Pensiero di Capodanno 2024
Annunciato da una incredibile quantità di “botti” anche quest’anno
a Roma si è prodotto il Capodanno, uno dei molti del mondo. Le esplosioni inscenate
dalla gente sono una specie di liturgia e in genere sono collegate all’idea che
servano a influire in qualche modo sugli spiriti. “Spiriti”?! E già,
sostanzialmente sembra trattarsi di questo, stando all’antropologia, pur nella nostra civiltà di europei occidentali,
che si dà per altamente secolarizzata. Secolarizzazione non significa infatti che non si creda più
negli spiriti, ma semplicemente che non li si ritenga più coinvolti nella
legittimazione delle strutture di governo.
Il Capodanno che va più in voga da
noi è stato storicamente inserito nelle liturgie del Natale cristiano,
affermatosi progressivamente nelle cristianità antiche tra il Terzo e il Quarto
secolo, ed è in uso dal Sedicesimo secolo, quando fu imposto il calendario gregoriano,
che tuttavia mantenne in gran parte il nome dei mesi del precedente calendario giuliano,
introdotto nel Primo secolo dell’era antica. Ma i nomi mesi di Settembre, Ottobre,
Novembre e Dicembre fanno riferimento alla numerazione di più antichi
calendari in uso tra i romani, nei
quali l’anno aveva dieci mesi. Nel nostro calendario troviamo ancora in nomi
degli antichi dei pre-cristiani: Giano (gennaio), Marte (marzo), Afrodite
(aprile, dall’etrusco apru), Maia (maggio), Giunone (giugno). E anche
quelli di due personaggi politici molto importanti nella rifondazione del
sistema politico degli antichi Romani, a cavallo tra il Primo secolo dell’era antica
e il Primo secolo della nostra era: Giulio Cesare (luglio) e Gaio Giulio Cesare
Ottaviano che ebbe il titolo di Augusto (agosto). I calendari dei romani facevano iniziare il computo da una mitica data di
fondazione della città di Roma, che non si sa con precisione quando sia
avvenuta, mentre il calendario che è in uso tra noi oggi parte dalla mitica
data di nascita di Gesù il Nazareno, nel quale fu riconosciuto il Cristo dei cristiani. La fondazione di Roma è un
fatto ritenuto storico, nel senso che di esso ci parlano fonti affidabili. E’
mitica la data in cui avvenne. Anche la nascita di Gesù il Nazareno è ritenuta
un fatto storico, ma è sicuramente
mitica la sua data nel nostro calendario, sia come anno che come mese e giorno.
Quanto al primo, in base alle fonti disponibili ritenute affidabili, si ritiene
che possa essere individuato tra il sesto e il quarto anno dell’era antica. Quanto al mese e giorno, la fissazione del giorno
natale dei Gesù il Nazareno al 25 dicembre si affermò progressivamente
perché in quello stesso giorno i romani festeggiavano un altro giorno natale,
quello del dio Sole mai sconfitto. Si tratta di questioni, queste di
calendario, che non hanno rilevanza teologica per la nostra fede, per la quale
è invece fondamentale che Gesù il Nazareno sia esistito come uomo, e quindi
nato da una donna, e Dio. Nella liturgia cattolica, dal 1969, a Capodanno si celebra
la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, mentre prima di allora si
celebrava quella della Circoncisione del Signore, che ancora si celebra quel giorno nel rito
ambrosiano. La solennità della Circoncisione del Signore cadeva, e ancora
cade nel rito ambrosiano, nell’ottavo giorno dal Natale, in memoria del fatto
che quel rito liturgico cruento venne praticato otto giorni dopo la nascita,
secondo la prassi liturgica dell’antico giudaismo, come narrato nel brano del
Vangelo secondo Luca che abbiamo letto nella messa di oggi (Lc 2,21).
Dunque il nostro calendario è solo un elemento
culturale e nella natura non accade nulla di reale nel passaggio dal 31 dicembre al successivo Primo
gennaio e da un anno ad un altro. Il nostro calendario si affermò
universalmente nel corso dell’Ottocento, quando quasi tutto il mondo intero
cadde sotto il dominio delle armi e delle culture europee. Oggi segna ancora il
nostro dominio culturale globale.
E’ invece reale il progredire dei processi antropologici, sociologici,
storici: l’umanità cambia ed ha iniziato a cambiare a velocità vertiginosa
rispetto al passato sia per la sua espansione demografica, sia ormai otto
miliardi, sia per i rilevantissimi sviluppi tecnologici. A quest’ultimo
proposito si parla, a proposito della nostra epoca, di Quarta rivoluzione industriale,
prodottasi solo pochi decenni dopo la Terza.
Il calendario ci dà l’illusione di
riuscire a dominare questi processi grandiosi. In realtà possiamo cercare di influirvi,
ma solo attivando delle masse critiche di popolazioni coinvolte, cosa che esige
anche una rivoluzione nelle mitologie di riferimento, per guidare in tal modo le
rivoluzioni giuridiche che consentano di dare stabilità alle trasformazioni
sociali. Nonostante quello che spesso comunemente si crede, non è più vero che il mondo va com’è sempre andato.
Da bambino, sulla linea ferroviaria Rimini-Ravenna sono salito su un treno tirato
da una locomotiva a vapore e ora ho tra le mani uno smart-phone collegato a sistemi di intelligenza
artificiale: questo può dare il senso della rapidità dell’evoluzione sociale.
Nelle cristianità si acquisì progressivamente consapevolezza
dell’importanza della rivoluzione religiosa, sociale e politica prodottasi in base
alla figura e all’insegnamento del Nazareno. Questo fondamentalmente il senso del
Natale dei cristiani, del quale
tra i cattolici si fa memoria per otto giorni, appunto l’Ottava di Natale. Nato come evoluzione del messianesimo
dell’antico giudaismo (Χριστός - Cristo è la traduzione in greco antico della parola dell’ebraico Mašīaḥ - Messia), il cristianesimo ebbe la sua fondamentale sistemazione
teologica tra il Quarto secolo e il Settimo secolo proprio sulle questioni cristologiche:
i cristiani, infatti, concepirono
se stessi come seguaci del Cristo.
La valenza religiosa del Natale, e quindi anche del nostro Capodanno, si
va rapidamente perdendo nell’Europa occidentale per vari motivi: nelle liturgie
sociali di queste festività stanno prendendo sempre più piede la mitologie di Santa
Claus – Babbo Natale – Babbo gelo, legate all’aspirazione verso la
primavera nel cuore dell’inverno (nell’emisfero boreale naturalmente), integrate
nei costumi consumistici dei capitalismi avanzati. Si si concentra sui rituali
di bontà sociale di un solo giorno, così come il mito del Capodanno si concentra nel solo Primo gennaio, perdendo
la connessione tra le due feste. Si tratta di feste nei quali sono sempre meno
marcati i connotati specificamente cristiani e che, per questo, sono transitate
senza problemi anche in popolazioni nei quali sono diffuse altre culture
religiose.
Il Natale – Capodanno rimane però una solennità che le persone
cristiane dovrebbero sentire particolarmente loro, perché i cristianesimi si sono
affermati alle origini, e si sono anche mantenuti vivi nonostante la violenza stragista
che ha sicuramente cooperato a diffonderli tra i popoli sottomessi dagli
europei, proprio per rilevantissimi moti di popolo: da qui poi la consapevolezza
del carattere epocale della rivoluzione cristiana, quindi di un passaggio di
fase alla nascita del Fondatore.
Il mio augurio a tutti voi è quello di riuscire ancora ad approfondire ed interiorizzare sempre meglio il senso religioso delle solennità natalizie e quindi dell'importanza per il mondo del nostro rimanere persone cristiane.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San
Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli