INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

sabato 22 febbraio 2020

La sentenza del 16-1-20 della Corte di Cassazione sul caso "Sea Watch" - estratto


Il testo integrale della sentenza è visualizzabile e scaricabile in pdf dal sito della Corte di Cassazione, all'indirizzo
http://www.cortedicassazione.it/cassazione-resources/resources/cms/documents/6626_02_2020_no-index.pdf


Nota informativa sulla recente sentenza della Corte di Cassazione sul caso Sea Watch 3 del giugno 2019.

1. Il fatto  
   Il 29 giugno 2019, a Lampedusa, tra le una e le due di notte, la nave umanitaria Sea Watch3, che aveva soccorso migranti in mare avendo poi avuto la formale notifica del divieto di attracco in porti italiani, dopo 17 giorni in mare attraccò al molo commerciale di Lampedusa in violazione di quel divieto,  senza autorizzazione preventiva delle autorità marittime e di pubblica sicurezza e nonostante che una pilotina della Guardia di Finanza, in servizio di polizia marittima nel porto comandata da un sottufficiale, avesse tentato di sbarrarle la via frapponendosi al molo. La comandante della nave aveva invocato lo stato di necessità. Dopo un’ora dall’attracco, era stata arrestata in relazione ai delitti di "resistenza o violenza contro nave da guerra", un reato che prevede una pena da tre a dieci anni di reclusione, e di “resistenza a pubblico ufficiale”, con pena massima fino a cinque anni di reclusione.
 L’arresto in flagranza di reato tuttavia non veniva convalidato dal Giudice per le indagini preliminari, al quale la convalida era stata richiesta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, ufficio del Pubblico ministero di primo grado, con due argomenti: per l’ipotesi di delitto di resistenza a pubblico ufficiale vi era stata la scriminante dello stato di necessità, prevista dall’art.51 del codice penale; l’altro delitto non era configurabile in quanto la pilotina della Guardia di Finanza, benché nave militare, non poteva essere considerata nave da guerra, secondo il Codice dell’ordinamento militare, in quanto, al momento del fatto, non era comandata da un ufficiale della Marina dello Stato. Il Pubblico ministero aveva proposto ricorso per cassazione.
  La Procura generale presso la Corte di cassazione aveva chiesto l’annullamento senza rinvio dell’ordinanza impugnata.
  La Corte di cassazione, Terza sezione penale, con sentenza n.6626/20 pronunciata il 16-1-20, le cui motivazioni sono state pubblicate il 20-2-20, ha rigettato il ricorso del Pubblico ministero.
 Il testo integrale della sentenza è leggibile e scaricabile in pdf sul sito della Corte di Cassazione, alla pagina


http://www.cortedicassazione.it/cassazione-resources/resources/cms/documents/6626_02_2020_no-index.pdf

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2. La sentenza
 La sentenza n.6626/20 della 3° Sezione della Corte di Cassazione, deliberata il 16-1-20, con motivazione depositata il 20-2-20, che tratta del caso Sea Watch3 sopra sintetizzato, innanzi tutto richiama la precedente giurisprudenza di legittimità sull'interpretazione dell'art.385 del codice di procedura penale, norma che pone dei limiti al potere di arresto (cattura d’iniziativa, senza un ordine dell’autorità giudiziaria) da parte della polizia giudiziaria (personale di vari corpi di polizia e di altri uffici che hanno funzioni nell’accertamento dei reati) di chi è colto nell’atto di commettere certi delitti. Quella norma stabilisce in particolare un divieto  di arresto  quando appaia  che il fatto che si ipotizza come delitto sia stato compiuto in presenza di una causa di non punibilità. Bisogna però che quest'ultima sia almeno riconoscibile, vale a dire ragionevolmente / verosimilmente esistente sulla scorta delle circostanze di fatto conosciute o conoscibili con l'ordinaria diligenza. Lo era per la polizia giudiziaria che operò l'arresto della Comandante di Sea Watch3 nel porto di Lampedusa? Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, la cui ordinanza di non convalida dell'arresto (l’arresto fatto dalla polizia giudiziaria diventa inefficace se non convalidato entro 96 ore dall’esecuzione) era giunta alla cognizione della Corte su ricorso del Pubblico ministero, aveva ritenuto che, per l'ipotesi di reato di resistenza a pubblico ufficiale, sussistesse la scriminante (causa di non punibilità) dell'adempimento di un dovere  imposto da una norma giuridica prevista dall'art.51 del codice penale e che essa fosse anche riconoscibile, nel senso sopra precisato, da parte del personale di polizia giudiziaria operante. La Corte ha accreditato questa interpretazione della fattispecie concreta, ritenendola corretta sulla base della ricostruzione dei fatti operata nell’ordinanza impugnata. In particolare, e questo è l'argomento che mi pare fondare il ragionamento della Corte con specifico riguardo alla non convalida dell'arresto,  in quanto tutte le norme di diritto interno e del diritto internazionale applicabile nell'ordinamento italiano per recepimento legislativo o in forza dell'art.10, 1° comma, della Costituzione devono ritenersi ben conosciute da coloro che operano il salvataggio in mare e da coloro che, per servizio, operano in mare svolgendo attività di polizia marittima (pag.10 in fine e pag.11 della sentenza) e la situazione di fatto che si presentava agli operanti era quella di un soccorso in mare in relazione al quale, secondo il punto 3.1.9 della Convenzione SAR di Amburgo del 1979, resa esecutiva con legge n.147 del 1989, alla quale seguirono disposizioni attuative con decreto del Presidente della Repubblica  n. 662 del 1994, l'Italia, quale parte interessataaveva l'obbligo di adottare le disposizioni necessarie affinché lo sbarco delle persone soccorse in mare avesse luogo nel più breve tempo ragionevolmente possibile. A pag. 10 della sentenza si elencano le fonti normative applicabili alla fattispecie del caso Sea Watch3 che imponevano di assicurare che la gente soccorsa in mare fosse sbarcata nel più breve tempo possibile nell'unico porto sicuro che si presentava come tale nell'emergenza umanitaria che si era prodotta, vale a dire in Italia. Perché, a pag. 12 della sentenza se ne fa menzione, la Corte ha ritenuto che non possa essere considerata al sicuro la gente che, soccorsa in mare, venga lasciata sulla nave dei soccorritori senza consentirne lo sbarco, oltre che in balia degli eventi meteorologici avversi anche nell'impossibilità di ottenere il rispetto di propri diritti fondamentali e, tra essi, il diritto di presentare domanda di protezione internazionale.
 La Corte infine non ha ritenuto possibile contestare, con riferimento all’attracco della nave Sea Watch3, il delitto di resistenza o violenza contro nave da guerra, in quanto la pilotina della Guardia di finanza coinvolta nel fatto tentando di impedire l’attracco di quella nave al porto di Lampedusa,  per quanto indubbiamente nave militare,  non poteva essere considerata nave da guerra  poiché in quel momento non era comandata da un ufficiale di Marina al servizio dello Stato, secondo quanto prevede l'art.239, 2° comma,  del decreto legislativo n. 66 del 2010, Codice dell'ordinamento militare), 
Mario Ardigò










sabato 15 febbraio 2020

Dall’Esortazione apostolica Querida Amazzonia, del papa Francesco, datata 2-2-20 ma diffusa il 12-2-20; par.32

Dall’Esortazione apostolica Querida Amazzonia,  del papa Francesco,  datata 2-2-20 ma diffusa il 12-2-20; par.32


32. I gruppi umani, i loro stili di vita e le loro visioni del mondo, sono vari tanto quanto il territorio, avendo dovuto adattarsi alla geografia e alle sue risorse. Non sono la stessa cosa i popoli dediti alla pesca e quelli dediti alla caccia o all’agricoltura nell’entroterra, piuttosto che i popoli che coltivano le terre soggette a inondazioni. In Amazzonia incontriamo inoltre migliaia di comunità indigene, afro-discendenti, rivierasche e abitanti città, che a loro volta sono molto diverse tra loro e ospitano una grande diversità umana. Attraverso un territorio e le sue caratteristiche Dio si manifesta, riflette qualcosa della sua inesauribile bellezza. Pertanto, i diversi gruppi, in una sintesi vitale con l’ambiente circostante, sviluppano una forma peculiare di saggezza. Quanti osserviamo dall’esterno dovremmo evitare generalizzazioni ingiuste, discorsi semplicistici o conclusioni tratte solo a partire dalle nostre strutture mentali ed esperienze.

venerdì 14 febbraio 2020

Dall’Esortazione apostolica Querida Amazzonia, del papa Francesco, datata 2-2-20 ma diffusa il 12-2-20, par.20-27


Dall’Esortazione apostolica Querida Amazzonia,  del papa Francesco,  datata 2-2-20 ma diffusa il 12-2-20, par.20-27

20. La lotta sociale implica una capacità di fraternità, uno spirito di comunione umana. Ora, senza sminuire l’importanza della libertà personale, va sottolineato che i popoli originari dell’Amazzonia possiedono un forte senso comunitario. Essi vivono così «il lavoro, il riposo, le relazioni umane, i riti e le celebrazioni. Tutto è condiviso, gli spazi privati – tipici della modernità – sono minimi. La vita è un cammino comunitario dove i compiti e le responsabilità sono divisi e condivisi in funzione del bene comune. Non c’è posto per l’idea di un individuo distaccato dalla comunità o dal suo territorio». Le relazioni umane sono impregnate dalla natura circostante, perché gli indigeni la sentono e la percepiscono come una realtà che integra la loro società e la loro cultura, come un prolungamento del loro corpo personale, familiare e di gruppo sociale:
«Quella stella si avvicina
aleggiano i colibrì
più che la cascata tuona il mio cuore
con le tue labbra irrigherò la terra
che su di noi giochi il vento».
21. Questo moltiplica l’effetto disintegratore dello sradicamento che vivono gli indigeni che si vedono obbligati a emigrare in città, cercando di sopravvivere, a volte anche in maniera non dignitosa, tra le abitudini urbane più individualiste e in un ambiente ostile. Come sanare un danno così grave? Come ricostruire quelle vite sradicate? Di fronte a una tale realtà, bisogna apprezzare e accompagnare tutti gli sforzi che fanno molti di questi gruppi sociali per conservare i loro valori e stili di vita e integrarsi nei nuovi contesti senza perderli, anzi, offrendoli come contributo al bene comune.
22. […] i Vescovi dell’Ecuador hanno sollecitato «un nuovo sistema sociale e culturale che privilegi le relazioni fraterne, in un quadro di riconoscimento e di stima delle diverse culture e degli ecosistemi, capace di opporsi ad ogni forma di discriminazione e di dominazione tra esseri umani».
23. Nella Laudato si’ ricordavamo che «se tutto è in relazione, anche lo stato di salute delle istituzioni di una società comporta conseguenze per l’ambiente e per la qualità della vita umana […]. All’interno di ciascun livello sociale e tra di essi, si sviluppano istituzioni che regolano le relazioni umane. Tutto ciò che le danneggia comporta effetti nocivi, come la perdita della libertà, l’ingiustizia e la violenza. Diversi Paesi sono governati da un sistema istituzionale precario, a costo delle sofferenze della popolazione».
24. Come stanno le istituzioni della società civile in Amazzonia? L’Instrumentum laboris del Sinodo, che raccoglie molti contributi di persone e gruppi dell’Amazzonia, si riferisce a «una cultura che avvelena lo Stato e le sue istituzioni, permeando tutti gli strati sociali, comprese le comunità indigene. Si tratta di una vera e propria piaga morale; di conseguenza, si perde la fiducia nelle istituzioni e nei suoi rappresentanti, il che scredita totalmente la politica e le organizzazioni sociali. I popoli amazzonici non sono estranei alla corruzione e ne diventano le principali vittime».
25. Non possiamo escludere che membri della Chiesa siano stati parte della rete di corruzione, a volte fino al punto di accettare di mantenere il silenzio in cambio di aiuti economici per le opere ecclesiali. Proprio per questo sono arrivate proposte al Sinodo che invitano a «prestare particolare attenzione all’origine delle donazioni o di altri tipi di benefici, così come agli investimenti fatti dalle istituzioni ecclesiastiche o dai cristiani».
26. L’Amazzonia dovrebbe essere anche un luogo di dialogo sociale, specialmente tra i diversi popoli originari, per trovare forme di comunione e di lotta congiunta. Tutti gli altri siamo chiamati a partecipare come “invitati” e a cercare con estremo rispetto vie d’incontro che arricchiscano l’Amazzonia. Ma se vogliamo dialogare, dovremmo farlo prima di tutto con gli ultimi. Essi non sono interlocutori qualsiasi, che bisogna convincere, e nemmeno un convitato in più ad una tavola di pari. Essi sono i principali interlocutori, dai quali anzitutto dobbiamo imparare, che dobbiamo ascoltare per un dovere di giustizia e ai quali dobbiamo chiedere permesso per poter presentare le nostre proposte. La loro parola, le loro speranze, i loro timori dovrebbero essere la voce più potente in qualsiasi tavolo di dialogo sull’Amazzonia; e la grande questione è: come loro stessi immaginano il buon vivere per sé stessi e i loro discendenti?
27. Il dialogo non solo deve privilegiare la scelta preferenziale per la difesa dei poveri, degli emarginati e degli esclusi, ma li considera come protagonisti. Si tratta di riconoscere l’altro e di apprezzarlo “come altro”, con la sua sensibilità, le sue scelte più personali, il suo modo di vivere e di lavorare. Altrimenti il risultato sarà, come sempre, «un progetto di pochi indirizzato a pochi», quando non «un consenso a tavolino o un’effimera pace per una minoranza felice». Se questo accade, «è necessaria una voce profetica» e come cristiani siamo chiamati a farla sentire.

mercoledì 12 febbraio 2020

Dall’Esortazione apostolica Querida Amazzonia, del papa Francesco, datata 2-2-20 ma diffusa il 12-2-20, par.14


Dall’Esortazione apostolica Querida Amazzonia,  del papa Francesco,  datata 2-2-20 ma diffusa il 12-2-20

14. Alle operazioni economiche, nazionali e internazionali, che danneggiano l’Amazzonia e non rispettano il diritto dei popoli originari al territorio e alla sua demarcazione, all’autodeterminazione e al previo consenso, occorre dare il nome che a loro spetta: ingiustizia e crimine. Quando alcune aziende assetate di facili guadagni si appropriano dei terreni e arrivano a privatizzare perfino l’acqua potabile, o quando le autorità danno il via libera alle industrie del legname, a progetti minerari o petroliferi e ad altre attività che devastano le foreste e inquinano l’ambiente, si trasformano indebitamente i rapporti economici e diventano uno strumento che uccide. È abituale ricorrere a mezzi estranei ad ogni etica, come sanzionare le proteste e addirittura togliere la vita agli indigeni che si oppongono ai progetti, provocare intenzionalmente incendi nelle foreste, o corrompere politici e gli stessi indigeni. Ciò è accompagnato da gravi violazioni dei diritti umani e da nuove schiavitù che colpiscono specialmente le donne, dalla peste del narcotraffico che cerca di sottomettere gli indigeni, o dalla tratta di persone che approfitta di coloro che sono stati scacciati dal loro contesto culturale. Non possiamo permettere che la globalizzazione diventi «un nuovo tipo di colonialismo».

domenica 9 febbraio 2020

Domenica 9 Febbraio 2019 – 5° del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 1° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle nove - avvisi del parroco e di Azione Cattolica. **** Sunday February 9, 2020 - 3rd Sunday in Ordinary Time - Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psaltery: 1st week - Readings and summary of the homily of Mass on nine o’clock - notices from the parson and from Catholic Action parish group


Domenica 9 Febbraio 2019 – 5° del Tempo Ordinario - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: verde – salterio: 1° settimana -Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle nove - avvisi del parroco e di Azione Cattolica.
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Sunday February 9, 2020 - 3rd Sunday in Ordinary Time - Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psaltery: 1st week - Readings and summary of the homily of Mass on nine o’clock - notices from the parson and from Catholic Action parish group



Osservazioni ambientali: cielo sereno. La temperatura ambientale è di  15°C.
Environmental observations: clear sky. The ambient temperature is 15 ° C.

Canti della Messa delle nove: Introduzione (Introito), Chiesa di Dio ; Offertorio, Accogli questi doni ; Comunione, Symbolum 77; finale, Andate per le strade.
Songs of the nine o'clock Mass: Introduction (Introit), Church of God; Offertory, Accept these gifts!; Communion, Symbolum 77; final, Go in  the streets!.

Alla Messa delle nove il gruppo parrocchiale di Azione Cattolica  era nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando l’abside.
 At the nine o'clock Mass the Catholic Action parish group was on the left banks, next to the altar, looking at the apse.


Buona domenica e un augurio di pace e felicità a tutti i lettori!  
Good Sunday and best wishes for peace and happiness to all readers!


Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

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Pillole di Concilio / Council pills

Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo La gioia e la speranza - Gaudium et spes,  del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
From the pastoral Constitution on the Church in the contemporary world Joy and Hope - Gaudium et spes, of the Second Vatican Council (1962-1965)

92. Il dialogo fra tutti gli uomini
La Chiesa, in forza della missione che ha di illuminare tutto il mondo con il messaggio evangelico e di radunare in un solo Spirito tutti gli uomini di qualunque nazione, razza e civiltà, diventa segno di quella fraternità che permette e rafforza un sincero dialogo.
Ciò esige che innanzitutto nella stessa Chiesa promuoviamo la mutua stima, il rispetto e la concordia, riconoscendo ogni legittima diversità, per stabilire un dialogo sempre più fecondo fra tutti coloro che formano l'unico popolo di Dio, che si tratti dei pastori o degli altri fedeli cristiani. Sono più forti infatti le cose che uniscono i fedeli che quelle che li dividono; ci sia unità nelle cose necessarie, libertà nelle cose dubbie e in tutto carità.
Il nostro pensiero si rivolge contemporaneamente ai fratelli e alle loro comunità, che non vivono ancora in piena comunione con noi, ma ai quali siamo uniti nella confessione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e dal vincolo della carità, memori che l'unità dei cristiani è oggi attesa e desiderata anche da molti che non credono in Cristo.
Quanto più, in effetti, questa unità crescerà nella verità e nell'amore, sotto la potente azione dello Spirito Santo, tanto più essa diverrà per il mondo intero un presagio di unità e di pace. Perciò, unendo le nostre energie ed utilizzando forme e metodi sempre più adeguati al conseguimento efficace di così alto fine, nel momento presente, cerchiamo di cooperare fraternamente, in una conformità al Vangelo ogni giorno maggiore, al servizio della famiglia umana che è chiamata a diventare in Cristo Gesù la famiglia dei figli di Dio.
Rivolgiamo anche il nostro pensiero a tutti coloro che credono in Dio e che conservano nelle loro tradizioni preziosi elementi religiosi ed umani, augurandoci che un dialogo fiducioso possa condurre tutti noi ad accettare con fedeltà gli impulsi dello Spirito e a portarli a compimento con alacrità.
Per quanto ci riguarda, il desiderio di stabilire un dialogo che sia ispirato dal solo amore della verità e condotto con la opportuna prudenza, non esclude nessuno: né coloro che hanno il culto di alti valori umani, benché non ne riconoscano ancora l'autore, né coloro che si oppongono alla Chiesa e la perseguitano in diverse maniere.
Essendo Dio Padre principio e fine di tutti, siamo tutti chiamati ad essere fratelli. E perciò, chiamati a una sola e identica vocazione umana e divina, senza violenza e senza inganno, possiamo e dobbiamo lavorare insieme alla costruzione del mondo nella vera pace.

92. Dialogue between all men.  By virtue of her mission to shed on the whole world the radiance of the Gospel message, and to unify under one Spirit all men of whatever nation, race or culture, the Church stands forth as a sign of that brotherhood which allows honest dialogue and gives it vigor.
Such a mission requires in the first place that we foster within the Church herself mutual esteem, reverence and harmony, through the full recognition of lawful diversity. Thus all those who compose the one People of God, both pastors and the general faithful, can engage in dialogue with ever abounding fruitfulness. For the bonds which unite the faithful are mightier than anything dividing them. Hence, let there be unity in what is necessary; freedom in what is unsettled, and charity in any case.
Our hearts embrace also those brothers and communities not yet living with us in full communion; to them we are linked nonetheless by our profession of the Father and the Son and the Holy Spirit, and by the bond of charity. We do not forget that the unity of Christians is today awaited and desired by many, too, who do not believe in Christ; for the farther it advances toward truth and love under the powerful impulse of the Holy Spirit, the more this unity will be a harbinger of unity and peace for the world at large. Therefore, by common effort and in ways which are today increasingly appropriate for seeking this splendid goal effectively, let us take pains to pattern ourselves after the Gospel more exactly every day, and thus work as brothers in rendering service to the human family. For, in Christ Jesus this family is called to the family of the sons of God.
We think cordially too of all who acknowledge God, and who preserve in their traditions precious elements of religion and humanity. We want frank conversation to compel us all to receive the impulses of the Spirit faithfully and to act on them energetically.
For our part, the desire for such dialogue, which can lead to truth through love alone, excludes no one, though an appropriate measure of prudence must undoubtedly be exercised. We include those who cultivate outstanding qualities of the human spirit, but do not yet acknowledge the Source of these qualities. We include those who oppress the Church and harass her in manifold ways. Since God the Father is the origin and purpose of all men, we are all called to be brothers. Therefore, if we have been summoned to the same destiny, human and divine, we can and we should work together without violence and deceit in order to build up the world in genuine peace.



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Sintesi breve dei principi generali desunti dal Documento finale del Sinodo speciale dei Vescovi per la Regione Panamazzonica (26-10-19)

0.  Il  Documento finale del Sinodo speciale dei vescovi per la Regione Panamazzonica del 26-10-19 (di seguito indicato come Documento finale)è un documento di portata eccezionale ed epocale per la nostra Chiesa, perché disegna un progetto di vera e propria riforma ecclesiale, definita conversione integrale, basato sui tre  principi cardine di dottrina sociale della sinodalità totale  e diffusa, della integrazione interculturale  e della ministerialità di tutti i fedeli  per la cura della casa comune, quindi per attuare una  riforma sociale a livello globale nel senso dei valori del vangelo, intesa come parte fondamentale della missione  ecclesiale.
1. Esiste una realtà multietnica e multiculturale nelle società del  mondo contemporaneo.
2. Vi sono culture tradizionali fondate sul principio dell’armonia “buon vivere”, il quale si realizza pienamente nelle Beatitudini.
3. Gli ambienti naturali e sociali feriti dagli interessi economici e politici dominanti.
4. Una bioeconomia innovativa  è possibile utilizzando scienza e tecnologie avanzate.
5. Le migrazioni:  la mobilità umana determinata da bisogno e persecuzione a rivela il volto di Gesù Cristo impoverito e affamato (cfr. Mt 25,35), espulso e senza tetto ed è  un’inedita sfida politica, sociale ed ecclesiale.
6. L'annuncio di Cristo si è compiuto spesso in connivenza con i poteri che sfruttavano le risorse e opprimevano le popolazioni.
7. Vi è necessità di una  conversione integrale  per ascoltare il grido della terra e dei poveri. Una Chiesa incarnata, samaritana, maddalena, mariana, che soccorre amorevolmente, riconcilia e si riconcilia, genera.
8. Vi  è necessità di un atteggiamento di dialogo aperto, riconoscendo anche la molteplicità degli interlocutori.
9. Per i giovani è necessaria  una pastorale [ La pastorale  è un’attività della Chiesa che consiste nell’introdurre, formare, sorreggere e indirizzare  nella vita di fede] sempre in divenire, incentrata su Gesù Cristo e sul suo progetto, dialogica e integrale, impegnata in tutte le realtà giovanili esistenti sul territorio, compagna nell’ascolto, che accoglie i giovani e cammina con loro, soprattutto nelle periferie.
10. La crescita accelerata delle metropoli è accompagnata dalla proliferazione di periferie urbane. Le famiglie spesso soffrono per la povertà, alloggi precari, mancanza di lavoro, aumento del consumo di droghe e alcol, discriminazione e suicidio infantile, mancanza di dialogo fra le generazioni. Sviluppo di nuovi tipi di famiglie: famiglie monoparentali sotto la responsabilità delle donne, aumento delle famiglie separate, unioni libere e famiglie allargate, diminuzione dei matrimoni istituzionali. Necessità di difendere il diritto di tutte le persone alla città. Le Comunità di base come fondamento pastorale di molte parrocchie.
11.  Vi è necessità di una conversione culturale per andare incontro agli altri e imparare da loro. La fede come sfida in divenire. Includere tutti. I popoli originari e quelli che sono arrivati più tardi e hanno forgiato la loro identità nella convivenza, sono portatori di valori culturali in cui scopriamo i semi del Verbo.
12. L'avidità per la terra è alla radice dei conflitti che portano all'etnocidio. La Chiesa si impegna a essere alleata dei popoli per denunciare gli attentati contro la vita delle comunità locali, i progetti che incidono sull’ambiente, la mancanza di demarcazione dei loro territori, nonché il modello economico di sviluppo predatorio ed ecocida.  La Chiesa promuove la salvezza integrale della persona umana.
13. L’Inculturazione va vista come  incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ("ciò che non si assume non è redento", Sant'Ireneo) e allo stesso tempo l'introduzione di queste culture nella vita della Chiesa.  In questo processo i popoli sono protagonisti e accompagnati dai loro agenti pastorali e dai loro pastori. Laici storicamente protagonisti della pietà popolare non clericalizzata.
14. Occorre ripudiare l’evangelizzazione colonialista e il proselitismo. Riconoscere i germi del Verbo già presenti nelle culture Evangelizzazione come l'annuncio inculturato che genera processi di interculturalità, processi che promuovono la vita della Chiesa con un'identità e un volto dei popoli in cui vive.
15. Occorre promuovere l’educazione di base e l’educazione sanitaria preventiva. Educare alla solidarietà, nella consapevolezza di un’origine comune di di un futuro condiviso da tutti.
16. La conversione  ecologica integrale significa prendersi cura della casa comune. L'ecologia e la giustizia sociale sono intrinsecamente unite. Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull'ambiente. L'ecologia integrale non è una via in più che la Chiesa può scegliere di fronte al futuro in questo territorio, è piuttosto l'unica via possibile, perché non c'è nessun'altro cammino praticabile per salvare la Terra. Per i cristiani, l'interesse e la preoccupazione per la promozione e il rispetto dei diritti umani, sia individuali che collettivi, non è facoltativo. La civiltà richiede energia, ma l'uso dell'energia non deve distruggere la civiltà! Cercare modelli economici alternativi, più sostenibili, più amichevoli nei riguardi della natura, con un solido sostegno spirituale. Il nuovo paradigma dello sviluppo sostenibile deve essere socialmente inclusivo. Sostenere una cultura di pace e rispetto – non di violenza e violazione – e un'economia incentrata sulla persona che si prenda cura anche della natura.  Divenire alleati  delle comunità locali  protagoniste della cura, protezione e difesa dei diritti dei popoli e dei diritti della natura in questa regione sono le stesse comunità locali.  La biopirateria è una forma di violenza. Ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas legati al cambiamento climatico. Le nuove energie pulite contribuiranno a promuovere la salute. Dobbiamo lavorare insieme affinché il diritto fondamentale di accesso all'acqua pulita sia rispettato nel territorio.
17. E’ necessaria una profonda conversione personale, sociale e strutturale. La Chiesa deve  disimparare, imparare e reimparare per superare ogni tendenza ad assumere modelli colonizzatori che hanno causato danni in passato. Abbracciare una spiritualità di ecologia integrale, per promuovere la cura del creato. Definiamo il peccato ecologico come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l'ambiente: si manifesta in atti e abitudini di inquinamento e distruzione dell'armonia dell'ambiente, in trasgressioni contro i principi di interdipendenza e nella rottura delle reti di solidarietà tra le creature  e in azioni contro la virtù della giustizia. Occorre: attuare la promozione dell'ecologia integrale a livello parrocchiale e in ciascuna giurisdizione ecclesiastica; adottare abitudini responsabili che rispettino e valorizzino i popoli della Terra, le loro tradizioni e la loro saggezza; ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e l'uso della plastica, modificando le nostre abitudini alimentari (consumo eccessivo di carne e pesce/frutti di mare) mediante stili di vita più sobri; promuovere l'educazione all'ecologia integrale a tutti i livelli; promuovere nuovi modelli economici e iniziative che favoriscano una qualità di vita sostenibile.
18. La Chiesa ha bisogno di una conversione sinodale. Cerchiamo nuovi cammini ecclesiali, soprattutto nella ministerialità e sacramentalità della Chiesa. La sinodalità fu il modo di essere della Chiesa primitiva  e deve essere il nostro. La sinodalità caratterizza la Chiesa intesa come Popolo di Dio, nell’eguaglianza e nella comune dignità a fronte della diversità di ministeri, carismi e servizi. È necessario rafforzare una cultura di dialogo, di ascolto reciproco, di discernimento spirituale, di consenso per giungere a decisioni comuni, promuovendo la corresponsabilità nella vita della Chiesa in uno spirito di servizio e superando il clericalismo e le imposizioni arbitrarie. Il discernimento comunitario permette di scoprire la chiamata che Dio fa sentire in ogni determinata situazione storica. La sinodalità segna uno stile di vivere la comunione e la partecipazione nelle Chiese locali che si caratterizza per il rispetto della dignità e dell'uguaglianza di tutti i battezzati e le battezzate, la complementarietà dei carismi e dei ministeri, il piacere di riunirsi in assemblea per discernere insieme la voce dello Spirito: uno stile sinodale di vita e di lavoro, prestando particolare attenzione all'effettiva partecipazione dei laici al discernimento e alla presa di decisioni, rafforzando la partecipazione delle donne. La Chiesa, Popolo di Dio inserito tra i popoli, ha la bellezza di un volto pluriforme perché si radica in molte culture diverse.
19. Chiesa ministeriale e nuovi ministeri: I laici sono i fedeli che, con il battesimo sono stati incorporati a Cristo, costituiti così in popolo di Dio e, in modo proprio, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per cui esercitano il loro ruolo nella missione propria di tutto il popolo cristiano, nella Chiesa e nel mondo. La Chiesa, in vista di una società giusta e solidale nella cura della casa comune, vuole fare dei laici attori privilegiati. Per la Chiesa è urgente che si promuovano e si conferiscano ministeri a uomini e donne in modo equo. . È la Chiesa degli uomini e delle donne battezzati che dobbiamo consolidare promuovendo la ministerialità e, soprattutto, la consapevolezza della dignità battesimale. La Chiesa vuole allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa: occorre che la voce delle donne sia ascoltata, che siano consultate e partecipino alle prese di decisioni e, in questo modo, possano contribuire con la loro sensibilità alla sinodalità ecclesiale, rafforzando la sua partecipazione nei consigli pastorali delle parrocchie e delle diocesi, come anche nelle istanze di governo, riconoscendo la ministerialità che Gesù ha riservato alle donne e, quindi, assicurando il loro posto negli spazi di leadership e nelle loro competenze specifiche. Chiediamo la revisione del Motu Proprio Ministeria quædam di San Paolo 6°, affinché anche donne adeguatamente formate e preparate possano ricevere i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, tra gli altri che possono essere svolti, e che venga creato il ministero istituito di donna dirigente di comunità. Da più parti è stata avanzata la richiesta del diaconato permanente per le donne, che è ancora in fase di studio. Per la Chiesa, è urgente la promozione, la formazione e il sostegno ai diaconi permanenti a causa dell'importanza di questo ministero nella comunità: il diaconato oggi deve anche promuovere l'ecologia integrale, lo sviluppo umano, la pastorale sociale, il servizio a chi si trova in condizioni di vulnerabilità e povertà. È auspicabile che anche la moglie ed i figli partecipino al processo di formazione del diacono permanente. Esiste un diritto della comunità alla celebrazione dell’Eucaristia, il quale deriva dall'essenza dell'Eucaristia e dal suo posto nell'economia di salvezza: l'Eucaristia infatti contiene tutto il bene spirituale della Chiesa; è la fonte e il culmine di ogni evangelizzazione. Essa è anche è il punto di partenza: di incontro, di riconciliazione, di apprendimento e catechesi, di crescita comunitaria. La disciplina del celibato non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio, sebbene vi sia per molte ragioni un rapporto di convenienza con esso. Si propone che l’autorità competente stabilisca criteri e disposizioni per ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, i quali, pur avendo una famiglia legittimamente costituita e stabile, abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato al fine di sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della Parola e la celebrazione dei Sacramenti.
20. E’  necessario riprogettare il modo in cui sono organizzate le Chiese locali. È urgente articolare spazi sinodali,  generare reti di sostegno solidale e superare le frontiere che la geografia impone e costruire ponti che uniscano. La Chiesa sta sviluppando una rinnovata comprensione della sinodalità su scala regionale.
21. Dobbiamo dare una risposta autenticamente cattolica alla richiesta delle comunità locali di adattare la liturgia valorizzando la cosmovisione, le tradizioni, i simboli e i riti originali che includano la dimensione trascendente, comunitaria ed ecologica.


Brief summary of the general principles derived from the final document of the Special Synod of Bishops for the Pan-Amazon Region (October 26, 2019)

0. The final Document of the Special Synod of Bishops for the Pan-Amazon Region of 26-10-19 (hereinafter referred to as the Final Document) is an exceptional and epochal document for our Church, because it draws a real reform project ecclesial, defined integral conversion, based on the three cardinal principles of social doctrine of total and widespread synodality, intercultural integration and ministeriality of all the faithful for the care of the common home, therefore to implement a social reform at a global level in the sense of values of the gospel, understood as a fundamental part of the ecclesial mission.
1. There is a multiethnic and multicultural reality in the societies of the contemporary world.
2. There are traditional cultures founded on the principle of "good living" harmony, which is fully realized in the Beatitudes.
3. The natural and social environments wounded by the dominant economic and political interests.
4. An innovative bioeconomy is possible using advanced science and technologies.
5. Migrations: human mobility determined by need and persecution reveals the face of Jesus Christ impoverished and hungry (cf. Mt 25.35), expelled and homeless and is an unprecedented political, social and ecclesial challenge.
6. The proclamation of Christ was often accomplished in connivance with the powers that exploited resources and oppressed the populations.
7. There is a need for an integral conversion to listen to the cry of the earth and the poor. An incarnate, Samaritan, Magdalene, Marian Church that lovingly helps, reconciles and reconciles, generates.
8. There is a need for an attitude of open dialogue, also recognizing the multiplicity of interlocutors.
9. For young people a pastoral care is needed [Pastoral care is an activity of the Church which consists in introducing, forming, supporting and directing in the life of faith] always in the making, focused on Jesus Christ and his project, dialogical and integral , engaged in all the youth realities existing in the area, companion in listening, which welcomes young people and walks with them, especially in the suburbs.
10. The accelerated growth of metropolises is accompanied by the proliferation of urban suburbs. Families often suffer from poverty, precarious housing, lack of work, increased consumption of drugs and alcohol, discrimination and child suicide, lack of dialogue between generations. Development of new types of families: single-parent families under the responsibility of women, increase in separate families, free unions and extended families, decrease in institutional marriages. Need to defend the right of all people to the city. The basic communities as the pastoral foundation of many parishes.
11. There is a need for cultural conversion to meet others and learn from them. Faith as a challenge in the making. Include everyone. The original peoples and those who arrived later and forged their identity in coexistence are bearers of cultural values ​​in which we discover the seeds of the Word.
12. Greed for the earth is at the root of the conflicts that lead to ethnocide. The Church is committed to being an ally of peoples to denounce the attacks against the life of local communities, the projects that affect the environment, the lack of demarcation of their territories, as well as the economic model of predatory and ecocidal development. The Church promotes the integral salvation of the human person.
13. Inculturation must be seen as the incarnation of the Gospel in indigenous cultures ("what is not assumed is not redeemed", Saint Irenaeus) and at the same time the introduction of these cultures into the life of the Church. In this process peoples are protagonists and accompanied by their pastoral agents and their pastors. Secular historically protagonists of non-clericalized popular piety.
14. Colonialist evangelization and proselytism should be repudiated. Recognize the germs of the Word already present in cultures Evangelization as the inculturated proclamation that generates intercultural processes, processes that promote the life of the Church with an identity and a face of the peoples in which it lives.
15. Basic education and preventive health education must be promoted. Educating for solidarity, in the awareness of a common origin of a future shared by all.
16. Integral ecological conversion means taking care of the common home. Ecology and social justice are intrinsically united. A true ecological approach always becomes a social approach, which must integrate justice into environmental discussions. Integral ecology is not one more way that the Church can choose in the face of the future in this territory, it is rather the only possible way, because there is no other viable path to save the Earth. For Christians, interest and concern for the promotion and respect of human rights, both individual and collective, is not optional. Civilization requires energy, but the use of energy must not destroy civilization! Look for alternative economic models, more sustainable, more friendly towards nature, with solid spiritual support. The new paradigm of sustainable development must be socially inclusive. Support a culture of peace and respect - not of violence and violation - and an economy focused on the person who also takes care of nature. Becoming allies of the local communities protagonists of the care, protection and defense of the rights of peoples and of the rights of nature in this region are the local communities themselves. Biopiracy is a form of violence. Drastically reduce carbon dioxide (CO2) and other gases related to climate change. The new clean energies will help promote health. We must work together to ensure that the fundamental right of access to clean water is respected in the territory.
17. A deep personal, social and structural conversion is necessary. The Church must unlearn, learn and re-learn to overcome any tendency to take on colonizing models that have caused damage in the past. Embrace a spirituality of integral ecology, to promote the care of creation. We define ecological sin as an action or omission against God, against one's neighbor, the community and the environment: it manifests itself in acts and habits of pollution and destruction of the harmony of the environment, in transgressions against the principles of interdependence and in the breaking of the networks of solidarity between creatures and in actions against the virtue of justice. It is necessary: ​​to implement the promotion of integral ecology at parochial level and in each ecclesiastical jurisdiction; adopt responsible habits that respect and value the peoples of the Earth, their traditions and their wisdom; reduce our dependence on fossil fuels and the use of plastic, changing our eating habits (excessive consumption of meat and fish / seafood) through more sober lifestyles; promote education in integral ecology at all levels; promote new economic models and initiatives that promote a sustainable quality of life.
18. The Church needs a synodal conversion. We are looking for new ecclesial paths, especially in the ministeriality and sacramentality of the Church. Synodality was the way of being of the early Church and it must be ours. Synodality characterizes the Church understood as the People of God, in equality and common dignity in the face of the diversity of ministries, charisms and services. It is necessary to strengthen a culture of dialogue, of mutual listening, of spiritual discernment, of consensus in order to reach common decisions, promoting co-responsibility in the life of the Church in a spirit of service and overcoming clericalism and arbitrary impositions. Community discernment allows us to discover the call that God makes heard in every given historical situation. Synodality marks a style of living communion and participation in local Churches which is characterized by respect for the dignity and equality of all the baptized and baptized, the complementarity of the charisms and ministries, the pleasure of meeting in assembly for discerning together the voice of the Spirit: a synodal style of life and work, paying particular attention to the effective participation of the laity in discernment and decision making, strengthening the participation of women. The Church, the People of God inserted among peoples, has the beauty of a multifaceted face because it is rooted in many different cultures.
19. Ministerial Church and new ministries: The laity are the faithful who, through baptism, have been incorporated into Christ, thus constituted in the people of God and, in their own way, made partakers of the priestly, prophetic and royal office of Christ, for to which they exercise their role in the mission proper to the whole Christian people, in the Church and in the world. In view of a just and supportive society in the care of the common home, the Church wants to make lay privileged actors. It is urgent for the Church to promote and give ministries to men and women fairly. . It is the Church of baptized men and women that we must consolidate by promoting ministeriality and, above all, awareness of baptismal dignity. The Church wants to widen the spaces for a more incisive female presence in the Church: the voice of women must be listened to, consulted and participate in decision-making and, in this way, can contribute with their sensitivity to ecclesial synodality, strengthening his participation in the pastoral councils of parishes and dioceses, as well as in government bodies, recognizing the ministeriality that Jesus has reserved for women and, therefore, ensuring their place in the spaces of leadership and in their specific competences. We ask for the revision of the Motu Proprio Ministeria quædam of San Paolo 6 °, so that even properly trained and prepared women can receive the ministries of the Lectorate and the Acolyte, among others that can be carried out, and that the established ministry of female director is created of community. The request of the permanent diaconate for women, which is still under study, has been raised from various quarters. For the Church, the promotion, formation and support of permanent deacons is urgent because of the importance of this ministry in the community: the diaconate today must also promote integral ecology, human development, social pastoral care, service to those who find themselves in conditions of vulnerability and poverty. It is desirable that the wife and children also participate in the process of forming the permanent deacon. There is a community right to celebrate the Eucharist, which derives from the essence of the Eucharist and its place in the economy of salvation: the Eucharist in fact contains all the spiritual good of the Church; it is the source and summit of all evangelization. It is also the starting point: of meeting, of reconciliation, of learning and catechesis, of community growth. The discipline of celibacy is not required by the very nature of the priesthood, although there is a relationship of convenience with many reasons. It is proposed that the competent authority establish criteria and provisions for ordaining suitable and recognized men of the community as priests, who, despite having a legitimately established and stable family, have a permanent fruitful diaconate and receive adequate training for the priest in order to support the life of the Christian community through preaching the Word and celebrating the sacraments.
20. It is necessary to redesign the way the local Churches are organized. It is urgent to articulate synodal spaces, generate supportive networks and overcome the frontiers that geography imposes and build bridges that unite. The Church is developing a renewed understanding of synodality on a regional scale.
21. We must give an authentically Catholic response to the request of local communities to adapt the liturgy by enhancing the original cosmovision, traditions, symbols and rites which include the transcendent, community and ecological dimension.

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Letture bibliche della Messa -  Biblical readings of the Mass

Prima lettura
Dal  libro del profeta  Isaia (Is 58, 7-10)
From the book of the prophet Isaiah ( Isa  58:7-10)

Così dice il Signore:
«Non consiste forse [il digiuno che voglio]
 nel dividere il pane con l’affamato,
 nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
 nel vestire uno che vedi nudo,
 senza trascurare i tuoi parenti?
 Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
 la tua ferita si rimarginerà presto.
 Davanti a te camminerà la tua giustizia,
 la gloria del Signore ti seguirà.
 Allora invocherai e il Signore ti risponderà,
 implorerai aiuto ed egli dirà: “Eccomi!”.
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
 il puntare il dito e il parlare empio,
 se aprirai il tuo cuore all’affamato,
 se sazierai l’afflitto di cuore,
 allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
 la tua tenebra sarà come il meriggio».

[What is a fast day acceptable to the Lord?] Is it not to share your bread with the hungry and bring the homeless poor into your house; when you see the naked, to cover them and not to hide yourself from your own kin? Then your light shall break forth like the dawn and your healing shall spring up quickly; your vindicator shall go before you, the glory of the Lord shall be your rear guard. Then you shall call and the Lord will answer; you shall cry for help and he will say, Here I am. If you remove the yoke from among you, the pointing of the finger, the speaking of evil, if you offer your food to the hungry and satisfy the needs of the afflicted, then your light shall rise in the darkness and your gloom be like the noonday.




Salmo responsoriale
Dal salmo  111
Responsorial psalm
From the psalm  111

Ritornello / Response:
 Il giusto risplende come luce
A light rises in the darkness for the upright


Spunta nelle tenebre, luce per gli uomini retti:
 misericordioso, pietoso e giusto.
 Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
 amministra i suoi beni con giustizia. 
 
 Egli non vacillerà in eterno:
 eterno sarà il ricordo del giusto.
 Cattive notizie non avrà da temere,
 saldo è il suo cuore, confida nel Signore. 
 
 Sicuro è il suo cuore, non teme,
 egli dona largamente ai poveri,
 la sua giustizia rimane per sempre,
 la sua fronte s’innalza nella gloria. 

They are a light in the darkness for the upright:
they are generous, merciful and just.
The good person takes pity and lends,
they behave themselves with honour.
The just person will never waver:
they will be remembered for ever.
They have no fear of evil news;
with a firm heart they trust in the Lord.

With a steadfast heart they will not fear;
open-handed, they give to the poor;
their justice stands firm for ever.
Their heads will be raised in glory.



Seconda lettura
Dalla  prima  lettera di San Paolo apostolo  ai Corinzi (1Cor 2,1-5)
Second reading
From the first   letter of St. Paul the Apostle  to the Corinthians  (1Cor 2:1-5)

  Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.
  Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

When I came to you, brethren, I did not come proclaiming to you the testimony of God in lofty words or wisdom. For I decided to know nothing among you except Jesus Christ and him crucified. And I was with you in weakness and in much fear and trembling; 4 and my speech and my message were not in plausible words of wisdom, but in demonstration of the Spirit and of power, that your faith might not rest in the wisdom of men but in the power of God.

Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel

Alleluia, alleluia.

Io sono la luce del mondo, dice il Signore;
chi segue me avrà la luce della vita. (Cfr. Gv 8,12)
am the light of the world, says the Lord;
those who follow me will have the light of life. (See Jn 8:12)


Alleluia.


Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,13-16)
Gospel
From the Gospel according to Matthew (Matt 5:12-16)


  In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Jesus said to his disciples,
“You are the salt of the earth; but if salt has lost its taste, how can its saltiness be restored? It is no longer good for anything, but is thrown out and trampled under foot. “You are the light of the world. A city built on a hill cannot be hid. No one after lighting a lamp puts it under the bushel basket, but on the lamp-stand and it gives light to all in the house. In the same way, let your light shine before others, so that they may see your good works and give glory to your Father in heaven.”


Sintesi dell’omelia della Messa delle nove
Summary of the homily of the Mass at nine o’clock

 Il brano evangelico proclamato oggi è molto noto. Parla del sale  e della luce. Nell’antichità il sale era molto prezioso: serviva anche per conservare gli alimenti. La luce è indispensabile alla vita, ma duemila anni fa non c’era l’energia elettrica e non ce n’erano tutte le fonti articiali che oggi abbiamo.
 Proseguendo il discorso sulle Beatitudini, Gesù esortò ad essere sale e luce per il mondo, vale a dire a non disattendere gli impegni della nostra fede.  Disse “Siete”, non “siete stati” o “sarete”. Lo siamo già. Questo però non ci deve inorgoglire, perché possiamo esserlo se e nella misura in cui ci mettiamo al seguito di Gesù. E’ lui che ci rende preziosi per il mondo intorno. E lo siamo se andiamo tra gli altri a portare Gesù. La fede non va vissuta individualmente, ma richiede di andare verso gli altri per includerli.
  Dunque chiediamoci se siamo ancora sale e luce per gli altri. Proponiamoci di esserlo sempre e sempre meglio.

The Gospel passage proclaimed today is well known. Talk about salt and light. In ancient times, salt was very precious: it was also used to store food. Light is essential to life, but two thousand years ago there was no electricity and there were not all the arctic sources that we have today.
  Continuing the discourse on the Beatitudes, Jesus exhorted to be salt and light for the world, that is to say not to disregard the commitments of our faith. He said "You are", you have not "been" or "will be". We already are. However, this should not make us proud, because we can be if and to the extent that we follow Jesus. It is he who makes us precious for the world around us. And we are if we go among others to bring Jesus. Faith should not be lived individually, but requires us to go to others to include them.
   So let's ask ourselves if we are still salt and light for others. We aim to always be better and better.

Sintesi di Mario Ardigò, per come ha compreso le parole del celebrante.
Summary of Mario Ardigò, as how he understood the  words of the celebrant.

Avvisi del parroco / Notices from the parson
 /

Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:
Riunione infrasettimanale del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica: martedì 11 febbraio 2019, alle ore 17  in sala rossa. Continueremo la meditazione sulle opere di misericordia con quella di "Vestire gli ignudi ".
 Midweek meeting of the Catholic Action parish group: Tuesday, february 11, 2019, at 17.00 in the red room. We will continue the meditation on the works of mercy with that of "Dressing the naked".