INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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mercoledì 15 gennaio 2025

Popolarismo cristiano e cattolicesimo democratico

 

Popolarismo cristiano

 

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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale]  di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione  di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.

OpenAI ha avvertito gli abbonati al servizio che l’interazione tra loro e l’AI contribuisce ad addestrarla. Ho potuto constatare un rapido e continuo miglioramento di prestazioni dell’algoritmo da quando ho iniziato servirmene.

 Recentemente è stata introdotta l’opzione di consentire a ChatGPT di accedere direttamente ai contenuti sul WEB. Ho constatato però che in questa modalità attualmente l’algoritmo risulta meno affidabile e che può generare incongruenze alcune delle quali sono immediatamente riconoscibili a una mente umana.

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  Gli studiosi dei cristianesimi delle origini ne evidenziano il carattere popolare, prima che emergessero centri intellettuali e gerarchie consolidate. Si presentava come tale la vita al seguito del Maestro.

  Quando iniziarono a cambiare?

 Si sa poco dei primi tre secoli dell’era cristiana e molto ci  è giunto filtrato da esponenti intellettuali delle epoche successive.

 Verso la fine del Terzo secolo i cristianesimi avevano già cambiato volto, con l’affermarsi di episcopati monarchici, tra i quali alcuni assunsero progressivamente maggiore influenza. Seguiamone lo sviluppo con l’aiuto di ChatGPT di OpenAI [ricerca del 15-1-25]

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Nel terzo secolo, la struttura della Chiesa cristiana era in via di sviluppo e non esistevano ancora "patriarcati" nel senso pienamente formalizzato che si affermerà nei secoli successivi con il Concilio di Nicea (325) e altri concili ecumenici. Tuttavia, vi erano già sedi episcopali di grande prestigio e importanza, che progressivamente assunsero un ruolo dominante nella guida della comunità cristiana. Queste sedi erano conosciute come i principali centri di autorità ecclesiastica e, in senso embrionale, anticipavano la formazione dei patriarcati.

Contesto del Terzo Secolo

1.  Crescita della Chiesa: Durante il terzo secolo, la comunità cristiana si espanse notevolmente, nonostante le persecuzioni intermittenti da parte delle autorità romane. La necessità di una struttura organizzativa più solida portò a un crescente ruolo dei vescovi come leader delle comunità locali.

2.  Sedi principali: Alcune città, per la loro importanza politica, economica e culturale, diventarono i principali centri del cristianesimo. I vescovi di queste città iniziarono a godere di un'autorità speciale, spesso non codificata, ma riconosciuta di fatto.

Le sedi di maggior rilievo nel Terzo Secolo

1.  Roma:

o    Già nel terzo secolo, il vescovo di Roma era considerato una figura di rilievo, non solo per la presenza di Pietro e Paolo, ma anche per il prestigio della città come capitale dell'Impero. Nonostante ciò, la sua autorità universale era ancora limitata e contestata in alcune aree.

2.  Alessandria:

o    Centro intellettuale del cristianesimo, grazie alla scuola catechetica alessandrina e a figure come Origene. Il vescovo di Alessandria esercitava un'influenza significativa sull'Egitto e sulle regioni circostanti.

3.  Antiochia:

o    Uno dei primi centri cristiani (dove per la prima volta i seguaci di Gesù furono chiamati "cristiani", secondo gli Atti degli Apostoli). Il vescovo di Antiochia era una figura di riferimento per le comunità cristiane dell'Oriente.

4.  Gerusalemme:

o    Sebbene avesse un valore simbolico straordinario come luogo della morte e resurrezione di Cristo, nel terzo secolo Gerusalemme non era ancora un centro di potere ecclesiastico di primo piano. La sua rilevanza crebbe successivamente, soprattutto dopo la costruzione delle basiliche costantiniane.

5.  Cartagine:

o    Sebbene non fosse una sede patriarcale, Cartagine era un importante centro cristiano nell'Africa romana, grazie a figure come Tertulliano e Cipriano, e svolgeva un ruolo di primo piano nel dibattito teologico e nella disciplina ecclesiastica.

Assenza formale di patriarcati

Nel terzo secolo, il termine "patriarca" non era ancora utilizzato per descrivere i vescovi di queste sedi principali. La distinzione tra vescovi ordinari e "primati" o "patriarchi" si sviluppò solo successivamente, con l'organizzazione più formalizzata della Chiesa nei concili del quarto e quinto secolo.

Evoluzione successiva

1.  Concilio di Nicea (325): Stabilì una gerarchia più definita, riconoscendo l'autorità speciale di Roma, Alessandria e Antiochia come sedi principali.

2.  Concilio di Costantinopoli (381): Aggiunse Costantinopoli come sede patriarcale, basandosi sul suo status di "Nuova Roma".

3.  Concilio di Calcedonia (451): Riconobbe formalmente Gerusalemme come patriarcato.


Conclusione

Nel terzo secolo, pur non essendo formalizzati i patriarcati, esistevano sedi episcopali che detenevano una maggiore autorità e prestigio all'interno della Chiesa. Questi centri, come Roma, Alessandria e Antiochia, posero le basi per la futura divisione patriarcale della cristianità.

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   Dal Quarto secolo teologie cristiane vennero inglobate nella mitologia ideologica dell’Impero romano, il cui centro piuttosto rapidamente venne trasferito ad Oriente, in Tracia,  a Bisanzio, ridenominata Costantinopoli. Il regime costituzionale dell’Impero e il suo diritto vennero progressivamente cristianizzati. Da quel tempo il problema politico della verità, intesa come il complesso di enunciati che dovevano essere accettati per potere essere riconosciuti come parte della Chiesa, intesa nel senso di grande Chiesa a prescindere dai centri ecclesiastici locali e con connotati soprannaturali, divenne un problema di stato.

  L’idea di agàpe, che aveva caratterizzato il popolarismo cristiano dei primi tempi, divenne appannaggio del movimento monastico, divenendo propria di vite speciali, preclusa  all'altra gente costretta alla violenza e agli altri orrori del mondo.

  Seguiamo anche questo sviluppo con l’aiuto di OpenGPT di OpenAI.

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I movimenti cristiani pauperisti prima dell'anno 1000 sono fenomeni di riforma spirituale e sociale nati all'interno del cristianesimo, caratterizzati da una forte enfasi sulla povertà evangelica e sull'imitazione di Cristo. Essi rappresentano una reazione contro le crescenti ricchezze della Chiesa istituzionale e contro le disuguaglianze sociali. Di seguito una panoramica dei principali movimenti e figure legate a questa corrente:

1. Origini del pauperismo cristiano

·         Modello di Cristo e degli apostoli: I Vangeli esortano alla povertà come mezzo per seguire Cristo, che visse in semplicità. Questo ideale ispirò una minoranza di cristiani a vivere radicalmente secondo gli insegnamenti evangelici.

·         Padri della Chiesa: Già nei primi secoli, autori come Ambrogio, Agostino e Giovanni Crisostomo sottolinearono la necessità di condividere i beni con i poveri e condannarono l'accumulo di ricchezze.

2. Monachesimo come espressione di povertà

·         Eremiti e anacoreti: Nella tarda antichità, figure come Sant'Antonio Abate (III-IV secolo) e i Padri del deserto incarnarono l'ideale di rinuncia totale al mondo.

·         Regole monastiche: San Benedetto (VI secolo) e altri fondatori di comunità monastiche enfatizzarono la povertà comunitaria, il lavoro manuale e la condivisione dei beni.

3. Movimenti pauperisti nell'Alto Medioevo

·         Cluny (X secolo): Anche se non propriamente pauperista, il movimento cluniacense promosse una riforma spirituale, con attenzione alla povertà monastica e alla purezza morale.

·         I poveri di Lione (XI secolo): Sebbene post-anno 1000, sono eredi di una tradizione che aveva già radici nel pauperismo cristiano precedente.

·         Movimenti ereticali: Alcuni gruppi, definiti eretici dalla Chiesa, iniziarono a contestare la ricchezza ecclesiastica già prima del 1000, anche se raramente organizzati.

4. Povertà e predicazione

·         Missionari itineranti: Nei secoli IX e X, alcuni missionari e predicatori itineranti, come gli evangelizzatori tra i popoli germanici e slavi, vivevano in condizioni di estrema povertà per imitare Cristo.

·         San Colombano (VI-VII secolo): Fondatore di numerosi monasteri in Europa, praticò una povertà austera e promosse una vita semplice e laboriosa.

5. Critiche alla ricchezza ecclesiastica

Già nell'Alto Medioevo vi erano voci critiche contro il crescente accumulo di beni da parte della Chiesa. La decadenza morale di alcuni esponenti ecclesiastici e la ricchezza di monasteri e vescovi spinsero molti credenti a chiedere un ritorno a una Chiesa più povera e autentica.

Conclusioni

Prima dell’anno 1000, i movimenti cristiani pauperisti si esprimevano principalmente attraverso il monachesimo e attraverso figure carismatiche che cercavano di vivere secondo il Vangelo. Tuttavia, le critiche alla ricchezza della Chiesa iniziarono a intensificarsi e trovarono una maggiore sistematizzazione nei secoli successivi, con movimenti come i francescani e i valdesi.

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  Da grandi centri di potere monastico attivi all’inizio del Secondo Millennio, in particolare dai cluniacensi e dai cistercensi, avemmo la Chiesa gerarchica nella quale ancor oggi viviamo. Aiutiamoci ancora interrogando ChatGPT di OpenAI.

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All'inizio del Secondo Millennio, il monachesimo cristiano attraversò una fase di grande sviluppo e trasformazione. Furono fondati o rinnovati molti ordini monastici che lasciarono un'impronta duratura sulla Chiesa e sulla società medievale. Alcuni di questi ordini si concentrarono sulla riforma della vita monastica, altri sull'espansione missionaria, mentre altri ancora posero l'accento sulla vita comunitaria e sull'ascetismo.

Ecco un quadro dei principali ordini monastici all'inizio del secondo millennio:


1. Cluniacensi

·         Fondazione: L'abbazia di Cluny fu fondata nel 910 a Cluny, in Borgogna (Francia), da Guglielmo il Pio.

·         Caratteristiche:

o    Enfasi sulla liturgia solenne e sulla preghiera corale.

o    Indipendenza dai poteri feudali e dal controllo locale grazie alla protezione papale.

o    Unione di numerosi monasteri sotto l'autorità diretta dell'abate di Cluny.

·         Influenza: All'inizio del secondo millennio, Cluny era il centro di un vasto movimento di riforma monastica e aveva un'influenza morale e culturale enorme in tutta Europa.


2. Camaldolesi

·         Fondazione: L'ordine fu fondato da San Romualdo intorno al 1012 a Camaldoli, vicino ad Arezzo (Italia).

·         Caratteristiche:

o    Combina l'eremitismo con la vita comunitaria.

o    Rigorosa ascesi e silenzio come strumenti per avvicinarsi a Dio.

o    Vita contemplativa e separazione dal mondo.

·         Particolarità: I Camaldolesi cercarono un equilibrio tra la solitudine eremitica e la disciplina comunitaria.


3. Vallombrosani

·         Fondazione: Fondato da San Giovanni Gualberto nel 1038 a Vallombrosa, vicino a Firenze.

·         Caratteristiche:

o    Riforma del clero e del monachesimo, con un forte accento sulla povertà e sull'ascetismo.

o    Lotta contro la simonia e la corruzione nella Chiesa.

o    Vita comunitaria basata sulla Regola di San Benedetto.

·         Influenza: I Vallombrosani furono pionieri della riforma ecclesiastica, sostenendo un clero moralmente integro.


4. Certosini

·         Fondazione: L'ordine fu fondato da San Bruno nel 1084 presso la Grande Chartreuse, vicino a Grenoble (Francia).

·         Caratteristiche:

o    Vita eremitica rigorosa combinata con momenti di vita comunitaria.

o    Silenzio e isolamento dal mondo come pratiche centrali.

o    Vita austera basata sulla preghiera, il lavoro manuale e lo studio.

·         Particolarità: I Certosini sono uno degli ordini monastici più austeri e meno riformati della storia cristiana.


5. Cistercensi

·         Fondazione: L'abbazia di Cîteaux (in latino, Cistercium) fu fondata nel 1098 da un gruppo di monaci guidati da Roberto di Molesme.

·         Caratteristiche:

o    Ritorno alla semplicità e alla purezza della Regola di San Benedetto.

o    Rinuncia agli ornamenti e agli eccessi, con enfasi sulla preghiera, il lavoro manuale e l'autosufficienza.

o    Promozione dello sviluppo agricolo e tecnico in Europa.

·         Influenza: Grazie a San Bernardo di Chiaravalle, i Cistercensi divennero un ordine potentissimo e influente, capace di ispirare la spiritualità medievale.


6. Ordine di Fontevraud

·         Fondazione: Fondato nel 1101 da Roberto d'Arbrissel in Francia.

·         Caratteristiche:

o    Comunità mista di uomini e donne, governata da una badessa.

o    Enfasi sulla povertà, la preghiera e l'assistenza ai poveri e ai malati.

o    Forte impegno nella riforma morale.


7. Basiliani e il Monachesimo Orientale

·         Caratteristiche:

o    Nel mondo bizantino, il monachesimo basiliano continuava ad avere una grande influenza.

o    Basato sulla Regola di San Basilio, era caratterizzato da una vita comunitaria equilibrata tra preghiera, lavoro manuale e carità.

·         Diffusione: Gli ordini basiliani mantennero viva la spiritualità monastica nell'Impero Bizantino e nei territori slavi.


Conclusione

All'inizio del secondo millennio, il monachesimo cristiano era una forza vitale nella società medievale, influenzando la spiritualità, la cultura e l'economia. Gli ordini monastici non solo promuovevano una vita di preghiera e contemplazione, ma si dedicavano anche alla riforma della Chiesa e allo sviluppo delle comunità locali, gettando le basi per il successivo rinnovamento spirituale e culturale dell'Europa.

Gli ordini monastici ebbero un ruolo cruciale nella riforma della Chiesa cattolica nel Basso Medioevo (XI-XIV secolo), in risposta alla crisi morale e istituzionale della Chiesa e alle trasformazioni sociali e politiche dell'epoca. Furono i protagonisti di un movimento di rinnovamento spirituale che influenzò profondamente la Chiesa, sia a livello dottrinale che organizzativo.

Ecco una panoramica del loro ruolo nella riforma:


1. Lotta alla simonia e alla corruzione

·         Problema: Durante il Basso Medioevo, la Chiesa soffriva di problemi come la simonia (compravendita di cariche ecclesiastiche), il concubinato dei sacerdoti e il controllo feudale sui vescovi e sui monasteri.

·         Ordini protagonisti:

o    Cluniacensi: Promossero un rinnovamento della vita monastica e una maggiore autonomia della Chiesa dai poteri laici. Cluny divenne un centro di spiritualità e disciplina, ispirando riforme liturgiche e morali.

o    Vallombrosani: Combatterono attivamente la simonia, con figure come San Giovanni Gualberto che denunciò apertamente i prelati corrotti.


2. Promozione della povertà evangelica

·         Problema: La crescente ricchezza di alcuni settori della Chiesa era vista come un tradimento del messaggio di Cristo.

·         Soluzioni:

o    Gli ordini monastici cistercensi, sotto la guida di San Bernardo di Chiaravalle, enfatizzarono una vita semplice e austera, basata sul lavoro manuale e sulla preghiera, opponendosi agli eccessi del clero.

o    Gli ordini mendicanti, come i francescani e i domenicani, nati nel XIII secolo, portarono la povertà evangelica nelle città, vivendo tra i poveri e predicando la necessità di una Chiesa più umile e vicina ai fedeli.


3. Educazione e predicazione

·         Carenze nella Chiesa: La formazione del clero era spesso insufficiente, e molti fedeli erano poco istruiti nelle questioni di fede.

·         Contributi:

o    I domenicani (fondati da San Domenico) si dedicarono alla predicazione e alla formazione teologica, contrastando le eresie e diffondendo un messaggio ortodosso.

o    I francescani si rivolsero alle masse con un linguaggio semplice e accessibile, rinnovando la devozione popolare e promuovendo pratiche come la Via Crucis.


4. Riforma liturgica e spirituale

·         Gli ordini monastici riformarono la liturgia e la spiritualità, promuovendo:

o    L’osservanza rigorosa della Regola di San Benedetto nei monasteri cluniacensi e cistercensi.

o    Nuove forme di spiritualità, come la devozione alla Vergine Maria e al Sacro Cuore, grazie ai cistercensi e ai francescani.


5. Lotta alle eresie

·         Nel Basso Medioevo si diffusero movimenti ereticali come i catari e i valdesi, che criticavano la corruzione della Chiesa.

·         Gli ordini mendicanti, in particolare i domenicani, furono in prima linea nella lotta contro l’eresia attraverso la predicazione e, in alcuni casi, l’Inquisizione.


6. Missioni e universalità della Chiesa

·         Gli ordini monastici e mendicanti si impegnarono nelle missioni per evangelizzare nuove popolazioni:

o    I francescani e i domenicani furono attivi tra i musulmani, gli ebrei e le popolazioni pagane del nord e dell’est Europa.

o    I monaci basiliani e gli ordini orientali mantennero viva la presenza cristiana nei territori bizantini e slavi.


7. Ruolo sociale ed economico

·         Molti ordini monastici contribuirono allo sviluppo delle comunità locali:

o    I cistercensi furono pionieri nell’agricoltura e nella gestione delle risorse, introducendo innovazioni tecniche e contribuendo allo sviluppo economico delle campagne.

o    Gli ordini mendicanti furono al servizio dei poveri nelle città, creando ospedali, scuole e altre opere di carità.


8. Influenza politica

·         Gli ordini monastici influenzarono profondamente le decisioni politiche della Chiesa e degli stati:

o    Figure come San Bernardo di Chiaravalle furono consiglieri di papi e re, sostenendo crociate e contribuendo alla definizione dell'ideale cristiano di governo.


Conclusione

Nel Basso Medioevo, gli ordini monastici e mendicanti non solo riformarono la Chiesa dall’interno, ma trasformarono la società europea, diffondendo una spiritualità più autentica e vicina al Vangelo. Essi prepararono il terreno per una Chiesa più organizzata e spiritualmente rinnovata, in grado di rispondere alle sfide del tempo.

Gli ordini monastici giocarono un ruolo fondamentale nella riforma del Papato romano e della gerarchia ecclesiastica cattolica dopo l'anno 1000, contribuendo a trasformare la Chiesa da un'istituzione spesso dominata da logiche feudali e laiche in un'entità più autonoma, centralizzata e spiritualmente autorevole. Il loro contributo fu essenziale nel promuovere la moralizzazione del clero, l'indipendenza della Chiesa dal potere temporale e la definizione della supremazia papale.


1. Riforma gregoriana e il ruolo dei Cluniacensi

·         Contesto:

o    Il Papato nell’XI secolo era spesso soggetto all'influenza di potenti famiglie romane o di sovrani laici, come l'Imperatore del Sacro Romano Impero.

o    Il movimento di riforma gregoriana (dal nome di Papa Gregorio VII, 1073-1085) mirava a rinnovare la Chiesa attraverso:

§  La lotta alla simonia.

§  L'imposizione del celibato ecclesiastico.

§  L'affermazione della supremazia papale sul potere secolare.

·         Ruolo dei Cluniacensi:

o    Il monastero di Cluny fu un centro di spiritualità e di riforma che ispirò la moralizzazione della Chiesa.

o    I monaci cluniacensi influenzarono direttamente il Papato, grazie al loro prestigio e alle strette relazioni con alcuni papi riformatori.

o    Cluny fu anche un modello di autonomia ecclesiastica, in quanto godeva di protezione papale ed era svincolato dal controllo laico.


2. Promozione della supremazia papale

·         Centralizzazione della Chiesa:

o    Gli ordini monastici contribuirono a rafforzare l'autorità del Papa come guida universale della cristianità.

o    Monaci riformatori furono spesso elevati al Papato o ricoprirono cariche chiave nella Curia romana (es. Papa Gregorio VII e altri papi del movimento gregoriano provenivano da ambienti monastici).

·         Difesa della libertas ecclesiae:

o    Gli ordini monastici sostennero l'indipendenza della Chiesa dal controllo laico, favorendo il processo che portò al Concordato di Worms (1122), che pose fine alla lotta per le investiture tra Papato e Impero.


3. Rinnovamento della gerarchia ecclesiastica

·         Moralizzazione del clero:

o    Gli ordini monastici, come i Cluniacensi, i Vallombrosani e i Certosini, furono esempi di disciplina e purezza morale, ispirando i vescovi e i parroci a seguire modelli di vita più santi.

o    Il celibato ecclesiastico, imposto con maggiore rigore durante la riforma gregoriana, fu sostenuto dagli ordini monastici.

·         Formazione del clero:

o    Gli ordini come i Benedettini e i Cistercensi gestivano scuole monastiche dove venivano educati futuri membri del clero, promuovendo un livello più alto di formazione intellettuale e teologica.


4. Espansione degli ordini mendicanti

·         Nel XIII secolo, la nascita di ordini mendicanti come i Francescani e i Domenicani completò l’opera di riforma ecclesiastica:

o    Francescani:

§  Enfatizzarono la povertà evangelica e la vicinanza ai poveri, riformando la Chiesa dal basso.

§  La loro spiritualità ispirò papi come Innocenzo III e Gregorio IX.

o    Domenicani:

§  Si dedicarono alla predicazione e alla formazione dottrinale, rafforzando l'autorità della Chiesa contro le eresie.

§  Giocarono un ruolo chiave nell'Inquisizione, contribuendo a definire l'ortodossia cattolica.


5. Contributo ai concili

·         Gli ordini monastici e mendicanti furono protagonisti nei concili ecumenici, dove influenzarono le decisioni chiave:

o    Concilio Lateranense IV (1215): Promosso da Innocenzo III, fu ispirato dalle riforme spirituali degli ordini monastici e definì molte norme disciplinari per il clero.

o    Concilio di Lione (1274): Gli ordini mendicanti furono protagonisti nella promozione dell'unità della Chiesa.


6. Sostegno alle crociate

·         Gli ordini monastico-militari, come i Templari e gli Ospitalieri, emersero nel contesto delle crociate, combinando ideali monastici e guerrieri.

·         Essi sostennero il Papato nell'affermazione del suo ruolo di guida spirituale e temporale della cristianità.


7. Cultura e spiritualità

·         Gli ordini monastici furono promotori di una spiritualità rinnovata, che influenzò il Papato:

o    La spiritualità cistercense, con figure come San Bernardo di Chiaravalle, modellò il pensiero teologico e mistico del XII secolo.

o    I monaci furono anche copisti e custodi del sapere, alimentando la cultura che sostenne l'autorità morale del Papato.


Conclusione

Gli ordini monastici furono il motore della riforma del Papato e della gerarchia ecclesiastica cattolica dopo l'anno 1000. Essi contribuirono a moralizzare la Chiesa, rafforzare l’autorità papale, centralizzare la gerarchia e promuovere un’idea di Chiesa universale più autonoma e spiritualmente rinnovata. La loro influenza fu cruciale per superare le crisi interne e rispondere alle sfide esterne della cristianità medievale.

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  Dal Basso Medioevo la Chiesa centrata sul Papato romano, dalla quale si divisero prima l’Ortodossia orientale e poi le Chiese sorte dalla Riforma luterana, si rese responsabilità di atrocità incredibili nel tentativo di sopprimere ogni movimento dissenziente. Ne fecero le spese i movimenti pauperistici popolari manifestatisi dall’inizio del Secondo Millennio: quelli ispirati all’esempio e all’insegnamento di Francesco d’Assisi si salvarono solo istituzionalizzandosi e facendosi inquadrare nell’apparato ecclesiastico, al modo degli ordini monastici, e questo contro le intenzioni iniziali del fondatore. Interroghiamo ancora suo tema ChatGPT di OpenAI [ricerca del 15-1-25]

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Nel Basso Medioevo (XI-XIV secolo), la repressione dei movimenti pauperistici cristiani da parte della Chiesa cattolica rifletteva la tensione tra le richieste di riforma spirituale dal basso e il tentativo della gerarchia ecclesiastica di mantenere il controllo dottrinale e disciplinare. Molti movimenti pauperistici, pur ispirandosi al messaggio evangelico di povertà e semplicità, furono percepiti come una minaccia per l'autorità della Chiesa, specialmente quando si opponevano apertamente al clero o mettevano in discussione la dottrina ufficiale.


1. Natura dei movimenti pauperistici

I movimenti pauperistici nel Basso Medioevo si caratterizzavano per:

·         La critica alla ricchezza e alla corruzione del clero.

·         La promozione di una vita basata sulla povertà evangelica.

·         L'opposizione alle strutture gerarchiche della Chiesa.

·         In alcuni casi, la predicazione di dottrine considerate eretiche.

I movimenti pauperistici principali furono:

Valdesi

·         Origine: Fondati da Valdo di Lione nel XII secolo, i Valdesi promuovevano una vita di povertà e la predicazione del Vangelo da parte dei laici.

·         Repressione:

o    Nel 1184, il Concilio di Verona li dichiarò eretici perché predicavano senza autorizzazione ecclesiastica e criticavano la gerarchia.

o    Furono perseguitati attraverso processi inquisitoriali e campagne militari.

o    Sopravvissero come movimento clandestino, specialmente nelle Alpi.

Catari

·         Origine: Diffusi tra il XII e XIII secolo, specialmente nel sud della Francia, i Catari (o Albigesi) sostenevano una dualità tra il bene (spirituale) e il male (materiale), rifiutando la Chiesa cattolica e i suoi sacramenti.

·         Repressione:

o    Nel 1208, Papa Innocenzo III lanciò una crociata contro gli Albigesi, che culminò nella distruzione delle loro comunità nel sud della Francia.

o    Il Concilio Lateranense IV (1215) condannò formalmente le loro dottrine.

o    L’Inquisizione fu istituita per estirpare le ultime sacche di resistenza catara.

Fratelli del Libero Spirito

·         Origine: Movimento mistico pauperistico sorto nel XIII secolo, con credenze che enfatizzavano l'unione mistica con Dio e rifiutavano le autorità ecclesiastiche.

·         Repressione:

o    I loro seguaci furono perseguitati come eretici a causa delle loro idee eterodosse, tra cui la negazione dei sacramenti e della necessità del clero.

Apostolici

·         Origine: Fondati da Gerardo Segarelli a Parma nel XIII secolo, predicavano la povertà assoluta e il ritorno alla vita apostolica.

·         Repressione:

o    Il movimento fu dichiarato eretico dal Papa.

o    Segarelli fu arrestato e giustiziato nel 1300, ma il movimento continuò sotto la guida di Fra Dolcino.

Dolciniani

·         Origine: Successori degli Apostolici, guidati da Fra Dolcino, predicavano la povertà e un rinnovamento radicale della Chiesa.

·         Repressione:

o    Furono schiacciati nel 1307 con una crociata locale.

o    Fra Dolcino fu catturato e giustiziato con pene esemplari.


2. Strumenti di repressione

La Chiesa cattolica adottò vari strumenti per reprimere i movimenti pauperistici:

a. Concili e condanne

·         Concili come quello di Verona (1184) e Lateranense IV (1215) condannarono formalmente i movimenti pauperistici come eretici.

·         Le autorità ecclesiastiche stabilirono norme per vietare la predicazione laica e non autorizzata.

b. Inquisizione

·         L’Inquisizione medievale fu istituita nel XIII secolo per indagare e reprimere l’eresia.

·         Gli inquisitori, spesso appartenenti agli ordini mendicanti (Domenicani e Francescani), interrogavano e processavano i sospetti, utilizzando anche la tortura.

c. Crociate

·         Oltre alla crociata contro gli Albigesi (1209-1229), altre campagne militari furono lanciate contro gruppi pauperistici e ribelli, spesso con l'appoggio delle autorità secolari.

d. Scomuniche e pene esemplari

·         I leader pauperistici venivano scomunicati e spesso giustiziati in modo pubblico e cruento per dissuadere altri seguaci.

·         I beni dei condannati venivano confiscati.


3. Ordini mendicanti come risposta

·         Gli ordini mendicanti, come i Francescani e i Domenicani, furono in parte una risposta della Chiesa alle richieste di povertà evangelica.

·         Questi ordini canalizzarono le aspirazioni pauperistiche all’interno della struttura ecclesiastica, opponendosi ai movimenti ereticali e fornendo una valida alternativa.

·         I mendicanti svolsero anche un ruolo chiave nell’Inquisizione e nella predicazione ortodossa.


4. Motivazioni della repressione

La Chiesa cattolica vide nei movimenti pauperistici:

·         Una minaccia all'unità ecclesiale: Le critiche alla gerarchia mettevano in discussione l’autorità del clero e del Papa.

·         Una sfida dottrinale: Alcuni movimenti abbracciavano idee eterodosse che contraddicevano la dottrina ufficiale.

·         Un pericolo sociale: I movimenti pauperistici spesso assumevano connotati rivoluzionari, minacciando l’ordine politico e sociale.


Conclusione

La repressione dei movimenti pauperistici nel Basso Medioevo riflette il tentativo della Chiesa cattolica di mantenere il controllo spirituale e politico in un periodo di grandi cambiamenti sociali e religiosi. Sebbene molti di questi movimenti siano stati schiacciati, le loro istanze di povertà evangelica e riforma ispirarono trasformazioni significative all'interno della Chiesa, contribuendo alla nascita di nuovi ordini e alla definizione di una spiritualità cattolica più integrata e istituzionalizzata.

 

 

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  Il cattolicesimo democratico italiano, manifestatosi a fine Settecento, può essere considerato  la ripresa moderna del movimentismo popolare pauperista degli inizi del Millennio, volto alla riorganizzazione della società secondo il comandamento evangelico dell’agàpe. Non stupisce, quindi, il duro contrasto che subì, ancora fino ad oggi, da parte di un Papato romano che non ha fatto veramente i conti con la sua orribile storia, e anzi tende a ridimensionarla, storicizzandola, pur su di essa ancora fondando la propria dottrina veritativa. In quest’ottica viene ancora vietato parlare di democrazia ecclesiale.

  Si tratta di un movimento che non ha come obiettivo solo la riforma delle istituzioni civili, ma anche di quelle ecclesiastiche, oggi ancora soggiogate dall’antico assolutismo gerarchico, da ciò che è stato definito gerarcocrazia, che solo molto immaginificamente, e comunque molto alla lontana e per via di teologia dogmatica,  si collega agli insegnamenti evangelici. Si tratta di un sistema istituzionale che sta portando la nostra Chiesa all’estinzione, come da più parti si è osservato. Si è tentato di iniziare a riformarlo in senso sinodale  negli ultimi tre anni, ma per ora con risultati deludenti. L’attuale Giubileo può essere considerato, anzi, il tentativo di riproporlo su scala globale. Si tratta di una tradizione originata proprio nel Trecento, al tempo dell’organizzazione di un Papato romano imperiale.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Roma