Domenica 23-6-13 - 12°
Domenica del Tempo Ordinario -
Lezionario dell’anno C per le domeniche e le
solennità – salterio: quarta settimana– colore liturgico: verde– Letture della
Messa - avvisi parrocchiali e di A.C.
Osservazioni
ambientali: temperatura 28° C. . Cielo:
sereno, clima non afoso; è una magnifica domenica di estate romana. Canti:
ingresso, Alzo gli occhi verso i monti; Offertorio, Gesù per le strade; Comunione, Symbolum 77. Il gruppo di AC era nei banchi a
sinistra dell'altare, guardando l'abside.
Buona Domenica a
tutti!
Prima lettura
Dal libro del profeta
Zaccaria (Zc 12,10-11; 13,1)
Così dice il Signore:
"Riverserò sopra la casa di Davide e sopra gli abitanti di Gerusalemme uno
spirito di grazia e di consolazione: guarderanno a me, colui che hanno
trafitto. Ne faranno il lutto come si fa il lutto per un figlio unico, lo
piangeranno come si piange il primogenito. In quel giorno grande sarà il
lamento a Gerusalemme, simile al lamento di Adad-Rimmon nella pianura di
Meghiddo. In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di
Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l'impurità".
Salmo responsoriale
Dal salmo 62
Ritornello:
Ha sete di te, Signore l'anima mia
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall'aurora io ti cerco,
ha sete di te l'anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz'acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
come labbra gioiose ti loderà la mia bocca.
Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all'ombra delle tue ali.
A te si stringe l'anima mia:
la tua destra mi sostiene.
Seconda lettura
Dalla lettera di san
Paolo apostolo ai Gàlati (Gal 3,26-29)
Fratelli, tutti voi siete figli di Dio mediante la fede in
Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti
di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio
e femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù. Se appartenente a Cristo,
allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa.
Vangelo
Dal Vangelo secondo
Luca (Lc 9,18-24)
Un giorno Gesù si
trovava in un luogo solitario a pregare. I discepoli erano con lui ed egli pose
loro questa domanda: "Le folle, chi dicono che io sia?". Essi
risposero: "Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri uno degli
antichi profeti che è risorto". Pietro rispose: "Il Cristo di
Dio". Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno. "Il
Figlio dell'uomo -disse- deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani,
dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo
giorno". Poi, a tutti, diceva: "Se qualcuno vuole venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole
salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa
mia, la salverà".
Sintesi dell'omelia
della Messa delle nove in parrocchia
Chi è Gesù Cristo
per noi, nella nostra esperienza personale? Un amico? Un compagno? Il tuo Dio?
Non fa quello che chiediamo, quello che desideriamo. chi è per te, Gesù Cristo?
Sono domande a cui tutti dovrebbero rispondere.
Il brano evangelico
di oggi ci presenta Gesù in un luogo solitario dove era andato a pregare. Segue
un suo colloquio con i discepoli, aperto dalla domanda "Le folle, chi
dicono che io sia?. Non vengono precisati il tempo e il luogo. Inizia con
l'espressione. "un giorno". La
domanda quindi vale per tutti e per tutti i tempi.
Gesù aveva già
compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, le folle
avevano quindi imparto a conoscerlo da questo evento prodigioso.
Anche per noi è più
facile dire che cosa pensa di Gesù la società del nostro tempo, quindi che cosa
ne pensano gli altri. Ma la domanda importante è che cosa "tu" pensi
di Gesù Cristo.
Nel brano evangelico,
Pietro risponde, a nome di tutti: "Il Cristo di Dio". Gesù, a questa
risposta, non replica complimentandosi con Pietro o invitando i discepoli a
partire per evangelizzare, per portare questa notizia anche all'altra gente.
Vieta severamente ai discepoli di
riferirlo ad alcuno. Non era la prima volta che Gesù diceva questo (ad esempio
l'aveva detto quando aveva cacciato dei demòni da una persona). Non era ancora giunto infatti
il tempo di evangelizzare. Dovevano accadere eventi che Gesù profetizza,
parlando di sé stesso come del Figlio
dell'Uomo, un'espressione universalistica, e non di Figlio di Davide, che avrebbe richiamato ideali nazionalistici
ebraici: egli doveva soffrire molto, essere ucciso e poi risorgere. Qualcuno
voleva seguirlo? Doveva rinnegare sé
stesso e prendere la propria croce
ogni giorno. In fin dei conti, quindi, la cose più importante non è sapere chi è Gesù, ma seguirlo,
rinnegando sé stessi e prendendo la propria croce ogni giorno. La croce era il patibolo di condannati a morte. Essi
portavano la propria croce una volta sola, il giorno in cui erano giustiziati.
Gesù invece chiede di portarla ogni giorno
e rinnegando sé stessi. Quindi
rimanendo con lui rinnegando il proprio io, quindi anche quando non è comodo farlo, quando si va contro i
propri desideri egoistici. Altrimenti,
non rinnegando sé stessi, non si segue Gesù, ma solo sé stessi.
Il primo passo è quindi il riconoscere che Gesù Cristo è
"il" Signore. Il secondo passo è riconoscere che egli è il
"mio" Signore. Non lo si può fare seguendo i propri desideri, la
propria ragione. Bisogna sottomettersi alla volontà di Gesù Cristo, perché e
Gesù Cristo che ci rende capaci di portare la nostra croce rinnegando sé
stessi. E' impossibile farlo da soli. Soli siamo egoisti. Ma è possibile farlo
rimanendo uniti a Gesù. Come rimanere uniti a Gesù. E' Gesù stesso a darci un
esempio: pregando. Egli ci invita a
pregare come lui, ad entrare così in intimità con il Padre e con lui, chiedendo
lo Spirito che ci rende capaci di seguire Gesù Cristo e di fare la volontà di
Dio Padre.
Sintesi dell'omelia
della Messa delle nove in un convento di suore non lontano dalla parrocchia
Stando al dizionario,
"rinnegare" è una brutta parola. Significa far mostra di non
conoscere chi invece si conosce bene, perché si è stati legati a lui da
rapporti di affetto, parentela, amicizia. Significa sottrarsi agli obblighi che
di solito quei rapporti comportano. Ma che significa "rinnegare se
stessi", vale a dire dimenticarsi di sé? Nelle parole di Gesù che abbiamo letto nel
brano evangelico della Messa, è uno dei due requisiti che occorrono per seguire
il Maestro. L'altro è prendere la propria croce.
"Prendere la
propria croce ogni giorno" non è in fondo difficile. Le croci della vita
sono le difficoltà e i dolori che
subiamo. A volte non è difficile sopportarli: un malessere passeggero, qualche
contrarietà sul lavoro, una cattiva parola da una persona vicina. Altre volte è
molto più impegnativo: una malattia grave e invalidante, di incerta guarigione;
un matrimonio in difficoltà; un brutto incontro con persone malvagie. Ma, in fondo, non occorre che le croci
andiamo a cercarcele, ci vengono date nel corso della vita. A noi tocca
caricarcele e spesso non possiamo fare diversamente. E alla fine c'è comunque
"la" Croce. A questo non si può scampare.
Per il
"rinnegare sé stessi" è diverso. E' una cosa in cui la nostra buona disposizione
conta di più.
Nelle cose della vita
di solito si cerca di conoscere bene sé stessi, di valutare le proprie
capacità, di elaborare strategie, fare programmi, in base alle situazioni che ci presentano e in
relazione ai risultati che si vogliono conseguire.
Per le cose di fede è
diverso. "Rinnegare sé stessi" significa rinunciare a far conto su sé
stessi e affidarsi invece a Gesù, mettersi a camminare dietro a lui, lasciando
che sia lui a fissarci la meta e a
condurci verso di essa. Cercando di salvarci la vita da noi stessi, la
perderemo. Seguendo Gesù, risorgeremo con lui.
Avvisi parrocchiali:
nessun avviso
Avvisi di A.C.:
-le riunioni
infrasettimanali del gruppo di AC riprenderanno il primo martedì di ottobre;
- si segnala il nuovo
sito WEB dall'AC diocesana: www.acroma.it
- si segnala il sito WEB www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla
formazione;
iniziativa
attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano
2° (1962-1965) e per scoprirne e
promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.