annunciazione e del concepimento di Maria per opera dello Spirito Santo,
da donna vergine, che non aveva conosciuto uomo.
Era difficile per
quelli che si trovavano vicino a Gesù nella sinagoga di Nazaret credere che
Gesù fosse qualcosa di più della persona che essi credevano di conoscere. Gesù
allora, citando episodi della vita dei profeti Elia ed Eliseo, ricordò che in
essi la salvezza era stata recata, mediante quei profeti, a dei pagani, a una
vedova a Sarèpta di Sidone, nel caso di Elia, e a Naamàn il Siro, nel caso di
Eliseo. Al sentire questo i presenti ebbero una reazione violenta contro Gesù,
che fu cacciato dalla città.
Quindi agli inizi del
suo ministero pubblico, Gesù tagliò
con la propria vita di prima, con le persone con le quali aveva vissuto a
Nazaret e questo fece per obbedienza al
Padre suo. Anche noi, nella nostra vita di fede, dobbiamo saperci sottrarre ai
condizionamenti del paese e della nazione in cui viviamo e addirittura a quelli
della famiglia, se costituiscono un ostacolo nella vita di fede, quindi saper tagliare, liberarci da essi. Dobbiamo così
raggiungere la libertà dei figli di Dio, quella che serve per seguire la
volontà di Dio e giungere a partecipare
della sua natura che, come proclamato nella prima lettera di Giovanni, è amore (1Gv, 4,8).
Nella lettura tratta
dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi è specificato in che cosa consiste
l'amore secondo Dio, che, per
chiarirne meglio il senso, viene indicato in italiano con carità [ nel testo greco del brano si ha agàpe]: la carità è
magnanima, benevola, non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio,
non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene
conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma rallegra della verità;
tutto scusa, tutto spera, tutto sopporta. Poiché Dio
è amore possiamo sostituire alla parola carità
la parola Dio e allora possiamo
leggere: Dio è magnanimo, benevolo e
via dicendo e constatare che Dio è proprio così. Ma se al posto della parola Dio sostituiamo il nostro nome, possiamo
dire lo stesso? Eppure proprio in questo consiste l'essere cristiani, e questo
sia per i preti e i religiosi come per il laici. Non esistono cristiani di
serie A e di serie B. O si è cristiani o non lo si è. Tutti dobbiamo tendere al
traguardo della carità, intesa come partecipazione all'amore di Dio. Non
possiamo però riuscire a raggiungerlo con le nostre sole forze: la carità
secondo Dio è infatti un dono di Dio. Ma proprio a questo, all'amore secondo
Dio, siamo stati chiamati fin dal grembo
materno, come è scritto nella prima lettura, tratta dal libro del profeta
Geremia: quindi ad essere, attraverso l'amore secondo Dio che Dio ci dona, profeti e testimoni di Cristo nel mondo.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del
celebrante – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro Valli
Avvisi parrocchiali:
-martedì 5 febbraio
sarà il primo martedì del mese e nella chiesa parrocchiale si radunerà il
gruppo di preghiera di San Pio da Pietrelcina; in occasione della preghiera
sarà esposto il Santissimo nella cappella del Tabernacolo.
-giovedì 7 febbraio
sarà il primo giovedì del mese e nella chiesa parrocchiale sarà esposto il
Santissimo dalle ore 10:00 alle 18. Alle 17 nella chiesa parrocchiale si terrà
una preghiera per le vocazioni.
Avvisi di A.C.:
-martedì 6 febbraio,
alle ore 17:00, nella sala nel corridoio davanti al Centro di ascolto), si terrà la riunione del gruppo parrocchiale
dell’Azione Cattolica. Gli associati sono invitati a preparare una
meditazione sulle lettura di domenica 10
febbraio 2013 - 5° del Tempo Ordinario
(Is 6,1-2a.3-8; Sal 137; 1Cor 15,1-11; Lc 5,1-11). Saranno trattati temi
relativi all’Anno della Fede;
- si segnala il sito WEB www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla
formazione;
iniziativa
attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano
2° (1962-1965) e per scoprirne e
promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.