MEIC - Movimento ecclesiale di impegno culturale –
Assemblea nazionale svoltasi a Roma – Domus Mariae – dal 12 al 14- aprile 2024
DOCUMENTO ASSEMBLEARE
APPROVATO
(Roma, 12-14
aprile 2024)
Il
documento assembleare costituisce una traccia di lavoro per il Movimento nel
prossimo triennio, a
livello nazionale come a livello dei singoli gruppi, una traccia nel sentiero
della storia e della
vita, non un binario rigido.
0 – PREMESSA
0.1 Nel problematico contesto in cui ci è
stato dato di vivere, siamo chiamati ad abitare la storia con vigile
consapevolezza, da autentici credenti che abitano pienamente nella città, fatta
di tante genti, culture,
religioni, modi di vivere. Ciò significa che siamo chiamati a tessere fecondi
rapporti tra passato,
presente e futuro, cioè a investire
nel presente i tesori offerti dal passato, per generare un futuro
ricco di umanità e ospitale per le prossime generazioni. Riteniamo questo il senso della
tradizione: fecondare il presente con l’eredità, criticamente aggiornata,
consegnataci dal passato, per
partorire il futuro.
0.2 In tale opera di tessitura tra passato,
presente e futuro la dimensione
culturale è senz’altro cruciale tanto
nella comunità ecclesiale quanto in quella civile. Il MEIC si propone di
offrire uno spazio per
riflettere e dialogare in modo aperto in una società contemporanea così
sfaccettata. I formidabili nodi
problematici presenti tanto davanti a noi quanto “dentro” di noi richiedono un grande impegno
culturale sia per l’adozione di adeguate chiavi di lettura della realtà, che è
superiore all’idea (cfr.
Francesco), sia per consentire alla fede di essere un efficace lievito nella
nostra vita in tutti i suoi
aspetti.
0.3 Perché questo lievito rimanga sempre
vivo, il MEIC si nutre di una spiritualità adulta, sia che si basi sulla
grande tradizione orante della chiesa (lectio divina, la preghiera della liturgia delle ore), sia sperimentando
nuove forme di preghiera e spiritualità laicale, sempre considerando la
centralità dell’Eucaristia.
Questi tre pilatri ci mettono in ascolto continuo dello Spirito, che illumina
il nostro impegno come
Movimento e la nostra vita quotidiana di credenti, in tutti gli ambiti nei
quali siamo chiamati a vivere.
0.4 Il MEIC, proprio per rendere ragione
dei due aggettivi (Ecclesiale e Culturale) che porta nel nome e che
costituiscono quindi il motivo del suo esistere, è pertanto chiamato a vivere
la sua specifica vocazione
rispondendo alle molteplici sollecitazioni che il futuro racchiude in sé. Ciò
significa prioritariamente
(nonostante l’età media relativamente avanzata dei nostri iscritti) imparare a camminare
anche con le generazioni più giovani, partecipando delle loro esperienze, comprendendo i
loro linguaggi e la loro sete di verità, intessendo con loro ricche e vitali
relazioni umane. Dobbiamo
comprendere e valorizzare i loro percorsi professionali, che si sviluppano tra non poche
difficoltà in un contesto assai diverso da quello del secolo scorso. Per
coinvolgerli attivamente
dobbiamo inventare anche nuove modalità associative, ad esempio prevedendo
incontri online. Dobbiamo
attivare forme non episodiche di collaborazione con le università, le facoltà teologiche e i
centri di ricerca, riattivare una linea editoriale del MEIC e mettere il suo
sito a disposizione dei
gruppi per promuovere una ricerca culturale e un dialogo fecondo tra i diversi percorsi,
riprendendo in forme diverse e più aggiornate l’esperienza dei laboratori.
Compagni di viaggio “privilegiati”
in questo cammino possono essere le studentesse e gli studenti dei gruppi FUCI. Con loro
vanno intensificati il dialogo e gli scambi, perché le relazioni
intergenerazionali non siano una
dichiarazione d’intenti, ma un atteggiamento strutturale, un “metodo”.
0.5 Comprendere coraggiosamente
la complessità del
nostro tempo attraverso il pensiero, e un pensiero
transdisciplinare, è una sfida per tutti, credenti e non credenti. Come MEIC,
riteniamo di essere chiamati
a pensare in modo accurato, ad analizzare con pazienza, a confrontare diversi punti di vista,
discipline e ideali, rinunciando alle facili scorciatoie degli slogan e delle parole d’ordine, spesso
fuorvianti e inefficaci, sia per la singola persona, sia per la Chiesa intera.
1 – IL FUTURO
DELLA FEDE E IL CAMMINO SINODALE
1.1 E il futuro ci interpella, come
comunità ecclesiale, in relazione all’impressionante processo di “esculturazione
della fede” che si registra nel presente momento storico, specialmente nel Continente
europeo. Nel prendere atto della “fine della cristianità” e dell’emergere di
nuove forme religiose (come il
pentecostalismo), riteniamo vada colta la preziosa opportunità di una purificazione
della fede, che sarà sempre più frutto di scelte personali e istituzionali,
nonché di un liberante
alleggerimento della nostra struttura ecclesiale e di una nuova inculturazione
della fede, che non può non
incarnarsi in una cultura. Dobbiamo ricalibrarci sull’essenziale della buona novella cristiana,
essenzialmente riassumibile nel kèrigma e rappresentata dalla Parola di Dio, dall’Eucarestia e
dai Sacramenti in generale e dalla carità (ministeri), che comprende l’ecumenismo
quotidiano che sa accogliere tutti. Vogliamo qui fortemente sottolineare e valorizzare tutta
l’esperienza e le umane competenze, ossia la laicità. In questa prospettiva continueremo a
partecipare al cammino sinodale della Chiesa italiana e universale, accompagnando con
il nostro impegno il percorso riformatore intrapreso da papa Francesco.
Possiamo farlo
continuando a interrogarci sull’essere Chiesa oggi, rispettando i diversi
contesti ecclesiali,
aprendoci alla collaborazione con le diverse comunità a livello locale,
mettendoci in cammino per andare
a conoscere realtà magari a noi vicine, ma ancora sconosciute.
1.2 Nell’accompagnare le sessioni ufficiali
del Sinodo della Chiesa cattolica universale, il nostro Movimento è
chiamato sia a porsi in ascolto delle novità che lo Spirito Santo suscita nei “padri”
e nelle “madri”
sinodali, sia a essere capace di prendere opportunamente la parola, dopo
attenta riflessione e
sempre in spirito di comunione. La riflessione teologica e l’esperienza viva
delle comunità cristiane
richiamano la necessità di una piena valorizzazione dei carismi delle donne, vincendo
resistenze che non sono più comprensibili nell’attuale contesto culturale.
1.3 Intendiamo vivere questo cammino con la
consapevolezza che ogni identità sia in continuo divenire, plasmata
dalle relazioni con le sorelle e i fratelli; che l’essenziale per il cristiano
sia la sequela di Cristo,
dal cui amore nulla potrà separarci; che dobbiamo accettare le nostre
debolezze, le nostre
fragilità, la nostra incapacità di affidarci totalmente a Dio, perché è
precisamente nella nostra debolezza
che riposa la nostra forza di credenti in Cristo. Il MEIC riconosce di avere
ancora davanti a sé un
lungo cammino prima di incarnare pienamente un vero stile profetico, capace di allargare gli
orizzonti e di far dialogare realtà diverse, senza timore di rimanere qualche
volta da soli o di sostenere
posizioni minoritarie.
1.4 Riteniamo poi che l’ecumenismo debba
costituire un impegno permanente e strutturale per il Meic e debba
puntare a una piena e reale comunione tra le chiese: i cristiani non potranno
essere credibili di
fronte al mondo se non sapranno parlare con la stessa voce sui grandi temi del
nostro tempo, sia pure
nel rispetto delle differenze confessionali.
2 – IL FUTURO
DELL’UMANITÀ E DEL CREATO
2.1 Il futuro ci interpella, in quanto
esseri umani, in riferimento al rapporto tra umano e “non umano”, nel senso
di non “naturalmente umano”. È sufficiente al riguardo richiamare ilvertiginoso
progresso scientifico e tecnico, foriero di sempre nuove opportunità, ma anche
di gravi rischi: si
considerino in particolare le sfide recate dall’intelligenza artificiale (con ripercussioni
tanto sulla vita individuale quanto su quella collettiva, come sul futuro di
molti lavori e, quindi,
sulla forma della nostra società) e, più in generale, la vasta problematica che
si condensa attorno
al cosiddetto post-umano. Ci sollecitiamo a vicenda, a tutti i livelli del
nostro Movimento, a
continuare a interrogarci su questi temi e a chiedere aiuto per comprenderli
meglio a tutte le realtà
competenti (Università, centri di ricerca, associazioni specialistiche).
2.2 Si consideri inoltre come la
tecno-sfera e la info-sfera incidano sulla bio-sfera, facendo emergere la
questione ambientale. La relazione tra gli esseri umani e l’intero creato ha
ormai assunto sul piano
globale una centralità del tutto inedita, che esige di muovere in direzione di
una “ecologia
integrale”, secondo la felice espressione suggerita da Francesco. Su tali fronti,
che particolarmente sollecitano la nostra intelligenza e la nostra creatività,
le prospettive aperte
dalla nostra eredità culturale e dal personalismo cristiano risultano segnate
dalla centralità della
coscienza, come sacrario che custodisce il volto più genuino della nostra
umanità, e dunque dalla
radicale apertura all’essere, non solo come verità, ma anche come bellezza e
come bene.
2.3 Si ritiene necessario continuare a
riflettere sulle implicazioni e sulle contraddizioni che la questione
ambientale presenta. Proprio su questo argomento il dialogo e la collaborazione
con i gruppi FUCI locali
si rivelano particolarmente fecondi, perché proprio le giovani generazioni negli ultimi anni
ci hanno richiamato all’urgenza del problema. Conversazioni a più voci, approfondimento
costante, affinamento della capacità di vedere la complessità della questione sono solo alcuni
degli strumenti che possiamo fare nostri e tradurre nella vita dei gruppi. Il rispetto dell’ambiente
comporta vaste trasformazioni che tutti siamo chiamati a capire e a far capire per
modificare i nostri stili di vita e di consumo, di produzione e di sviluppo,
puntando su beni davvero
immateriali e non sul continuo aumento di prodotti costruiti per essere presto sostituiti. La
transizione ecologica non può rimanere solo una formula o un’etichetta su
progetti, ma deve diventare
una trasformazione profonda della vita sociale. Per comprenderla e farla comprendere, il
MEIC può fare ricorso alle competenze al proprio interno e chiedere ad esperti esterni, perché la
transizione ecologica diventi una costante della comunità cristiana a tutti i livelli. La
tradizione cristiana ci ha offerto in passato non pochi esempi di sobrietà,
rispetto, consapevolezza dei
propri limiti. Si affaccia oggi la necessità di una cultura che sappia cogliere
le interconnessioni
fra le parti ed il tutto, fra le singole discipline e il sapere dell’Intero,
fra settori diversi tra loro,
ma oggi tutti connessi.
3 – IL FUTURO
DELL’ECONOMIA
3.1 L’economia si presenta oggi come
attività che determina in modo spesso inarrestabile le dinamiche sociali
e politiche del mondo intero. Non bisogna aver paura di contestarne sia lo
stato attuale, con l’eccessivo
peso acquisito dalla finanza, sia l’influenza esercitata da un ristretto numero di persone
e di multinazionali che detengono il potere economico. Il MEIC si propone di studiare come
ripensare l’economia riportandola alla sua vera natura: attività dell’uomo e
per
l’uomo, perciò
chiamata ad essere al servizio della dignità di ogni persona umana e del bene comune.
3.2 È quindi necessario rifondarla,
mettendo al centro l’essere umano e la casa comune: economia è– etimologicamente
intesa – “gestione della casa”. Siamo chiamati a pensare una “economia per la casa comune”,
riconoscendo come principio cardine – secondo l’art. 2 della Costituzione italiana – la
tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà in
particolare verso gli ultimi. Va affrontata anche la crisi dello Stato sociale,
che lascia spesso sole
le persone più fragili di fronte all’impatto della globalizzazione; le
soluzioni andranno cercate
non in forme di assistenzialismo ma in una seria politica del lavoro e nel rafforzamento del
sistema formativo e di quello sanitario.
4 – IL FUTURO
DELLA DEMOCRAZIA
4.1 Il futuro ci interpella anche, in
quanto membri della comunità politica, in riferimento ai processi di crisi
delle liberal-democrazie costituzionali, che si manifestano tanto al loro
interno, corrodendone le basi di
legittimazione, quanto sul piano globale, erodendone il ruolo forte, e per
molti versi egemone,
giocato lungo il secolo XX nel sistema delle relazioni internazionali.
4.2 Per quanto riguarda le crisi che si
manifestano in seno agli ordinamenti liberal-democratici e personalistici, ne
sono a un tempo fattori ed espressione la crescente disaffezione e volatilità elettorale, la
carenza di partecipazione civica, l’indebolimento dei legami sociali, la disintermediazione
e la perdita di ruolo delle formazioni sociali che storicamente hanno svolto una preziosa opera
di mediazione tra il cittadino e le istituzioni pubbliche, la crescita di forze
di stampo sovranista
e nazionalista. Le risposte a tali criticità non possono che essere articolate
su molteplici
dimensioni: culturale, etica, educativa, istituzionale, politica, sociale.
Tuttavia, tali dimensioni devono
essere sinergiche, in quanto tutte convergenti nel configurare nuove forme di inveramento
storico dei valori costituzionali.
4.3 La complessità delle cause della crisi
della democrazia si sposa con la complessità delle questioni cui la
politica, a livello nazionale, europeo, mondiale, deve dare risposte,
rifuggendo dalle facili
semplificazioni, anche se elettoralmente efficaci. Per quanto riguarda l’Italia,
il riferimento va
anche ai progetti di riforma
costituzionale attualmente in
discussione, e che vanno studiati
senza pregiudizi, indagandone ed evidenziandone rischi ed opportunità.
4.4 Quanto alla dimensione geopolitica, si
rileva la crescente influenza di potenze autoritarie o totalitarie, che
si mostrano in grado su molti scacchieri di prevalere sulle liberal-democrazie
e di orientare e
plasmare le dinamiche politiche e socio-economiche di larghe aree del globo; contrariamente a
quanto si riteneva dopo il crollo del muro di Berlino del 1989, solo la metà
circa della popolazione
mondiale vive in regimi che potrebbero definirsi liberal-democrazie.
4.5 Il patrimonio del cattolicesimo
democratico e personalistico, che è iscritto nella nostra storia, induce a
contrastare con la massima energia simili processi degenerativi delle
democrazie; a supportare l’evoluzione
in senso federale del processo di integrazione europea, sconfiggendo anacronistici
nazionalismi e pericolosi sovranismi; ad assumere come stella polare del
necessario ripensamento di
forme ed istituti dei sistemi democratici (e, in generale, della convivenza
civile) il patrimonio di
diritti inviolabili della persona umana e di doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale che è iscritto nella nostra Carta costituzionale (art. 2),
per il raggiungimento di
una cittadinanza planetaria (art. 9). Dobbiamo pertanto riscoprire e riproporre in forme nuove il
ruolo dei cattolici democratici nella costruzione dell’Europa e promuovere una coscienza
europeista, nella prospettiva di un rafforzamento dei poteri decisionali della
comunità europea, avendo
come obiettivo ultimo la costruzione di un soggetto federale.
4.6 Riteniamo che
tale patrimonio rappresenti la migliore garanzia di un ordinamento internazionale che
assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni (art. 11 Cost.) e, a un tempo,
la sicura guida di
ogni riforma politico-istituzionale.
5 – IL FUTURO
DELLA PACE
5.1 Papa Francesco dall’inizio del suo
pontificato, sia nei documenti magisteriali sia in messaggi, discorsi e omelie,
ci ammonisce circa la presenza nel mondo di una terza guerra mondiale “a pezzi”. I più
recenti conflitti hanno imposto il tema della guerra e della pace come tema di
primo piano nel discorso
pubblico interno e internazionale, anche all’interno delle Chiese, poiché il fattore religioso
gioca spesso un ruolo centrale, con la dolorosa conseguenza che non sia sempre possibile l’equazione
“pace” - “religione”. I conflitti spaccano non solo le opinioni pubbliche, ma spesso anche le
nostre comunità cristiane.
5.2 Occorre accettare la sfida di
rinunciare alle semplificazioni, di rinunciare a vedere nei conflitti i “buoni”
e i “cattivi”. Occorre accettare la fatica della conoscenza dei fattori
geopolitici, religiosi,
storici, economici, culturali, che spiegano i drammi di oggi, e insieme
lavorare per una cultura di pace,
per il riconoscimento del diritto internazionale, per il riconoscimento
reciproco, anche grazie all’aiuto
della comunità internazionale, da parte di popolazioni in conflitto da decenni come portatrici di
uguale dignità e di uguali diritti, mentre oggi le guerre in corso sembrano puntare
sostanzialmente alla eliminazione dell’altro.
5.3 Anche su questo tema il Movimento è
chiamato a portare nel pubblico dibattito elementi di riflessione e di
conoscenza della complessità delle questioni, al fine di far crescere in tutti l’amore e il
desiderio di pace.
5.4 Siamo molto preoccupati per la corsa al
riarmo, frequentemente denunciata da papa Francesco, la
quale rischia di alimentare ulteriore violenza e guerre. Il Movimento è
impegnato a seguire con
attenzione gli aspetti legislativi nazionali ed europei relativamente al dramma
della fabbricazione e
della vendita delle armi.
Contestualmente,
occorrerà continuare la riflessione sul presente e sul futuro dell’Unione europea, casa
comune di popoli che per secoli si sono combattuti, e che deve diventare
esempio e modello di
superamento di ogni barriera e confine.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
A
ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti,
per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro
invece, dallo stesso
Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a
un altro, nell’unico
Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il
dono della profezia; a
un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue;
a un altro l’interpretazione
delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole
a ciascuno come vuole.
(1Cor 12,7-11)
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Mozione
presentata dal Gruppo del Lazio all’Assemblea nazionale del MEIC – 12-14 aprile 2024 ed approvata dall'Assemblea
Amiche
e amici del MEIC,
all'inizio
di questo triennio associativo, il MEIC LAZIO invita il Movimento a confermare
la scelta per i temi fondamentali della nostra identità: il dialogo del vangelo
con la cultura; l'ascolto delle culture; l'impegno ad elaborare una cultura
veramente umana.
Chiediamo
di valorizzare le "cento" realtà locali che costituiscono la vitalità
del nostro Movimento e sostenere la vivacità dei territori che esprimono la
ricchezza del patrimonio
culturale
e professionale del MEIC.
Una
convivenza armoniosa nel MEIC e nella Chiesa é possibile quando ci si riconosce
vicendevolmente - donne e uomini - soggetti con pari dignità. Per questo è
importante il tema della questione femminile come questione ecclesiale,
attingendo con maggiore vitalità all'esperienza femminile del Movimento e
dedicando una maggiore attenzione alla eguaglianza dei generi nel linguaggio
dei documenti, nella partecipazione ai processi decisionali, nella elaborazione
della riflessione culturale.
Siamo
convinti di continuare a svolgere il nostro servizio alla Chiesa e al Paese,
accettando la sfida di appartenere da cristiani adulti alla comunità ecclesiale
ed essere insieme cittadini responsabili della "città dell'uomo".
Nel
cammino sinodale, il nostro contributo sia nel progettare la "via della
fede", alla sequela di Gesù, che per noi è l'essenziale. In questa
prospettiva si situa l'impegno a partecipare attivamente ai cammini sinodali e
agli organismi ecclesiali, cercando di prendervi la parola.
La
scelta della democrazia per noi è fondamentale e ci invita a contrastare
culturalmente e politicamente ogni totalitarismo e populismo, a promuovere un
progetto di pedagogia civile alla democrazia e a riproporre, rinnovato, il
patrimonio culturale del cristianesimo democratico.
Ci
appassiona l'interesse per la comunità europea. L'Europa, impegnata nel
grandioso processo di unificazione comunitaria promossa e guidata dall'Unione
Europea, è il nostro principale ambiente sociale di riferimento. Il MEIC si
impegni a contribuirvi praticando il metodo del dialogo culturale.
La
pace ci interpella come Movimento e come cristiani. Le religioni sono state
storicamente concause di sanguinosi conflitti e ancor oggi vengono
strumentalizzate a tale fine. L'invito è di insistere sulla promozione della
pace a tutti i livelli, con particolare attenzione all'accoglienza di ogni
persona e all'apertura ad ogni cultura e fede. Per questo appare necessario promuovere
e sostenere politiche di pace, accettando la fatica della conoscenza reale dei fattori
in gioco e uscendo dalle semplificazioni moralistiche. IL MEIC potrebbe
contribuire alla pace organizzando incontri di dialogo interculturale e
interreligioso, in particolare in ambito
cristiano
con il costante sostegno all'ecumenismo.
Con
lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni, è necessario che il MEIC
approfondisca sul piano culturale i temi più sensibili per i giovani (i nuovi
linguaggi, la tecnica e l'Intelligenza Artificiale, l'ecologia e la
biodiversità, le questioni di bioetica) e promuova iniziative per avvicinare i
giovani al Movimento, anche con la creazione di un Movimento giovanile del MEIC.
In questa linea, ci preme l'urgenza di una valutazione oggettiva della
situazione associativa del Movimento, in ordine ai temi delle adesioni, della
vita dei gruppi, della rilevanza del MEIC nella società e nella Chiesa. Una
specifica sessione del CN del MEIC e/o una apposita equipe di lavoro appare
necessaria.
Infine,
pensiamo che più che stare nel MEIC bisogna essere MEIC. Quello che conta è
l'ambiente in cui si cresce, i valori che si respirano, le esperienze che ci coinvolgono.
La vita del MEIC forma attraverso le relazioni tra le persone e il loro stile
di vita.
La
vita associativa del MEIC è fondamentale luogo di comunione, in cui da credenti
sperimentiamo la dimensione della vita cristiana e la sua esigenza di
prossimità, di condivisione, di umanità. In una parola, l'associazione crea le
basi di una autentica e piena amicizia, in un clima di unità.
In
conclusione, riportiamo per punti i temi che riteniamo più rilevanti per il
Movimento:
1.
Insieme alla Chiesa nel cammino sinodale.
2.
Al cuore della democrazia e dell'Europa.
3.
In ascolto dei segni dei tempi: la dignità della donna, la pace, l'accoglienza,
le nuove
tecnologie.
4.
Con lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni.
5.
L'attenzione alla identità e alla vita del MEIC: gruppi, adesioni, giovani,
alleanze,
visibilità.
Roma
12 aprile 2024
Meic
Lazio