Fede religiosa, uguaglianza e democrazia: relazioni in veloce evoluzione
dal Catechismo della Chiesa cattolica (1992) n.1934 e 1935 (nella Parte terza: La vita in Cristo; Sezione seconda: La vocazione dell’uomo: la vita nello spirito; Capitolo secondo: La comunità umana; articolo 3: La giustizia sociale; paragrafo 2°: Uguaglianza e differenze tra gli uomini):
1934. Tutti gli uomini, creati ad immagine dell’unico Dio e dotati di una medesima anima razionale, hanno la stessa natura e la stessa origine. Redenti dal sacrificio di Cristo, tutti sono chiamati a partecipare della medesima beatitudine divina: tutti, quindi, godono di una eguale dignità.
1935. L’uguaglianza tra gli uomini poggia essenzialmente sulla loro dignità personale e si diritti che ne derivano:
“Ogni genere di discriminazione nei diritti fondamentali della persona […] in ragione di sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio” [dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes del Concilio Vaticano 2°, 29],
Dunque il principio dell’uguaglianza universale degli esseri umani, fondamento delle democrazie popolari contemporanee, è oggi legge anche della Chiesa cattolica, in quanto sancito dalla Costituzione pastorale Gaudium et spes, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965), e dal Catechismo della chiesa cattolica, il quale è molto di più di un semplice sussidio per l’iniziazione religiosa, ma è anche un documento normativo, promulgato dal papa Giovanni Paolo 2° con la Costituzione Apostolica Fidei depositum, dell’11 ottobre 1992 (alcune modifiche furono apportate in occasione della pubblicazione dell’edizione tipica latina, il 15 agosto 1997).
La formulazione di quell’ideale di uguaglianza sociale che troviamo nella Gaudium et spes è simile a quella che si legge nell’art.3, comma 1° della nostra Costituzione (deliberata dall’Assemblea costituente il 22 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1 gennaio 1948), la cui elaborazione iniziò durante i lavori della prima sottocommissione della Commissione per la Costituzione dell’Assemblea costituente (luglio 1946 – gennaio 1948) in cui i cattolici erano ben rappresentati, in particolare dai democristiani Umberto Tupini, che la presiedeva, Giorgio La Pira (al quale si deve la formulazione dell’art.2 della Costituzione), Giuseppe Dossetti, Aldo Moro e Camillo Corsanego. E sostanzialmente essa richiama l’analoga formulazione che troviamo nell’art.2, 1° comma, della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10-12-1948):
1. Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciati nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione.
Ora, vi propongo un lavoro comune, perché, in tutta sincerità non ho la sapienza necessaria per fare asserzioni sicure sul tema: cercate nella storia ormai bimillenaria della nostra Chiesa dichiarazioni normative (atti dei papi, dei concili, dei vescovi) analoghe a quella che trascrivo nuovamente, della Gaudium et spes, in materia di uguaglianza e precedenti al secolo scorso, il Novecento: “Ogni genere di discriminazione nei diritti fondamentali della persona […] in ragione di sesso, della stirpe, del colore, della condizione sociale, della lingua o della religione, deve essere superato ed eliminato, come contrario al disegno di Dio”.
Vi sarò grato se mi farete conoscere il risultato della vostra ricerca.
Intanto ricordo che il 12 marzo del 2000, durante il Grande Giubileo dell’anno 2000, il papa Giovanni Paolo 2° presiedette una solenne liturgia penitenziale denominata Preghiera universale – Confessione delle colpe e richiesta di perdono, che comprese la seguente parte:
[…]
VI. CONFESSIONE DEI PECCATI CHE HANNO FERITO LA DIGNITÀ DELLA DONNA E L'UNITÀ DEL GENERE UMANO
Un Rappresentante della Curia Romana:
Preghiamo per tutti quelli che sono stati offesi
nella loro dignità umana e i cui diritti sono stati conculcati;
preghiamo per le donne troppo spesso umiliate ed emarginate,
e riconosciamo le forme di acquiescenza
di cui anche cristiani si sono resi colpevoli.
Preghiera in silenzio.
II Santo Padre:
Signore Dio, nostro Padre,
tu hai creato l'essere umano, l'uomo e la donna,
a tua immagine e somiglianza
e hai voluto la diversità dei popoli
nell'unità della famiglia umana;
a volte, tuttavia, l'uguaglianza dei tuoi figli non è stata riconosciuta,
ed i cristiani si sono resi colpevoli di atteggiamenti
di emarginazione e di esclusione,
acconsentendo a discriminazioni
a motivo della razza e dell'etnia diversa.
Perdonaci e accordaci la grazia di guarire le ferite
ancora presenti nella tua comunità a causa del peccato,
in modo che tutti ci sentiamo tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.
Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso.
…
Orazione conclusiva
Il Santo Padre:
O Padre misericordioso,
tuo Figlio Gesù Cristo, giudice dei vivi e dei morti,
nell'umiltà della prima venuta
ha riscattato l'umanità dal peccato
e nel suo glorioso ritorno chiederà conto di ogni colpa:
ai nostri padri, ai nostri fratelli e a noi tuoi servi,
che mossi dallo Spirito Santo
ritorniamo a te pentiti con tutto il cuore,
concedi la tua misericordia e la remissione dei peccati.
Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Il Santo Padre in segno di penitenza e di venerazione abbraccia e bacia il Crocifisso.
BENEDIZIONE E INVIO
12 marzo 2000
Il Santo Padre:
Il Signore sia con voi.
E con il tuo spirito.
Vi benedica il Padre che ci ha generati alla vita eterna.
Amen.
Vi benedica il Cristo che ci ha fatti suoi fratelli.
Amen.
Vi benedica lo Spirito Santo che dimora nel tempio dei nostri cuori.
Amen.
Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo.
Amen.
Fratelli e sorelle,
questa liturgia che ha celebrato la misericordia del Signore
e ha voluto purificare la memoria
del cammino dei cristiani nei secoli
susciti in tutta la Chiesa e in ciascuno di noi
un impegno di fedeltà al messaggio perenne del Vangelo:
mai più contraddizioni alla carità nel servizio della verità,
mai più gesti contro la comunione della Chiesa,
mai più offese verso qualsiasi popolo,
mai più ricorsi alla logica della violenza,
mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni,
disprezzo dei poveri e degli ultimi.
E il Signore con la sua grazia
porti a compimento il nostro proposito
e ci conduca tutti insieme alla vita eterna.
Amen.
La proclamazione dell’uguaglianza universale degli esseri umani è oggi quindi parte della dottrina sociale della Chiesa, un principio promulgato con la massima autorità: quella di un Concilio ecumenico e di un papa. Il papa Giovanni Paolo 2°, con le parole pronunciate nel 2000 al termine della preghiera universale di confessione delle colpe e richiesta di perdono ha anche assegnato a tutti noi fedeli, e in particolare a noi laici che operiamo nel “temporale”, cioè al di fuori della sfera liturgica di competenza canonica dell’autorità ecclesiastica e del clero, un compito molto chiaro, da svolgere con determinazione e senza cedimenti o arretramenti (“mai più…”), anche in materia di realizzazione dell’uguaglianza sociale universale.
C’è ancora molto da fare, sia dal punto di vista pratico che da quello teorico, ideativo. Ma molto indubbiamente è stato fatto.
Considerate ad esempio quante volte nel Catechismo della Chiesa cattolica (1992 – 1997) ricorre il tema dell’uguaglianza. E’ una ricerca che possiamo fare agevolmente mediante l’indice tematico. Dunque il termine ricorre cinque volte ai numeri:
n.369: riguarda l’uguaglianza tra uomo e donna;
n.872: non riguarda l’uguaglianza nella società civile, ma il contributo all’edificazione del Corpo di Cristo, quindi alla missione della Chiesa;
n.1935 (sopra citato)
n.2273: se ne parla con riguardo ai diritti del nascituro;
n.2377: se ne parla con riferimento alle pratiche di inseminazione e fecondazione artificiali omologhe.
In sostanza il tema dell’uguaglianza è considerato nel senso a cui vi si riferiva il citato brano della Gaudium et spes solo nel n.1935, poche righe.
Molto di più vi è nel Compendio della dottrina sociale della Chiesa, pubblicato nel giugno 2004, che raccoglie precedenti dichiarazioni del magistero dei pontefici e dei concili. Si tratta di uno strumento molto utile per avere una visione d’insieme e coordinata dei temi in esso trattati, tra i quali, appunto, quello dell’uguaglianza e soprattutto per collegare certe importanti affermazioni alle fonti da dove derivano.
1965 – 1992 – 1997 – 2000 – 2004: mi pare che si possa rilevare una veloce (tenendo conto dei tempi occorrenti solitamente nelle cose di religione) evoluzione della concezione delle relazioni della nostra fede con i temi dell’uguaglianza sociale e, conseguentemente, della democrazia che anche su di essa di fonda.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro, Valli